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Una chiave di lettura rivoluzionaria per capire il flamenco nella sua essenza culturale e musicale, offerta da Sabina Todaro. Dedicato a chi voglia conoscere e/o approfondire questa forma d'arte in modo non nozionistico, ma utilizzando la logica e comprendendo questo meraviglioso fenomeno, che è il flamenco, in tutti gli aspetti possibili, come strumento per la vita.
- 130 - #128- I palos del flamenco: la Bambera guida all'ascolto - Flamenco Chiavi in Mano
Per fruire di questo podcast dovrai ascoltare il precedente, che è dedicato più genericamente alla bambera. In questo episodio faremo un ascolto guidato di brani.
La più antica registrazione è del 1935 fatta dal cantaor Pepe Pinto, con il titolo Pintera, come fosse una creazione sua o in altri casi la chiamò Fandango de Aznalcazar, che è in relatà il suo nome corretto di origine. Il cante è por fandango.
Ascoltiamo la interpretazione molto forte e decisa di Pepe Marchena, che era molto creativo e non era interessato ad aderire a schemi, e della Bambera fece, per il film "Martingala" del 1940, una versione molto creativa por Milonga.
Nel 1941 Gracia de Triana cantante di copla la incide come cante campero popular, por fandango. I flamencologi non avevano preso in considerazione questo brano, attribuendo alla coppia Pinto/Nina de los Peines la diffusione della Bambera.
La moglie di Pepe Pinto, Pastora Pavon la Nina de los Peines, la rese molto famosa, cantandola parecchio, e la incise nel 1949 con il chitarrista Melchor de Marchena. In questa incisione canta in modo molto flamenco la più famosa letra di bambera, "Entre sabanas de Holanda": Fu lei a mettere a questo palo il nome.
Ascoltiamo El Lebrijano che incide nel 1966 una primissima versione por buleria por solea, con la chitarra Nino Ricardo.
La più famosa versione in buleria por solea, quella che ha fatto storia, è in realtà del 1970, suonata da Paco de Lucia, con il cante di Naranjito de Triana. Naranjito studiò parecchi cantes, andando a recuperare anche cantes non molto diffusi, e influenzò tanto altri cantaores, perché fu anche maestro, nella scuola forse più importante di cante flamenco della storia fino ad oggi, la Fundacion Cristina Heeren di Siviglia, con la sua voce potente ed espressiva, e ricama la melodia in modo molto flamenco. Il brano esce nella Antologia Cantaora, con il tiolo Homenaje a la Nina de los Peines.
Alrtro brano da ascoltare per comprendere la bambera è inciso nel 1996 da Carmen Linares, con la chitarra dei fratelli Habichuela, ancora por fandango, nahce se ormai a quell'epoca era molto più diffusa la versione in buleria por solea.
Anche Enrique Morente cantava la bambera por fandango, ma quando la incise, nel 1999 nel disco Lorca, la incise por tango, con la chitarra granadina meravigliosa di Pepe Habichuela. Interessante è che alla fine della strofa Enrique Morente ripete gli ultimi due versi, cosa che in Bambera non si fa, ma che invece si fa por tango.
Ascoltiamo La Leyenda del Tiempo, pubblicata da Camaron de la Isla nel 1979. Il pubblico e la critica ricevettero male il disco, ma con il tempo lo apprezzarono sempre più. E' stata una versione psichedelica, rock, di una melodia tradizionale di un canto de columpio, che ti faccio ascoltare per farti sentire da dove viene. Il pianoforte introduce una melodia che ricorda la bambera che conosciamo come la più diffusa. Ma il canto ha una melodia diversa, quella che Camaron scelse per il suo La Leyenda del Tiempo. E' fatto su un tipico ritmo molto ternario, tipico del folklore andaluso.
Ascoltiamo anche la Bambera di Arcos, per verificare che è proprio diversa! Canta Manolo Cantarrana con la chitarrqa di Manolo Sanlucar.
Il cante por bambera non richiede necessariamente una salida del cante, visto che non nasce in ambito campestre e non flamenco. Molti importanti cantaores entrano direttamente con una letra. Ascoltiamo Gracia de Triana, che introduce il cante con un temple, più che una vera salida del cante. Intona la voce con le note della melodia.
Ascoltiamo invece un esempio di salida del cante por bambera datto dal cordobese Jiménez Rejano: la voce copia la melodia di una strofa. In effetti, quale sistema migliore per sintonizzarsi su un palo che cantare la melodia stessa che lo identifica?
La bambera non ha un cambio de sentido, ma c'è una...Sat, 16 Nov 2024 - 129 - #127- Los palos del Flamenco: la Bambera (prima parte) - Flamenco Chiavi in Mano
In questo episodio ti racconto la teoria di questo bellissimo palo. Ce ne sarà un secondo di guida all'ascolto.
E' un cante non tantissimo preso in considerazione nei recitales flamenchi, forse perché è troppo legato al folklore.
Il nome viene da Bamba, nome popolare usato nella zona di Siviglia e Cadice, per indicare il columpio, l'altalena. Il termine viene forse da bambolear, che significa dondolare, oscillare. Tradizionalmente si creavano nelle feste soprattutto intorno al Guadalquivir, di cui sappiamo grazie a pittura e letteratura, forse su imitazione delle feste francesi, nelle quali si attaccava una corda ad un grosso albero, con una seduta di legno o di corde intrecciate. I giovani spingevano le fidanzate sull'altalena, cantando e facendo festa.
L'idea dell'altalena era di spingere la fidanzata molto in alto vicino alla luna per propiziarle fertilità.
I cantes de columpio avevano tematiche leggere, doi amore, gelosia, e il franchismo non li amò perché considerati "piccanti". Ma anche se il potere costituito non amava questi canti non li distrusse perché si trattava di una tradizione popolare orale, apprezzata e diffusa.
Questi canti non erano complessi dal punto di vista musicale.
Ad un certo punto i canti popolaroi di columpio cominciarono ad essere afflamencati, con influenza da parte dei cantes camperos, la temporera, la trillera, le ninnanane ecc.
Importante nello sviluppo del palo che conosciamo oggi sono stati i cantes de columpio di Aznalcazar, un paese situato nella zona dell'Aljarafe Sivigliano, in direzione di Huelva. In quella zona andava in vacanza una coppia di cantaores importantissimi nella storia del flamenco: Pepe Pinto e la moglie Pastora Pavon, la Niña de los Peines, che appresero questi canti e cominciarono a farli propri. Anche Pepe Marchena conosceva questo canto.
Pepe Pinto inserisce il cante fandango di Aznalcazar e lo chiama "pintera". Nel 1935 lo incide con questo nome, o con il nome di Fandango di Aznalzacaz, su ritmo di fandango, per l'etichetta Disco Gramofono.
Come si arriva alla attuale concezione della bambera come di una sorta di variante della buleria por solea? Trattandosi di un cante di origine campestre, il suo ritmo naturale sarebbe quello del fandango, ma nel cante si sente tanto la cadenza andalusa e la modalità flamenca, con escursioni sulla scala minore. E la chitarra può accompagnarlo in modo molto spontaneo con le note della solea.
Pepe Marchena nel 1940 ne incide una su aire di milonga per la colonna sonora del film "MNartin Gala". Davvero particolare: te lo farò sentire nel prossimo podcast! E' interessante come si possa riconoscere una melodia, nonostante venga cantata in un contesto musicale differente.
Nel 1941 Gracia de Triana, una cantante popolare in Andalusia, la incide por fandango con il titolo di cante campero popular.
La Niña de los Peines la incise nel 1949, accompagnata dal mitico chitarrista Melchor de Marchena, con il titolo "Entre Sabanas de Holanda", per l'etichetta "La voz de su amo" (La voce del padrone!) dopo averla cantata parecchio e averla fatta conoscere, dandole per la prima volta il nome di Bambera.
Fino a qui, il cante por bambera non era mai stato cantato por buleria por solea.
Il primo cantaor che lo mise in buleria por solea fu Juan Peña El Lebrijano, accompagnato da Niño Ricardo alla chitarra. Era il 1966. Dopo pochi anni, nel 1970, Naranjito De Triana nel fa una sua versione con la chitarra di Paco de Lucia, in una Antologia Cantaora, con il titolo "Homenaje a la Niña de los Peines".
Molti dicono che sia stata la Niña de los Peines a mettere il ritmo di Solea alla Bambera, ma non è vero!
Altro esempio da tener presente è quello di Enrique Morente, che lo cantava por fandango dal vivo, ma che lo incise nel 1999, accompagnato da Pepe Habichuela, con ritmo di tango! Questo cante è nato...Thu, 14 Nov 2024 - 128 - #126- I palos del flamenco: la Siguiríya guida all'ascolto - Flamenco Chiavi in Mano
Questo podcast è una guida all'ascolto della Siguiriya, con esempi pratici commentati.
Ho scelto brani di cantaores importanti nella storia del flamenco soprattutto dal punto di vista di questo palo, ma non soltanto.
Ti consiglio di ascoltare prima il n.125 di questo podcast, che è dedicato alla teoria.
La prima cosa che succede in un brano por siguiriya è che entra la chitarra che definisce la modalità musicale di riferimento. Trattandosi di modalità flamenca, forte è l'impatto della cadenza andalusa.
Nell'introduzione por Siguiriya il chitarrista deve sottolieare moltissimo le due note più gravi della cadenza, che ne definiscono l'atmosfera.
Il primo esempio è Perico El Del Lunar che accompagna il cante di Don Antonio Chacon: due giganti della storia del flamenco.
Nota come il chitarrista nella sua introduzione faccia diverse pause, nelle quali il cantaor portebbe inserire il suo cante.
E' come dire "prego, canta pure se vuoi!", anzi, "cante Usted si gusta". Ecco perché si dice "cante" e non "canto"!
La salida del cante por Siguiriya, fatta magistralmente da Antonio Chacon, sottolinea le due note più gravi della cadenza, con una escursione ad una nota più acuta, che è la più acuta della cadenza.
Chacon era non gitano, mentre nel secondo esempio ti faccio ascoltare il cante della Niña de Los Peines, accompagmnata da Ramon Montoya, figure altrettanto importanti, ma Pastora Pavon La Niña de los Peines era gitana. Il cante por Siguiriya è spesso definito dai gitanti stessi patrimonio esclusivo della loro cultura, ma Don Antonio Chacon è un esempio di quanto questo non sia una verità assoluta.
La chitarra accompagna molto gentilmente la voce del cante, rimanendo nel background, per spingere con forza il finale del quejio con dei rasgueos, momenti in cui la chitarra gratta le corde con energia.
Il quejio si fa con Tiritiri o con Ay Lele.
L'introduzione cantata dalla Niña è più breve, forse perché a quell'epoca (intorno al 1910) la lunghezza del brano era molto determinata dal supporto sul quale si poteva registrare il brano!
Quando c'è il baile, o se si fa un montaggio "creativo" di questa musica, si possono fare montaggi molto creativi. Ad esempio entrare con una letra por Martinete, palo che condivide con la Siguiriya scala musicale e frase ritmica ma che non prevede l'accompagnamento di chitarra. Su youtube trovi due bellissimi esempi di baile por Siguiriya che iniziano conun martinete, uno di Antonio Canales e l'altro di Mario Maya, e anche altri.
Alla fine della introduzione il bailaor deve offrire al cantaor la possibilità di cantare, con una llamanda.
Dopo la salida del cante il chitarrista può fare una falseta, anche molto semplificata per far entrare una strofa cantata senza portare l'attenizione lontano dal cante.
Un altro esempio che ascoltiamo è il cantaor Jerezano Manuel Agujetas, gitano, e accompagnato da Parrilla de Jerez. Un urlo soffocato, qualcuno che canta come gli esce dalle viscere, senza curarsi di piacere o di compiacere. Non fa mai l'occhiolino ad un aspetto estetico. Il suo cante era una necessità viscerale.
Il cante nella letra ruota sempre intorno alla cadenza andalusa. La letra è molto lunga e divisa in due parti da un intermezzo di chitarra anche abbastanza lungo, e ci sono parecchie pause. Il chitarrista accompagna il cante ripetendo le stesse note pronunciate dal cante. Questo ci indica quanto sia importante la voce!
Altro ascolto con una pietra miliare del cante flamenco è il cante di Antonio Mairena: Mairena ha creato una vera scuola di pensiero sul cante flamenco e il suo stile è stato studiato quasi come un libro di testo da tutti i cantaores che sono venuti dopo di lui, quindi il suo contributo è irrinunciabile. Sicurezza, forza, energia, autoaffermazione sono elementi tipici del suo cante. La sua voce viene considerata un...Thu, 07 Nov 2024 - 127 - #125- I palos del flamenco: la Siguiríya (prima parte) -Flamenco Chiavi in Mano
La Siguiríya è uno dei cantes di base del flamenco, quelli che danno origine ad altri palos e che devono essere conosciuti da chi si occupa di flamenco.
E' uno fra i cantes più antichi e più forti, è molto collegato con la cultura gitana e andalusa in generale.
Seguirà un secondo podcast con ascolti guidati. Ci saranno esempi gitani e non gitani, proprio per capirne meglio l'essenza.
Parla della perdita, della morte, della sofferenza, che vengono deninciate come essenza della vita stessa. E' molto toccante, travolge spettatori e artisti. Richiede orecchie educate al flamenco per chi lo ascolta, e richiede esperienza di vita e maestria nel flamenco e nell'espressione da parte di chi lo interpreta.
La modalità musicale utilizzata è la modalità flamenca, e si basa sulla cadenza andalusa, 4 note a discendere (La sol fa mi) che vengono toccate continuamente dalla chitarra, che accompagna il cante in tono di La.
Ascoltiamo un esempio di chitarra por Siguiríya suonata da Manuela Fernandez Molina, Parrilla de Jerez, classe 1945, purtroppo scomparso nel 2009.
Faccio ascoltare 4 note che rappresentano la cadenza andalusa.
Dopo alcune strofe di cante por Siguiríya entra una letra di Macho, più energica. La chitarra durante il macho insiste su forti suoni creati con la tecnica del rasgueo, che consiste nel suonare le corde in rapida successione con tutte le dita, utilizzando la mano come se si trattasse di un ventaglio.
Il cante por Siguiríya ricorda molto il canto del muezzin, come già ti ho raccontato altre volte, e trova le sue origini nella famiglia delle toná, che sembrano, ad un ascolto superficiale, una vera e propria filiazione del richiamo alla preghiera islamico!
Le note usate dal cante sono davvero poche, la melodia è minimalista, quindi dove sta la bravura del cantaor? Nell'espressività, nelle grandi ornamentazioni e nell'uso espressivo del silenzio.
La frase ritmica che sottende la Siguiríya si svolge su un compás di amalgama di 12 tempi distribuiti in modo asimmetrico, come molto spesso accade nel flamenco, e ha una sua ritmica peculiare. 1-2 1-2 1-2-3 1-2-3 1-2. Quando il cantaor la canta, non segue una pulsazione regolare, da metronomo, proprio perché al primo posto deve sempre essere l'espressività, quindi l'emozionalità è sottolineata da questa imprevedibilità ritmica.
Si tratta di un cante difficilissimo da interpretare perché richiede una profonda conoscenza del flamenco in generale e della Siguiríya stessa in particolar, raccontando l'essenza della storia del palo, non solo il dolore. Alcuni cantoares, bravi in altri generi musicali, non sono capaci di cantarla efficacemente, perché magari stanno attenti alla sua estetica, e hanno espresso emozioni diverse da quelle della Siguiríya ma questo cante è e deve essere "rude". La voce deve essere solenne, carica di pathos e in grado di sostenere note molto lunghe, e la cosa non è facile!
I testi sono molto ripetitivi, i versi sono solamente 4 ma vengono trascinati e ripetuti, e il cantaor può accorciare o prolungare la voce a seconda del suo sentire. L melodia resta la stessa ma le varianti possono essere infinite.
Pare che originariamente si cantassero senza chitarra, ma durante il corso del XIX secolo la chitarra ha cominciato ad accompagnare le Siguiríyas, che ancora oggi però possono esser cantare solo sul ritmo "al golpe".
Il chitarrista deve essere molto attento al cante, sostenendolo al 100%, e anche le falsetas, le melodie di chitarra, non devono essere troppo complicate, per mantenere l'attenzione sul cante.
Probabilmente la natura tragica e profonda di questo palo ne fa supporre una origine intima, nel seno della famiglia, ma da molto tempo ormai si interpreta in pubblico in teatro, creando sempre una atmosfera riflessiva.
Quando c'è il baile, il cante deve essere regolare dal punto di vista ritmico, per dare modo...Wed, 30 Oct 2024 - 126 - #124-La vitalità e il flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
Possiamo partire dal concetto di essere vivi: molto spesso ti faccio fare delle riflessioni che possono sembrare banali. Però, sono quella banalitā che è collegata con qualcosa che solitamente non pensiamo, e che, invece, ci possono aiutare a trovare delle prospettive nuove per la nostra giornata.
In particolare, riflettiamo sul concetto di sentire la vitalità, con il flamenco.
Molti degli ascoltatori di questo podcast hanno scelto di danzare scelto di danzare, altri di suonare, e tutti quanti di godere del flamenco.
Perché abbiamo scelto di farlo?
Perché fare flamenco in prima persona ci permette di sentirci vivi, e goderne da spettatore è talmente coinvolgente che in realtā, non è "divertente": è qualcosa di più profondo, perché è qualcosa di legato anche all'espressione e non solo al movimento o all’ascolto.
Se no, altrimenti, noi che balliamo avremmo potuto fare un'altra attività fisica! Però, come mai abbiamo scelto di danzare e non di andare a correre?
Quello che distingue la danza dalla ginnastica o dagli esercizi, è proprio l'aspetto espressivo, e il flamenco si basa sull’aspetto espressivo ancor più della maggior parte delle altre forme di danza. Lo stesso vale per la musica.
Il flamenco ci può aiutare a considerare la vita da angolazioni diverse dal solito: è vero che sono viva lo stesso, anche se non ne sono consapevole, anche se non ci penso, perché non è che muoia se non sto attenta a me stessa. Continuo a essere viva, però sono viva a tempo parziale.
Quando ballo sento che sono viva con tutte le cellule del mio corpo, non mi dimentico di niente. Non mi dimentico di nessuna parte di me stessa. Il fatto che io mi possa criticare passa completamente in secondo piano mentre mi sento totalmente viva. Credo sia la stessa cosa ance quando si suona o si canta!
Se ballassimo o suonassimo con una grande attenzione alla tecnica, saremmo molto immersi nella dimensione del giudizio e della critica.
Ecco, tutto questo non esiste, nel flamenco: non farti imbrogliare! Non c'è un canone. Devo essere bianca, verde o gialla per essere giusta, c'è solo devo essere me stessa e averee un cuore.
Ballo o faccio musica con quello che ho, con quello che sono.
Questo, secondo me, è un messaggio fondamentale di presenza e di adeguatezza.
Ovviamente se sono un professionistqa ben pagato devo offrire una performance di un certo livello, dato che mi pagano per questo, ma se faccio flamenco per passione e gioia, non ha senso che mi critichi.
Dobbiamo fare come gli animali: loro hanno capito tutto, loro non stanno a pensare "Sono bravo, non sono bravo, mi muovo male, mi muovo bene, sono giovane, sono vecchio, si vedono le rughe, non si vedono, ho i capelli bianchi, non ce li ho..." Non gliene frega niente, loro si godono la vita.
Noi umani, invece, ci facciamo un sacco di menate.
Ma la caratteristica di quello che stiamo facendo, rivolgendoci in direzione del flamenco, è proprio lavorare sulla presenza. Quindi, anche quando lavoriamo sul corpo o sulla voce o sul suono, nel flamenco teniamo presente sempre di entrare nella presenza e nel sentire, nel sentire in tempo reale, e tutto questo scatena dentro di noi un senso di gioia. Essere nel flow! Ho scomodato una parola grossa. La gioia.
Purtroppo oggi noi apparteniamo a una societā di depressi. Poi, possiamo sempre dire che siamo depressi, noi che vivamo a Milano, perché non abbiamo tutto il sole che c'è in Andalusia, vero, innegabile. Abbiamo un clima difficile, perché d'estate fa molto caldo, d'inverno fa molto freddo e c'è umido, ecco. Però, la nostra posizione personale di sentire che cosa mi fa star bene e cosa mi fa star male non dipende da cosa c'è intorno a me, ma dipende da cosa c'è dentro di me.
È sempre una visione totalmente soggettiva. Il flamenco stesso è totalmente soggettivo. Non ha niente di oggettivo, perché non ha...Sun, 27 Oct 2024 - 125 - #123-Come scegliere la scuola di flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
Come scegliere una scuola in cui imparare il flamenco.
Ci dobbiamo per prima cosa ricordare che si tratta di una forma d'arte, complessa e completa, e che non conosciamo, da stranieri.
Solitamente gli stranieri che si avvicinano al flamenco lo fanno attraverso la danza, ed è un percorso lungo e complesso.
E lo dobbiamo sapere subito: se entriamo in una sala da danza e qualcuno ci dice che in breve diventeremo bravissimi, ci stanno imbrogliando. Lo stesso dicasi per la chitarra, o per il cante: anche se arrivo da una formazione di altri generi, ci vorrà tantissimo lavoro per entrare in una cultura musicale diversa da tutte le altre.
Il primo consiglio per la scelta di una scuola in cui imparare, qualsiasi cosa, è chiedere di fare una lezione di prova per verificare se ti piace davvero studiare flamenco: verifica come ti senti in quella situazione!
Per imparare a ballare flamenco devo tenere in conto diversi aspetti. Partiamo da quelli fisici: il baile flamenco ha movimenti molto grandi, energici, aperti, ma mai rigidi,una fluidità grande e tanta flessibilità. Questo richiede un corpo allenato, con una postura funzionale a muoverci meglio. Se la lezione è finalizzata solo a farti vedere dei passi, ma non ti si spiega come produrre quei movimenti in modo sano per le tue articolazioni, ricorda chje è impossibile imparare a ballare flamenco se non ti danno gli strumenti per avere consapevolezza del tuo ccorpo e non ti fanno fare un lavoro corporeo che ti porti ad allungare, centrare, allineare.
Se nella zona in cui vivi non c'è un corso di flamenco in cui ti diano questi strumenti, costruiscili con un altro lavoro corporeo di sostegno: pilates, yoga, danza contemporanea...
Il lavoro sulla danza deve sempre essere sostenuto dalla consapevolezza: il filtro che abbiamo nell'apprendimento ci riporta sempre alle nostre precedenti competenze. Non vedo ciò che vedo, vedo ciò che so! Il corpo non si mette fuori dalla zona di comfort, quindi se l'insegnante non mi spiega con chiarezza che lui è solo una fonte di ispirazione e non il modello assoluto da emulare, crederò che per imparare io debba fotocopiare ciò che fa lui, dirigendo tutte le mie attenzioni alla forma.
Difficilmente un allievo ha già le competenze adatte a trovare una postura adatta al flamenco, che non sia estetica, ma funzionale. Ballare flamenco non significa imparare a mettersi in una posizione forzata, che poi magari mi porterà ad avere mal di schiena!
Dovrai anche affrontare molto lavoro ritmico, e ricordati che per poter battere i piedi aa ritmo devi avere equilibrio, perché se cadi malamente da un piede all'altro non farai qualcosa di utile a te, ma disturberai il tuo apprendimento, e perisno quello degli altri, perché se studi male e fai pasticci con il ritmo, disturberai anche i tupoi compagni di corso. Devi quindi verificare che ti insegnino a guadagnare equilibrio e consapevolezza del suono.Non solo della meccanica che produce il suono, ma proprio della ritmica! Prima di tutto devo stare nel ritmo, e mi devono dare gli strumenti per capire la frase ritmica, il compas, in modo che lo possiamo davvero sentire.
Altra cosa da considerare è sempre che il flamenco si organizza intorno al cante, che è il cuore di questa forma d'arte. L'ideale sarebbe avere a lezione un cantaor, non una persona che canticchi in qualche modo, ma proprio un cantaor, ma è praticamente impossibile. Quindi per lo meno nelle lezioni l'isegnante ci deve fornire le competenze per farci capire come si comporta il corpo in relazione al cante. Forse non lo vedrò nella prima lezione, in cui magari mi si mostreranno passi semplici, con cui entrare nel baile. Ma se ti iscrivi ad un corso e non ti si parla del cante, fatti una domanda!
Altra cosa fondamentale in un corso sarebbe la presenza di un chitarrista, almeno di tanto in tanto. Non un juke box, ma un musicista che ti mostri come...Sat, 12 Oct 2024 - 124 - #122- I benefici di ballare flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
Ballare flamenco offre tantissimi benefici, alcuni dei quali sono condivisi con tutte le altre forme di danza o di sport, ma ha anche benefici unici collegati alla sua natura profonda.
In questa società, le persone hanno una vita parecchio sedentaria, e ballare in generale dà strumenti per migliorare la sedentarietà: esercizio cardiovascolare, miglioramento della postura, della respirazione, del tono muscolare, aiuta persino a bruciare calorie, dà equilibrio e coordinazione.
Il flamenco agisce sull'atteggiamento che abbiamo nei confronti della vita: ci dà il coraggio di essere presenti, di essere noi stessi!
L'attività fisica ci aiuta a produrre due ormoni importanti per il nostro benessere: serotonina e ossitocina.
La serotonina è l'ormone del buonumore, riduce ansia ed aggressività, tant'è che i farmaci per cpmbattere ansia, depressione, persino disturbi del comportamento alimentare contengono serotonina.
L'ossitocina stabilizza l'umore, aiuta a creare legami emozionali e favorisce la socializzazione. Una sua carenza può favorire l'autismo!
Ci sono aspetti che sono molto specifici del flamenco: la capacità di concentrazione e memorizzazione, legate alla difficoltà stessa di stessa di questa forma di danza.
Se non mi concentro tantissimo sbaglierò tutto! Concentrarsi sul bail flamenco ci auita a prendere le distanze dai problemi del quotidiano e ci aiuta contro lo stress. Devo esercitare la memoria, cosa che fa molto bene!
Ci sono anche aspetti più specificamente psicologici: l'aumento della autostima, che significa sapere meglio chi siamo, e esprimerlo. E quindi la capacità di esprimere e comunicare, l'accettazione e il riconoscimento di chi siamo, esprimendo 'unicità. QUesto ci aiuta a trovare il modo di comunicare meglio con altre persone, ascoltandole meglio, accettando e adattandoci alle situazioni impreviste. Ci dona elasticità mentale, obbligandoci ad adeguarci al presente, visto che il flamenco non è già scritto e deve sempre adattarsi alla situazione presente
Ci sono anche vantaggi legati alla sfera artistica: ci insegna la nostra unicità e ci dà il coraggio di esprimere il nostro modo personale di fare, di vivere. Non ci sono canoni astratti da rispettare, ma c'è il bisogno di essere ciò che siamo e di esprimerlo con forza.
Essendo una danza molto tonica il flamenco obbliga le ossa a ricostruire i propri tessuti in modo più forte e sano: i muscoli tirano le ossa e le sollecitano a riprodurre la propria struttura più resistente.
Sono Sabina Todaro dal 1985 mi occupo di musiche e danze del monfdo arabo e di flamenco, dal 1990 insegno baile flamenco, Lyrical Arab Dance, un lavoro sulla espressione delle emozioni attraverso la danza, Dance Workout, un lavoro sul rinforzo, sulla ricerca del centro e dell'allineamento, Anatomia in Pratica, una ricerca sulla natura del corpo.
Il flamenco aiuta anche a sfogare la rabbia, emozione che spesso ci fa male e blocca il respiro, l'addome, lo stomaco. Il flamenco ci offre possibilità di stare al mondo migliori!
La ritmica, che è difficilissima, nel flamenco è unno scoglio forte e ci obbliga ad ascoltare in un modo diverso, nuovo. Ci offre altre orecchie per ascoltare la parte più grave della musica, il basso, il contrabbasso, apprezzando non solo l'aspetto melodico.
Dovendo produrre musica con il corpo dobbiamo essere molto più attivi nella risposta alla musica e siamo per forza più attenti!Wed, 25 Sep 2024 - 123 - #121- Perdersi nelle strade dell’Andalusia per scoprire il flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
La cultura si crea su fattori storici, sociali, religiosi, antropologici, linguistici, artistici, persino culinari e gastronomici, che riflettono e costituiscono l’identità di una comunità.
E' saggio approfittare dell’ottima rete stradale andalusa, fra l’altro quasi completamente gratuita, e conviene affittare una macchina per esplorare il territorio e raggiungere anche paesini minori. Nei paesini non arrivi con il treno, magari, e siccome non li incontri non ti ci fermi neanche per un caffè.
Girando nei paesini si vedono subito i resti dell’eredità araba e mediterranea in generale, e soprattutto si incontra la gente, spontanea e socievole, accogliente e curiosa. Apri loro un po’ il cuore e ti accoglieranno a braccia aperte.
In Andalusia si può entrare in un bar con l’intenzione di prendere un caffé alle 5 del pomeriggio e uscirne alle 2 di notte, con 10 nuovi amici. Oppure isolarsi e non comunicare con nessuno e credere che gli andalusi siano persone che stanno solo fra di loro e che non sono interessati a nulla altro,magari soltanto perché io non parlo spagnolo e loro non parlano altre lingue che non sia la loro!
Il flamenco in tutto ciò è dietro ad ogni comportamento, ad ogni parola. E’ vero che molti andalusi non sono neanche lontanamente interessati a quest’arte (anche se tutti poi pensano di saperne più di te che sei straniero!). Essere andalusi non implica necessariamente amare il flamenco e ancor meno conoscerlo profondamente, non fare questo errore. Ma è anche vero che questa situazione geografica e culturale lo ha generato, e quindi il flamenco non può prescindere dalla terra che lo ha visto nascere e che lo nutre quotidianamente.
Viaggiare nei paesini ci permette di incontrare gli anziani, che sono i portatori di una tradizione veramente andalusa, non globalizzata, che sa ancora di vino fino anziché di gin tonic, di gazpacho e tortilla de patatas anziché di sushi e hot dog.
Paesini fuori dalle rotte turistiche, dove l’attrazione principale sono magari i prodotti della terra e della gastronomia, e non monumenti che richiamino l’attenzione di tanti viaggiatori e di conseguenza l’esigenza di vendere prodotti e servizi “globalizzati”. Gli anziani della Peña di Santaella in provincia di Cordoba sono probabilmente uguali ancora oggi ai loro bisnonni in termini di visione del mondo, di modalità di vita e di abitudini. Parlare con loro può essere interessantisismo, magari trovando argomenti di conversazione legati alla loro cultura. Capire cosa sia il flamenco per loro ci aiuta a capire cosa sia il flamenco nella sua storia. Un modo di riconoscersi parte di una comunità, un legante che accomuna e rende partecipi di una cosa condivisa.
Andare a Madrid e studiare baile o a Siviglia e studiare le migliori falsetas di chitarra non significa capire e sentire la culla che ha dato i natali al flamenco. Le sue radici non sono nel grande teatro di Siviglia o di Malaga o Madrid se non Londra o New York. Quegli spettacoli non sono le radici del flamenco ma frutti artistici di una elaborazione. Il flamenco ha avuto le sue origini nelle taverne, nella quotidianità di persone “normali” nella vita “normale”, ed è nato come forma spontanea di espressione artistica. Oggi si espande anche attraverso l’attività dei circoli flamenchi, le peñas, e le serate dei festival estivi, polo di attrazione sociale che vede il flamenco al centro della manifestazione con concerti all’aperto, ai quali spesso la gente partecipa più per convivialità che per passione dell’arte, condividendo cibo e bevande con familiari ed amici.
E’ lì che occorre cercare le sue radici, ancora oggi, nella spontaneità, nel modo di fare e di parlare degli andalusi, nella loro ironia e nella loro saggezza popolare. Ci sono luoghi in Andalusia in cui il flamenco fa parte del quotidiano, mentre in molti altri posti il flamenco è solo una delle mille musiche che si possono ascoltare alla radio, in tv o...Mon, 26 Aug 2024 - 122 - #120- Impronta personale e flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
Lo scopo del flamenco è sempre quello di muovere la vita emozionale delle persone. Chi produce il flamenco si rivolge ad un ipotetico pubblico (che ad esempio quando il musicista è in sala di incisione non è presente ma sottinteso).
Il flamenco nasce sempre dal cuore e dalla interiorità e si rivolge sempre al mondo emozionale. Nascendo dalla presenza, nasce anche dalla consapevolezza della presenza. Se sono consapevole della mia individualità, mi godo il presente e mi rendo conto che ciò che sono e ciò che faccio arriva ad un interlocutore e la comunicazione funzionerà.
Nel flamenco, devo essere presente e dare un contributo personale, certamente in accordo con la tradizione e nel suo rispetto.
In generale, essere consapevoli delle nostre impronte è fondamentale: ogni essere vivente lascia tracce intorno a sé, al proprio passaggio su questa terra. Il flamenco lo sa bene e sottolinea l'importanza del contributo che ogni persona può dare a qualcun altro. Il flamenco stesso canta la saggezza tradizionale e contribuisce a migliorare la vita degli altri.
Se lavoro sul flamenco in modo molto meccanico e ripeto alla perfezione qualcosa, ma non c'è la mia impronta personale, il mio regalo, e non sono me stesso, il flamenco sparisce! Il mio passaggio su questa terra lascia sempre delle tracce.
Ogni artista ha quasi il dovere di dare il proprio contributo al flamenco, a prescindere dal suo livello di preparazione. Altrimenti fa un esercizio meccanico, che flamenco non è.
Ci conviene quindi entrare totalmente dentro di noi, nella consapevolezza completa della nostra presenza. Mentre balliamo, se questo significasse solo un bel vestito e bei movimenti precisi, priverei il pubblico del mio regalo! Un bel pacchetto vuoto.
Fra l'altro, nel flamenco il pubblico è molto interattivo, risponde con incitazioni ed esclamazioni e questo aiuta gli artisti a sentire che le loro impronte si propagano e raggiungono l'interlocutore.
Forse se fossimo consapevoli che le nostre impronte viaggiano intorno a noi ed influiscono nella vita delle persone che incrociamo nel nostro percorso staremmo meglio con noi stessi! Il flamenco sa che il messaggio dell'artista è unico e si sperimenta sempre una possibilità nuova e personale.
Se il messaggio è chiaro e l'artista è consapevole delle tracce e del regalo che fa al pubblico, la sua produzione sarà molto coinvolgente.
Il baile flamenco ci coinvolge sempre, a volte per la potenza dei gesti, la difficoltà o la rapidità dei ritmi, ma ciò che ci tocca davvero è la presenza della persona, dell'essere umano che abbiamo davanti. Ovviamente se il pubblico è sensibile sarà più facile che capti l'intenzione, ma se ci rendiamo conto che ciò che facciamo sono dei regali verso gli altri, sapremo che la nostra impronta personale è ciò che lo spettatore si porterà a casa. Forse si porterà a casa qualcosa che gli fa capire di più se stesso.
Certo è che se l'artista vuole soltanto il mio applauso, come spettatore torno a casa pensando che l'artista sia molto bravo, ma tutto finisce lì. Il flamenco invece produce una cambiamento nel pubblico. Un bravo artista lo sa che la sua impronta personale lascia un segno nel cuore degli spettatori.
Sono Sabina Todaro, mi occupo di danza da tutta la vita, e di flamenco e danze e musiche del mondo arabo dal 1985, e sono super appassionata di psicologia, pedagogia, neurologia, anatomia, il tutto applicato al flamenco e letto attraverso il flamenco.
Sono una insengnate di baile flamenco a Milano, al Mosaico Danza e i miei allievi non sono professionisti, anzi, amano ballare per se stessi, per passione e divertimento.
Se sono consapevoli di quello che fanno, si portano a casa tutti i vantaggi del flamenco.
Se sono consapevole che mando un messaggio fuori di me, posso autostimare ciò che sono e sono consapevole che quel gesto è un regalo che...Wed, 14 Aug 2024 - 121 - #119- La llave de oro del cante flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
La Llave de oro del cante flamenco è un riconoscimento particolare che è stato consegnato soltanto a 5 cantaores nella storia.
Non si sa chi lo abbia progettato e forse è il più antico premio flamenco.
La storia del flamecno è costellata di cantaores bravissimi, ma soltanto 5 sono stati premiati con la LLave. In teoria sarebbe un premio legato alla diffusione dei valori tradizionali del cante, ma non è mai esistito un canone preciso per attribuirlo.
La prima llave del cante è stata data a Tomas el Nitri, un cantaor gitano gaditano, del Puerto de Santa Maria, parente del famosissimo cantaor delle origini El Fillo. Era un personaggio molto nervoso, e probabilmente di sfogava cantando, quindi apportò molto alla siguiriya, che appunto per lui era un urlo. El Nitri era molto in disaccordo con l'operato del famosissimo Silverio Franconetti, il cantaor che professionalizzò per primo il cante, creando locali in cui ci si potesse esibire appunto professionalmente: i Cafés Cantantes. El Nitri non amava che il flamenco uscisse dall'ambito originario del cante gitano.
Probabilmente la chiave era copia della chiave del recinto dei tori dell'arena di Malaga, e la vediamo nell'unica immagine che esist del Nitri, che posa seduto, appunto con la chiave in mano.
Il premio gli fu consegnato forse nel 1868, forse a Malaga, o a Carmona o a Jeréz... la storia è avvolta dal mistero. E sembra probabile che gli sia stata data dai suoi stessi ammiratori,e non da una autorità.
Nella storia del flamenco questa attribuzione di un riconoscimento ad un cantaor gitano è stata una maniera di sottolineare la maggiore valenza del cante gitano su quello payo. Diatriba che esiste ancora oggi, nonostante non si possa certo più parlare ufficialmente di questioni razziali nell'arte, per essere politically correct!
El Nitri morì nel 1977, e la Llave de oro non venne attribuita a nessuno per quasi 50 anni.
Ti racconto come andò: la storia è interessante!
Nel 1922 a Granada diverse autorità, capitanate dal Comune di Granada e da due illustri artisti, Federico Garcia Lorca e Manuel De Falla, poeta l'uno e musicista l'altro, ambedue molto appassionati al flamenco, istituirono un primo Concorso di cante jondo. L'appoggio musicale tecnico del flamenco fu richiesto a Manuel Torre e ad Antonio Chacon, due giganti del flamenco dell'epoca (e non solo!).
Nel 1925 gli impresari che gestivano il teatro Pavon a Madrid decisero di cavalcare l'onda del successo del concorso di Granada e crearono la Copa Pavon, un concorso di cante flamenco al quale dsi presentarono cantaorres illustri dell'epoca: El Mochuelo, El Niño Escacena, Pepe Marchena, El Cojo de Malaga, Manuel Vallejo. Manuel Vallejo vinse di gran lunga su tutti. Si può certamente riconoscere che sia stato uno dei migliori cantaores della storia del flamenco. Ha cantato benissimo qualsiasi cosa! Puoi cercare le sue registrazioni sul canale Flamendro della Sociedad Pizarras!
L'anno successivo, nella seconda edizione il premio venne dato a Manuel Centeno, un cantaor sicuramente non di primo rilievo, per le sue saetas. Probabilmente questa scelta fu fatta per motivi politici.
Antonio Chacon, cantaor che aveva un potere molto forte riguardo alla ufficializzazione del flaemnco e alla sua relazione con le autorità pubbliche, capitanò un gruppo di altri artisti per ribellarsi contro questa scelta non flamenca, e decisero di insignire Manuel Vallejo di un premio importante. Qualcuno pensò alla Llave de oro. Nel 1926 Manuel Vallejo venne insignito del premio, per la gioia dei suoi ammiratori, del flamenco, ma anche degli impresari del teatro Pavon, dato che questo creò un gran fermeto e una grossa pubblicità verso il teatro.
Antonio Mairena, di cui ti parlerò fra qualche secondo, giudicò questa scelta dicendo che c'erano molti interessi politici e anche interessi personali di Manuel Torre e di Chacon, forse...Sat, 06 Jul 2024 - 120 - #118- La catarsi e il flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
Parlando di catarsi e flamenco dobbiamo partire dalla tragedia greca, che si svolgeva nell'ambito delle feste per i riti Dionisiaci, e non era solo un genere teatrale, ma un viaggio emotivo che riproduceva l’esperienza estatica dei rituali dionisiaci. Immediatamente è evidente il parallelo con il duende!
Attraverso l’estasi, gli spettatori venivano trasportati oltre la loro realtà quotidiana, in uno stato di alienazione e trasfigurazione.
Filosofi come Socrate e Platone e Aristotele hanno analizzato la catarsi della tragedia greca come liberazione dai mali interiori e apertura alla saggezza.
Nietzsche afferma che le emozioni legate ai riti dionisiaci con la loro forza vitale caotica, legata a musica e danza, si intensificano, per poi purificarsi attraverso la potenza della musica e della danza.
Le passioni e le emozioni evocate dalla tragedia greca sono potenti, ma non nascono da eventi reali. Sono il risultato di una situazione intensa, ma immaginaria, che stimola paura ed empatia, permettendo agli spettatori di vivere e purificare sentimenti altrimenti inespressi. Anche il flamenco racconta di storie collettive, condivise, e non ha mai l’intenzione di sottolineare i fatti ma soprattutto di evocare le emozioni umane ad essi legate.
Nella tragedia si usavano grandi maschere, che amplificavano le voci e anche le emozioni e servivano da metafora dell’irrazionalità e della passione. Permettevano agli attori di incarnare pienamente i loro personaggi, anche quelli femminili (gli attori erano sempre uomini), trasmettendo al pubblico la potenza delle storie raccontate.
Il flamenco, è un’espressione artistica che, proprio come la tragedia greca, permette una catarsi emotiva. Attraverso la musica e la danza, il flamenco invita a un viaggio interiore, dove le emozioni più profonde vengono liberate e trasformate in arte. Con un rinnovamento emotivo che genera una grande e sana gioia di vivere.
In sintesi, il concetto di catarsi è evoluto da una pratica di purificazione fisica e spirituale a un processo di liberazione emotiva e cognitiva, fino a diventare un elemento chiave nell’esperienza estetica dell’arte, in particolare nella tragedia greca. Questa evoluzione riflette la ricerca continua dell’uomo di comprendere e trasformare le proprie emozioni e passioni attraverso vari mezzi culturali e artistici.
Sono Sabuina Todaro, mi occupo di Flamenco e danze e musiche del mondo Arabo dal 1985, dal 1990 insegno baile flamenco a Milano e un lavoro sull'espressione delle emozioni attraverso le danze del mondo arabo che ho chiamato Lyrical Arab Dance.
Studio danza da tutta la vita e nella mia formazione ho studiato psicologia, pedagogia e neuroscienze, e vedo il valore catartico del flamenco nell'espressione di una gamma incredibile di emozioni che coinvolgono profondamente il pubblico che non è mai spettatore distratto ma parte attiva che collabora profondamente alla performance, e l'effetto catartico e rituale viene anche amplificato dalla presenza del ritmo. Questo conferisce al flamenco un valore ancor più terapeutico che sfocia nella gioia di vivere.Sat, 25 May 2024 - 119 - #117- La pedagogia del flamenco metodo Todaro - Flamenco Chiavi in Mano
Dedico questo podcast al mio modo di insegnare il flamenco, baile e cultura.
Ho ideato un metodo rivoluzionario, diverso da tutto ciò che avevo visto nella mia formazione. Ho cercato un metodo nuovo perché solitamente si insegna in modo standard, al quale ogni allievo si deve adeguare a prescindere dalle sue qualità, caratteristiche, inclinazioni. Ho vissuto in prima persona il disagio di avere un corpo molto lasso e molto mobile, e dover studiare danza con un metodo che non si interessava minimamente alle mie difficoltà, ma solo alle doti "acrobatiche" che il mio corpo così mobile poteva avere, e delle quali potevano beneficiare i miei insegnanti una volta messa su un palcoscenico.
Il corpo si è evoluto in modo da poter sopravvivere efficacemente durante migliaia di anni di evoluzione. Per sopravvivere ci sono voluti meccanismo di recupero dell'equilibrio, di lotta o fuga, che funzionino nel modo più automatico ed efficace possibile.
Le possibilità di movimento delle articolazioni non sono infinite, e conoscendo il corpo si può imparare ad usarlo nel modo più efficace, che è quello con il quale è costruito.
Nella sede in cui insegno, infatti, alle pareti ci sono appese la mappa delle ossa, dei muscoli e del sistema nervoso, non foto di danza.
Se devo ballare devo avere idea di cosa sto effettivamente facendo! Ad esempio, a chi balla flamenco sviene insegnato che si devono "girare i polsi", ma il polso può soltanto flettersi dorsalmente e ventralmente e inclinarsi un po' lateralmente. Le torsioni sono opera degli avambracci, non dei polsi! Con un sistema tradizionale, impara una persona su dieci, con il mio sistema su dieci persone, dieci persone ballano.
Nelle lezioni quindi uso il sistema "Anatomia in Pratica": conoscere il corpo nella pratica, per poterlo usare al meglio.
Nelle lezioni uso moltissimo l'ascolto del corpo: la sensibilità cinestetica (la capacità di sentire il flusso del movimento) e la sensibilità propriocettiva (la capacità di sentire dove sono e cosa fanno ossa, muscoli, tendini, legamenti e capsule articolari). Se non sento cosa faccio, come farò a fare quello che voglio?
Il corpo non fa ciò che vediamo ma fa ciò che sappiamo. Se conosci un po' le neuroscienze, lo sai! Se non conosco una possibilità del mio corpo, la eviterò e non riuscirò neanche a vederla su un altro corpo. Quanto più conosco del mio corpo per esperienza, tanto meglio mi muovo.
Nella società occidentale si conosce il corpo solo attraverso il dolore: so di avere dei piedi quando mi fanno male!
Uso anche una parte di ciò che si fa con il metodo Feldenkrais (conoscersi attraverso il movimento): porre attenzione a cosa succede in una parte del corpo quando se ne muove un'altra. Se sposto il peso da un piede all'altro, sento che il bacino risponde, e anche il torace, il collo, le spalle, l'intera struttura.
In questo senso è fondamentale nella mia pedagogia comprendere una parte di neurologia, e usare quindi l'approccio neuroscientifico, mettendo a confronto diverse scienze (neurologia, anatomia, psicologia, comunicazione, espressione...) per affrontare lo studio del movimento in modo molto più efficace. In questo modo la velocità di apprendimento è incredibile. Mi sono sempre basata sul sentire, sull'espressione, e d'altra parte queste sono le cose su cui ho centrato i miei studi universitari: ho studiato psicomotricità e sono cresciuta in una casa in cui i libri di scienze erano molto presenti. Mia madre bìologa, mio padre farmacista, mia sorella e il mio ex marito medici... sono cresciuta in questo ambiente!
Il cervello e il sistema nervoso periferico determinano che ci muoviamo come ci muoviamo! E sarebbe sciocco non sfruttare questi meccanismi, perché funzionano benissimo, anche in campi imprevedibili: se gli allievi non capiscono un ritmo, mi basta spostarmi nello spazio e obbligarli a guardare in una direzione diversa per...Fri, 17 May 2024 - 118 - #116- Come viene insegnato il Baile Flamenco? - Flamenco Chiavi in Mano
Come viene insegnato il Baile Flamenco?
Si può dire che ogni insegnante lavora a modo suo, e ha finalità e modalità diverse.
Dall'inizio dell'insegnamento del baile si è lavorato sull'apprendimento di sequenze coreografiche, che venivano imparate a memoria e ripetute. Evidente,ente imparare così non crea una buona postura, fluidità di movimento, e neppure equilibrio fra i due lati del corpo, perché in una coreografia i passi non vengono fatti ugualmente con il lato destro e con il sinistro del corpo.
Si creavano nelle scuole dei veri e propri repertori coreografici, che venivano ripetuti in modo sempre uguale negli anni, e attraverso questo bagaglio o, come dicono "materiale", i danzatori costruivano le loro capaacità.
