Lezioni di italiano con Stefano D'Ambrosio

Lezione dedicata alla lettura del capitolo dei "Malavoglia" in cui si vedono padron 'Ntoni e la Longa, che accompagnano il giovane 'Ntoni al treno che lo porterà lontano da Aci Trezza. A nulla sono valsi i tentativi del patriarca di trovare un modo per trattenere il giovane con la famiglia.

...

La lezione verte sulla novella di Verga "Libertà", capolavoro assoluto del verismo siciliano.

In questa lezione usiamo la famosissima prefazione alla novella "L'amante di Gramigna" per riflettere sui principi fondamentali della poetica del verismo.

Lezione dedicata ad una delle più famose, delicate e struggenti poesie di Baudelaire, "L'Albatro".

...

Le ultime lettere di Jacopo Ortis.

...

In questa lezione, parlando della visione dantesca della Fortuna nel canto VII dell'Inferno, finiamo per passare alla Ruota della fortuna medievale e a quella delle televisioni commerciali nelle trasmissioni condotte da Mike Bongiorno. Proseguiamo poi addentriamoci nel canto VIII, dove facciamo l'incontro con Filippo Argenti. La lezione si chiude con un parziale ascolto dell'omonima canzone di Caparezza.

Lezione dedicata alla prima parte del canto XXX del "Paradiso".

Lezione dedicata alla seconda parte del canto XXXIII del "Paradiso", in cui Dante sprofonda nella mente di Dio regalandoci una serie di visioni strabilianti, l'ultima delle quali sorprende e commuove prima di proiettarci negli sterminati spazi cosmici a vorticare, avvolti da un pace infinita, tra gli astri e i più spirituali corpi celesti.

...

In copertina: l'ampolla dove è contenuto il senno di Orlando.

...

In questa lezione parliamo di componimenti, la cui ragion d'essere è l'aggressione di una vittima. Non si tratta di bullismo letterario, ma di generi che usano l'invettiva e attingono ad un registro comico, cioè basso, volgare e plebeo, allo scopo di rovesciare parodicamente i modelli della cultura elevata. Nel caso esaminato Rustico di Filippo se la prende con lo stilnovismo e le sue donnine-angelo disincarnate, luminose e salvifiche. Ad esse contrappone la "vecchia buggeressa puzzolente" che sembra porti a passeggio con sé il "cesso". Un'operazione divertente, che presuppone una buona conoscenza dei temi e dei modi della cultura alta, e che ci spinge a riflettere sul significato sociale ed espressivo delle parolacce e delle volgarità, le quali - secondo gli stessi studenti - dilagano nella nuova generazione anche in contesti in cui non se ne capisce l'utilità.

In questa lezione indaghiamo l'origine dell'etichetta poetica 'dolce stil novo' e, sulle tracce di Dante, cominciamo a domandarci che cosa significhi che un testo poetico o che una canzone sono 'ispirati'. Avendo notato che l'ispirazione passa attraverso il radicamento in un'esperienza umana intensamente vissuta (in contrapposizione con l'arte commerciale, pura merce esposta in uno scaffale) e può essere espresso solo all'interno di una forma che sia oggetto di particolare cura e ricerca, finiamo per domandarci in che modo sia possibile conseguire il letteratura un effetto di dolcezza. Questo ragionamento dà il titolo alla puntata.

In copertina: Dolcissimi cioccolatini, metafora della dolcezza stilnovistica

In questa lezione proviamo a rileggere il "Cantico di Frate Sole" di san Francesco, senza farci mancare qualche deviazione e fuori programma in tema di rappresentazione di Dio nella visione cristiana e musulmana. Dopo aver rapidamente riepilogato la vita di san Francesco, proviamo a immergerci nel sentimento religioso espresso dal cantico e cogliamo il senso della differenza tra l'uomo e la Natura, entrambi creature di Dio, ma con una posizione molto diversa agli occhi del Creatore: la Natura fatta per confortare l'uomo, l'uomo fine ultimo della Creazione. Compito dell'uomo è ritornare a Dio, ritrovando la strada verso casa contemplando la bellezza della Natura, nella quale è impresso il vero volto del Signore.

