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- 522 - Verbi Difettivi in Italiano: Una Guida Completa
In questa lezione esploriamo il mondo dei verbi difettivi, una categoria di verbi della lingua italiana molto affascinante. Come suggerisce il nome, questi verbi "difettano" di qualcosa: mancano infatti di alcuni tempi, modi o persone verbali. Scopriamo insieme quali sono i verbi difettivi più comuni, come utilizzarli e i contesti in cui si incontrano.
Cosa Sono e Quali Sono i Verbi Difettivi?
I verbi difettivi sono verbi che non vengono coniugati in tutte le forme verbali.
Sebbene alcuni siano caduti in disuso, esistono ancora esempi interessanti e utili da conoscere.
1. Addirsi
Significa "essere adatto" o "essere opportuno". Viene utilizzato esclusivamente alla terza persona e solo in alcuni tempi e modi verbali:
Indicativo presente: si addice, si addicono.
Indicativo imperfetto: si addiceva, si addicevano.
Indicativo futuro: si addirà, si addiranno.
Congiuntivo presente: si addica, si addicano.
Congiuntivo imperfetto: si addicesse, si addicessero.
Condizionale presente: si addirebbe, si addirebbero.
Participio passato: usato come sostantivo ("addetto").
Esempi:
- Quegli abiti non ti si addicono, sembrano troppo seri per te.
- Il comportamento di Mario non si addiceva alla situazione.
2. Delinquere e Tangere
Delinquere significa "commettere un delitto".
Tangere significa "toccare".
Si usano prevalentemente al participio presente:
Delinquente (aggettivo o sostantivo)
Tangente (aggettivo o sostantivo)
Esempi:
- È un delinquente pericoloso!
- Una retta tangente tocca un'altra retta in un solo punto.
3. Fervere
Indica grande intensità o forte calore (come "bollire"), sia in senso letterale che figurato. È comune in frasi fatte.Forme utilizzate:
Indicativo presente: ferve, fervono.
Indicativo imperfetto: ferveva, fervevano.
Participio presente: fervente.
Esempi (senso figurato):
- Fervono i preparativi per la festa.
- Un ambiente fervente di idee.
4. Ostare
Significa "ostacolare". Sopravvive in contesti burocratici come l'espressione nulla osta e nella congiunzione nonostante (non + ostante = che non ostacola).
Esempi:
- Ho ricevuto il nullaosta per procedere.
- Nonostante gli ostacoli, abbiamo raggiunto il traguardo.
5. Solere
Vuol dire "essere abituati a fare qualcosa".Forme utilizzate:
Indicativo presente e imperfetto: suole, soleva.
Espressioni comuni: "essere solito... (+ infinito)".
Esempi:
- Come si suol dire, la pratica rende perfetti.
- Sono solito leggere prima di dormire.
Thu, 21 Nov 2024 - 14min - 521 - Come Commentare il Cibo in Italiano: Espressioni Utili per Ogni Situazione
In questo articolo, esploreremo varie espressioni italiane per commentare il cibo, sia in modo positivo, che neutro che negativo. Che si tratti di un piatto stellato o di un piatto deludente, avrete a disposizione una vasta gamma di espressioni per ogni occasione.
Espressioni e Commenti in italiano a tema culinario
Commenti Positivi sul Cibo
Se un piatto vi ha lasciati senza parole per quanto è buono, ecco alcune espressioni per esprimere apprezzamento:
È ottimo, squisito, delizioso!
È prelibato, gustoso, succulento!
È una leccornìa (soprattutto per i dolci).
È una prelibatezza.
Fa venire l’acquolina in bocca!
Da leccarsi i baffi / le dita!
Coi fiocchi.
Al bacio.
Questo è il paradiso in terra!
Non ho mai mangiato niente di simile!
È una festa per il palato!
Questo piatto è una coccola!
È come fare un viaggio tra i sapori!
Mi si scioglie in bocca!
È una delizia per i sensi!
Ne mangerei a chili!
Non riesco a smettere di mangiarlo!
È come un’esplosione di sapori in bocca!
Questo è da chef stellato!
Potrei mangiarne all’infinito!
Questo piatto è un capolavoro!
Vale ogni singolo morso!