Una figura importantissima della pedagogia del baile flamenco è stata Maria Magdalena, la prima persona che abbia immaginato di creare una pedagogia del flamenco. Ebbe una intuizione forte a riguardo. Nella mitica sede storica della famosissima scuola di flamenco Amor De Dios, Maria Magdalena aveva decine e decine di allievi stipati in pochissimo spazio, sudati e stravolti, attentissimi ai suoi esercizi.
Volle trovare le chiavi del baile per dare una formazione di tipo professionale ai suoi allievi. Aveva una base molto solida di danza classica e scuola bolera e con questa formazione cercò di trovare le chiavi della pedagogia del flamenco. Le sue lezioni erano faticose, difficili e durissime. Lavorava molto sul controllo del corpo. Ogni giorno faceva un'ora di lezione di tecnica e una di coreografia. Faceva un'ora di soli giri, una di soli ritmi di piedi, una di sole braccia, una di sole nacchere. Era molto attenta alla precisione delle posizioni statiche, alla pulizia del movimento. Il corpo veniva maltrattato da un punto di vista anatomico. E tutto veniva fatto con una grandissima forza.
Era una donna piccolina, rotondetta, e molto decisa. Si doveva fare come diceva lei. Le articolazioni dovevano essere usate al massimo delle possibilità, ai limiti del mal di schiena e della tendinite.
Educò generazioni di bailaores e studiosi del flamenco di tutto il mondo. Voleva che tutto fosse controllato, tenuto, che il corpo fosse usato al massimo delle sue possibilità. Negli anni '80 e '90 chi studiava flamenco andava a Madrid a studiare da lei, quindi il suo format pedagogico è stato innegabilmente il più importante e il più diffuso al mondo. I suoi esercizi per i polsi, con rotazioni e flessioni a pugno chiuso, i suoi esercizi ritmici in sequenza (tablas) sono conosciuti da tutti, anche da chi non ha neppure mai sentito il suo nome. Il suo metodo è innegabile, indiscutibile. Ha creato delle regole!
La possiamo vedere in azione nel film di Carlos Saura del 1983, "Carmen Story" in cui interpreta se stessa, e su Youtube trovi un video in cui Maria Magdalena insegna a suonare le nacchere.
Ci sono state tantissime persone che si sono trasferite a Madrid per poter studiare ogni giorno con lei.
Migliaia di persone hanno studiato con lei e sfruttano nell'insegnamento il suo metodo, ma se cerchi informazioni su di lei on line.... trovi solo un articolo che ho scritto io. Forse le persone dimenticano di ringraziare i propri maestri.
Studiare con lei mi ha insegnato tantissimo sul baile, anche se la sua visione della danza era diametralmente opposta alla mia!
Negli ultimi 30 anni moltissimi ballerini hanno cominciato ad inserire esercizi di altro tipo nelle classi di flamenco, spostare le spalle, la testa, il torace, il bacino.. tutto dall'alto verso il basso (cosa che è neurologicamente scorretta, chi mi conosce lo sa, perché le catene muscolari lavorano dal basso verso l'alto). E poi decine, centianaia, migliaia di ripetizioni, finalizzate a migliorare il movimento. Ma se il movimento è sbagliato e lo ripeto un milione di volte resta sbagliato! Se coosì non fosse, io non avrei la R moscia: la ripeto migliaia di...Sat, 04 May 2024 - 117 - #115- Riflessioni sulla pedagogia del flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
Riflettiamo sulla pedagogia del flamenco.
Facendo una ricerca su una Intelligenza artificiale in italiano sulla pedagogia del flamenco, l'unica risposta che ho trovato era... di contattare me! Ho quindi ripetuto la richiesta in spagnolo e per fortuna ci sono notizie migliori!
FIno a pochi anni fa per avere una formazione professionale in un conservatorio, di chitarra flamenca, bisognava andare a Rotterdam. Sembra assurdo ma in relatà spesso le istituzioni non danno valore a ciò che hanno "dentro casa". Il flamenco è stato vittima del franchismo che lo ha emarginato come qualcosa di legato solo alla cultura gitana... però Franco è morto nel 1975 e ci sono voluti 40 anni affinché lo stato Spagnolo promulgasse la Ley organica de la Educacion, nel 2006, che ammise finalmente il flamenco come corso di studi di conservatorio in Spagna.
Molto spesso l'insegnamento delle forme d'arte non riguarda la pedagogia, ma soltanto gli aspetti pratici, tecnici. Difficilmentei fa caso alla crescita dell'allievo, alla sua espressione. E' un po' come quando allascuola media si studiava matematica solo per passare l'esame. Avevamo 12 anni allora, ma anche da aulti è facile persare che dobbiamo fare le cose "bene", essere sicuri e precisi. Però se ci esercitiamo all'infinito efacciamo qualcosa di scorretto, non miglioreremo e riusciremo anzi a farci del male: un chitarrista che suona in modo scorretto soffrirà di tenidnite. Finché non uso il corpo in maniera saa mi farò male. Non si può fare un eserciizo "a caso" e sperare che "tutto vada bene"!
Il flamenco si imparava dall'osservazione e dall'esperienza diretta: guardo e copio. Ma non è esattamente così che funziona, altrimenti io potrei ascoltare un disco di Paco de Lucia e ripetere esattamente i suoi suoni. QUindi è necessario che qualcuno faccia da intermediario e mi conduca in un percorso di apprendimento.
Il flamenco è talmente complicato che occorre sempre conoscerne gli aspetti teorici, musicali, culturali, oltre che tecnici e fisici.
Se pensiamo al cante flamenco, è talmente estremo che si rischia facilmente di rovimarsi le corde vocali. Ma se si desidera cantare fino a tarda età si dorvrà fare attenzione. Con il baile è ancora peggio, perché il corpo si distrugge senza un trainig adeguato.
Dal 2006 esistono scuole di formazione completa del flamenco nei conservatori in Spagna, per quanto riguarda il cante, la chitarra e il baile, e facoltà di flamencologia, che è dedicata alla musicologia del flamenco, allo studio della sua struttura e tradizione. Prima di allora quindi non esistevano scuole? Certo che esistevano, esistono da sempre, da quando esiste il flamenco! Gli insegnanti però offrivano informazioni tecniche, di forme da copiare: una falseta da imparare, posibioni da eseguire, strofe da ripetere, coreografie da memorizzare. Ma se ad esempio imparo a ballare attraverso l'esecuzione di una coreografia, il corpo non lavora in modo adeguato perché i movimenti sono senz'altro ripetuti in maniera asimmetrica, e questo non è sano per la formazione di un danzatore.
Rigurado al cante, credo che le persone imparasssero a cantare ascoltando tanto, vivendo il flamenco nell'esperienza di vita. Questo è bellissimo, ma probabilmente molti cantaores non hanno potuto sviluppare la loro voce perché non sono stati educati e si sono rovinati le corde vocali.
I conservatori danno una formazione sulla cultura, e aiutano a riflettere su quanto si sta facendo, anche grazie agli studi di flamencologia. Questo è molto utile anche a noi che siamo stranieri e non viviamo immersi nel flamenco!
Ma non si rischia di snaturare il flamenco demandandone lo studio a scuole formali ed istituzioni anziché a viverlo nella quotidianità, come si è sempre fatto? In qualche modo è vero. I conservatori preparano la persona e in qualche modo deviano la spontaneità, e possono rendere il flamenco un po' manierato. Però...Wed, 03 Apr 2024 - 116 - #114 La timidezza e il modo di stare nel corpo del flamenco - Flamenco Chiavi iin Mano
Continuiamo la serie di rflezzioni sulla timidezza ed il flamenco.
La postura non è soltoanto un atteggiamento corporeo, ma è la posizione che il nostro corpo tende ad assumere durante la giornata. Esprime assolutamente ciò che siamo, la nostra storia, il nostro carattere, le nostre esperienze, i traumi, i vissuti positivi, il nostro sentire. Alla fine la postura siamo noi!
Influenza profondamente il nostro modo di stare al mondo e i nostri pensieri. Prova a stare tutto il giorno accasciato con lo sguardo basso e il collo piegato: ti sentirai triste o depresso!
Il flamenco ci obbliga a tirar fuori una postura molto eretta, aperta e forte, che ci pone in una condizione di autoaffermazione ed autorevolezza, non certo di timidezza. Occupiamo tantissimo lo spazio e rimandiamo una immagine di sicurezza di sé.
Se la pensiamo in termini di uomini primitivi, ai quali siamo ancor oggi fisicamente uguali quasi al 100%, chi poteva stare dritto, aperto e fiero eera... il capo del villaggio! Il flamenco invece fa così con tutti!
Essere nel corpo ballando flamenco è fondamentale. E' tutto!
Per ballare ed essere così aperti ed eretti occorre lavorare con la forza muscolare. Ed è faticoso! Mentre balliamo non è che non siamo più timidi ma lìapertura che il corpo fa mette in secodno piano paura e timidezza. Si usa la "power house" come si chiama nel Pilates: parte alta delle cosce, pavimento pelvico, addome in forza.
Il corpo nel flamenco è tonico e forte e ci mette in una posizione fisica di potere, che ci aiuta a mettere da parte la timidezza. Non dico che ci permetta di superarla, perché la timidezza non è una malattia ma una caratteristica!
Quando ci sentiamo forti e aperti le preoccupazioni e le paure vanno in secondo piano. Quanto più tempo dedichiamo al rinforzo di questa muscolatura e di questo atteggiamento corporeo, e tanto più acquisisamo uno strumento.
Mi ricordo di Paolo Villaggio quando faceva Fantozzi, che si relazionava con il capufficio. Era sempre accasciato, fisicamente imbranato perché assente e assente perché imbranato. Non mi faceva per niente ridere, anzi, mi faceva molta tenerezza. La sua timidezza e l'insicurezza si esprimevano tanto con il corpo.
Questo capita spesso: se ti osservi durante la giornata, noterai quanto spesso chiudi il tuo corpo!
Stare molto in una postura aperta mi dà una specie di abitudine, che posso sfruttare anche nelle condizioni della vita normale. Il mio atteggiamento verso la vita stessa si modifica grazie al corpo!
Voglio spendere una parola sulle spalle, che sono un punto forte perché collegano le braccia, che possono accogliere o respingere. Nel flamenco chi balla fa gesti molto forti di accoglienza o di rifiuto. Il flamenco non chiede scusa, ma sottolinea la propria posizioe. Fare questo è motlo importante!
Per tutti o quasi "una buona postura" significa spalle indietro, pancia in dentro e petto in fuori. Prova! Se metti le spalle indietro non ti muovi più.se invece si attivano le clavicole in avanti, possiamo meglio muovere le braccia. Le braccia sono da un punto di vista osseo attaccate alle scapole, le quali a loro volta sono articolate sulla clavicola. Se si muove la clavicola si muove tutto!
La timidezza e la paura ci fanno tendere a coprirci. Nel flamenco si esibiscono le ascelle! Dentro di noi possiamo sentire un istitinto, a non muovere le ascelle, e chi è timido di solito non riesce ad esibire questa patre del corpo!
Che succede quando il corpo fa quesi movimenti, così forti e grandi? Quando sei veramente dentro il flamenco ti accorgi che la forma precisa di quello che fai diventa assolutamente secondario.
Se in uno spettacolo i ballerini sono molto presenti e ti raccontano la loro verità, non vedi "gli errori"!
In molte dane la ricerca della perfezione sta uccidendo la tradizione.
Ad esempio la Salsa o la Danza...Sat, 16 Mar 2024 - 115 - #113 La timidezza e il Flamenco parte seconda - Flamenco Chiavi in Mano
imidezza e flamenco. Un discorso molto lungo!
Il flamenco ci impone di essere molto vivi, e si scatena quindi molta adrenalina, che ci può fare essere timidi e timorosi oppure coraggiosi ed entusiasti. Se sono nel flamenco non posso che essere coraggioso: il flamenco si centra sull'espressione dell'entusiasmo!
Il flamenco fa produrre adrenalina, e ci impone di lasciar uscire tutto ciò che deve uscire.
Un punto chiave della timidezza è la non accettazione della nostra imperfezione: se sento di dover essere perfetto, e cerco il perfezionismo, non voglio essere criticabile, esco dal flamenco. Il flamenco ha tradizione orale, non è sostenuto da regole inequivocabili, come invece sono quelle del balletto o delle danze classiche indiane. Come nel jazz, è tutto legato al momento presente. Non si può tenere tutto sotto controllo, perché il tutto si basa sulla comunicazione con gli altri, e c'è sempre un margine di imprevedibilità.
Certo è che se sono un musicista e devo suonare flamenco, mi sarà utile conoscere bene la tecnica del mio strumento, Alcuni artisti si sono allenati e hanno studiato talmente tanto da riuscire a confinare la paura del fallimento e quindi la timidezza. Ma la tecnica e l'allenamento sono strumenti, utili a chi vuole essere professionista.
Ma se tutto si traduce in voler fare le cose alla perfezione perché se no perdo di vista l'obiettivo del falmenco: accettare le mie emozioni ed esprimerle.
Cosiì il flamenco mi dà la possibilità di cambiare il mio modo di esprimermi, non cancellando la timidezza ma indirizzandola in modo espressivo. Moltissimi flamenchi sono timidi nella vita normale ma una volta sul palco convogliano il loro sentire meravigliosamente e la timidezzza non è un ostacolo all'espresisone di sé.
Il flamenco ci dà una bellissima possibilità di gestione della timdezza: gli errori non sono cose negative ma... nuove possibilità. Se suonando mi sbaglio e suono note impreviste, potrei farne appunto l'occasione per esplorare nuove sonorità.
Se nello sbaglio mi lascio coinvolgere dalla paura del giudizio e dalla timidezza mi sentirò male, ma se non ho l'esigenza di essere perfetto potrò inrtavedere le possibilità del mio errore e sfruttarle. Nel flamenco non c'è obbligo di perfezione, ma obbligo di verità. La comunicaione fra i membri del gruppo è fortissima e gli errori, o meglio le difformità da quello che si era pianificato, possono essere momenti di verità. Se non ne so approfittare perché penso soltanto a fare "ene" quello che avevo deciso, mi isolo nel mio fare e non interagisco più con gli altri, contraddicendo alla regola del flamenco di essere presente e comunicare. Se devo sentire la comunicazione con altre persone devo tenere la porta aperta all'entusiasmo e non alla timidezza.
Se sono nella mia verità e la lascio uscire, gli abgli sono pezzi della mia verità.
Sono Sabina Todaro mi occupo di flamenco e danze e musiche del mondo arabo dal 1985. Dal 1990 insegno baile flamenco a Milano e un lavoro sull'espressione delle emozioni attraveeso le danze del mondo arabo che ho chiamato Lyrical Arab Dance
Sono una super appassionata delle neuroscienze, del funzionamento del cervello, ho tudiato psicomotricità e psicologia proprio per questo.
Insegnando baile flamenco mi rendo conto dell'imnportanza della timidezza in questa forma d'arte da parte di chi con tutta l'umiltà e il rispetto affronta questo studio. E' un ostacolo grande: è come se non ci sentissimo autorizzati ad esprimere certe emozioni, ad erigerci in una postura molto aperta mentre balliamo, esprimersi con il cuore mentre cantiamo o suoniamo. Siamo timidi, abbiamo paura del giudizio e non ci sentiamo all'altezza.
Una persona molto importante nella storia del flamenco che era molto timida è stato Paco De Lucia. Da bambino era insicuro o e si vergognava. Ha trovato nella chitarra un mezzo per sentirsi a proprio agio,...Fri, 08 Mar 2024 - 114 - #112 La timidezza e il Flamenco parte prima - Flamenco Chiavi in Mano
Apriamo questo capitolo grandissimo di rilfessioni sulla timidezza ed il flamenco, che verrà portato avanti per diversi episodi.
Il mondo di oggi ci chiede di distinguerci ma al tempo stesso ci chiede anche di omologarci. E' un messaggio contraddittorio ma molto forte. Trovare la nostra autostima, cioè identificarci con noi stessi è importante e forse l'identificazione è il più forte antidepressivo.
La società ci chiede di omologarci agli altri per comportamento e atteggiamenti. Il flamenco ci dice di rispettare le tradizioni, ma di raccontare la propria verità e la propria unicità. Essere nel flamenco significa non omologarci ma trovare il nostro ruolo unico nell'ambito di questa tradizione.
Ogni persona è timida almeno in qualche situazione.
Che cos'è la timidezza? La paura del giudizio, del non piacere, della critica. La paura è una emozione primaria, ma nel senso della paura di un pericolo reale: se c'è una tigre davanti a me per forza devo avere una emozione di paura! Per sopravvivere!
Ma spesso le nostre paure sono riguardo un pericolo pensato, immaginato ma non reale e il più delle volte la tidmidezza ci mette in ansia di fronte a paure che poi non si realizzeranno. Abbiamo paura che qualcuno ci giudichi, ma forse poi non lo farà nessuno.
Sono poche le persone che non sono mai timide!
Anche la timidezza ha aspetti positivi: quando siamo timidi siamo più attenti, osserviamo più segnali del normale.
Ci sono persone che fanno fatica a guardare negli occhi un interlocutore, ma che sono poi in grado di parlare di fronte a centinaia di persone in una riunione aziendale.
Questo ha molto a che fare con l'educazione che abbiamo ricevuto. Timidi non si nasce: si diventa.
Ci sono paesi al mondo in cui l'educazione sociale sottolinea gli aspetti positivi dei bambini ed in altri questo invece non si fa.
Ad esempio in Giappone, la cultura fa in modo che se il bambino ha successo, il merito viene suddiviso fra una serie di attori che hanno contribuito al successo: famiglia, insegnanti, ecc. L'insuccesso invece viene imputato solo al bambino. Foirse proprio per questo i giapponesi sono molto studiosi e quando intraporendono uno studio si impegnano enormemente. Sono molto attenti alla loro immagine sociale e quindi sono facilmente preda della timidezza.
La cultura mediterranea al contrario tende ad applaudie i successi del bambino, minimizzando i fallimenti.
Se in età infantile si sottolinea i successi, il bambino diviene più sicuro di sé e sarà meno timido una volta adulto. La cultura che genera il flamenco e mediterranea, quindi incoraggi ai bambini: abbiamo tutti visto in video o dal vivo bambini che ballano flamenco benissimo e sono piccolissimi. Ci stupiamo sempre di fronte a questo, ma dobbiamo pensare che questi bambini vengono molto incoraggiati e che pertanto non sviluppano alcuna timidezza.
Nel mondo arabo accade lo stesso: se c'è un palco per qualche festa, con un palco, sicuramente i bambini vengono messi sul palco e applauditi dalla famiglia.
Nella cultura Europea del centro nord si scoraggia il fatto di mettersi in mostra se non si è molto preparati.
E' evidente che in generle gli andalusi sono meno timidi dei giapponesi.
Biologicamente la molecola che si occupa della timidezza, della paura, è la stessa che produce entusiasmo e coraggio: l'adrenalina. A seconda di come il soggetto interpreta la realtà, saremo timidi o coraggiosi!
Il flamenco ci obbliga a spingerci così tanto ai limiti delle nostre possibilità, che ci obbliga a sentirci molto vivi. La paura potrebbe prendere il sopravvento, ma al tempo stesso c'è il grandissimo entusiasmo di fare una cosa con enorme piacere, che ci nutre profondamente. Tutto ciò aha a che fare con l'adrenalina: il flamenco è veramente una droga.
Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco dal 1985 e di danze e musiche del mondo arabo...Fri, 01 Mar 2024 - 113 - #111 Salida del cante nei palos de Levante - Flamenco Chiavi in Mano
I palos de levante sono generi musicali sviluppatesi nel sud est spagnolo, nelle provincie di Almeria, Jaen, Granada e nella regione di Murcia. La zona è tradizionalmente legata al mondo delle miniere, ed è legata al fatto di "Conoscere il mondo dall'interno, di averne una visione intuitiva profonda".
Sono suonati in modalità flamenca, e sono liberi da vincoli ritmici (tranne eventualmente il Taranto, ma neppure obbligatoriamente). I palos tipici di questa famiglia sono Levantica, Minera, Murciana, Cartagenera, Taranta e Taranto.
Il lavoro nelle miniere offriva possibilità di sostentamento a moltissime famiglie, e dava adito ad un enorme indotto di commercio. I minatori erano sempre uomini e desideravano divertirsi. QUIndi servivano locali di intrattenimento, Siccome erano quasi tutti andalusi, il tipo di musica che volevano ascoltare era proprio il flamenco.
Ecco che tanti cantaores di varie zone andaluse si sono esibiti in quell'area mineraria, dando i natali ad uno sviluppo di cantes locali, alcuni dei quali davvero poco diffusi altrove.
In particolare è interessante a questo riguardo il paese de La Union, in provincia di Murcia, nel quale si tiene un importantissimo festival flamenco con un concorso, centralmente di cante, ma anche di altro, che si dedica totalmente a questi palos, mantenendone l'integrità storica, con una enorme cura dei particolari ed un estremo rispetto della tradizione. La Union era un importantissimo centro minerario, ed è facile ancora oggi respirarne l'atmosfera nonostante che le minierew siano state chiuse oltre 50 anni fa. Restano nel paese miniere visitabili, musei e una serie di testimonianze affascinantissime.
Il Taranto è il palo de Levante più diffuso altrove, al di fuori del concorso. E' diffuso anche perché si balla. Ed è l'unico ad ammettere il baile.
Nel percorso di un cantaor è fondamentale investigare questi cantes perché offrono grandi possibilità interpretative anche su altri palos e quindi regalano al cantaor nuovi orizzonti espressivi.
Cominciamo ad ascoltare le salidas del cante por Levante proprio dalla Minera, il palo legato a La Union, e partiamo da questo proprio come tributo all'importanza di questa cittadina. Ascoltiamo la versione di Pencho Cros, uno dei padri di questo genere, molto radicato nella cultura del paese, accompagnato alla chitarra da Antonio Fernandez, il capostipite della famiglia gitana Fernandez Munoz, che tanti srtisti ha dato al flamenco di lì. Il quejio por minera è un vero lamento, fatto in modo sommesso, con dignità e precisione.
Ascoltiamo la Murciana cantata da La Trianita (trovata negli archivi della Sociedad Pizarras). Era nata a fine 800, e a quell'epoca chi si occupava di cante flamenco erano solo uomini, mentre le donne flamenche erano ballerine.
Ascoltiamo El Cojo De Malaga, classe 1980, por Levantica figura super imprtante dei cantes de Levante (sempre dagli archivi della Sociedad Pizarras).
L'ambito musicale di queste salidas è motlo omogeneo, ma ognuna è diversa, come se ci fosse una partitura.
Ascoltiamo il cante por Cartagenera cantata con il gusto de Levnate. Antonio Pinana accompgnato dal figlio chitarrista, Antonio Pinana Hijo. I Pinana sono nati in questi cantes e li conoscono profondamente.
L'atmosfera creata dai cantaores della zona ovest dell'Andalusia quando cantano por Levante è molto diversa, meno sofferta, meno sussurrata e meno caratteristica. Somiglia più ad una salida del cante di Siguiriya o di qualche altro palo. Ti faccio ascoltare un ottimo esempio di salida por Taranto, fatta da un gigante del cante gitano sevillano, El Chocolate.
E' interessante conoscere queta differenza per capire meglio il Taranto.
L'ultimo esempio è la salida del cante por Taranta di Manuel Romero, il primo cantaor nella storia a vincere la Lampara Minera, il massimo premio del festival de La Union, nel 1978,...Fri, 23 Feb 2024 - 112 - #110 Salida del cante por colombiana e por tango-guajira - Flamenco Chiavi in Mano
Il cante por Colombianas è uno dei pochi cantes di cui conosciamo la data di nascita e l'autore. Il primo a cantarlo fu Pepe Marchena, nel 1931. L'autore creò questo palo flamenco ispirandosi ad una canzone tradizionale messicana, "El venadito", che infatti ha una melodia molto simile a quella della Colombiana, ed ebbe subito un grande successo, tanto che molti altri cantaores cominciarono ad inserirla nel loro repertorio. Perché si sia chiamata Colombiana e non Mejicana, come sarebbe forse stato più ovvio, non si sa, ma il flamenco spesso fa di questi scherzi: gioca di fantasia, è creativo e fa un po'... quello che vuole!
I cantaores dell'epoca degli anni 30 spesso si trovavano insieme nei cafes cantantes di Madrid, ed era frequente che si influenzassero l'un l'altro.
La cosa che mi pare strana è che non ci fossero salidas del cante por colombiana nei brani cantati da Pepe Marchena, e invece la salida del cante compare, fatta in maniere molto varie e creative, già negli anni immediatamente successivi alla creazione del palo, ad opera di altri cantaores. Non ho una risposta per questa domada!
Ho ottenuto i brani più antichi che ti faccio ascoltare grazie al lavoro della Sociedad Pizarras, che raccoglie e rende in formato digitale gli antichi dischi a 78 giri, regalandoci gratuitamente su youtube la possibilità di accedere ad un patrimonio che si sarebbe perso, altrimenti. Alcuni di questi cantaores non si piegarono alle leggi del mondo dello spettacolo, non vennero a compromessi con impresari o con ricchi committenti e la loro fama non superò la loro epoca. E non ebbero successo col largo pubblico. L'operazione fatta dalla Sociedad Pizarras è incredibilmente importante da un punto di vista culturale.
Ti faccio sentire diversi esempi di salidas del cante di questo palo, tutti degli anni subito successivi alla nascita del cante por colombiana, presi dal lavoro della Sociedad Pizarras.
Nei loro incredibili archivi ho scoperto La Andalucita, cantaora sevillana, che cantava, ballava suonava e nacchere e aveva un repertorio molto vario fra la canzone, il cuplé, canti regionali e flamenco, che fu poi molto famosa nelle Americhe, dove visse quasi tutta la sua vita.
El Nino de la Flor nato nel 1865 a Madrid, era un cantaor aficionado, e ha avuto qualche notorietà solo grazie al fatto di essere la seconda voce di Pepe Marchena, ma non fu un professionista.
Queste due salidas del cante usano le sillabe Lele e tiritiri.
Ascoltiamo ancora altre salidas del cante por colombiana, più compicate:
La salida del cante del El Nino de la Huerta, sevillano, classe 1907.
La salida del Nino de Fuentes de Andalucia, probabilmente l'unico cantaor di questo paese in provincia di Siviglia. Classe 1915, molto appassionato di cante, esperienze a Madrid, ma non fece compromessi e non diventò molto famoso.
Quella de El Carbonerillo, classe 1906, sevillano, era anche ballerino e maestro.
Ascoltiamo anche delle salidas più recenti, fatte da 3 cantaores degli anni '50 che hanno una particolare predilezione per questo palo, prima di tutto Ana Reverte, una voce importante del cante por Colombiana, poi Carmen de la Jara, altro punto di riferimento di questo palo. Carmen de la Jara usa Ay por colombiana, ma nessun esempio antico comportava l'uso di questo suono! Il flamenco spesso fa cose strane, e magari copia qualche cosa da un palo diverso, e forse la salida di Carmen de la Jara è influenzata dalla salida por Guajira
Ascoltiamo ancora un esempio, da parte di José Galan, di Ecija, provincia di Siviglia, che forse è la salida del cante por colombiana più largamente diffuso oggi, ed elenca già tutta la melodia del cante.
Passiamo alla salida del cante por tango-guajira, e lo studio... finisce subito: il cantaor che la creò, Manuel Vallejo (1891) non faceva salida del cante, e le sue incisioni di questo palo sono ridotte al minimo (forse una sola...Fri, 16 Feb 2024 - 111 - #109 Salida del cante por Guajira - Flamenco Chiavi in Mano
Sto facendo tutta questa serie dedicata alla salida del cante perché è importante come porta di ingresso al palo che verrà.
Benché la guajira sia il cante forse più sereno di tutto il panorama del cante flamenco, la salida del cante si fa con un ay. Non saprei proprio perché si sia usata proprio questa sillaba.
Partiamo ascoltando un esempio fatto da Juanito Valderrama, una pietra miliare del cante por Guajira.
La sua salida del cante è breve, era proprio la sua maniera di farla.
La voce sottolinea una nota e scende verso una nota più grave, sulla quale termina. Fra le due note, l'intervallo è una quinta, come se la prima fosse un sol e la seconda, quella più grave, un do. Questo fenomeno mi incuriosisce sempre perché mi fa ricordare che lo stesso intervallo viene esplorato al contrario, dalla nota più grave a quella più acuta, nel richiamo alla preghiera arabo, del quale ti faccio ascoltare una frase di esempio, cantato da uno sheikh turco bravissimo, Mustafa Ozcan. Non so se sia una coincidenza o se io stia dicendo una cavolata,e nessuno studio è stato fatto a questo riuardo, che io sappia. Ma la mia attenzione viene sollecitata!
Proseguiamo l'ascolto con una salida del cante fatta da La Argentina, una bravissima cantaora di Huelva, che è più lunga e complessa. Da dove viene? Il cante por Guajira è stato introdotto, a parere di tutti i flamencologi e anche dello stesso Juanito Valderrama, da Manuel Escacena, un cantaor storico, classe 1886. Sentiamo la sua salida del cante por guajira, che era effettivamente più lunga e complessa.
Questo esempio di cante è preso dal lavoro infinito fatto dalla Sociedad Pizarras, in Spagna. Queste persone stanno facendo un lavoro incredibile, raccogliendo dischi antichi, quelli registrati sui primi dischi a 78 giri, molto spessi, che in Spagnolo si chiamano Pizarras e che non saprei come tradurre in italiano. La Sociedad Pizarras compra questi dischi antichi, anche pagandoli a prezzi carissimi, li ridigitalizza e li pubblica su un canale youtube, che si chiama Flamendro, e li puoi ascoltare lì con estrema facilità. Stanno salvando un patrimonio che in parte sarebbe scomparso perché mai nessuno ha rimasterizzato molti di quei dischi, gettandoli nell'oblio.
Ricordiamoci che la storia del flamenco è ciò che fa del falemcno quello che esso è in questo momento, quindi se ti piace il flamenco non ti puoi esimere dall'investigare la sua soria.
L'esempio successivo è cantato da Bonela Hijo, un cantaor molto radicato nella tradizione del cante flamenco, con una aficion incredibile.
Ascoltiamo ancora un esempio di salida del cante por Guajira, fatto dal cantaor di Huelva Jesus Corbacho, che ha una grande esperienza nel cante per accompagnare il baile.
Osserviamo che la velocità del brano cantato da Escacena è molto elevata, mentre Valderrama cantava la guajira ad una velocità molto inferiore. Molti cantaores hanno cantato la guajira con una velocità di parecchio inferiore a quella di Escacena, influenzato di Valderrama, ma oggi molti cantaores tendono a ritornare alla velocità antica.
Come ultimo esempio ti faccio un piccolo regalo: una letra al posto di una salida del cante, che Jeromo Segura ci ha proposto durante l'ultimo stage di cante flamenco tenuto al Mosaico Danza a Milano. Jeromo dice che quando c'è il baile, per un cantaor è molto bello dirigersi direttamente a lui/lei con una letra invece che con un semplice ayeo, perché questo instaura una comunicazione più immediata e crea un coinvolgimento maggiore, che porta chi danza più direttamente dentro al cante.
Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e di danze e musiche del mondo arabo dal 1985. Dal 1990 insegno baile flamenco a Milano al Mosaico Danza e un lavoro sulla espressione delle emozioni attraverso le danze del mondo arabo che ho chiamato Lyrical Arab Dance.
Quando insegno, spesso mi viene proposto...Sun, 11 Feb 2024 - 110 - #108 Salida del cante por Farruca. Tango de Malaga e Garrotin - Flamenco Chiavi in Mano
Affrontiamo una analisi della salida del cante in 4/4 lento.
Farruca, Tango de Malaga e Garrotin sono tre cantes importanti, che hanno alcuni aspetti in comune fra di loro, e che analizzeremo con alcuni esempi.
Quando ascoltiamo un ritmo di 4/4 lento in scala minore pensiamo subito alla farruca, che di solito si ricorda anche chi non conosce molto del flamenco. Soprattutto la farruca è spesso accompagnata dal baile, e il pubblico ne rimane sempre molto colpito. La scala minore è comune anche a molti altri generi musicali, quindi anche per un neofita non è strana, e si ricorda con facilità.
Ma non tutto ciò che suoa in scala minore, lento in 4/4 è farruca. Può essere infatti Tango de Malaga. Se il chitarrista non ha tanta esperienza, confonde un po' l'identità dei due palos, e spesso magari utilizza una falseta di farruca in tango de Malaga, creando un'atmosfera meno adatta a questo palo.
Fino a che non compare il cante, non si sa quale sarà il palo che verrà, ma già con la salida del cante, tutto si chiarisce.
Partiamo dal cante di Antonio Mairena por Tango de Malaga. Antonio Mairena è una pietra miliare del cante gitano, e nell'esempio che ascoltiamo canta una salida del cante molto lunga, che oggi solitamente si fa molto più corta. La salida por Tango de Malaga si fa sempre con Ay.
La musica è molto simile a quella della farruca, che però ha una salida del cante diversissima, fatta con un trantrantrero, e con una melodia speciale, che viene praticamente ripetuta alla fine delle letras. Nell'esempio che ascoltiamo, abbiamo un'altra pietra miliare del flamenco: Juanito Valderrama, la classica voce non gitana, che cantava con una qualità acuta, sottile, che sfruttava la grazia e la sensibilità della sua voce.
Ascoltiamo anche un'altra salida del cante por farruca, più attuale rispetto all'esempio precedente, da parte di Ricardo Fernandez Del Moral, vincitorre della lampara minera del festival de La Union nel 2012, e di molti altri premi. Ricardo ha la particolarità di essere cantaor e chitarrista insieme, e si accompagna al cante da solo, con il risultato di capire molto bene il flamenco da due punti di vista diversi.
Un altro cante di 4/4 lento che viene introdotto con la sillaba tran tran trero è il garrotin. Quindi ascoltare solo le sillabe non ci basta a capire che cante sia. Occorre anche ascoltare la scala musicale.
Il garrotin non viene molto interpretato, ma è motlo divertente. L'esempio scelto è cantato dalla Argentina.
Il cante por garrotin è anche caratterizzato, come la farruca, dalla presenza di un ritornello alla fine delle letras, che può essere anche cantato alla fine della salida del cante, cosa che sentiamo nell'esempio di Segundo Falcon.
La salida di un cante mantiene una linea melodica molto precisa, mentre i cantaor può lavorare sull'espressività ma onn può cambiare la melodia.
Il flamenco si costruisce sulla propria tradizione, ed è importante che resti così.
Sono Sabina Todaro, mi occupo di Flamenco e di musiche e daze del mpondo arabo dal 1985. Dal 1990 insegno baile flamenco e Lyrical Arab Dance, un lavoro sull'espressione delle emozioni attraverso la danza.
Insegnando, lavoro spessisismo su Tango de Malaga e Garrotin anche con i livelli più bassi perché le melodie non sono troppo difficili da capire anche per un orecchio ancora inesperto.
Il flamenco si basa sempre sulla propria tradizione e fa riferimento alla conoscenza che lo spettatore ha del flamenco stesso. Richiama esperienze, memorie già vissute dallo spettatore.
La salida del cante è come la copertina di un libro che ci indica quale sarà l'argomento e ci invita a leggere, ad ascoltare e a godercelo il più possibile.Sat, 03 Feb 2024 - 109 - #107 Salida del cante con lele - Flamenco Chiavi in Mano
Cominciamo ad analizzare la salida del cante in 4/4, a partire da quella che utilizza le sillabe Lele Ay. In altri pèodcast ci saranno salidas del cante por farruca, garrotin, tango de Malaga ecc.
Per prima cosa ascoltiamo una salida por tango, cantata dalla cantaora di Jaen Gema Jimenez, in cui si sente molto bene il lele cantato per esteso.
La frase Le le Ay viene dalla musica araba. Il fenomeno nella musica araba si chiama Layali, che significa notti: il cantante utilizza le parole ya leil ya ain, o notte o occhio , per farla. A volte il cantante dice Leyli, che significa mia notte. L'esempio scelto è un cantante egiziano, Saleh Abdel Hay, classe 1896. Chi ascolta i miei podcast sa che mi piace molto andare indietro nella storia per individuare le radici delle tradizioni,
Il seguente esempio è una salida del cante por tientos, cantato da José Mercé, e il seguente è Dolores Vargas la Terremoto, figura di punta del flamenco pop e della rumba catalana degli anni 70. Famosa la sua rumba Achilipu, che chiunque conosca questo ambito musicale conosce di certo.
Il cante utilizza lele o anche lere.
La salida del cante flamenco è molto tradizionalista e il cantaor non ha la libertà totale di improvvisare come voglia, cosa che invece fa il cantante arabo, che ha assolutamente carta bianca nella creatività, mantenendo sempre il vincolo con la scala musicale.
Nella musica araba colta la libertà creativa del cantante viene espressa tanto nel layali, mentre nelle seccessive parti della musica magari c'è un obbligo forte di seguire una tradizione, quasi una musica classica.
Come utlimo esempio ti faccio ascoltare Pedro el Granaino por Solea, che non voglio escludere da questo elenco di salidas con lele, anche se non è in 4/4 perché è importante sapere che esiste. Pedro è un cantaor bravissimo, con una voce incredibilmente simile a quella di Camaron, e sta avendo parecchio successo. Da ascoltare con attenzione l'accompagnamento del chitarrista Antonio Patrocinio Hijo, che ha una dote incredibile nel mostrare qual'è il ruolo della chitarra nel flamenco.
Sono Sabina Todaro mi occupo di flameno e musica e danza del mondo arabo dal 1985. Dal 1990 insegno baile flamenco ed un lavoro sull'espressione delle emozioni attraverso danza e musica del mondo arabo che ho chiamato Lyrical Arab Dance.
Sono molto appassionata di musica e mi piace enormemente trovare le radici comuni fra queste due forme di musica. Quanto più capisco il flamenco tanto meglio capisco la musica araba e viceversa.
La prima volta che hoo sentito una salida del cante con lele, mi sono detta "conosco già questa cosa!". Effettivamente avevo iniziato ad ascoltare musica araba un po' prima, quindi avevo già un background con l'improvvisazione canora fatta con ya leil ya ain.
Non ho mai trovato in un libro questo parallelo, non perché non ci sia ma perché nella mia conoscenza non illimitata non l'ho incontrato. Ma mi sembra evidente!
Il flamenco è come un crogiuolo in cui un orafo butta elementi diversi, e fonde tutti i metalli per creare un gioiello nuovo, in modo creativo e sempre interessante.
Oggi si usa tanto parlare di inclusione e di linguaggio inclusivo: il flamenco è davvero inclusivo!Sat, 27 Jan 2024 - 108 - #106 Esempi di salida del cante por cantiñas - Flamenco Chiavi in Mano
Ecco una serie di esempi di salida del cante della famiglia delle cantiñas: Alegria de Cadiz, Alergia de Cordoba, cantiña, Mirabras, romera caracoles e La Rosa.
Gli esempi sono presi da cantes di artisti affermati e significativi nel panorama della storia del flamenco, e sono commentati nel loro contesto.
Sono Sabina Todaro mi occupo di flamenco e danze e musiche del mondo arabo dal 1985, dal 1990 insegno a Milano baile flamenco e un lavoro interessante sull'espressione delle emozioni attraverso le danze e le musiche arabe che ho chiamato Lyrical Arab Dance.
Mi definisco tossicodipendente da cante flamenco, e voglio sempre indicare ai miei allievi l'importanza di conoscere la storia del flamenco. Quando si capisce meglio come funziona qualcosa ne si può godere al meglio e l'apprendimento risulta più completo e soddisfacente.Fri, 12 Jan 2024 - 107 - #105 Esempi di salida del cante con il suono ay - Flamenco Chiavi in Mano
In questo podcast facciamo una analisi di vari esempi di salida del cante che utilizzano l'Ayeo, che usa il suono Ay o I per introdurre il cante. Questi suoni vengono anche chiamati Quejío, lamento.
Partiamo da una Siguiríya cantata da Camarón de la Isla. Tradizionale e molto personale insieme. Camarón era sempre molto spontaneo e personale. L'introduzione por siguiíya è sempre tiritiritiri-ay. Il suono Tiri è molto esplosivo e aiuta ad entrare in questo palo così forte. Nel quejío por siguiríya si sente tantissimo la scala flamenca e in particolare la cadenza andalusa. In pratica viene percorsa profondamente.
Ascoltiamo un esempio di quejío por Soleá, fatto da un altro gigante del flamenco, punto di riferimento assoluto per quello che riguarda la Soleá: Antonio Mairena. Anche nel quejío por soleá si sente chiarissimamente la cadenza andalusa.
Ascoltiamo un esempio di quejío por Malagueña, cantato da Antonio Chacón, una pietra miliare di questo cante, tant'è che ha creato uno stile, la Malagueña de Chacón. Antonio Chacón diede un grande impulso a questo palo e anche a molti altri, pur non essendo gitano. Portò il cante flamenco su palcoscenici internazionali, e infatti fu anche criticato da molti gitani, che considerarono questa operazione un po' troppo commerciale.
Il quejío por Malagueña si introduce con il suono "Giagiay", molto caratteristico, e presenta proprio bene le note della cadenza andalusa.
Questi cantes sono molto antichi e addolorati, legati all'anima andalusa, gitana e quindi flamenca.
Come esempio di quejío di cantes de levante ho scelto Carmen Linares, che è della zona più ad est dell'Andalusia, appunto di Linares, in provincia di Jaen. L'esempio che ho scelto è una taranta-minera. E nel quejío si sente un riferimento ad ambedue i cantes, taranta e minera.
I quejíos dei palos di levante sono un lamento, non un urlo di dolore, come invece lo sono quello di Siguiríya e di Soleá.
Ascoltiamo anche un esempio di salida del cante por minera. Il cantaor è Jeromo Segura, che è di Huelva ma ha studiato talmente in profondità i cantes di Murcia che è davvero un esempio molto aderente alla tradizione in particolare di La Unión, un paese in provincia di Murcia, nel quale c' è un concorso dedicato proprio ai cantes de levante, delle miniere. La voce viene mantenuta per una quantità di tempo incredibile, ed è proprio una caratteristica peculiare del cante por minera.
Ascoltiamo anche un altro esempio di un quejío con Y, quello particolarissimo por Caña, fatto da Enrique Morente con la chitarra degli Habichuela, garanzia di una grande qualità. Introduce con E Ay, e seguono dei caratteristici Y con una melodia particolare, tipica della Caña, della Policaña e del Polo, di cui parleremo meglio in un altro podcast. Anche in questo si sente molto la cadenza andalusa. L'atmosfera è molto diversa da quelle precedenti, non c'è quel dolore, quella profonda tristezza, quel dolore.
Ascoltiamo anche un altro esempio, in cui la salida del cante è fatta con Ay, ma si tratta di una Cantiña: ci sono Y e Ay, ma l'atmosfera è proprio diversa! Si tratta di palos allegri, solari. Qui ti faccio ascoltare un esempio di Caracoles. Come mai si usa Ay in una cosa allegra? In realtà ogni cantaor fa queloc he sente, a seconda dei suoi gusti, del momento creativo, del suo stile perosnale. Magari poi la cosa piace e diventa patrimonio comune. Non si può tagliare il flamenco con un coltello! L'esempio che ti faccio ascoltare è il cantge di José Menese accompagnato da Antonio Carrion, entrambi sivigliani. Antonio Carrion è super appassionato di cante, e probabilmente il suo sogno nel cassetto sarebbe proprio di essere un cantaor.
Non ggiungo altri esempi di salida del cante che sfrutta Ay non perché non ci siano ma perché non voglio confonderti, e anzi voglio stimolare le tue capacità di ascoltare e riflettere.
Sono Sabina...Fri, 15 Dec 2023 - 106 - #104 La salida del cante - Flamenco Chiavi in Mano
La salida del cante è la partenza del cante, la preparazione a cantare che il cantaor flamenco fa per sintonizzare la sua voce (e tutto l'uditorio) sull'atmosfera del palo che si accinge ad interpretare.
Le melodie utilizzate per fare questo sono in gran parte del tutto codificate dalla tradizione.
Nel prossimo podcast ti darò esempi pratici commentati.
Con la salida del cante, il cantaor entra nella stanza emozionale del palo e ne definisce l'anima, utilizzando delle sillabe particolari: ay ay, le lé, le ré, tirititran, torrotro, tiritiri.
Quando il cantaor fa ayay viene definito quejio (appunto, lamento) o ayeo, onomatopeicamente.
Ogni palo specifico ha una introduzione del cante peculiare, e quindi la salida del cante già ci dà grandi informazioni sull'identità del palo che arriverà.
Tirititran probabimente viene dal fatto che la lettera T essendo dentale, è molto secca ed esplosiva, ritmica, molto più di altre lettere, e la lettera R somiglia al rasgueo, alla tecnica chitarristica in cui la mano si muove come un ventaglio e tocca tutte le corde come un rullo di tamburo. Il tirititran più famoso è quello di Alegria de Cadiz, ma non tutte le Alegrias vanno introdotte con il tirititran: l'Alegria de Cordoba no!
Ricordo un aneddoto simpaticissimo, raccontato in concetro dal grandissimo cantaor gaditano Chano Lobato: un cantaor, Ignacio Epeleta, in un Café cantante, doveva cantare ma aveva appena partecipato ad una festa, in cui aveva molto apprezzatogli ottimi vini della zona, e la sua memoria era un po' offuscata dall'alcol. Cominciò a cantare usando apputno queste lettere tirititran, non ricordando il verso poetico. La cosa piacque e da un "problema" la storia del flamenco fece nascere una tradizione.
Le sillabe Le lé, Le ré terminano con Ay, vengono dall'arabo: l'introduzione del canto arabo avviene con le parole Ya Lel, Ya Ain, o notte o occhio. Da lì sicuramente viene! La salida del cante con Le lé avviene ad esempio por tango e soprattutto por tiento.
Una cosa che fa il cantaor prima di iniziare a cantare molto spesso, è il temple: un piccolo ay che il cantaor fa sottovoce, per intonare la nota di base. Nei dischi viene poi rimosso, o forse il cantaor lo fa con un volume così basso che non si sente, ma il fenomeno è molto comune.
Il cantaor dovrebbe appunto portare con sé tutti i presenti a sintonizzarsi sulla emozionalità del palo in questione: se lo ascolti bene ti aiuterà ad entrare meglio nello spirito del palo.
Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e di danze e musiche del mondo arabo dal 1985. Insegno baile flamenco a Milano dal 1990 e un lavoro sull'espressione delle emozioni attraverso le danze del mondo arabo che ho chiamato Lyrica Arab Dance.
Quando insegno a volte gli allelivi si straniscono che non si balli durante la salida del cante. I ballerini bravi non ballano, ma ascoltano.Se guardi su Youtube lo vedrai: i ballerini che non sono tanto bravi a volte ballano nella salida del cante, zeppando il tutto con mille passi che li distraggono dal cante. Ma quelli bravi ascoltano, per sintonizzarsi sul cante.
Il flamenco è come una torta meravigliosa, con frutta, creme ecc. Assaporala tutta, non concentrarti sui passi che sono come avere una torta buonissima e mangiarne soltanto due ciliegine. Soffermati ad ascoltare la salida del cante e potrai assaporare meglio tutta la torta!Fri, 08 Dec 2023 - 105 - #103 Da dove nasce il termine Flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
Molti studi si sono fatti per capire da dove venga questo termine.
In spagnolo il termine flamenco non indica solo la forma d'arte che tutti amiamo ma indica anche il fenicottero e l'aggettivo fiammingo, originario delle Fiandre.
Qualcuno ha ipoìtizzato che il termine appunto venga da "fenicottero", dato che il bailaor spesso sta su una gamba sola, in posizioni un po' strane. Personalmente non credo sia questa l'origine del termine, ma per dovere di cronaca la elenco.
