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"Jazz Anthology", programma storico di Radio Popolare, esplora la lunga evoluzione del jazz, dalla tradizione di New Orleans al bebop fino alle espressioni moderne. Il programma, con serie monografiche, valorizza la pluralità e la continuità del jazz, offrendo una visione approfondita di questo genere musicale spesso trascurato dai media. La sigla del programma è "Straight Life" di Art Pepper, tratto da "Art Pepper Meets The Rhythm Section" (1957).
- 2283 - Jazz Anthology di lunedì 18/11/2024
"Jazz Anthology", programma storico di Radio Popolare, esplora la lunga evoluzione del jazz, dalla tradizione di New Orleans al bebop fino alle espressioni moderne. Il programma, con serie monografiche, valorizza la pluralità e la continuità del jazz, offrendo una visione approfondita di questo genere musicale spesso trascurato dai media. La sigla del programma è "Straight Life" di Art Pepper, tratto da "Art Pepper Meets The Rhythm Section" (1957).
Mon, 18 Nov 2024 - 2282 - Jazz Anthology di lunedì 11/11/2024
"Jazz Anthology", programma storico di Radio Popolare, esplora la lunga evoluzione del jazz, dalla tradizione di New Orleans al bebop fino alle espressioni moderne. Il programma, con serie monografiche, valorizza la pluralità e la continuità del jazz, offrendo una visione approfondita di questo genere musicale spesso trascurato dai media. La sigla del programma è "Straight Life" di Art Pepper, tratto da "Art Pepper Meets The Rhythm Section" (1957).
Mon, 11 Nov 2024 - 2281 - Jazz Anthology di lunedì 04/11/2024
"Jazz Anthology", programma storico di Radio Popolare, esplora la lunga evoluzione del jazz, dalla tradizione di New Orleans al bebop fino alle espressioni moderne. Il programma, con serie monografiche, valorizza la pluralità e la continuità del jazz, offrendo una visione approfondita di questo genere musicale spesso trascurato dai media. La sigla del programma è "Straight Life" di Art Pepper, tratto da "Art Pepper Meets The Rhythm Section" (1957).
Mon, 04 Nov 2024 - 2280 - Jazz Anthology di lunedì 28/10/2024
"Jazz Anthology", programma storico di Radio Popolare, esplora la lunga evoluzione del jazz, dalla tradizione di New Orleans al bebop fino alle espressioni moderne. Il programma, con serie monografiche, valorizza la pluralità e la continuità del jazz, offrendo una visione approfondita di questo genere musicale spesso trascurato dai media. La sigla del programma è "Straight Life" di Art Pepper, tratto da "Art Pepper Meets The Rhythm Section" (1957).
Mon, 28 Oct 2024 - 2279 - Jazz Anthology di lunedì 21/10/2024
"Jazz Anthology", programma storico di Radio Popolare, esplora la lunga evoluzione del jazz, dalla tradizione di New Orleans al bebop fino alle espressioni moderne. Il programma, con serie monografiche, valorizza la pluralità e la continuità del jazz, offrendo una visione approfondita di questo genere musicale spesso trascurato dai media. La sigla del programma è "Straight Life" di Art Pepper, tratto da "Art Pepper Meets The Rhythm Section" (1957).
Mon, 21 Oct 2024 - 2278 - Jazz Anthology di lunedì 14/10/2024
"Jazz Anthology", programma storico di Radio Popolare, esplora la lunga evoluzione del jazz, dalla tradizione di New Orleans al bebop fino alle espressioni moderne. Il programma, con serie monografiche, valorizza la pluralità e la continuità del jazz, offrendo una visione approfondita di questo genere musicale spesso trascurato dai media. La sigla del programma è "Straight Life" di Art Pepper, tratto da "Art Pepper Meets The Rhythm Section" (1957).
Mon, 14 Oct 2024 - 2277 - Jazz Anthology di lunedì 07/10/2024
"Jazz Anthology", programma storico di Radio Popolare, esplora la lunga evoluzione del jazz, dalla tradizione di New Orleans al bebop fino alle espressioni moderne. Il programma, con serie monografiche, valorizza la pluralità e la continuità del jazz, offrendo una visione approfondita di questo genere musicale spesso trascurato dai media. La sigla del programma è "Straight Life" di Art Pepper, tratto da "Art Pepper Meets The Rhythm Section" (1957).
Mon, 07 Oct 2024 - 2276 - Jazz Anthology di lunedì 30/09/2024
"Jazz Anthology", programma storico di Radio Popolare, esplora la lunga evoluzione del jazz, dalla tradizione di New Orleans al bebop fino alle espressioni moderne. Il programma, con serie monografiche, valorizza la pluralità e la continuità del jazz, offrendo una visione approfondita di questo genere musicale spesso trascurato dai media. La sigla del programma è "Straight Life" di Art Pepper, tratto da "Art Pepper Meets The Rhythm Section" (1957).
Mon, 30 Sep 2024 - 2275 - 1954: The Amazing Bud Powell volume 2
A partire dal '46, quando ha ventuno-ventidue anni, Bud Powell comincia ad incidere con musicisti di area bebop, e appare un pianista di eccezionale livello e già audacemente proiettato in avanti. Pur incidendo in diversi formati, la sua dimensione prediletta è il trio piano-basso-batteria, una formula all'epoca tutt'altro che ovvia, a cui proprio Powell con i suoi dischi dà un impulso decisivo. Fra il '49 e il '51 la Blue Note pubblica in quattro 78 giri incisioni realizzate da Powell con una formazione comprendente Fats Navarro alla tromba e il giovanissimo Sonny Rollins al sax tenore o in trio, con Tommy Potter e Roy Haynes o con Curley Russell e Max Roach: nel '52 la Blue Note le riunisce in un album a 12 pollici intitolato The Amazing Bud Powell. Nell'agosto del '53 Powell incide nuovamente in trio, questa volta con George Duvivier e con Art Taylor: ne nascono due 78 giri, i cui brani assieme ad altri dalla stessa seduta nel '54 vengono pubblicati dalla Blue Note in un altro 12 pollici, intitolato The Amazing Bud Powell volume 2. Se il primo The Amazing Bud Powell era diviso fra brani in quintetto e in trio, il secondo volume è un album interamente, e coraggiosamente, in trio. A riprova della fortuna di questo album - uno dei più importanti usciti nel '54 - che contribuì all'affermazione del pianismo di Powell così come al consolidamento della formula del trio piano-basso-batteria, fra il '55 e il '57 Powell realizzerà altri quattro album in trio, tre su quattro con Duvivier e Taylor.
Mon, 23 Sep 2024 - 2274 - 1954: Art Blakey - A Night At Birdland
Dopo averlo visto nella puntata scorsa nel primo album prodotto dal suo sodalizio - che farà epoca - con Max Roach, ritroviamo Clifford Brown, questa volta con un altro batterista, Art Blakey, in A Night At Birdland, altro album che come quello con Roach sarà tra i più importanti dell'annata discografica del jazz nel '54. Brown e Blakey si trovano insieme in studio di incisione già nell'estate del '53, dunque diversi mesi prima dell'inizio della collaborazione di Brown con Roach, e A Night At Birdland viene registrato nel febbraio '54, mesi prima dell'album (agosto) con Roach, e anche l'uscita è precedente: A Night At Birdland viene pubblicato dalla Blue Note in tre album a 10 pollici usciti fra luglio e novembre, l'album con Roach uscirà in dicembre. Ma mentre Brown non rimase a lungo con Blakey, e questa fu la sua ultima registrazione con lui, l'associazione con Roach durò fino alla tragica scomparsa di Brown nel '56. La formazione di Blakey, con Lou Donaldson al sax tenore e Horace Silver al piano, formalmente non è ancora i Jazz Messengers, ma siamo all'alba dell'hard bop di cui Blakey e Silver saranno due figure trainanti: i tre 10 pollici di A Night At Birdland furono tra le uscite di maggiore successo dell'anno, e questo contribuì a dare impulso all'impresa che poi si sarebbe chiamata Jazz Messengers.
Mon, 16 Sep 2024 - 2273 - 1954: Clifford Brown and Max Roach
A fine '53/inizio '54, Max Roach ingaggia per il proprio gruppo il trombettista Clifford Brown: è l'avvio di uno dei soldalizi più straordinari di tutta la storia del jazz, crudelmente stroncato nel giugno '56 dall'incidente stradale nel quale Brown perde la vita a soli venticinque anni. Personalità forte, determinata, Roach ha sei anni più di Brown, fin dalla prima metà degli anni quaranta è stato accanto a uomini come Charlie Parker, Dizzy Gillespie, Thelonious Monk, i creatori del nuovo linguaggio del bebop di cui Roach, giovanissimo, è stato un caposcuola per la batteria; Brown invece ha cominciato ad emergere sulla scena del jazz solo nel '49, e da poco la sua carriera ha veramente cominciato a decollare: eppure - a testimonianza della considerazione da cui Brown era circondato, e anche delle sue qualità umane, che lo facevano apprezzare da tutti - Roach intesta anche a Brown il suo nuovo quintetto, così come a nome di entrambi esce il primo disco della formazione, inciso nell'agosto del '54. Col solismo di Brown in alcune delle sue prove più alte, ma anche col talento compositivo del trombettista, con la musicalità di Roach e la sua sintonia con Brown, con la maturità del bop del gruppo, l'album Clifford Brown and Max Roach, uno dei dischi che segnano il '54 del jazz, è il trampolino di un quintetto che si avvia a fare epoca.
Mon, 09 Sep 2024 - 2272 - Cory Smythe: Circulate Susanna; Accelerate Every Voice; Smoke Gets In Your Eyes
Classe 1977, Cory Smythe ha studiato pianoforte classico e si è dedicato inizialmente alla musica classica e alla contemporanea di matrice accademica, ma è stato poi attratto dall'improvvisazione, e ormai da diversi anni la sua attività si svolge principalmente su questo versante. In una puntata del giugno 2023 - che potete trovare in podcast - lo avevamo apprezzato come partner di Sylvie Courvoisier in The Rite of Spring - Spectre d'un songe, un album della Pyroclastic in cui in duo propongono una esecuzione della versione pianistica della Sagra della primavera e poi un ampio brano di Courvoisier ispirato a Stravinski. Ma ricordiamo per esempio Smithe nel trio di Tyshawn Sorey. In questa puntata vi proproniamo tre album di Smythe pubblicati dalla Pyroclastic: Circulate Susanna, del 2018, Accelerate Every Voice, del 2020, e Smoke Gets In Your Eyes, del 2022. Album da cui emerge non solo il valore del pianista, ma anche l'impegno profuso nei suoi progetti musicali, in ciascuno dei quali offre qualcosa di diverso e di non scontato, e - come nell'ultimo dei suoi album che consideriamo - la capacità di creare musica di intensità e qualità non comuni anche alla guida di una compagine ampia e articolata (e di alto livello: Peter Evans, Ingrid Laubrock, Stephan Crump....).
Mon, 02 Sep 2024 - 2271 - Louis Armstrong: Louis in London
Nel '67 Louis Armstrong aveva inciso What A Wonderful World, un brano comcepito dal produttore Bob Thiele; per una ripicca del presidente della ABC Paramount nei confronti di Thiele, il brano non venne promosso, e sul momento ebbe scarso successo negli Stati Uniti. Ma nel '68 cominciò invece a piacere in Gran Bretagna e in marzo fece capolino al diciassettesimo posto della classifica dei singoli più venduti, e settimana dopo settimana continuò la sua scalata fino - in aprile - a scavalcare i Beatles e ad attestarsi al primo posto, dove sarebbe rimasto fino a giugno. A quanto pare fu proprio il fatto di avere superato i Beatles a galvanizzare Armstrong e a deciderlo a varcare l'Atlantico per una serie di esibizioni in Gran Bretagna, fra le quali una in due set il 2 luglio negli studi della BBC, da cui fu tratto uno show televisivo. Dopo la trasferta inglese le condizioni di salute di Armstrong peggiorarono: negli anni successivi ci furono altre esibizioni, anche all'inizio del '71, anno in cui morì: ma quella alla BBC può essere considerata l'ultimo documento di Louis Armstrong dal vivo in una forma ancora all'altezza della sua arte. Armstrong ascoltò e riascoltò con entusiasmo la registrazione dei due set alla BBC, e nel '70 assieme al suo manager convinse la Brunswick a farne un album - pubblicato col titolo Louis Armstrong Greatest Hits Recorded Live - con i brani selezionati personalmente da lui, che per la prima volta figurò come produttore di un suo disco. Con Louis in London la Verve adesso ripropone - in Cd, vinile e digitale - quell'album ma con materiale aggiuntivo e sostituendo una versione di Hello Dolly con un'altra: con le sue tredici tracce Louis in London raccoglie dunque una versione (tre brani furono eseguiti in entrambi i set) sostanzialmente di tutti i brani in cui Armstrong suonò o cantò. Un album quanto mai commovente, sia per essere l'ultima testimonianza artisticamente significativa di Armstrong dal vivo, sia per il legame che Armstrong ebbe con la registrazione dell'esibizione alla BBC.
Mon, 26 Aug 2024 - 2270 - 1954: Dizzy Gillespie - Afro
Uno degli album certamente più caratterizzanti dell'annata discografica del jazz nel 1954 è certamente stato Afro di Dizzy Gillespie. Nel '47 Gillespie conosce il percussionista cubano Chano Pozo, un incontro foriero di grandi conseguenze per il rapporto fra jazz moderno e musica afrocubana. Sempre nel '47 da un'idea di Pozo per la big band di Gillespie nasce Manteca, caso pionieristico di brano basato sullo schema ritmico della clave che diventa uno standard di jazz. Nella primavere del '54 Gillespie incide una Manteca Suite in quattro parti, allestita e diretta da Chico O'Farrill, che si traduce nella prima metà dell'album di Gillespie intitolato Afro e pubblicato nello stesso '54 dalla Norgran di Norman Granz. Cubano, valente compositore e arrangiatore, O'Farrill aveva all'attivo fra l'altro Cuban Episode, inciso nel '50 dall'orchestra di Stan Kenton, e la Afro-Cuban Jazz Suite, commissionata da Granz e incisa nel '50 dall'orchestra di Machito con la partecipazione di Charlie Parker. La formazione con cui Gillespie incide la Manteca Suite è eccellente: ne fanno parte fra gli altri Quincy Jones e Ernie Royal fra le trombe, Hank Mobley e Lucky Thompson ai sax tenori, e i due fomidabili percussionisti cubani Candido Camero e Mongo Santamaria.
Mon, 19 Aug 2024 - 2269 - Fred Frith 75! (2)
Seconda puntata del nostro omaggio a Fred Frith per i suoi 75 anni, con una scelta di brani da All Is Always Now, triplo Cd pubblicato nel 2019 dalla Intakt, florilegio di performances di Frith registrate allo Stone di New York fra il 2006 e il 2016: questa volta troviamo Frith in trio con la violoncellista e vocalist Theresa Wong e la pianista Annie Lewandowski, in trio con la fisarmonicista Pauline Oliveros e la pianista Else Olsen Storesund, in duo con la vocalist Shelley Hirsch, in duo con il sassofonista Evan Parker, e, sempre in duo, con Laurie Anderson.
Mon, 12 Aug 2024 - 2268 - Fred Frith 75! (1)
Dalla fine degli anni sessanta fra i più importanti protagonisti della sperimentazione musicale, nel febbraio scorso Fred Frith ha compiuto 75 anni. In autunno Frith sarà festeggiato con una serie di serate in Europa, in un assortimento di incontri con tanti partner, da Tim Hodgkinson - con cui nel '68 fondò gli Henry Cow - a Susana Santos Silva, da Phil Minton a Joelle Léandre: il 10 e 11 ottobre Frith sarà a Parigi (Instants Chavirés), dal 14 al 16 a Colonia, dal 18 al 20 a Londra (Café Oto). Noi gli rendiamo omaggio con due puntate in cui ascolteremo brani da All Is Always Now, triplo Cd pubblicato nel 2019 dalla Intakt, che propone un florilegio di registrazioni degli anni 2006-2016, realizzate durante l'ottantina di performances tenute in quel periodo da Frith allo Stone, lo spazio newyorkese aperto nel 2005 da John Zorn. Nelle registrazioni di questa puntata Frith interloquisce in quartetto con la sassofonista Jessica Lurie, in trio con Ikue Mori all'elettronica e col trombettista Nate Wooley, e in duo con la pianista Sylvie Courvoisier.