Commenti Neutri sul Cibo
Per quei piatti che non sono male, ma non sorprendono, possiamo usare delle espressioni neutre:
Non è niente di speciale.
È ok, ma niente di più.
Senza infamia e senza lode.
Si lascia mangiare.
Non è male, ma potrebbe essere meglio.
È passabile.
Nella norma, niente di eccezionale.
Si mangia, ma non mi entusiasma.
Va bene, ma non mi colpisce.
È decente, ma niente di memorabile.
È tutto sommato discreto.
Non mi fa impazzire, ma va bene.
Non lascia il segno, ma è mangiabile.
È così così.
Normale, senza sorprese.
Commenti Negativi sul Cibo
Infine, quando il cibo è davvero pessimo, ecco alcune espressioni italiane negative per esprimere la vostra delusione:
Non si può mangiare!
È immangiabile.
Fa proprio schifo.
È terribile, non riesco a finirlo.
Questo è da buttare.
Non ha sapore!
Non sa di niente, proprio insipido.
È una delusione totale.
Sembra finto!
Sembra plastica!
Ho assaggiato di meglio in ospedale.
È una tortura per il palato.
Peggio di così non si può.
Non lo mangerei nemmeno sotto tortura.
È disgustoso.
Non so come facciano a servirlo.
Fri, 08 Nov 2024 - 18min - 520 - Espressioni italiane AVANZATE per DESCRIVERE IL TEMPO
Ci avete mai fatto caso? Le conversazioni quotidiane includono sempre il meteo! Tuttavia, se volete esprimervi come veri italiani, dovete andare oltre le espressioni di base come "fa caldo", "fa freddo" o "è nuvoloso". Esistono infatti molte espressioni avanzate che arricchiscono il nostro modo di parlare del tempo, rendendolo più naturale e variegato. In questo articolo esploreremo le più comuni, spiegandone il significato e l'uso.
Parlare di METEO in italiano: livello C2!
1. Tempo clemente
Il termine "tempo clemente" si riferisce a condizioni meteorologiche miti e favorevoli: un tempo che non è né troppo caldo né troppo freddo, senza precipitazioni o vento forte. È perfetto per stare all'aperto e trasmette un senso di piacevolezza e benessere.
Inclemente: è l'opposto, ossia condizioni meteorologiche avverse, severe o brutte.
2. Si prevede una burrasca
La parola "burrasca" indica una tempesta improvvisa e violenta, soprattutto in mare, ma può essere usata anche per parlare di forti temporali sulla terraferma.
3. L'afa è insopportabile
L'afa descrive un caldo umido e soffocante. Anche se la temperatura non è estremamente alta, l'umidità elevata fa percepire il caldo come più intenso, creando una sensazione appiccicosa e scomoda.
4. Canicola
La canicola è il periodo più caldo dell'estate, caratterizzato da temperature elevate e caldo soffocante, tipicamente nei mesi di luglio e agosto. Si tratta di un caldo secco e intenso.
5. Il cielo è plumbeo
L'aggettivo "plumbeo" deriva dalla parola piombo e si riferisce a un colore grigio scuro. Indica un cielo molto scuro e minaccioso, spesso premonitore di pioggia o temporali.
6. Si gela
Questa espressione trasmette un senso di freddo intenso, quasi paralizzante, capace di “congelare”.
7. C'è un vento che taglia la faccia
Questa espressione descrive un vento particolarmente freddo e pungente: l’immagine del vento che "taglia" suggerisce una sensazione di dolore fisico causato dal freddo.
8. Piove a dirotto/a catinelle
Descrive una pioggia molto forte e continua, come se il cielo si stesse svuotando d'acqua.
9. Il sole picchia
Questa espressione dà l'idea di un sole che "colpisce" con forza, enfatizzando il calore intenso che può diventare quasi insopportabile.
10. Nebbia fitta
La nebbia è così densa da ridurre la visibilità quasi a zero.
11. La pioggia battente
Descrive una pioggia che cade con grande intensità, forza e insistenza. L'aggettivo "battente" suggerisce che "batte" con violenza sul terreno, sui tetti o sulle finestre.