Altri hanno ipotizzato che si sia dato al flamenco questo nome perché i gitani nella loro lingua, il Calò, usano termini "strani" che non vengono dallo spagnolo. Al tempo stesso non vengono nemmeno dal fiammingo, ma si può immaginare che sia stato dato questo nome per identificare qualcosa di "esotico", di "straniero". Un viaggiatore inglese, Borrow, disse che il termine veniva dalle Fiandre, proprio perché i gitani venivano considerati come provenire da lì. E' però un falso storico...
Un'altra interpretazione fa venire il termine dall'arabo. In effetti, la prima parte della parola suona simile a "fellah" che in arabo significa contadino. Però la seconda parte del termine a me personalmente non risulta chiara, in arabo. Inoltre facciamo un piccolo ragionamento: se il termine venisse davvero dall'arabo, per quale motivo non sarebbe stato usato per 3 secoli e mezzo dopo la cacciata dei mori dalla Spagna, per poi riemergere a fine 700- inizio 800?
Il folklorista spagnolo Manuel Garcia Matos dice che a fine 700 comparve un termine di argot: flamenco per indicare un fanfarone, un maleducato, e ancora oggi si dice "no te pongas flamenco" per indicare a qualcuno di non essere esagerato, invadente, rumoroso. Però oggi in accezione positiva si può dire "un tio flamenco" per indicare una persona generosa, coraggiosa, che non ha vergogna.
In ogni caso, questo argot dell'epoca venne usato molto per riferirsi ai gitani, che nella storia erano discriminate, dovendo subire leggi molto restrittive e punitive. Fino al regno di Carlo III i gitani non avevano neanche lontanamente una parità giuridica rispetto al resto della popolazione, quindi il termine flamenco indicava spesso un gitano, in particolare un gitano andaluso, come termine dispregiativo.
Il termine è poi passato dall'indicare il gitano andaluso ad indicare la sua produzione artistica, e il flamenco assunse il valore che attribuiamo oggi. Il termine flamenco significa cante flamenco. In spagnolo se dico "cante" non intendo dire "canto" ma proprio cante flamenco! E viceversa.
Il termine flamenco deriva quindi più probabilmente dall'identità che il popolo gitano dava a se stesso, superata la vergogna e rinforzato l'orgoglio di appartenenza. In effetti nella mentalità andalusa, che è scherzosa e vivace, c'è l'uso di indicare qualcosa di brutto usando una parola bella o viceversa, in modo ironico, quindi è molto probabile che ad un certo punto sia passato da essere negativo ad essere positivo.
Il termine ad un certo punto si è identificato con il cante, che è in sé stesso una forma di cultura, complessa e completa.
Sono Sabina Todaro, mi occupo di danza e musica del mondo arabo e di flamenco dal 1985, e dal 1990 insegno baile flamenco e una forma di ricerca espressiva attraverso le danze del mondo arabo.
Quando insegno, spesso le persone mi chiedono che cosa significhi il termine flamenco, e spesso lo storpiano (flamengo, flamingo... oggi sempre meno spesso, in realtà. Forse stiamo imparando!). La certezza non ce l'abbiamo.
Perché è importante definire l'origine etimologica di un termine? Perché è importante creare una definizione? Perché si crea un contenitore, che ci permette di definire di cosa si tratta e quale sia la forma di pensiero che genera questo concetto.
E' vero che il flamenco è particolare, strano, esotico (Fenicottero, Fiammingo...), con origini arabe... tutto può essere, perché...Fri, 01 Dec 2023 - 104 - #102 Perché il flamenco è patrimonio dell'Unesco - Flamenco Chiavi in Mano
Unesco è la United Nations Educational Scientifical and Cultural Organization. Si occupa di preservare la diversità culturale, che potrebbe venire inghiottita dalla globalizzazione. Preserva siti di interesse cuklturale e geografico, importanti per la storia dell'uomo, e si occupa di conservare la cultura locale.
Ciò che l'Unesco protegge non è protetto per la sua bellezza, ma perché rappresenta un ambiente specifico, con una storia ed una appartenenza sociale e culturale, di una forma creativa, di sviluppo, con proiezione verso il futuro, che si trasmette in maniera transgenerazionale. Deve essee tipico di un popolo specifico.
Nel 2010 una grande delegazione di artisti del flamenco e diverse istituzioni, le Regioni Murcia, Andalusia e Estremadura, il ministero della cultura spegnolo presetarono la richiesta di riconoscimento del flamenco come patrimonioi immateriale dell'umanità. Il 16 novembre di quell'anno l'Unesco accetta di riconoscere il flamenco.
Ecco le motivazioni:
Il flamenco identifica la storia della comunità gitana andalusa, che lo ha prodotto in gran parte
Coinvolge artisti, scuole, istituzioni, industria e cultura
Si identifica con il territorio andaluso e si sta espandendo da tempo a Murcia ed Estremadura, ma anche in tutta la Spagna e persino a livello internazionale. Ci sono influenze sempre più internazionali.
Il flamenco non comprende solo l'arte performativa, ma è anche forme di cultura, situazioni di vita quotidiana, feste, alcuni tipi di lavoro, come il fabbro ferraio o chi produce le ceste di vimini. Abbraccia vari contesti sociali, la relazione con la natura, persino il modo che le persone pensano a se stesse.
L'Unesco analizza il flamenco descrivendone gli aspetti: Il Cante viene eseguito prevalentemente in modo solistico, con testi brevi e concisi molto sentiti ed emozionali, che collegano le persone fra di loro.
La danza esplora diverse emozioni e diversi stili ed è molto espressiva e personalizzata.
Il toque è originariamente concepito come accompagnamento, ma sempre di più diviene forma solistica (nel video di presentazione si vede subito Paco de Lucia!)
Il flamenco si estende ben oltre le sue forme d'arte, con rituali, espressioni che permeano la vita quotidiana del suo contesto sociale. Identifica l'identità andalusa.
Grande importanza hanno le famiglie gitane che hanno tramandato da una generazione all'altra questa cultura.
Coinvolge istituzioni educative, le penas flamenche, i conservatori, le università, studiosi dedicati al tema, locali di spettacolo, teatri, festival e tablaos, e coinvolge una grande quantità di persone che se ne occupano. Rappresenta una parte molto significativa del patrimonio culturale della Spagna del Sud.
Essere patrimonio dell'Unesco significa per il flamenco poter avere maggior visibilità, aumentando la consapevolezza locale ed internazionale. Questo dovrebbe preservare il flamenco nella sua essenza più profonda, e tramandarlo per le prossime generazioni.
L'Unesco si propone di creare iniziative anche legali per dare al flamenco visibilità e mantenerlo in vita. La comunità stessa che lo produce se no dovrà prendere cura. Le sue zone di origine devono creare leggi specifiche per mantenenre la sua continuità storica.
Sono Sabina Todaro mi occupo di flamenco e danze del ondo arabo dal 1985, e dal 1990 insegno baile flamenco a Milano e un lavoro sulla espressione delle emozioni attraverso le danze del mondo arabo che ho chiamato Lyrical Arab Dance.
Spesso con gli allievi parlo del fatto che il flamenco sia stato inserito nella lista dei beni immateriali dell'umanità dell'Unesco. Noi ignoranti pensiamo che lo sia stato perché è tanto bello e piace tanto nel mondo. Ma le ragioni sono ben altre! Di tipo storico e culturale, e nel senso di continuità intergenerazionale che ha.
Che cosa possiamo fare noi stranieri a riguardo?...Fri, 24 Nov 2023 - 103 - #101 16 novembre: Giornata Internazionale del Flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
Il 16 Novembre è la giornata Internazionale del Flamenco. Esiste perché è una forma d'arte meravigliosa e viene amata da tantissime persone al mondo. La data è stata scelta per commemorare il fatto che l'Unesco abbia dichiarato il Flamenco Patrimonio immateriale dell'umanità il 16 novembre 2010. Lo stesso giorno del 2011 la Giunta di Andalusia ha stabilito che il 16 novembre sarebbe stato il giorno del flamenco in Andalusia. Per estensione, tutte le entità che si occupano di flamenco hanno "cavalcato l'onda" del successo del fatto che l'Unesco abbia dichiarato il flamenco patrimonio culturale immateriale dell'umanità, diffondendo così questa celebrazione a livello mondiale.
Celebrare il flamenco implica invitare le persone ad avvicinarsi al flamenco e ad approfondirne la conoscenza, nella sua globalità culturale.
Se si vive in Andalusia o almeno in Spagna questo ha una valore concreto, ma se si vive come nel mio caso altrove, non ci sono attività culturali da seguire legate al flamenco. Nessuno spettacolo, mostra, conferenza, esposizione... Che cosa possiamo fare quindi?
Possiamo dedicare, il 16 di novembre, una parte della nostra giornata ad approfondire il flamenco, a cercare informazioni a riguardo. Sempre dico "Benedetto internet e San Youtube!" che ci permettono di esplorare il flamenco pur vivendo lontano dalla sua terra di origine. Questo può essere il nostro contributo personale!
Come mai l'Unesco ha attribuito al flamenco questo statuto di patrimonio immateriale dell'umanità? Perché ha fortissime tradizioni, esiste nel tessuto socio culturale della sua terra di origine, e al tempo stesso si evolve, si innova. Non è "archeologia" di se stesso!
La candidatura fu presentata dal governo spagnolo, dalla regione di Murcia, delle Regioni Andalusia e Estremadura, sottolineando che si tratta di una cultura intergenerazionale, presente nella vita quotidiana, nelle celebrazioni pubbliche e private. Fra l'altro il flamenco muove parecchio turismo, che a sua volta genera un indotto economico considerevole.
Il flamenco come forma di arte genera una creatività ed una evoluzione artistica considerevoli, davvero uniche al mondo.
La chitarra flamenca è conosciuta ovunque nel mondo, ben oltre i confini spagnoli. E coinvolge l'uditorio fortemente, al di là della sua origine culturale.
Per capire il flamenco non è necessario conoscerlo, o appartenere alla sua origine culturale. Ha un'energia talmente forte ed una emozionalità talmente chiara...
Il baile ha coinvolto chiunque lo abbia visto in tutto il mondo. "Arriva" facilmente. Spesso si dice che il baile è passionale e sensuale. Questi due termini sono spesso usati a sproposito oggi, ma passionalità viene da patior, sentire, ascoltare ciò che si sente, e sensualità significa sentire, ascoltare cosa sente il corpo. Allora sì: il baile flamenco è passionale e sensuale!
Il cante flamenco commuove profondamente anche se non si conosce una parola di spagnolo. I neonati ben prima di conoscere il significato delle parole capiscono perfettamente cosa si dice loro interpretando i segni significativi del linguaggio: tono, velocità, espressività! Ecco che il cante flamenco è comprensibile anche a chi non conosce la lingua spagnola!
La giornata del flamenco può essere vissuta dedicando a questa arte un piccolo spazio di riflessione, di ascolto e di comprensione.
Sono Sabina Todaro insegno baile flamenco e Lyrical Arab Dance, un percorso sull'espressione delle emozioni attraverso le danza del mondo arabo dal 1990, e mi occupo di queste forme di cultura dal 1985.
Vivo immersa nel flamenco, che insegno quasi ogni giorno, per cui effettivamente per me non c'è un giorno speciale per dedicarmi al flamenco, ma lo sono tutti! Ma il 16 di novembre è bello pensare che uniamo tutti le nostre forze e mandiamo al flamenco una energia personale, il nostro contributo al futuro del flamenco....Thu, 16 Nov 2023 - 102 - #100 Le peñas flamencas e il flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
Le peñas flamencas sono circoli culturali in cui la gente si riunisce per scopi legati al flamenco, ma anche ad altro: cultura, socializzazione, persino sedersi ad un tavolo e bere o mangiare in compagnia. Si trovano centralmente in Andalusia, ma un po' ovunque in Spagna (e oggi, nel mondo).
Sono il cuore della tradizione del flamenco, poiché grazie alle peñas il cante, che è la parte più centrale a cui si dedica l'attività dei circoli è stato tramandato non solo dai professionisti ma anche dalla gente comune.
In una peñas flamenca è possibile ascoltare il cante di qualcuno che di professione fa tutt'altro. che magari non canta neppure benissimo, ma che ricorda cantes antichi, a volte ormai scomparsi o dimenticati perché non incisi o non rappresentati in spettacoli più "ufficiali"- Qualcuno che canta come cantava suo nonno o un vicino di casa tanto tempo prima. E che, avendolo vissuto di prima mano, ce ne possa dare un esempio e farci capire.
In una peña è anche possibile discutere del flamenco, confrontarsi, e avvicinare il flamenco storico con le nuove tendenze. A volte avvicina generazioni diverse accomunate dalla passione per il cante.
Spesso le peñas invitano cantaores anche di primissimo rilievo ed organizzano spettacoli, dando alla popolazione la possibilità di ascoltare un flamenco anche di grande qualità senza doversi spostare dal paese e senza dover comprare il biglietto di ingresso in un grande e costoso teatro. Oggi è spesso difficile invitare bravi cantaores nelle peñas, perché hanno dei costi molto alti, e quindi è possibile invitarli solo se i cantaores accettano di adeguare il proprio tariffario al budget delle peñas.
A volte le feste di paese possono ospitare uno spettacolo di flamenco solo grazie allo sforzo economico e anche pratico ed organizzativo delle peñas del paese. Dovrebbero essere le istituzioni a sostenere le peñas, ma a volte succede il contrario.
Attenzione a non aspettarsi di trovare necessariamente il baile inuna peña flamenca: solitamente il baile non è presente, o magari vi si tengono soltanto corsi di Sevillanas per i bambini del paese.
Un'altra qualità delle peñas è quelle di essere un palcoscenico per i nuovi talenti, nel quale i giovani cantaores si possono confrontare con persone anziane e imprare dalla loro esperienza, in situazioni abbastanza informali da essere tranquillizzanti, ma non così leggere come potrebbe accadere in un salotto privato o un bar.
Dato che in Spagna c'è stata una dittatura fino al 1975, non era possibile riunirsi, per cui anticamente si organizzavano riunioni informali, a casa di qualcuno, in spazi privati, quasi clandestinamente. E lì si riunivano le persone ad ascoltare il cante. Addirittura c'è una peña di Moron de la Frontera, vicino a Siviglia, che si chiama Los Llorones, i piagnoni, proprio perhcé la gente vi si riuniva per ascoltare il cante e commuoversi fino alle lacrime!
Oggi si studia il flamenco da internet, o da un cd, ma storicamentele peñas erano un luogo in cui era possibile ascoltare, conoscere, approfondire, riconoscere l'identità culturale del flamenco. E è importante continuare a riconoscere il loro ruolo storico.
Nella mia esperienza sperimentare l'emozione enorme di sentire un cantaor non professionale cantare proprio per me in una peña andalusa perché in quel momento io, straniera ed appassionata al flamenco, ero l'ospite d'onore è stata una cosa indimenticabile.
Sono Sabina Todaro mi occupo di flamenco e di danze e musiche del mondo Arabo dal 1985. Dal 1990 insegno baile flamenco a Milano e un lavoro sull'espressione delle emozioni attraverso le danze del mondo arabo che ho chiatamo Lyrical Arab Dance.
Ai miei allievi consiglio di andare in Andalusia e cercare le peñas, entrare e farsi raccontare qualcosa sulla storia del flamenco dalle persone presenti.
La prima volta che sono andata a studiare flamenco in...Mon, 06 Nov 2023 - 101 - #99 Costruire la sensibilità musicale verso il flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
Come si può costruire la propria sensibilità musicale nel flamenco, non potendo toranre indietro all'infanzia? Il cervello continua ad imparare e a reagire agli stimoli che abbiamo intorno a noi. Quindi la nostra educazione musicale può essere coltivata nella vita anche ben olrte la prima infanzia.
Quando si affronta un genere musicale nuovo, occorre un po' ci conoscenza, di abitudine all'ascolto. Il nostro cervello assorbe lo stimolo e risponde, ma ha anche una risposta cognitiva: quella di prevedere ciò che succederà rispetto a ciò che sa. A volte il cervello "si annoia" perché sente accadere troppo spesso ciò che si prefigura, ma dall'altro canto è per il cervello rassicurante verificare che quello che abbiamo previsto si compia. I bambini chiedono di ripetere mille volte gli stessi giochi, le stesse favole, le stesse musiche, anche se li conoscono a menadito! Il cervello si tranquillizza e impara al tempo stesso. Lo stesso accade per la musica: Si va ad ascoltare volentieri ciò che somiglia a quanto già conosciamo. Oppure, la parte più intellettuale di noi viene stimolata dall'ascolto di musica estremamente diversa da quanto già conosciamo, e viene affascinata dalla novità.
Tutto ciò che può avvicinare il nostro orecchio al flamenco, è ben accetto. Io detesto il Flamenco Chill Out, o le deformazioni del flamenco verso la musica commerciale, o la musica ambient un po' afflamencata, perché amo il flamnco nella sua essenza. Ma, mi dico, sono una porta di accesso ad una musica così complessa!
I flamencologi e i musicisti flamenchi solitamente detestano questi generi musicali "leggeri": li considerano come un errore o una mancanza di rispetto nei confronti della tradizione, perché hanno in mente cose meravigliose!
Il nostro orecchio è disponibile ad ascoltare qualcosa che somiglia a quanto conocsiamo già! Per noi stranieri è senz'altro così!
Ma funaziona anche con gli spagnoli, e addirittura con gli andalusi, per coloro che non sono molto interessati al flamenco, li aiuta a forgiare il loro orecchio, e a portarlo verso il flamenco.
Per costruire la nostra sensibilità musicale può essere utile rivolgere l'attenzione a tutti gli stimoli sonori che abbiamo intorno. Rumori di fondo, suoni vari. Il rimbombo dei suoni nelle diverse stanze della nostra casa: ad esempio nel bagno c'è una sonorità molto diversa da quella che abbiamo nel salotto!
L'attenzione al suono ci può aiutare ad aprire una porta di risposta al suono.
Il cervello risponde agli stimoli, ma è anche capace di non ascoltare gli stimoli. Di selezionarli. Per fortuna lo sa fare, perché se non sapessimo selezionare gli stimoli non potremmo mai mantenere l'attenzione su nulla!
Il corpo viene in realtà continuamente influenzato da quanto gli accade intorno, e possiamo osservare che se la nostra attenzione al suono cresce, il corpo risponderà con gesti e suoni in modo più attivo e ricco.
Ascoltare con tutto il corpo è una azione volontaria, che camb ia completamente il modo di vivere la musica.
Siccome non viviamo in un ambiente in cui il flamenco è quotidianità, bisgona che scegliamo di ascoltarlo di più! Per capire il flamenco bisogna imparare a rispondere ad esso, con emozioni, gesti, suoni. La musica fa affiorare emozioni e la voglia di rispondere. Lascia la porta aperta e tutto funzionerà!
Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e di danze e musiche del mondo arabo dal 1985. Insegno dal 1990 baile flamenco e Lyrical Arab Dance un percorso sull'espressione delle emozioni attraverso le danze e le musiche del mondo arabo. Sono tanti annni che vedo corpi che rispondono alla musica, e vedo crescere la sensibilità musicale dei miei allievi quanto più collegano le emozioni alla musica.
Imparare gesti meccanici non costruisce in noi una sensibilità musicale, e non ci fa migliorare le capacità nel flamenco. Ma non appena si apre la...Fri, 27 Oct 2023 - 100 - #98 La costruzione della sensibilità musicale - Flamenco Chiavi in Mano
Se devo costruire una sensibilità musicale nel bambino è necessario che lo porti verso il suono, stimolandolo in maniera sonora. L'attenzione acustica è spontanea per alcuni cervelli, ma non per tutti alla stessa maniera. Ci son cervelli più facilmente attratti dal suoino oppure dalla vista o dal movimento. Non ci sono studi che dicano esattamente come quasto accada, ma si può immaginare che se forniamo al bambino una pre-educazione musicale, stimolandolo con l'ascolto di suoni il piccolo crescendo avrà maggiore attenzione alla musica.
Il bambino va stimolato verso la musica ancor prima di iscriverlo ad un vero e proprio corso di musica. In effetti quando iniziamo a parlare abbiamo una finalità espressiva e troviamo il sistema di comunicarla. Non sono quindi le informazioni esterne (un corso) ad orientare il nostro essere, ma gli imput che l'ambiente intorno a noi ci manda e la risposta che noi diamo a questi stimoli.
Il suono ci dà il senso della tridimensionalità dello spazio, della relazione stessa con lo spazio, ci fa intuire la distanza fra il nostro corpo e gli oggetti intorno. Abbiamo una sorta di sonar!
Il suono ci aiuta a relazionarci con il mondo circostante: è una porta sempre aperta. Non possiamo decidere di chiudere le orecchie come invece facciamo con gli occhi! Il suono colpisce zone molto sensibili del nostro cervello.
Nei secoli scorsi sono stati fatti esperimenti, oggi impensabili, di deprivazione degli stimoli sonori a bambini neonati, nell'intento di vedere quale lingua antica i piccoli avrebbero deciso di parlare. Ovviamente, il risultato fu che i bambini non svilupparono nessun linguaggio e che anzi il loro cervello rimase molto deficitario.
I bambini piccolissimi, nei primi mesi di vita, a volte vengono operati ad un occhio per qualche motivo, e consequenzialmente i piccoli sviluppano una incapacità di porre attenzione agli stimoli che arrivano da quell'occhio. Il cervello non si sviluppa in modo "normale" Se gli mancano alcuni stimoli!
L'ambiente circostane non è "neutro", ma crea riferimenti culturali ed educativi innegabili. L'ascolto fra l'altro comincia ben prima della nascita!
Tutti gli stimoli che provengono dall'esterno si associano fra di loro, e in questa sovrapposizione si creano feedback importanti. Noi siamo il frutto di tutte le nostre esperienze! Il nostro universo sonoro comprende anche la lingua che si parla intorno a noi, e determina il nostro gusto, che dipende direttamente dall'educaziozne acustica e dalle nostre risposte ad essa.
Un'altra cosa molto importante sono le nostre risposte alle stimolazioni. Il suono sposta la materia di cui siamo fatti, e quindi la musica modifica le nostre capacità di movimento! E' interessante guardare le persone molto molto anziane. Alcune appena c'è musica cominciano a muoversi, nonostante i loro dolori o le loro difficoltà neurologiche. Evidentemente la musica li colpisce profondamente.
Possiamo continuare ad educare il nostro sistema ad avere sempre più attenzione al suono. L'imprinting dei nostri primi anni di vita è molto forte, ma l'educazione acustica non si ferma lì. Lo stesso si può dire anche rispetto al movimento. Fino all'ultimo minuto della mostra vita!
In questa società siamo spesso vittime di inquinamento acustico, non solo riguardo alle nostre orecchie ma anche riguardo al suono in generale, emesso da qualsiasi altra fonte.
Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e di danze e musiche del mondo arabo dal 1985. E di neuroscienze, culturale, psicologico, di espressione, in risposta alle stimolazioni di musica e danza.
Chi voglia imparare ad esprimersi attraverso la danza deve avere un corpo musicale che impara a rispondere fortemente alla musica. Lo vediamo nei bambini piccoli, quando ancora faticano a stare in piedi, se sono coinvolti dalla musica si esprimono ballando, con tutto il corpo. Da adulti abbiamo...Fri, 20 Oct 2023 - 99 - #97 Il cante flamenco si impara? Flamenco Chiavi in Mano
Ci poniamo una domanda: il cante flamenco si può imparare? Nella sua storia, il flamenco ha tradizione orale, quindi si dovrebbe cantyare in maniera spontanea. Questo implicherebbe di avere una formazione musicale basata su un ascolto quotidiano, continuo. Nella tradizione il flamenco è una parte integrante della propria quotidianità, e nasceva spontaneamente.
Oggi ci sono scuole e conservatori. Servono?
L'avvicinamento al flamenco oggi va fatto a 360°, in maniera completa. Non si tratta di imparare a memoria le note di una melodia e la strofa poetica che dobbiamo cantarci sopra. Le note della melodia sono una specie di schema, di punto di riferimeto, ma il cantaor deve ricamare sopra le note e personalizzarle sempre.
Se anche studiassimo a memoria una Solea cantata da Antionio Mairena, e arrivassimo a fotocopiarla acusticamente, non saremmeo arrivati al flamenco.
Le scuole ci insegnano su cosa si basa il cante, che caratteristiche ha, come si classifica, la relazione con la chitarra, con il baile... se qualcuno ci indica tutto questo, sarà più facile ed efficace il nostro apprendimento.
Fino ad ora però nessuno è riuscito ad arrivare a cantare flamenco ad un livello professionale: occorre una voce particolare, l'accento andaluso, i piedi radicati nella cultura andalusa, cose che si costruiscono in una vita!
Cosa fare, quindi? La prima scelta sarebbe trasferirsi in Andalusia, ma spesso questa scelta è impossibile. E allora? Dobbiamo costruirci un sapere flamenco ascoltando tantissimo: se voglio capire ad esempio un cante por Solea, dovrò ascoltarne tantissimi, con stili diversi, cantati in epoche diverse. Non posso ripetere ma devo capire di che cosa si tratta.
Spesso i cantaoores di oggi, quelli che hanno una vera e profonda aficion, basata sulla esperienza di vita, giudicano male i cantaores che vanno su Youtube e imparano dai video. Ovvimanete la mia visione che posso avere io che vivo lontano e... "benedetto Santo Youtube!" che mi dà la possoibilità di ascoltare e mi offre un buon surrogato di quello che a caas mia non ho. Certo sarebbe meglio imparare andando in un a Pena sotto casa, in cui il chitarrista, panettiere del paese e il cantaor che fa tutt'altro nella vita, mi fanno ascoltare come cantavano i loro nonni.
Però questo non è disponibile ovunque. Youtube è un ottimo strumento, ma capire cosa ascoltare è difficile. Ci sono tanti cantaores bravi e rispettosi della storia del flamenco, ma fidiamoci soprattutto dei libri, degli studi, e dell'ascolto di giganti come Antonio Mairena, La Nina de los Peines, Juanito Valderrama, Pepe Marchena, Pepe de la Matrona, Antonio Chacon... i cantaores che hanno fatto la storia del flamenco!
Per ascoltare qualcuno di più moderno consiglio sempre Carmen Linares, una cantaora con un equilibrio perfetto, con una grande passione e una grande capacità artistica.
Camaron de La Isla è un altro pilastro irrinunciabile, ha cantato tantissime cose diverse, anche se per la maggior parte il suo repertorio era intorno ad alcuni palos, ma ha cantato di tutto, tutto benissimo e in modo molto personale.
Enrique Morente era un altro innovatore, uno studioso, un ricercatore del flamenco, al contrario della spontaneità istintiva di Camaron, e anche lui ha fatto scuola, rivoluzionando il mondo del cante.
Se voglio investigare i cantes di una certa zona sarà meglio ascoltarli dalla voce di qualche cantaor della zona.
Alcuni cantes non sono stati incisi tantissimo: se compro 100 cd di flamenco trovo alcuni cantes molto rappresentati ed altri per niente! Devo quindi ascoltare davvero tanto!
Il cante si impara? No, si matura, si matura costruendo dentro di sè una sensibilità con umiltà, rispetto e attenzione.
Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e danze e musiche del mondo arabo dal 1985.
Ho incontrato quasi per caso il cante flamenco, senza...Mon, 16 Oct 2023 - 98 - #96 L'influenza delle Antologie del cante sullo sviluppo del flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
Negli anni 50 e ancora fino agli anni 80 sono state pubblicate parecchie antologie dedicate al cante flamenco. In particolare è interessante quella edita da Hispavox nel 1954, diretto dal chitarrista Jerezano Perico el del Lunar, una personalità importante nel flamenco, un chitarrista che accompagnò tantissime figure fondamentali del cante. Questa antologia fu la prima.
Molte di queste pubblicazioni consistevano anche in vari dischi, e spesso venivano accompagnate da libretti, scritti da studiosi che cominciavano ad occuparsi del flamenco da un punto di vista teorico.
Questa prima antologia ebbe successo, e la Hispavox fece uscire una seconda antologia, questa volta totalmente cantata da Manolo Caracol, ed accompagnata da un libro esplicativo del cante, scritto dal titolare della cattedra di folklore del Conservatorio di Madrid, Manuel Garcia Matos. E' stato il primo caso nella storia!
Altre case discografiche fecero la stessa cosa.
In che senso le antologie hanno interferito nella storia del flamenco? Tutti gli studiosi del flamenco hanno poi fatto riferimento alle antologie, che sono diventate una base per creare una classificazione del flamenco, una "tassonomia", come si direbbe nelle scienze naturali. FIno ad allora non si pensava di classificare il falmenco!
Una casa discografica non ha scopi benefici e culturali, ma è una società commerciale,che come tale deve funzionare. Hispavox scelse Manolo Caracol perché era un bravissimo cantaor, come tanti altri dell'epoca, ma era senza dubbio famoso e aveva olto seguito, quindi la sua opera poteva vendere.
Conservatori, scuole di flamenco, cantaores che studiano per perfezionarsi nel cante, tutti studiano su queste antologie e i brani che esse contengono sono diventati dei canoni.
Una antologia sembra qualcosa di neutro, non qualcosa che parte da un giudizio di qualcun altro. Siamo portati a pensare che queste antologie contengano tutta la storia del flamenco e che ci possiamo appoggiare su di essere per capire l'intero corpus del flamenco. Ma ci dobbiamo ricordare che diventa storia solo ciò che è contenuto al loro interno, e ciò che lo è corrisponde ad esigenze commerciali dell'epoca e gusti dei direttori che hanno scelto proprio quei brani.
Altri palos che non sono stati inseriti nelle antologie a volte si sono evoluti in altro modo, schiacciandosi magari sul modello di qualche cante più noto. La tradizione orale fa in modo che chi canta o suona ripeta ciò che ha sentito, facendosi sempre influenzare dal proprio gusto e dalle proprie esperienze di ascolto. L'identità di qualche palo sicuramente è stata perduta, e altri palos si sono forgiati sui brani registrati sulle antologie.
Il repertorio in musica è il campo di studio con cui confrontarsi. Le opere hanno una indubbia qualità artistica e vengono scelte per questo. Divengono quindi la somma di ciò che "occorre conoscere ed apprezzare". E i brani diventano canoni.
Un canone è una norma, una regola, un punto di riferimento preciso, in musica: un esempio di perfezione al quale chiunque deve fare riferimento per valutare brani prodotti successivamente, l'operato di un musicista, la validità di uno stile, di un modo di cantare o suonare.
Il punto di riferimento è precisissimo, e si sceglie nel suo valore intrinseco. "Un pezzo imprescindibile" che rappresenta appunto l'autorità. A questo punto stabilire se un artisti, un brano, uno stile, sono "ok", dipende dal loro confronto con il canone.
Nella storia della musica se un brano diventa un canone non viene poi sostituito, e rimane immutabile. Le Antologie hanno creato punti di riferimento così stabili che forzano lo studioso, musicologo o musicista, a mettere in ordine le priorità della loro conoscenza basandosi non sulla esperienza personale, i gusti della zona e quelli personali, ma a seconda di quanto inserito nell'antologia stessa, in modo astratto....Mon, 24 Jul 2023 - 97 - #95 Il flamenco di oggi spesso sorprende più che commuovere- Flamenco Chiavi in Mano
Spesso si vedono spettacoli di flamenco che sorprendono più che commuovere.
La sorpresa è incontrare qualcosa di imprevisto, che esce da quanto previsto, dalle nostre aspettative. Quando la realtà si mostra diversa da quanto ci aspettavamo, il cervello si ferma e integra la novità con le nostre conoscenze, in modo da farci rispondere alla situazione presente.
La sorpresa fa parte della meraviglia ed è una emozione primaria, una di quelle con cui si nasce, a prescindere dalla cultura di riferimento. Ci permette di reagire a ciò che succede intorno a me.
Per mantenere viva l'attenzione di qualcuno, possiamo utilizzare l'elemento sorpresa. Se sono un oratore o un artista, richiedo l'attenzione dello spettatore in modo prepotente, grazie alla sorpresa.
Quando ci si sorprende gli occhi si aprono, e l'epressione cambia in maniera durevole. Se invece mi stupisco negativamente, mi spavento, di fronte ad un possibile pericolo gli occhi si chiudono, ma l'effetto dura pochissimo. E' solo un momento di protezione.
La sorpresa oggi è sempre più importante perché le persone sono spesso annoiate perché hanno visto tutto, sono già troppo stimolati.
Spesso oggi mel flamenco si gioca la carta sorpresa, per sollecitare l'attenzione.
In stato si sorpresa smettiamo di pensare, di muoversi, persino di respirare per concentrare l'attività cognitiva. L'artista, stupendoci, sollecita la nostra attenzione in modo molto forte, e con questo da spettatore stiamo molto attenti a ciò che di diverso dal solito vediamo davanto a noi.
La natura stessa del flamenco richiede ironia e quindi è normale che nel flamenco venga utilizzata la sorpresa, ma oggi spesso vediamo artisti che apposta cercano di stupire, ad ogni costo, perdendo il messagio profondo del flamenco, che è la commozione, il muovere insieme.
L'effetto sorpresa freddamente calcolarto allontana dalla commozione, e il messaggio finisce lì. Il flamenco nella sua essenza deve commuovere. Se ad esempio ascoltiamo una tonà, o un martinete (se non sai di cosa parlo, cerca su youtube e ascolta) cioè qualcosa di antico e primigenio nel flamenco, sono davvero poche note, non ci sono fronzoli, ma l'attenzione viene catturata tantissimo e non c'è bisogno di altro. Cercare sempre l'effetto sorpresa significa pensache che abbiamo tutti mangiato troppo e che nessuno ha più fame!
La sorpresa è un bell'effetto, ma nel flamenco la prima cosa è l'emozione, la commozione. Prima ancora di chiedere al pubblico di stare attento! L'artista cerca la sorpresa perché porta con sé l'ammirazione. Ma questo stimola un giudizio, più che l'ascolto, e il giudizio esula dal flamenco. L'arte deve essere un regalo, che esce spontaneamente da una necessità profonda (ovviamente se sono un professionista, non faccio solo ciò che voglio quando voglio e come lo sento, perché mi pagano e devo fare ciò per cui sono stato pagato).
Il flamenco resta a cuore aperto, con coraggio. Parlanodo del baile, spesso mi annoiio vedendo un bailaor che fa di tutto per mostrarmi quanto è bravo, quanto è sorprendente, e perdo l'emozione del presente.
Sono Sabina Todaro, mi occupo di flaemnco e danze e musiche del mondo arabo dal 1985. Insegno a Milano Baile flamenco e Lyrical Arab Dance un lavoro sull'espressione delle emozioni, dal 1990.
QUando insegno utilizzo molto l'effetto sorpresa per coltivare attenzione ed interesse nei miei allievi. Quando dico qualcosa di buffo, strano che sorprende i miei allievi, vedo che funziona, ma se lo facessi senza entusiasmo, solo per mostrare quanto sono simpatica, fallirei lo scopo del mio insegnamento. Sorprenderli serve per sensibilizzarli verso un sentire diverso, verso pensieri diversi. Il flamenco ci può aiutare ad avere un punto di vista diverso su ciò che abbiamo intorno.
Guardando la tv o acoltando ciò che la gente dice, potremmo avere una visione negativa del mondo, e...Sun, 09 Jul 2023 - 96 - #94 Lo stato di flow nel flamenco- Flamenco Chiavi in Mano
Questa è la prosecuzione del podcast #93 dedicato allo stato di grazia nel flamenco. Qui ti do ragioni scientifiche di quanti ti ho raccontato.
Parlando di stato di flow non si può evitare di parlare di Mihaly Csikszentmihalyi. Nato nel 1934 a Fiume, allora Italiana, in Istria, in una famiglia ungherese, crebbe in Ungheria fino al 1956. Si trasferì a Chuicago e lavorò per l'università. Psicologo comportamentista, Csikszentmihalyi è figura di spicco della Psicologia positiva. Crea il concetto di flow.Flow è essere completamente presenti totale concentrazione, con perdita del senso del tempo e totale focalizzazione. Tutto sembra accadere senza fatica. Si ignorano tutte le distrazioni esterne e ci si sente parte di qualcosa di più grande.
Lo stato di flow è lo stato di coscienza in cui siamo così presenti che dimentichiamo tutto il resto. La mente e il corpo sono in perfetta simbiosi e l'esperienza è ottimale. Ci sentiamo sereni e perfetti così come siamo.
il flow comprende qualcosa di impegnativo che richiede particolari abilità. Non deve essere nè troppo facile nè troppo difficile rispetto alle nostre abilità
Azione e consapevolezza si devono fondere, e sentire che facciamo con grande spontaneità. Per essere in questo stato di flow si deve poter smettere di identificare sè stessi come separati dall'attività, fondendosi in qualcosa che ci assorbe completamente.
Spesso si usa il termine "essere in controllo della situazione" per definire chi è in stato di flow. Chi mi conosce sa che non uso la parola controllo come qualcosa di positivo, quindi direi piuttosto che nel flow ci si sente a proprio agio, o, per usare un'espressione inglese, si è confident.
Nel flow siamo presenti e in contatto con ciò che stiamo facendo e dove stiamo andando, in quella situazione.
Csikszentmihalyi ha individuato che esistono persone con una personalità autotelica (telos in greco significa scopo): queste persone hanno la capacità di godere delle attività è in se stesse, senza avere altre finalità che non siano il percorso stesso. La situaiozne stessa è una ricompensa, ci dà un ritorno positivo. Si può anche avere una meta da raggiungere, (ad esempio per noi che balliamo è arrivare fino alla fine del brano che stiamo interpretando, ma lo scopo non è raggiungerla, bensì stare nel persorso e goderselo nel presente. Se invece mi concentro sul passaggio difficile, su ciò che non mi riesce bene, tutto il resto perde di valore, ed esco assolutamente dallol stato di flow.
Nello stato di flow si può anche perdere la percezione della meta finale!
il flamenco funziona perfettamente in questo modo.
Lo stato di flow influisce sullo stato di benesser anche fisico: spegne la critica, il giudizio e il dubbio. Nulla è importante se non godersi il momento.
Scientificamente il fenomeno è dovuto ad una cosa che si chiama "ipofrontalità transitoria": in stato di flow si disattiva parte della corteccia prefrontale dorsolaterale e con quest'area disattivata diventiamo meno critici, più coraggiosi, ci lanciamo maggiormente nelle cose ed aumenta la nostra capacità di immaginare nuove possibilità. Diventiamo quindi più creativi.
Nello stato di flow il cervello viene inondato da grandi quantità di neurotrasmettitori: dopamina, endorfine, serotonina e noradrenalina. Queste molecole sono responsabili dell'aumento delle nostre prestazioni anche fisiche, la concentrazione, e spingono alla creatività, ci aiutano a vedere nuove possibilità. E' evidente che quando ci giudichiamo ed abbiamo dubbi e lamentele, ci auto-boicottiamo, la corteccia prefrontale si attiva tantisimo. Si può imparare a "vietarsi" di criticarci: l'educazione stessa ci insegna che dobbiamo criticarci sempre! Invece il giudizio ci fa solo vedere noi stessi come degli imbranati. E non ci mette in uno stato di piacere e godimento!
E questo non dipende dal nostro livello di capacità...Thu, 06 Jul 2023 - 94 - #93 Stato di grazia creatività e felicità nel flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
Lo Stato di Grazia fa riferimento alla storia della teologia. La grazia è, secondo l'enciclopedia Treccani, l'aiuto soprannaturale che Dio concede all'uomo per guidarlo sulla via della virtù. Può così uscire dalle limitazioni della natura umana e raggiungere un livello sueriore, di tipo appunto divino.
Quando ci sentiamo molto bene in una situazione, possiamo facilmente asserire di essere in uno stato di grazia, in cui tutto ci sembra perfetto e ci sentiamo sereni.
Cominciamo ad essere meno consapevoli di cose un po' marginali, ci sentimo immersi in un percorso che ci potra verso ciò che vogliamo, non verso ciò che dobbiamo. Lo sentiamo come familiare, è un cammino che stiamo percorredno e che ci rende felici solo per il semplice fatto di essere in quel percorso.
Se sto facendo qualsiasi percorso artistico, lo scopo della cosa è il percorso stesso: la "felicità" non sarà quando arriverò al risultato di fare un passaggio correttamente, perché anche qualora ci arrivassi comincerei immediatamente a pensare che mi mancano anche altre abilità.
Quando studio, il piacere non sta nel finire il libro, ma nell'esplorare il percorso.
Lo Stato di Grazia va afferrato e per chi fa arte o sport è abbastanza "facile" da vivere: abbiamo una tecnica di riferimento, che ci permette di avere una guida, non penso a ciò che non so fare o non ho ottenuto, e mi godo la situazione.
Se sto facendo una cosa piacevole, come un massaggio, non penso a quando fisice ma melo godo semplicemente. QUando sono immersa in una situazione coinvolgente, perdo il confine fra me e la situazione presente. Si aprono le porte della creatività, che mi fa dare risposte molto personali, non canoniche. E' l'intuizione, che è una delle facoltà più elevate del nostro intelletto.
Chi pratica sport o fa arte sa che se non si segue l'intuizione, e non si sperimenta, nulla funziona. Se invece la seguo, mi sento bene. Se mi rendo conto che qualcoas non stia andando bene, sono in grado di autocorreggermi, perché sono molto presente e posso scegliere di cambiare strada.
Il flamenco lavora nel senso dello Stato di grazia: c'è addirittura il Duende, concetto che definisce proprio questo. Perfezione o imperfezione non sono importanti, ma conta solo il mio esistere e questo mi mette in pace con l'universo. Se uso la mia base di competenze e mi godo il percorso, compare il flamenco! Se ho maggiori competenze forse mi esprimerò meglio, ma ciò che importa nel flamenco non è il risultato finale di ciò che faccio, ma il percorso, e la mia presenza nel presente.
Mentre siamo in questo stato, le immagini che mandiamo alla nostra mente sono positive e possiamo intervenire per farlo continuare: se mi concentro sulla produzione di suoni mentre li produco posso farlo meglio. Se sto nuotado e penso di essere un pesce tutto funziona meglio. Se sto cantando e immagino l'aria che esce dalla mia bocca e invade tutta la stanza, non sono più una persona che canta, ma sono il canto.
La curiosità, la motivazione e il divertimento attivano la creatività e quindi conducono allo stato di grazia. Il percorso di chi pratica flamenco è difficile, e cerco quindi di fare solo ciò che ho profondamente scelto e che sento come qualcoas che mi appartiene. Quando lo pratico no mi interessa se sono bravo o meno, ma mi interessa solo che sto bene e mi sento me stesso. Se invece litigo con me stesso e penso che devo raggiungere uno standard stabilio da qualcun altro, non funziona.
Se sono un professionista del flamenco magari devo cercare di "vendere" il mio prodotto, ma se sono un amatore... perché dovrei stressarmi per cercare di fare tutto perfettamente invece di godermi la cosa? Il nostro sistema educativo fa in modo che pensiamo di dover sempre fare tutto alla perfezione...
Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e Danze e musiche del mondo arabo dal 1985, dal 90 insegno baile...Fri, 09 Jun 2023 - 93 - #92 Lo sguardo nel flamenco seconda parte - Flamenco Chiavi in Mano
Seconda parte delle riflessioni sullo sguardo e il flamenco.
Riflettiamo su cosa riceve il pubblico. Chi è seduto fra il pubblico sa che sta ascoltando una performance, ma una parte del suo cervello si mette in una conversazione, come se l'artista comunicasse direttamente con lui. Soprattutto succede quando l'artista si sta esprimendo simbolicamente.
Se gli artisti non si rivolgessero al pubblico, gli spettatori si sentirebbero come qulcuno che sta guardando da fuori, che sta spiando una conversazione altrui. E la produzione artistica sarebbe soltanto un mettere in mostra ciò che gli artisti sanno fare.
Il flamenco si rivolge sempre ad un interlocutore e lo fa non solo perché l'artista si esprime, cioè lascia uscire quello che sente. Lo fa perché l'artista lascia uscire ciò che sente e lo dirige verso qualcuno, al di fuori di sé, in una comunicazione.
La comunicazione puiò anche essere diretta verso qualcuno che non è presente fra il pubblico!
Lo sguardo intenzionale altrui ricompone la nostra individualità, sottolineando la nostra identità. Ci aiuta a riconoscere la nostra individualità, e ad identificarci con noi stessi. Ci incoraggia a spingerci a guardare noi stessi con intenzione.
Con il nostro sguardo intenzionale possiamo selezionare ciò che scegliamo di guardare. Selezioniamo ciò che stiamo cercando, ciò che ci interessa. Spesso vediamo solo ciò che conosciamo già della realtà, ciò che ci interessa. A volte non ci accorgiamo se una persona ad esempio abbia gli occhiali o meno! Magari notiamo che c'è "qalcosa di diverso", ma non sapremmo dire che cosa. Lo sguardo sceglie, seleziona la realtà a seconda di ciò che sappiamo già e di ciò che stiamo cercando.
Se manteniamo uno sguardo intenzionale selezioniamo la realtà a cui dare attenzione e in qualche modo quindi la creiamo. Il flamenco guarda l'impressione energetica che la realtà che abbiamo intorno ci propone. Sceglie attivamente la dimensione emozionale. E' qualcosa che l'artista sente davvero dentro di sé.
Tutti gli esseri umani hanno tutte le emozioni dentro di sé. Con alcune però ci identifichiamo perché abbiamo visto che quando proviamo quelle emozioni ci sentiamo "ok" e quindi le scegliamo. E le emozioni sono congruenti fra loro: il nostro cervello va alla ricerca di ciò che ci dimostra quello che già pensiamo. E lo ricerca!
Torniamo al flamenco e allo sguardo. Lo sguardo attivo crea, e lo sguardo di chi balla o canta flamenco è molto attivo. Crea. Esprime. Lo sguardo di chi non ha intenzione è opaco, annoiato. Negli anziani è frequente, ma spesso lo vediamo anche nei giovani, soprattutto se depressi. Il flamenco ha uno sguardo molto brillante, da parte dell'artista, che induce uno sguardo altrettanto brillante in chi lo riceve.
Osservo sempre i miei allievi, che sono un pubblico molto interessato, motivato e che ha anche conoscenza del tema: quando guardano qualcuno che suona, balla o canta flamenco, hanno uno sguardo attivo, presente e brillante, che corrisponde all'energia di chi lo produce.
E' interessante che questo succeda, in una società in cui gli occhi stanno perdendo espressività, anche perché non guardiamo negli occhi altre persone ma ci rivolgiamo sempre... allo schermo del nostro telefono! Il flamenco invece ti guarda negli occhi e lo fa arrivando profondo dentro di te.
Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e di danze e muische del mondo arabo dal 1985, dal 1990 insegno baile flamenco a Milano e un lavoro sull'espressione delle emozioni attraverso le danze del mondo arabo che ho chiamato Lyrical Arab Dance.
Ho anche una formazioe come terapista della psicomotricità dell'età evolutiva, che mi fornisce un filtro molto importante sulla realtà. Sono innamorata persa della neurologia, delle neuroscienze, della psicologia...
Se gli adulti di riferimento non ci hanno guardato per ciò che eravamo, non ci hanno aiutato a...Fri, 19 May 2023 - 92 - #91 Lo sguardo nel flamenco prima parte - Flamenco Chiavi in Mano
Una prima parte di consideraizoni sullo sguardo nel flamenco.
Lo sguardo ha una funzione biologica, quella di metterci in relazione con la realtà circostante. Viglio parlarti della funzione attiva dello sguardo, della sua capacità di esprimere e comunicare. Il nostro cervello sa leggere i segnali dello sguardo. Spesso gli occhi dicono la verità più delle parole.
C'è da fare la distinzione fra vedere, azione passiva, che non prevede volontarietà, e guardare che invece prevede una scelta ed una azione. Posso anche guardare immagini che ho dentro di me e le proietto fuori.
Chi canta e chi balla flamenco ha lo sguardo rivolto verso l'esterno, come se guardasse sempre qualcosa al di fuori di sé.
I chitarristi sono invece a volte più introversi e guardano verso la propria chitarra.