Mon, 05 Aug 2024 - 2267 - Kamala Harris consiglia: Charles Mingus - Let My Children Hear Music
In un clip che nei giorni scorsi è diventato virale, Kamala Harris, vicepresidente degli Stati Uniti e con tutta probabilità candidata dei democratici per la Casa Bianca, esce da un negozio di dischi di Washington, e i cronisti che fuori la aspettano le chiedono se vuole far vedere che cosa ha comprato. Lei con tono ironico risponde più o meno: "capite qualcosa di musica?", e poi mostra i vinili che ha acquistato. Il primo è Let My Children Hear Music, album del '72 di Charles Mingus, che Harris mostrandolo definisce "veramente uno dei più grandi performers di sempre". Il secondo album è Everybody Loves The Sunshine di Roy Ayers, l'ultimo infine è Porgy and Bess di Ella Fitzgerald e Louis Armstrong. Nella puntata di Jazz Anthology di questa sera parliamo dell'interesse di Kamala Harris per il jazz e più in generale per la black music, della sicurezza con cui dichiara i propri gusti musicali (il suo entusiasmo per Mingus non è affatto banale), della sua presenza (prima dell'ascesa alla vicepresidenza Usa) nel board di SFJazz, istituzione del jazz di San Francisco, e ascoltiamo quell'album molto particolare di Mingus che è Let My Children Hear Music. N.B.: nei quattro anni di presidenza Trump il jazz era sparito dalla Casa Bianca.
Mon, 29 Jul 2024 - 2266 - Ricordo di Irene Schweizer, 1941-2024
Il 16 luglio, a Zurigo, la sua città, è mancata Irene Schweizer: era malata e purtroppo già da tempo non suonava più. Le rendiamo omaggio con un florilegio di suoi brani e ricordando la grande importanza che sotto diversi aspetti Irene Schweizer ha avuto: tra i battistrada dell'improvvisazione radicale europea, Schweizer va anche annoverata tra i più interessanti pianisti di jazz - e non solo relativamente al jazz europeo - dagli anni sessanta al nuovo millennio; è stata una pioniera della presenza femminile sulla scena improvvisativa e del nuovo jazz, con un protagonismo di forte impronta femminista; ed è stata una figura di riferimento non solo per il suo contributo musicale ma anche per l'impulso che ha dato ad iniziative come i festival zurighesi Taktlos e Unerhoert, e come l'etichetta svizzera Intakt. Nel 2021, in occasione dei suoi ottant'anni, Jazz Anthology aveva dedicato a Irene Schweizer una serie di tre puntate, che potete trovare in podcast.
Mon, 22 Jul 2024 - 2265 - Louis Moholo: Louis Moholo-Moholo's Viva-La-Black
Alla vicenda e alla carriera del leggendario batterista sudafricano Jazz Anthology ha dedicato una nutrita serie nel corso del 2017, e nel giugno 2018 un'altra puntata su una sua novità, l'album Uplift The People (tutte le puntate sono reperibili in podcast). La britannica Ogun, che ha a cuore la produzione discografica di Louis Moholo, ripropone adesso, per la prima volta in Cd (oltre che in digitale), l'album Louis Moholo-Moholo's Viva-La-Black, che per la gloriosa etichetta era stato registrato nel gennaio del 1988. Nel corso della sua carriera Moholo ha guidato via via formazioni con diversi nomi, e con il gruppo denominato Viva La Black ha inciso tre album, il primo dei quali è questo. Come leader Moholo aveva esordito discograficamente dieci anni prima, con l'album Spirit Rejoice! inciso e pubblicato dalla ogun nel '78: all'epoca di questo album di Viva La Black Moholo era non solo un leader fatto e finito, ma un leader carismatico, e lo è rimasto fino alla fine della sua carriera, esauritasi a ridosso della pandemia (Moholo vive nella township di Langa - dove è nato circa nel 1940 - vicino a Cape Town). E un leader con una grande capacità di scegliere i musicisti e di individuare e valorizzare nuovi talenti: le sue compagini sono sempre state eccellenti, e questa, con Sean Bergin, Steve Williamson, Claude Deppa, Roberto Bellatalla e Thebe Lipere, non fa certo eccezione.
Mon, 15 Jul 2024 - 2264 - 1954: Chet Baker Sings
Il celebre "quartetto senza pianoforte" di Gerry Mulligan, con Chet Baker alla tromba, in effetti durò pochissimo, dall'estate del '52 alla primavera del '53. Già nell'estate del '53 la Pacific, che aveva pubblicato i dischi del quartetto di Mulligan, fece uscire un album del quartetto di Baker. Dopo avere inciso in autunno due brani in cui cantava, nel febbraio del '54 Baker registrò un intero album in cui faceva ascoltare la sua voce, Chet Baker Sings. Non è chiarissimo se l'inziativa sia stata di Dick Bock, il produttore della Pacific, o dello stesso Baker: l'album originariamente fu pubblicato come Lp a 10 pollici, con otto brani. Molti critici di jazz trovarono parecchio da ridire sulle doti di Baker come cantante; ma non mancò chi - con irritazione del trombettista - di fronte alla voce androgina di Baker adombrò sospetti di una sua omosessualità. L'opinione dei critici ebbe molto poco peso: a tanti nel pubblico del jazz il modo di cantare di Baker e la sua voce particolare piacquero eccome, l'album piacque molto ai gay, e non solo a quelli che erano appassionati di jazz, e piacque al pubblico femminile, che - si scoprì - era maggioranza fra i fan di Baker. Chet Baker Sings, ottimo successo anche dal punto di vista commerciale, fu davvero uno degli album caratterizzanti del 1954 del jazz.
Mon, 08 Jul 2024 - 2263 - Luciano Rossetti ospite di Jazz Anthology
Un suo scatto del 2020, emblematico del jazz nell'emergenza Covid, gli era valso nel 2021 il riconoscimento per la "Photo of the Year" dei Jazz Awards della Jazz Journalists Association. Quest'anno Luciano Rossetti ha bissato: di nuovo sua la "Photo of the Year" della JJA, con una immagine della trombettista portoghese Susana Santos Silva, fissata lo scorso anno nel corso di un house concert a Milano. Il nuovo prestigioso riconoscimento ci è sembrato l'occasione per invitarlo per la prima volta a Jazz Anthology a parlare del suo lavoro e della sua carriera. E visto che ahimé le foto per radio non si possono far vedere, gli abbiamo chiesto di farci ascoltare musica di figure del jazz importanti nel suo percorso di fotografo, che da più di quarant'anni è anche una storia di relazioni personali e a volte di vere e proprie amicizie: da George Coleman, nell'82 col suo ottetto protagonista del primo, fatidico concerto di jazz fotografato da Rossetti, al chitarrista Garrison Fewell, prematuramente scomparso, da Butch Morris a William Parker, da Rob Mazurek a - naturalmente - Susana Santos Silva, in un brano in duo con Kaja Draksler, la musicista con cui stava suonando al momento della "Photo of the Year".
Mon, 01 Jul 2024 - 2262 - Kenny Barron: Beyond This Place
Ottantuno anni compiuti il 9 giugno scorso, Kenny Barron è uno dei più grandi pianisti di jazz in attività, ed è un vero patrimonio del jazz di oggi. Nato e cresciuto a Philadelphia, appena terminate le superiori iniziò a New York nel '61 una carriera che lo ha spesso visto nel ruolo di sideman - per una quantità di musicisti e in una miriade di dischi - e che ha avuto tra i punti più alti il quartetto Sphere, consacrato al mondo musicale di Monk, e, a cavallo fra anni ottanta e novanta, la collaborazione, anche in duo, con l'ultimo Stan Getz. Elegante e raffinato quanto consistente, estremamente versatile, Barron si è affermato come incarnazione del canone del pianismo mainstream di matrice bop. In Beyond This place, il suo nuovo album, pubblicato da Artwork Records, interpreta un paio di magnifici standard e un brano di Monk e per il resto brani orginali - tutti tranne uno firmati da lui - pescando soprattutto da sue composizioni degli anni settanta; ma Barron non è affatto seduto sul passato ed è lontanissimo dalla routine: con due fidati partner di vecchia data come Steve Nelson al vibrafono e Kiyoshi Kitagawa al contrabbasso, con uno dei più forti batteristi sulla scena, Johnathan Blake, e con uno dei più brillanti giovani del jazz di oggi, il sax alto Immanuel Wilkins, Beyond This place è un album attuale e pieno di sostanza.
Mon, 24 Jun 2024 - 2261 - 1954: Barney Kessel - Barney Kessel; Barney Kessel Volume 2
Talento fuori dal comune, Barney Kessel - che in questa serie dedicata agli Lp che caratterizzarono jazzisticamente il 1954 abbiamo già incontrato nella puntata dedicata a Lester Young with the Oscar Peterson Trio - prese solo, a dodici anni, lezioni di chitarra per tre mesi, e fu sostanzialmente uno straordinario autodidatta, con una eccezionale padronanza della tecnica dello strumento, soluzioni insolite, una pazzesca conoscenza degli accordi. Classe 1923, cominciò a lavorare professionalmente già da ragazzino; nel '42, a Los Angeles, fu nell'orchestra del più anziano dei Marx Brothers, Chico; la sua principale influenza fu Charlie Christian, il fondatore della chitarra jazz moderna; nel '44 comparve nel celebre film Jammin' the Blues, di Gjon Mili; nel '47 fu accanto a Charlie Parker nelle incisioni del sassofonista per la Dial; nel '51 entrò nel trio piano/contrabbasso/chitarra di Oscar Peterson. Nel '54 l'etichetta californiana Contemporary fece uscire i primi due Lp a suo nome, due 10 pollici, con due piccoli gruppi con una originale combinazione della chitarra con, nel primo, il sax alto ma anche il flauto di Bud Shank, e, nel secondo, con il sax tenore ma anche l'oboe di Bob Cooper. Capace di interpretare in maniera eccellente la sua epoca, dando con la sua chitarra un senso della modernità tipico degli anni cinquanta, Kessel è stato una figura emblematica del jazz di quel decennio.
Mon, 17 Jun 2024 - 2260 - Steve Lacy: Ten of Dukes + Six Originals
Quest'anno cadono i cinquant'anni dalla morte di Duke Ellington, 24 maggio 1974, ma anche i centoventicinque dalla sua nascita, 29 aprile 1899; e i novant'anni dalla nascita di Steve Lacy, 23 luglio 1934, e i venti dalla sua morte, 4 giugno 2004. Rendiamo omaggio a entrambe queste grandi figure riscoprendo Ten of Dukes + Six Originals, un album pubblicato nel 2002 dalla etichetta francese Senators Records, e passato largamente inosservato, ma che rappresenta un prezioso unicum nella discografia di Lacy, perché è il solo album in cui il sassofonista si dedica in maniera estesa a materiale ellingtoniano. Lacy nel '99 era stato invitato a partecipare a San Francisco alle celebrazioni per il centenario della nascita di Ellington, e aveva allestito un programma di dieci brani - selezionati e messi a punto con un lavoro certosino - da eseguire in solo al sax soprano. Nella fase successiva Lacy ripropose in solo il programma ellingtoniano in altre occasioni, e fu anche filmato da Franco Maresco allo Spasimo di Palermo proprio interpretando questi brani. L'album è stato ricavato da una esibizione di Lacy in Giappone nell'ottobre del 2000.
Mon, 10 Jun 2024 - 2259 - Byg Actuel: Archie Shepp - Blasé
Nel cuore dell'agosto del '69, a Parigi Archie Shepp si sottopone, per la felicità della Byg, ad un autentico tour de force: dall'11 al 18 agosto è tutti i giorni in studio, incidendo a proprio nome il trittico di album che farà epoca, o partecipando alla registrazione di album intestati ad altri. L'estate parigina delle Byg vuole essere una celebrazione del free jazz, che però in realtà nel '69 è al canto del cigno, e di questa fase del free jazz storico i tre album realizzati a da Shepp a Parigi sono emblematici. L'ultimo è Blasé. Con Shepp c'è una meravigliosa Jeanne Lee, che dal '57 ha dato vita con Ran Blake ad un sublime duo voce/pianoforte, a cui però i club e i festival di jazz americani sono rimasti insensibili; così nel '66, dopo essere venuta in Europa per concerti con Blake, Jeanne Lee ha deciso di fermarsi nel Vecchio Continente, ed è in Europa che ha incontrato la free music, attraverso gli improvvisatori olandesi e tedeschi. Con lei, magistrale nell'interpretazione del crudo testo di Shepp nel brano da cui l'album prenderà il titolo, Shepp sigla un trittico di album che rappresenta un momento altissimo della sua vicenda artistica e di tutta la stagione del free jazz.
Mon, 03 Jun 2024 - 2258 - Byg Actuel: Archie Shepp - Poem for Malcolm
Il Festival Panafricano di Algeri si aprì il 21 luglio 1969, il giorno in cui il mondo si risvegliò dopo avere visto il primo uomo, Neil Armstrong, mettere piede sulla luna. Ma ad Algeri l'attenzione non è sulla conquista dello spazio, ma sull'emancipazione dell'Africa dal colonialismo e dal neocolonialismo, sui movimenti di liberazione, come quelli vietnamita e palestinese, sulle lotte degli afroamericani. Al festival - il più importante evento culturale dell'Africa dell'era delle indipendenze dopo il Festival Mondiale delle Arti Negre che si era tenuto a Dakar nel '66 - arriva anche una agguerrita pattuglia di esponenti dell'avanguardia jazzistica d'oltre Atlantico, in testa Archie Shepp. Shepp è una figura perfetta per inserirsi nel clima culturalmente e politicamente torrido del Festival Panafricano, dove le istanze rivoluzionarie sono all'ordine del giorno. Alla fine del festival, Shepp, invitato dalla Byg, va a Parigi, carico di quel "ritorno all'Africa" che percorreva il free jazz e che Shepp ha finalmente sperimentato, e della tensione rivoluzionaria che ha vissuto ad Algeri. E' in questa condizione politico-emotiva che il 12 agosto Shepp registra Yasmina, a black woman, poi, il 14, quello che sarà il secondo capitolo della suo trittico parigino del '69, Poem for Malcolm, con cui, a quattro anni di distanza da Malcolm semper Malcolm, brano inciso a caldo pochi giorni dopo l'assassinio di Malcolm X, torna con straordinario pathos sulla figura del grande leader afroamericano.
Mon, 27 May 2024 - 2257 - Byg Actuel: Archie Shepp - Yasmina, a black woman
Attiva per una breve fase, a cavallo fra anni sessanta e settanta, la Byg è un'etichetta leggendaria, che nell'estate del '69 a Parigi, con una coda nei mesi successivi e anche nel '70, registrò una grande messe di album fondamentali per la documentazione dell'ultima fase della stagione del free jazz storico e della prima fase del post-free. Il catalogo della Byg è adesso oggetto di una organica operazione di ristampe, che ha come produttore esecutivo Jean-Luc Young, uno dei tre fondatori, nel '67, dell'etichetta destinata a diventare mitica: rimasterizzati, gli album sono ripubblicati in Cd e vinile, con una rivisitazione della grafica rispettosa di quella originale, e con il corredo di nuove note di copertina. Attraverso queste ristampe, con questa puntata - in cui ricostruiamo la vicenda della Byg dal '67 al '69 - cominciamo a ripercorrere alcuni dei titoli più importanti pubblicati dalla Byg: partiamo dal primo album, Yasmina, a black woman, del celebre trittico registrato da Archie Shepp, alfiere della new thing, nel corso del bollente agosto parigino del free, quando, in un momento irripetibile, nella capitale francese si incontrarono musicisti dell'avanguardia afroamericana provenineti dagli Stati Uniti, altri - come Shepp - reduci dal Festival Panafricano di Algeri, jazzisti di precedenti generazioni espatriati in Europa, e protagonisti del nuovo jazz francese ed europeo.