12. Un freddo pungente
Indica un tipo di freddo che penetra nella pelle, come se fosse un ago. Il freddo colpisce in modo quasi doloroso.
13. C’è una leggera foschia
La foschia è una leggera nebbia che riduce la visibilità, ma non è densa come una vera e propria nebbia.
14. Cielo terso
Descrive un cielo completamente limpido, senza nuvole, con un'aria particolarmente chiara e pulita.
15. Pioviggina
Il verbo piovigginare indica una pioggia leggera e sottile, con gocce molto piccole.
16. Un'aria frizzanteFri, 25 Oct 2024 - 14min - 519 - Lessico dal mondo dei GIALLI: Parole ed Espressioni
In questo articolo esploreremo insieme il fantastico mondo dei gialli! In particolare, impareremo i termini e le espressioni che non potete non conoscere se siete appassionati di crimini, misteri e intrighi. Pronti?
IL VOCABOLARIO ITALIANO DEI GIALLI
MOVENTE
Il movente è la motivazione che spinge qualcuno a commettere un reato. Spesso nei gialli ci si trova a dire “Manca il movente”: ovvero, dopo varie ricerche non si riesce ancora a capire perché è stato commesso il delitto.
ALIBI
L’alibi è una prova che dimostra che, al momento del crimine, la persona sospettata si trovava altrove, escludendola come possibile colpevole.
E... un “alibi di ferro”? Cos'è? È un alibi così solido che è quasi impossibile da confutare.
DELITTO
Il delitto è l’atto criminale che viola la legge, spesso un omicidio. Nei gialli, ruota tutto attorno a questo atto. E non dimentichiamoci del famigerato “delitto perfetto”: quello in cui l'autore riesce a farla franca, senza mai essere scoperto!
LE FASI INVESTIGATIVE
IRRUZIONE
Quando una o più persone fanno un'irruzione, entrano con violenza in un luogo. È un termine che sentiamo spesso nei gialli, soprattutto quando la polizia entra in scena con forza!
SCENA DEL CRIMINE
La scena del crimine è il luogo in cui si è consumato il reato. Di solito viene isolata e recintata con del nastro per non compromettere le indagini.
RILEVARE LE IMPRONTE DIGITALI
Un momento cruciale: il rilevamento delle impronte digitali è l’operazione condotta dall'esperto forense per associare le impronte a una persona specifica, svelando così l'autore del crimine.
CAMPIONE
Il campione è una piccola quantità di una sostanza, utilizzata come riferimento nelle indagini. Pensiamo ai tipici test di laboratorio nei gialli, soprattutto quelli del dna!
GLI INTERROGATORI E IL PROCESSO
INTERROGATORIO
Durante l’interrogatorio, vengono poste domande all’indiziato per determinare il suo coinvolgimento nel caso. Un momento di forte tensione che spesso porta a rivelazioni inaspettate!
INCHIESTA
L’inchiesta raccoglie tutte le prove e le informazioni utili alla risoluzione del caso, che potranno essere utilizzate in tribunale.
PROCESSO
Il processo è il procedimento legale che si conclude con la sentenza del giudice: colpevole o innocente. È qui che si decidono le sorti dell'imputato!
IL MONDO DEI COLPEVOLI
DEPISTAGGIO
Il depistaggio è il tentativo, spesso da parte del colpevole, di sviare l’attenzione degli investigatori con false piste o informazioni ingannevoli. È un trucco che rende i gialli sempre più intriganti!
ERGASTOLO
L’ergastolo è la pena massima che un giudice può emettere: prevede la detenzione a vita per l’imputato.
Se ami i gialli e vuoi saperne di più su come funziona il mondo del crimine, non perderti il nostro articolo proprio dedicato al lessico del crimine. Seguici per nuovi contenuti e approfondimenti!
A presto e buono studio!Wed, 09 Oct 2024 - 13min - 518 - Quale PERSONALITÀ ti si addice? Scoprilo con questo TEST!
Vi siete mai chiesti quale sia la vostra personalità? Quali sono i tratti unici che vi contraddistinguono dalle altre persone? Potete scoprirlo grazie a questo TEST che ho trovato online e che faccio insieme a voi (guardate il video per scoprire i miei risultati)!