Cantaor e bailaor si rivolgono molto allo spazio e si relazionano tanto con l'ambiente presente. La relazione con il pubblico è molto attiva, quindi lo sguardo ci aiuta ad entrare in relazione con lo spazio e il momento presente.
Quando stiamo conversando, vediamo dallo sguardo dei nostri interlocutori se quello che stiamo dicendo viene ascoltato con attenzione o meno, e a seconda della loro reazione continueremo ad approfondire il discorso o invece lo taglieremo.
Se l'interlocutore non è interessato, ce lo farà capire e noi intavoleremo un discorso sempre più frammentario e poco profondo. Non avremmo più voglia di proseguire e magari vorremmo andarcene.
Nel flamenco c'è sempre un dialogo molto forte, a livello istintuale, e lo sguardo è sempre coinvolto.
Si può fare una interessante osservazione sull'essere guardati: ogni volta che qualcuno ci dedica energia ed attenzione visiva, sentiamo che abbiamo il diritto di essere al mondo. Per un bambino "essere visto" gli dà l'autorizzazione ad essere al mondo e narrare il proprio punto di vista. Un educatore o un genitore dovrebbe sempre volere che il bambino esprima il suo messaggio nel mondo.
Il flamenco parla moltissimo di simboli, ma la parte più superficiale di questa arte sembra una serie di segni. Il segno ha un significato preciso (ad esempio il concetto di bianco), mentre il simbolo richiama dei significati ma non in maniera quadrata ed inequivocabile. Ad esempio i sogni sono un linguaggio simbolico, che si presta a tante interpretazioni.
Se l'adulto non rivolge attenzione al bambino "non lo guarda", il bambino non sentirà di avere diritto ad esprimersi con i simboli e quindi cercherà di ripetere con precisione qualcosa che altri hanno già fatto o detto, senza esprimere ciò che sente.
Il flamenco è incentrato sull'espressione del simbolo, per quanto a noi che lo studiamo sembri assolutamente fondamentale ripetere con estrema precisione delle forme, ovvero dei segni.
In questo momento storico si parla molto dei diritti delle minoranze, del linguaggio inclusivo. Mi domando perché abbiamo bisogno di definire tutto. Il flamenco non lo fa e accetta tutti nella loro unicità. Se me la godo di più sono più presente e tutto funziona!
Nella società occidentale è frequente il caso in cui le persone si adattino tantissimo a ciò che la massa fa, e per paura delle critiche o del giudizio, molti non lasciano uscire la propria unicità.
Se sono sana esprimo simboli miei, ed il flamenco lo fa. Lo stesso linguaggio poetico usato nelle strofe cantate, nelle letras, è sempre un linguaggio poetico, simbolico. che tocca emozioni umane condivisibili. Tutti ci possiamo riconoscere nelle emozioni narrate dal flamenco.
L'intenzionalità dello sguardo ci fa sentire la presenza dell'altro per sottolineare e godere della sua presenza: il flamenco questo lo sa fare benissimo!
Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e di danze e muische del mondo arabo dal 1985, dal 1990 insegno baile flamenco a Milano e un lavoro sull'espressione delle emozioni...Fri, 12 May 2023 - 91 - #90 20 strategie per esibirsi senza paura nel flamenco e non solo - Flamenco Chiavi in Mano
Ti do 20 strategie per esibirti senza paura, nel flamenco e non solo.
Diciamo subito che un po' di paura è sana, alimenta l'adrenalina che ci aiuta a reagire in modo efficace ed adeguato. Ma quando la paura è troppa, blocca il nostro sistema e ci impedisce di agire appunto adeguatamente.
La gestione della pura è complessa, e ci sono fior di professionisti che hanno tantissima paura al momento di salire su un palco. Se non sono un professionista, non sono obbligato a salire sul palco, quindi lo devo fare cogliendo il meglio dalla situazione.
Ecco i consigli:
1 Respira. Quando siamo impauriti smettiamo di respirare profondamente, e ci sconnettiamo dalla realtà, e non siamo presenti nella situazione. Occorre osservare la respirazione e cercare di sbloccrla se si fosse bloccata. Un trucco efficace è forzare l'espirazione molto profondamente, e lasciare che il corpo sblocchi automaticamente il diaframma.
2 Concentrati sul piacere di essere lì in quel momento, sul piacere corporeo, sul goderti la musica. Il flamenco è interamente basato sul piacere!
3 Fare ciò che stai facendo con tutto il cuore, volentieri e per te. Se senti che a tua motivazione non è per te, o non lo fai volentieri, smetti immediatamente!
4 Ascolta il corpo, ascolta cosa succede nel corpo. Individuo le emozioni nel corpo e prendo nota.
5 Stai nel presente. A volte la paura è preoccupazione per qualcosa che probabilmente non succederà. Ascoltare il corpo e il respiro aiuta a stare nel presente.
6 Senti il flusso: tutto è in divenire e puoi sentire he sei parte di questo tutto in divenire.
7 Guarda il bello. Che cosa significa? Seleziono ciò che vedo intorno a me e guardo solo ciò che mi sembra bello, interessante, curioso, emozionante. Facendolo, ti accorgerai che il bello non è un valore assoluto, ma che tutto ciò che hai intorno può essere interessante.
8 Usa lo sguardo panoramico. Immagina di essere in un giardino, di guardare un panorama, e guarda l'insieme, non un oggetto per volta. Sul palcoscenico aiuta tantissimo a sentirci parte di un tutto, e ai danzatori serve per... copiare. Se non sono sicura di quello che devo fare, lo sguardo panoramico mi aiuta a far riferimento a ciò che fanno gli altri.
9 Senti il suono che stai producendo, e nel flamenco di suoni se ne producono tanti! Cerca di dare un senso di counicazione a tutto ciò che fai.
10 Immagina di parlare con qualcuno, mentre fai la tua attività sul palco. Dai un valore di comunicazione a tutto ciò che fai.
11 Dai una intenzione e motivazione ad ogni gesto
12 Accompagna il bambino che eri ad esprimersi sul palco per sé e non per compiacere genitori, maestra ecc. Dentro di noi abbiamo ancora quel bambino che teme di non essere all'altezza, o che teme di non meritare l'amore se non fa tutto perfettamente. Accompagnalo a godersi l'esperienza, e godersi ciò che un bambino sa godere: ballare, cantare, suonare, battere le mani...
13 Mi centro su quello che serve al pubblico, non su di me: la presentazione è un viaggio in cui accompagno lo spettatore ad esplorare un tema, una emozione. Facciamo questo viaggio insieme!
14 Una piccola riflessione: mi af-fido solo quando non posso controllare e non conosco, tipo mi fido del pilota dell'aereo. Nel flamenco mi devo affidare alla musica, non devo fare tutto io. Se i suoni sono insicuri, abbasso il volume e ascolto la musica. Posso pensare di rimanere nel background e godermi la musica degli altri.
15 Ascolta il feed back acustico di quello che fai. Spesso ci vergognamo di fare rumore, ma se abbiamo scelto il flamenco questo era anche un nostro desiderio, farci sentire! Facciamolo con cognizione di causa.
16 Canta, canticchia. Riproduci la melodia della musica o la strofa cantta. Il cantaor prima di entrare con il suo cante fa il temple, cioè emette un piccolo suono pre prendere la nota giusta, per sintonizzarsi sui toni della chitarra....Fri, 05 May 2023 - 90 - #89 - La paura di esibirsi nel flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
La paura ci mette in salvo dal pericolo, e per quello che riguarda una performance ci aiuta a capire che è necessario prepararci.
Circa l'85% delle persone ha paura di salire sul palco. Sudori freddi, vuoti di memoria, irrigidimenti muscolari, tremori... è molto comune provare queste sensazioni.
C'è però un bug che ci dice "quando ti metti su un palcoscenico devi farlo bene". E iniziano le critiche, i giudizi e le paure. Da bambini invece magari amavamo esibirci davanti ai nostri familiari e ci piaceva il fatto in sé a prescindere dal suo risultato.
Da adulti invece abbiamo paura, e ci dimentichiamo che essere sul palco significa esprimere le nostre emozioni e regalare qualcosa di noi al pubblico. E sappiamo razionalente che se sbagliamo qualcosa non succederà niente. Questo non ci mette in salvo dalla paura, e in poiù ci fa sentire stupidi per avere paura! In questi casi, diverse persone pensano di dover rinunciare ad esibirci in pubblico, visto che pensano "non mi riesce bene".
QUando le persone chiedono informazioni sui nostri corsi molto spesso ci dicono "vengo a provare così voi valutate se sono portato", invece di dire "vengo a vedere se mi piace"!
Certo è che se un passaggio non mi riesce neanche quando sto studiando, e lo faccio lentamente e con attenzione, sul palco non mi verrà, però è facile che la paura sul palco ci faccia dimenticare anche ciò che sappiamo.
C'è il pensiero parassita "se non soffro e mi sacrifico con lo stdio non mi merito di godermela, di farlo in modo che mi piaccia". Se in sede di prove i vari passaggi ci vengono, non possiamo migliorare più di tanto. Anche se ripetessi un milione di volte lo stesso passaggio, non migliorerebbe il mio livello generale di capacità. Tutto dipende dal livello in cui sono nel mio sviluppo. Nessuna forma d'are dovrebbe essere basatya sul giudizio e sulla paura di far male.
Bisogna osservare come ci sentiamo per avere sbagliato. Non è il giudizio degli altri che ci urge, ma il nostro!
Questa modalità di pensiero viene dai primi anni della nostra vita, dai nostri maestri e genitori. Da adulti continuiamo a pensare "la mamma mi amerà solo se faccio bene", E ne siamo profondamente convinti. Invece di goderci il momento.
E' frequente che anche a livelli professionali ci siano errori sul palco, ma è umano, e si va avanti.
Bisogna quindi capire come ci trattiamo per aver fatto qualche errore.
Il bambino non ha gli strumenti pe rrendersi conto che se sbaglia su un palco tutto questo non lo rende meno meritevole di amore, e spesso gli adulti, pur avendo gli trumenti per capirlo non lo capiscono.
Alcuni artisti sono sul palco perché non si dqanno una approvazione di per sé, e non si sentono meritevoli di amore, e cercano sul palco la conferma da parte del pubblico. Anche nel flamenco mi è capitato più volte che un artista facesse di tutto per strappare l'applauso ad ogni costo.
I bambini quando sono sul palco sono totalmente immersi nel presente.
Gli adulti che studiano tantissimo hanno paura di sbagliare e studiano in maniera maniacale, alla ricerca di una approvazione! Non possiamo essere perfetti!
Sono Sabina Todaro mi occupo di flamenco e danze e musiche del mondo arabo dal 1985, dal 1990 insegno a Milano, baile flamenco e un lavoro sull'espressione delle emozioni che ho chiamato Lyrical Arab Dance.
Quando insegno, spingo tantissimo gli allievi ad esibirsi, a ballare suo placo e addiritura a cantare, in coro tutti insieme. Moltissimi sono le persone che dopo aver ballato si sentono in colpa di aver fatto degli errori. Cerco sempre di spiegare che l'importante non è non sbagliare, ma imparare a salire sul palco e gestire la situazione, con i musicisti dal vivo!
Con un po' di esperienza la paura potrebbe migliorare ma cisono artisti con una paura da palcoscenico incredibile. La psiche umana è...Fri, 28 Apr 2023 - 89 - #88 I benefici di cantare flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
Ti ho già parlato dell'importanza di provare a cantare flamenco, e oggi ti voglio far riflettere sui benefici di questa attività.
"Canta che ti passa", si dice. Cantare fa bene, ci fa essere nel presente, senza dare attenzione a ciò che ci preoccupa.
Ci sono molte persone che pensano di essere stonate, ma credo che chi non sa cantare sia un "analfabeta" del canto: un adulto di riferimento ha detto loro che non dovevano cantare, che non erano capaci, e ce alla recita di Natale avrebbero dovuto far finta di cantare ma senza lasciar uscire la voce.
Cantare fa benissimo, ci permette di rilasciare ossitocina, l'ormone del benessere, che combatte l'azione del cortisolo, l'ormone dello stress. Cantando, si producono anche endorfine, gli ormoni del piacere. Cantando ci dimentichiamo di avere fastidi o problemi! Da bambina cantavo sempre in macchina, soffrendo di mal di stomaco, e funzionava tantissimo.
Cantare è una attività molto fisica, la postura deve essere eretta, il corpo vibra dall'interno. Cantare flamenco comprende anche il fatto di emettere aria in modo molto continuo e lento, senza arrivare alle tecniche incredibilmente lente di emissione della voce che si usano per i cantes de levante nella zona di Murcia, che richiedono un training probabilmente molto complesso, ma anche soltanto produrre tutti i melismi che il flamenco richiede ci obbliga davvero a respirare lentamente, e soprattutto ad espirare profondamente.
Quando siamo sotto stress, tendiamo a trattenere il fiato, e soprattutto ad espirare poco. Cantando flamenco dobbiamo al contrario espirare tanto, a lungo e questo ci aiuta a rilassarci. Inoltre, il corpo si accorge di essere in debito di ossigeno quando espiriamo molto profondamente e scatta un meccanismo automatico di sblocco del diaframma, che ci aiuterà ad inspirare meglio.
Dal punto di vista dell'apprendimento e della salute del nostro cervello, il canto fa benissimo: parlo da psicomotricista, e intendo che le attività che favoriscono l'apprendimento comprendono il corpo , l'affettività e il cognitivo. Il nostro sistema scolare si basa completamente sul cognitivo, togliendo ogni importanza al corpo e alle facoltà affettive/relazionali. E questo è scorretto!
Cantando si usa tanto il corpo, e anche tantissimo l'espressività, evidentemente, e nel flamenco l'espressività è talmente alta che mi obbliga a dare tanta attenzione a questo aspetto.
Dal punto di vista cognitivo, cantare ci obbliga ad una attenzione al tono, al tempo, al ritmo, alla melodia, al testo, e nel flamenco questo aspetto viene ancora ulteriormente arricchito dall'esigenza di coniugare la frase ritmica, segnalata con le palmas, con il cante. Imparare a dare la palma segnando gli accenti mentre stiamo cantando flamenco ci obbliga a mettere insieme ragione e intuizione, coniugando l'attività dei due emisferi cerebrali.
Il flamenco coltiva l'empatia, perché non si può fare da soli, richiede quanto meno la presenza di un chitarrista, che dialoga con noi.
Per noi stranieri nel flamenco c'è anche la difficoltà della pronuncia e della lingua. Ma non solo! Nelle letras ci sono pezzi di cultura legata al flamenco, si nominano località, usi e costumi andalusi, modi di dire, ci si riferisce a situazioni storiche, geografiche, e inoltre a volte alcune letras sono di difficile compresnione anche perchè la tradizoine orale ne ha modificato grammaticalemnte il testo tanto da renderle molto poetiche e in alcuni casi poco compransibili per quanto bene si possa parlare spagnolo, anche eventualmente come madre lingua.
La cultura specifica andalusa, inoltre, è diversa dalle altre, e anche se per noi italiani la lingua non è troppo difficile e la cultura non è troppo lontana, si tratta comunque di altro, e ci richiede adattabilità, multiculturalità, senso del gruppo, costruisce la relazione con gli altri musicisti, con il pubblico, ci obliga ad...Fri, 14 Apr 2023 - 88 - #87 Il direttore d'orchestra e il flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
Il direttore d'orchestra non è presente nel flamenco. La musica non viene scritta!
Il direttore d'orchestra regola la velocità, le sfumature espressive e tutti gli aspetti della comunicazione espressiva.
Nel flamenco si crea una sintonia con tutti i membri del gruppo per sentire se sono a proprio agio o meno e poter collaborare al meglio. Se un musicista fosse molto più bravo degli altri membri del gruppo non dovrebbe mai prendere le redini della situazione, ma sempre ascoltare gli altri.
C'è una gerarchia nel flamenco: il cante è sempre il punto di riferimento centrale, ma se c'è il baile bisogna che gli altri membri del gruppo lo ascoltino con tanta attenzione per asseconodare le sue intenzioni, sostenendolo al meglio. Se il bailaor non ascolta la musica, e va per la sua strada con la sua meravigliosa coreografia, esce dal flamenco, e sicuramente i musicisti non vengono invitati a suonare meglio.
Il cante fa molte decorazioni, ornamentazioni, improvvisazioni. Se conosco il flamenco, so come è la melodia di una certa strofa, ma per sapere esattamente cosa canta il cantor, lo devo ascoltare proprio con attenzione.
Il bailaor comunica le proprie intenzioni con gesti e suoni, e i musicisti devono capire cosa vuol fare, ma anche che intenzioni ha: a volte il palmero o il chitarrista o il percussionista ha in mente una velocità "standard" alla quale normalmente si è soliti ballare o suonare su un certo palo. Magari il bailaor quel giorno non se la sente, e vuole ballare più lentamente!
Attivando l'empatia sarà sempre possibile sintonizzarsi , sincronizzzando le onde cerebrali con gli altri membri del gruppo. Crea una sensazione di serenità, di perfezione. Al di là delle competenze specifiche!
Questo funziona a tutti i livelli, ma richiede l'attenzione di tutti: se qualcuno nel gruppo non ascolta, qualcosa non va.
Se ci fosse una figura di direttore forse sarebbe più facile, ma non c'è! Fra l'altro il flamenco è entrato da poco in circuiti teatrali più grandi, in cui ci sarebbero anche evnetualmente i soldi per pagare anche un direttore, ma nella sua storia non c'è spazio per questo.
Occorre anche un background culturale e di esperienza, che però non sia un freno: se ho ascoltato tanto un certo cante, avrò la tendenza ad aspettarmi che il cantaor farà assolutamente ciò che ho in mente. Ma il flamenco ammette la sperimentazione, e il cantaor ha il diritto di cantare in modo diverso dal solito, a velocità diversa da quella consueta.
La mente deve rimanere molto aperta e disponibile, in ascolto, e il cuore si deve sintonizzare con il presente. La risposta degli altri membri del gruppo sarà sempre creativa, a seconda delle risposte che gli altri daranno ai vari stimoli.
Avere tanta tecnica e conoscenze ma avere poca empatia non è sufficiente. Ma se ho tanta esperienza diretta, i miei neuroni a specchio si attiveranno più facilmente quando vedo qualcun altro che fa ciò che conosco.
Anche il pubblico ha un ruolo nell'influenzare e "dirigere" la musica. Anche l'acustica del luogo influenza la produzione della musica: un luogo umido aiuterà a produrre musica diversa da quella che verrebbe spontaneo produrre in un luogo secco.
Abituarsi a sintonizzarsi sul presente è sempre la migliore delle risorse
Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e danze e musiche del mondo arabo dal 1985. Dal 1990 insegno baile flamenco a Milano e Lyrical Arab Dance, un lavoro sull'espressione delle emozioni attraverso le danze del mondo arabo.
Quando insegno indico immediatamente agli allievi che nel flamenco non c'è un direttore d'orchestra e neppure uno spartito e per questo occorre fare molta attenzione agli altri membri del gruppo. Impararlo il prima possibile è fondamentale.
Un bell'esercizio che si può fare anche con alllievi alle prime armi è ascoltare il rimbombo dei suoni nella...Fri, 07 Apr 2023 - 87 - #86 Il Flamenco e la socializzazione - Flamenco Chiavi in Mano
Socializzare significa comunicare con un gruppo nel quale ci si sente accolti.
L'uomo è un animale sociale, e in ogni cultura trova dei sistemi per comunicare e sentirsi parte di un gruppo.
Il flamenco è qualcosa che non si può fare da soli, chiusi in una stanza. Cioè, si può fare qualche esercizio tecnico, migliorando la meccanica di ciò che facciamo, che sia suonare, cantare o ballare, ma se voglio veramente "fare flamenco" non posso prescindere dalla presenza di altre persone dal vivo che facciano parte di questa creazione, di questa comunicazione. Si tratta sempre di una conversazione, che richiede musica dal vivo proprio perché è sulla socializzazione che si basa.
A prescindere dal livello di competenze e preparazione, chi è esperto in questo campo sa che ogni persona presente ha diritto ad esprimere quello che sente e a comunicarlo con decisione e profondità agli altri partecipanti, creando una sorta di ponte che collega le persone fra di loro.
Quando sto ballando flamenco, la musica dal vivo, la diretta comunicazione con chi suona ci dà la capacità di gestire l'energia dell'emozione, e questo influenza il nostro modo di muoverci, non nelle sue forme ma nei suoi contenuti.
Se ballo o suono in modo meccanico non faccio flamenco.
Nel flamenco c'è un argomento con binari molto precisi, che definiscono l'identità del palo di cui ci si sta occupando in quel momento. E tutti i presenti parlano di quell'argomento, in modo personale, e sono sintonizzati su un medesimo contenuto emozionale.
Nella società d'oggi la socializzazione profonda non c'è, siamo tutti stressati e troppo impegnati, abbiamo a disposizione tantissimi strumenti di comunicazione ma spesso ci portano lontano dalla socializzazione: preferiamo inviare messaggi scritti o vocali piuttosto che telefonare o dare un appuntamento a qualcuno, cosa che sarebbe a volte più veloce e certamente più efficace.
E' come essere chiusi in una stanza e parlare da soli!
Il flamenco ci obbliga a relazionarci, a comunicare. Ciò che facciamo nel flamneco condizionerà sempre la risposta dell'altro.
Se lascio le mie capacità di comunicazione libere di esprimersi, tutto funzionerà perché l'essere umano nasce con questa capacità. Soprattutto quando questo, come nel caso del flamenco, fa riferimento ad un comune background culturale, che può dar luogo ad approfondimenti, discussioni, qualcosa che ci fa diventare più ricettivi verso la comunicaiozne altrui e ci aiuta a chiarire il nostro modo di comunicare.
In tutti i campi della vita troveremo una influenza di questo aspetto.
Ciò che può unire le persone è il fatto di provare forti emozioni in comune con gli altri. Il flamenco genera sempre forti emozioni! Questo crea una relazione potente nel gruppo.
Le peñas flamencas, circoli culturali dedicati al flamenco, sono animati da persone che nella vita si occupano di altro, non di flamenco, ma lo amano profondamente, e ne vedono con chiarezza la potenzialità comunicativa.
La presenza stessa dei neuroni a specchio nel cervello ci fa capire quanto il gruppo ci possa coinvolgere ed influenzare, soprattutto se ho di quella cosa una esperienza pregressa. Se suono, canto o danzo flamenco e vedo qualcuno che fa altrettanto, sento di sicuro una grossa empatia, e mi sentirò più coinvolto. E nel gruppo si sente rete, che ci fa sentire parte di un tutto. Il flamenco ci aiuta a recuperare una dimesione sociale naturale che la società d'oggi ha un po' accantonato.
Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e danza e musiche del mondo arabo dal 1985 e dal 1990 insegno baile flamenco a Milano e Lyrical Arab Dance, un lavoro sulla espressione delle emozioni attraverso le danze del mondo arabo.
Quando insegno metto in primo piano la condivizione, la socializzazione, l'accoglienza, l'inclusione. Se qualcuno che frequenta i miei corsi non è...Fri, 31 Mar 2023 - 86 - #85 Neuroni a Specchio e Flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
Che cosa sono i neuroni a specchio e cosa hanno a che fare con il flamenco?
Sono un gruppo di neuroni che permettono all'individuo di identificarsi con il movimento compiuto da altre persone e anche con la semplice postura statica, ad esempio quella osservabile in una fotografia o sentire suoni, odori, qualcosa che ci porti in comunione con altre persone, avendo sperimentato cose simili.
Li scoprì Giacomo Rizzolatti del dipartimento di neuroscienze dell'Università di Parma, a metà degli anni '90. Rizzolatti lavorava ad una ricerca sulla coordinazione manuale delle scimmie. Osservò che quando la scimmia prendeva una nocciolina si attivavano un certo gruppo di neuroni, e si pensò che fossero quindi dei motoneuroni, cioè neuroni che scatenano l'azione. Ma un giorno si verificò che l'attività di quel gruppo di neuroni venne stimolata dal vedere il ricercatore prendere una nocciolina: quei neuroni si attivano anche solo vedendo, non solo facendo. Quei neuroni si attivano sia quando la scimmia agisce che quando vede agire. Questa capacità del cervello è stata anche definita “Monkey see, monkey do”, “Scimmia vedere, scimmia fare” fa molto riflettere.
Il fenomeno definito qui è profondamente umanno: ci capita spesso di commuoverci perché un amico sta piangendo o ridere se un amico sta ridendo!
I neuroni a specchio rispondono sia quando si compie un'azione che quando la si vede compiere. Ci permettono di introiettare le azioni degli altri, interpretandone il significato, prevedendone le conseguenze e immaginando di compierle noi stessi. Si riconosce che cosa l'altro fa ma anche perché lo fa! E lo possiamo capire grazie all'esperienza diretta che abbiamo nel campo.
Quando si vede qualcuno fare qualcosa che conosciamo, quindi, i nostri neuroni a specchio lavorano come se lavorassero i nostri muscoli: ecco che si capisce bene cosa succede quando i tifosi guardano i loro calciatori preferiti impegnarsi nelle performances sportive, e arrivano a fare smorfie, contorcersi, e immedesimarsi nell'azione al punto di gridare e non poter proprio stare fermi, pur restando sulla poltrona di casa!
E' interessante verificare che l'esperienza motoria interferisce in maniera significativa, fondamentale, sulla risposta dei neuroni a specchio. Sviluppare una buona capacità di osservazione del movimento, quindi, non può prescindere dall'esperienza diretta del corpo.
Attenzione però: i neuroni a specchio sono molto più sensibili a registrare ciò che il soggetto ha sperimentato di persona! Ad esempio, in un danzatore classico i neuroni specchio si attivano molto più efficacemente di fronte ad una esibizione di danza classica che di altre forme di danza.
Questo ha a che fare con la creazione del gusto personale: ciò che amiamo dipende dalla nostra esperienza diretta nel campo e dalla nostra conoscenza, nella quale ci possiamo rispecchiare più o meno profondamente grazie all'attività dei neuroni a specchio.
I neuroni a specchio sono localizzati nella corteccia premotoria e parietale posteriore, area connessa con l'area di Wernicke, dedicata all'organizzazione linguaggio verbale (produzione dei movimenti che permettono l'articolazione del linguaggio, scelta delle parole da usare ed organizzazione della forma della frase da pronunciare). Questo indica che i neuroni a specchio giocano un ruolo fondamentale nella comunicazione, nella necessità di integrazione con l'ambiente ma soprattutto con il gruppo sociale.
Lavorando sulla musica da camera o sui quartetti d'archi, o allo stesso modo sul flamenco, in assenza di un direttore d'orchestra il gruppo si sintonizza in altro modo, su se stesso o su un elemento e fa ricorso all'esperienza comune per sentire l'empatia e produrre quella comunione di intenti che genera la musica stessa. Il quartetto d'archi si sintonizza sul primo violino. In una orchestra l'attenzione è tutta verso il direttore, verso la sua...Sat, 18 Mar 2023 - 85 - #84 L'importanza di provare a cantare flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
Cantare flamenco é meraviglioso quanto difficilissimo.
Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e di danze e musiche del mondo arabo dal 1985. Dal 1990 insegno baile flamenco a Milano e un lavoro sulla espressione delle emozioni attraverso le danze del mondo arabo che ho chiamato Lyrical Arab Dance.Fri, 10 Mar 2023 - 84 - #83 Analogie fra il cajón nel flamenco e il basso nella musica - Flamenco Chiavi in Mano
Facciamo una analogia fra il cajon nel flamenco e il basso nella musica.
Il cajon è lo strumento a percusisone più usato nel flamenco, ma non direi che si comporti come la batteria in altri generi musicali, ma piuttosto come un basso.
Cosa fa il basso? Mette insieme la melodia con il ritmo dando potenza, completezza e spessore ad un brano. Se si togliesse il basso si sentirebbe che la musica è meno completa.
Le note più gravi entrano nel corpo più facilmente e quindi è più facile sentire questo aspetto della musica nel corpo.
Il basso può "cantare" una melodia con note gravi, fondendo la melodia stressa con la frase ritmica, come un ponte fra melodia e ritmo. Il cajon non può produrre una melodia, essendo uno strumento a percussione, ma ha la capacità di seguire melodicamente il ritmo, dando la dinamica e le sfumature.
Togliendo il basso, melodia e ritmo si avventurano su due binari paralleli!
Secondo alcuni studi, si è osservato che i musicisti possono anche essere solitari e chiusi, ma i bassisti sono invece aggregatori, estroversi. E' interessante che abbiano scelto di fare questo!
I suoni gravi vengono percepiti più facilmente anche a livello corticale, e si è capito che nel caso in cui ci sia una produzione imprecisa di suoni, l'orecchio la legge più sui suoni gravi che sugli acuti.
Il cervello ha bisogno di appoggiarsi sulla stabilità del ritmo. E funziona bene sui suoni gravi! Il cervello ha una risposta cognitiva al suono, e se non funziona la regolarità il cervello va in ansia.
Il cervello non ha risposte comportamentali al suono: se una scimmia sente uno stimolo sonore e deve rispondere, lo farà dopo lo stimolo, e se la fonte sonora si spegne, l'animale si ferma.
Invece gli esseri umani prevedono il ritmo!
E' interessante fare l'esperimento di spegnere le musica e continuare a tenere il tempo!
Se si toglie il basso alla musica, chiunque se ne accorge anche s e noi occidentali non siamo molto attenti razionalmente al tessuto grave delle note.
Il cajon deve sorreggere e assecondare ciò che gli altri fanno sul palcoscenico. E mai prendere il sopravvento! Proprio come il basso!
La batteria porta invece su di sé moltissimo l'attenzione. Nel flamenco non c'è questo personaggio che accentra l'attenzione su di sé.
Il suono del cajon e del basso creano una risposta fisica al suono.
Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e di danze e musiche del mondo arabo dal 1985. Dal 1990 insegno baile flamenco a Milano e un lavoro sulla espressione delle emozioni attraverso le danze del mondo arabo che ho chiamato Lyrical Arab Dance.
QUando insegno vedo bene che facimente le persone dano attenzione alla melodia e molto poca al ritmo e ancora meno attenzione ai toni più gravi della musica. Ma quando c'è un percussionista a lezione, meglio ancora se suona il cajon, tutti hanno maggiore attenzione al suono.
Il suono è una vibrazione che esce da una fonte e mette in moto la materia: il corpo risponde al suono fisicamente!
Un bell'esercizio è provare ad ascoltare la musica localizzando solo i suoni più gravi.
Il nostro cervello percepisce subito i suoni gravi ma la nostra ragione si concentra sulla linea melodica della chitarra acustica o della voce più che quella del contrabbasso.
Se sto ascoltando flamenco ed è presente un cajon, posso porre attenzione alla sua linea melodica: il cajon può creare un piccolo impasto ritmico fatto di suoni diversi. Posso sentire che il corpo si pone in movimento, battendo le mani, muovendo le ginocchia o le mani.
Se siamo più attenti a questo, capiremo che il ritmo nel flamenco fa parte integrande della melodia, per portare il messaggio emozionale della melodia, e che i due aspetti sono fusi insieme, appoggiandosi uno sull'altro. Esattamente come il basso in un brano di Hard RockFri, 03 Mar 2023 - 83 - #82 Il cajón nel flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
Il cajon è la percussione più usata per accompagnare il flamenco, ma non nasce per il flamenco.
Si tratta di una cassa (cajón in spagnolo significa cassone) sulla quale il percussionista si siede e la percuote con le mani.
Lo strumento è interamente di legno e presenta sulla parete posteriore un buco di 10/12 cm di diametro e sulla parete anteriore una lamina di legno più sottile, la tapa, fissata elasticamente al corpo dello strumento con delle sorte di viti.
Si tratta di uno strumento semplice, creato in Perù e diffuso molto anche a Cuba, utilizzando le cassette della frutta al mercato. Era uno strumento povero, usato dai neri americani che non potevano costruire strumenti a percusisone per un divieto di legge.
Lungo tutto il corso del 900 il cajón si è evoluto parecchio con tante varianti anche fantasiose.
Lo strumento è molto versatile, può sostituire la batteria in parecchi generi musicali.
Quando il percussionista percuote la parte superiore della tapa, producendo un tappeto sonoro, ecco che il cajón sembra il rullante di una batteria.
Si è diffuso molto nel mondo come strumento a percussione versatile, economico, di facile trasporto e che si adatta a tutti i generi musicali apportando sonorità nuove e creative.
Nel flamenco entra grazie al genio di Paco de Lucía, al quale era stato regalato un cajón. Avendone subito compreso le enormi potenzialità, lo affidò a Rubem Dantas, percussionista brasiliano con cui Paco collaborò intensamente, per inserirlo nei suoi spettacoli. Il cajón così entrò nel mondo del flamenco a pieno diritto.
Il primo disco di Paco de Lucía in cui viene usato il cajón è del 1981, "Solo quiero Caminar".
Da allora il cajón è entrato molto profondamente nei flamenco e nella musica spagnola.
Si sposa molto bene con la chitarra flamenca essendo costituito di legno come la chitarra, ed è stato arricchito aggiungendo all'interno dello strumento corde o sonagli che richiamano le sonorità delle corde.
Provare a suonare il cajón è molto divertente. Suonarlo bene è molto difficile, ma ti consiglio di provare!
Lo strumento non è neppure troppo rumoroso, ed è leggero e si trasporta facilmente.
Il cajón sostiene la ritmica nel flamenco e la rende più elastica, più presente.
I bailaores devono conoscere la figura di Manuel Soler, bailaor che ha applicato al cajón la logica delle sonorità del Baile, evolvendo tanto le possibilità espressive dello strumento.
Come tutti gli altri elementi nel flamenco, il suonatore di cajón deve essere sensibile. Se non lo fosse, potrebbe coprire le sonorità delicate dell'arpeggio di un chitarrista o dei piedi di un danzatore, quindi deve certamente conoscere le dinamiche del flamenco ed avere la sensibilità di suonare ciò che sente essere di aiuto a chi suona o chi balla.
Se il palo che viene interpretato è lento e cadenzato, il cajon non viene usato, mentre i palos più ritmici ne vengono sostenuti tanto. E' uno strumento infatti molto utilizzato per accompagnare il baile e tutti i palos più veloci e ritmati.
Per chi balla, il supporto del cajon è utilissimo per sostenere le sonorità del zapateo.
Non esiste una tecnica per suonare il cajón, ma ogni musicista crea la suite tecniche personali utili a suonare lo strumento.
Da ascoltare assolutamente è El Piraña, percussionista che ha evoluto tantissimo le possibilità espressive del cajon
Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e di danze e musiche del mondo arabo dal 1985. Dal 1990 insegno baile flamenco a Milano e un lavoro sulla espressione delle emozioni attraverso le danze del mondo arabo che ho chiamato Lyrical Arab Dance.
Consiglio sempre ai miei allievi di seguire lezioni di cajón. È molto entusiasmante, e non richiede un allenamento tremendo, a differenza di strumenti come le percussioni africane.
Pur di poter suonare il cajón...Fri, 17 Feb 2023 - 82 - #81 Il ruolo del palmero nel flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
Chi è il palmero? E' a persona che accompagna la musica battendo le mani, nel flamencfo. Sembra semplice, ma è in realtà molto difficile. Deve essere presente, ascoltare e godersela, come tutto nel flamenco.
Il ruolo della palma nel flamenco è sostenere gli altri elementi del gruppo, interpretandone le intenzioni, mettendoli a loro agio ed aiutandoli ad esprimersi. La palma sta nel background e ha un ruolo fondamentale: un palmero incapace può danneggiare completamente uno spettacolo, o rendere il tutto funzionante.
Uncattivo palmero disturba il baile, ma anche tutto il resto. Se non riesce a mantenenre la velocità fa veri guai. A volte il palmero cerca di dettare la velocità, perché pensa che gli altri che sono sul palco (tipico esempio quello di un saggio di fine anno, in cui i ballerini sono alle prime armi) non sono bravi e quindi cerca di imporre la velocità "corretta". Se gli altri non sono a proprio agio, nulla funziona!
Il palmero quindi non decide la velocità né il livello del suono aumentando il volume, ma devesempre sostenere gli altri. Deve avere esperienza, deve aver provato a farlo più volte, sbagliando anche, ma finché non ha esperienza non sarà bravo. Deve essere un po' come la spalla in uno spettacolo di cabaret.
Se il palmero pensa di dover portare tutti nel ritmo probabilmente li porterà... fuori.
Non è importante che il palmero si comporti come un metronomo: deve avere la capacità di mantenere il ritmo modificandolo così poco da poter modificare anche solo un po' il suo suono per permettere agli altri di godersi la situazione ed esprimersi.
Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e danze e musiche del mondo arabo dal 1985. Dal 1990 insegno baile flamenco a Milano e Lyrical Arab Dance un lavoro sull'espressione delle emozioni attraverso le danze del mondo arabo.
Quando si affronta il discorso palmas, si pensa che sia molto facile. E' spontaneo ma non così facile!
Spesso noi stranieri fraintendiamo la ritmica flamenca, quando ascoltiamo le palmas: ascoltando un brano pensiamo di dover produrre tutti i suoni di palmas che sentiamo, e tendiamo quindi a riempire troppo. A stressarci. Invece sarebbe importante godersi la musica!
Se abbiamo accanto un palmero di qualità e con tanta esperienza, ci aiuterà tantissiom a fare ciò che stiamo facendo!
Ascolta il n. 25 di questa serie di podcast: ti do una serie di consigli su come battere le palmas.Fri, 10 Feb 2023 - 81 - #80 Il Matiz cioè la dinamica nella ritmica flamenca - Flamenco Chiavi in Mano
Che cosa significa Dinamica in musica? E' la capacità di dare sfumature di tipo emozionale utilizzando il volume e le coloriture espressive.
Ti parlo del linguaggio per farti capire il concetto: tutto ciò che rende espressiva la mia frase, cioé quello che si chiama tecnicamente "segni soprasegmentari del linguaggio", volume, tono, pause, ritmo...
Sicuramente è capitato a tutti di fraintendere i significati di un messaggio scritto su Whatsapp. Gli emoticon possono renderlo più chiaro, ma le intonazioni espressive di una frase sono insostituibili.
Nel flamenco l'usare le dinamiche musicali viene definito Matizar, che letteralmente significa sfumare.
Sfumare la qualità del suono. Se produco suoni con la chitarra, la percussione o i piedi di un bailaor, e non metto intenzioni espressive, il sono sarà freddo e poco interessante. A tale riguardo è interessante ricordare cosa faceva Dafio Fo, con il suo Gramelot: raccontava storie comprensibilissime pur senza utilizzare nessuna parola, solo suoni, paolre inesistenti, ed intenzioni espressive. Un percorso che si capiva benissimo. La forma era per Dario Fo solo una scusa, un modo per raccontare un contenuto.
Il flamenco è comunicare una emozione. Le forme sono solo un'occasione per raccontarla. Il contenuto espressivo nel flamenco è sempre più importante del mezzo che utilizzo per esprimermi.
Se mi comporto come un metronomo, come una macchina, e non uso il matiz, perdo il messaggio emozionale che il flamenco porta obbligatoriamente con sé.
Imparare a seguire la dinamica della ritmica flamenca ti aiuta anche a riconoscerla quando ascolti qualcun altro suonare.
Il nostro cervello è fatto così: se ho una categoria, la riconosco anche al di fuori di me. Ti consiglio di cominciare da ora a fare attenzione a questo aspetto!
Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e danze e musiche del mondo arabo dal 1985. Dal 1990 insegno baile flamenco a Milano e Lyrical Arab Dance un lavoro sull'espressione delle emozioni attraverso le danze del mondo arabo.
Sono sempre affaascinata da tutto ciò che riguarda l'espressione, sempre considerando che la tecnica è un mezzo e non il fine, e che il valore dell'are è quello di comunicare emozioni.
Il flamenco è assolutamente questo: comunicare emozioni!
Un esercizio che si può fare è utilizzare un brano con un ritmo ossessivo, ripetitivo, coinvolgente e facile da comprendere (io spesso uso Roma di Vicente Amigo). Metto le persone in cerchio, faccio partire il brano ad alto volume e lascio che battano le palmas in modo spontaneo, seguendo dapprima il tempo e poi lasciando che in maniera spontanea le persone producano gli accenti forti e deboli. Guido il gruppo a seguire la dinamica, mettendoci i "sette sentimenti dell'espressione", come se nel centro del cerchio ci fossero i musicisti e noi dovessimo dar loro energia per farli suonare meglio.
E' incredibile il coinvolgimento che si può sentire con questo esercizio, anche con persone che non hanno nessuna conoscenza precedente! La dinamica coinvolge incredibilmente l'emozionalità, senza bisogno di accenti, contrattempi e schemi.
Un altro esercizio che faccio fare è quello di mettere le persone a coppie e invitarli a intrattenere una conversazione utilizzando solo una parola neutra (io uso la parola "bianco"), mettendo tutte le intenzioni comunicative possibili ed accompagnando il tutto con il gesto.
Con questo esercizio, le persone capiscono che ciò che ha senso nel suono non è il suono stesso ma il modo in cui il suono viene prodotto.
L'emisfero cerebrale destro è interamente coinvolto nell'espressione dell'emozionalità. Qualora qualcuno avesse perso la funzionalità dell'emisfero destro del cervello per un problema neurologico, non sarebbe più in gradi di capire come usare tono, volume, velocità, ritmo dell'eloquio per rivolgersi adeguatamente ad altre...Fri, 03 Feb 2023 - 80 - #79 Il ruolo del baile nel flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
La parte del flamenco che si conosce di più all'estero è il baile. E' più facile capirlo, infatti: se non capisco la lingua spagnola lo capisco comunque, anche solo da un punto di vista estetico, ed entusiasma lo spettatore con facilità. Un entusiasmo che fa venire voglia di ascoltare di più e di entrare di più nel flamenco.
Ha quindi un ruolo di ambasciatore del flamenco nel mondo.
Attenzione però ai vari cliché che ci sono rispetto al baile flamenco. Prima di tutto chi non lo conosce pensa subito che il baile flamenco sia tipicamente esercitato da una donna, mora, bella e formosa, che balla in modo sensuale e provocante, ammiccante. Sono provocatoria, nel dirlo, ma questa immagine è la più diffusa. Quindi si vede il baile come espressione esteriore di gioia di vivere, ammiccamento e una bella donna sculettante. Sì, la gioia di vivere di sicuro, ma soprattutto la sensualità non è certo lo scopo del baile!
Centralmente il baile flamenco deve essere la rappresentaizone fisica del cante e della musica in generale: il bailaor è anche un musicista, ma si vede anche, quindi è superfluo sbattere in faccia al pubblico le proprie capacità tecniche. E' chiaro che oggi se il bailaor esibisce la tecnica è probabile che l'impresario lo contratti anche per un prossimo spettacolo. Ma l'essenza del baile è emozione allo stato puro, metterla in scena senza averne pauira, riconoscendosi totalmente nell'emozione che si prova in quel momento, grazie alla situazione presente, al pubblico, al luogo in cui si è, ai musicisti.
Il baile flamenco ci permette di esprimerci con un doppio linguaggio, quello del movimento e quello del suono.
Ci sono anche altre forme di danza che comprendono anche la produzione di ritmo: viene subito in mente il tip tap, ma anche le danze irlandesi, le danze dell'India, e anche in una certa misura, tutte le danze dell'Africa, sia della parte mediterranea che più a sud.
Però ci sono grandi differenze con il flamenco: nel flamenco c'è un aspetto dinamico espressivo molto forte.
Nelle danze irlandesi la parte alta del corpo non produce praticamente nessun gesto, è anzi molto ferma.
Le danze indiane raccontano essenzialmente delle storie, legate in maggior misura alla religione, attraverso i mudras, i gesti delle mani.
Le danze dell'Africa hanno tantissimi valori legati ai momenti di passaggio della vita, alle feste, alla gioia di essere nel presente, di vivere, della relazione con la musica, ma non hanno il forte rapporto con la ritmica e soprattutto la complessità ritmica del flamenco.
Nel flamenco la complessità ritmica si sta evolvendo sempre più, alla ricerca dell'effetto a sorpresa, e dell'acrobazia sempre più difficile.
Il baile ha avuto una storia incredibile, in cui ogni danzatore ha dato un contributo personale. E' nato come inrtattenimento, la parte più leggera del flamenco, in cui dare al pubblico una piccola pausa dalle emozioni profonde del cante. Anticamente, molta parte del pubblico andava a vedere le serate flamenche perché amava il baile, e tutto sommato anche oggi i tablaos vivono proprio su questo: un tablao è il regno del turista, che insieme con la visita della Giralda a Siviglia o dell'Alhambra a Granada compra anhce a pacchetto completo lo spettacolo nel tamblao. Ho visto più volte turisti addormentarsi nel tablao, perché stanchi dopo una giornata di visite a musei e luoghi di interesse culturale e non particolarmente interessati!
Il baile richiama molto l'attenzione, e gli spettacoli di flamenco venduti all'estero sono al 90% spettacoli di baile. Ma il baile non è il centro del flamenco. E' la parte più semplice da approcciare e da capire.
Ritengo che sia possibile ballare il flamenco da parte di stranieri, anche molto bene, e ci sono anche chitarristi flamenchi stranieri, ma se non si è nati lì non credo sia possibile cantare flamenco.
Sono Sabina Todaro, mi occupo di...Fri, 27 Jan 2023 - 79 - #78 Il baile flamenco di ieri e di oggi a confronto - Flamenco Chiavi in Mano
La storia dell'evoluzione del baile è oggi molto facile da esplorare grazie a Youtube anche a chi vive molto lontano dall'Andalusia! Ovviamente è ben diverso vedere uno spettacolo dal vivo o guardarlo in un filmato. Ma Youtube ci fa anche il servizio di farci vedere cose che non ci sono più. Come Carmen Amaya, icona del baile, forse la bailaora più famosa di tutti i tempi, che è morta nel 1963, e quindi non è possibile vederla altrimenti!
SOno convinta che Carmen Amaya e altri bailaores in un normale spettacolo avrebbero fatto altre cose, diverse da quelle che l'impresario chiedeva loro di fare nel film di turno. Tutto ciò che è stato ritratto in un film è una simulazione della realtà, ma è parecchio deviata.
A parte Carmen Amaya che era veramente un marziano, per i suoi tempi: fino al 1990 gli altri bailaores non avevano un linguaggio corporeo e ritmico più di tanto evoluto in termini di precisione e varietà. E' oggi molto diverso perché i bailaores studiano danza classica, scuola bolera, danza contemporanea, pilates, yoga, arti marziali... e chi più ne ha più ne metta. Hanno agilità atletica e versatilità nell'interpretazione di repertori molto eterogenei.
Il baile flamenco si è molto modificato.
Fino agli anni 90 non c'era il canone di usare il linguaggio del flamenco per parlare di temi sociali, morali, culturali, mentre oggi tutti i maggiori bailaores raccontano storie di tipo morale, insegnano cose, deniunciano usando il linguaggio del flamenco.
Ovviamente accanto all'interpretazione teatrale con messaggio sociale ecc ci sono ancora i tablaos, ela possibilità di vedere performances tradizionali.
Fino al 2007/8 nei tablaos si vedevano più che altro allievi o bailaores non tutti bravissimi, perché erano tutti studenti con poca esperienza che si facevano le ossa nei tablaos.
E nella serata magari c'era un bailaor molto bravo che accettava di venire pagato poco come pagano nel tablao per verificare con il pubblico se qualcuna delle sue nuove coreografie funzionava prima di inserirla in uno spettacolo teatrale.
Oggi le varie crisi economiche hanno diminuito molto le possibilità di lavoro per le compagnie di baile, quindi i bailaores, anche bravi, spesso lavorano nei tablaos, per non restare a casa.
A volte negli anni 90 c'erano in tablaos bailaores imbarazzanti. Oggi se non si va in un luogo assolutamente turistico e non flamenco, è ancora possibile vedere bailaores che non valgono niente, ma a Madrid, Siviglia o Cordova no.