Mon, 20 May 2024 - 2256 - We Insist! Live a Jazz Anthology
In diretta dall'Auditorium Demetrio Stratos di Radio Popolare, questa sera Jazz Anthology presenta We Insist! Live, la rassegna - di cui Radio Popolare ha il piacere di essere media partner - che si svolgerà alla Casa delle Arti di Cernusco sul Naviglio sabato 18 e domenica 19 maggio, con ingresso gratuito. Per presentarla e per parlare di We Insist!, etichetta discografica attiva dal 2018 che opera nell'ambito del jazz d'avanguardia e della musica improvvisata e che organizza anche occasioni live per i propri musicisti, sono con noi Maria Borghi, presidente della Fondazione We Insist!, e - in due set improvvisati che costituiscono una sorta di anticipo della rassegna - quattro dei musicisti che si esibiranno nel fine settimana: Giancarlo Nino Locatelli, clarinetto, Alberto Braida, pianoforte, Andrea Grossi, contrabbasso, e Cristiano Calcagnile, batteria. Alla rassegna parteciperanno musicisti di grande rilievo anche dall'estero, Larry Ochs, Mark Dresser, Vladimir Tarasov, Jim Black, Rob Mazurek. Un grazie ai sempre bravissimi e rapidissimi nostri tecnici, Zacca e Marco Sambinello, che hanno reso possibile questo live.
Mon, 13 May 2024 - 2255 - 1954: Lester Young with the Oscar Peterson Trio
Creata nel '53 dal grande impresario e produttore Norman Granz che poi nel '56 crea la più famosa Vorve, nel '54 la Norgran pubblica due Lp a 10 pollici intitolati Lester Young with the Oscar Peterson Trio, volume 1 e 2, contenenti incisioni del '52; poi un Lp a 12 pollici (cioè un Lp del formato poi diventato corrente, a 30 cm. di diametro), intitolato The President, contenente altre incisioni con Peterson del '52 e altro materiale; nel '56 poi la Norgram ripubblica i brani usciti nei due 10 pollici del '54 in un unico Lp 12 pollici intitolato The President Plays with the Oscar Peterson Trio (tutti i brani incisi da Young nel '52 con Peterson, anche quelli dell'Lp a 12 pollici del '54, sono poi stati raccolti dalla Verve nel Cd intitolato - come gli Lp iniziali - Lester Young with the Oscar Peterson Trio). Young è stato - assieme a Coleman Hawkins e a Ben Webster - uno dei grandi sax tenori affermatisi prima delle svolta moderna del jazz negli anni quaranta, e ha avuto una incalcolabile influenza sulle successive generazioni di sassofonisti, basti pensare a Stan Getz. Negli anni cinquanta la sua arte mostrò segni di declino, ma gli album del '54 con le incisioni con Peterson del '52 sono tra i momenti migliori dell'ultima fase della sua carriera, e, ben accolti all'epoca, rimagono dei classici.
Mon, 06 May 2024 - 2254 - Sonny Rollins: A Night at the Village Vanguard: The Complete Masters
Con A Night at the Village Vanguard: The Complete Masters, la Blue Note ripropone - in doppio Cd o triplo vinile - il celebre live di Rollins a partire dai master originali; il curatore di questa edizione, Joe Harley, si è reso conto che i master che erano stati utilizzati per realizzare gli Lp pubblicati nel '58 erano delle copie dei veri master, che erano stati registrati nel club newyorkese ad una velocità diversa, e poi appunto trasferiti su altri nastri: e che i master originari esistevano ancora, e offrivano una qualità di suono migliore, più aderente al suono reale di quella Night (che poi in realtà era anche un pomeriggio) del novembre '57. Rispetto all'edizione in Cd allestita nell'87, quando il materiale dei due Lp e altro materiale che era rimasto escluso era stato riproposto ricostruendo l'ordine cronologico del set pomeridiano e dei sue set serali, con questa edizione è stata fatta una operazione diversa, prendendo come riferimento l'edizione storica in due Lp (e riprendendone anche la grafica di copertina): i primi sei brani di questa edizione corrispondono ai brani dei due Lp storici, e nello stesso ordine. Il live di Sonny Rollins fu la prima registrazione dal vivo realizzata nel famoso locale newyorkese, che proprio allora si stava indirizzando in maniera più sistematica al jazz, e che poi sarebbe stato la cornice di live molto famosi, di Bill Evans, John Coltrane, Gerry Mulligan, Art Pepper, Roland Kirk: nel '57-58 nel jazz gli album dal vivo non erano ancora qualcosa di scontato, e tanto meno lo erano dei live registrati nei locali.
Mon, 29 Apr 2024 - 2253 - 1954: Dinah Washington - After Hours with Miss D
Fra le più grandi cantanti della storia della musica neroamericana, Dinah Washington si è mossa all'incrocio fra gospel, blues, rhythm'n'blues e jazz: lei e Sarah Vaughan sono state le vocalist che hanno maggiormente contribuito a definire il canto jazzistico nella fase che comincia nell'immediato secondo dopoguerra, dopo cioè Billie Holiday e Ella Fitzgerald che lo hanno caratterizzato fra gli anni trenta e quelli della seconda guerra mondiale. La matrice gospel della Washington spiega in parte consistente l'approccio originale al canto jazzistico che Dinah afferma, ma anche la sua versatilità, che spinge la Mercury a farle abbondantemente incidere brani più leggeri o di taglio rhythm'n'blues. After Hours with Miss D, uscito nel '54, assieme al successivo Dinah Jams, del '55, è probabilmente il disco di caratura più jazzistica della parte centrale della carriera della Washington, e testimonia anche del suo atteggiamento, diverso da quello della maggior parte dei cantanti: cantante estremamente professionale, ma anche ottima pianista e capace di padroneggiare altri strumenti, Dinah Washington amava dare spazio ai musicisti con cui lavorava e al loro solismo, musicisti che in questo album sono personaggi della statura di Clark Terry e di Eddie Lockjaw Davis.
Mon, 22 Apr 2024 - 2252 - 1954: Dave Brubeck - Jazz Goes to College
Per come fu realizzato e per il suo titolo, Jazz Goes to College di Dave Brubeck - fra le figure emblematiche del jazz degli anni cinquanta - ci racconta un'epoca, che ebbe uno dei suoi aspetti più significativi nel rapporto del pubblico giovanile bianco con il cool jazz, e ci racconta anche uno dei segreti del successo di Brubeck in quel decennio, quello appunto della ricerca di un nuovo pubblico andandolo a sollecitare direttamente lì dove si trovava, nei college, nelle università. Fu la moglie di Brubeck, Iola, ad avere l'intuizione di portare il jazz al pubblico degli studenti: operazione non banale, perché il jazz all'epoca non era una musica accettata senza problemi nei college, e il tentativo di Brubeck andò incontro ad ostacoli, traducendosi poi però in un grande successo. Album live, con protagonista il quartetto destinato a grandissima fortuna, e allora comprendente Paul Desmond al sax alto, Bob Bates al contrabbasso e Joe Dodge alla batteria, Jazz Goes to College fu il primo album di Brubeck per la Columbia, a cui il pianista portò subito un bel risultato, perché Jazz Goes to College fu uno degli album più venduti dalla Columbia nel '54, e continuò ad essere molto popolare fino all'inizio del decennio successivo.
Mon, 15 Apr 2024 - 2251 - 1954: Louis Armstrong Plays W.C. Handy
Il 1954 è uno dei primissimi anni in cui la produzione discografica di ambito jazzistico riflette in maniera ampia l'affermazione del formato dell'Lp. L'imporsi del nuovo formato ha fra le sue conseguenze anche l'emergere della formula degli album tematici: l'album di Armstrong dedicato a W.C. Handy non solo è un esempio pionieristico di album tematico nel campo del jazz, ma è anche un esempio pionieristico di album tematico che ha come oggetto un aspetto della storia del jazz, e cioè il contributo al repertorio del jazz e alla presenza del blues nel jazz di W.C. Handy, il musicista che ha messo su spartito St Louis Blues. Proprio grazie al nuovo formato, Armstrong può aprire l'album con una interpretazione del celebre brano di durata irrituale per un'incisione dell'epoca, quasi ben 9 minuti. Armstrong nel jazz è il primo a guardare al passato - un passato di cui lui stesso ha fatto parte - dedicando un intero album ad un protagonista della musica afroamericana. Handy nel '54 era ancora vivo, ed ebbe modo di apprezzare l'omaggio. Louis Armstrong Plays W.C. Handy ha ricevuto grandi consensi dalla critica, ed è considerato uno dei grandi album dell'Armstrong degli anni cinquanta, un decennio per Louis così felice artisticamente e sul piano del successo.
Mon, 08 Apr 2024 - 2250 - Grandi inediti - Alice Coltrane: The Carnegie Hall Concert
Si fa un gran parlare di jazz "spirituale", diventato di moda presso un pubblico giovane, che ne sta riscoprendo i capostipiti storici. Quanto al rapporto fra musica di ricerca di ambito jazzistico e spiritualità, in Alice Coltrane il nesso è certamente reale, e su questo piano Alice Coltrane non teme confronti: è stata un personaggio davvero interessante, consistente, e la sua figura, rilanciata da un po' di tempo a questa parte, merita di continuare ad essere valorizzata, e sono allora benvenuti e benedetti inediti come questo. Un solo brano della sua esibizione nel '71 - con lei c'erano fra gli altri Pharoah Sanders e Archie Shepp - era già noto, pubblicato negli ultimi anni in un paio di album: ma adesso la Impulse! mette a disposizione l'intero concerto, per un complesso di circo 80 minuti, e con tutti i crismi. Il set era stato registrato proprio dalla Impulse!, l'etichetta che aveva pubblicato l'ultimo Coltrane e che pubblicava gli album di Alice Coltrane: ma ai piani alti dell'etichetta non erano convinti, non amavano molto la musica della vedova di Coltrane, e la registrazione fu archiviata, e persa. Ma per fortuna Ed Michel, che l'aveva realizzata, ne aveva fato una copia: ed eccoci, più di cinquant'anni dopo, a questo album... proprio per la Impulse!, ben contenta oggi di pubblicarlo.
Mon, 01 Apr 2024 - 2249 - 1954: June Christy - Something Cool
Il long playing è un formato che prende piede negli anni cinquanta, quando si cominciano a pubblicare album che hanno la fisionomia che poi è diventata abituale per noi nei decenni successivi e che è stata poi ereditata dal Cd: album con parecchi brani, e spesso anche di durata cospicua. Abbiamo pensato allora ad una serie di puntate in cui, tornando indietro esattamente di settant'anni, andremo al '54, uno dei primissimi anni su cui si può fare il gioco di vedere quali album caratterizzarono l'annata jazzistica, e passeremo via via in rassegna alcuni dei più importanti Lp pubblicati allora. Per cominciare abbiamo scelto uno degli album del '54 che certamente fecero più epoca, Something Cool della cantante June Christy. La norma in quel momento era ancora di far uscire dei singoli, ma la Capitol - che nel '53 mette sotto contratto Sinatra - fa anche con June Christy la scommessa di puntare sul nuovo formato, inizialmente con un Lp a 10 pollici. Con un'ottima idea comunicativa - che contribuisce al successo del brano e dell'album - il titolo è anche un'allusione alla corrente di cantanti appunto cool di cui Anita O'Day - che aveva preceduto June Christy nell'orchestra di Stan Kenton - era la capostipite, corrente basata fondamentalmente in California. Something Cool resterà il brano per eccellenza di tutta la carriera di June Christy, e imporrà sul piano canoro una certa idea di erotismo.
Mon, 25 Mar 2024 - 2248 - Camilla Nebbia: Una ofrenda a la ausencia; Lina Allemano, Axel Dorner: Aphelia; Sakina Abdou: Goodbye Ground; Nite Bjuti: Nite Bjuti
Puntata quasi totalmente al femminile, con album di artiste per il momento dalle nostre parti per lo più non ancora conosciutissime, ma Camilla Nebbia, Lina Allemano e Sakina Abdou saranno nelle prossime settimane in Italia: tutte e tre sono nel cartellone della stagione di concerti proposta dall'Associazione 4'33" di Mantova, che è molto attenta alla presenza femminile nel jazz d'avanguardia e nella musica di ricerca, Lina Allemano sarà anche a Padova per il Centro d'Arte, Sakina Abdou anche al Torino Jazz Festival; alla presenza femminile nel jazz d'avanguardia e nell'improvvisazione è molto attenta anche la Relative Pitch, l'etichetta newyorkese che ha pubblicato gli album di Nebbia, Allemano-Dorner, Abdou che presentiamo. Camilla Nebbia è una sassofonista, compositrice, e artista visiva argentina, originaria di Buenos Aires e berlinese di adozione; ha inciso Una ofrenda a la ausencia in solo, impiegando sax tenore e voce. Lina Allemano è una trombettista canadese, che si divide fra Toronto e Berlino; nell'album Aphelia è in duo col trombettista tedesco Axel Dorner, un maestro dell'improvvisazione radicale. Negli ultimi anni abbiamo visto spesso la sassofonista - ma anche flautista - francese Sakina Abdou nelle file della Desert Orchestra di Eve Risser, ma Sakina Abdou è una apprezzata specialista del solo, la dimesnione in cui, al sax alto e tenore, ha inciso Goodbye Ground. Candice Hoyes, soprano, cantante di jazz, Val Jeanty, percussioni elettroniche, giradischi, elettronica, e Mimi Jones, contrabbasso e voce, hanno formato il trio Nite Bjuti nel 2018: l'album eponimo, uscito nel 2023 per l'etichetta Whirlwind, è il loro brillante debutto discografico, difficilmente etichettabile fra esperienza afroamericana, questioni di genere, sessualità, voodoo, spiritualità, elettronica.
Mon, 18 Mar 2024 - 2247 - Terry Gibbs Plays Jewish Melodies in Jazztime
Lo scorso anno ricorrevano i sessant'anni dalla registrazione (11 e 12 gennaio 1963) e dalla pubblicazione di Terry Gibbs Plays Jewish Melodies in Jazztime ("Terry Gibbs suona melodie ebraiche a tempo di jazz"), un album pionieristico, assieme a My Son the Jazz Drummer! di Shelly Manne (sottotitolo: Modern Jazz Versions of Jewish and Israeli Songs"), registrato meno di un mese prima (fra il 17 e il 20 dicembre 1962) e pure pubblicato nel '63. L'album di Gibbs anticipa di decenni la riscoperta del klezmer nel jazz e la rivendicazione di un'identità ebraica da parte dei musicisti dell'avanguardia jazzistica della generazione di Zorn, che sono fenomeni degli anni ottanta-novanta (sulla copertina del disco di Gibbs campeggiava una stella di Davide). Intanto Terry Gibbs è entrato nel suo centesimo anno: nell'ottobre scorso è arrivato alla veneranda età di 99 anni, ed è un altro motivo per festeggiarlo riconsiderando questo album. Nato nel 1924 in una famiglia di immigrati ebrei che avevano lasciato la Russia nei primi anni venti, Gibbs comincia a lavorare come vibrafonista dopo la seconda guerra mondiale, e a New York, suonando nei locali della 52esima Strada, assorbe il nuovo linguaggio del bebop, poi negli anni cinquanta si inserisce nel jazz della West Coast, costituisce una big band e si distingue come strumentista di livello ed esuberante. Altro non trascurabile motivo di interesse di questo album è la giovane pianista Alice Hagood: nata Alice McLeaod, tutti oggi la conosciamo come Alice Coltrane (e fu proprio Gibbs a presentarle il grande sassofonista).