Sarà anche un perfetto stratagemma per esercitarci nella conversazione e scoprire nuovi modi per descrivere la nostra personalità o quella dei nostri amici e conoscenti.
Siete pronti? Iniziamo!
Test sulla Personalità
Dal sito ufficiale potete anche voi fare il TEST SULLA PERSONALITÀ, e non dimenticate di farmi sapere il risultato finale nei commenti (chissà se avrete la mia stessa personalità)!
Ma non è finita qui! Con quest'altro articolo potrete migliorare le vostre abilità in lingua italiana e rivedere tutte le espressioni e gli aggettivi su come descrivere il carattere di una persona.
A presto e buono studio!Sat, 05 Oct 2024 - 23min - 517 - Come Guidare in Italia e in più di 150 Paesi del Mondo
Hai intenzione di guidare all'estero e non sai se la tua patente è valida? L'International Driving Permit potrebbe essere la soluzione per viaggiare in tutta serenità... e in regola!
Cos’è un IDP?
L'International Driving Permit è un documento che ti permette di metterti al volante in molti Paesi del mondo (più di 150) in tutta sicurezza, senza rischi o complicazioni burocratiche.
Ottenerlo è FACILISSIMO! Non hai nemmeno bisogno di superare un test!
Vuoi scoprire come funziona e ottenerlo per il tuo prossimo viaggio? Guarda il video per tutti i dettagli!
Se invece vuoi imparare un po' di LESSICO DELL'AUTO in italiano, non dimenticare di dare un'occhiata al nostro articolo sull'argomento.Mon, 30 Sep 2024 - 13min - 516 - Espressioni Idiomatiche Italiane con… Fiori
I fiori non sono solo belli da vedere, ma, in italiano, sono anche protagonisti di molte espressioni idiomatiche che arricchiscono la lingua. Scopriamo insieme quelle più comuni e il loro significato.
Frasi Italiane con la parola FIORE
1. Nel Fiore degli Anni
Essere nel periodo di massima giovinezza e splendore (per una persona), vivere il momento di massima vitalità e bellezza.
Esempio:Mi dispiace per quella coppia… Hanno perso il loro figlio, che era nel fiore degli anni, a causa di un incidente. Avrà avuto al massimo 25 anni…
2. Essere il Fiore all'Occhiello
Essere particolare motivo di vanto e orgoglio, spesso riferita a una persona o un'opera eccezionale. Questo detto ha origini nell’usanza di adornare con un fiore il buco del risvolto della giacca, l’occhiello, per dare un tocco di eleganza.
Esempio:Lorenzo è il fiore all’occhiello della squadra di atletica.La Gioconda è il fiore all’occhiello delle opere di Leonardo.
3. Essere un Fiore nel Deserto
Essere una persona o una cosa fuori dal comune, capace di crescere e prosperare anche nelle condizioni più avverse. Un fiore nel deserto è simbolo di forza e resistenza.
Esempio:Paolo non si è mai abbattuto, nonostante la vita gli abbia riservato molte brutte esperienze. È proprio un fiore nel deserto.
4. Non è Tutto Rose e Fiori
Anche se una situazione è apparentemente felice e serena, può nascondere difficoltà. Spesso viene usata in forma negativa per ricordare che anche le situazioni migliori richiedono impegno.
Esempio:Non devi fidarti ciecamente di chiunque! Non tutto è rose e fiori. Molte persone non vogliono vederti vincere!
5. Dormire sugli Allori
Fermarsi dopo aver raggiunto un traguardo, accontentandosi del successo senza cercare di migliorare ulteriormente.
Esempio:Ottimo lavoro di squadra, abbiamo vinto questa partita! Ora però non possiamo permetterci di dormire sugli allori.
6. Fare d’Ogni Erba un Fascio
Generalizzare, considerare tutte le cose allo stesso livello, senza fare le necessarie distinzioni.
Esempio:Solo perché un ragazzo ti ha spezzato il cuore, non significa che anche il prossimo farà lo stesso! Non fare d’ogni erba un fascio.
7. All’Acqua di Rose
Riferito a qualcosa: fatto in modo superficiale e approssimativo. L'acqua di rose, infatti, è delicata ma non curativa, perciò "superficiale".