I bailaores di oggi, con tutta la formazione atletica eclettica che hanno, portebbero allontanarsi tanto dalla emozionalità del flamenco per sbattere in faccia al pubblico la tecnica. Il messaggio estetico potrebbe anteporsi a quello emozionale, e i bailaores iniziano a fare suoni iperdifficili, che un tempo faceva solo Carmen Amaya!
Spesso il compito del bailaor di oggi è produrre passi ritmici super difficili, lasciando da parte il messaggio emozionale, in favore dell'effetto sorpresa!
La tecnica è un mezzo e non il fine di tutte le forme d'arte.
Oggi spesso il flamenco viene infilato qua e là in altre forme di danza, e molte persone si avvicinano al flamenco vedendolo così, in altre forme di danza.
E da questo tramite è possibile che molte persone si avvicinino alla cultura del flamenco.
In effetti il baile è stato ambasciatore, e continua ad esserlo, del flamenco, anche quando i primi bailaorres attraversarono l'oceano per portarlo nelle Americhe.
Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e danze e musiche del mondo arabo dal 1985. Dal 1990 insegno baile flamenco a Milano e un lavoro sull'espressione delle emozioni attraverso le danze del mondo arabo che ho chiamato Lyrical Arab Dance.
Quando insegno baile mi trovo sempre di fronte alle difficoltà dei miei alleivi nella produzione del ritmo. E' vero che nessuno ha già imparato a lavorare...Fri, 20 Jan 2023 - 78 - #77 La chitarra flamenca di ieri e di oggi a confronto - Flamenco Chiavi in Mano
La chitarra è lo strumento principe del flamenco, quello su cui si appoggia completamente l'impianto del flamenco.
La chitarra ricorda ai presenti, pubblico compreso, l'identità del genere musicale flamenco che si sta interpretando, e si appoggia su solidissime basi tradizionali.
Da anni ormai i musicisti flamenchi studiano musica, spesso anche al conservatorio, e stanno crescendo in direzioni nuove.
ogni innovazione nei metodi di studioi porta cambiamenti. I chitarristi di oggi conoscono tanti altri generi musicali e hanno studiato tanto. Un altro fenomeno ha modificato la storia del flamenco: l'aumento esponenziale dei professionisti della chitarra. E questo anche grazie alla internazionalizzazione del flamenco, che ha creato nuove possibilità di lavoro.
Chi studia chitarra flamenca sa quanto sia difficile suonarla! Sa quanto tempo va dedicato agli esercizi, all'attenzione a non farsi venire la tendinite, a non rovinarsi le unghie... se non faccio questo di professione non avrò il tempo per studiare e la mia espressività non sarà sostenuta dalla tecnica.
Fra l'altro se non studio a sufficienza farò anche più fatica a produrre suoni efficaci, che accompagnino bene il cante e che siano personali, a conoscere bene il repertorio tradizionale che garantisce l'identità del palo di riferimento.
Quanto più le competenze musicali crescono, e tanto più la creatività del chitarrista sarà ricca, ma potrebbe essere influenzata troppo da altre sonorità, spostando la creatività lontano dall'essenza del flamenco.
Anche dedicare tanta attenzione all'esecuzione tecnica potrebbe portare il chitarrista lontano dall'espressione e invece gettarlo nella ricerca dell'espressione.
Ovviamente se sono Vicente Amigo e devo mantenere il mio altissimo standard, ma se non ho nulla da dimostrare, e mi concentro tanto sulla tecnica, rischierò di immaginare che la prima priorità sia sempre la tecnica.
La tecnica non fa certamente male alla qualità della musica, ma al primo posto va sempre messa l'emozionalità, l'identità del flamenco e il mantenimento di ambiti tradizionali che garantiscano la conservazione del messaggio. In definitiva, non devo dimenticare di essere al servizio del cante e del flamenco in generale.
Oggi alcuni chitarristi flamenchi anche molto bravi si sentono un po' sminuiti nella propria creatività se seguono la tradizione in modo molto pedissequo. E allora vanno alla ricerca di suoni molto creativi, molto lontani dalla tradizione. Il risultato può essere dubbio!
Per ogni accordo ci sono almeno 3 note di base, per cui se il cante sta producendo una delle note, tutto dovrebbe andare bene, ma nella tradizione del flamenco ci sono accordi super tradizionali e non devo mai mettere la creatività del singolo chitarrista davanti alla tradizione.
I chitarristi così preparati di oggi tendono a non stare fermi nelle pause del cante, a non dare il valore del silenzio, a riempire tutto, armonizzando ogni tono.
I suoni più creativi a volte allontanano l'ascolto dalla tradizione, ma la tradizione permette al cantaor di essere più libero.
Il chitarrista ha largo spazio per esprimersi creativamente durante le pause del cante, fra una letra e l'altra, durante le sue falsetas. Ecco, nelle falsetas potrà esprimere tutta la creatività senza mangiare lo spazio del cante.
Ti voglio raccontare di un chitarrista di Huleva, el Nino Miguel, del 1952. Aveva un suono molto spontaneo e creativo, enormemente legato alla tradizione. Era uno zio di Tomatito, e quindi veniva da una famiglia di chitarristi. Paco de Lucia stesso lo apprezzava.
Ad un certo punto però purtroppo cadde nel vortice dell'eroina, e faceva il mendicante per la strada, e quindi non si allenava per suonare in modo più preciso, perché il suo obiettivo non era l'arte ma era fare cassa per mantenere il vizio. Spesso gli si rompevano le corde e lui...Fri, 13 Jan 2023 - 77 - #76 Consigli e trucchi per migliorare le tue capacità ritmiche - Flamenco Chiavi in Mano
Ti offro alcuni trucchi per migliorare le tue capacità ritmiche nel flamenco (e non solo)
Le divido in aree di pertinenza:
Per quello che riguarda l'aspetto fisico, occorre che il corpo sia pronto a produrre il ritmo, e ci sono alcuni accorgimenti imprescidibili:
1- respirare. Il respiro è il primo ritmo, e se smetto di assecondarlo mi allontano parecchio dalla sensibilità ritmica. Cura di respirare in modo tranquillo e il più profondo possibile
2- addome, glutei e gambe attivi. Sono le nostre radici, e senza di essi nulla funziona.
3- piedi attivi: i muscoli situati nei piedi che servono per muovere i piedi (muscoli intrinseci dei piedi) hanno un ruolo fortissimo nel produrre un suono qualitativamente buono quando stiamo ballando flamenco. Se non li usiamo i nostri piedi saranno sempre trascinati, come se indossassimo delle pantofole.
4- mandibole sciolte e muscoli del viso rilassati. Ti aiuterà molto più di quanto tu possa pensare.
5- sentire cosa si sta facendo, e mantenere un corpo vivo, né molle né rigido. Presenza! Il corpo è il nostro strumento musicale, prima ancora dello strumento che stiamo suonando. Gran parte del nostro suono passa da lì!
Per migliorare la relazione con la musica, cosa che ci aiuta a seguire molto meglio il ritmo, dobbiamo fare alcune cose legate alla pratica, all'allenamento:
1- allenarsi a tenere il tempo stabile, senza cambiare la velocità. Tutti i musicisti fanno le scale musicali per allenarsi, e anche i bailaores devono farlo! Devo quindi riconoscere i passi e le forme più semplici dei vari passagi della chitarra, del cante, della palma o del cajon, e praticarli con precisione.
2- fare gli esercizi lentamente e un pezzo per volta, esercitando tante volte le basi.
3- conoscere bene il palo che devi interpretare. Se non ho familiarità con quel compas, tutto mi risulta più ostico, meno spontaneo, e mi inviterà a pensare anziché a sentire.
4- cantare il ritmo, non contarlo! Se sento la musicalità del suono sarà tutto più semplice. Prova!
5- dare estrema importanza alla qualità del suono, ascoltando sempre quello che produci
Ed ecco alcuni consigli che i miei alleivi definirebbero di "psico-flamenco". RIcordando che il peggiore sabotatore di noi stessi è proprio dentro di noi:
1- Concentrarsi sulla presenza fisica, sul corpo ed escludere altri pensieri che distraggono senza apportare benefici.
2- Lasciarsi coinvolgere dalla musica e appoggiarsi sulla solidità degli altri musicisti flamenchi, fidandomi,
3- stare nella musica, viverla e cantarla dentro di sé, stare nel gruppo, nell'insieme. Alla prima esitazione, se non mi fido di me o degli altri, mi porterà fuori dal tempo e dal ritmo.
4- lasciar fluire
5- stare sereni e fidarsi che tutto verrà in modo spontaneo, e che il compas sta in piedi da solo, non lo devo reggere io. Soprattutto se ci sono anche altri musicisti, o magari un semplice metronomo.
6- accettare di sbagliare senza sentirsi in colpa, e darsi il tempo di imparare.
7- Pensare di comunicare questi suoni a qualcuno!
8- Ricordarsi che il cervello è plastico e si modifica ogni giorno, per cui, sentiamoci sempre principianti ogni gioron e ricordiamoci di imparare ad imparare.
Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e danze e musiche del mondo arabo dal 1985. Dal 1990 insegno baile flamenco e un lavoro sull'espressione delle emozioni attraverso le danze del mondo arabo che ho chiamato Lyrical Arab Dance.
Sono una studiosa appassionata di neuroscienze, che uso tantissimo nelle mie lezioni.
Agli allievi spesso faccio fare esercizi ritmici in cui sperimentino la loro espressività e la capacità di usare il ritmo per comunicare un'intenzione, a coppie o in gruppo. Il risultato è incredibile. Il cervello è costruito intorno alla capacità di comunicare attraverso il suono, visto che il linguaggio ha contribuito...Mon, 26 Dec 2022 - 76 - #75 Villancicos Zambombas e il Natale Flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
Gli andalusi amano festeggiare e o gni occasione è buona per festeggiare, condividere, mangiare, bere e godersi la musica.
I canti natalizi tradizionali si sono afflamencati in parte, soprattutto nella zona di Jerez e di Arcos de la Frontera, e altri canti sono stati costruiti abbastanza di recente, nascendo già come canti flamenchi.
I Villancicos sono canti di Natale nati in questa ottica. La loro origine popolare è evidente, ne troviamo tanti musicati a ritmo di rumba, di tango, ma anche di buleria (cosa anche ovvia, dato che molti nascono appunto a Jerez, patria della buleria!) e in ritmi ternari.
Un canto da cui i Villancicos prendono spunto sono i Campanilleros, di origine religiosa: alcuni pellegrini muniti di campanella erano soliti cantarli per chiamare i fedeli alla messa o alla recita del Rosario, all'alba. Questo era definito El Rosario de la Aurora.
Manuel Torre, cantaor jerezano nato nel 1880, ha rielaborato un campanillero e lo ha inciso, cosa che lo ha salvato per noi posteri nel 1929. Il canto è molto monotono, è quasi una salmodia, e la chitarra lo accompagna principalmente usando un solo accordo.
La Nina de la Puebla lo ha ripreso, qualche anno dopo, nel 1932, rendendolo però più melodico ed orecchiabile, dando quindi una svolta all'evoluzione di questo ghenere musicale, che è al confine fra copla e flamenco.
Nella storia è stato molto importante il cantaor Jerezano El Gloria, che ha preso il nome proprio dal fatto di avere cantato tanto un Villancico, "Gloria al recien nacio", Gloria al bambinello, potremmo dire in italiano. Questo VIllancico già molto cfonosciuto è stato reso ancora più noto, e si è diffuso addirittura internazionalmente grazie al film "Flamenco" di Carlos Saura, che ritrae la cantaorea Jerezana La Macanita mentre lo canta. On line si può facilmente trovare questo spezzone del film.
Un altro cantaor jerezano che si trova facilmente on line ed interpreta lo stesso Villancico è José Mercé.
Guardando la partecipazione con la quale questi cantaores interpretano i cantes di Natale si nota quanto stiano loro a cuore, e ci fa capire quale importanza abbiano nella cultura tradizionale andalusa.
Si tratta di cantes di origine popolare con una struttura particolare, che prevede il coro che canta un nritornello e un solista che canta la strofa. Tradizionalmente il coro era composto da tutti i presenti e non era necessaria la presenza di cantanti preparati.
A Jerez i Villancicos vengono accompagnati da uno strumento tradizionale molto tipico, la zambomba. SI tratta di un vaso di coccio o di legno, sul quale viene tesa una pelle di capra. Al centro della pelle viene praticato un foro, in cui si inserisce una canna. Lo strumento si suona muovendo la canna, che fa attrito sulla pelle producendo un suono stridulo particolare.
Per estensione, le serate di canti natalizi a Jerez vengono chiamate "Zambombas".
Altri strumenti semplici vengono utilizzati per cantare VIllancicos, tamburelli, il triangolo, e una cosa particolare: le bottiglie di vewtro di Anis del Mono, che ha tradizionalmente delle protuberanze, che, sfregate con un cucchiaio, producono un suono particolare.
Dopo gli anni 80 il Natale si è internazionalizzato, si è aggiunta la figura di Babbo Natale, l'uso dell'albero di Natale si è diffuso accanto al tradizionale presepio. Le zambombas jerezanas si sono diffuse sempre più, venendo cantate da cantaores flamenchi e da cori professionali, anche grazie al sostegno della Cattedra di flamencologia e di studi folcloristici di Jerez. La musica si è quindi evoluta molto. Nel 1982 si è addirittura inciso un cd, una antologia di Villancicos: Asi canta nuestra tierra por Navidad.
I cantes vengono così diffusi più capillarmente, e si evolvono sempre più nella direzione del flamenco
Dal 2015 le zambombas di Jerez e di Arcos vengono considerate Beni di interesse...Fri, 23 Dec 2022 - 75 - #74 33 Errori che ci ostacolano nell'andare a compás - Flamenco Chiavi in Mano
Ho compilato una lista di 33 errori che ci ostacolano nell'andare a compás. Sono tanti e te li elenco in ordine sparso. Andare a compás è sempre difficile, chi ci prova lo sa. Sono errori che facciamo tutti!
- Distrarsi: ci vengono in mente altre cose, anche banali, come comprare le cipolle al mercato!Ritardare o anticipare il suono anziché stare nella pulsazione costante del suono. Rispettiamo la velocità per rendere più agevole il lavoro agli altri che sono con noi.Non essere nel presente: se penso troppo al prossimo passaggio sbaglerò di certo!Controllare: se lo faccio andrò di certo in ansia, producendo molti erroriNon respirare: forse per un attimo mi concentro meglio ma il movimento diventerà più rigido mpedendomi di suonare o cantare o ballare.Contrarre le mandibole: i muscoli che chiudono la bocca peggiorano la ricezione del suono.Pensare a cosa fare. Potrei anchce soltanto dire "pensare": invece di sentire e ascoltare penso e questo non aiuta.Parlare: ogni volta che uso parole al di fuori di me o dentro di me, attivo una parte del cervello che è dedicata alla produzione del linguaggio verbale e non serve a seguire il compás.Non aver voglia: se faccio l'esercizio di mala voglia solo per dovere, non riuscirò a farlo bene!Non godersela: il flamenco muore senza il piacere. Se non mi godo suono, canto, movimento andrò di certo fuori dal compásDistrarsi guardando in giro. La vista accentra l'attenzione portandola via dall'udito.Agitarsi e preoccuparsi. Comincio a pensare a cose che succederanno dopo o che sono successe prima, ma perderò il contatto con il presente.Irrigidirsi non aiuta il fluire del suono nel mio corpo.Confondere energia con velocità: se voglio fare un crescendo espressivo, è possibile che metta maggiore velocità o a battere molto forte i piedi se sto ballando. Probabilmente andrò per conto mio mentre il compásva per conto suo.Contare invece che stare nella musica: ho visto persone contare così tanto da non rendersi conto che il compásandava ad una velocità diversa.Pensare insistentmente a primeggiare. La competizione crea uno stress che non migliora le nostre capacità ritmiche.Sostituire l'attenzione al suono con quella verso la meccanica che serve per produrlo.Non conoscere bene quel particolare compás perché non ho ascoltato molto quel palo.Scegliere un palo che non mi piace (potrei dire 18 bis perché se ho ascoltato poco un palo può essere che non mi piaccia, ma quanto più lo conosco, tanto più mi piace)Non fidarsi di sè: se non mi fido delle mie capacità di memoria e produzione del suono sbaglierò di certo.Non fidarsi degli altri: penso di essere più bravo degli altri e suonerò troppo violentemente, esagerando tutto e perderò la sensibilità ritmica.Studiare subito velocemente. Questo è il tipico errore di chi studia baile flamenco: si ripete il passo subito velocemente ma si sbaglia immediatamente.Non affrontare cambi di ritmo nello studio. Se studio cambiando la velocità la mia sensibilità ritmica rimane più elastica.Non dare importanza alla qualità del suono: il feed back acustico è molto importante per andare a compásNon accettare di sbagliare: se non accetto i miei llimiti, la volta successiva farò peggio!Non aver esercitato le cose più di base: se non ho le idee chiare sui suoni più semplici, sbaglierò di certo quelli più complicati.Sentirsi in colpa per aver sbagliato... così si sbaglia anche il successivoPretendere di offrire ogni giorno lo stesso risultato. "Ma come? Ieri l'ho fatto benissimo, e oggi no!" Ecco, oggi è un altro giorno.Non darsi il tempo di imparare.La Target Panic, la sindrome della paura del bersaglio, tipica di chi fa tiro con l'arco: perchè ho paura di sbagliare? Che cosa succederebe se sbagliassi? E se...
Mon, 19 Dec 2022 - 74 - #73 Compás flamenco e ritmica araba a confronto - Flamenco Chiavi in Mano
Per identificare i ritmi nella musica araba si utilizzano due suoni onomatopeici, Dum e Tak, che imitano il suono prodotto rispettivamente sul centro e sulla cornice del tamburo.
La musica araba è di tradizione orale, e il ritmo viene imparato memorizzando una sorta di "filastrocca" fatta di Dum e di Tak. Questi due accenti sono due accenti importanti ma con suoni di qualità diverse. Cantare Dum e Tak in sequenza ci permette di memorizzare senza contare!
La ritmica araba è un sistema elastico, che si riferisce in modo non rigido ad una base sulla quale è importante mettere in gioco la propria creatività nel fare variazioni.
E' interessante considerare cosa fanno gli strumenti melodici nella musica araba quando devono sottolineare il ritmo: durante l'improvvisazione di uno strumento, in particolare nella musica colta araba, il taqsim, si utilizza un ritmo particolare, che si chiama Ciftetelli, e viene prodotto dagli strumenti melodici utilizzando due note, che simulano gli accenti di Dum e di Tak, quella più grave copia il Dum e quella più acuta il Tak. Dum-tatak-tatak-dum-dum-tak
Questo fenomeno mi fa pensate tantissimo al flamenco: la chitarra ha un forte ruolo ritmico, pur non essendo uno strumento ritmico, e utilizza due accordi di base proprio per indicare la frase ritmica!
Non mi viene in mente nessun altro genere musicale che faccia qualcosa di analogo.
Il ritmo è sempre come uno stampo, nel quale è possibile fare innumerevoli variazioni. Intrinsecamente alla natura del flamenco e della musica araba c'è sempre una risposta immediata ed emozionale alla musica e al ritmo. Se ripeto una sequenza di suoni imparata a memoria, non sto facendo un buon servizio!
In arabo la parola che indica la frase ritmica è wazn, misura (infatti mizan è la bilancia!). Si può suddividere in diverse unità semplici e brevi omogenee o eterogenee, come avviene con i piedi nella metrica della poesia greca e latina. D'altra parte, la ritmica araba nasce dalla ritmica poetica araba, quindi non è del tutto azzardato quello che sto dicendo.
Il termina wazn viene utilizzato anche dalla metrica poetica e indica anche lo schema di base che definisce l e lettere fondamentai su cui si basano le parole. Come in tutte le lingue semitiche, in arabo ogni parola si basa su radici trilittere, che ne esprimo l'ambito concettuale di base. Accanto a queste lettere di base se e possono aggiungere altre che ne indicano un aspetto specifico, la sua ripetizione, il luogo in cui questa azione si fa ecc.
La coesistenza di unità ritmiche semplici eterogenee nel wazn mi ricorda molto i ritmi di amalgama del flamenco, che sono composti di due metà diverse fra loro in un'unica frase ritmica! In altri generi musicali se c'è una struttura ritmica semplice, viene ripetuta uguale a se stessa!
In arabo si utilizza la parola iqa' che si può tradurre con ritmo, cadenza, abbattere. Esistono nel mondo arabo tantissimi ritmi, dei quali i più lunghi e complessi, che appartenevano alla musica colta, sono oggi in disuso perché richiederebbero una educazione musicale molto profonda. Ma ancora oggi nelle composizioni di musica colta araba possono coesistere in un unico brano ritmi diversi, diversi iqa'at, un po' come succede nel flamenco, che spesso prevede un cambio di ritmo, il cambio de sentido.
Oggi questi ritmi complessi e che si alternano in una unica composizione sopravvivono nel genere muashshahat (che significa circondato, ma anche ricamato), che appartiene al concerto arabo andaluso, ciò che in medioriente si chiama Wasla e in nord Africa Nouba. La musica araba andalusa è quella che è stata portata via dall'Andalusia quando furono cacciati i mori, e venne portata alle corti di alcune città arabe. E' un fenomeno complesso e ne parleremo meglio in un altro podcast!
Nel flamenco quando si vuole salire di velocità si può dire "mas...Fri, 16 Dec 2022 - 73 - #72 Il ruolo del cervello nella percezione del ritmo - Flamenco Chiavi in Mano
Sfatiamo subito il mito che ci siano persone che hanno geneticamente un migliore senso del ritmo. Si dice che gli africani hanno un senso del ritmo migliore degli europei, ma se prendessimo un neonato africano e lo spostassimo in una famiglia europea, crescerebbe come un bambino europeo, rispetto al ritmo. La sensibilità ritmica si può acquisire con l'esperienza.
Il cervello ha una incredibile plasticità. Una delle funzioni che coinvolgono la maggiore quantità di cellule cerebrali (funzioni dominio generiche) è l'ascolto del corpo: tutte le funzioni dominio specifiche, relative quindi ad un tema particolare della vita, come appunto il ritmo, la capacità di leggere o scrivere, o di contare, vengono influenzate dal corpo perché agisce sulle funzioni generiche, e quindi su tutto il cervello.
Facciamo un confronto fra la capacità di ascolto del ritmo degli animali e quella degli esseri umani. Gli animali rispondono alla musica, ma se interrompiamo lo stimolo sonoro l'animale non ha la capacità di immagazzinare la musica dentro di sé. La può riconoscere ma se si interrompe, l'animale si disattiva. Se la musica riprende l'animale si riattiva. Con un essere umano, anche con un bambino, anche quando la musica si interrompe il soggetto continua a muoversi, come se il cervello stesso continuasse a cantare il ritmo.
In che cosa consiste la capacità di tenere un ritmo? La capacità di tenere dentro di sé di conservarlo nella memoria anche quando il ritmo non è realmente ascoltabile con le orecchie. Essere dipendenti dal suono significa che se scompare il suono non siamo più in grado di prevedere quando sarebbe il prossimo tempo.
Quando si attivano le aree del cervello dedicate alla ricezione del suono, si attivano anche quelle dedicate alla produzione del movimento.
Le scimmie sono in grado di produrre un suono in seguito all'ascolto di un ritmo, ma se il ritmo si ferma si fermano anche loro e inoltre la risposta ritmica avviene sempre una frazione di secondo in ritardo, perché la risposta motoria dipende dall'aver percepito il suono. Non sanno che dopo un battito ce ne sarà un altro.
Le persone hanno una risposta cognitiva e non solo comportamentale al suono: non rispondo solo allo stimolo che ho intorno, ma anche alla rappresentazione mentale che ho del ritmo. Se il mio cervello per qualche motivo non ha una rappresentazione mentale del ritmo, non riuscirò ad andare a tempo. Chi fa fatica a prevedere la previsione della pulsazione del ritmo solitamente ha difficoltà ad organizzare il movimento della bocca mentre intanto sta leggendo un testo: questo significa dislessia! Si parla di linguaggio, in generale, non solo di linguaggio verbale, ma anche di linguaggio ritmico o di linguaggio corporeo. Le persone dislessiche hanno difficoltà nella consequenzialità temporale fra lettura e produzione del suono.
Pensiamo sempre di poter controllare tutto con la volontà ma non è così!
Consideriamo i balbuzienti: è incredibile che possano produrre musica e ritmo perfetto, quando cantano, ballano, suonano, recitano, ma non quando parlano. E' interessate ce le zone del cervello che danno espressività e significatività emozionale al linguaggio risiedono nell'emisfero destro, mentre la produzione del linguaggio sta a sinistra. Chi ha avuto una lezione all'emisfero sinistro magari non può più parlare ma può cantare.
Quanto più mi godo e mi rilasso il ritmo, nel flamenco, tanto più sto attenta alla espressività del suono e del gesto che produco, tanto più faccio intervenire tutti e due gli emisferi, sollecitando tanto il corpo calloso, che è un ponte fra i due emisferi. Chi suona o danza ha un corpo calloso più sviluppato. Ed è proprio questa zona del cervello che permette di far funzionare meglio il ritmo e l'espressività in generale. Il cervello è costruito per essere espressivo, per comunicare, piuttosto che per ripetere solo l'aspetto...Mon, 12 Dec 2022 - 72 - #71 Perché è difficile seguire il compás - Flamenco Chiavi in Mano
Il Flamenco si organizza molto intorno al ritmo. A dire il vero qualsiasi cosa della vita è ritmo, quindi forse pensare che qualcuno non riesca ad entrare nel ritmo è un po' contraddittorio. Certo è che se non mi muovo mai, non ascolto musica, non sono in contatto con le emozioni, avrò certamente delle difficoltà
Se seguire il compás mi costa tanta fatica e tanta concentrazione non mi muoverò in maniera naturale, avrò paura e non sarò spontaneo, e inoltre perderò completamente il senso del godimento: se attivo l'attenzione verso il dovere e non verso il piacere non faccio certamente il mio vantaggio.
Se mi uovo anche riguardo al compás come una cosa spontanea, tutto sarà più facile. Gli andalusi spesso fanno distinzione fra chi è nato nel flamenco e chi non lo ha fatto. La distinzione è fra quando sono spontaneo e quando non lo sono
Se smetto di respirare, perché sono molto attento a qualcosa, escludo un ritmo molto importante dentro di me! E questo mi allontana dalla percezione del ritmo.
Quando abbiamo difficoltà a seguire la ritmica con precisione è perché abbiamo uno scollamento fra la capacità di prevedere quando sarà il prossimo tempo e la capacità di produrre il nostro suono o movimento.
Nel flamenco i gesti che devo fare se suono la chitarra o se batto i piedi o le mani sono sempre molto veloci, fitti, e questo è difficile. Lo scollamento fra la progettazione del suono e la produzione del suono è ancora più complesso.
Cercare di seguire la spontaneità del cervello sarebbe fondamentale
I dislessici spostano migliaia di volte gli occhi sul testo, vanno in ansia e non riescono a leggere in modo fluido. Noi che balliamo flamenco cominciamo ad andare nel panico riempiendo il nostro cervello di parole "chissà se ce la faccio, sbaglierò, ho sbagliato..." e questo sposta la attenzione del mio cervello in un'altra direzione, diversa da quella verso l'ascolto!
Un altro motivo di difficoltà nel seguire il compás è che abbiamo categorie mentali nelle quali tentiamo di inserire tutto ciò che ci circonda. Nel flamenco ci sono tantissimi suoni sincopati, che escono dalla pulsazione principale, ma il nostro cervello ci dice che "suonare fuori dal tempo" è sbagliato, e quindi ci costa sempre fatica imparare ad andare fuori dal tempo, in contrattempo. Nella loro memoria, le persone spesso escludono il suono sincopato e lo sostituiscono con uno più aderente al tempo. Ci dimentichiamo come suonava il ritmo che abbiamo sentito e lo assimiliamo a qualcosa di analogo che conoscevamo già.
Quando insegno, sostituisco spesso i suoni che devo compiere con delle piccole parole, frasi, suoni della pubblicità o di qualche canzone famosa. Se il cervello sa come deve suonare il mio passo, sarà più facile ricordarlo e capirlo. E soprattutto produrlo.
E' curioso che sulla melodia ci sono libri, teorie e corsi , ma se sulla ritmica no, si va subito soltanto alla pratica di uno strumento. Alla tecnica. Questo è esattamente ciò che facciamo quando dobbiamo imparare ad andare a compás: cominciamo a pensare a cosa dobbiamo fare, mentre sarebbe più urgente capire come e soprattutto quando!
Occorrerebbe studiare come interpretare un ritmo, ed avere le idee più chiare su come funziona il compás: non è sufficiente capirlo da un punto di vista cognitivo, razionale. Su 10 persone ce ne sono sicuramente 2 o 3 che lo sapranno cogliere anche dal punto di vista cognitivo, ma gli altri, no. Se non riconosco l'aspetto energetico, espressivo, psicologico del ritmo l'apprendimento sarà più difficile!
Un altro aspetto incredibile delle difficoltà nel seguire il compás è la rigidità delle mandibole: i muscoli che coinvolgono le mandibole intervengono nella fonazione, nella respirazione, nella deglutizione... e intervengono a bloccare la diffusione ossea del suono sul cranio. Ho sperimentato su di me in moltissimi modi, ed ho notato...Fri, 09 Dec 2022 - 71 - #70 Perché contare o non contare il compás - Flamenco Chiavi in Mano
Il compás è un punto di riferimento fondamentale per chi si occupa di flamenco. La quasi totalità delle persone oggi contano il compás, anche in Spagna.
Se conto penso troppo ed attivo una attenzione molto analitica, e me la godo molto di meno. Cosa che è contraria alla natura stessa del flamenco1
Contare è molto utile per razionalizzare e, nel caso in cui mi dimentichi "come suona" un ritmo, per poterlo ricostruire. Ma se limito l'apprendimento ad una memorizzazione di numeri, faccio un controsenso: la percezione del suono avviene attraverso la materia, il corpo. Se attivo tantissimo la parte cognitiva del mio cervello farò fatica a capire dove sta il mio corpo in relazione alla musica, al ritmo. Ho visto più volte le persone perdersi dietro ai numeri e... lasciar scappare la musica!
L'apprendimento non avviene solo attraverso il cognitivo, ma anche attraverso il corpo e attraverso l'espressivo relazionale. Se sento il ritmo come mezzo di comunicazione, tutto sarà più facile. Se me la godo, mi godo il corpo e il ritmo e vivo il ritmo come un mezzo per comunicare il compás diventa qualcosa di più spontaneo, ed è come se lo vedessi dal punto di vista di chi lo ha sentito sempre!
Sono una studiosa appassionata di neuroscienze, e ti posso confermare che nel cervello ci sono aree, che si chiamano di Broca e di Wernike, che producono e ricevono il linguaggio verbale. Tu ed io le stiamo utilizzando tantissimo in questo momento, e sono fondamentali. Si trovano nell'emisfero sinistro. Però il senso del ritmo non risiede in quella zona del cervello! Ci sono altre zone del cervello che fanno questo lavoro e stanno nell'emisfero destro.
Se attivo le aree dell'emisfero sinistro dedicate al linguaggio, in quella zona si producono onde rapide, onde beta, che prendono il sopravvento sulla attenzione del cervello ad altre cose. Lo possiamo capire bene se pensiamo a quando siamo in un luogo molto rumoroso, come una discoteca: il nostro cervello capisce subito che quei particolari suoni sono linguaggio. Magari non riusciamo a capire le parole, ma che sia linguaggio ci risulta chiaro immediatamente.
Per capire il ritmo sarà più facile semplicemente cantarlo, attivando l'emisfero destro!
Nella Natura tutto è ritmo e se lascio che tutto il cervello si attivi, non solo parte dedicata al linguaggio, sarà tutto più facile. Sarà sufficiente non "Dire i numeri!"
Una cosa simpatica che succede è che i flamenchi quando dicono che si deve contare, spesso si contraddicono, e mentre stanno contando interrompono e cominciano a "cantare" il ritmo, proprio perché nella tradizione non era necessario contare. Tutti "sapevano", e nessuno doveva controllare! Era sufficiente ascoltare. Quanto più il flamneco si è diffuso nel mondo, e tantyo più noi stranieri lo abbiamo voluto imparare, quanto più gli andalusi stessi e i flamenchi in generale, hanno cominciato a contare, per cercare di rendere i compás più facile da capire.
Dentro la loro testa i flamenchi non contano. Cantano! Ed è questo che ti consiglio: immagina sempre dentro la tua testa un chitarrista che sta suonando le note del compás.
Se immagino la chitarra o la ascolto se c'è, è tutto facile: il suono stesso conduce le mie palmas a seguire il compás.
Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e di danze e musiche del mondo arabo dal 1985, e dal 1990 insegno baile flamenco a Milano e Lyrical Arab Dance, un lavoro sull'espressione delle emozioni attraverso le danze del mondo arabo.
Quando insegno flamenco, educo i miei allievi ad entrare nel ritmo in modo spontaneo, senza pensarci, li faccio divertire e offro loro il flamenco come strumento per star meglio. Imparano una cosa importante: fidarsi ed affidarci. Fidarsi che non possiamo controllare tutto! Lasciarsi andare e godersela. Il compás non deve essere sorretto dal bailaor, non ho bisogno di reggerlo io che ballo. Mi devo...Mon, 05 Dec 2022 - 70 - #69 L'atteggiamento mentale verso la comprensione del compás - Flamenco Chiavi in Mano
La nostra postura mentale ci può facilitare o metterci in difficoltà nella comprensione del ritmo. Spesso chi studia flamenco si preoccupa tantissimo nei confronti del compás, e questo porta lontano dall'essere spontanei e naturali.
Un esercizio che propongo sempre e che funziona molto bene è quello di provare a dare palmas su una musica, cominciando a volume bassissimo, godendomi la musica nel corpo, come se stessi danzando. E lascio che le mani producano un suono un po' più deciso, in maniera spontanea. Coltivando la spontaneità ritmica tutto risulta più facile: la musica esiste in tutte le culture del mondo, il ritmo esiste in tutte le culture. Non appena i bambini di qualche mese di vita sentono ili ritmo, rispondono in modo spontaneo.
Ascoltare gli accenti della chitarra flamenca mi aiuta a non sbagliare, comprendendo al meglio il compás.
Nel momento in cui cerco di non sbagliare e mi preoccupo, attivo dentro di me un giudice severo e superbo che mi porta lontano dal concetto di umiltà, fondamentale nel flamenco, del quale ti ho parlato in un altro podcast.
Nel momento in cui penso che il ritmo stia in piedi solo se mi sforzo tantissimo, il ritmo che produco non sarà spontaneo, forse riuscirò a seguirlo ma non ne godrò. Nel flamenco (e nella vita), essere più naturale non può che farmi del bene! Solitamente, perdendo la spontaneità, il tutto risulta artificioso, poco naturale e molto meccanico. Se sbagliamo non succede nulla, soprattutto quando siamo in fase di studio!
La maggioranza di persone che studiano flamenco al mondo non lo fanno per professione, e anche chi lo fa per lavoro, se si sente a proprio agio vede solo un miglioramento del senso del ritmo. Se mi irrigidisco perché penso che devo essere perfetto, il corpo riceve malissimo il ritmo. E se mi intestardisco su un passo, su un suono, su un ritmo, non faccio che irrigidirmi, e non miglioro, se lo ripeto un milione di volte con rabbia. Comincerò ad odiare quel passaggio! Allora posso bere un bicchier d'acqua, cosa che è sempre una buona maniera di togliermi dallo stress, e distogliermi. Magari mi verrà bene, o magari no! Allora è meglio lasciarlo da parte ed affrontarlo in altro momento. Se lo ripeto altre 1500, volte mi stresso di più, ma non è detto che mi venga meglio. E anche se per caso mi venisse meglio, non mi sentirei meglio!
Il compás non è una lotta, è una guida, sono binari che mi aiutano a stare nel ritmo!
Sono Sabina todaro, mi occupo di flamenco e di danze e musiche del mondo arabo dal 1985, dal 1990 insegno baile flamenco e Lyrical Arab Dance, un lavoro sull'espressione delle emozioni attraverso le danze e le musiche del mondo arabo. Sono molto appassionata di neuroscienze. Sono innamorata funzionamento del cervello e del corpo. Quando sento che sono a mio agio, lascio da parte vergogna, paura e giudizio, tutto funziona meglio. Nelle mie lezioni metto in atto questo elemento!
Quanto più ci si lascia andare e non si pensa che dobbiamo fare tutto noi, tanto più si entra nel ritmo facilmente.
Un bell'esercizio che faccio fare ai miei allievi è sederci tutti in cerchio e fare giochi ritmici, con mani e piedi, percussioni sul corpo, magari sulla base di un metronomo. Essenziale è imparare a ridere sopra gli sbagli. Anch'io stesso sbaglio! Sempre dico agli allievi "Non sono venuta qui per essere perfetta, ma per godermela, e il giorno in cui verrei qui per essere perfetta non verrò più qui e cercherò un altro lavoro!".
Senza il piacere, il godimento, il gioco, il flamenco non ha senso, non esiste. Perfezione viene dal latino perficio, che significa terminare.... e non ho nessuna intenzione di terminare, ma di continuare!
Facendo percussioni sul corpo ci rendiamo conto che il corpo è sonoro e che siamo uno strumento musicale, siamo anche noi compás!
Quando i bailaores sono molto molto bravi, fanno giochi ritmici e si divertono con...Fri, 02 Dec 2022 - 69 - #68 Che cos'è il compás nel flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
Chi si avvicina al flamenco ben presto sente questa parola, compás. A noi italiani fa subito venire in mente il compasso... in qualche modo non è sbagliato.
Il termine Compás in spagnolo indica nella musica la frase ritmica, ma per il flamenco è qualcosa di più. Sono linee guida, che ci aiutano a stare all'interno di una emozione, di un argomento, senza perderci.
Il compás è una sorta di via di mezzo fra ritmo e melodia: la chitarra, strumento principe del flamenco, è uno strumento melodico, ma quando suona il compás utilizza le note per produrre un ritmo, per segnalare accenti forti e deboli. Se li ascolto capisco.
Se chiedo ad un chitarrista di suonare il compás di tango, mi suonerà una melodia, un giro di accordi che corrispondono all'essenza del compás di tango. Se dico che una farruca e un taranto o un garrotin condividono lo stesso compás dico una cosa imprecisa: questi tre palos giocano su tre scale musicali diverse, e quindi l'atmosfera è molto diversa.
E' evidente che se non capisco come funziona la frase ritmica nel flamenco sono nei guai, ma se capisco il ritmo ma non capisco l'identità del palo sono comunque fuori.
Il compás è come uno stampo per fare una torta: posso usare lo stesso stampo per fare torte diverse, con ricette diverse, mantenendo la forma e la dimensione. Se penso soltanto alla frase ritmica non capisco l'identità di un palo, la sua atmosfera musicale.
Per dare l'identità della torta non mi basta lo stampo ma devo scegliere gli ingredienti.
Quando produco il flamenco, devo lavorare sul ritmo in modo preciso, ci sono anche delle app che funzionano bene, tipo metronomo, come "Flamenco Compás", anche gratuite.
Se voglio occuparmi di flamenco e produrlo devo avere le idee chiare sul ritmo e sull'identità dei vari palos. Se non ho chiara l'identità del palo, confonderò le idee agli altri. La mia sensibilità ritmica deve essere forte, ma devo capire come rendere il senso di quel particolare discorso musicale.
Avere senso del ritmo è il primo requisito per entrare nel flamenco, ma devo riuscire con i suoni e i gesti a sottolineare l'essenza di quel palo. Non solo gli accenti musicali e ritmici, ma proprio l'essenza, la capacità di identificare il ritmo.
Avere senso del compás significa interpretare il palo con la giusta leggerezza o con la giusta pesantezza.
Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e danze e musiche del mondo arabo dal 1985. Dal 1990 insegno baile flamenco e Lyrical Arab Dance, a Milano.
Quando insegno flamenco cerco di far capire dove sono le note di base che il chitarrista sceglie di suonare quando sta suonando il semplice compás. Sono note che ci aiutano a capire l'emozione che sta dietro alla musica. Faccio sempre usare la voce per canticchiare le note della chitarra. Questo ci permette di entrare nel ritmo, nel suo aspetto ritmico e melodico.
Se non entro in relazione profonda con il compás ripeto semplicemente delle sequenze imparate a memoria, ma non è sufficiente: devo ascoltare tantissimo e lasciare che il corpo stesso riceva il suono e lo trasmetta.
Ottima idea è individuare artisti con un parTicolare e spiccato senso del ritmo.
In Spagna il centro nevralgico del senso del ritmo è Jerez de la Frontera, una delle culle della Buleria. Se voglio capire il ritmo mi converrà andarci! Se osserviamo chi sono i palmeros dei migliori cantaores e compagnie, scopriamo che in gran parte sono Jerezani!
Il ruolo del palmero è quello di sostenere la ritmica, e di aiutare gli altri . Il palmero
e il percussionista non sono metronomi, sono esseri umani, che aiutano altri esseri umani a sentire e capire.
Per dare ritmo ci vuole empatia, che significa sentire insieme.
Quando si ballaMon, 28 Nov 2022 - 68 - #67 Come rispettare l'identità di un palo flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
Prima di rispettare l'identità di un palo flamenco bisogna riconoscerla: esattamente come quando desideriamo conoscere l'identità di una persona, anche con i palos occorre ascoltare quello che il palo ci dice, ascoltandolo tanto. Oggi è facile perché basta ascoltare su youtube una serie di esempi. Se non abbiamo tante competenze possiamo anche incappare in brani non tutti meravigliosi, ma è un buon sistema per esplorare.
Ricordiamo sempre che per capire l'identità di un palo dobbiamo imparare a memoria la melodia del cante. E' difficile isolare la melodia del cante dalla orchestrazione...
Molti palos si assomigliano fra di loro, e per un orecchio inesperto una solea por buleria, una buleria por solea, una bambera, una caña o un polo suonano allo stesso modo, come se fossero la stessa cosa.
Ma se cambia il cante e il modo di cantare, cambia proprio l'espressività. Nella caña il cantaor può far durare il suo cante più a lungo: ad un verso non corrisponde un'unica frase ritmica, ma almeno due! In questo trascinare la voce, il cantaor può esplorare parecchio, essere creativo e l'intera atmosfera musicale verrà modificata.
Se prendiamo 500 cd di flamenco editi fino agli anni 2000 non è detto che i nomi che troviamo scritti sui vari brani siano precisi: a volte i palos sono stati confusi fra loro anche nella discografia, mentre oggi i musicisti stessi hanno più formazione culturale e sono più precisi nel definire gli stili.
Se conosco bene cosa fa il cante posso accompagnarlo con il mio baile, rispettando gli spazi del cante. Lo stesso succede se sono un musicista. Lasciare lo spazio all'interlocutore è una regola umana, ma nel flamenco va sempre considerato che è intorno al cante che tutto si organizza. Noi che studiamo baile pensiamo che la cosa più importante siano i passi, e chi studia chitarra pensa che quello sia il centro del flamenco.
La voce umana ci accompagna da tutta la vita. L'uso della voce ci colpisce di sicuro!
A volte alcuni palos si somigliano molto e i musicisti o i bailaores o addirittura gli stessi cantaores non li distinguono bene perché non li conoscono bene. Cosa fare quindi? Creare una propria esperienza di ascolto. Essere curiosi, esplorare, ascoltare ci porta a conoscere.
Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e musiche e danze del mondo arabo dal 1985. Dal 1990 insegno a Milano baile flamenco e un lavoro interessante sull'espressione delle emozioni attraverso danze e musiche del mondo arabo che ho chiamato Lyrical Arab Dance.
Quando insegno non mi interessa che gli allevi ripetano la mia coreografia, ma che capiscano il cante, la musica, che imparino ad ascoltare con il corpo l'emozione fisica che la musica procura.
Ogni volta che dobbiamo scegliere un palo da interpretare, faccio ascoltare qualche esempio e gli allievi restano sempre molto affascinati dall'accompagnamento del brano che ascoltiamo. Ma non si può decidere mediante l'ascolto di un solo esempio, per conoscere.
Quando abbiamo ascoltato parecchio e riconosciamo l'identità di un palo, abbiamo costruito una categoria, e tenderemo di conseguenza ad assimilare a quel palo altre cose che conosciamo. Il cervello funziona proprio così: se ho una categoria, tenderò ad infilare in quella categoria quante più cose possibile, assimilandole a ciò che conosco!
Sarebbe importante fidarsi delle sensazioni fisiche che sento nel corpo mentre ascolto. Tutto sommato l'emozionalità è stato un grosso filtro per capire l'arte in generale.. E' però strano che chi balla spesso non ascolta il corpo, ma del resto viviamo in una società in cui il corpo viene considerato inutile, poco autorevole...
Il trucco che insegno ai miei allievi è cantare. Canteremo malissimo, ma entrando nella melodia con tanta attenzione, entreremo più fisicamente a contatto con la melodia. Molti si vergognano, non hanno mai cantato, cantano male......Mon, 21 Nov 2022 - 67 - #66 La chitarra flamenca e la chitarra classica - Flamenco Chiavi in Mano
La chitarra flamenca ci sembra più o meno uguale a quella classica. La flamenca è più piccola e più leggera. I chitarristi suonavano in piedi e tenevano lo strumento in diagonale, senza appoggio, quindi le leggerezza era un elemento importante.
La chitarra flamenca è costruita con vari legni: cipresso per il fondo e le parti laterali della cassa, abete (tedesco o spagnolo) per la tavola armonica, cedro (spagnolo o dell'Honduras) per il manico, ebano (o palissandro, più leggero e molto meno costoso) per la tastiera, cipresso per il ponticello.
Si dice che in Spagna si fossero sviluppati due tipi di chitarra: la Moresca che viene dal liuto e si usava in modo pizzicato, come effettivamente si suona il liuto, e la Rasgueada, grattata, che veniva usata per accompagnare il canto. La chitarra flamenca ha preso da tutte e due, fondendone le qualità.
Una cosa peculiare della chitarra flamenca sono i golpes, dei veri e propri colpi che il chitarrista dà sulla cassa, con il pollice sopra alle corde e con l'anulare al di sotto, tanto che, per proteggere la tavola armonica, si applica un "golpeador", un adesivo in plastica di protezione (anticamente si applicava un carapace di tartaruga). Anche il suono che si produce sulle corde è parecchio percussivo, e questo elemento ritmico è caratteristico del flamenco, che anticamente veniva suonato solo da chitarra e cante, e in mancanza di una percussione o anche di palmeros, per cui il chitarrista doveva sostenere ritmicamente il tutto.
Parlando della chitarra si deve menzionare Antonio de Torres, lo Stradivari della chitarra, il costruttore più importante della storia. Diede un imprescindibile contributo alla creazione della chitarra flamenca. Visse dal 1817 al 1892, e creò verso il 1850 una chitarra più piccola, maneggevole, che poi venne utilizzata nel flamenco.
Il primo chitarrista flamenco riconosciuto fu Francisco Rodriguez El Murciano, autodidatta, super creativo, incapace di ripetere le note due volte, considerava la musica come un regalo da fare alle persone intorno a lui: esattamente come il flamenco deve fare!
Il problema della maneggevolezza della chitarra flamenca influiva anche sulla sua sonorità. Meno massa significa meno potenza. Finché si suonava in ambiente chiuso non c'erano grandi problemi di volume, ma se il cantaor cantava ad alto volume o un bailaor batteva forte i piedi, la chitarra si sentiva poco.
Grazie a chitarristi come Ramon Montoya, classe 1880, la chitarra flamenca si evolse e il suo ruolo divenne più importante, per cui i costruttori cominciarono a creare strumenti con una sonorità maggiore, come la chitarra "negra", fatta con legni più scuri, che suonano di più. Le parti laterali e il fondo della chitarra sono di palosanto, palissandro, più denso del cipresso, che suona più forte soprattutto sui toni medi, che sono proprio quelli della voce umana.