Mon, 11 Mar 2024 - 2246 - Irreversible Entanglements: Protect Your Light; Mike Reed: The Separatist Party
In questa puntata di Jazz Anthology accostiamo due album - usciti nell'autunno scorso - di protagonisti tra i più significativi della più avanzata scena jazzistica d'oltre Atlantico: Irreversible Entanglements e Mike Reed hanno in comune un legame forte con la lezione dell'avanguardia afroamericana, in termini di considerazione per il passato e sua costante innovazione, rielaborazione in avanti. Con lo spoken word della carismatica Moor Mother (che però in questo album usa il nome Camae Ayewa), gli Irreversible Entanglements si sono aggregati alla metà del decennio scorso in occasione di una iniziativa di protesta contro l'assassinio di un giovane nero da parte della polizia: dopo tre album di studio pubblicati dalla International Anthem, etichetta chicagoana molto importante da una decina d'anni a questa parte nella documentazione di nuove tendenze nella musica di ricerca a baricentro afroamericano e di area jazzistica, Protect Your Light è uscito per la Impulse!: un approdo all'etichetta degli album dell'ultimo Coltrane che ha tutta una risonanza simbolica, per un gruppo con il tipo di identità musicale, culturale e politica degli Irreversible. Eccellente batterista e leader sperimentato, cinqant'anni il prossimo maggio, nei decenni scorsi Mike Reed è stato una figura importante nel ricambio generazionale della AACM, la cruciale "associazione per la promozione dei musicisti creativi" di Chicago, di cui Reed intorno al 2010 è stato anche vicepresidente: realizzato con musicisti della scena creativa di Chicago, fra cui il cornettista Ben Lamar Gay, e copubblicato da We Jazz Records e Astral Spirits, The Separatist Party, in cui molteplici suggestioni - dal free al post-free al minimalismo al rock - si mescolano in una musica vitale, aperta, contemporanea, si presenta come il primo di tre capitoli destinati ad indagare il tema dell'isolamento nella nostra società.
Mon, 04 Mar 2024 - 2245 - Jazz Anthology di lunedì 26/02/2024
"Jazz Anthology", programma storico di Radio Popolare, esplora la lunga evoluzione del jazz, dalla tradizione di New Orleans al bebop fino alle espressioni moderne. Il programma, con serie monografiche, valorizza la pluralità e la continuità del jazz, offrendo una visione approfondita di questo genere musicale spesso trascurato dai media. La sigla del programma è "Straight Life" di Art Pepper, tratto da "Art Pepper Meets The Rhythm Section" (1957).
Mon, 26 Feb 2024 - 2244 - Pulverize The Sound: Black; Evan Parker X-Jazz Ensemble: A Schist Story; Marcelo dos Reis: Flora
La puntata di questa sera di Jazz Anthology si ricollega a quella del 29 gennaio, in cui vi avevamo proposto due album con protagonista Evan Parker: il suo solo NYC 1978, pubblicato dalla Relative Pitch, e Etching The Ether, nuovo album del progetto Trance Map +, in cui figura anche il trombettista Peter Evans, fra i più notevoli talenti distintisi sulla scena dell'improvvisazione nel nuovo millennio. Ritroviamo Peter Evans nel trio Pulverize The Sound (con Tim Dahl al basso elettrico e Mike Pride a batteria e percussioni), che è arrivato al suo terzo album, Black, pubblicato proprio dalla Relative Pitch: musica in cui si sente molto il "vissuto" di tre musicisti newyorkesi che hanno avuto una quantità di esperienze di ogni genere, e che sono legati al noise, all'improvvisazione, a forme musicali estreme, senza compromessi. Ritroviamo invece Evan Parker in A Schist Story, Cd inserito in un volumetto con un testo, foto e anche una breve graphic novel, pubblicato dalla Jazz ao Centro Clube Records, etichetta che è la proiezione discografica di Jazz ao Centro Clube, associazione culturale di Coimbra che nella città portoghese organizza il festival Jazz ao Centro, nell'ottobre 2023 arrivato alla 21esima edizione. A Schist Story documenta un concerto tenuto nel 2012 da Parker con 17 improvvisatori portoghesi, come conclusione di una settimana di residenza in villaggi del Portogallo centrale (con case tradizionali costruite con lo scisto): opportunamente la nota nel libretto sottolinea che nel lavoro di Parker non c'era in gioco solo la pratica collettiva dell'improvvisazione come linguaggio, ma anche un esperimento di interazione sociale basato sui valori dell'uguaglianza e della libertà. Completiamo la puntata con Flora, album personale - pubblicato sempre da Jazz ao Centro - di uno dei musicisti della compagine raccolta intorno a Evan Parker, il chitarrista Marcelo dos Reis.
Mon, 19 Feb 2024 - 2243 - Negarit Band: Origins; Bixiga 70: Vapor
Due formazioni, una etiopica, la Negarit Band, e una brasiliana, Bixiga 70, che sono catalogate come "world music" ma che hanno tratti molto più jazzistici di tante proposte che al giorno d'oggi passano nei festival di jazz e che col jazz hanno poco o niente a che vedere: due formazioni che a degli appassionati di jazz hanno delle belle cose da dire, e in ogni caso molto godibili. L'album della Negarit Band è uscito nel 2023 nella collana éthioSonic, parallela alla aurea collana éthiopiques, e come éthiopiques diretta da Francis Falceto e pubblicata dalla etichetta francese Buda. Secondo Falceto, la Negarit è uno dei rari segni di risveglio della scena etiopica, che sconta ancora oggi la violenta cesura rappresentata, fra il '74 e il '91, dalla dittatura militare del Derg: guidata dal batterista Teferi Assefa, la compagine, nata nel 2012, si colloca nel solco dell'ethio-jazz, per rinfrescarlo in una chiave contemporanea, puntando su una musica strumentale e sull'improvvisazione, e distinguendosi così nettamente dalle banalità di molto pop etiopico di oggi. Al suo quinto album, pubblicato dalla Glitterbeat, Bixiga 70 è stata nell'ultima dozzina d'anni una brillante presenza sulla scena di Sao Paulo, che è da tempo una delle realtà musicali più vivaci al mondo: con un impianto da piccola big band, Bixiga ha voluto creare un ibrido in cui la presenza dell'Africa è decisiva e non solo attraverso la musica afrobrasiliana, ma anche per l'interesse di Bixiga per musiche come l'afrobeat nigeriano o appunto l'ethio-jazz; la principale novità di questo album è l'influenza di un genere come il forrò electronico.
Mon, 12 Feb 2024 - 2242 - Otomo Yoshihide: Hat and Beard
Formatosi come chitarrista e dagli anni novanta affermatosi anche a livello internazionale come musicista dedito all'elettronica e alla manipolazione dei giradischi, Otomo Yoshihide è una figura di culto della scena radicale giapponese. Yoshihide è stato molto presente sulla ribalta europea, ma non negli ultimi anni, prima perché si è dato molto da fare per Fukushima, dopo la catastrofe della centrale nucleare, attivandosi per la rinascita culturale del distretto dove è avvenuto il disastro, e creando anche un festival; di mezzo poi ci si è messo anche il Covid. Ma adesso Yoshihide è in Europa con il suo New Jazz Quintet per una nutrita tournée: abbiamo ascoltato giorni fa una sua eccellente esibizione nell'ambito di Sons d'Hiver (rassegna che si svolge nel dipartimento della Marna che confina con Parigi), e in febbraio sarà in concerto a Padova per il Centro d'Arte e a Meldola per Area Sismica. E' l'occasione per ascoltare Hat and Beard, il suo più recente album con il New Jazz Quintet, pubblicato nel 2020 da FMN Sound Factory, etichetta di Kyoto: è la formazione con cui, dopo essere tornato alla chitarra elettrica, Yoshihide alla fine degli anni novanta è tornato al jazz, con una formula che non tradisce il suo sperimentalismo, ma che conserva anche un nucleo di devozione ai brani che rivisita (Ornette, Eric Dolphy, Shorter...), con attenzione ai temi, alla loro leggibilità, alla melodia.
Mon, 05 Feb 2024 - 2241 - Evan Parker: NYC 1978; Trance Map +: Etching The Ether
Fra i pochissimi capiscuola dell'improvvisazione radicale europea ancora in attività, il 5 aprile Evan Parker compie ottant'anni: ma al di là di questo compleanno, che è un motivo in più per festeggiarlo, la sua musica, che non si è mai fermata e che ha continuato ad essere estremamente attuale, è una ragione più che sufficiente per occuparsi di lui. In questa puntata (ma presenteramo un'altra novità di Evan Parker nella puntata del 19 febbraio) ascoltiamo il sassofonista in due album molto distanti per i momenti in cui sono stati registrati e per il carattere della musica, ma entrambi di grande interesse. L'etichetta newyorkese Relative Pitch ha meritoriamente pubblicato una registrazione che, oltre ad offrirci una testimonianza in più della maestria di Parker nella dimensione del solo (sei mesi prima Parker aveva inciso in solo il suo capolavoro Monoceros), ha un grande valore storico, perché documenta la prima esibizione newyorkese di Parker, nel corso della sua prima tournée in Nord America, nell'autunno del '78. Meritorio anche che l'etichetta svizzera Intakt dia un seguito discografico al progetto Trance Map + di Evan Parker e Matthew Wright (elettronica), dopo un primo album pubblicato qualche anno fa (ce ne eravamo occupati in una puntata del novembre 2019). In tre ampie sequenze, fra improvvisazione e dimensione minimalista, i partner di Parker e Wright sono questa volta il trombettista Peter Evans e il percussionista Mark Nauseef, due fuoriclasse della scena radicale.
Mon, 29 Jan 2024 - 2240 - Sylvie Courvoisier: Chimaera; Angelica Sanchez: Nighttime Creatures
Uno degli album più segnalati tra le migliori uscite del 2023 nei consuntivi di fine anno è stato Chimaera di Sylvie Courvoisier, pianista svizzera e newyorkese di adozione molto apprezzata nell'ambito del jazz di ricerca (nella puntata del 19 giugno 2023 abbiamo presentato The Rite of Spring, l'album cointestato a lei e Cory Smythe dedicato a Stravinski). Pubblicato dalla Intakt, e inciso in sestetto con Wadada Leo Smith e Nate Wooley alle trombe, Christian Fennesz alla chitarra e all'elettronica, Drew Gress al contrabbasso e Kenny Wollesen alla batteria e al vibrafono, Chimaera è un lavoro ispirato alla pittura di Odilon Redon e alla sua attenzione alla dimensione del sogno. Da annoverare fra i migliori album del 2023 anche Nighttime Creatures della pianista Angelica Sanchez, pubblicato dalla Pyroclastic Records. Originaria dell'Arizona, e anche lei come la Courvoisier a New York dagli anni novanta, Angelica Sanchez si è distinta accanto a figure importanti come Wadada Leo Smith, Tyshawn Sorey, Rob Mazurek, William Parker, e per il suo talento di pianista in solo o in trio, ma meriterebbe di essere valorizzata anche come leader di organici più ampi: Nighttime Creatures è stato inciso con un nonetto. Sanchez ama la dimensione orchestrale, e nell'album rende omaggio a Carla Bley, e con uno dei due brani non originali del disco, a Ellington con Lady of the Lavender, brano non scontato del Duca.
Mon, 22 Jan 2024 - 2239 - Charlie Parker, Dizzy Gillespie, Bud Powell, Charles Mingus, Max Roach: Hot House - The Complete Jazz at Massey Hall Recordings
Il concerto del quintetto Parker-Gillespie-Powell-Mingus-Roach alla Massey Hall di Toronto del 15 maggio 1953 è entrato nella leggenda grazie ad una registrazione pubblicata già nel dicembre dello stesso anno su due Lp 10 pollici della etichetta Debut di Mingus. Furioso perché per un problema tecnico di registrazione il suo contrabbasso praticamente non si sentiva, Mingus provvide però a sovraincidere la parte del suo strumento, alterando così la realtà del concerto. Nel 2003 fu poi pubblicato Complete Jazz at Massey Hall, che presentava la registrazione senza sovraincisione, migliorata con tecniche che negli anni cinquanta non erano disponibili. A settant'anni dal concerto e dalla sua pubblicazione su disco, in novembre l'etichetta Craft Recordings ha pubblicato Hot House. The Complete Jazz at Massey Hall Recordings, che in triplo Lp o doppio Cd propone senza sovraincisione la registrazione dei brani del quintetto, ulteriormente migliorata nella resa dal trattamento assicurato da Paul Blakemore, mago della masterizzazione e del restauro audio; e assieme mette a disposizione il resto - già pubblicato in precedenza - del materiale del concerto, cioè il trio di Powell e il solo di Roach, e i brani del quintatto nella versione originariamente pubblicata con le sovraincisioni di Mingus, che mantiene il suo valore storico. Il concerto alla Massey Hall fu l'unica occasione in cui Parker, Gillespie, Powell, Mingus e Roach, figure emblematiche del jazz moderno, furono registrati tutti e cinque assieme, e fu anche l'ultima occasione documentata da una registrazione in cui Parker e Gillespie si trovarono assieme. L'album offre anche delle note da cui si ricavano interessanti informazioni su come andarono le cose in quella straordinaria ma anche complicata serata: e possiamo scoprire che Rocky Marciano, il grande pugile italoamericano che quella stessa sera saliva sul ring a Chicago, con un KO alla prima ripresa conservò il titolo di campione mondiale dei massimi, ma forse, senza saperlo, salvò anche uno dei più celebri concerti della storia del jazz.
Mon, 15 Jan 2024 - 2238 - Wes Montgomery: The Complete Full House Recordings
Di Wes Montgomery Jazz Anthology si è occupata solo una volta, nella puntata del 11 dicembre 2017 (disponibile in podcast), dedicata alle incisioni in quartetto dei Mongomery Brothers. Ma Montgomery, nato nel 1923 e morto molto prematuramento per un attacco cardiaco nel 1968, è stato uno dei personaggi più popolari del jazz della sua epoca, e un gigante della chitarra jazz. L'etichetta Craft Recordings ha voluto celebrare il centenario della nascita di Montgomery, e assieme anche il settantesimo anniversario della nascita della Riverside, l'etichetta creata nel '53 che pubblicò l'album di Montgomery Full House, allestendo The Complete Full House Recordings, recorded 'live' at Tsubo - Berkeley, California, disponibile in triplo Lp o in doppio Cd. La carriera di Montgomery decollò nel '59, quando su suggerimento di Cannonball Adderley il produttore Orrin Keepnews lo mise sotto contratto per la Riverside. Nel '62 Keepnews lo mandò in California a realizzare un album dal vivo, appunto Full House, registrato in un club di Berekeley. Full House è un album importante, per il livello dei partner (il "piccolo - per statura fisica - gigante" Johnny Griffin al sax tenore, e Wynton Kelly al piano, Paul Chambers al contrabbasso e Jimmy Cobb alla batteria, che negli anni precedenti erano stati la ritmica di Miles Davis), e perché ci presenta Montgomery dentro una dimensione jazzistica non ancora canalizzata nella formula - brani di successo interpretati in chiave jazz - degli album per la Verve e la A&M degli anni successivi, che avranno un grosso riscontro anche commerciale. Oltre all'album originario, The Complete Full House Recordings offre tutte le tracce alternative disponibili, e anche la traccia del brano Full House con l'assolo di Montgomery che nel Full House inserito nel disco fu invece sostituito dalla produzione con un altro assolo del chitarrista.
Mon, 08 Jan 2024 - 2237 - Jazz Christmas: Stan Kenton, Jimmy Smith, Chet Baker
Il nostro inventario in progress del jazz legato al Natale e al periodo delle feste riprende dall'album di Stan Kenton su cui abbiamo concluso nella puntata del 25 dicembre, continua con Christmas '64 (poi ripubblicato nel '66 col titolo Christmas Cookin') di Jimmy Smith, dagli anni cinquanta popolarissimo specialista dell'organo Hammond, e si conclude con Silent Nights, album inciso nel 1986 da Chet Baker. Come racconta il libro di Jeroen De Valk, tradotto nel 2022 da EDt col titolo Chet Baker vita e musica, la seduta da cui nacque l'album è fra l'altro un esempio della capacità del trombettista di "appropriarsi rapidamente di materiale nuovo": Baker infatti non aveva mai inciso prima, e non aveva mai suonato dal vivo, nessuno dei brani, Silent Night in testa, scelti per l'album dal sassofonista Christopher Mason.