Esempio:Non affidarti a quel progetto: chi se ne è occupato l’ha fatto all’acqua di rose.
8. Candido come un Giglio
Essere una persona pura, innocente e dall’animo nobile, proprio come il giglio, che è simbolo di purezza.
Esempio:Puoi fidarti di Giuseppe, è candido come un giglio.
9. Il Fior Fiore
La parte migliore di qualcosa, il top.
Esempio:Al suo matrimonio, il duca ha invitato il fior fiore della nobiltà di tutto il Paese.
10. Alto Papavero
Una persona di grande importanza e potere. L'origine risale a un episodio dell'Antica Roma,Mon, 02 Sep 2024 - 12min - 515 - Guida Completa ai Comparativi e Superlativi in Italiano
Un argomento che potrebbe sembrare semplice, ma che spesso riserva delle insidie anche ai più esperti: i comparativi e i superlativi in italiano. Abbiamo già trattato questo tema in una lezione precedente, ma in questo articolo andremo più in profondità, chiarendo dubbi e rispondendo alle domande che molti di voi hanno sollevato.
Comparativo e Superlativo spiegati una volta per tutte
Il comparativo e il superlativo sono utilizzati per fare confronti tra due o più elementi e per enfatizzare il grado o l'intensità di una qualità.
Comparativo di Maggioranza e Minoranza
Il comparativo di maggioranza e quello di minoranza esprimono un confronto tra due o più elementi in riferimento a una determinata qualità.
1) Comparativo di Maggioranza
Il comparativo di maggioranza indica che la qualità ha un'intensità maggiore nel primo termine di paragone. La sua formazione è:
PIÙ + aggettivo + DI + sostantivo/pronome (2° termine di paragone)
Esempi:
Martina è più alta di Sofia.
Luca è più simpatico di te.
L’italiano è più interessante della matematica.
2) Comparativo di Minoranza
Il comparativo di minoranza indica che la qualità ha un'intensità minore nel primo termine di paragone. La sua formazione è:
MENO + aggettivo + DI + sostantivo/pronome (2° termine di paragone)
Esempi:
Sofia è meno alta di Martina.
Tu sei meno simpatico di Luca.
La matematica è meno interessante dell’italiano.
CHE o DI?
Quando si usa "che" invece di "di" nei comparativi? La scelta dipende dal tipo di confronto:
1. Quando si confrontano due aggettivi, verbi, avverbi o complementi introdotti da una preposizione (e NON due elementi rispetto a una qualità):PIÙ/MENO… CHE…
Esempi:
Luca è più simpatico che alto [aggettivi].
Preferisco più ballare che cantare [verbi].
In Sicilia è meno freddo che in Trentino-Alto Adige [complementi introdotti da preposizione].
Giorgio guida più velocemente che prudentemente [avverbi].
Abbiamo litigato meno con Tiziana che con Giovanni [complementi introdotti da preposizione].
Comparativo di Quantità
Il comparativo di quantità esprime un confronto tra due cose (o gruppi di cose) in base alla loro quantità. La sua formazione è:
PIÙ/MENO… CHE…
Esempi:
Leggo più riviste che libri.
Beviamo più caffè che acqua.
Sofia ha più borse che vestiti.
Comparativo di Uguaglianza
Il comparativo di uguaglianza esprime un confronto tra due elementi riguardo una certa qualità, presente con la stessa intensità in entrambi. La sua formazione è:
(TANTO…) QUANTO…(COSÌ…) COME…
Esempi:
Martina è tanto alta quanto Sofia.
Sofia è alta come Martina.
Luca è tanto simpatico quanto te.
Tu sei simpatico come Luca.
Marta è timida quanto Luisa.
Luisa è così timida come Marta.Fri, 23 Aug 2024 - 19min - 514 - PERSISTI E VINCI: Come Superare la Demotivazione Nell’Apprendimento dell’Italiano
Imparare una lingua straniera può essere un viaggio emozionante, ma anche pieno di sfide e momenti di frustrazione. Se sei qui, è perché probabilmente stai vivendo uno di quei momenti. Ricorda: è più comune di quanto credi, succede a tutti. Proprio nelle situazioni più difficili si trova la forza di continuare.