In questo episodio riprendiamo il genere letterario medievale dell'exemplum. Dopo averne riepilogato le caratteristiche, i destinatari e le finalità, proviamo ad immergerci nella lettura di uno di questi raccontini, tratto dall'opera di Jacopo Passavanti "Specchio di vera penitenza". Si tratta di una storia 'fantastica' in cui familiarizziamo con un carbonaio, il quale, in una notte lugubre, mentre i carboni ardono nella fossa, assiste ad una scena straziante: un cavaliere nero in sella ad un cavallo dagli occhi demoniaci insegue una giovane donna scarmigliata fino all'orlo della fossa ardente, la trapassa con una spada e la getta ancora viva tra le fiamme. Infine ne recupera le spoglie, la adagia sulla groppa del cavallo e sparisce nell'oscurità. Confidatosi con il conte di Niversa, il carbonaio e il conte stesso si appostano la notte seguente per verificare se il fenomeno si ripeta: al materializzarsi della coppia maledetta, arrestano la caccia e chiedono spiegazioni. Ne uscirà un racconto straziante e molto educativo.

In questo episodio proviamo a fare una lettura ravvicinata del formidabile sonetto del poeta più intelligente, colto e sottile del Duecento fiorentino: l'indimenticato Guido Cavalcanti. Si scoprirà che il male può anche essere bene, che la morte può risvegliare alla vita, e la vita serena essere solo la morte ben mimetizzata.

Un islandese parla alla Natura e l'accusa di tutti i mali dell'umanità. La risposta sarà tale da desiderare di non averla mai udita.

Un'intera lezione (o giù di lì) per spiegare gli ultimi 4 versi dell'indimenticabile idillio di Leopardi dedicato a un fiore che non è mai sbocciato: il fiore di Silvia, ovvero della speranza.

Questa lezione comincia con una introduzione nella quale fornisco qualche informazione sulla vita di Cavalcanti e il suo rapporto con Dante. Dopodiché ci gettiamo a capofitto in una lettura ravvicinata di una delle liriche più belle di Cavalcanti, "Chi è questa che vèn ch'ogn'om la mira". Lo stilnovismo cavalcantiano ha creato il mito delle donne angelo, incantevoli e potenti creature, che camminano verso di noi, circonfuse di luce, non persone umane ma miracoli divini, discesi in Terra per salvarci da noi stessi.

Partendo da una lauda di Jacopone da Todi, passiamo velocemente in rassegna i più importanti generi della letteratura religiosa, dall'exemplum all'agiografia. Il componimento inscena l'anima che propone al corpo di digiunare ed espiare per mezzo della sofferenze, mentre il corpo scongiura l'anima di cambiare idea, risparmiandosi l'esperienza del dolore e della privazione. Questa scena offre lo spunto di un approfondimento in varie direzioni, dalla filosofia all'arte, per portare alla luce un certo paradigma culturale già presente nel mondo antico, che, reinterpretato dal cristianesimo, è giunto pressoché intatto fino a noi.

Prosegue la nostra analisi di A Silviadi Giacomo Leopardi. Iniziamo commentando la coppia di aggettivi "lieta e pensosa" per tracciare un ritratto psicologico della giovinetta Silvia. Individuiamo la presenza di una simmetria profonda tra la figura di Silvia e quella di Leopardi, entrambi illusi, innamorati della vita e della felicità, lo sguardo sognante perduto nella precarietà del maggio odoroso. Cogliamo i segnali della tragedia imminente: la trascurabile morte di una fanciulla in boccio assurge a simbolo del fiore caduto della speranza. Non rimane in sorte che sopravvivere all'illusione della felicità, il senso stesso della vita umana, vagare nel deserto dell'esistenza in attesa che la terra si apra sotto i nostri piedi e ci inghiotta soli, delusi e stanchi.

In questo episodio introduciamo l'idillio che restituisce Leopardi alla poesia e lo consegna alla leggenda: A Silvia. Dopo aver ricostruito il contesto immaginario che il poeta di Recanati vuole che ci figuriamo ponendo la domanda che apre l'idillio (e sarà un depistaggio), proviamo a capire in che senso si può "salire" la giovinezza. Finiamo poi cercando di delineare un ritratto psicologico di Silvia a partire dalle rapide pennellate dei quattro aggettivi in coppia, "ridenti e fuggitivi" e "lieta e pensosa". La campanella blocca i nostri sforzi, mentre a qualcuno viene in mente che Silvia assomiglia ad Albachiara di Vasco Rossi (sacrilegio).