Mon, 01 Jan 2024 - 2236 - Jazz Christmas: Sidney Bechet, Peggy Lee, Stan Kenton
Nelle puntate del periodo delle feste a cavallo fra 2019 e 2020 vi avevamo proposto i più classici album natalizi di ambito più o meno strettamente jazzistico, quelli di Sinatra, della Fitzgerald, di Nat King Cole, di Vince Guaraldi e la compilation postuma di Louis Armstrong; poi nelle puntate delle feste tra 2020 e 2021 avevamo continuato con l'album natalizio di June Christy e con due album natalizi di Tony Bennett (tutte puntate che potete ritrovare in podcast). Jazz Anthology cade quest'anno il 25 dicembre e il primo gennaio, e non potevamo dunque non continuare il nostro inventario del jazz legato al Natale e al periodo delle feste. In questa puntata cominciamo con i brani natalizi incisi da Sidney Bechet nel 1958 e continuiamo con l'album Christmas Carousel della cantante Peggy Lee, uscito nel '60 (lo stesso anno degli album natalizi della Fitzgerald e di Nat King Cole), per finire con A Merry Christmas! di Stan Kenton, pubblicato nel '61.
Mon, 25 Dec 2023 - 2235 - Suona con gentilezza. La mia storia: l'autobiografia di Sidney Bechet
Protagonista a New Orleans del jazz delle origini, Sidney Bechet è stato uno dei primi grandi solisti della vicenda del jazz, uno dei primi ambasciatori del jazz in Europa, il primo importante sassofonista della storia del jazz, il primo - e per molto tempo unico - specialista del sax soprano; ma Bechet è stato anche uno dei primi importanti protagonisti della storia del jazz a rendersi conto dell'importanza di lasciare una traccia di sé non solo con la musica, in un'epoca - gli anni cinquanta - in cui realizzare delle autobiografie per i musicisti di jazz non era ancora così scontato: Treat It Gentle, pubblicata nel 1960, l'anno successivo alla morte di Bechet, è rimasta un classico nel campo delle autobiografie di ambito jazzistico, e finalmente è stata messa a disposizione del lettore italiano grazie alla collana Chorus della Quodlibet. Leggendola, scopriamo fra l'altro che Bechet è stato un pioniere anche nel vedere la propria identità e la propria musica in rapporto con l'Africa, con grande anticipo sul momento in cui il jazz cominciò a tematizzare e rivendicare la propria relazione con il Continente Nero. Di Treat It Gentle conversiamo con Claudio Sessa, che ha scritto la prefazione all'edizione italiana.
Mon, 18 Dec 2023 - 2234 - Abbey Lincoln. Una voce ribelle tra jazz e lotta politica: un libro di Luigi Onori
Tra le più grandi protagoniste del canto jazzistico nella seconda metà del novecento e fin nel nuovo millennio, esempio di autonomia artistica, di non conformismo, di consapevolezza afroamericana, di autodeterminazione femminile, di impegno politico, Abbey Lincoln, mancata nel 2010, è decisamente meno ricordata di quanto meriterebbe. Lettura preziosa, il libro di Luigi Onori, Abbey Lincoln, una voce ribelle tra jazz e lotta politica (L'asino d'oro Edizioni, 260 pp. circa, 15 euro) è il primo che le è specificamente e interamente dedicato, ma oltre a questo merito in sé ha quelli di illuminare con importanti approfondimenti diversi aspetti della vicenda, della figura, della carriera della cantante: sul forte profilo politico-intellettuale della Lincoln, sul rilievo - quantitativo e contenutistico - del songbook originale da lei creato, sulla consistenza del suo rapporto con l'Africa. Ospite della puntata, oltre a parlarci di questo suo lavoro Onori sceglie e introduce per noi alcuni dei brani più significativi della produzione della Lincoln. Ad Abbey Lincoln Jazz Anthology ha dedicato una serie di dieci puntate andate in onda tra ottobre e dicembre 2020 (e disponibili in podcast).
Mon, 11 Dec 2023 - 2233 - Jazz Anthology di lunedì 04/12/2023
"Jazz Anthology", programma storico di Radio Popolare, esplora la lunga evoluzione del jazz, dalla tradizione di New Orleans al bebop fino alle espressioni moderne. Il programma, con serie monografiche, valorizza la pluralità e la continuità del jazz, offrendo una visione approfondita di questo genere musicale spesso trascurato dai media. La sigla del programma è "Straight Life" di Art Pepper, tratto da "Art Pepper Meets The Rhythm Section" (1957).
Mon, 04 Dec 2023 - 2232 - Jazz Anthology di lunedì 27/11/2023
"Jazz Anthology", programma storico di Radio Popolare, esplora la lunga evoluzione del jazz, dalla tradizione di New Orleans al bebop fino alle espressioni moderne. Il programma, con serie monografiche, valorizza la pluralità e la continuità del jazz, offrendo una visione approfondita di questo genere musicale spesso trascurato dai media. La sigla del programma è "Straight Life" di Art Pepper, tratto da "Art Pepper Meets The Rhythm Section" (1957).
Mon, 27 Nov 2023 - 2231 - Susan Alcorn: Pedernal; From Union Pool; Canto (Relative Pitch)
Fondata nel 2011 da Kevin Reilly e Mike Panico, la Relative Pitch è una etichetta di punta nel campo del jazz d'avanguardia, dell'improvvisazione, della musica sperimentale. E' una etichetta newyorkese, ma Reilly, che la porta avanti da solo dopo la morte nel 2018 di Panico, ha avuto occasione di dire: "mi piace l'idea che tu possa guardare il nostro catalogo e non capire di dove è l'etichetta"; ed è effettivamente così, perchè sugli album della Relative Pitch troviamo protagonisti dell'avanguardia americana quanto europea ma anche di altre provenienze. E'una etichetta molto aperta, che ha costruito il suo catalogo sulla base di una vasta conoscenza di prima mano della scena d'avanguardia, improvvisativa, sperimentale, maturata attraverso una assidua frequentazione dal vivo di questi ambiti musicali: in questo senso è una etichetta di riferimento per avere il polso della scena attuale e scoprirne nuovi protagonisti. Con la puntata di questa sera cominciamo ad esplorare il catalogo recente della Relative Pitch: iniziamo da tre album assai diversi fra loro della specialista di pedal steel guitar Susan Alcorn, che da situazioni di ricerca e di improvvisazione ci porteranno fino alla sempre commovente El Derecho de Vivir en Paz di Victor Jara.
Mon, 13 Nov 2023 - 2230 - Jazz Anthology di lunedì 06/11/2023
"Jazz Anthology", programma storico di Radio Popolare, esplora la lunga evoluzione del jazz, dalla tradizione di New Orleans al bebop fino alle espressioni moderne. Il programma, con serie monografiche, valorizza la pluralità e la continuità del jazz, offrendo una visione approfondita di questo genere musicale spesso trascurato dai media. La sigla del programma è "Straight Life" di Art Pepper, tratto da "Art Pepper Meets The Rhythm Section" (1957).
Mon, 06 Nov 2023 - 2229 - Jazz Anthology di lunedì 30/10/2023
"Jazz Anthology", programma storico di Radio Popolare, esplora la lunga evoluzione del jazz, dalla tradizione di New Orleans al bebop fino alle espressioni moderne. Il programma, con serie monografiche, valorizza la pluralità e la continuità del jazz, offrendo una visione approfondita di questo genere musicale spesso trascurato dai media. La sigla del programma è "Straight Life" di Art Pepper, tratto da "Art Pepper Meets The Rhythm Section" (1957).
Mon, 30 Oct 2023 - 2228 - Jazz Anthology di lunedì 23/10/2023
Come suggerisce il titolo della trasmissione, presente nel palinsesto di Radio Popolare fin dagli inizi, Jazz Anthology ripercorre la ormai lunga vicenda del jazz proponendone momenti e artisti salienti. Al di là della varietà delle sue forme, per Jazz Anthology questo genere è un fenomeno unitario di innovazione musicale in rapporto con una tradizione di matrice neroamericana. Jazz Anthology vuole quindi valorizzare sia la pluralità degli aspetti del jazz che la continuità della sua storia, dedicando la propria attenzione a tutte le epoche di questa musica, dal New Orleans al bebop, fino alle espressioni più audaci degli ultimi decenni. Il programma si articola soprattutto in serie di trasmissioni a carattere monografico, con l’intenzione – in un contesto mediatico che al jazz dà pochissimo spazio e in modo molto dispersivo – di dare così un contributo alla diffusione di una effettiva cultura del jazz. La sigla di Jazz Anthology è Straight Life (Art Pepper), da Art Pepper meets The Rhythm Section (1957, Contemporary/Original Jazz Classics)
Mon, 23 Oct 2023 - 2227 - Cadillac & Ogun at 50 (1): M. Westbrook, the Last Night at the Old Place
Prendendo spunto da una serata londinese che il 28 settembre al Café Oto ha celebrato i 50 anni dalla nascita della Cadillac e della Ogun, anche Jazz Anthology festeggia il mezzo secolo di queste due importanti etichette. Alcuni dei più importanti esperimenti che segnano la nascita di una improvvisazione peculiarmente europea avvengono in Gran Bretagna fra il 1963 e il 1965, e oltremanica nel corso del decennio la scena del nuovo jazz e della free music è effervescente: ma nei primi anni settanta questi ambiti continuano ad essere scarisssimamente sostenuti dalla stampa e dalla radio, e ignorati dalle case discografiche. Da qui l'idea di mettere in circolazione in maniera indipendente degli album, per dare visibilità alla musica, per darle la possibilità di - letteralmente - essere ascoltata. Nel '73 John Jack e il pianista Mike Westbrook, uno dei più talentuosi protagonisti della nuova musica inglese dell'epoca, fondano la Cadillac Records. Nel 2018 la Cadillac ha pubblicato The Last Night at the Old Place, registrazione dell'ultima - maggio '68 - delle nottate settimanali che Westbrook animò alla testa di compagini orchestrali nel mitico club che visse solo per un anno e mezzo: un documento eccezionale su quella favolosa stagione del nuovo jazz inglese che la Cadillac e la Ogun si diedero come missione di rappresentare.
Mon, 16 Oct 2023 - 2226 - Grandi inediti - Don Cherry, Jean Schwarz: Roundtrip
In questa puntata di Jazz Anthology torniamo al Don Cherry degli anni settanta e al Don Cherry a Parigi, con una registrazione inedita del '77, cioè di due anni prima della partecipazione di Cherry all'album del batterista giapponese Masahiko Togashi, alla cui ristampa abbiamo dedicato un Jazz Anthology in maggio. Fino ad un certo punto degli anni sessanta la discografia di Don Cherry è piuttosto jazzisticamente compatta: dopo la metà del decennio si apre a ventaglio e testimonia di una serie di esperienze molto ampia e variegata, fra le quali non manca il rapporto con le novità elettroniche, che come mostra Human Music, l'album del '70 di Don Cherry in duo con Jon Appleton al sintetizzatore. L'album ora pubblicato è ricavato da due concerti tenutisi a Parigi nell'ambito di un festival del Group de recherches musicales, di cui faceva parte Jean Schwarz, che si occupava di elettronica, di etnomusicologia e che fino ad un certo momento aveva anche fatto il batterista di jazz. Oltre a lui, al sintetizzatore e ai nastri, e a Don Cherry, pocket trumpet, doussongoni, voce, altri strumenti, ci sono tre fuoriclasse: il percussionista brasiliano Nana Vasconcelos, il contrabbassista Jean Francois Jenny Clark, e il sassofonista, clarinettista e bandoneonista Michel Portal. Roundtrip rappresenta un altro tassello molto significativo per comporre il vivacissimo mosaico degli interessi e della disponibilità a mettersi in gioco di Don Cherry negli anni sessanta e settanta, e costituisce un episodio molto affascinante che, fra elettronica, free music e folklore, ci restituisce il senso di un'epoca, di una voglia di sperimentare, che è stata tipica degli anni settanta: ed è un altro splendido esempio della impagabile capacità di Don Cherry di lasciare nelle situazioni più diverse l'impronta della propria poesia.
Mon, 02 Oct 2023 - 2225 - Rob Mazurek in solo in diretta a Jazz Anthology
Nel maggio scorso Rob Mazurek, figura tra le più significative del panorama jazzistico degli ultimi trent'anni, è stato ospite di Jazz Anthology nell'ambito di una puntata in cui Corrado Beldì ci ha presentato il festival di Novara Jazz di cui è direttore artistico; del festival, che si è poi svolto in giugno, Mazurek è stato protagonista con diversi progetti. In quella puntata di Jazz Anthology, dal nostro auditorium Demetrio Stratos, Mazurek ci aveva regalato un paio di interventi musicali: l'auditorium e la situazione gli sono piaciuti ed è nata così l'idea di una sua "residenza" a Radio Popolare, in collaborazione con Novara jazz, per registrare del nuovo materiale in solo, parte live e parte utilizzando il nostro auditorium come uno studio. La trasmissione di questa sera è la prima tappa dei tre giorni di residenza: 55 intensi minuti di solo in diretta, senza interruzioni, impiegando tromba, piccolo trumpet, pianoforte, flauto di canna, percussioni, oggetti, elettronica, voce.
Mon, 25 Sep 2023 - 2224 - Don Cherry, Steve Lacy: New York Total Music Company
Alla metà degli anni sessanta Don Cherry incide i primi album a suo nome, fra cui un capolavoro del free come Symphony for Improvisers. Poi la musica di Don Cherry, che si divide ormai fra Stati Uniti ed Europa, comincia ad esorbitare dal jazz convenzionalmente inteso, e a nutrirsi di una prospettiva multiculturale. Nel '68 - anno per lui molto intenso - Cherry lavora fra l'altro con una formazione, la New York Total Music Company, di cui è nominalmente l'intestatario, ma che in effetti è una impresa con un carattere più collettivo rispetto ai gruppi che Cherry ha guidato alla metà del decennio: e la musica ha una fisionomia meno jazzistica e più aperta e indeterminata. Costituita con partner di altissimo livello - Steve Lacy al sax soprano, Karl Berger al vibrafono e al pianoforte, Kent Carter al contrabbasso e Jacques Thollot alla batteria - e con Cherry alla cornetta e al flauto di bambù, l'effimera esperienza della Total Music Company è una tappa importante nell'evoluzione della musica di Cherry nella seconda metà degli anni sessanta. La New York Total Music Company non ha mai inciso e non ne esistono registrazioni ufficiali, ma qualche anno fa è emerso, pubblicato in Cd e Lp irregolari, un prezioso live del marzo '68, registrato a Francoforte per una trasmissione radiofonica dalla emittente tedesca Hessicher Rundfunk.