Una caratteristica della chitarra flamenca è che il suono deve rimanere molto ritmico, per cui l'attacco del suono e la sua durata devono essere secchi e brevi, se no il suono si impasta.
Le unghie dei chitarristi si comportano sempre come dei piccoli plettri, e si consumano molto suonando. I chitarristi gitani hanno geneticamente le unghie molto spesse, e non soffrono troppo, ma i chitarristi devono porre una particolare cura per salvaguardare le unghie, con unguenti ma anche usando colla, carta e... polverizzando le unghie tagliate della mano sinistra per rinforzare quelle della destra: un chitarrista flamenco ti potrà raccontare parecchi aneddoti! Ciò che consuma di più le unghie è l'accompagnamento del baile, che richiede molto ritmo, molta potenza e anche un frequente uso del rasgueo, che gratta le corde, o delle varie tecniche che usano tanto il pollice e sono molto sonore. Oggi i chitarristi si fanno ricostruire le unghie con il gel.
Suonare la chitarra è davvero molto difficile, molto più difficile...Fri, 18 Nov 2022 - 66 - #65 Liuto arabo e chitarra flamenca a confronto- - Flamenco Chiavi in Mano
Il liuto arabo si chiama oud, che significa letteralmente "pezzo di legno".
Da questo nome Oud, Al Oud, sono venuti i termini europei che definiscono il liuto, ad esempio lo spagnolo laud, o lo stesso nome liuto.
È uno strumento a corde che viene dalla famiglia dei liuti. È proprio il progenitore della famiglia. Ha un manico stretto e corto ed una grande pancia molto bombata. Visto di profilo ha la forma di una mezza pera. La cassa è decorata con tanti spicchi di legni diversi, ed è molto bella.
Il oud ha il manico sottile, come quello di un mandolino, privo di tasti come quello di un violino. Non essendo suddiviso in tasti, permette assolutamente al musicista di produrre qualsiasi intervallo di note. Al contrario, sul manico della chitarra ci sono tasti che suddividono il suono in semitoni precisi, tutti uguali tra di loro. Sul manico di una chitarra non è possibile produrre i micro intervalli che siano invece tipici della musica araba.
Il liuto è lo strumento principale della musica araba, soprattutto di quella di origine colta, ma anche in molti casi della musica popolare. Per molto tempo ha rappresentato il sistema musicale arabo stesso, tanto che gli arabi lo chiamano "Amir et-Tarab": anche senza sapere l'arabo, sappiamo che amir vuol dire principe. Tarab significa fascino, coinvolgimento, ed è un fenomeno molto importante nella musica araba, che trova nel flamenco forse il concetto più simile nella parola duende, che significa che significa "essere completamente concentrati all'interno di un fenomeno in particolare all'interno del fenomeno musicale ed essere in contatto con un aspetto sovrumano quasi Divino.
Nella musica araba il liuto si presenta sia come strumento solista che come strumento di accompagnamento al canto. Ed è esattamente ciò che capita con la chitarra nel flamenco.
Quando esisteva Al Andalus, cioè l'andalusia araba, il liuto era molto diffuso, però si diffuse solo nella musica colta spagnola e non in quella popolare.
Quando gli arabi divennero cacciati dalla Spagna, l’inquisizione spagnola mise da parte tutto ciò che ricordava la cultura araba, per cui lo strumento oud venne dissimulato, e nacque un altro strumento, diverso, che è una specie di evoluzione del liuto: la vihuela (in italiano viella), è definito anche "viola a mano". Hanno la stessa accordatura e sono strumenti molto simili.
Liuto e vihuela sono stato usato dai truccatori e quindi si sono diffusi tanto in Europa.
Il liuto arabo so diffuse tanto nella Andalusia musulmana e bene potato nelle corti. Venne diffuso tanto da Ziryab, musicista di origine irakena, vissuto nel IX secolo alla corte di Cordova. Suonatore di liuto e cantante, Ziryab fu una pietra militare della musica ed ebbe sulla società dell'epoca una grande influenza: ogni cosa che faceva diventava una moda. Un vero influencer ante litteram!
Paco de Lucía gli dedicò un cd, dimostrandoci quanto anche il flamenco lo consideri importante come padre di un'eredità musicale.
Fino a Ziryab il liuto aveva solo 4 corde, identificate con "i 4 umori del corpo": bile, flemma, sangue e bile nera (questo ci dimostra quanto la musica araba sia nata dalla emozionalità stessa... esattamente come nel flamenco).
Ziryab aggiunse una quinta corda.
Anche la chitarra in Spagna ebbe una origine simile: nasce da una sorta di congiunzione fra il liuto e la vihuela. Originariamente aveva 4 corde, poi nel 1600 viene aggiunta la quinta, un po' sul imitazione di quello che fece Ziryab.
Nel 1700 venne aggiunta alla chitarra la nota più grave, che si chiama ancora oggi bordón.
Nel 1800 la chitarra veniva identificata con la musica gitana, con situazioni di osterie, malavita e non di gente rispettabile, quindi rischiava di cadere in disuso, a favore di strumenti "più nobili" come il piano o il violino.
Non avevo i tasti l'oud si...Mon, 14 Nov 2022 - 65 - #64 Il ruolo della chitarra nel flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
Intorno alla chitarra si organizza l'intera musicalità del flamenco. Il chitarrista ha il ruolo di un buon moderatore in una discussione: regola il discorso fra i componenti del gruppo, in modo che ognuno rispetti gli spazi degli altri, e ricorda continuamente a tutti l'argomento che si sta trattando. La chitarra quindi ricorda a tutti l'atmosfera musicale, le note di riferimento e la struttura ritmica.
Quando la chitarra accompagna un palo che richiede ritmo, deve continuare a ricordare ai presenti qual è il ritmo di riferimento.
Si possono considerare due modi di suonare la chitarra nel flamenco: la chitarra solista e quella di accompagnamento al cante, e al baile.
Se sono un chitarrista solista devo sottolineare l'argomento del palo che sto esplorando, ma non ho altri vincoli. Ma se sto accompagnando qualcuno, mi devo mettere al suo servizio, non mi devo mai mettere davanti agli altri e comandare la situazione.
La maggiore virtù del chitarrista è quella di immedesimarsi nell'artista che sta accompagnando, interpretare i suoi bisogni e le sue intenzioni e sostenerle!
Evidentemente quando il cantaor fa una pausa, il chitarrista può esprimersi nella sua creatività, sempre mantenendo l'attenzione sul cante e sul palo di riferimento.
Quando accompagna un bailaor, se vuole produrre una melodia, una falseta, è sempre raccomandabile che produca melodie trazionali, immediatamente comprensibili. Se il baile è montato, totalmente coreografato, si può anche fare qualcosa di molto complesso, molto strutturato, allora il chitarrista sarà più libero di essere creativo, anche molto creativo!
Ma se ha creato una bella falseta molto creativa e la vuole infilare per forza nel baile, deve fare attenzione a non fuorviare il cante e il baile, accentrando l'attenzione su di sé. Deve far star bene gli altri membri del gruppo, del cuadro.
E' tipico che chi inizia a suonare la chitarra pensi subito come punto di riferimento la chitarra solista e Paco De Lucia in persona come modello!
La chitarra flamenca permette di ancorarsi alla tradizione del flamenco e esplorare il cante, amarlo, rispettandolo al massimo. Il chitarrista deve conoscere e amare il cante più ancora della chitarra stessa!
La chitarra flamenca è uno strumento complesso e ricco, che tradizionalmente accompagna il cante (e il baile), nonostante si basino su concetti musicali diversi: la chitarra è uno strumento temperato, cioè i suoi suoni sono già determinati dalla presenza dei capotasti sul manico dello strumento, e ogni nota dista dalla precedente e dalla successiva di un semitono preciso. La voce flamenca al contrario produce intervalli irrazionali e gioca con toni non temperati, all'insegna della creatività emozionale.
I giovani che studiano chitarra flamenca oggi e hanno le orecchie piene di suoni meravigliosi che si possono sentire con grande facilità sui social, vogliono tutti fare cose molto creative. Così accade per il baile! Baile e chitarra vogliono oggi evolversi creativamente per emanciparsi e "farsi belli" ma il ruolo di chi fa flamenco è sempre onorare il cante, che non si evolve, perché se lo facesse uscirebbe dalla sua essenza.
Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e danze e musiche del mondo arabo dal 1985, e dal 1990 insegno baile flamenco a Milano. Ai miei allievi indico sempre l'importanza di ascoltare la chitarra flamenca, che ci dà idea dell'argomento di riferimento, che ci aiuta assolutamente a stare nel ritmo in maniera spontanea. La ritmica nel flamenco nasce dalla tradizione, dalla spontaneità, e la chitarra cambia le proprie note proprio sottolineando la ritmica. Non avrò bisogno di rompermi la testa con conteggi difficili e cervellotici: mi basta ascoltare il chitarrista e seguire i suoi suggerimenti!
Non sempre si può avere la chitarra a lezione per questioni di costi, ma è molto utile ascoltare la...Fri, 04 Nov 2022 - 64 - #63 Cosa sono le nacchere e che rapporto hanno con il flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
Le nacchere sono molto collegate alla Spagna nell'immaginario collettivo.
Sono dei piccoli strumenti idiofoni di legno. Idiofono significa che lo strumento suona proprio grazie alla percussione diretta del materiale con il quale è costruito.
Sono strumenti molto antichi e rudimentali, che oggi si sono evoluti, ma hanno una origine appunto antica.
Ci sono strumenti simili alle nacchere diffusi in molti posti nel Mediterraneo: i crotali dell'antica Grecia e della Penisola Anatolica, i cimbali, sagat in arabo o zills in turco, usati in medioriente soprattutto nella danza, le nacchere suonate nelle danze del sud Italia, nella Tammurriata, i qarqabu, che sono grosse nacchere di metallo suonate da diverse popolazioni nel deserto del Sahara. In tutto il folklore spagnolo sono diffuse.
Costruttivamente sono due valve di legno, legate fra loro con un cordino e fissate alla mano. Nelle danze regionali spagnole e nella Tammurriata vengono fissate al dito medio, e si possono solo aprire e chiudere. Ma quando le nacchere vengono appese al pollice, ci restano altre 4 dita libere che possono suonare lo strumento creando ritmi anche parecchio complessi. Ecco che le nacchere diventano uno strumento artistico.
In questo caso è d'obbligo ricordare Lucero Tena, una grandissima artista, che ha elevato questo strumento fino a portarle a suonare come solista in un'orchestra! Su youtube ci sono tantissimi video della sua musica, e si nota quanto cristallino, preciso ed elegante fosse il suo suono.
Oggi le nacchere vengono anche fatte di fibra di vetri, di tela pressata ed altri materiali, ed acquisiscono così suoni diversi. Le nacchere da concerto hanno delle scanalature che conferiscono un suono più amplificato.
Proprio per come sono, le nacchere favoriscono il suono di ritmi in 3 o in 6 tempi, mentre sono molto limitate nella musica in 4 tempi.
Sono state usate tantissimo nella storia della musica spagnola, tant'è che la Scuola Bolera ne è pienissima, e ha creato uno stile complesso, difficile e anche molto bello.
Ma il flamenco cosa ha a che fare con le nacchere? Si escludono i palos in 4 tempi che con le nacchere si sposano male, ma con i ritmi ternari si poteva sentire molto spesso suonare le nacchere durante la danza. Forse era un sistema per intrattenere di più il pubblico, non lo so.
Si possono suonare in Solea, Alegrias, Siguiriyas e ovviamente Fandango de Huelva o Sevillanas, che comunque vengono dal folklore.
Per parecchio tempo le nacchere erano spesso presenti nel flamenco, poi dagli anni 90 sono uscite dal repertorio del baile flamenco. Se vediamo 10 spettacoli di flamenco oggi, probabilmente non vedremo neppure un brano in cui i danzatori suonino le nacchere.
Se siamo turisti che non conoscono nulla del flamenco, mi aspetto di vedere la bata de cola e le nacchere. Obbligatoriamente!
Suonando le nacchere, la mano deve essere posizionata in modo da raggiungere con facilità lo strumento con il mignolo e l'anulare. Questo limita tantissimo l'espressività delle braccia, e probabilmente per questa ragione negli ultimi 30 anni le nacchere non sono state scelte da moltissimi bailaores. I ballerini che hanno studiato Scuola Bolera e ballano flamenco, che sono tantissimi, sanno suonare le nacchere e quindi spesso le inseriscono nei loro spettacoli.
Per suonare le nacchere bisogna esercitarsi ogni giorno, quindi se voglio suonare in un concerto o suonarle mentre ballo mi devo allenare, per avere un suono caldo, rotondo, accogliente. All'inizio suonano molto male, e per fare uscire un suono piacevole ci vuole molto impegno e costanza. Come con qualunque strumento musicale! La tecnica è uno strumento, è un mezzo.
Sono Sabina Todaro mi occupo di flamenco dal 1985 e dal 1990 insegno baile flamenco a Milano.
Spesso gli allievi mi chiedono se useremo le nacchere. Se si decidesse di farlo, dovremmo...Mon, 31 Oct 2022 - 63 - #62 Che cosa sono i palos nel flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
Chi affronta lo studio del flamenco si trova di fronte a questo termine, "palos". Possiamo tradurlo genericamente con la parola "stili", centralmente del cante. Il flamenco è molto complesso e ha un repertorio gigantesco e complesso. Per orientarci ci aiuta molto suddividere i generi musicali in famiglie, in diversi sotto-generi in modo da riconoscere somiglianze e differenze e chiarire che cosa le nostre orecchie e i nostro cuore stanno sentendo.
Non si sa esattamente per quale ragione si chiamino proprio "palos". Qualcuno ha ipotizzato che anticamente ci fosse qualcuno che aveva un palo, un bastone, e batteva il ritmo... ma è una interpretazione un po' sciocca, dato che molti palos sono assolutamente privi di ritmo!
Come spesso accade nel flamenco, semplicemente prendiamo questo termine come un nome proprio, e non lo poniamo in discussione! Ma approfondiamo il concetto
Nel flamenco c'è una grande esigenza di capire, di catalogare, di esplorare. I vari generi del flamenco si distinguono fra loro per emozionalità, e alcuni hanno differenze enormi dal punto di vista espressivo, ma altri palos hanno una emozionalità molto simile.
Per distinguere i palos occorre fare alcune cosa:
1) Dare attenzione alla scala musicale: già abbiamo visto in altri podcast che esistono 3 modalità musicali nel flamenco, la scala maggiore, la scala minore e la modalità flamenca.
2) La struttura ritmica: che sia un ritmo ternario, un ritmo di amalgama, che è un ritmo composto, o altre frasi ritmiche che vedremo in altri podcast
3) La velocità: quando la velocità sale, tutto diventa più allegro e solare, mentre quando è lento rimane più malinconico
4) La melodia del cante: il flamenco nasce dal cante, ed è al cante che dobbiamo fare riferimento! Il punto di vista del flamenco è quello del cante, e ce lo dobbiamo ricordare anche se magari la nostra passione è la chitarra o il baile. I palos si distinguono proprio analizzando il cante.
Molti studiosi hanno utilizzato l'immagine di un albero per catalogare i palos flamenchi: i rami più grossi corrispondono alle famiglie di palos, e i rami più piccoli mantengono l'origine comune e quindi somiglianze fra loro.
Alcuni palos sono più importanti da conoscere, perché nella storia del flamenco sono stati fondamentali, e hanno influenzato tutto il resto. Se ci appassiona il flamenco, prima o poi esploreremo tutto, anche i palos meno comuni! Ma alcuni sono fondamentali da conoscere.
La prima famiglia da considerare, essendo nata per prima, è quella delle toná, da cui nasce anche tutta la famiglia delle siguiríyas: in altri podcast ti ho raccontato che ascoltare una toná ci ricorda immediatamente la cantillazione del corano o il richiamo alla preghiera islamico. Le toná hanno evidenti radici molto antiche.
Questa famiglia raccoglie tutto ciò che nasce dalla voce, senza accompagnamento. Dire che sono senza ritmo non è correttissimo perché ad esempio il martinete ha il ritmo! La famiglia comprende: la debla, la carcelera, il martinete, le saetas, i pregones (i canti del mercato), i cantes camperos (canti del lavoro nei campi), le nanas (le ninnenanne)...
Le siguiríyas ne derivano, con tutte le diverse melodie: liviana, serrana, cabales, alcuni romances, playeras...
La famiglia soleá, che comprende la caña, il polo, la soleá por bulería o la bulería por soleá, la bulería, la bambera e tutte le mille varianti che questi palos possono avere.
La famiglia dei tangos, dei ritmi in 4/4, che è enorme: tango, tanguillo, zapateado, zambra, colombiana, farruca, rumba, tiento, mariana, milonga, vidalita, garrotín...
La famiglia fandangos ha una varietà impressionante (ne parlerò nello specifico in un altro podcast) comprende alcuni palos di origine locale, portati nel flamenco, che indicano già nel nome stesso la loro provenienza locale: malagueña, granaina, rondeña, o "fandangos...Fri, 28 Oct 2022 - 62 - #61 La struttura delle Sevillanas - Flamenco Chiavi in Mano
Le Sevillanas, di cui ho già parlato in altri podcast, sono 4 brevi musiche con uno schema fisso, a cui corrispondono 4 coreografie con uno schema altrettanto fisso.
Dal punto di vista musicale la struttura è sempre la stessa, per tutte e quattro le sevillanas.
Anche il flamenco e la musica regionale andalusa, come le sevillanas, partono con una introduzione melodica degli strumenti musicali, che presentano l'atmosfera melodica.
Inizia poi il cante, mentre gli altri strumenti musicali stanno nel background, e questo ci dice che la musica è importante e crea l'ambiente, ma sarà il canto a dare l'identità delle sevillanas!
Solitamente l'introduzione musicale viene fatta con un ritmo, che poi tornerà dopo la salida del cante, che a volte è sospesa, senza ritmo, ed altre volte invece mantiene la base ritmica.
Subito dopo la salida del cante, che è come una "dichiarazione" dell'argomento che verrà trattato nel brano, c'è un momento importante per noi che balliamo: l'inizio della nostra danza, che avviene quando rientra il ritmo dopo la salida del cante, con un "paso de sevillana", un vero e proprio "passo base" tipico delle sevillanas, che consiste in un avvicinarsi ed allontanarsi dalla persona con cui si sta ballando. Come per "prenderle le misure"!
Dopo una breve pausa di respiro, durante la quale appunto la danza prevede un paso de sevillana, entra la prima letra, la prima strofa. E' costituita da 4 gruppi di 6 tempi, nei quali in ogni sevillana si fanno passi diversi, che caratterizzano un po' l'identità di quella sevillana. Sul finire della strofa, proprio negli ultimi tempi della strofa, c'è il punto preciso in cui i due danzatori si scambiano di posto, facendo una "pasada", e questo avviene in tutte le sevillanas. Dopo la fine della strofa, abbiamo una pausa di respiro nel cante, e rimane la sola ritmica, nella quale, come abbiamo visto accadere subito dopo la salida del cante, c'è un passo di sevillana.
Sono delle ancore per chi balla: quando sta finendo la strofa c'è lo scambio, la pasada, e sulla parte in cui c'è solo il ritmo e non il canto, c'è sempre un passo di sevillana.
Subito dopo entra la seconda letra, che è assolutamente identica dal punto di visto melodico, rispetto alla prima. E la danza si comporta nella stessa maniera, compiendo passi specifici per la sevillana in questione e terminando con la pasada sul finire della letra e con il paso de sevillana nella pausa del cante.
La terza letra ha invece una melodia diversa, una sorta di ritornello che ritornerà, solitamente, uguale in tutte le 4 sevillanas del gruppo.
Sentire una melodia diversa ci aiuterà a capire, se ci siamo persi, che la sevillana sta finendo. E quindi dovremo fare i passi specifici che la sevillana che stiamo ballando prevede.
Alla fine i danzatori girano su se stessi, durante l'ultima frase ritmica che chiude il brano, e terminano in una posa tradizionale, che prevede che la donna si fermi con il peso sulla gamba destra ponendo la gamba sinistra e il braccio sinistro in avanti e il destro in alto a separazione fra sè e la persona con cui si sta ballando. L'uomo invece si protende verso la donna, le si avvicina e la abbraccia. Ovviamente è un cliché, non è necessario corteggiare per forza!
Una delle sevillanas più conosciute è "Mirala Cara a Cara", guardala faccia a faccia. Racconta il cliché del baile por sevillanas.
La prima sevillana è l'incontro, in cui l'uomo deve mostrare la sua eleganza, forza, solidità, mascolinità, la donna deve mostrare la propria bellezza ed eleganza, senza esporsi a possibili critiche di tipo morale. In Mirala Cara a Cara si dice "... que es la primera, y te va seduciendo a su manera", che è la prima sevillana e ti seduce a modo suo.
Nella seconda c'è un contatto un po' più intimo, e alla fine c'è una sorta di rincorsa fra l'uomo e la donna, che spesso la...Fri, 14 Oct 2022 - 61 - #60 Dove si può ballare il flamenco? - Flamenco Chiavi in Mano
Chi non conosce bene il flamenco pensa che ci siano locali dove si possa andare a ballare il flamenco, così come invece si può fare con il tango argentino o con la Salsa.
Invece questo non siste neanche in Andalusia! E' strano, e molti infatti pensano che i locali per ballare flamenco non esistano all'estero ma in Spagna, invece, sì. No, non esistono neanche lì.
Molti hanno già fatto spettacoli di altre forme di danza e pensano di potersi esibire nel flamenco. Ma la strada per imparare a ballare sul palco è molto lunga e tortuosa.
Intanto per ballare flamenco ci vuole la musica dal vivo, un cantaor, un chitarrista ed un palmero, che magari può anche essere il cantaor stesso.
Diverso è se canto o suono flamenco, perché esistono i centri culturali flamenchi, le peñas, in cui si può andare e suonare o cantare. Ma con il baile no.
Ma quindi il baile informale non esiste? Esiste! Ma è limitato a pochi palos, ballabili in situazioni molto casual: buleria, rumba, tango, che sono palos di festa, gioco e divertimento. Non è necessario saper ballare per alzarsi in una festa e ballare questi palos. E' necessario aver voglia di farlo e di godersi la situazione, con scherzo, gioco e presenza.
Queste occasioni non sono fatte per mostrare agli altri quello che si sa fare ma sono momenti di condivisione.
Può essere un bar o anche qualcosa di ancora più informale, per la strada, giocando, in gruppo, si comincia a dare la palma e a cantare magari in coro, spesso l'ultima hit della radio. Il concetto non è quello di esibirsi ma quello di divertirsi!
Il baile che si improvvisa così è solitamente buleria, può essere rumba e meno spesso tango, che è già più strutturato.
Marginalmente possiamo includere nel gruppo di ciò che possiamo ballare in modo informale anche le Sevillanas, anche se sono un caso a parte: sono già coreografate del tutto, non prevedono relazione con la musica dal vivo, ma soddisfano la nostra voglia di ballare! Sono in qualche maniera una specie di surrogato, di metadone!
In Spagna ci sono locali, le Salas Rocieras, in cui una dietro l'altra si mettono sevillanas, e qualche volta rumba. La gente in queste occasioni balla in modo molto informale, da festa.
Ma non è flamenco!
Quindi il flamenco dove si balla? In teatro! O in situazioni organizzate.
Oggi è molto facile vedere in Andalusia qualche performance di baile in luoghi turistici, con un'asse di legno per terra, spesso ad opera di studenti di baile che vogliono pagarsi gli studi con le mance dei turisti. Ottima idea, però non è una cosa tradizionale!
L'occasione migliore, quella più protetta che permette l'esperienza di ballare senza panico è lo spettacolo della scuola di danza. Se anche non facciamo tutto bene, ci possiamo godere la situazione!
Prima di essere in grado di ballare qualcosa anche di molto semplice che sia flamenco ci vuole tantissimo tempo.
Molto spesso gli insegnanti di baile, persino nella stessa Andalusia, prendono musiche registrate, magari una bella canzone orecchiabile, musiche non nate per il baile ma per il cante, e creano una coreografia per qualche allievo bravino che si butta facilmente. E gli danno l'impressione che sta ballando flamenco. Ecco, quella cosa non è flamenco. E' qualcosa di ispirato al flamenco. Un surrogato!
Per ballare flamenco bisogna avere competenza nel gestire la musica dal vivo, di dialogare con i musicisti, producendo suoni precisi con i quali indica ai musicisti le proprie intenzioni.
Ciò che si balla su musica registrata è qualcosa che assomiglia esteticamente al flamenco ma è diversa.
Quindi non ci resta che ballare buleria, rumba o tango nel caso in cui ci sia la situazione di festa.
Non posso alzarmi e ballare una Soleà, una Farruca o un Taranto, ma neanche qualcosa di più leggero, una Alegria, una Guajira. Non c'è l'eventualità...Mon, 10 Oct 2022 - 60 - #59 - C. Tangana e il flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
Introduco questo musicista di Madrid a chi non lo conosce. Si chiama Anton Alvarez Alfaro, classe 1990. In questo momento è fra i più famosi cantanti spagnoli, che fa riferimento a tantissimi generi musicali, fra cui anche il flamenco (altrimenti non starebbe in questo podcast!) e che piace a generazioni diverse di spettatori.
Curiosamente, ha più volte cambiato il proprio nome artistico, da Agorazein, che significa andare a zonzo per la città, a Crema, a Pucho (nomignolo che veniva usato nella sua famiglia), a C. Tangana, C. per ricordare il nome precedente, Crema, e Tangana perché gli piaceva il suono, racconta in una intervista. Tangana significa polverone, tafferuglio, baruffa. Anche il significato, quindi può avere un senso per lui.
La sua carriera musicale inizia nel 2008, annusando vari generi musicali, con il gruppo Agorazein. La musica è un divertimento importante ma non centrale nella vita. Nel 2015 decide di saltare al professionismo e si innamora della bella voce di Rosalia (ne parlo in un altro podcast). Decide di voler collaborare con lei.
Dalla collaborazione con Rosalia, che diventa anche un connubio personale, producono due singoli interessanti, che avranno un discreto successo (all'epoca nessuno dei due artisti aveva la fama che hanno oggi!) "Llamame mas tarde", un brano romantico ed orecchiabile, ma quello più interessante è sicuramente "Antes de morirme" usato anche nella colonna sonora del film "Hasta el cielo". Questo tema ha fatto conoscere sempre di più la voce di Tangana.
Nel periodo della relazione con Rosalia, Tangana collabora alla produzione del cd di Rosalia El Mal Querer, in 8 brani su 11. La cantante non lo nomina nei suoi ringraziamenti, mentre Tangana racconta di aver collaborato al disco ma ammette pubblicamente che il merito sia di Rosalia. Probabilmente la cantante era un po' arrabbiata con lui... ma questo è gossip. Torniamo al flamenco! E' ovvio che Tangana abbia collaborato a questo disco dato che i due musicisti erano insieme e lavoravano insieme per molto tempo, e la produzione del disco è durata molto a lungo.
Nel 2017 produce l'album "Idolo", un mix di musica elettronica, musica latina, reggaeton, in cui racconta il percorso con cui si diventa un idolo, e si sente come il "Vitello d'oro", che veniva adorato solo perché era un idolo e non perché avesse valori in particolare!
Produce molti singoli di sperimentazioni fondendo vari generi musicali.
La svolta avviene con il disco "El madrileno" che è sicuramente la sua opera più interessante. In questo disco Tangana mette insieme repertori tradizionali di varie provenienze, molto diversi fra loro, fra i quali il flamenco. Tutti i generi musicali che lui usa non sono finalizzati ad espandere il genere musicale in questione, ma in modo molto personale.
Tangana non conosce il flamenco direttamente, così come non conosce ad esempio la Bossa Nova, ma si affida a professionisti del settore. Collabora quindi con i Gipsy Kings, nel tema "ingovernable" (i Gipsy Kings aprono un universo di ricordi a tutti gli ascoltatori!). In questo brano Tangana canta usando il modo flamenco, ma sempre con l'autotune come fanno i musicisti di musica urbana di oggi.
In altri temi del disco, quando la melodia diventa più flamenca, come in "Tu me dejaste de querer", fa riferimento alle riunioni familiari, con festa flamenca, senza impegno ma con la gioia della festa. Senza farsi troppe domande, ma continua a divertirsi.
Si avvale della collaborazione di La Hungara, che fa un flamenco pop, ma è molto orecchiabile ed entusiasmante. Ed ha un modo di fare molto flamenco! Collabora anche con El Nino de Elche, che essendo nato ad Elche... è valenciano, nato vicino ad Alicante. E' molto esperto nel flamenco, he ha studiato a lungo e con attenzione. Ad un certo punto El Nino de Elche ha cominciato ad esplorare al di là del flamenco tradizionale. Suona anche la chitarra,...Sat, 08 Oct 2022 - 59 - #58 Rosalia e il flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
Parlare di Rosalia e il flamenco è una bella scommessa.
La dimensione del fenomeno Rosalia è ormai internazionale. La giovane catalana è stata al centro di polemiche per aver utilizzato il flamenco in ambito non convenzionale. Ha usato il flamenco mescolandolo in una fusion con altri generi musicali, la musica elettronica, trap, pop... di tutto.
Il flamenco che è molto tradizionale, ha gridato allo scandalo, anche perché è vero che in alcuni ambiti, tv, sfilate, presentazioni, mostre, in cui magari avrebbero potuto chiamare un cantaor flamenco, hanno chiamato Rosalia, una star della tv e della radio, che in una situazione pubblica è di maggiore richiamo, rispetto ad un flamenco che è di nicchia, per quanto di qualità.
In questo senso Rosalia fa concorrenza al flamenco.
Rosalia amava cantare e ballare fin da bambina, e voleva farlo a modo proprio.
A 13 anni incontra il flamenco, attraverso degli amichetti catalani, di origine andalusa, che lo ascoltavano. E, come dice la cantante stessa "c'è stato un prima e un dopo", rispetto al suo incontro con il flamenco!
Nella zona di Barcellona moltissime sono le famiglie di origine andalusa, quindi non è strano che ci sia affezione al flamenco proprio in Catalugna.
Nella zona di Barcellona ci sono tantissime persone molto appassionate al flamenco: probabilmente al di fuori dell'Andalusia è il posto in cui c'è il maggiore interesse per il flamenco. Moltissimi artisti flamenchi molto importanti sono nati e cresciuti lì: cantaores come Duquende, Miguel Poveda, Mayte Martin, chitarristi come Juan Ramon Cano, Chicuelo, José Luis Monton... la stessa Carmen Amaya, probabilmente la più grande bailaora di tutti i tempi, era di Barcellona!
Torniamo a Rosalia. Ad un certo punto, nel 2008 si presenta ad un talent televisivo, "Tu sì que vales", non avendo ancora le idee molto chiare sulla propria professionalità. Aveva solo 15 anni, e fallì la prova, ma mostrò un carattere incredibile per una ragazza così giovane! Di fronte al fallimento disse "insomma, ho cercato di ballare, cantare... insomma non posso fare tutto! Avete chiesto che avessi forza... ecco, avete visto che ho forza!"
Non si diede per vinta, e anzi continuò ad impegnarsi nella musica: la musica acquisisce nella sua vita, e decide di farlo seriamente professionalmente, iscrivendosi alla Scuola Superiore di Musica di Catalugna, a Barcellona, con la specializzazione per le musiche tradizionali, e centralmente per il flamenco.
Comincia a farsi conoscere pubblicando su Youtube, poi su Spotify, raggiungendo una certa notorietà. Nel 2017 debutta con il suo primo cd, Los Angeles, in cui canta molti temi flamenchi tradizionali, espresse a modo suo, ma comunque il flamenco è assolutamente il suo punto di riferimento. Con Los Angeles, Rosalia acquisisce molta più visibilità sui social, diventando un fenomeno nazionale.
Ma la grossa svolta verso un successo globale è nel 2019, con il disco "El mal querer", che rappresenta la sua tesi di diploma della Scuola. E' un'opera molto pensata, centrata sul tema di un romanzo, di autore sconosciuto, del secolo XIII dal titolo "Flamenca" che racconta di una donna data in sposa ad un uomo che diventa pazzo di gelosia, e la rinchiude. Questo romanzo che era conosciuto soltanto da un pubblico marginale e limitato, composto da filologi e studiosi, improvvisamente viene letto da tantissime persone, in particolare giovani, totalmente estranee a questo mondo. Rosalia quindi ha stimolato la curiosità dei giovani verso qualcosa di culturalmente poco conosciuto. Lo stesso ha fatto verso il flamenco, incuriosendo moltissimi giovani, a livello internazionale, verso questa forma musicale.
Ovviamente, nel Mal querer il suo uso del flamenco è molto elaborato, fuso con altri generi musicali, centralmente la trap ed effetti elettronici, dando a tutto un'atmosfera quasi religiosa, che è stata anche molto criticata: le stesse...Tue, 27 Sep 2022 - 58 - #57 L'influenza del flamenco nella musica pop spagnola - Flamenco Chiavi in Mano
Credo che negli ultimi almeno 50 anni il flamenco si stia riflettendo nella musica pop spagnola. Non c'è bisogno di una ricerca scientifica, ma basta scoltare! Almeno gli echi della cadenza andalusa invade la musica pop spagnola.
Un fenomeno che ha richiamato recentemente molte polemiche è stato quello della presunta "appropriazione" del flamenco da parte di alcuni musicisti di oggi che hanno una dicversa provenienza musicale, che sono capitanati da Rosalia ed in secondo luogo da Tangana in Spagna nonché in tutto il mondo poiché questi due cantanti hanno un'eco mondiale fortizzimo. Il fenomeno non è confinato in Spagna.
La musica come qualunque forma d'arte non è proprietà di una persona o di un gruppo di persone, ma quando va nel modno credo che chiunque ne posssa fare ciò che ritiene opportuno. I più puristi del flamenco hanno accusato questo genere di musicisti di aver preso il flamenco e di averlo strumentalizzato, togliendolo dal suo contesto allo scopo di evolvere se stessi.
In realtà l'appropriazione culturale è ciò che la musica ha sempre fatto nella storia: ogni genere musicale è nato dalla musica precedente, rielaborando, fondendo, cambiando.
I flamenchi più puri hanno considerato questi artisti che non fanno flamenco ma pescano dal flamenco, come irrispettosi di una forma di cultura.
Se consideriamo l'opera di questi cantanti come se fosse flameno, ovviamente non funzionerebbe, ma il fllamenco è una forma d'arte viva, che si evolve e si modifica. Avendo tradizione orale è normale che muti. Se il flamenco fosse rimasto ciò che cantava Antonio Mairena, per quanto meraviglioso, credo ch si sarebbe diffuso molto di meno: dal momento in cui i musicisti flamnchi si sono dedicati in massa al flamenco, la sua diffusione a livello mondiale è cresciuta tanto.
Nella storia, anche Paco de Lucia venne considerato con sospetto dai puristi del flamenco: usava chitarra e basso elettrico, flauto, percussioni... mescolava il flamenco con il rock... si gridò allo scandalo. Lo stesso accadde con Enrique Morente, il grande cantaor granadino che innovò tanto nel cante e che divise il pubblico flamenco fra "morentisti e antimorentisti"!
Tutto ciò che è nuovo nel flamenco deve subire un processo per essere accettato!
Le maggiori polemiche oggi cadono su Rosalia, una cantante catalana della generazione degli anni '90, che nel 2017 ha prodotto un cd "Los Angeles" in cui Rosalia, di cui parlerò specificatamente in un altro podcast, canta temi tradizionali flamenchi rivisitati a modo suo.
Cosa che fece scalpore e suscitò polemiche.
La comunità flamenca chiama allo scandalo vero e proprio quando Rosalia nel 2018 produce un altro disco, "El Mal Querer" che sarà un enorme successo internazionale.
Secondo me da una parte perché vedono il flamenco stravolto, dall'altra perché i flamenchi si sentirono surclassati e messi da parte da questa formula nuova, he ebbe tutto questo successo, che era una straa nuova, a partire da alcune radici flamenche.
Per chi conosce il flamenco, nomino una cosa che conosci: negli anni '70 ci furono una coppia di artisti, cantaora lei e chitarrista lui, Lole y Manuel, che diventarono molto famosi come cantautori, e utilizzarono il linguaggio e la musicalità del flamenco per parlare di temi che a loro importavano. Grazie a loro molte persone si avvicinarono al flamenco nella stessa Spagna!
Lo stesso Camaron de la Isla fece molte sperimentazioni sul flamenco, e non tutto fu meraviglioso, a prescindere dalla bellezza espressiva della sua voce. Molti gridarono allo scandalo, prima di accettarlo ed elevarlo all'Olimpo dei cantaores.
Eppure anche grazie a Camaron moltissime persone si avvicinarono al flamenco negli ultimi 30 o 40 anni.
Quindi rinnovare l'immagine internazionale della musica spagnola a livello internazionale, è ottimo: la gente si incuriosisce a queste sonorità che non sono...Mon, 19 Sep 2022 - 57 - #56 I primordi del flamenco e l'identità andalusa dell'epoca - Flamenco Chiavi in Mano
L'epoca dei primordi del flamenco è stata chiamata "Epoca dell'ermetismo", come se il flamenco fosse stato tenuto segreto nelle famiglie gitane andaluse.
Non credo che sia stato tenuto segreto dalle famiglie, perché era un'occasione di divertimento e di festa ed un mezzo per riconoscersi nella propria cultura. Anche in contrapposizione alla cultura francese, poiché Napoleone all'inizio dell'800 aveva fatto il tentativo di invadere tutta la Spagna, e arrivando a Cadice assediò la città e la tenne in scacco per molto tempo. Cadice è un promontorio e accedere ad una città un po' sopraelevata non era facile. Inoltre il popolo era molto determinato e alla fine riuscì a liberarsi.
Quindi tutto ciò che era contro Napoleone era positivo, era come dire di no all'invasione francese, come una garanzia di identità. L'opinione pubblica aveva quindi una opinione positiva verso ciò che era andaluso contro ciò che era francese. Il nascente flamenco è stato visto con benevolenza, e quindi sicuramente non è stato chiuso in segreto nelle famiglie andaluse.
Questo è ciò che sostiene il musicologo e studioso del flamenco Faustino Nuñez.
Ciò che ci rende difficile capire esattamente la relazione flamenco- scuola bolera, quando la scuola bolera si stava ritraendo verso un eccessivo manierismo ed il flamenco stava nascendo, è anche che le persone che ne parlarono per lungo tempo non avevano nessuna formazione: non si trattava di esperti di danza o di musica, ma solo di cronisti. Anche gli stessi studiosi che si sono occupati del flamenco per primi non avevano magari una grande formazione storica, e non stavano a guardare con troppa attenzione la relazione storia/arte flamenca. A volte si crearono così alcune teorie, non corroborate da nessuna certezza, che sono state date per valide solo perché "così diceva qualcuno". Questo fra l'altro è successo relativamente alla storia artistica di varie culture!
In qualche modo si può dire che la danza e la musica bolera siano stati un antecedente del flamenco.
Le stesse seguidillas e le tonadillas, alla base della scuola bolera, che erano musiche popolari, verso il 1870/1900, nei testi raccontano di canti fatti da gitani, sulla chitarra canti di origine gitana...
Le seguidillas hanno un ritmo composto di 3/4 composto da due frasi distinte: 1-2-3 1-2-3, 1-2 1-2 1-2. Chi conosce il flamenco riconosce senz'altro il ritmo che sostiene gran parte del flamenco!
Il flamenco non è nato dal niente ed ha ovviamente una radice nella musica autoctona spagnola, come già ti ho raccontato in altri podcast.
Il flamenco non era prodotto dai gitani, ma era ispirato ai gitani, e veniva prodotto fin dai primordi da artisti di origine gitana e non gitana. Alcuni cantaores non erano affatto gitani, il che dimostra che il flamenco fin dalle origini non era patrimonio esclusivo ermetico dei gitani.
In un articolo di giornale del 1847 si menziona un cantaor, Lazaro Quintana, che fra l'altro era nipote dei due fratelli di cui ti ho parlato nei podcast relativi alla scuola bolera, Luis Alonso e El Planeta. Lazaro Quintana veniva definito "cantante flamenco, cantante del genere gitano". Se il flamenco fosse stata una cosa ermetica dei gitani, non ci sarebbe stato un cantante dei primordi non gitano che cantava musica gitana!
Lo stesso Silverio Franconetti, un cantaor dei primordi che ebbe il grandissimo merito di professionalizzare il flamenco, non era gitano, tant'è che era figlio di un padre romano... ma era cresciuto con i gitani.
Per dare maggiore qualità artistica alle tonadillas e alle seguidillas, qualcuno cominciò a farle assomigliare all'Opera, che era considerata la musica cantata più evoluta del tempo. Da qui si evolse un genere musicale nuovo, che darà seguito alla cultura delle Zarzuelas, di cui parleremo in altri podcast.
Nella prima metà dell'800, il pubblico adorava la danza bolera, e,...Fri, 16 Sep 2022 - 56 - #55 L'epoca dell'ermetismo nel flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
La prima epoca della storia del flamenco è stata definita "Epoca dell'ermetismo" perché ci sono pochissime informazioni a riguardo e molti sono i dubbi e le domande irrisolte.
E' il passaggio dalla musica e dalla danza precedente, la scuola bolera, al flamenco.
Le notizie sono solo quelle che si possono ricavare dalle riviste e dai giornali.
Ciò che si può chiamare a pieno diritto Flamenco è ciò che nasce nel quartiere sivigliano di Triana, e nel triangolo fra Siviglia, Cadice e Jerez de la Frontera.
Il primo cantaor storico, Luis el de la Tomasa, è un personaggio mitologico, del quale non si sa assolutamente nulla.
Saltiamo dunque al primo cantaor di cui ci sono informazioni nella storia: El Planeta, Antonio Monge Rivero, classe 1789 (ne ho già parlato in altri podcast). E' molto interessante che fosse ancora del 1700!
Si accompagnava con la chitarra. Originario di Puerto Real, Cadice, si trasferì a Siviglia, a Triana e lì creò le sue opere artistiche, dando origine alla Siguiriya.
El Fillo era suo allievo, classe 1820, gitano di Cadice, attivo a Siviglia, divenne molto famoso.
Una cantaora della stessa epoca, Maria Amaya Heredia la Andonda, nata a Moron, in provincia di Siviglia nel 1831, fu probabilmente la prima a cantare una solea. Fra l'altro ancora oggi si canta la solea dell'Andonda! Il flamenco è molto rispettoso delle proprie origini.
Il cante flamenco nasceva anche a Jerez, alla scuola del cantaor Paco La Luz, un vero esperto della Siguiriya, dal quale appresero a cantare tutti i grandi cantaores storici di Jerez, El Loco Mateo, Manuel Molina, Mercé La Serneta, che ha avuto un grosso seguito nel flamenco, tanto che ancora oggi si canta la Solea de La Serneta.
Nei puertos, Puerto Real e Puerto de Santa Maria nella baia di Cadice c'erano Ciego la Peña, Curro Durse, e uno dei cantaores punto cardine del cante flamenco Enrique "El Mellizo", personaggio molto importante nella storia del flamenco di cui parleremo in futuro.
Una vera rivoluzione fu quella dei cafes cantantes e dell'opera di Silverio Franconetti e del Burrero.
Silverio Franconetti, di origine italiana per parte di padre, oltre ad essere un cantaor, aveva una mentalità imprenditoriale, e aveva capito che avrebbe potuto guadagnare anche dalla vendita dell'arte altrui.
Silverio e il Burrero (si chiamava così perché vendeva latte di burra, di asina) erano amici, e quando Silverio tornò in Spagna dal Sud America, nel 1864, cominciarono a collaborare, riportando grande successo.
Ad un certo punto si separarono, e Silverio aprì il suo locale.
Franconetti aveva un gusto musicale più legato a Jerez e a Cadice, mentre il Burrero aveva preferenza per i cantes di Malaga e per le danze più eleganti e stilizzate che venivano dalla scuola bolera.
La mentalità imprenditoriale di Silverio gli regalò molto successo, mentre il Burrero aveva una mentalità più legata al divertimento, al piacere di gestire le serate dedicate all'arte. Spesso nel locale del Burrero c'erano litigi, alimentati anche dalla bontà del vino manzanilla... Ad un certo punto fuori dal suo locale venne ucciso un cantaor, El Canario, probabilmente per una lite professionale o forse per gelosia.
La polizia gli stette con il fiato sul collo, e i benpensanti giudicarono molto negativamente come pericolosi i cafes cantantes.
El Burrero non si diede per vinto e prese il coraggio di aprire un locale nella centralissima Calle Sierpes di Siviglia, nella ex sede del Casino Militar, il circolo del dopolavoro dei militari. Ebbe così un grande successo, durato poco perché purtroppo el Burrero morì all'improvviso.
El Burrero e Silverio Franconetti diedero il via alla professionalizzazione del flamenco, contribuendo alla sua espansione.
Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e di danze e musiche del mondo arabo dal 1985, dal 1990...Mon, 12 Sep 2022 - 55 - #54 La bata de cola nel flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
La bata de cola è l'abito meraviglioso con lo strascico che abbiamo sicuramente visto in scena in qualche spettacolo e che ha colpito senza dubbio la nostra attenzione.
Si tratta di una gonna piena di balze, che vola in maniera assolutamente mirabile.
Negli anni 90 l'abbigliamento per il baile flamenco femminile è molto cambiato: le bailaoras fanno suoni molto più complicati, e balla no in modo più lineare, e questo ha fatto si' che la bata de cola venisse messa un po' da parte.
La bata era molto pesante, un tempo, quando veniva confezionata di cotone e pizzo sangallo, e andava comunque confezionata da un bravo sarto.
I bailaores di oggi sono molto più atletici ed allenati rispetto a quelli delle generazioni precedenti, e forse la bata per un po' di tempo era relegata quasi esclusivamente nei tablaos, dove i turisti se l'aspettavano, e dai quali quindi non scomparve mai. Ma dal baile femminile venne abbastanza marginalizzata negli spettacoli teatrali, in favore di gesti più ampi e liberi.
Negli ultimi anni, la bata de cola viene usata moltissimo dai bailaores, maschi. Cominciò Joaquin Cortes, che fece molto scalpore, e che era sempre molto attento all'estetica. Poi ci fu la compagnia di Rafarela Carrasco, che mise la bata de cola addosso ai suoi bailaores.
Oggi abbiamo bailaores bravissimi, come Manuel Linan, che è un assoluto esperto nell'uso di questo abito, che utilizzano la bata de cola negli spettacoli, o come il maestro sivigliano Manuel Betanzos che forse è uno dei migliori insegnanti di bata de cola.
Probabilmente le prossime generazioni continueranno ad usare la bata de cola, perché offre incredibili possibilità coreografiche e inoltre è nella radice del flamenco.
Ricordo Angeles Gabaldon, in una biennale del flamenco di Siviglia, forse nel 2002, ne fece un uso innovativo per allora, accompagnata da un violino arabo ed un canto marocchino, nello spettacolo "Inmigracion".
Negli ultimi 20 anni sono stati tantissimi i bailaores e le bailaoras che hanno sperimentato interessanti possibilità con la bata de cola.
Non sappiamo esattamente come nacque questo capo di abbigliamento: quando si parla di baile le cose sono sempre piuttosto confuse.
Nel 2003 la grandissima ballerina sivigliana Matilde Coral, con la figlia Rocio Coral e il giornalista Angel Alvarez Caballero scrisse un manuale sull'argomento, il "Tratado de la bata de cola", oggi introvabile (lo vendono on line di seconda mano a prezzi da capogiro).
Nessuna casa editrice è interessata ad una sua riedizione, perché lo venderebbe solo a chi balla!
Secondo Matilde Coral la bata de cola apparve verso la seconda metà dell'800 su imitazione dell'abito parigino. Le donne spagnole di buona famiglia usavano legarne lo strascico in vita, per scioglierlo quando arrivavano in un luogo pulito e non sporcarlo.
;a questa è un'estetica mpolto distante da quella del flamenco! Il flamenconon è una danza dei ricchi che devono fare sfoggio dei prorpi averi.