Leggi questo articolo ogni volta che ne hai bisogno, ogni volta che ti sembra di lavorare tanto sul tuo italiano senza vedere progressi. Fai un respiro profondo e cominciamo!
Le Ragioni
Innanzitutto chiediti: perché stai studiando l’italiano? Qual è stata la ragione per cui hai cominciato? Che siano ragioni personali, professionali o culturali, visualizzare gli obiettivi che desideri raggiungere attraverso la padronanza dell'italiano può risvegliare la tua determinazione.
Se possibile, trova anche altre ragioni per cui lo stai facendo. Questo ti aiuterà a mantenere alta la motivazione.
Il Passato
Fai un altro respiro profondo, chiudi gli occhi e ricorda tutti i momenti felici legati all’italiano e allo studio dell’italiano come lingua straniera: quando hai imparato la prima parola, quando hai detto la prima frase, quando hai incontrato un amico o un partner italiano, quando un madrelingua ti ha fatto i complimenti, quando hai usato il congiuntivo perfettamente… qualsiasi cosa.
Sicuramente hai già raggiunto dei traguardi incredibili che meritano di essere celebrati. Tienili a mente e ricordali di tanto in tanto per riscoprire la meraviglia e il senso di conquista che hai provato in quei momenti.
Scrivili. I piccoli successi accumulati nel corso del tempo rappresentano una testimonianza del tuo impegno. Voler allungare la lista ti spingerà a continuare a studiare per fare progressi ancora più significativi.
Punti Deboli e Punti di Forza
Fai una lista di tutte le cose su cui ti senti sicuro e quelle su cui non ti senti sicuro. Concentrati su queste.
Non farti scoraggiare dagli errori, ma considerali come opportunità di crescita. È impossibile non commettere errori, tutti li commettono, anche i madrelingua. Fai un respiro profondo e ripeti: "Gli errori fanno parte dell’apprendimento".
Non esisterebbe la perfezione se non ci fossero gli errori! Anche se è dura, concentrati sui dubbi che hai e cerca di lavorare per rimuoverli completamente.
Il Presente
Cosa fai ogni giorno per imparare o migliorare l’italiano?
C’è qualcosa che ti crea ansia, ti annoia o non ti piace? Rimuovila dalla tua routine. È il tuo percorso e devi ascoltare quello che il tuo corpo e la tua mente ti dicono.
Un percorso di apprendimento di una lingua straniera deve essere piacevole. I supporti esterni come libri, serie tv, film, musica, podcast sono un ottimo strumento da integrare allo studio più tradizionale.
Immergiti nella lingua, soprattutto quella autentica. Cerca di imparare le parole e le espressioni della vita quotidiana. Quando ascolti la musica, leggi un libro o guardi un film, prendi appunti delle parole o espressioni che trovi interessanti o che vorresti imparare. Guarda tutto due volte: la prima volta solo ascolta/leggi cercando di capire il senso generale, la seconda volta, metti pausa e prendi appunti.
Bicchiere Mezzo Pieno
Vedi sempre il bicchiere mezzo pieno. Sei in una fase di stallo, questo significa che sei già in grado di comunicare con i madrelingu...Fri, 09 Aug 2024 - 12min - 513 - CHIEDERE e DARE INDICAZIONI STRADALI in Italiano: Cosa fare e cosa dire?
Sei in Italia, in una nuova città, non sai come raggiungere la tua destinazione e il tuo telefono è scarico. Che fare?
La soluzione più istintiva e più semplice è chiedere aiuto a un passante. Però non è proprio la cosa più semplice da fare! Spesso è difficile capire le indicazioni anche per un madrelingua.
Comunque, niente panico! In questo nuovissimo articolo vi indicherò tutte le espressioni per sopravvivere in questa situazione!
CHIEDERE INFORMAZIONI STRADALI
È bene essere sempre gentili, perciò è sempre meglio cominciare la domanda con formule di saluto e di cortesia come “Buongiorno”, “Salve”, “Mi scusi”, “Scusi il disturbo”…
Ecco alcune frasi efficaci:
Mi scusi signora/signore. Mi sono perso/a. Mi potrebbe aiutare, per favore? Dov’è… (l’albergo “Tre Nazioni”) ?