Mon, 18 Sep 2023 - 2223 - Ricordo di Charles Gayle, 1939 - 2023
Sax tenore ma anche valente polistrumentista, Charles Gayle, afroamericano, nato a Buffalo nel 1939, emerge nel jazz d'avanguardia solo negli ultimi anni ottanta. Nei sessanta insegna musica all'università e a New York partecipa alla scena del free jazz, ma senza cercare di farsi notare. Poi sceglie la vita dell'homeless, e suona per strada e nella metropolitana a New York e dintorni, rarissimamente in bar o club, facendo una musica senza compromessi, completamente libera: nel suo sax tenore è potentemente sedimentata la memoria di Sonny Rollins, Albert Ayler, John Coltrane, ma Gayle ha una sua fortissima personalità. Alla metà degli ottanta però la Knitting Factory gli offre un ingaggio settimanale, e nell'87 una etichetta svedese decide di fargli incidere un album: è il primo di una lunga serie di dischi sotto suo nome, e l'inizio di una carriera che Gayle non aveva mai avuto né cercato di avere. Profondamente religioso, Gayle riversa nelle sue energetiche improvvisazioni tutto il suo trasporto spirituale, ma anche il desiderio di suonare con la potenza e lo scatto con cui si tira di boxe, sua grande passione. Con Charles Gayle, morto a 84 anni il 5 settembre, se ne va quello che assieme a David S. Ware, mancato già da diversi anni, è stato il più importante sax tenore di quell'area free newyorkese che negli ultimi decenni ha ruotato interno a William Parker, e in assoluto uno dei più formidabili sax tenori di tutto il jazz - non solo dell'avanguardia - a cavallo tra secolo scorso e nuovo millennio. Lo ricordiamo col classico Touchin' On Trane (1991), in trio con William Parker al basso e Rashied Ali, il batterista dell'ultimo Coltrane; con Always A Pleasure (1993), in cui è nel gruppo di Cecil Taylor; con Requiem (2004) di William Parker; e con Live in Belgium (2015) in trio con gli italiani Manolo Cabras e Giovanni Barcella.
Mon, 11 Sep 2023 - 2222 - Sonny Rollins: Go West!
Giovedì 7 settembre Sonny Rollins compie 93 anni: si è da tempo ritirato dall'attività, ma continua a rilasciare interviste sempre molto lucide e interessanti. Come quella raccolta nel 2021 da Ashley Kahn che correda, assieme a note appunto di Kahn, il cofanetto Go West! (tre Lp o tre Cd o in digitale) da poco pubblicato dalla Craft. Nel marzo del '57 Sonny Rollins, 26 anni, arriva a Los Angeles con il gruppo di Max Roach: se non la prima è una delle prime volte che prende l'aereo per un ingaggio, ma è certamente la sua prima volta in California. Ne approfitta la Contemporary, l'etichetta del produttore Lester Koenig, che propone a Rollins, talento emergente, di incidere un album, che uscirà nell'estate del '57 col titolo di Way Out West: con Ray Brown e Shelly Manne ad accompagnarlo, è la prima registrazione di Rollins in trio sax/contrabbasso/batteria, la formula che sarà poi quella dell'epocale Freedom Suite incisa da Rollins un anno dopo. Nell'ottobre del '58, Rollins a Los Angeles registra con una formazione più ampia un altro album per la Contemporary, Sonny Rollins and the Contemporary Leaders: sarà la sua ultima incisione degli anni cinquanta, perché poi Rollins, che patisce la pressione che è il risvolto del suo successo, ma che constata anche le difficoltà subito insorte nella sua carriera per aver fatto un disco "politico" come la Freedom Suite, decide di prendersi un periodo sabbatico, nel corso del quale si esercita al sax sul Williamsburg Bridge. I due album sono adesso riproposti nel cofanetto della Craft assieme ad un terzo album, costituito da interessanti tracce alternative che erano già state pubblicate nell'86 ma che ormai da moltissimo erano fuori catalogo. Tre dischi da ascoltare - e da accompagnare con la lettura dell'intervista con i ricordi di Rollins sulle due incisioni - per festeggiare degnamente il compleanno del grandissimo Sonny.
Mon, 04 Sep 2023 - 2221 - Grandi inediti - John Coltrane with Eric Dolphy: Evenings at the Village Gate
Ha fatto giustificata sensazione questa estate l'uscita di Evenings at the Village Gate, grande inedito live di John Coltrane risalente al 1961, pubblicato dalla Impulse! Nel 2021 la Impulse! aveva pubblicato (vedi la nostra puntata del 29 novembre 2021) A Love Supreme Live in Seattle, un inedito assolutamente prezioso dal punto di vista del suo rilievo storico ed estetico, ma che purtroppo lascia alquanto a desiderare quanto a qualità della registrazione: nel caso invece di Evenings at the Village Gate il livello della musica è stratosferico, ma anche della qualità della registrazione non ci si può proprio lamentare. Al sax tenore e al sax soprano, nell'agosto del '61 Coltrane si esibisce al Village Gate con Eric Dolphy, flauto, clarinetto basso e sax alto, McCoy Tyner al piano, Reggie Workman al contrabbasso e in una delle due serate fotografate dalle registrazioni da cui è stato ricavato l'album anche un secondo contrabbassista, Art Davis, e Elvin Jones alla batteria. Il momento che l'album documenta rappresenta un tassello molto importante per la ricostruzione della progressione della ricerca di Coltrane prima delle registrazioni dell'autunno del '61, realizzate al Village Vanguard e ai concerti europei. Al Village Gate Coltrane era fresco dell'exploit di My Favorite Things, che, pubblicato anche come singolo in 45 giri, aveva avuto molto successo: ma Coltrane è ormai entrato in una fase in cui la sua musica dal vivo è già molto più avanzata, audace, dei suoi album appena usciti. Basti pensare alla differenza tra il carattere rassicurante del My Favorite Things che era così piaciuto e quello, con un'improvvisazione di Coltrane molto più "delirante", che sentiamo proporre dal sassofonista al Village Gate: è solo uno dei motivi di grande fascino di questo album.
Mon, 28 Aug 2023 - 2220 - Jazz Anthology di lunedì 21/08/2023
"Jazz Anthology", programma storico di Radio Popolare, esplora la lunga evoluzione del jazz, dalla tradizione di New Orleans al bebop fino alle espressioni moderne. Il programma, con serie monografiche, valorizza la pluralità e la continuità del jazz, offrendo una visione approfondita di questo genere musicale spesso trascurato dai media. La sigla del programma è "Straight Life" di Art Pepper, tratto da "Art Pepper Meets The Rhythm Section" (1957).
Mon, 21 Aug 2023 - 2219 - Jazz Anthology di lunedì 14/08/2023
"Jazz Anthology", programma storico di Radio Popolare, esplora la lunga evoluzione del jazz, dalla tradizione di New Orleans al bebop fino alle espressioni moderne. Il programma, con serie monografiche, valorizza la pluralità e la continuità del jazz, offrendo una visione approfondita di questo genere musicale spesso trascurato dai media. La sigla del programma è "Straight Life" di Art Pepper, tratto da "Art Pepper Meets The Rhythm Section" (1957).
Mon, 14 Aug 2023 - 2218 - Jazz Anthology di lunedì 31/07/2023
"Jazz Anthology", programma storico di Radio Popolare, esplora la lunga evoluzione del jazz, dalla tradizione di New Orleans al bebop fino alle espressioni moderne. Il programma, con serie monografiche, valorizza la pluralità e la continuità del jazz, offrendo una visione approfondita di questo genere musicale spesso trascurato dai media. La sigla del programma è "Straight Life" di Art Pepper, tratto da "Art Pepper Meets The Rhythm Section" (1957).
Mon, 31 Jul 2023 - 2217 - Peter Brotzmann 1941-2023 (3)
Nell'autunno del '68 viene organizzato a Berlino il Total Music Meeting, come anti-festival in contrapposizione all'ufficialità del festival del jazz di Berlino: da questa iniziativa trae origine l'etichetta discografica Fmp, che diventerà un riferimento per l'improvvisazione europea e documentarà largamente decenni di attività di Brotzmann. In due sedute dell'aprile del '69, Brotzmann registra l'album Nipples, metà in quartetto con Fred Van Hove al piano, Buschi Niebergall al contrabbasso e Han Bennink alla batteria (ne abbiamo ascoltato qualche minuto in chiusura della puntata scorsa), e metà con loro tre e con Evan Parker al sax tenore e Derek Bailey alla chitarra; altra testimonianza, dopo Machine Gun, della maturazione della collaborazione transnazionale all'interno della musica improvvisata europea: Brotzmann e Niebergall tedeschi, Parker e Bailey inglesi, Van Hove belga e Bennink olandese. Il trio che Brotzmann costituisce con Van Hove e Bennink è una delle combinazioni fondamentali nel percorso del sassofonista. Nel '70 il trio ha occasione di prodursi con l'aggiunta di Albert Mangelsdorff al trombone: nato nel '28 e dunque di una dozzina d'anni più anziano di Brotzmann, Mangelsdorff, uno dei più importanti jazzisti europei della sua generazione, dal jazz moderno si era spostato verso il free jazz e l'improvvisazione radicale. I tre Lp (poi diventati due Cd) pubblicati dalla Fmp che documentano due concerti del quartetto a Berlino nel '71 sono un classico dell'improvvisazione europea. In questa puntata torniamo anche, con qualche dettaglio in più, sugli anni e il contesto in cui Brotzmann cresce, sulla sua folgorazione per Sidney Bechet che lo porta al jazz - partendo dal jazz tradizionale - e sulla sua formazione artistica e i suoi contatti con protagonisti del movimento Fluxus.
Mon, 24 Jul 2023 - 2216 - Peter Brotzmann 1941-2023 (2)
Machine gun era il soprannome dato a Peter Brotzmann da Don Cherry, con riferimento alla potenza di fuoco del sassofonista: e Machine Gun diventò il titolo dell'album inciso in ottetto da Brotzmann nel fatidico maggio del '68, titolo assolutamente calzante rispetto al free di fortissimo impatto del disco, con una carica sonora in cui si sente tutta l'urgenza delle pulsioni liberatorie dell'epoca e che a distanza di più di mezzo secolo da quando fu registrato mantiene intatta la propria forza catartica. Per la confraternita internazionale dell'improvvisazione radicale, Machine Gun è assurto a disco di culto, e a ben vedere è stato un antesignano del punk e degli indirizzi no wave e noise che avrebbero avuto una larga diffusione tra seconda metà degli anni settanta e anni ottanta. "C'era la sensazione molto ingenua - ha avuto occasione di ricordare Brotzman - che noi potevamo avere una piccola parte nel cambiare il mondo": e a suo modo Machine Gun effettivamente ha contribuito a cambiarlo.
Mon, 17 Jul 2023 - 2215 - Peter Brotzmann 1941-2023 (1)
Il 22 giugno è mancato il sassofonista Peter Brotzmann, figura emblematica dell'improvvisazione radicale europea, di cui è stato negli anni sessanta uno dei principali capiscuola. Per questo suo ruolo, per la sua arte, per l'urgenza della sua espressione, per la sua coerenza nel corso dei decenni Brotzmann è stato un simbolo, e si è conquistato grande considerazione e anche grande affetto. In alcune puntate di Jazz Anthology gli rendiamo omaggio con una selezione di sue incisioni: cominciamo con For Adolphe Sax, il suo debutto discografico del '67, con Peter Kowald al contrabbasso e Sven-Ake Johansson alla batteria, un trio classico dell'improvvisazione europea delle origini; e con la sua partecipazione, nella stessa fase, ai primi passi della Globe Unity, cruciale esperienza orchestrale della free music del vecchio continente.
Mon, 10 Jul 2023 - 2214 - Nexus live a All You Need Is Pop (2)
Seconda parte della registrazione del concerto tenuto domenica 11 giugno 2023 da Nexus alla festa di Radio Popolare. Completiamo la puntata con l'avvio di The Dreamtime, eccellente album da poco uscito di Daniele Cavallanti and The Songilnes Band (etichetta Felmay), in cui oltre a Cavallanti e Tononi ritroviamo anche altri musicisti che abbiamo ascoltato nel concerto di Nexus: Cavallanti sax tenore, Roberto Ottaviano sax soprano, Alessandro Castelli e Tony Cattano tromboni, Roberto Frassini Moneta e Andrea Grossi contrabbassi, Tononi batteria.
Mon, 03 Jul 2023 - 2213 - Nexus live a All You Need Is Pop
Per chi non c'era e per chi c'era e riascolterà volentieri, Jazz Anthology in due puntate vi propone la registrazione del concerto tenuto domenica 11 giugno 2023 da Nexus al Teatro La Cucina all'ex Paolo Pini, nell'ambito di All You Need Is Pop, la festa di Radio Popolare: al contrabbasso Roberto Frassini Moneta, al vibrafono Luca Gusella, al trombone Tony Cattano, i due "soci fondatori" di Nexus, Tiziano Tononi alla batteria e e Daniele Cavallanti al sax tenore, e, ospite speciale, al sax soprano Roberto Ottaviano.
Mon, 26 Jun 2023 - 2212 - Sylvie Courvoisier - Cory Smythe: The Rite of Spring -Spectre d'un songe; The Vampires: Nightjar
Pianista svizzera che da un quarto di secolo vive a New York ed è affermata nell'ambito del jazz di ricerca, Sylvie Courvoisier qualche anno fa si è appassionata dalla Sagra della primavera di Stravinski e ne ha elaborato un arrangiamento per solo pianoforte nello spirito di una interpretazione jazzistica, con tutte le liberta del caso: per poi scoprire che la famiglia Stravinski, che detiene il controllo sull'opera del compositore, non consente interpretazioni pianistiche della Sagra che non siano la versione scritta da Stravinski stesso per due pianoforti o per pianoforte a quattro mani. Allora Sylvie Courvoisier ha cercato un pianista adatto a seguire due strade parallele: eseguire la versione pianistica della Sagra per due pianoforti, e, sempre per due pianoforti, interpretare una composizione originale creata da Courvoisier "in dialogo" con Stravinski. Il pianista lo ha trovato in Cory Smythe, ferratissimo dal punto di vista classico, ma anche attivo nel campo dell'improvvisazione con figure della statura di Anthony Braxton. Il risultato, che merita ripetuti ascolti, lo propone l'etichetta Pyroclastic. Non ci capita spesso di ascoltare del jazz proveniente dall'Australia: lo facciamo questa sera ascoltando Nightjar, pubblicato dall'etichetta Earshift Records e intestato a The Vampires, con ospite il pianista Chris Abrahams. I Vampires sono un gruppo nato a Sidney nel 2005; Abrahams è noto come pianista e organista/tastierista del trio australiano di culto Necks, formatosi a Sidney nel 1986.
Mon, 19 Jun 2023 - 2211 - Ground Music Festival: Gabriele Mitelli e Annalisa Luise ospiti di Jazz Anthology
Protagonista fra i più brillanti e dinamici del nostro panorama jazzistico, Gabriele Mitelli è questa sera - assieme ad Annalisa Luise - ospite di Jazz Anthology, ma in veste di direttore artistico: di Ground Music Festival, che si terrà in provincia di Brescia dal 16 al 18 giugno e dal 21 al 23 luglio. In programma diverse forme di espressioni artistiche d'avanguardia: da segnalare, in particolare, il 23 luglio, un prezioso solo di Marc Ribot, uno dei più grandi chitarristi della musica di oggi.
Mon, 12 Jun 2023 - 2210 - The birth of bop: The Savoy 10-Inch Lp Collection
Le prime registrazioni che documentano il bebop - il nuovo, audace linguaggio che irrompe sulla scena del jazz negli anni quaranta - sono effettuate dal vivo fra il '41 e il '43 nei locali di New York in cui i giovani boppers si ritrovano e maturano la fisionomia della loro nuova musica. Le prime registrazioni formali, di studio, di questa tendenza sono invece effettuate nel '44, e - per una serie di motivi - non sono realizzate dalle case discografiche più grandi, ma da etichette più piccole, agili e coraggiose. Diverse delle primissime registrazioni di studio ascrivibili al bebop effettuate nel '44 sono realizzate da un'etichetta nata nel '42, la Savoy, che poi nel corso degli anni quaranta continua a condurre importanti registrazioni di musicisti di ambito bebop. Nei primi anni cinquanta la Savoy pubblica una scelta delle registrazioni bebop effettuate negli anni quaranta in cinque album 10 pollici, con l'intestazione The birth of bop. Adesso la Craft Recordings (Universal) ha ripubblicato la serie dei cinque volumi di The birth of bop della Savoy in altrettanti 10 pollici che riprendono la grafica originaria e mantengono l'identica successione dei brani degli album degli anni cinquanta. The birth of bop, disponibile anche come doppio cd, è una miniera di brani meravigliosi, che ci comunicano l'ebbrezza di una musica straordinariamente innovativa colta nel momento del suo farsi: tra i musicisti che compaiono Charlie Parker, Tiny Grimes, Budd Johnson, un ventiduenne Dexter Gordon, un diciannovenne Stan Getz (sia Gordon che Getz alla loro prima seduta di incisione a proprio nome), Don Byas, Kai Winding, J.J. Johnson, Bud Powell, Max Roach, Fats Navarro, Al Haig, Eddie Lockjaw Davis, Leo Parker, Serge Chaloff, Allen Eager...