In questo episodio introduciamo il trovatore Bertrand de Born, potente feudatario che elogia il proprio signore invitandolo a non indugiare nel tempo della primavera e a ricominciare il prima possibile l'attività più piacevole di tutte: schierare i cavalieri sulla pianura, mettere in fuga i nemici, sfondare porte e sbrecciare mura, spiccare braccia e mozzare teste fino ad inondare di sangue la campagna ravvivando i colori del variopinto maggio.

Completiamo la lettura del "Sabato del villaggio" di Leopardi, interpretando il significato dell'ultimo personaggio a comparire in scena, il "legnaiuol", che lavora fino all'alba per tenersi libera la domenica. E' stato un giorno estenuante, eppure "questo di sette è il più gradito giorno...": il pensiero del domani inquina l'oggi. Inutile illudersi: ogni invito al carpe diem è destinato a cadere nel vuoto.

In questo episodio introduciamo una delle voci poetiche più originali del panorama letterario provenzale, quella di Jaufré Rudel. Nel componimento "Amore di lontano" il poeta soffre per la lontananza della dama del suo cuore, Melisenda, contessa di Tripoli, che vive lontano, in terra di Saraceni. Di lei Rudel si è innamorato per fama. Non c'è giorno che questa separazione non lo faccia soffrire e che non sogni il momento in cui potrà vedere i suoi lucenti occhi e conversare d'amore con lei. La lirica nel secondo Ottocento impressionerà Carducci, che le dedicherà pagine appassionate. Strada facendo parliamo dello schema metrico della canzone.

In questo episodio affrontiamo i concetti leopardiani di pessimismo storico e pessimismo cosmico, prima di inoltrarci nella lettura di uno dei grandi idilli più suggestivi del poeta recanatese: il Sabato del villaggio. Ci soffermiamo in particolare sulla bellezza romantica del quadretto rurale con cui si apre il componimento, popolato da indimenticabili personaggi accomunati dalla magia del sabato del villaggio, ovvero un altro modo di chiamare l'illusione della felicità.

In questo episodio ci concentriamo sulla letteratura medievale di area francese. Dopo aver passato in rassegna i principali cicli in lingua d'oil (carolingio, bretone, classico), ci trasferiamo in Provenza, di cui raccontiamo la breve ma intensa fioritura letteraria. Elenchiamo poi i principali generi della lirica in lingua d'oc, menzionando schemi metrici e stili poetici. Infine introduciamo i nomi dei trovatori più illustri.

In questa lezione ci divertiamo a leggere alcune pagine tratte dal De amoredi Andrea Cappellano, teorico dell'amor cortese vissuto al tempo di Luigi VII di Francia. Le sue teorie potranno pure sembrare bizzarre, ma colgono spesso nel segno al di là dei luoghi comuni contemporanei e dimostrano fino a che punto il Medioevo sia stata un'epoca piuttosto libera di costumi. La riflessione teorica viene riferita alla vicenda amorosa di Lancillotto e Ginevra di Chrétien de Troyes.

- Svolta novecentesca: il relativismo

- Umorismo, avvertimento e sentimento del contrario

- Le identità costruite socialmente

- La carriola

Paradiso, canto VI - Il volo dell'aquila

- Pirandello e il cubismo

- Le prime pagine di "Uno, nessuno e centomila"

Il libero arbitrio nel "Cantico delle creature" di san Francesco

- Riassunto di alcuni generi della lirica occitanica

- Poesia religiosa umbra

- Inizio del Cantico delle creature

Analisi semplice semplice delle prime due strofe della nota lirica che inaugura lo stilnovismo

Paradiso, III - Il problema dei voti religiosi e un'introduzione al canto VI

Paradiso, I - Dio permea di sé l'Universo

Introduzione a Baudelaire e il poeta perde l'aureola

La sfiducia di Guicciardini e il sacco di Roma

- Introduzione a Francesco Guicciardini

- i "Ricordi"

- Cosa si intende con l'espressione "la fede fa ostinazione"

«Καὶ ἠγάπησαν οἱ ἄνθρωποι / µᾶλλον τὸ σκότος ἢ τὸ φῶς»

(IT)

«E gli uomini vollero / piuttosto le tenebre che la luce»

- Il Carducci intimo e degli affetti

- Rime nuove

- Il Carducci ufficiale, cantore della grandezza romana

- Odi barbare

- Poeta vate

- Lettura di una parte di Congedoda Rime nuove

- Analisi sociologica e storica della scapigliatura. 