Salve, mi saprebbe dire dove si trova… (via Vittorio Veneto) ?
Scusi, come faccio a raggiungere… (la spiaggia/il supermercato) [da qui]?
Per favore, mi sa dire come posso raggiungere… (la stazione ferroviaria) ?
Salve, scusi il disturbo: dove si trova… (la stazione della metro) più vicina?
Buongiorno. Avrei bisogno di un’informazione. L’autobus… (13) si ferma… (davanti alla stazione dei treni) ?
Salve signora/signore, per caso, sa ogni quanti minuti passa… (la navetta per l’aeroporto)?
Scusi, a quale fermata devo scendere per raggiungere… (Piazza del Popolo) ?
Salve, potrebbe aiutarmi? Dove posso trovare… (la farmacia) più vicina?
DARE INDICAZIONI STRADALI
Le espressioni più comuni quando si danno indicazioni sono:
Vai / Continua / Prosegui dritto
Vai / Continua / Prosegui di qua / di là
Gira a sinistra / a destra
Prendi la prima / seconda / terza… a destra / a sinistra
Prendi via…
Procedi / Continua / Cammina / Arriva fino a… , poi…
È a (due) isolati da qui / un isolato più avanti
Torna indietro e…
Attraversa la strada / il ponte
È troppo lontano per andare a piedi. Ti converrebbe andare… (in metro/in macchina)
Prendi l’autobus numero… / la metro… e scendi alla fermata… (X) / alla prima - seconda - terza… fermata
Sali / Scendi le scale
Dietro l’angolo
Dall’altro lato di… / Al lato opposto rispetto a…
Supera…
Lo trovi alla fine della strada / sulla destra / sulla sinistra
Quando si danno indicazioni, è normale utilizzare dei riferimenti facilmente identificabili, come piazze, ponti, stazioni eccetera per far capire dove bisogna fare una determinata azione.
In italiano questi riferimenti sono dati con la preposizione “A”:
al semaforo…
alla piazza…
alla fermata della metro/dell’autobus…
all’incrocio…
alla rotonda…
al bar/ristorante…
all’angolo…
al supermercato…
al parcheggio…
al parco…
Thu, 01 Aug 2024 - 14min - 512 - Le ESPRESSIONI FISSE più comuni in italiano
In questo articolo vedremo delle espressioni particolari, ma molto comuni! Si tratta di espressioni fisse formate spesso da due parole, unite dalla congiunzione E (talvolta con l’aggiunta di qualche preposizione), che rimangono sempre così, invariate.
In genere esistono anche in altre lingue, anche se qualche volta l’ordine delle parole è invertito.
Espressioni Fisse Italiane Formate da Due Parole
Prima di cominciare, una premessa: queste espressioni possono essere formate da qualsiasi parte del discorso, siano esse nomi, avverbi, verbi, aggettivi.
ANIMA E CORPO
“Completamente”, “totalmente”, “senza limitazioni”: indica impegno e dedizione totali nel fare qualcosa o per raggiungere un determinato scopo.
Usata frequentemente con verbi come “darsi”, “buttarsi”…
Francesco si è buttato anima e corpo nell’allenamento per mesi e oggi finalmente ha corso la maratona con successo.
GIORNO E NOTTE
“Sempre, senza una pausa”, “continuamente”, “ininterrottamente”.
Il bambino piangeva giorno e notte a causa del mal di denti.
ACQUA E SAPONE
Usata in riferimento a una persona estremamente semplice e naturale, che non si dà arie ed è proprio così come appare (anche nel senso che non usa trucchi).
Daniela è sempre stata una ragazza acqua e sapone, ma da quando ha preso il nuovo lavoro si dà tante arie.
SALE E PEPE
Indica un colore grigiastro. Usata principalmente in riferimento ai capelli.
Alla porta c’è un tipo dai capelli sale e pepe che ti cerca.
BOTTA E RISPOSTA
Rapido e pungente scambio di domande e risposte oppure di battute in una discussione tra due interlocutori.
Quando si parla di politica, le nostre conversazioni diventano sempre dei botta e risposta agguerriti.