Mon, 05 Jun 2023 - 2209 - Nexus alla festa di Radio Popolare: Daniele Cavallanti e Tiziano Tononi ospiti di Jazz Anthology
Incontratisi alla fine degli anni settanta, nel 1980-81 due musicisti milanesi, il sassofonista Daniele Cavallanti e il batterista Tiziano Tononi, danno vita ad un progetto comune, che, legati ad una stagione anche sociale e politica in cui quella collettiva è stata una dimensione tanto importante, scelgono di chiamare Nexus. A oltre quarant'anni di distanza Nexus non solo continua ad essere un esempio anomalo nel jazz italiano di proposta non intestata ad un singolo musicista, ma rappresenta un caso più unico che raro - nel panorama del jazz della penisola ma forse anche europeo - di sodalizio tanto longevo: in questi decenni Nexus si è distinto per la cifra originale, la grande qualità espressiva e l'estrema coerenza con cui ha declinato e elaborato l'iniziale ispirazione proveniente dalle esperienze dell'avanguardia d'oltre oceano degli anni sessanta. Il Top Jazz 2021 del mensile Musica Jazz ha assegnato a Nexus il suo premio alla carriera. Ospiti di Jazz Anthology, Cavallanti e Tononi ripercorrono la vicenda di Nexus e presentano l'esibizione con cui domenica 11 giugno (h. 22, Teatro La Cucina) concluderanno All You Need Is Pop, la festa di Radio Popolare all'ex Paolo Pini. Guest per l'occasione di Nexus, il sassofonista Roberto Ottaviano, proclamato musicista italiano dell'anno dal Top Jazz 2022 di Musica Jazz.
Mon, 29 May 2023 - 2208 - Alexander Hawkins - Angelika Niescier: Soul in Plain Sight; A. Hawkins Mirror Canon: Break a Vase; A. Hawkins Trio: Carnival Celestial (Intakt)
La Intakt ha appena pubblicato Carnival Celestial, album in trio piano (ma anche sintetizzatore e campionamenti), basso e batteria del pianista inglese Alexander Hawkins, uno dei più brillanti, versatili e richiesti fra i musicisti europei di area jazzistica affermatisi nel nuovo millennio. Tra il 2019 e il 2021 avevamo presentato i primi quattro album di Hawkins usciti con l'etichetta svizzera - le puntate le potete trovare in podcast. Nel frattempo la Intakt oltre a Carnival Celestial ha pubblicato altri due cd di Hawkins, non meno meritevoli di attenzione, e in questa puntata ci rimettiamo in pari: il duo con la sassofonista tedesca Angelika Niescier, uscito nel '21, e l'album dell'Alexander Hawkins Mirror Canon, con diversi organici (e la presenza fra gli altri del sassofonista britannico Shabaka Hutchings, diventato ormai un personaggio di culto con gruppi come Sons of Kemet e The Comet is Coming).
Mon, 15 May 2023 - 2207 - Novara Jazz 2023: ospiti Rob Mazurek e Corrado Beldì
Con un denso programma che si articolerà nell'arco delle giornate di due fine settimana lunghi, 1-4 e 8-11 giugno, quest'anno Novara Jazz arriva al ragguardevole traguardo della ventesima edizione: per l'occasione sono nostri ospiti Corrado Beldì, direttore artistico, che ci illustra il cartellone di Novara Jazz 2023, e - per la prima volta a Jazz Anthology - Rob Mazurek, dagli anni novanta - quando è emerso sulla scena del jazz con l'esperienza di Chicago Underground - una delle figure più rappresentative e dinamiche del jazz contemporaneo. Mazurek ci parla dei tre diversi progetti - New Future City Radio, con Damon Locks, Exploding Star Orchestra e Chicago/Sao Paulo Underground - con cui sarà il mattatore di questa edizione: e, in diretta dal palco dell'Auditorium Demetrio Stratos di Radio Popolare, ci regala due brani in solo, in uno dei quali combina magistralmente pianoforte, piccolo trumpet, voce e percussioni.
Mon, 08 May 2023 - 2206 - Don Cherry: la ristampa di Song of Soil di Masahiko Togashi
Originariamente pubblicato solo in Giappone, grazie ad una meritoria ristampa dell'etichetta francese Wewantsounds è tornato da poco disponibile, in vinile e cd, l'album Song of Soil, intestato al batterista giapponese Masahiko Togashi e registrato a Parigi nel '79 in trio con Don Cherry e Charlie Haden. All'epoca Cherry e Haden erano nella capitale francese e suonavano alla Chapelle des Lombards; negli anni sessanta enfant prodige della batteria e fra i pionieri del free jazz nipponico, poi vittima di un incidente che lo lasciò paralizzato dalla vita in giù ma che non fermò la sua carriera, Togashi riuscì ad avere l'ok per l'incisione da Martin Meissonier, all'epoca agente/tuttofare di Don Cherry, e arrivò appositamente a Parigi dal Giappone. Oltre che per la qualità della musica, questa ristampa di Song of Soil si distingue anche per il libretto di accompagnamento, che oltre ad un profilo di Togashi, comprende un testo con passaggi di intervista a Meissonier. Già animatore di programmi radiofonici e giornalista a Libération, Meissonier, che sarebbe poi stato una figura chiave della fase di lancio della musica africana e della world music negli anni ottanta, lavorò per Don Cherry dalla seconda metà degli anni settanta all'81, e offre un ritratto di prima mano, molto interessante e delizioso, del Don Cherry che in quegli anni era un assiduo frequentatore della capitale francese: ""Già ai tempi di France Musique avevo preso il gusto per una mentalità aperta: ma con Don ero passato alla pratica".
Mon, 01 May 2023 - 2205 - 25 aprile: l'antifascismo di Charlie Haden
Nell'aprile del 1969 Charlie Haden riunisce a New York una straordinaria compagine, con cui registra l'Lp Liberation Music Orchestra. Nel passaggio fra anni sessanta e settanta l'album fra epoca: è uno dei dischi che rappresentano il canto del cigno del free jazz, e, carico delle urgenze degli anni sessanta, è allora - e rimane a tutt'oggi - uno dei più riusciti esempi di impegno politico nel jazz. Fra i brani Song of the United Front, scritta nel '34 da Eisler/Bracht per sostenere il fronte unito fra socialdemocratici e comunisti nella lotta contro il nazismo. Nell'album Song of the United Front precede una ampia medley in cui con straordinario pathos l'orchestra interpreta tre canzoni repubblicane della guerra di Spagna. Nel disco Haden ha anche l'ardire di inserire una sua composizione - Song for Che - dedicata ad Ernesto Che Guevara, che era stato ucciso solo due anni prima. Haden pagherà cara la sua audacia politica: benché l'album venga considerato un capolavoro, per anni Haden non riuscirà ad incidere album a suo nome, e dovrà aspettare l'82 per incidere un'altro album orchestrale nello spirito di Liberation Music Orchestra, The Ballad of the Fallen, nel quale torna fra l'altro sulla guerra civile spagnola e dedica un brano a Dolores Ibarruri, la Pasionaria di "No pasaran". Nel '71, durante un concerto del quartetto di Ornette Coleman a Cascais, in Portogallo, Haden dedica il suo Song for Che "ai movimenti di liberazione dei popoli neri del Mozambico, dell'Angola e della Guinea", che stanno conducendo la lotta armata contro il colonialismo portoghese: in Portogallo c'è la dittatura fascista di Marcelo Caetano e Haden viene arrestato dalla polizia politica. Il 25 aprile 1974 Caetano è rovesciato da un sollevamento di militari democratici. In The Ballad of The Fallen Haden interpreta Grandola Villa Morena, la canzone che poco dopo la mezzanotte del 24 aprile aveva dato il segnale di inizio dell'operazione insurrezionale, mentre nel '76 intitola For a Free Portugal un suo duo con Paul Motian, in cui campiona il sonoro di un'azione militare del Movimento di Liberazione dell'Angola.
Mon, 24 Apr 2023 - 2204 - more miles to go: Walter Prati e Daniele Cavallanti ospiti di Jazz Anthology
Allegato al numero di aprile del mensile Musica Jazz, esce in cd "more miles to go", un lavoro concepito e realizzato da Walter Prati, con la sua Experimental Music Company. Il riferimento a Miles Davis è duplice: nella scelta delle composizioni rivisitate (Nardis, In A Silent Way, Solar...), ma anche nel procedimento di post-produzione con cui i brani sono stati elaborati, che richiama il lavoro d'avanguardia del produttore Teo Macero su album di Miles Davis come Bitches Brew e On The Corner. Ospiti in studio a parlarci di "more miles to go" (che sarà presentato dal vivo a Milano il 28 aprile alla Fabbrica del vapore) Walter Prati e Daniele Cavallanti, uno dei musicisti coinvolti in questo progetto.
Mon, 17 Apr 2023 - 2203 - Wadada Leo Smith: Fire Illuminations (Kabell)
Mentre un po' per volta continua il nostro work in progress di ricostruzione cronologica della carriera di Wadada Leo Smith, dedichiamo una puntata extra al suo album più recente, Fire Illuminations: Wadada lo ha ha appena pubblicato - solo in digitale - con la Kabell, l'etichetta personale con cui mezzo secolo fa il trombettista fece uscire i primi album a suo nome. Il 5 e 6 maggio Waddada Leo Smith sarà al festival Angelica, a Bologna, per le sue prime due (e per il momento uniche) date europee dopo il covid: a ottantun anni, Wadada è in piena attività e ad alto livello, come testimonia già il tenore della formazione impegnata in questo album, denominata Orange Wave Electric: Nels Cline, Brandon Ross e Lamar Smith alle chitarre elettriche, Bill Laswell e Melvin Gibbs ai bassi elettrici, Pheeroan AkLaff alla batteria, Mauro Refosco alle percussioni, Hardedge all'elettronica. Album autorevole e lucido, Fire Illuminations sta dalle parti del Wadada Leo Smith le cui radici artistiche affondano nel blues del Delta e poi affascinato dal Miles Davis elettrico: è il prodotto di una serie di sedute di incisione condotte con diverse configurazioni della formazione, e di un intenso lavoro di post-produzione, il tutto nell'arco di quattro anni. Fire Illuminations è la prima di diverse uscite di Leo Smith previste per il 2023. Uno dei brani dell'album è dedicato al grande Tony Williams, due portano nel titolo Muhammad Ali: "Muhammad Ali's Spiritual Horizon" e "Muhammad Ali and George Foreman's Rumble in Zaire Africa".
Mon, 10 Apr 2023 - 2202 - 50 anni dopo: il Gaetano Liguori Idea Trio in diretta a Jazz Anthology
A Milano nei primi anni settanta fu attivo per un breve periodo un locale che è rimasto ben presente nella memoria degli appassionati dell'epoca: il Jazz Power di piazza del Duomo, sopra il bar Motta, dove, con la direzione artistica di Franco Fayenz, si esibirono gruppi come quelli di Gato Barbieri, Jean-Luc Ponty, Keith Jarrett, solo per fare qualche nome per quanto riguarda il jazz internazionale, e molti dei più importanti jazzisti italiani. Il 3 aprile 1973, era un sabato, nella programmazione pomeridiana il Jazz Power tenne a battesimo un gruppo destinato, con la sua impronta free e la sua fisionomia innovativa (in particolare il basso elettrico invece del contrabbasso), a fare epoca sulla scena del jazz italiano degli anni settanta: il trio del pianista Gaetano Liguori con Roberto Del Piano al basso e Filippo Monico alla batteria. Siamo al 3 aprile 2023, sono passati esattamente cinquant'anni, e Gaetano Liguori, Roberto Del Piano e Filippo Monico sono sul palco dell'Auditorium Demetrio Stratos di Radio Popolare per un concerto in diretta per Jazz Anthology: con qualche racconto sui primi passi di questo storico trio, e intatta la passione di tanti anni fa nel suonare assieme.
Mon, 03 Apr 2023 - 2201 - Jazz Anthology di lunedì 27/03/2023
"Jazz Anthology", programma storico di Radio Popolare, esplora la lunga evoluzione del jazz, dalla tradizione di New Orleans al bebop fino alle espressioni moderne. Il programma, con serie monografiche, valorizza la pluralità e la continuità del jazz, offrendo una visione approfondita di questo genere musicale spesso trascurato dai media. La sigla del programma è "Straight Life" di Art Pepper, tratto da "Art Pepper Meets The Rhythm Section" (1957).
Mon, 27 Mar 2023 - 2200 - Jazz Anthology di lunedì 20/03/2023
"Jazz Anthology", programma storico di Radio Popolare, esplora la lunga evoluzione del jazz, dalla tradizione di New Orleans al bebop fino alle espressioni moderne. Il programma, con serie monografiche, valorizza la pluralità e la continuità del jazz, offrendo una visione approfondita di questo genere musicale spesso trascurato dai media. La sigla del programma è "Straight Life" di Art Pepper, tratto da "Art Pepper Meets The Rhythm Section" (1957).
Mon, 20 Mar 2023 - 2199 - Eddie "Lockjaw" Davis with Shirley Scott: Cookin' with Jaws and the Queen
In un cofanetto di quattro Cd l'etichetta Craft Recordings ripropone debitamente rimasterizzati dai nastri originali quattro album per la Prestige registrati in tre sedute nel corso del '58 dal sax tenore Eddie "Lockjaw" Davis e dalla organista Shirley Scott: gli album furono pubblicati col titolo di Cookbook, volumi 1, 2 e 3, e di Smokin'. Avviato alla metà degli anni cinquanta, il sodalizio di Eddie Davis e Shirley Scott è stato magistrale nell'ambito di un hard bop legato al blues e al rhythm'n'blues, nel filone soul jazz: un sodalizio che ha anche molto contribuito a popolarizzare la formula sax tenore/organo. Vigoroso, esuberante, sensuale, e di grande effervescenza in travolgenti improvvisazioni su tempo veloce, Eddie Davis è stato uno dei migliori sax tenori della sua epoca, e ha trovato in Shirley Scott, nata come pianista, organista sensibile, con grandi doti come accompagnatrice, una partner ideale. Tra i grandi motivi di fascino di queste incisioni, la abbondante presenza di Jerome Richardson al flauto, un musicista che è stato molto importante per la valorizzazione di questo strumento nel jazz.
Mon, 13 Mar 2023 - 2198 - Turiya: Hamid Drake ospite di Jazz Anthology
Presentata lo scorso anno in diversi importanti festival europei (Parigi, Berlino, Guimaraes, Lubiana, Skopje...), Turiya, la celebrazione di Alice Coltrane concepita da Hamid Drake, sabato 25 marzo arriva finalmente anche in Italia, grazie a Bergamo Jazz: per l'occasione Hamid Drake, uno dei più grandi batteristi del jazz contemporaneo e una lunga carriera di assoluto rilievo, è ospite di Jazz Anthology, assieme a Ludmilla Faccenda che ci aiuta nella conversazione, nel nostro auditorium Demetrio Stratos. Hamid Drake ci racconta che cosa hanno rappresentato e continuano a rappresentare per lui - che giovanissimo ebbe occasione di incontrarla - la musica e la spiritualità di Alice Coltrane, come ha creato Turiya - in cui si fondono musica, danza, canto, spoken word - e come ha scelto i performer che ha coinvolto; nell'ultima parte della trasmissione, Hamid Drake ci offre poi in diretta uno splendido esempio di canto legato ad una dimensione spirituale, accompagnandosi con un tamburo a cornice, strumento di cui è un virtuoso.