Probabilemnte le donne ricche lo potevano comprare, mentre quelle povere lo sognavano come abito del giorno delle proprie nozze (d'altra parte questo è un uso diffuso ancora oggi!). Le ballerine dei primordi ballavano con l'abito che avevano già addosso, però cominciarono ad usare la bata de cola negli spettacoli perché, essendo molto scenografico, poteva farle sembrare più brave e conferiva loro maggiori possibilità di lavoro.
Il pubblico doveva rimanere colpito!
Rosario Monge la Mejorana, classe 1858, madre della storica e notissima bailaora Pastora Imperio, divenne famosa ballando con la bata de cola, e nello stesso momento lo fecero anche le sue antagoniste, la Malena e la Macarrona. Chissà chi avrà copiato chi... ma tutte e tre ebbero un successo incredibile! Era la seconda metà dell'800.
Fu subito evidente che per gestire un oggetto così grande e complesso...Fri, 09 Sep 2022 - 54 - #53 La gioia e il modo maggiore nel flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
La gioia è una delle emozioni primarie, che nascono con l'essere umano. Nel flamenco ci sono tantissimi palos che esprimono la gioia, la gioia di vivere, e sono essenzialmente tutti i palos in scala maggiore.
La scala maggiore, per la combinazione di note che ha, esprime serenità e gioia. Tutti i palos in scala maggiore si ballano!
L'uso della scala maggiore viene dalla musica popolare, dai fandangos. Molti palos hanno passaggi in scala maggiore, e spesso accade che palos tristi, come la Soleà o la Siguiriya, terminino in scala maggiore: una volta espressa la tristezza, la malinconia ecc arriva un raggio di sole ad illuminare il panorama.
Per chi conosce il flamenco almeno un po', pensando a palos in tonalità maggiore, è normale considerare subito le Cantiñas, una famiglia di palos che lavorano appunto sulla scala maggiore, e che esprimono assolutamente gioia e solarità. Lavorano su una ritmica composta, in 12 tempi, che è molto comune nel flamenco, ma abbastanza strana per chi non conosce il flamenco.
Il palo più famoso della famiglia delle Cantiñas sono le Alegrias. Il nome stesso ci dice quale sia la loro atmosfera! La Alegria de Cadiz è la forma di Cantiñas più ironica ed allegra di tutte, e si riferisce centralmente alla città di Cadice. Tipicamente le persone di Cadice sono molto ironiche e simpatiche, e le Alegrias ne rappresentano assolutamente l'essenza.
Altre Cantiñas sono un po' meno solari, perché hanno passaggi in altre tonalità, che creano una atmosfera più seria.
Un altro palo che esprime la gioia nel flamenco è il Garrotin, che è in 4/$ ed è molto giocoso, scherzoso, e racconta di cose divertenti e anche se non sono divertenti sono narrate in modo divertente!
Un altro è la Guajira, che è un palo de Ida y Vuelta, e nasce in riferimento a Cuba. E' come un sorriso, un raggio di sole, serenità... ma anche una piccola punta di nostalgia, per le atmosfere di Cuba, una volta che le persone eventualmente da Cuba sono tornate in Madre Patria.
Un altro palo che si considera come "de Ida y Vuelta" e lavora sulla scala maggiore e sulla gioia è la Colombiana. In realtà non fa parte a tutti gli effetti di questa famiglia, perché non è nato dalla musica Colombiana o dell'America Latina in generale, ma nacque nel 1931 dalla creatività di un grandissimo cantaor, Pepe Marchena, che volle fare un tango con atmosfere ispirate alla sua idea di Sud America. Di rado un palo ha una data precisa ed un autore preciso!
La Colombiana ha sonorità particolarmente serene, gioiose e positive.
E' quasi al di là del flamenco, oltre il confine della Copla, e infatti molti cantaores lo cantano in maniera molto particolare.
Le bulerias esprimono la gioia di vivere, e in particolare, quelle in scala maggiore sono quelle di Cadice. Sono una famiglia di palos allegri che lavorano su varie scale musicali, nate nella zona di Cadice.
La Buleria de Cadiz viene utilizzata di solito per terminare le Cantiñas.
Altro palo che lavora in scala maggiore sono le Cabales, che si usano solitamente per terminare una Siguiriya, che è un palo triste e malinconico che parla della morte, della perdita.
Altri palos che parlano della gioia, Tango, Rumba, Fandango de Huelva, esprimono la gioia di vivere e hanno stili che possono essere in scala maggiore.
E' interessante considerare che ci sono tanti palos che hanno passaggi in scala maggiore pur essendo ancorati essenzialmente sulla scala flamenca.
Sono Sabina Todaro e mi occupo di flamenco dal 1985. Insegno flamenco a Milano dal 1990 e un lavoro bellissimo sulle danze del mondo arabo che ho chiamato Lyrical Arab Dance.
Quando insegno, gli allievi dei primi anni chiedono sempre di "fare qualcosa di Allegro e divertente", ma se ascoltiamo, anche assolutamente a caso, sentiamo che il flamenco è solitamente non divertente, anzi!
Quanto più conoscono il flamenco e...Tue, 06 Sep 2022 - 53 - #52 La tonalità modale flamenca - Flamenco Chiavi in Mano
Il flamenco ha una peculiarità di suono molto particolare: la tonalità modale andalusa, o flamenca, detta anche frigia, o frigio maggiorata, suona immediatamente spagnola.
Ciò che caratterizza questa musica sono quattro suoni, detti cadenza andalusa, che vanno dal più acuto al più grave, che si ritrovano tantissimo all'interno di una composizione musicale flamenca.
Immaginiamo una tastiera di pianoforte, e prendiamo i tasti bianchi a partire dal mi, per costruire la scala andalusa, il modo frigio. Il primo intervallo che incontriamo, cioè la nota successiva al mi, è il fa, che dista dal mi, dalla tonica della scala, soltanto un semitono, poi avremo un tono, dal fa al sol, un altro tono dal sol al la.
Le note che definiscono la cadenza andalusa sono le quattro ultime note a scendere dalla più acuta alla più grave: la, sol, fa, mi. La combinazione di questi suoni, piuttosto vicini fra di loro genera un'atmosfera musicale malinconica.
La cadenza andalusa può essere considerata una specie di variante della scala minore, che è stata arricchita e trasformata verso una atmosfera musicale nuova che genera il cante più antico del flamenco.
Le quattro note della cadenza sono vicine fra di loro ed essendo il nucleo centrale del cante flamenco, ci indicano che per cantare flamenco non c'è bisogno di una voce con una grande estensione vocalica, come quella che serve per cantare la musica lirica, per intenderci. Le melodie flamenche ricoprono l'estensione di un'ottava, da do a do, da mi a mi, che qualunque voce può produrre senza nessuno sforzo, in modo comodo.
I cantes più antichi del flamenco sono nati in modo più spontaneo, legati alla vita, al lavoro, le ninnenanne, i canti del mercato, il lavoro dei campi, i canti legati alla saggezza popolare, ad una poesia molto primigenia sono basati su questo intervallo, fra il mi e il fa, di un semitono, che è come se fosse l'esplorazione di ciò che sta accanto alla tonica.
Se fra tonica e dominante, fra il mi e il fa, c'è soltanto un semitono, significa che il centro di aggregazione acustica è molto forte in questo semitono, e l'intensità dell'emozione veicolata da questi suoni è ancora più forte, ancora più intensa.
Nell'evoluzione del flamenco la struttura costruttiva stessa della chitarra, che è lo strumento principe del flamenco, interferisce profondamente sulla struttura musicale stessa del flamenco. La chitarra flamenca ha 6 corde, come la chitarra classica, e prevede che alcune corde possano suonare libere, come si dice, "al aire", e interferire pesantemente nella composizione dell'accordo di note che generano il flamenco.
Tutti i cantes più antichi e più profondi nel flamenco lavorano su queste sonorità della modalità flamenca. I cantes in questa modalità sono assolutamente la maggioranza.
Abbiamo fra i cantes più antichi generi musicali che lavorano senza accompagnamento: pregones (i canti del mercato), nanas (ninnananna), canti di lavoro, ma anche carcelera, debla, tonà, martinete... Se erano cantes antichi, immaginiamo che la gente non avesse a disposizione una chitarra, che aveva un costo che magari non era sostenibile.
Sulla modalità flamenca lavorano tutte le Soleares, la Solea con tutte le sue varianti, la Cana, il Polo, la Solea Apolà, la Solea Acana, le Solea por Buleria, Buleria por Soleà, la Bambera, Romance, Buleria (in gran parte), la famiglia Liviana, Serrana, Siguiriya, e grandissima parte dei cantes più leggeri: tangos, tanguillos, zapateado, rumbas, Sevillanas, Villancicos (i canti di Natale), Tiento, la Mariana, che è simile al tiento ma ha letras con una forma particolare.
Altri generi musicali nel modo flamenco sono quelli legati al flamenco più profondo delle zone del levante andaluso: Murciana, Levantica, Taranta, Taranto, Cartagenera, Minera, Fandango Minero, e anche Malaguena, Rondena, Granaina, Abandolaos, Verdiales, Rondena, Jabera,...Fri, 02 Sep 2022 - 52 - #51 La modalità minore nel flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
La modalità minore nel flamenco è presente nel flamenco e può esprimere varie emozioni.
Non sono tantissimi gli stili in scala minore, ma se conosciamo un po' il flamenco, pensiamo alla modalità minore, ci viene subito in mente la Farruca.
La Farruca è uno stile musicale legato originariamente ad uno stile che viene dal nord della Spagna, dalla Galizia, che è stato portato nel flamenco, afflamencato. Farruco era il termine con cui gli andalusi chiamavano gli abitanti della Galizia.
E' un cante che solitamente viene rappresentato per accompagnare il baile, ma come cante da solo purtroppo si sente raramente. A noi che balliamo, la farruca interessa moltissimo!
La Farruca esprime il concetto di "non aver paura", di forza, di linearità. Farruca viene dal termine arabo "Farouk", che significa "coraggioso", quindi non ci deve stupire che la Farruca lavori sul coraggio!
Pensando alla modalità minore, dobbiamo ricordare il Tango de Malaga, o il tango del Piyayo. El Piyayo era un cantaor storico, Rafael Flores Nieto, classe 1864, che fu anche chitarrista, cantaor e venditore ambulante molto famoso a Malaga. Ad un certo punto della vita andò a Cuba, e forse fu anche imprigionato, e riportò in Spagna atmosfere musicali nuove.
Rispetto ad altri palos, ugualmente in 4/4 lenti come il Tiento, il Taranto, la Farruca o il Garrotin, il Tango de Malaga ha un'atmosfera seria ma non troppo. Le letras mantengono sempre una certa ironia, che ci ricorda che si tratta comunque di un tango!
Altri palos flamenchi si muovono sulla tonalità minore.
Ad esempio la Milonga, un cante bellissimo, che gioca fra la scala minore e quella maggiore, ma lavora soprattutto sulla modalità minore, soprattutto quando lavora libero dal ritmo. Quando poi la Milonga assume la ritmica di tango, più spesso va in scala maggiore. Ma questa è un'altra storia: il flamenco è pieno di regole ma ancor più di eccezioni!
La Milonga è un "Palo de ida y vuelta", influenzato dalla musica argentina, ha un'atmosfera languida. Ci parla di tematiche legate alla saggezza popolare, e di storie legate all'argentina o per assurdo a tematiche legate all'Andalusia stessa, terminando spesso con l'affermazione che se non hai visto l'Andalusia non hai visto nulla nella vita!
Altro bellissimo palo che lavora sulla modalità minore è la Petenera, che ha molti passaggi in tonalità flamenca. Ha una emozionalità molto profonda ed antica, come se venisse dalla notte dei tempi! E' molto toccante e anche molto triste, e ci sono parecchi cantaores gitani che si rifiutavano di cantarla, dicendo che porta sfortuna.
Io ho la mia teoria: è un cante molto difficile da interpretare, ci vuole una voce davvero parecchio educata al flamenco per poterla cantare, e una voce educata a cantare una gamma di suoni molto più ampia di quella che di solito si usa per cantare flamenco.
La Petenera si può ballare, e ha la particolare caratteristica, unica nel flamenco, di mantenere la letra libera dal ritmo anche quando c'è il baile. Normalmente quando c'è qualcuno che balla, il cantaor rende ritmico il proprio cante, per favorire la danza, ma questo nella Petenera non succede: c'è solo un punto nella letra nella quale si sente la ritmica!
Si può ballare con il manton, che sottolinea la sua melodia, che resta molto legata alla liricità dell'interprete che la canta. Il manton commenta molto bene la sospensione ed i silenzi del cante, dando al movimento molta ampiezza.
Alcuni tipi di Buleria, di Tango, di Rumba, di Fandango si svolgono in modalità minore. Sono palos diffusi in zone molto ampie dell'Andalusia, quindi non ci deve stupire che questi palos percorrano modalità musicali molto varie.
In particolare il Fandango de Huelva, quando va in scala minore, è perché il cantaor sta cantando le letras di Cabezas Rubias, un paese della provincia di Huelva. che lavorano appunto sulla modalità minore, e hanno...Wed, 31 Aug 2022 - 51 - #50 Il concetto di tonica e dominante nel flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
Il concetto di tonica e dominante nella musica ci aiuta a comprendere meglio il flamenco.
Chi non è abituato alle terminologie musicali, forse non conosce il significato di questi termini.
La tonica è la nota di base di una scala musicale, il primo grado, l'accordo fondamentale su cui si organizza tutto il resto della musica in una certa tonalità.
Se siamo in una scala di do maggiore, per capirci, la scala che ci permette di cantare "Fra Martino Campanaro", o "C'era una volta una gatta", se siamo nel flamenco e stiamo in una tonalità maggiore, come nel caso di una Alegria, che si suona in scala maggiore in tonalità di Mi, significa che tutto parte dal mi e che il mi attrae tutti gli altri suoni. Quando si parla di "dominante", se siamo in scala maggiore o minore, la tonica è sempre il quinto tono della scala. Per tornare all'esempio della scala di do, se il do è la tonica, la dominante sarà il sol.
La tonica esercita una sorta di attrazione verso la dominante, e su questi due pilastri si basa l'intero impianto musicale del brano.
Se siamo nel modo flamenco le cose cambiano. La tonica e la dominante sono molto vicine: distano soltanto di un semitono, e questo è proprio tipico del modo flamenco.
Questo fenomeno di basarsi su tonica e dominante come note pilastro ci fa pensare alla musica araba (d'altra parte 700 anni di dominazione araba in Andalusia e in realtà in tutta la Spagna, non possono essere passati inosservati). In ogni brano di musica araba, così come nel flamenco, tutto si appoggia alla tonica e alla dominante, la voce inizia da una delle due note e quando fa una pausa, si appoggia su una delle due note. Capire quali siano la tonica e la dominante ci aiuta a capire l'atmosfera della musica che stiamo esplorando.
Ci vedo una grande correlazione con il corpo: è come se la tonica fosse la testa e la dominante i piedi o viceversa. Tutto il corpo esprime tutte le possibili note toccate da quel brano, e si muove fra il cielo e la terra.
Un altro concetto della musica araba che può essere analizzato nel flamenco, è quello di modulazione: significa un cambio di tonalità. Non è usata così tanto nel flamenco, ma la possiamo trovare se per esempio in Fandango o in Cabales, il cantaor sta cantando in scala maggiore e la chitarra accompagna in modo flamenco. Molto spesso succede nel flamenco! In alcuni cantes ci sono cambi di scala fra il modo maggiore e il modo flamenco: nei Caracoles, che sono cantinas, e lavorano in scala maggiore, ci sono passaggi in scala andalusa, nella Alegria de Cordoba, che è in maggiore, ci sono passaggi in scala minore, e lo stesso accade tantissimo nei cantes de Levante, o in tutti i Fandangos Grandes.
Quando un musicista arabo vuole esplorare le sonorità della scala musicale che sta suonando, può ad un certo punto fare una "modulazione", cioè cambiare la tonalità e cominciare ad esplorare la nota musicale che sta suonando in quel momento, passando a suonare una nuova scala musicale, che abbia come tonica quella nota, che magari era il terzo, il quarto o il quinto grado della scala di partenza.
Perché viene fatto questo nella musica araba? Per definire al meglio l'identità della scala musicale che esplora una certa emozione. Probabilmente sono molti i generi musicali che fanno questo, ma mi piace molto sottolineare le basi arabe del flamenco.
La chitarra flamenca ha una caratteristica costruttiva, quella di far suonare sempre anche delle corde nude, o come si dice "al aire", insieme con quelle modificate dalle dita. Le corde suonate insieme producono gli accordi, che sono suoni composti.
Nel flamenco oltre agli accordi di scala maggiore o minore si aggiungono sonorità diverse, che dal punto di vista della musica classica suonerebbero "strane" e infatti non ci sono. Ma proprio queste sonorità che appartengono ad altre scale musicali creano l'atmosfera flamenca.
Sono...Fri, 26 Aug 2022 - 50 - #49 Il concetto di tonalità nel flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
Nella musica si definisce "tonica" l'insieme delle relazioni fra un accordo fondamentale, quello che ricorre più spesso in un brano, e il resto delle note che vengono toccate di più.
Questo è un concetto di tipo analitico, ma nel flamenco questo concetto si può applicare a posteriori, e i brani hanno spesso passaggi non "quadrabili" con il concetto di tonalità.
Nel flamenco non c'è una regola dalla quale si parte ma si evince la teoria dall'osservazione della pratica, a posteriori.
Se un brano flamenco si svolge su una tonalità, avrà di sicuro anche passaggi in un'altra scala. Che evidentemente, non sono errori! Il flamenco esplora l'emozionalità, centralmente con il cante ma in generale con la musica. La musica sarà quindi governata da una atmosfera musicale, non da obblighi teorici. La musica flamenca può entrare e uscire da una scala musicale, mantenendo una tonalità principale, alla quale si ritorna sempre, senza essere un limite, ma rimanendo un punto di riferimento.
Il flamenco utilizza tre tonalità: la scala maggiore, quella minore (e queste scale appartengono anche alla musica "occidentale", quindi non ci appaiono strane), e la modalità flamenca, o scala andalusa, o modo frigio. Questi sono sinonimi per parlare di una sonorità specifica. Siccome non tutti siamo musicisti (ed io in prima persona non lo sono), immaginiamo di avere davanti una tastiera di pianoforte e di suonare una scala che parte dal mi. L'insieme di questi suoni in sequenza ci porta subito in Spagna. Soprattutto le ultime 4 note nella scala discendente, la cosiddetta "cadenza andalusa" , ci ricordano immediatamente le sonorità spagnole in generale, e andaluse in particolare, anche se magari vengono suonate in un cartone animato o nella musica rock!
Le tre tonalità che ho nominato esprimono diverse emozionalità, e sono tipiche del flamenco. Combinandosi fra loro e creando atmosfere musicali esplorano tutte le emozioni dell'animo umano.
Perché è meglio parlare di tonalità flamenca anziché di modo frigio o scala andalusa? Perché il flamenco è pieno di eccezioni! Se dovessi costruire una Solea, esempio di un palo che si svolge in questa modalità musicale, soltanto basandomi sul modo frigio, dovrei restringere notevolmente la melodia che invece tradizionalmente si dà ad una Solea. Il flamenco parte da una tonalità, che è un punto di riferimento, ma poi fa tantissime varianti, che sono l'essenza stessa del flamenco. Quindi è meglio parlare di tonalità flamenca, perché il flamenco parte dal modo frigio e fa tantissime eccezioni, varianti, modifiche, che costituiscono la sua stessa essenza. Il flamenco non è una musica precisa che va ripetuta come una macchina, assorbe influenze, si presta a modifiche da parte degli artisti che la interpretano. E' una musica di tradizione orale, che non viene scritta! La modalità flamenca è molto più ampia del modo frigio, e usare questo termine è più corretto.
Le scale musicali stesse, la combinazione delle note che le costituiscono, già portano con sé una emozionalità: la scala minore ci dà toni malinconici e un'atmosfera seria, la scala maggiore è allegra ed energetica, la modalità flamenca ci porta verso un ambiente sonoro malinconico, abbastanza scuro. Le note stesse della cadenza andalusa sono piuttosto malinconiche.
Nel flamenco, oltre alle tonalità musicali, ci sono altri elementi che contribuiscono a creare l'atmosfera sonora nel flamenco: la velocità, la struttura ritmica e la melodia stessa del cante. Il flamenco è un fenomeno che si organizza centralmente intorno al cante. L'identità di un palo flamenco si costruisce sulla melodia cantata. Se voglio cantare ad esempio un Taranto, devo scegliere una melodia tradizionale, come se fosse scritta su uno spartito, anche se non lo è. e devo cantare proprio quella, dandole però varianti espressive personali, che si concretizzano attraverso abbellimenti, melismi, decorazioni, vibrati,...Mon, 22 Aug 2022 - 49 - #48 Relazione fra scuola Bolera e flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
Si può dire che ciò che oggi si chiama Scuola Bolera è ciò che Angel Pericet, maestro proveniente da una scuola di maestri di scuola bolera ha praticamente salvato dall'oblio. La scuo9la bolera era una forma di danza tradizionale di scuola, dedicata alle persone ricche che si creò in tutta la Spagna, centralmente nel sud e in specifico a Siviglia. Ad un certo punto, a metà dell'800, perse la sua identità per assumere le forme della danza classica, ma cominciò ad avere un grande successo internazionale presso gli altri ballerini europei.
Verso la metà dell'800 la scuola bolera si divise in due: una parte andò verso la danza classica, e l'altra contribuì a dar origine al nascente flamenco.
All'inizio dell'800 la più famosa scuola di danza bolera era quella di Luis Alonso, a Cadice. Il flamencologo Antonio Barbaran è riuscito, grazie all'informatizzazione degli archivi dei quotidiani e delle riviste, a ricongiungere varie informazioni su Luis Alonso, comprendendo che si trattava del fratello del leggendario cantaor flamenco delle origini, El Planeta, Antonio Monge. Luis Alonso non ballava flamenco perché non esisteva ancora come genere di danza, ma stava nascendo come forma musicale.
Mentre la scuola bolera si stava ritraendo verso un esagerato manierismo e il flamenco stava nascendo, non ci sono stati documenti scritti da storici, da musicologi, da esperti, ma semplicemente scritti di qualcuno che magari ha anche inventato alcune teorie, qualora le informazioni disponibili non fossero sufficienti. E chi è venuto dopo ci ha creduto, ed ha costruito le proprie teorie su queste basi!
Si può dire che la danza bolera sia stata un antecedente del baile flamenco. Anche la musica della scuola bolera, le tonadillas e le seguidillas, si possono considerare come i prodromi del flamenco. Verso la fine dell'800 le tonadillas, nei loro testi parlano di canti gitani. Le seguidillas hanno ritmi composti, in parte ternari e in parte binari, 1-2-3, 1-2-3, 1-2, 1-2, 1-2. Chi conosce il flamenco riconoscerà subito il ritmo che sostiene una gran parte dei generi del flamenco.
Il flamenco ha una radice forte nella musica autoctona spagnola, non lo dimentichiamo! Alcuni cantaores che cantavano questi primigeni canti flamenchi non erano affatto gitani.
Questo indica che il cante flamenco non è nato come patrimonio esclusivo gitano.
Nella flamencologia degli ultimi 50 anni si è sostenuta una tesi, quella del "periodo ermetico" secondo la quale i gitani di metà 800 non volevano rendere noto il flamenco al di fuori della loro comunità.
Si diceva che quando fosse morto Silverio Franconetti, il primo cantaor famoso per aver professionalizzato il flamenco, di origine italiana per parte di padre e sivigliana per parte di madre, sarebbe morto anche il cante flamenco. Ma Silverio non era gitano!
Per dare maggiore rilievo alla musica delle seguidillas, si è cominciato a farle somigliare all'Opera, gettando le basi di quella che sarà la Zarzuela.
Il pubblico adorava le ballerine di scuola bolera, e se una ballerina non poteva partecipare allo spettacolo, contrariamente a quanto annunciato, il pubblico se ne andava dal locale! I racconti che i cronisti dell'epoca facevano mostra con chiarezza quanto successo avessero queste ballerine.
A Siviglia c'erano due scuole molto importanti, la scuola della Campanera e quella di Los de la Barrera. Per evolversi la scuola bolera guardò in altre direzioni e ciò che vide era il nascente flamenco o il balletto classico. Le ballerine della scuola bolera si sono quindi rivolte al flamenco come fonte di ispirazione. Ovviamente se guardiamo il flamenco di oggi e la scuola bolera di oggi, non hanno molto in comune, ma questo è normale, visto che è passato tantissimo tempo. La classicizzazione della scuola bolera la ha schiacciata verso il balletto, facendole perdere le caratteristiche personali.
Marta...Fri, 19 Aug 2022 - 48 - #47 La Scuola Bolera - Flamenco Chiavi in Mano
Quando pensiamo alla danza in Spagna ci viene subito in mente il flamenco, ma in realtà esistono in Spagna moltissime forme di danza. Due secoli fa il flamenco ancora non esisteva ed era invece molto fiorente la scuola Bolera, un insieme di passi di varie tradizioni spagnole, che ha preso moltissimo dalla danza classica di tecnica francese ed italiana. Nata nel 700, la Scuola Bolera è cresciuta fino a metà dell'800 e tutte le citta spagnole offrivano corsi di danza della scuola Bolera.
La scuola Bolera fino a metà 800 era molto di moda presso le varie scuole di danza classica in tutta Europa, che la vedeva come una grande innovazione. Molte ballerine classiche famose, Fanny Elssler, Maria Taglioni, e grandi coreografi come Marius Petipa, si sono ispirati alla scu0ola Bolera, giungendo anche a danzare suonando le nacchere.
A fine 800 la scuola Bolera ha avuto un crollo, e stava per essere messa da parte, ma per fortuna è stata recuperata nella seconda metà del 900.
La scuola Bolera era una fusione di vari passi tradizionali di varie danze spagnole.
Il termine viene dal verbo volar (in spagnolo la B e la V vengono pronunciate in modo quasi identico), ed indica il fatto che i danzatori saltano tanto, alzano le gambe, esprimendo grazia, eleganza, leggerezza ed energia. Fino a metà 800 era molto diffusa in tutta la Spagna fra la gente ricca (non è certamente mai stata una danza popolare!
Le seguidillas Boleras, a fine 700 si tramutarono nel famoso Bolero, grazie al danzatore Sebastian Lorenzo Cerezo, che aveva studiato alla Corte di Napoli portando nella scuola Bolera le movenze della nascente scuola di balletti italiana.
Angel Pericet Carmona e suo figlio Angel Pericet Jimenez, maestri di Bolero sivigliani, a metà dell'800, videro il balletto classico a Madrid, e ne rimasero molto colpiti. Cominciarono a mettere nella scuola Bolera la tecnica del balletto francese: i movimenti di braccia e gambe divennero più grandi, in modo da potersi vedere da lontano, da un palcoscenico teatrale.
Inizialmente il Bolero veniva danzato da una sola coppia di ballerini, ma lo sfarzo esibito, e il fatto che la danza doveva essere destinata ai ricchi, fecero moltiplicare i danzatori sul palcoscenico.
La stilizzazione della scuola Bolera le tolse quel carattere andaluso, un po' piccante, che poteva avere, per differenziarla dalla danza spontanea e soprattutto da quella gitana. La danza divenne astratta e moralista, e i maestri di scuola BOlera hanno preso lo stile del nascente flamenco aggiungendo le nacchere e stilizzando tutti i movimenti.
Anche in Catalugna si evolse una parte di danza Bolera in direzione della danza classica di scuola francese, e i danzatori catalani andarono a studiare a Parigi, riportando movimenti in ginocchio, con la schiena molto inarcata, molto vistosi e teatrali. La ballerina Rosita Mauri, più volte ritratta da Degas nei suoi quadri dedicati alle ballerine, era catalana.
Nell'essenza tradizionale delle Seguidillas della Mancha ritroviamo elementi molto analoghi a quelli delle Sevillanas, che infatti nascono dalle Seguidillas Sevillanas. Ogni Seguidilla è fatta su un ritmo incalzante di 3/4 o 6/8, che invita a danzare.
Ogni Seguidilla è composta da un ritornello e da delle strofe. Nel ritornello i passi di danza sono esattamente gli stessi, come avviene anche nelle Sevillanas.
La scuola Bolera si può dividere in due stili: i bailes de palillos si interpretano con le nacchere, bastoni, tamburelli (di origine folkloristica popolare) e vengono ballati con i chapines, polacchine chiuse con delle stringhe, con un po' di tacco, che permettono di dare colpi al suolo, e i bailes boleros, saltati, con giri molto complicati, molto simili alla danza classica quanto a difficoltà ma di estetica diversa, posizioni in torsione ed in flessione molto estreme, e si danzano con le scarpe da mezza punta....Tue, 16 Aug 2022 - 47 - #46 Che cosa sono le Sevillanas nella tradizione andalusa - Flamenco Chiavi in Mano
Le Sevillanas derivano dalle seguidillas, danze e musiche popolari che esistevano in tutta la Spagna, e che ancora oggi sono vive nella regione di Castilla-La Mancha o nella Comunità autonoma di Madrid. Sono musiche ternarie che invitano alla danza e vengono ballate in coppia.
Le Sevillanas, tradizionalmente Seguidillas Sevillanas, si sono evolute moltissimo. Siviglia non è stata certo una città povera nella sua storia: è sufficiente vederla per capirlo.
A Siviglia la gente più ricca poteva studiare danza, e con questa formazione tecnica, magari anche basata sulla danza classica, che era vista come qualcosa di interessante da imparare per distinguere la danza delle persone più ricche da quella della gente comune, il baile por Sevillanas di Siviglia si è molto evoluto.
Esistono molti stili di Sevillanas, quelle più tradizionali hanno melodia molto semplice, mentre ne esistono anche di molto creative e con varianti musicali complesse.
Consiglio di vedere un bellissimo film di Carlos Saura, del 1992, dal titolo "Sevillanas". Nel film, con la poesia che Saura dà alle sue opere, è possibile vedere le varianti delle Sevillanas: le Sevillanas Rocieras, legate al pellegrinaggio verso la Madonna del Rocio (di cui parlerò in un altro podcast), le Sevillanas Biblicas, o Seguidillas Alosneras (legate alla cittadina del Alosno, in provincia di Huelva), che hanno temi biblici, antichissimi, le Sevillanas Corraleras di Lebrija (paese della provincia di Sevilla), legate alla vita del corral, del cortile, vengono cantate sempre in gruppo, senza strumenti melodici (vengono accompagnate da palmas, cajon, tamburelli, dall'almirez, che è il mortaio casalingo di metallo, che suona come una campanella, e da un vaso largo con una imboccatura stretta che viene percossa per creare il ritmo), le Sevillanas Boleras, molto classiche...
Trattandosi di una danza popolare non è richiesta la precisione perfetta, per cui nei gesti c'è largo spazio dato alla interpretazione personale.
Nel film ci sono tantissimi artisti molto importanti dell'epoca: le bailaoras Matilde Coral, Merche Esmeralda, Manuela Carrasco, grandi cantaores e cantanti, Camaron, Rocio Jurado, Lola Flores, Paco Toronjo, Los Romeros de la Puebla, Salmarina, Las Corraleras de Lebrija, e i geni della chitarra, Paco de Lucia e Manolo Sanlucar...
Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco dal 1985 ed insegno baile flamenco a Milano dal 1990. Sono innamorata della cultura andalusa, non solo della musica e della danza! E' meraviglioso vedere l'amore che le persone hanno nei confronti della loro terra. Noi a Milano questo non ce l'abbiamo! A Milano la provenienza delle persone è talmente mista che le tradizioni non sono forti perché si sono perdute. In Andalusia invece le radici sono molto forti e tutti aspettano la Feria del proprio paese con grande entusiasmo.
Capire questo senso di festa, gioia e collettività è importante per capire il flamenco, che nasce dalla cultura che sta alla sua base.
La gioia di vivere che sta dietro al flamenco, il senso di dire le cose come stanno senza lamentarsene, di lasciarle uscire, accettando le emozioni senza escluderle, il senso della comunità, della condivisione nascono dall'identità culturale andalusa.
Le origini culturali sono viste, in Andalusia, come un bene da tenere presente con fierezza e gratitudine.Fri, 12 Aug 2022 - 46 - #45 Le Sevillanas e il flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
Tutte le persone che si avvicinano al flamenco ben presto si trovano ad affrontare il tema Sevillanas.
Le Sevillanas sono 4 brevi musiche che vengono danzate, a ritmo ternario di 3/4 o 6/8 molto orecchiabili, nelle quali anche un orecchio non educato riconosce un ritmo incalzante di 6 tempi. Come forma di danza vengono ballate in coppia, uomo-donna o donna-donna, tradizionalmente. Sono divertenti e giocose.
Si chiamano Sevillanas perché sono nate appunto a Siviglia, ed animano le feste popolari. Oggi sono danzate in tutta l'Andalusia e anche in tutta la Spagna, anche perché ad un certo punto sono state recuperate come patrimonio culturale spagnolo. E' molto facile infatti trovare un locale dove ballare sevillanas in tutta la Spagna.
Rispetto al flamenco, che è legato alla presenza di musicisti dal vivo, le sevillanas sono di più semplice gestione, non richiedendo microfoni, musicisti, mixer ecc, ma soltanto un impianto di diffusione del suono. Perciò ovunque nel mondo vengono organizzate delle serate a tema spagnolo, con le sevillanas e... paella e sangria! La paella è buonissima, ma è un piatto tipico di Valencia, mentre le sevillanas sono andaluse, quindi ... quanto meno abbiamo sbagliato regione! La sangria è conosciuta ma non diffusa in tutto il territorio spagnolo, e se chiediamo una sangria in un bar di Cadice faremo assolutamente la fuigura della persona che non conosce la Spagna!
Ballare flamenco è difficilissimo, e anche quando abbiamo imparato non ci sono locali in cui andare a praticare il flame nco: non ci sono neanche in SPagna! Non esiste una discoteca per ballare flamenco. Se sono uno studente di cante o di chitarra, posso cercare di cantare per qualcuno in una peña flamenca, ma il baile non si pratica nemmeno in una peña... Le sevillanas invece, non hanno nessun limite, si possono ballare dovunque, non richiedono capacità fisiche particolari.
Storicamente le sevillanas erano una occasione di socializzazione e la scusa per avvicinarsi ad un ragazzo, o ad una ragazza e fare conoscenza. Oggi è evidentemente tutto cambiato, ma immaginiamo la società andalusa del 1950 e capiremo subito. Era la possibilità si stare vicino ad una persona dell'altro sesso senza venire criticati, in modo moralmente accettabile.
Erano anche una occasione per la famiglia per valutare le qualità della possibile futura moglie (o futuro marito) di un figlio o di un fratello.
Nel baile por sevillanas l'uomo deve essere un iper-macho: mostrare eleganza, forza, coraggio, determinazione, equilibrio, tutte le qualità importanti per il futuro marito di mia figlia! La donna deve essere bella, elegante, morigerata, qualità importanti per darla in sposa d mio figlio!
Nel corso del tempo le sevillanas si sono avvicinate al flamenco, anche dal punto di vista della danza, oltre che da quello della musica, per ragioni di coesistenza geografica, rimanendone sempre separate. Sono molto diversi fra loro!
Le sevillanas sono 4 piccole coreografie, con passi che ritornano in modo costante da una sevillana all'altra, e vengono posizionati nella musica sempre nella stessa maniera.
Tra la prima, la seconda, la terza e la quarta sevillana non ci sono differenze musicali, quindi non è possibile sapere che sevillana sia se entro in un locale. Lo posso riconoscere guardando chi sta ballando.
I passi vanno imparati a memoria, ma bisogna anche capire cosa stiamo comunicando con questi movimenti, e a chi le stiamo comunicando.
Per molti aspetti non sono flamenco, anche se alcuni le annoverano fra i palos del flamenco.
Le differenze sono importanti:
Nelle sevillanas l'improvvisazione dal punto di vista musicale è assolutamente limitata. Tutto è già perfettamente strutturato. Le sevillanas devono avere tre strofe, le prime due identiche musicalmente e l'ultima diversa, la lunghezza delle strofe è invariabile, le pause fra le...Mon, 01 Aug 2022 - 45 - #44 Che cos'è la feria? - Flamenco Chiavi in Mano
Studiando flamenco si sente spesso parlare della feria, ma che cos'è la feria? Una festa, anzi, la festa per antonomasia. Sono feste di paese, la più famosa delle quali è la feria di Sevilla, che è meta di tantissimo turismo.
Nel luogo in cui la feria si svolge viene creato un recito, il recinto de ferias, che viene a volte montato apposta per l'occasione e poi smontato oppure che resta comunque dismesso per tutto il resto dell'anno.
Nella feria ci sono stand con bancarelle di vario tipo, e le "casetas", che oggi sono tende chiuse, anticamente erano casette di legno, che sono in gran parte private, di famiglia o di un club, o pubbliche.
Nelle casetas si mangiano gli ottimi piatti della cucina andalusa, e si beve il buonissimo vino locale, ma anche parecchia birra, soprattutto nella stagione calda. In realtà tutte le ferias andaluse si svolgono nella stagione calda, anche perché il caldo in Andalusia arriva presto nell'anno e finisce tardi! Inoltre si balla, per divertirsi il più possibile, e quindi in tutte le casetas c'è musica e la tradizione vuole che ci siano le Sevillanas.
Nella feria di Siviglia ci sono le sevillanas, ma altrove ci sono musiche di tutti i tipi, commerciali, soprattutto reggaeton o musica pop, che invitano le persone a ballare. Soprattutto i giovani, che spesso considerano le sevillanas una musica "antica" che piace soltanto agli anziani, e quindi spesso si mette nelle casetas una musica appunto commerciale.
In particolare, nella feria di Siviglia, le persone stanno sveglie tantissime ore, mangiano, bevono. Poi la mattina bevono l'ajo blanco, una bevanda fatta essenzialmente di aglio, che dà una scossa all'organismo, ammazza le tossine ingurgitate la notte precedente e permette alle persone di svolgere una giornata più o meno normale. Riposare un pochettino e... rituffarsi nella feria la notte seguente!
In ogni paese andaluso c'è una feria, e tutti riconoscono se stessi nelle proprie origini tradizionali, e magari durante la feria anche le persone che hanno solo un'origine in un certo paese, un nonno, un bisnonno, ritornano nel luogo d'origine per ricongiungersi con la propria storia.
Se siamo appassionati di flamenco, prima o poi ci verrà la curiosità di vedere una feria, ma non pensiamo di vedere in una feria il flamenco. Il flamenco ha una coincidenza geografica con ciò che succede nella feria, ma non è centrato in una feria! Nella feria non c'è la finalità di vivere le emozioni forti che vengono veicolate dal flamenco, ma è un momento di gioia, di festa. Non dobbiamo quindi andare ad una feria pensando di ascoltare una Solea, una Siguiriya.
C'è una feria che si svolge proprio a metà del mese di Agosto, e che è facile vedere anche agli stranieri che "capitano" in Andalusia d'estate: la feria di Malaga. Vederla è facile, e saremo colpiti da quanti colori, le casetas, che hanno anche un programma di spettacoli di intrattenimento, le bancarelle e un grande lunapark.
Durante i giorni della feria è anche possibile incontrare persone che per la strada in maniera spontanea si mettono a ballare e a cantare. Questo ci fa capire come la danza e la musica in Andalusia siano un fenomeno spontaneo, tradizionale, e che nel momento della feria la gente sia immersa in un clima di festa e continui a festeggiare anche al di fuori del luogo della festa. In Andalusia, musica e danza non sono patrimonio esclusivo cdi chi ha studiato e sa cantare e ballare, ma sono patrimonio di tutti.
La gioia viene espressa tanto attravewrso il corpo in Andalsia, ed infatti nelle ferias si gode tanto anchje dei piaceri della gastronomia!
Nella feria i Siviglia, è bellissimo andare ma l'unico problema è che le casetas sono quasi tutte private e per entrarci occorre essere invitati. Se siete stati in Andalusia sapete bene che fare amicizia con la gente è facilissimo, quindi sarà sufficiente andare con il cuore...Fri, 29 Jul 2022 - 44 - #43 La peculiarità del flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
Il flamenco ha una peculiarità molto particolare: le musiche sono tradizionali e vengono ripetute con delle varianti personali, create magari al momento dal cantor che le sta cantando. Ma c'è una necessità assoluta di aderire a delle melodie tradizionali prestabilite. Che io sappia non esiste un altro genere musicale che si comporti in questo modo.
Se devo cantare un palo, un genere flamenco, devo pescare nel repertorio tradizionale delle melodie e possibilmente anche delle strofe poetiche tradizionali e ripeterle.
Un cantaor che abbia i piedi molto radicati nella storia del flamecno può anche creare delle varianti, e forse, se è davvero bravo e ha credito presso gli appassionati del flamenco, che sono molto tradizionalisti, forse la nuova variante potrà avere successo, ed entrare a far parte del repertorio.
Quindi, se la melodia è così obbligata, in che cosa consiste la libertà del cantaor? La creatività e l'espressività del cante non stanno nelle note specifiche che vengono prodotte, ma nel modo in cui vengono prodotte.
Lo stesso si può dire del baile: se creassimo una coreografia e la facessimo ballare da 10 bailaores avremmo 10 bailes diversi. I gesti sono molto personalizzati, i bailaores hanno modalità di movimento diverse fra loro, mantengono una postura diversa, dinamiche diverse, movimenti espressivi incodificabili ed irripetibili che non sono riproducibili.
Il flamenco non è mai un cliché, anche se si rifà a dei cliché precisi, che sono uno schema di riferimento. Il flamenco è davvero tutto ciò che succede fra un suono e l'altro, fra un ritmo e l'altro, tra un movimento e l'altro.
Il flamenco è il modo in cui le persone espandono la propria presenza nello spazio e diffondono il messaggio espressivo intorno a sé. La presenza dell'artista è veicolata dalla forma tradizionale. Il flamenco ha come caratteristica il fatto che il cante non possa uscire dai canoni tradizionali.
Nel baile oggi ogni ballerino si sta ispirando a molte altre forme di movimento e di danza, ma occorre mantenere i piedi ben radicati nella tradizione del flamenco.
Coloro che partono dalla forma, e cercano i contenuti espressivi, muovendosi come se si trattasse di danza classica, stanno agendo contro la natura del flamenco. La danza classica è il contrario del flamenco: raggiunge i contenuti espressivi attraverso la forma mentre il flamenco genera la forma a partire dalla espressione dell'emozione.
Nel cante gli schemi tradizionali sono obbligati. Anche la chitarra flamenca ha falsetas tradizionali, melodie tradizionali, ma il chitarrista ha una certa libertà di creare melodie a proprio gusto, mentre il cantaor deve partire proprio dalla tradizione del flamenco. E quindi la deve conoscere ed amare profondamente.
Sono Sabina Todaro mi occupo di flamenco dal 1985 e ho una passione ed un rispetto smisurati per il cante flamenco. La prima cosa che faccio quando insegno ai miei allievi di baile flamenco è far capire l'importanza del cante flamenco, e far capire come il corpo lavora nella sua natura.
Che cosa distingue me, che sono di Milano, da un gitano di Jerez de La Frontera? Tutto, se parliamo di cultura ed esperienze di vita! Ma funzionamento del corpo, del cervello, del sistema nervoso centrale e periferico, emozioni e cuore sono comuni. Quindi che devo fare? Dimenticare di essere di Milano, negare la mia origine, fingere di essere di Jerez, fingere di essere gitana? Il flamenco mi impone di essere me stessa. Non posso recitare la parte di qualcosa che io non sono. Il flamenco racconta la verità, che comunque si vede anche se cerco di negarla.
La cosa da fare è capire e conoscere il cante, crearmi una radice nel flamenco, e ascoltare tutto ciò che sia creativo e moderno, finché mi pare, ma sempre tenendo i piedi radicati nella sua origine, altrimenti perderò l'identità di ciò che sto facendo.
I...Mon, 25 Jul 2022 - 43 - #42 Il ruolo degli stranieri nel Flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
Il ruolo storico degli italiani di contributo al flamenco è molto importante nella storia del flamenco, primariamente pensando ad un cantaor storico, Silverio Franconetti, sivigliano, nato da padre romano e madre sivigliana.
Silverio ebbe il grande merito di aver aperto uno dei primi cafes cantantes, che diedero un grosso impulso verso la spettacolarizzazione del flamenco.
Tradizionalmente il flamenco era un fenomeno familiare, personale, ma con l'apertura dei cafes cantantes assunse una dimensione professionale, pubblica.
A parte l'origine italiana di Silverio Franconetti, che in verità non ricevette una educazione italiana, quindi era italiano solo per sangue, moltissimi flamenchi dovettero emigrare in sud America per sfuggire alle avversità della dittatura franchista.
Molte compagnie di flamenco si andarono ad esibire in America, al nord e al sud, tanto è che il flamenco in America è diffuso e conosciuto da molto più tempo che qui in Italia, nonostante la distanza.
Se il flamenco fosse rimasto un fenomeno centralmente andaluso e comunque diffuso in Spagna ma non si fosse diffuso fuori dai confini spagnoli diventando un genere di interesse mondiale, non so fino a che punto si sarebbe evoluto.
Gli stranieri comprano la professionalità del flamenco, diffusa in primo luogo dal grandissimo Paco de Lucia, giusto per fare un nome chiaro e conosciuto da tutti, pagando libri, biglietti teatrali, dischi. Prendendo un aereo e andando direttamente nei suoi luoghi di origine, alimentando il turismo e le attività commerciali locali!
Ci sono scuole di baile flamenco (la forma più semplice da capire ed apprezzare per gli stranieri!) ovunque nel mondo. Grazie a quello che gli stranieri spendono per portare avanti i propri personali studi sul flamenco, i professionisti del flamenco in Spagna possono essere più numerosi.
Se non esistesse il pubblico straniero, che organizza festival e spettacoli dedicati al flamenco, che va a vedere gli spettacoli nei festival internazionali e anche ovviamente in quelli spagnoli, che invita gli artisti a tenere stages in varie parti del mondo, che segue le loro lezioni in Spagna, gli artisti del flamenco non potrebbero vivere tutti quanti della loro arte: i fondi che lo stato spagnolo può dedicare al flamenco sono limitati.
Una volta in un concerto a Priego de Cordoba, il cantaor di Huelva Arcangel, pur trovandosi di fronte ad un pubblico di soli spagnoli, fece un bel discorso al pubblico di riconoscere la funzione degli stranieri nello sviluppo del flamenco, ringraziando l'opera culturale delle penas flameche e della evoluzione culturale del flamenco in Spagna.
E' interessante pensare che negli spettacoli dei grandi festival di flamenco in Spagna, si diano gli annunci in spagnolo, inglese e... giapponese. La passione per il flamenco in Giappone è enorme. Probabilmente a Tokio ci sono tablaos e negozi dedicati al flamenco più grandi di quelli che si trovano in Spagna!
Il fatto di poter permettere ad un numero maggiore di artisti di dedicarsi professionalmente al flamenco fa in modo che il livello stesso dell'arte flamenca possa evolversi: se un chitarrista bravissimo avesse un altro lavoro, non avrebbe il tempo da dedicare alla creatività e anche alla stessa tecnica. Il ruolo degli stranieri va tenuto presente!
Spesso noi stranieri, quando ci approcciamo come praticanti al flamenco, pensiamo sempre di non poter raggiungere un livello altissimo, perché andiamo sempre a confrontarci con i migliori artisti del panorama flamenco! Ma noi stranieri possiamo portare tanto al flamenco: parlandone, creando serate di intrattenimento del pubblico, studiandolo sempre più in profondità e diffondendolo intorno alla nostra comunità.
Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco dal 1985 e insegno baile dal 1990 a Milano.
Ho viaggiato in lungo e in largo in Andalusia per...Fri, 22 Jul 2022 - 42 - #41 La musica flamenca e la parte destra del cervello - Flamenco Chiavi in Mano
La parte destra del cervello, l'emisfero destro, si occupa della parte creativa del pensiero, percepisce la realtà da un punto di vista artistico ed emozionale.