- Analisi della prima strofa di "Preludio" di Praga

- Scapigliatura e dintorni

- Lettera a Francesco Vettori

- L'epoca tempestosa di Niccolò Machiavelli

- Il falò delle vanità

- Teoria estetica del vago e dell'indefinito

- Teoria della doppia visione

- Il ruolo dell'immaginazione e delle 'ricordanze'

- Paradiso, canto II

- Alessandro Manzoni, Odi civili

- L'ipotesi della conversione

- Il vero poetico

- Ugo Foscolo

- Isabella Teotochi Albrizzi

-  Villa "Albrizzi-Franchetti"

- Ippolito Pindemonte

- Editto di Saint Cloud

- Corrispondenza d'amorosi sensi

- Alessandro Manzoni

- Odi civili

- Morte di Napoleone Bonaparte

- Letteratura e storia

- Carme dei Sepolcri - Ugo Foscolo

- Bellezza e memoria

- Il tempo e le cose umane

- Ugo Foscolo, Carme dei sepolcri

- Carme dei sepolcri, il discorso di Cassandra.

- Inferno Canto XXXIV

- Inferno, canto XXXIV - parte finale

- Ninfe, satiretti, Sileno e Mida.

- Lorenzo il Magnifico

- Orazio, il carpe diem

- Il carme dei Sepolcri

- La supplica a Giove di essere ricordata

- Inferno, canto XXXIII

- Gli ultimi giorni del conte Ugolino

- Invettiva contro Pisa

- Le ultime lettere di Jacopo Ortis

- Niccolò Machiavelli

- Il suicidio e la fede

 - Montale e il miracolo nichilistico

- Ossi di seppia

- Matrix

Cigola la carrucola del pozzo: Montale e il tempo

La poesia di Ungaretti - Il porto sepolto

- Struttura del romanzo epistolare

- Nuclei tematici dell'Ortis

- Le ultime lettere di Jacopo Ortis

- L'universo poetico montaliano

- Struttura degli ossi di seppia

- Montale e la musica

- Polemica antidannunziana

- Superamento del decadentismo

- Antifascismo di Montale

- Il sacrificio della patria nostra è consumato

- La delusione storica

- La delusione sentimentale

- Il titanismo

- Il romanzo epistolare

- Eugenio Montale

- L'universo montaliano

- Lo stile e la lingua

- Divagazioni sul senso della letteratura

- Confronto Montale / Ungaretti

- Meriggiare pallido e assorto

- I 2 tempi della poesia montaliana

- L'universo poetico montaliano

- Paesaggio ligure

- Ossi di seppia

- Meriggio

- Disarmonia

- Male di vivere

- Neoclassicismo e preromanticismo in Ugo Foscolo

Una lettura di "Novembre" di Giovanni Pascoli

Introduzione a Luigi Pirandello

- Italo Svevo

Il lungo cammino del romanzo europeo 2

Il lungo cammino del romanzo europeo 1

- Apollo del Belvedere

- Jacques Louis David

- William Turner

- Caspar David Friedrich

- Filippo Tommaso Marinetti

Lavandare di Giovanni Pascoli

- La pioggia nel pineto - parte 2

La pioggia nel pineto, ovvero pura magia verbale

- Paradiso, canto XXXIII

Il lampo di Giovanni Pascoli

- Pale blue dot

- Il "Piacere" di Gabriele D'Annunzio

- Prefazione a "Il trionfo della morte"

- La cornice del "Decameron" di Giovanni Boccaccio

- La struttura a cornice nella "Divina commedia" e nel "Canzoniere"

- La sera fiesolana - parte 2

- Paradiso XXXIII parte 2

- Dante contempla il convento delle bianche stole

- Cocito

- Lucifero

- Arcivescovo Ruggieri

Alcyone, d'Annunzio

- Le fondamenta dell'identità italiana

- Petrarca, Canzoniere

Parini, Il mattino

- Paradiso, canto XXX

- Il fiume di luce

- Fase carducciana

- Fase decadente

- Fase della bontà

- Laudi del cielo del mare della terra e degli eroi

- Maia

- Elettra

- Merope

- Asterope

- Alcyone

Boccaccio tra borghesia e nobiltà