Mon, 06 Mar 2023 - 2197 - Wadada Leo Smith (14)
Nel gennaio dell'81, prima di tornare in Europa per lavorare nuovamente in trio (come abbiamo visto nella puntata precedente) con Peter Kowald e Gunter Sommer, Leo Smith partecipa ad una registrazione in Connecticut con una compagine orchestrale; si tratta di un terzo importante capitolo delle sue esperienze orchestrali di questa fase, dopo la partecipazione alla Creative Orchestra diretta da Braxton nel '78 e la direzione da parte dello stesso Smith di un'altra Creative Orchestra nel '79: l'album esce intestato a Creative Improvisors Orchestra, col titolo The Sky Cries The Blues. Nell'81 la pubblicazione da parte dell'editore Nistri Lischi di Pisa, col titolo Note sulla natura della musica, dei testi di Leo Smith pubblicati negli Stati uniti nel '73 col titolo Creative Music, più altri testi scritti fino al '79, consolida in Italia lo status di Leo Smith come figura emblematica dell'improvvisazione e della musica appunto "creativa". Intanto in questo periodo Smith è protagonista di una espansione della sua estetica che non coincide con la sua immagine di improvvisatore puro e duro: in alcuni suoi album Smith si richiama al blues quando non addirittura al reggae - Smith guarda non superficialmente alla cultura rastafariana ed è molto legato alla figura di Bob Marley - ed è in questo senso in sintonia con il concetto di Great Black Music caro all'Art Ensemble of Chicago. Degli assaggi di questa espansione in direzione blues si trovano in Procession of the Great Ancestry, registrato nell'83 ma pubblicato diversi anni dopo, nell'89.
Mon, 27 Feb 2023 - 2196 - Omaggio a Burt Bacharach (2): Great Jewish Music - Burt Bacharach
Nel '92 John Zorn e Marc Ribot firmarono un manifesto sulla "nuova cultura radicale ebraica": trent'anni fa la presa di posizione di Zorn e Ribot rappresentò uno spartiacque rispetto alla percezione della presenza ebraica nella musica americana innovativa del Novecento, molto più diffusa di quello che si era abituati a pensare: dalla maggior parte dei grandi autori del Great American Songbook e fino a Bacharach, da moltissimi dei più importanti jazzmen bianchi ad alcune decisive figure del rock, come Bob Dylan, Lou Reed, Iggy Pop, da un minimalista come Steve Reich a molti degli americani di Musica Elettronica Viva, e poi moltissimi dei protagonisti dell'avantgarde bianca newyorkese emersa fra anni settanta e ottanta di cui Zorn è stato il catalizzatore. Nel '95 Zorn con la sua etichetta Tzadik vara la collana Great Jewish Music, nella quale nel '97 pubblica un doppio Cd dedicato alla musica di Bacharach: prodotto da Zorn, con venti brani realizzati da un ampio assortimento di formazioni e artisti, da Wayne Horvitz a Dave Douglas, da Marc Ribot a Joey Baron, da Zeena Parkins a Ikue Mori, da Medeski Martin and Wood a Bill Frisell, il volume della Tzadik è un originale omaggio a Bacharach e un brillante spaccato della scena avantgarde newyorkese di fine Novecento.
Mon, 20 Feb 2023 - 2195 - Omaggio a Burt Bacharach (1): Stan Getz, What The World Needs Now
L'8 febbraio è mancato a 94 anni Burt Bacharach, uno dei più grandi autori di canzoni della seconda metà del secolo scorso. Nato nel '28, Bacharach, che studiava pianoforte classico fin dall'infanzia, da ragazzo aveva maturato un forte interesse per il jazz, e negli anni quaranta a New York con degli espedienti (non era ancora maggiorenne) riusciva ad infilarsi nei locali della 52esima Strada, il laboratorio del nuovo rivoluzionario linguaggio del jazz, il bebop; poi nei suoi studi musicali aveva approfondito l'armonia utilizzata nel jazz, e anche a questo rapporto con il jazz va ricondotta l'originalità e la complessità (dietro l'apparenza "easy") dei suoi successi. In questa puntata gli rendiamo omaggio ricordando il caso più ampio e organico di attenzione a Bacharach in ambito jazzistico nel periodo in cui Bacharach fa epoca: l'album di Stan Getz, registrato fra il '66 e il '68, What The World Needs Now. Nell'ultima parte della trasmissione proponiamo poi un assaggio della fortuna jazzistica di Bacharach negli anni sessanta, con suoi brani interpretati da Sinatra/Basie, Ella Fitzgerald, Bill Evans, Sarah Vaughan.
Mon, 13 Feb 2023 - 2194 - Toshinori Kondo (2)
Dedicato ad Albert Ayler, registrato dal vivo a Berlino nel '93, pubblicato dalla Fmp, etichetta di riferimento dell'improvvisazione europea, Die Like a Dog è un album classico degli anni novanta, con un quartetto che riunisce all'insegna dell'improvvisazione tre continenti: il sassofonista Peter Brotzmann, caposcuola dell'improvvisazione europea, Kondo, giapponese, e gli americani William Parker al contrabbasso e Hamid Drake alla batteria. In queste due puntate troviamo Kondo con la sua tromba in quattro situazioni molto diverse: nell'improvvisazione radicale newyorkese della seconda metà degli anni settanta, nella sua musica elettrica degli anni ottanta-novanta, in Die Like a Dog in cui l'improvvisazione appare più vicina a quella del free jazz storico, e per finire in una situazione ulteriormente diversa, il live Eternal Triangle in trio con Massimo Pupillo, basso ed elettronica, e Tony Buck, batteria. Quattro situazioni che valgono come testimonianze della versatilità di Kondo, del suo talento che è consistito anche nell'essere pertinente, centrato, rispetto a contesti molto differenti. Recentemente pubblicato da I dischi di Angelica, Eternal Triangle è stato registrato nel maggio 2019 a Bologna nell'ambito del festival di Angelica. Kondo è mancato un anno e mezzo dopo, nell'ottobre 2020. Scrive Massimo Pupillo in una nota di copertina: "Non sapevamo certo che quel live sarebbe stato l'ultimo di Toshinori Kondo fuori dal Giappone e il suo ultimo concerto con una band".
Mon, 06 Feb 2023 - 2193 - Toshinori Kondo (1)
Prendiamo spunto dalla recente uscita di Eternal Triangle, live del trio di Toshinori Kondo, Massimo Pupillo e Tony Buck registrato nel 2019 al festival di Angelica (pubblicato da I dischi di Angelica), per ricordare il trombettista giapponese, mancato a 71 anni nell'ottobre 2020. Kondo approda a New York nel '78, e si inserisce nel giro dell'improvvisazione radicale e delle sperimentazioni, un ambiente da cui stanno emergendo le nuove tendenze che caratterizzano la scena newyorkese della seconda metà dei settanta e degli ottanta: le improvvisazioni '78-79 documentate da album della etichetta Ictus di Andrea Centazzo, con Centazzo, Polly Bradfield, Eugene Chadbourne, Tom Cora e il giovane John Zorn, destinato a fare molta strada, testimoniano del temperamento di Kondo in un contesto free e della sua maestria negli effetti. Negli ottanta Kondo si indirizza però anche verso una musica che impiega strumentazione elettrica ed elettronica, e che sul piano dei ritmi guarda al rock, alla black music, alla dance: un album come Brain War, del principio degli anni novanta, rappresenta bene la sua band Kondo Ima, che ottiene buoni riscontri commerciali.
Mon, 30 Jan 2023 - 2192 - Jazz Anthology di lunedì 23/01/2023
"Jazz Anthology", programma storico di Radio Popolare, esplora la lunga evoluzione del jazz, dalla tradizione di New Orleans al bebop fino alle espressioni moderne. Il programma, con serie monografiche, valorizza la pluralità e la continuità del jazz, offrendo una visione approfondita di questo genere musicale spesso trascurato dai media. La sigla del programma è "Straight Life" di Art Pepper, tratto da "Art Pepper Meets The Rhythm Section" (1957).
Mon, 23 Jan 2023 - 2191 - Jazz Anthology di lunedì 16/01/2023
"Jazz Anthology", programma storico di Radio Popolare, esplora la lunga evoluzione del jazz, dalla tradizione di New Orleans al bebop fino alle espressioni moderne. Il programma, con serie monografiche, valorizza la pluralità e la continuità del jazz, offrendo una visione approfondita di questo genere musicale spesso trascurato dai media. La sigla del programma è "Straight Life" di Art Pepper, tratto da "Art Pepper Meets The Rhythm Section" (1957).
Mon, 16 Jan 2023 - 2190 - Jazz Anthology di lunedì 09/01/2023
"Jazz Anthology", programma storico di Radio Popolare, esplora la lunga evoluzione del jazz, dalla tradizione di New Orleans al bebop fino alle espressioni moderne. Il programma, con serie monografiche, valorizza la pluralità e la continuità del jazz, offrendo una visione approfondita di questo genere musicale spesso trascurato dai media. La sigla del programma è "Straight Life" di Art Pepper, tratto da "Art Pepper Meets The Rhythm Section" (1957).
Mon, 09 Jan 2023 - 2189 - Jazz Anthology di lunedì 02/01/2023
"Jazz Anthology", programma storico di Radio Popolare, esplora la lunga evoluzione del jazz, dalla tradizione di New Orleans al bebop fino alle espressioni moderne. Il programma, con serie monografiche, valorizza la pluralità e la continuità del jazz, offrendo una visione approfondita di questo genere musicale spesso trascurato dai media. La sigla del programma è "Straight Life" di Art Pepper, tratto da "Art Pepper Meets The Rhythm Section" (1957).
Mon, 02 Jan 2023 - 2188 - Jazz Anthology di lunedì 26/12/2022
"Jazz Anthology", programma storico di Radio Popolare, esplora la lunga evoluzione del jazz, dalla tradizione di New Orleans al bebop fino alle espressioni moderne. Il programma, con serie monografiche, valorizza la pluralità e la continuità del jazz, offrendo una visione approfondita di questo genere musicale spesso trascurato dai media. La sigla del programma è "Straight Life" di Art Pepper, tratto da "Art Pepper Meets The Rhythm Section" (1957).
Mon, 26 Dec 2022 - 2187 - Roberto Ottaviano, Alexander Hawkins: Charlie's Blue Skylight; Roberto Ottaviano: Skins
Prima che cali il sipario sul 2022, anno del centenario della nascita di Charles Mingus, ascoltiamo l'album che appunto quest'anno Roberto Ottaviano e Alexander Hawkins hanno consacrato a composizioni del grande contrabbassista, Charlie's Blue Skylight (pubblicato da Dodicilune). La collaborazione fra il sassofonista pugliese e il pianista inglese dura ormai da diversi anni, e l'intesa fra i due musicisti è alla base della felice formula con cui Ottaviano e Hawkins hanno scelto di affrontare il repertorio mingusiano, quella di un essenziale duo sax soprano (di cui Ottaviano è un grande specialista) e pianoforte, che appare di brillante agilità, freschezza, respiro. Assieme ai brani di Charlie's Blue Skylight ascoltiamo anche una traccia da Skins, album in solo di Ottaviano (pubblicato da Produzioni Discografiche nel Gioco del Jazz) registrato nella chiesa rupestre di San Nicola, in Puglia. P.S. Nel frattempo il Top Jazz 2022, referendum del mensile Musica Jazz, i cui risultati sono stati resi noti nel gennaio 2023, ha proclamato Roberto Ottaviano "musicista italiano dell'anno", mentre Charlie's Blue Skylight si è aggiudicato il terzo posto fra i dischi italiani dell'anno.
Mon, 19 Dec 2022 - 2186 - Wadada Leo Smith (13)
A cavallo fra anni settanta e ottanta, Leo Smith collabora e gira in tour in Europa con il contrabbassista Peter Kowald e con il batterista Gunter Sommer, tedesco dell'ovest il primo e dell'est il secondo, entrambi figure di primissimo piano della musica improvvisata europea. Per tutta una fase i protagonisti della produzione della Fmp, etichetta - nata alla fine degli anni sessanta - di riferimento dell'improvvisazione tedesca ed europea, erano stati improvvisatori tedesco-occidentali, olandesi, inglesi, scandinavi e svizzeri. Il primo allargamento di orizzonti era avvenuto all'interno dell'area tedesca, con pionieristici contatti con improvvisatori tedesco-orientali, fra i quali Sommer. Il trio Smith-Kowald-Sommer testimonia di questo e di un ulteriore allargamento, cioè il dialogo della Fmp e dei suoi improvvisatori con i più avanzati improvvisatori afroamericani: Leo Smith è un battistrada di questo dialogo, che avrà poi importanti sviluppi nel lavoro della Fmp (che negli anni ottanta stabilirà un importante rapporto con Cecil Taylor). Intanto al principio degli anni ottanta Leo Smith attira l'interesse anche del produttore Giovanni Bonandrini, attivo a Milano (negli anni ottanta viene più volte proclamato produttore dell'anno dal referendum della rivista di jazz americana Down Beat), che nell'82 pubblica Go in Numbers, live del quartetto di Smith registrato a New York nel gennaio del 1989.
Mon, 12 Dec 2022 - 2185 - Libri - Roberto Masotti: You Tourned The Tables On Me; Markus Muller: Free Music Production: The Living Music; Angela Davis: Blues e femminismo nero; Paul Bley con David Lee: Liberare il tempo
In questa puntata passiamo in rassegna quattro importanti libri usciti quest'anno. You Tourned The Tables On Me è la nuova edizione (editore seipersei), in formato più grande, di un classico di Roberto Masotti, il grande fotografo mancato nell'aprile scorso: un lavoro emblematico della trasversalità dell'approccio di Masotti alla scena musicale degli anni settanta. Curato da Markus Muller, Free Music Production: The Living Music (testi in inglese o tedesco), è un monumento alla Fmp, l'etichetta tedesca che è stata il principale riferimento discografico per l'improvvisazione radicale europea. Blues e femminismo nero (Edizioni Alegre) è un fondamentale e illuminante saggio di Angela Davis - autrice che non ha bisogno di presentazioni - sulle istanze protofemministe presenti nella produzione di Ma Rainey, Bessie Smith e Billie Holiday: una traduzione che si attendeva da anni. Come quella di Liberare il tempo di Paul Bley, pubblicato nella eccellente collana Chorus di Quodlibet: autobiografia molto stimolante e allo stesso tempo godibile per la vena di humour che la percorre di uno dei più grandi pianisti emersi nel jazz della seconda metà del novecento.
Mon, 05 Dec 2022 - 2184 - Samara Joy: Linger Awhile; Buechi, Hellmuller, Jerjen: Moontrail
Fra i nuovi, giovani personaggi che sono emersi negli ultimissimi anni sulla scena del jazz un posto di riguardo spetta certamente a Samara Joy, afroamericana, 24 anni, nel 2019 rivelazione della Sarah Vaughan International Jazz Vocal Competition. Fino a questo momento Samara Joy ha principalmente interpretato brani dal repertorio storico di cui le grandi cantanti della vicenda del jazz hanno dato letture memorabili, e - come mostra Linger Awhile, il suo secondo album, pubblicato dalla Verve - sa farlo con molta freschezza, con una sua personalità, e con una asciuttezza e un gusto che le danno un profilo più contemporaneo rispetto ai grandi modelli del canto jazz del passato; ma Samara Joy sta ancora cercando una sua strada e muove anche i primi passi nella definizione di una fisionomia artistica e di un repertorio originale: ha per esempio scritto le parole per Nostalgia, un brano degli anni quaranta del trombettista Fats Navarro. Nella seconda parte della puntata passiamo ad una dimensione musicale molto diversa con la vocalist svizzera Sarah Buechi, che in Moontrail, pubblicato dalla intakt, alterna riferimento al tema e improvvisazione, in una scaletta di brani in cui compaiono sia brani originali che brani americani molto noti come Moon River.
Mon, 28 Nov 2022
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