La parte destra del cervello percepisce sinteticamente l'equilibrio fra le parti di un quadro, mentre la parte sinistra, più analitica, percepisce i colori, le forme.
Il flamenco, essendo basato sull'improvvisazione è prodotto totalmente dalla parte destra del cervello: non può analizzare, scegliere, progettare. Nel momento del presente, nel quale il flamenco trova la sua quintessenza, la parte sinistra del cervello non può essere molto attiva.
Di fronte agli imprevisti dell'improvvisazione, che è sempre presente anche quando c'è una coreografia o una musica totalmente composta, nessuno ha uno spartito davanti che indichi velocità e precisione delle note. La risposta al sempre possibile imprevisto, nel flamenco viene sempre data assolutamente dalla parte destra del cervello.
Le difficoltà tecniche nel flamenco sono enormi, ma tutto è non controllabile, fuori dal controllo, altrimenti facciamo il "ragioniere del flamenco", quello che ha tutto sotto controllo, e che però alla prima occasione non sarà in grado di rispondere nel modo migliore. Lavorando con l'emisfero sinistro farei quadrare i conti, ma non sarei in grado di osservare e cogliere l'emozionalità dell'altro, e neppure del pubblico, uccidendo il flamenco. Se non c'è l'attenzione nei confronti dell'altro, della sua possibilità di esprimersi e di esistere, il flamenco non funziona!
Quando non si ha ancora tanta esperienza nel flamenco si tende a studiare tantissimo, ripetere fino alla nausea, ma una volta di fronte al pubblico si fanno errori imprevedibili, mai fatti prima in tutte le sessioni di studio. Come mai? Perché l'emozionalità dello spettacolo ci porta lontano dal controllo, nella direzione dell'ascolto e della presenza. E' normale e devo accettare che farò molti errori!
Se dopo una esibizione mi rendo conto che non ho fatto errori e che non ho avuto esitazioni, credo proprio di poter affermare che il flamenco non sia stato presente.
Quando faccio le prove e ripeto gli esercizi, sono totalmente nell'emisfero sinistro. Ma quando sono davanti al pubblico si accendono 'emisfero destro e strutture profonde del cervello, e il cuore si attiva.
Non mi posso arrabbiare perché sbaglio qualcosa che non avevo mai sbagliato prima.
Se voglio attivare il mio emisfero destro, è un po' come se per cucinare andassi in salotto ad accendere la luce e lo stereo. Ascolterò la musica e magari cucinerò peggio... ma mi godrò la musica!
Quando attivo l'improvvisabilità, se non ho uno spartito di appoggio, come nel flamenco, non potrò mai ripetere la stessa cosa che avevo fatto il giorno prima! Il musicista può decidere di essere più ritmico, più melodico, cambiare la velocità, cambiare addirittura le note, gli accordi della sua musica. Tutto cambia! Anche ciò che succede intorno agli artisti determina mutamenti imprevedibili nel flamenco e un artista deve essere sensibile.
Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e musiche e danze del mondo arabo dal 1985, e insegno baile flamenco e Lyrical Arab Dance, un lavoro bellissimo sull'espressione delle emozioni attraverso le danze del mondo arabo dal 1990 a Milano.
Studio con passione le neuroscienze, e mi interessa molto il rapporto musica-corpo- cervello- cuore.
Quando insegno non posso usare la musica dal vivo sempre perché è molto difficile avere i musicisti a lezione, quindi devo per forza usare musica registrata. Per ballare flamenco ci vorrebbe musica fatta dal vivo e costruita apposta per la danza. Quando insegno uso brani selezionati per aver mantenuto l'essenza dell'improvvisabilità. Quelle che sono registrate dal vivo aiutano di più!
Se i miei allievi devono ripassare un passo per impararlo bene, non uso mai una...Mon, 18 Jul 2022 - 41 - #40 La musica del flamenco nel suo aspetto terapeutico - Flamenco Chiavi in Mano
La musica flamenca ha una grandissima valenza terapeutica.
La musica è una vibrazione compatta e coerente che si propaga attraverso le molecole dell'aria, le mette in movimento. Quando il corpo viene raggiunto da questo massaggio sonoro ne verrà influenzato.
Il corpo risponde al suono in maniera magica, meravigliosa, e non si può trascurare che lo faccia. Nel flamenco lo fa ancora di più, perché la musica è creata dalla parte destra del cervello, dal cervello più profondo, più "animale". Il musicista ha un canovaccio anche abbastanza preciso ma nel flamenco, come succede nel jazz, resta sempre uno spazio dedicato all'improvvisazione. E c'è sempre spazio per seguire le energie presenti nel presente, e modificare la propria espressione a seconda della situazione del sentire del momento.
Un artista flamenco può sentire i ritmi e la melodia in un modo speciale perché influenzato da qualcuno presente in sala, o da qualcosa che sta succedendo nel gruppo musicale.
Nel flamenco c'è una forte componente ritmica che si mescola con la componente melodica, generando una complessità espressiva davvero notevole
Nel corpo l'aspetto percussivo del flamenco risponde totalmente dentro le gambe e dentro i piedi. Siccome esiste la forza di gravità, la sollecitazione che coinvolge i piedi risale verso la parte superiore del corpo, attraverso le catene muscolari antigravitarie.
La chitarra flamenca pur essendo uno strumento melodico ha sempre una componente ritmica: dà moltissimi golpes, suoni ritmici. Il corpo le risponde in modo ritmica, ma anche melodico al tempo stesso.
La chitarra flamenca, nel suo aspetto melodico, risuona nelle viscere, e mi sembra un vero dato di fatto, e coinvolge tanto le viscere. La chitarra flamenca parla alle viscere!
Il cante parla con la zona del corpo che lo produce: la parte alta del corpo viene colpita tanto dal flamenco, e rispondono la gola, il petto, la testa.
Il cuore è sollecitato dalla combinazione fra cante e chitarra.
Tutto questo non succederebbe se il musicista non mettesse in comunicazione il cuore con il corpo e il cervello. Quando questo accad, si apre la porta della comunicazione corpo- cuore- cervello.
Il valore terapeutico del flamenco ha tanto a che vedere con l'emozionalità della musica, che è legata all'emozionalità del musicista. Lo spettatore riceve l'emozionalità dell'artista, se il musicista o il danzatore sono molto presenti nel proprio cuore e nel corpo e nella mente.
Guardando ed ascoltando il flamenco è successo a tutti di aver accesso a ricordi ed emozioni della nostra vita, stimolati dal flamenco. La musica e il baile possono trasformare i nostri pensieri, le emozioni e persino i ricordi. E questa trasformazione fa la differenza!
A volte dopo uno spettacolo flamenco dci sentiamo più energici, o più calmi, o più attivi, o più sereni... Le nostre emozioni vengono provocate dal flamenco.
Spesso anche i neofiti assoluti vengono scossi nel proprio animo dal flamenco. La musica e la danza dovrebbero farlo sempre ma il flamenco che ha una emozionalità fortissima, può travolgere lo spettatore.
Sarebbe meraviglioso utilizzare il flamenco come forma di terapia, lasciando uscire arrabbiature e tensioni, stress, e dare alla situazione presente il peso che realmente ha. A volte diamo un peso molto grande a qualcosa che se fosse esplicitato e reso razionale non avrebbe tanto peso... ma ciò che resta nascosto dentro la nostra coscienza diventa sempre più grande, più importante.
E una formica diventa un elefante. Il flamenco ci aiuta a dare alla formica il peso della formica!
Il flamenco ha una consuetudine di far diventare la musica più allegra, più leggera. E' una bella scuola di vita, perché ci insegna a buttarci dietro le spalle ciò che non ci serve: quando la rabbia o la nostalgia o l'emozione negativa è...Fri, 15 Jul 2022 - 40 - #39 Il dolore e la paura dei palos mineros - Flamenco Chiavi in Mano
La paura e il dolore vengono espressi tanto nel flamenco dai palos mineros, dai generi legati alla vita mineraria. Questi cantes, relativi alle persone che lavorano nella viscere della terra esprimono la paura di un pericolo reale, che mina la vita stessa delle persone.
Sono palos nati nella zona di Almeria, di Jaen e nella regione di Murcia, zone minerarie che ad un certo punto videro arrivare lavoratori anche da molto lontano. Le miniere erano quindi luoghi di aggregazione, che mettevano insieme persone della provincia di Almeria, Malaga, Jaen, ma anche di altre zone.
In un paesino che normalmente contava 5000 abitanti, improvvisamente si trovano 30 o 40.000 abitanti: ovviamente diventa necessario avere ristoratori, sarti, calzolai, e anche qualcuno che possa divertire ed intrattenere queste persone. Siccome sono principalmente andalusi, il flamenco è di certo molto richiesto.
Inoltre, molti erano uomini da soli, senza famiglia e senza moglie, che andavano anche alla ricerca di compagnia. E l'alcol era molto richiesto!
I palos mineros sono tanti, e diversi fra loro. La miniera è un lavoro molto duro e pericoloso, e molti ci hanno rimesso la vita o almeno la salute. Pericoli di crolli, di esplosioni, fatica, condizioni di lavoro molto difficili.
Pericolo, paura e dolore sono molto connaturati con questi palos, che infatti già al primo ascolto appaiono scuri, tristi.
Tutti i palos mineros lavorano nella scala andalusa, nel modo flamenco. e si suonano "por arriba", sulle corde più gravi della chitarra, fattore che porta il suono ad essere ancora più scuro.
Tutte le famiglie dei minatori hanno subito lutti e perdite, e il dolore espresso dai palos mineros è per qualcosa di reale, una paura per un pericolo reale.
Il rovescio della medaglia del dolore nelle miniere è il fatto che il minatore, nelle viscere della terra, ha la possibilità di meditare sul mondo, come se arrivasse a conoscerlo dall'interno. Ci sono letras che parlano di una saggezza profonda dei minatori nei palos mineros. E' la vita dentro la morte, la gioia dentro il dolore: il dolore e la paura fanno parte della vita.
Questi palos sono come urla sommesse. Soprattutto nella regione di Murcia, nel paese de La Union, sede di una vita mineraria fiorentissima, ormai terminata da tempo, c'è un festival dedicato centralmente ai palos de Levante e ci sono, proprio lì,modalità di cante molto particolari: il cantaor canta con frasi molto lunghe e lente. Canta fino allo stremo delle forze, fino al suo ultimo respiro. Se sentiamo cantare un taranto, una cartagenera o una taranta da parte di un cantaor che non è abituato a cantare come si fa a La Union, non si sente questo trascinare la voce, che a La Union è d'obbligo
"Questa è la mia vita e la accetto", ecco cosa ci dice questo cante. E' affidarsi a qualcosa di più grande, che ci rende poi sereni.
La paura viene cantata, e in qualche maniera viene esorcizzata. Quando si lascia uscire tutta la voce, il diaframma deve lavorare tantissimo per espellere tutto il fiato, e la muscolatura addominale lavora profondamente e attivamente.
Il dolore non viene esorcizzato perché cacciato via, ma viene espresso.
Sono Sabina Todaro mi occupo di flamenco e musiche e danze del modno arabo dal 1985. Dal 1990 insegno baile flamenco a Milano con un'ottica molto incentrata su neurologia, anatomia, psicologia e in generale sulle neuroscienze.
Chi inizia a ballare flamenco solitamente non ha neanche idea di che cosa sia questa forma culturale.. Ma ci si rende poi conto che il flamenco ci permette di lasciare uscire le emozioni in modo efficace e potente.
Dal punto di vista del baile, la mia esperienza di questi palos è quella dell'unico palo che si suole ballare: il taranto. La letra è complessa, e il cantaor può cantare senza una prevedibilità, allungando o accorciando le varie...Mon, 11 Jul 2022 - 39 - #38 La paura e il disgusto nel flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
La paura e il disgusto sono due emozioni primarie, che nascono prima dell'educazione e proteggono la nostra stessa esistenza in vita.
Il disgusto serve ad evitare che l'essere umano ingerisca cose pericolose o si infili in situazioni in cui potrebbe mettersi in pericolo. Per estensione, il disgusto può essere il rifiuto di qualcosa che potrebbe farmi male, ma anche qualcosa che io penso che potrebbe farmi male... Quindi nell'ambito del disgusto si possono annoverare tutte le paure di qualcosa che potrebbe contaminarmi, o ferirmi, o mettermi a rischio.
Si possono annoverare in questo ambito i disturbi alimentari, i pensieri ossessivo compulsivi, lo stress post-traumatico, in ultima istanza persino la depressione. Questi disturbi esprimono una esigenza di ordine, simmetria, controllo, un criticare la realtà e non accettarla per come è.
La paura ci avvisa di un pericolo ma non ci insegna assolutamente come affrontarlo: ci dice che c'è un pericolo ma lì si ferma. E' sempre difficile capire cosa mi fa la paura, dove la sento e come si esprime.
Nel flamenco queste due emozioni sono marginali: il flamenco non ha mai paura di qualcosa che potrebbe succedere ma che forse non succederà, e non ha ancora un dato di realtà.
Spesso la paura ci impedisce di agire, ma il flamenco essendo una cultura antica e saggia, non ha mai paura di qualcosa che potrebbe accadere... ma anche non verificarsi.
La postura di chi fa flamenco è aperta e forte, perché nulla funzionerebbe se cercassi di cantare, ballare, dare la palma se rimanessi chiuso e contratto!
Se mi pre-occupo, esco dalla logica del flamenco: le strofe poetiche del flamenco, le letras, non parlano mai di una possibile preoccupazione o pausa per il futuro: il flamenco parla sempre di una realtà, non fa una denuncia contro qualcosa che non gli piace o che potrebbe succedere.
Le emozioni primarie vengono attivate direttamente, non a causa di una introspezione, di una consapevolezza. Non hanno a che fare con l'educazione, con la consapevolezza, ma con un istinto. Qualcosa che la persona prova in maniera diretta, fisica, tant'è che è difficile capire se un bambino è triste o ha mal di pancia (in realtà lo è anche per l'adulto).
Il flamenco non lavora in modo diretto su queste emozioni, ma lo fa in modo indiretto: ci insegna a non rifiutare ciò che non è direttamente pericoloso per noi. Il flamenco accoglie le emozioni e le aiuta ad esprimersi. Quindi ci può venire in aiuto in caso di emozioni legate al disgusto: obbligandoci a stare molto verticali e forti ci fa capire che possiamo provare emozioni e sopravvivere lo stesso, che la paura si possa esprimere (lo vedremo in un prossimo podcast) e si possa raccontare, ma non ci insegna ad aver paura della paura.
Il flamenco ci insegna a dire o fare qualcosa di imprevedibile. L'esigenza di controllo, ordine e simmetria di chi ha un disgusto patologico non è contemplata nel flamenco. Il flamenco non è prevedibile, e fra l'altro non lo è anche perché dipende dalla interazione con altre persone. Ci fa sentire che siamo forti e questo è un enorme antidoto alla paura.
Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e danze e musiche del mondo arabo dal 1985. Dal 1990 insegno baile flamenco a Milano e un lavoro bellissimo sull'espressione delle emozioni attraverso le danze del mondo arabo che ho chiamato Lyrical Arab Dance.
Sono una appassionata studiosa di neuroscienze e ogni giorno di più nella mia esperienza vedo come il corpo si comporta in relazione al cervello e al pensiero.
Nelle lezioni insegno utilizzando le neuroscienze, e trovo sempre molto interessante verificare come le persone possano stare nel corpo, stare nel ritmo, esprimersi in modo diverso se lavorano sul corpo in modo efficace.
Se sto per ballare, cantare o suonare, è possibile che abbia pensieri che mi distraggono. Ma se sto nel...Thu, 07 Jul 2022 - 38 - #37 La perdita e la morte nella Siguiríya - Flamenco Chiavi in Mano
La Siguiríya è uno dei palos del flamenco più antichi. La chitarra suona pochissime note, che sono quelle della "cadenza andalusa", quella che i flamencologi oggi chiamano "scala flamenca".
Il cante viene accompagnato da una scala musicale molto scarna, che esprime contemporaneamente la struttura ritmoca e quella melodica.
Se non c'è il baile, nella Siguiríya, il cante rimane non ritmico, cioè non si potrebbe mettere un metronomo. Mentre se c'è il bvaile anche il cante diventa ritmico.
Probabilmente nascono dai canti delle plañideras, le piagnone, le prefiche che piangevano nei funerali. Infatti anticamente venivano chiamate "Playeras", distorsione del termine plañideras.
Cercare di trascrivere il cante por Siguiríya è difficilissimo, perché le note del cante sono lunghissime e piene di decorazioni, melismi... quindi nella trascrizione musicale si fanno per forza delle semplificazioni, delle banalizzazioni, che rendono quanto scritto neppur più riconoscibile come una Siguiríya. La sua essenza quindi resta quella dell'interpretazione.
La Siguiríya parla della perdita, della morte, di tutto ciò che nella vita finisce. E lo fa in modo poetico, senza lamentarsi: il retro messaggio del flamenco è sempre "se è successo questo è perché era giusto così!". Ci chiede di esprimere e accogliere la tristezza. La tristezza della Solea parla dell'incomprensibilità, i palos de Levante parlano del dolore, della paura, del pericolo, mentre la Siguiríya parla della morte e della perdita.
Si dice che l'opera d'arte sia un sistema che l'artista ha per passare al di là del tempo e diventare immortale, sopravvivendo alla propria stessa morte. Il flamenco non lo fa perché si tratta si una forma d'arte orale: l'artista produce per le persone che ha davanti, può comunicare tantissimo ma nulla resterà. Anche perché quello che importa è l'interpretazione, non la forma: una coreografia bellissima, ad esempio, se eseguita da un bailaor ha un senso (ballata in un certo contesto...) se eseguita da un altro diventa assolutamente un'altra coreografia.
L'altra ragione per cui il flamenco non cerca di andare oltre la morte è perché il flamenco si rende conto che la morte è un pezzo della vita, e quindi non ha bisogno di rendersi immortale.
Il flamenco non si arrabbia di fronte alla morte, non se ne lamenta. Ne parla!
Ci possiamo chiedere come fa oggi a sopravvivere una cosa come la Siguiríya che parla della morte, in una società in cui tutto è superficiale e rapido, social, fast food.
La morte esiste, è una realtà, e il flamenco ne parla, perché deve esprimere tutto ciò che comprende la vita.
Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco, danze e musiche del mondo arabo dal 1985. Dal 1990 insegno baile flamenco a Milano e Lyrical Arab Dance, un lavoro meraviglioso sull'espressione delle emozioni attraverso le danze del mondo arabo.
Accanto a questo, sono studiosa di neuroscienze e sono appassionatissima di cante flamenco.
Il cante por Siguiríya ti entra dentro le viscere. Ti entra e risveglia una parte di te che è profondamente umana. Ogni volta che un gruppo di miei allievi affronta questo palo, tutti ne riconoscono facilmente la struttura ritmica, perché la chitarra ne sottolinea in modo ipnotico la struttura ritmica. Ma il cante è sospeso in aria, come se non volesse finire, rimanendo in sospeso nelle orecchie dell'ascoltatore. E' ovvio che il cante si appoggia su note ben precise della chitarra.
La Siguiríya assomiglia un po' ad un urlo. Nelle mie follie pedagogiche, ho fatto urlare gli allievi, per far loro capire fisicamente quale emozione possa generare questo cante! Tutti quando imparano a ballare, si occupano di apprendere prima le forme e poi appiccicarci sopra una interpretazione, e nella Siguiríya in particolare (ma anche... nel flamenco in generale!) questo non ha nessun senso!
Nella...Mon, 04 Jul 2022 - 37 - #36 Il dolore della Soleá - Flamenco Chiavi in Mano
Il dolore espresso dalla Soleá.
La Soleá è una icona del flamenco, uno dei generi su cui si poggia l'intera struttura del cante flamenco e del flamenco in generale.
La melodia è molto semplice dal punto di vista delle note: nel flamenco l'essenza, l'identità sono nella profondità espressiva, nelle varianti personali dell'espressione del canto, non nella complessità della melodia
Soleá viene da Soledad, solitudine, e questo già ci dice che si tratta di un argomento serio, profondo.
Il fraseggio continuo, circolare della musicalità della Soleá è il simbolo dell'eternità del tempo. Arriva nel profondo delle viscere l'essere umano, e coinvolge in maniera ipnotica lo spettatore: il tempo non esiste più o diventa infinito.
Il dolore della solitudine espresso nella soleá non è il dolore di essere da soli: nella società andalusa non c'è mai la solitudine fisica. In Andalusia la famiglia allargata, i vicini, gli amici, sono sempre molto presenti nella vita delle persone, ma la soleá ci parla della impossibilità di comunicare con profondità e precisione il proprio sentire.
Siccome la soleá è stata cantata tantissimo, perché parla di qualcosa di molto umano, ogni cantaor importante nella storia del flamenco ne ha fatto una interpretazione personale, e ne esistono moltissime varianti.
Il flamenco ci dice di guardare la tristezza, di accoglierla e di esprimerla, come fa con tutte le emozioni possibili. Va ad esprimere l'emozione, non a cancellarla o a negarla.
Il flamenco esprime in molti modi la tristezza. Nella soleá è il fatto che nessuno possa capire esattamente l'emozione di un altro. La soleá es-prime il dolore, lo preme fuori, lo lascia uscire. Il dolore dentro all'essere umano, legato alla vita stessa, esce. La soleá lo invita ad uscire.
La reazione è per tutti, artisti e pubblico, molto catartica.
Nella soleá, tutte le frasi musical si appoggiano sulla cadenza andalusa, e diventano molto ipnotiche, come per farci vedere l'ineluttabilità della vita.
Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e musiche e danza del mondo arabo, che insegno dal 1990. Sono molto appassionata dal cercare le relazioni fra neuroscienze, flamenco, danza, reazioni del corpo nel flamenco collegate con le reazioni della mente.
Ogni volta che si canta, si balla o si suona la soleá, è come essere di fronte ad un baratro, e dover decidere se buttarsi o no. Dal punto di vista fisico, la Soleá ci obbliga ad essere stabili e solidi come un monumento.
Scherzando dico ai miei allievi di immaginare di essere un boiler, grande, rotondo, pesante e con il fuoco in basso! E' come essere un guerriero in prima linea in una battaglia di terra. Ci obbliga a vender cara la pelle, ad essere presenti e fortissimi.
Andare a rimestare dentro il dolore, l'incomunicabilità, ci aiuta a lasciare andare il dolore, ad avere un dolore e non ad essere il dolore. Il dolore è una emozione, una condizione transitoria. La soleá lo aiuta ad uscire e quando il dolore è uscito, si è espresso, allora, la soleá diventa Buleria, termine che viene da burla, e che esprime l'allegria, la rinnovata gioia di vivere.
Il flamenco tende ad essere profondo e leggero al tempo stesso, mentre la cultura occidentale oggi molto spesso è superficiale ma pesante!
Immergiamoci nell'ascolto della soleá, lasciando che il dolore sia qualcosa che abbiamo ma che non siamo.Fri, 01 Jul 2022 - 36 - #35 Emozioni corporee e Palos del flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
Parliamo delle emozioni espresse attraverso il corpo e attraverso il flamenco.
Quando nasciamo esprimiamo già sei emozioni, dette "primarie": tristezza, rabbia, meraviglia, paura e disgusto. Sono emozioni che esistono prima dell'educazione, perciò per quanto la nostra educazione possa essere stata repressiva, sicuramente le abbiamo espresse, almeno nella prima parte della nostra vita. L'emozione che un bambino di poche settimane o mesi di vita ha esprime in modo evidente in tutto il corpo, nella voce, nel comportamento, poi l'educazione gli insegna a reprimerla.
Il flamenco praticamente esprime ciascuna delle emozioni primarie, essendo basato centralmente sull'espressione delle emozioni. Per questo il flamenco è davvero universale, non si può più considerare come un fenomeno esclusivamente andaluso: esprime qualcosa di profondamente umano!
E' vero che la cultura andalusa lo fa evolvere ogni giorno, ma ormai il flamenco è davvero universale: parla di emozioni profondamente umane, che valgono in ogni contesto storico, sociale e culturale. E' un fenomeno centrato in Andalusia ma "parla" a tutto il mondo.
Rispetto ad altre forme d'arte, che comunque sono un veicolo di espressione delle emozioni, il flamenco è ancora più forte in questo senso.
E' normale che la musica ci aiuti ad esprimere le emozioni, e il flamenco lo fa ancora più profondamente. E' uno stimolo per lasciare uscire le emozioni, quelle primarie ma anche quelle post-educative, più complesse.
In Spagna ci sono diversi esempi di percorsi per bambini, fatti attraverso il flamenco, che li portano a riconoscere ed esprimere le emozioni.
Il flamenco è come un dramma rituale, che propone una specie di catarsi emozionale, e la riattivazione positiva della voglia di vivere, della gioia e dell'unitarietà del tessuto sociale.
Il flamenco è un fenomeno legato da una esigenza espressiva dell'essere umano. Forse nessuna cultura originata da una regione specifica si è diffusa così tanto nel mondo come il flamenco. Questo succede perché il flamenco parla al cuore.
Emozione è qualcosa che "muove da", e-motio. E comprende una reazione allo stimolo! E' una reazione a qualcosa che sta succedendo dentro e fuori di noi. Il flamenco riesce a "schiacciare un bottone" che attiva la deflagrazione dell'emozione, che la esprime.
Sono Sabina Todaro mi occupo di flamenco, danze e musiche del mondo arabo e neuroscienze. Insegno baile flamenco ed un lavoro bellissimo sull'espressione delle emozioni attraverso le danze del mondo arabo che ho chiamato Lyrical Arab Dance, dal 1990 e lo faccio utilizzando tutti i sistemi che collegano il corpo, il cervello, le emozioni.
E' bellissimo vedere come le persone possano cambiare il proprio modo di muoversi, di percepire il ritmo e produrlo, semplicemente ponendo un'attenzione diversa al corpo, cambiando atteggiamento, cambiando postura. Se il corpo è centrato e presente, anche la mente può allinearsi, e disperdersi molto meno in altri pensieri parassiti, come pensare a cosa farò domani o a cosa ho fatto ieri. Se sono veramente dentro al corpo, difficilmente mi si palesano altri pensieri.
Spesso, quando gli allievi sbagliano, si auto-rimproverano: la società ci impone di essere perfetti. Finché non ci permettiamo di sbagliare, non impareremo. Se ho paura di cadere non mi lancio e non imparerò a fare molte cose.
La paura sarebbe utile, necessaria e fondamentale, se ci fosse una tigre davanti a me: sarebbe giusto scappare e difendersi, ma nella vita il più delle volte proviamo paura per qualcosa che non c'è davanti a noi ma solo nei nostri pensieri.
Nel baile flamenco a volte i palos ci chiedono di essere molto forti, come ad esempio nella farruca o nella solea: spesso le persone hanno paura di essere così stabili, solide, monumentali. E allora cominciano a tentennare, inclinano il capo, si chiudono, come...Tue, 28 Jun 2022 - 35 - #34 L'unità corpo-mente nel flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
Parliamo di unità mente corpo nel flamenco. Già se parliamo di psicosomatica mettiamo una sorta di separazione fra corpo e mente. In realtà i nostri pensieri vengono generati dal nostro corpo. Quando dico che sono triste, ad esempio, in realtà leggo i segnali che il mio corpo mi dà, e ho imparato a chiamare con il termine tristezza proprio quell'insieme di sensazioni fisiche. Se qualcuno poi mi chiede perché io sia triste, metterò insieme in modo razionale alcune spiegazioni logiche, che motivino uno stato fisico.
Però è capitato a tutti di sentirci tristi, o allegri o malinconici o arrabbiato ecc. senza un vero motivo razionale. A volte nella vita passiamo attraverso grosse difficoltà e magari ci sentiamo pieni di vita... la comunicazione fra il corpo e la mente avviene nei due versi. Sono due lati della stessa medaglia e agiscono assolutamente insieme.
Il flamenco ha il grandissimo potere di toglierci dal controllo, dalla ragione e ci butta a capofitto nel sentire. Quando siamo completamente dentro noi stessi il corpo è totalmente presente e vivo, e la mente anche. E' come durante la meditazione: siamo presenti nel corpo e nella mente, nel tempo presente.
Nel flamenco l'unità corpo mente è assoluta e necessaria: chi ha provato a suonare o ballare o cantare flamenco può assolutamente confermare che se si pensa "Che cosa devo fare dopo? Ho sbagliato quello che ho appena finito di fare..." sbaglierò anche quello che sto facendo. Il flamenco non ci permette di essere fuori dalla sintonia fra corpo e mente.
QUando corpo e mente sono in sintonia, si apre una porta, un canale, che permette di lacsiare entrare il mondo esterno. Finché sono totalmente nei miei pensieri o se sono totalmente nel mio corpo, beandomi di come faccio bene un movimento, sono solo in un piccoilo spazio. Se il mio cervello si orienta verso il cuore e il corpo, lo spazio non sarà più la manciata di cellule che è il mio corpo ,a ma sarà lo spazio del tempo presente, quello in cui ritmo, melodia ed emozione sono insieme senza separazioni, come è nel flamenco.
Se sto ballando e sono attenta solo a ciò che faccio io, non mi servirà essere nel mio corpo: il flamenco ci chiede di essere dentro di noi, nelle emozioni, nel corpo, nel respiro, ma anche fuori di noi, nella musica, nella comunicazione con il presente, il pubblico, i musicisti.
Lo stesso si può dire se sono un musicista, un cantaor, un palmero. Lascio una porta aperta affinché gli altri possano entrare dentro di me.
Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e danze e musiche del mondo arabo dal 1985. Dal 1990 insegno baile flamenco e un lavoro bellissimo sull'espressività attraverso le danze del mondo arabo che ho chiamato Lyrical Arab Dance, centralmente a Milano.
Sono psicomotricista ed innamorata delle neuroscienze, e vedo ogni giorno che il corpo e la mente sono totalmente una cosa sola.
Nelle lezioni uso spesso la parola "piacere", cercare il piacere, fare le cose con piacere, ma spesso le persone presenti percepiscono il piacere come il superamento delle difficoltà e mi rispondono "Sì, mi fa piacere di aver superato le difficoltà che avevo, e adesso sono in grado di eseguire il passo meglio". E' assurdo che questa società, il mondo occidentale, percepisca spesso il piacere come una lotta con se stessi.
Alla nascita riceviamo in dono un corpo meraviglioso, in grado di fare una quantità enorme di cose. Non ne siamo consapevoli e anzi pensiamo di avere un corpo "di seconda scelta".
Ognuno può prendersi cura del proprio corpo e della propria mente e del proprio cuore.
Se mi prendo cura solo del mio corpo e non della salute del mio cuore e della mia mente, sarò assorbita da un aspetto meccanico, corporeo. E perderò la dimensione espressiva!
Una parola interessante è "ricordo": "cordo" viene dal latino cor cordis, cuore. E' come rimettersi dentro al proprio cuore. Cosa...Wed, 15 Jun 2022 - 34 - #33 Confronto fra richiamo alla preghiera islamico e tona flamenca - Flamenco Chiavi in Mano
Mettiamo a confronto il richiamo alla preghiera musulmano con una tonà. Il cantaor in una tonà sta raccontando espressivamente con la sua voce, attraverso continui silenzi, in una melodia molto semplice, una manciata di note.
Se mettiamo a confronto la tonà con il richiamo alla preghiera islamico, ci accorgeremo che si tratta di due generi musicali molto simili. D'altra parte, 700 anni di dominazione araba in Spagna hanno per forza lasciato dei grossi segni!
Chi è stato in un paese islamico, ha sentito moltissime volte l'Adhan, il richiamo alla preghiera. Se non abbiamo avuto questa esperienza, sarà facile comunque aprire una pagina su Youtube e scrivere "il migliore richiamo alla preghiera islamica", e ascoltare. Se riusciamo a trovare uno sheikh, uno sceicco religioso egiziano che si chiamava Adbul Basit Abdul Samad, credo sia stato il migliore nel recitare l'Adhan. Ha una voce incredibile.
Il richiamo alla preghiera dura meno di 5 minuti!
Se siamo stati in un paese arabo abbiamo sentito emettere l'Adhan da una moschea, 5 ore al giorno. Quando comincia (un tempo era una persona, ovviamente ora si tratta di un disco registrato), dopo un po', si comincia ad avere l'impressione che un altro minareto stia emettendo un altro Adhan, cosa molto probabile se siamo in una città. Il canto è lo stesso, ma chi lo canta no, per cui la velocità, il momento di inizio ed il tono della voce non saranno identici, sovrapponibili.
Quando il primo muezzin fa una pausa nel suo Adhan, e nella pausa si sente un altro canto di un altro Adhan, ma si sente anche il ricordo delle note appena ascoltate. Non è necessario avere una formazione religiosa, essere musulmani o conoscere l'Adhan. Basta ascoltare e mettere attenzione.
Quando avremo capito come suona un Adhan, ascoltiamo un buon numero di tonà flamenche e facciamo un confronto. Digitando su Youtube "tona flamenca" esce subito una versione cantata da un grande cantaor, Antonio Mairena. Perfetto! Ascoltandola, vedrai che si tratta esattamente della stessa struttura musicale: poche note, tante pause di respiro, e un tempo sospeso, che aiuta la meditazione.
L'universo acustico di chi vive in un paese islamico contiene per forza l'Adhan, che viene cantato 5 volte al giorno tutti i giorni!
Se poi ci farai caso, noterai la presenza di due note principali, una più grave e una più acuta, tra le quali la voce del cantante, sia lo sceicco religioso o un cantaor, la voce rimbalzerà fra le due note. Nella tonà le due note sono molto vicine fra di loro, nell'Adhan sono un po' più lontane ma non sono note lontane fra loro: questi generi musicali non richiedono un training di conservatorio per imparare a cantare note molto lontane e diverse fra di loro, come fanno i cantanti lirici.
Non voglio offendere nessuno considerando l'Adhan dal punto di vista musicale!
La voce si appoggia su una di queste due note principali, sia quando inizia che quando finisce. E il canto viene dall''anima, dal cuore.
L'intero impianto del flamenco si basa interamente sull'appoggio su queste due note di base, che sono un po' i genitori del cante. Quando la voce parte e quando si ferma in una pausa, il tono è quello di una delle due note, e questo avviene nel cante flamenco e nell'Adhan. Senza nessuna distinzione.
L'essenza del flamenco non sta nell'allegria di un tango o nel ritmo incalzante di una buleria. E' vero che questi due palos sono rapidi, allegri, energetici e li ascoltiamo molto volentieri, ma l'essenza del flamenco non è la velocità, bensì l'espressività. A volte la velocità ci fuorvia, e funge da anestetico. Ma l'essenza del flamenco è l'espressività. E la tonà la incarna alla perfezione.
Lo stesso vale per imparare ad ascoltare brani di musica popolare anche araba: la formazione dell'orecchio musicale di un musicista comprende per forza l'Adhan! Infatti non è un caso che...Sat, 11 Jun 2022 - 33 - #32 Il valore del silenzio nel flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
In musica le pause sono a tutti gli effetti note musicali che non si sentono, sono note, come tutte le altre. La società occidentale ci impone una grande attenzione ai pieni, trascurando gli spazi vuoti, come se fossero noiosi e non significativi.
Se guardo solo i pieni in un quadro, vedo solo dei piccoli particolari e non riesco più a vedere l'insieme. Se si considera la danza è ancora peggio: se considero solo i pieni, tolgo completamente la dimensione espressiva del movimento, perdendo totalmente il messaggio. L'arte è tutto ciò che succede tra un pieno e l'altro.
Il cante flamenco non sta nelle note che vengono cantate, ma nella dimensione espressiva del cantaor. Se ascoltiamo una Siguiriya, uno dei palos flamenchi più antichi, e proviamo a scrivere le note singole su di un pentagramma, notiamo di certo che si tratta di una manciata di note. Ma il valore di una Siguiriya sta nell'ornamentazione che il cantaor fa di quella melodia semplice tradizionale.
Pensiamo a quei disegni che vengono fatti congiungendo i puntini numerati con una linea. E' vero che il disegno si vede, ma è "quadrato", non ha nessuna fluidità e certamente non ha espressività artistica! Il flamenco al contrario è fatto di espressività, e tutto il resto è una sorta di traccia, come i puntini da congiungere.
Se nel fare un discorso ho davanti a me uno schema di punti per aiutarmi nell'esposizione, lo utilizzerò come punto di riferimento. Ovviamente non sarebbe lo stesso se io leggessi semplicemente al mio pubblico l'elenco così come'è!
E' vero che in questa società si sono diffusi gli audiolibri, che sono un sistema di banalizzare in 15 minuti l'opera di mesi di lavoro di un autore! Questa società può assolutamente considerare il flamenco come una somma di suoni o di gesti, in modo superficiale, a prescindere dal loro messaggio espressivo, perdendo completamente il suo valore.
Pensiamo ad esempio a quando stiamo parlando: il 90% della nostra comunicazione non avviene attraverso le parole che utilizziamo, ma attraverso il tono, il volume, la velocità, le pause! Per capire cosa intendo basti pensare a quanto spesso siamo caduti in fraintendimenti perché abbiamo comunicato soltanto attraverso messaggi di testo scritti, privi di tutti i segni espressivi del linguaggio!
Pensiamo ad una coreografia di baile flamenco: se imparo una bellissima coreografia, il flamenco dov'è? Nel braccio che si alza? Nel piede che batte? Nella mano che si muove? No, il flamenco è dentro, nascosto tra un gesto e l'altro. E' come chi balla è presente fra un gesto e l'altro. Senza la presenza il flamenco non c'è.
Il silenzio è un momento in cui ho tempo di godermi una emozione. Se tutto è troppo pieno di note, di gesti, l'emozione è condotta ed imposta dalla musica e dalla danza. Ma nel flamenco il pubblico non è un soggetto passivo, ma un soggetto attivo, che risponde a chi sta sul palcoscenico. Il pubblico nel flamenco è composto da persone che esprimono il proprio sentire, attraverso il jaleo, e si crea una conversazione. Ma se riempio tutto lo spazio, creo un monologo, non una conversazione. Il flamenco richiede che io parli e tu ascolti, tu parli e io ascolti.
Un ottimo esempio per capire il valore del silenzio è ascoltare una Tonà, uno dei palos più antichi, fatta di solo cante, senza accompagnamento. Si tratta di uno degli stili più puri, più primigeni. Andiamo ad ascoltarne un bel numero, per capire di cosa si tratta.
Se immaginassimo di togliere tutte le pause, ne distruggeremmo l'espressività, e il risultato sarebbe qualcosa di frenetico.
Nella danza è proprio la stessa cosa: se mentre ballo non mi fermo mai e riempio tutti gli spazi, in realtà mi sto anestetizzando, e invece di essere presente, in ogni pausa faccio qualcosa, muovo una mano, un piede, una gamba. Il flamenco è l'emozione forte di essere veramente vivi, e il silenzio lo esprime al...Mon, 06 Jun 2022 - 32 - #31 Consigli per scegliere le scarpe da flamenco (parte 3) - Flamenco Chiavi in Mano
Con questo terzo podcast si conclude la terza parte dei consigli alla scelta delle scarpe da flamenco.
Nello scegliere il modello da acquistare, considera di preferire quello che chiuda il più possibile vicino alla caviglia. Soprattutto se hai piedi molto sottili, ti conviene abbracciarli tanto con la scarpa. Cinturini regolabili, scarpe con le stringhe...
La superficie di chiusura deve essere comoda e stabile, non estetica!
Gli stivaletti da uomo sono più comodi, ma non hanno regolabilità, perché sono stretti da due bande elastiche laterali, che permettono il passaggio del piede nella calzatora, ma una volta indossati, la caviglia non viene abbracciata saldamente. Per questo negli ultimi anni anche i bailaores professionisti uomini in Spagna spesso non usano gli stivaletti ma i "chapines", polacchini stringati che si possono stringere saldamente al piede ed assecondare meglio i movimenti. Molti continuano a dusare gli stivaletti perché il flamenco è molto tradizionalista e così si è sempre fatto.
Ci sono scarp4e di pelle, di camoscio, di pelli lavorate, come la vernice, il pitone, il serpente. Oggi le persone attente agli animali sono sempre di più nel mondo, quindi esistono scarpe da flamenco di materiali compatibili con il veganesimo. Ma i materiali naturali sono più solidi e più adattabili.
Se la scarpa troppo molle non ripara il mio piede ballando, quindi ci vuole una suola molto spessa, incollata e cucita. Il consiglio è di usare solo scarpe con suola cucita, più stabili e resistenti.
La suola è poi coperta di una gomma dura, che evita gli scivolamenti e porta il livello della pianta sll'altezza dei chiodi, che sono appllicati sulla punta della scarpa, e sul tacco: se non ci fosse, la suola non sarebbe piatta!
Attenzione, quando il calzolaio sostituirà la gomma delle nostre suole, bisogna osservare che venga applicata in modo da continuare a permetterci di ballare!
La soletta interna è importante: a volte si scolla e fa delle pieghe. Toglila e rimettila. Serve a proteggere il piede e anche a coprire i chiodi che tengono insieme il tacco. Se la soletta si scolla, le teste dei chiodi feriranno il tuo tallone.
I chiodi sono un altro elemento da considerare nell'acquisto: sono applicati sul tacco e sulla punta, in modo da conferire alla scarpa il caratteristico suono secco e, appunto, metallico. Non è possibile applicarli a macchina, vanno messi vicini vicini da un artigiano esperto, che fa il lavoro a mano. E questo fa salire non poco i costi di produzione.
Se i chiodi sono pochi, con la testa grossa e radi, le scarpe non sono di buona qualità, non comprarle!
Se non sono ben infilati si staccheranno tutti, e inoltre rovineranno il pavimento graffiandolo. L'artigiano, dopo aver applicato i chiodi a regola d'arte, li lucida per ottenere una superficie liscia, che suonerà meglio e permetterà un movimento più fluido.
La scarpa da flamenco, come ogni scarpa, va adattata al piede, va usata, e come ogni strumento musicale vanno rodate prima di poterle far suonare adeguatamente.
Sono Sabina Todaro, insegno baile flamenco dal 1990 a Milano. Ho osservato migliaia di allievi e mi rendo conto che la ualità delle loro scarpe da flamenco rende il loro baile più o meno piacevole e la condizione di benessere nel flamenco è sempre al primo posto.
Chiedi consiglio a chi ne sa più di te, ai tuoi insegnanti, e se hai bisogno, contattami: non è difficile trovarmi suoi miei canali social!Fri, 03 Jun 2022 - 31 - #30 Consigli per scegliere le scarpe da flamenco (parte 2) - Flamenco Chiavi in Mano
Seconda parte del podcast, diviso in tre parti, dedicato alla scelta delle scarpe da flamenco, dedicato a danzatori inesperti ma anche a chi ha esperienza e vuole riflettere sul tema per capire meglio cosa fare.
Sono Sabina Todaro, insegnante di baile flamenco a Milano dal 1990 e studiosa di flamenco dal 1985. I consigli che ti do sono frutto delle mie esperienze come insegnante di baile e dell'attenzione che da sempre rivolgo alla ricerca del benessere dei miei allievi.
Comprare scarpe da flamenco è un'operazione complicata, a cui occorre fare attenzione per evitare di danneggiare le proprie articolazioni e anche di prendere cattive abitudini, cercando di far suonare scarpe che non suonerebbero neanche se poste ai piedi di un grandissimo danzatore.
Nel negozio, prova a torcere le scarpe: se si torcono, non comprarle! Se in tacco si muove, se non stanno dritte una volta appoggiate su un tavolo, non comprarle. Se non hanno la fodera, non comprarle!
Le scarpe di buona qualità sono costose, ma anche quelle di cattiva qualità non sono gratis. Non fare un acquisto avventato!
Per prima cosa puoi osservare se hai un paio di scarpe solide nell'armadio, per cominciare. Avvisa tutti gli amici e i parenti che non ti regalino nulla. Già è difficile scegliere per chi balla, per chi non balla è impossibile. Se compri qualcosa di non adatto hai semplicemente buttato i soldi, anche se sono pochi (in realtà anche le scarpe di cattiva qualità hanno un costo elevato!)
Le scarpe da flamenco fatte fuori dalla Spagna sono copiate dall'estetica di quelle "vere", imitate. Il fabbricante però non conosce il baile flamenco, e cerca di utilizzare i materiali che ha, e le tecnologie che conosce. Quindi le scarpe possono essere fragili, scomode, possono perdere i chiodi, possono essere troppo rigide o troppo molli.
Non ci dobbiamo confondere quando, magari in un negozio spagnolo, vediamo scarpe da "flamenco" che costano pochissimi euro. Non sono scarpe per il baile, ma sono scarpe da feria, da festa di paese. Ci siamo caduti tutti, se nessuno ci avvisa!
Le scarpe da flamenco, come uno scarponcino da montagna, devono essere solide, ed avere la punta rinforzata, ma sono pur sempre scarpe da danza ed occorre che siano comode per ballare.
Oggi si può fare un acquisto "furbo" utilizzando siti e applicazioni che vendono scarpe di seconda mano. Anche in questo caso, la nostra scelta deve andare su scarpe che appaiano solide, meglio se con suola cucita e comunque con suola di cuoio, che abbiano la fodera. Nelle foto si vede! Non comprate scarpe con la suola di plastica perché non regge le torsioni, e quindi il movimento in torsione verrà subito dalle nostre articolazioni se la scarpa non le sostiene.Mon, 30 May 2022 - 30 - #29 Consigli per scegliere le scarpe da flamenco (parte 1) - Flamenco Chiavi in Mano
Le scarpe da flamenco sono uno strumento musicale e un accessorio per danzare di fondamentale importanza. Saper scegliere bene cosa acquistare è molto importante, molto più di quanto accade per altre danze: nel flamenco ci si può facilmente far male se le scarpe non sono di buona qualità e/o non sono adatte ai nostri piedi.
Questa è la prima parte di una guida in tre puntate, per farti riflettere sulla scelta della scarpe: prima di tutto, salute, comodità, praticità, poi resistenza e durabilità, e da ultimo estetica. Il prezzo? Per forza deve essere l'ultimo criterio che guida la tua scelta, altrimenti farai un acquisto sbagliato e dopo poco tempo dovrai prevedere di comprare altre scarpe.
Le scarpe di flamenco devono poter garantire la stabilità e la libertà di movimento senza compromettere la salute dei piedi in particolare ma anche di tutto il corpo in general: una calzatura sbagliata danneggia la postura, aggrava tensioni e dolori in tutti i distretti corporei.
Comprare le scarpe on line può essere un rischio, soprattutto se non si conosce l'argomento! Farsi guidare da un commesso di un negozio di scarpe da danza non è la migliore delle scelte, perché il suo mestiere è venderti il prodotto che ha, non consigliarti quello migliore per te!
La cosa più saggia da fare è chiedere consiglio a chi ne sa più di te!
Spesso si compra la prima cosa che si trova, o peggio ancora quella che costa meno. Non farti guidare da criteri insensati, perché, se ti fai male, ne pagherai le conseguenze per molto tempo! I danni alle articolazioni dei piedi sono molto frequenti fra i danzatori, e sono tante le persone che smettono di ballare a causa di dolori e disturbi vari. La scelta delle scarpe deve tener conto di tantissimi fattori, che ti raccontiamo in questo lungo podcast diviso in tre parti.
Per comprare o indossare scarpe da danza di alto livello non bisogna essere dei professionisti, anzi: anche un principiante può provare più soddisfazione nello studiare e ballare quando le scarpe glielo permettono, e soprattutto può prevenire problemi!
Sono Sabina Todaro, insegno baile flamenco a Milano, nella mia scuola Il Mosaico Danza, e pratico questa forma d'arte dal 1985.
In questo podcast ti conduco a riflettere sulla scelta delle scarpe da comprare per ballare flamenco, condividendo le mi esperienze maturate in tanti anni di insegnamento e di pratica del baile flamenco.Fri, 27 May 2022
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