(IN) BIANCO E NERO
“Non a colori”. Usata generalmente per cose visive come foto, film, televisione, documenti…
Nel dopoguerra, tutti guardavano la tv in bianco e nero.
A STELLE E STRISCE
Relativo o tipico degli Stati Uniti, per via della loro bandiera con 13 strisce bianche e rosse rappresentanti le colonie e 50 stelle bianche come il numero degli Stati che compongono il Paese.
Ascolto quasi esclusivamente musica a stelle e strisce.
GRATTA E VINCI
Biglietto di lotteria istantanea con cui è possibile vincere premi prestabiliti e variabili in base ai diversi simboli scoperti dal giocatore grattando sulla superficie con una monetina. In genere il giochino per vincere cambia in base al gratta e vinci scelto.
Ho vinto 10 euro con un gratta e vinci!
COPIA E INCOLLA
Trasferimento di una parte di testo oppure di file da un posto a un altro su pc o altri dispositivi.
Usata principalmente in ambito informatico.
È stato bocciato perché il suo testo era solo un copia e incolla da vari articoli.
TIRA E MOLLA
Wed, 24 Jul 2024 - 14min - 511 - Una Questione di Stile: le Regole Facoltative della Lingua Italiana
L’italiano ha tante regole. Ma in questa lezione daremo un’occhiata alle “regole facoltative”, cioè quei casi in cui ci sono due opzioni per dire la stessa cosa, perciò scegliere una invece dell’altra è solo una... questione di stile! Ma il significato rimane lo stesso.
Regole flessibili della grammatica italiana
Comprendere queste sfumature non solo arricchisce la nostra padronanza della lingua, ma ci consente anche di comunicare in modo più vario e personale.
1 - Ricordarsi vs Ricordare
I verbi “ricordarsi” e “ricordare” si possono usare in maniera intercambiabile, ma ci sono delle piccole differenze di utilizzo in alcuni casi. Facciamo un po’ di chiarezza.
Il verbo “ricordare” ha due significati:
1 - “avere nella memoria”
Con questo significato, può essere usato:
- seguito da un oggetto diretto, cosa o persona
Ricordo la tua data di nascita / Ricordava il fidanzato della sorella
- seguito da un’intera frase, introdotta da DI + infinito, quando il soggetto è lo stesso, o CHE + verbo coniugato, quando il soggetto è diverso
Ricordo di essere andata a letto presto ieri sera / Ricordava che Lorenzo lo aveva aiutato
Con questo significato, “ricordarsi” funziona nello stesso modo, tranne in un caso:
- quando “ricordarsi” è seguito da un oggetto diretto, cosa o persona, può essere usato da solo (proprio come “ricordare”) oppure può anche essere seguito dalla preposizione DI (cosa che non è possibile con “ricordare”).
Ricordo la tua data di nascita = Mi ricordo la tua data di nascita = Mi ricordo della tua data di nascita
Ricordava il fidanzato della sorella = Si ricordava il fidanzato della sorella = Si ricordava del fidanzato della sorella
- quando “ricordarsi” è seguito da una frase, invece, si comporta proprio come “ricordare”.
Mi ricordo di essere andata a letto presto ieri sera
Si ricordava che Lorenzo lo aveva aiutato
Quindi scegliere uno invece dell’altro è una questione di stile? In generale sì.
Accademia della Crusca:
La forma riflessiva “aumenta il grado di partecipazione del soggetto all’azione o al sentimento espresso dal verbo. La tendenza a usare la variante pronominale si giustifica proprio con questa maggiore componente di affettività”.
Quindi è meglio usare la forma riflessiva quando si parla di cose o persone più vicine a noi, con cui abbiamo un legame diretto.
Per esempio:
Ricordo che Napoleone è morto il 5 maggio 1821.
Ricordo i colori della bandiera francese.
ma
Mi ricordo che ci siamo divertiti un sacco alla festa di Marta.
Mi ricordo bene il sorriso che ha fatto quando ha visto il regalo!
Ripeto: tendenza, ma non regola rigida.
Comunque, “ricordare” ha anche un secondo significato:
2 - “richiamare alla memoria di altri”
RICORDARE + oggetto diretto (nome o frase introdotta da DI + infinito / CHE + verbo coniugato) + oggetto indiretto (A + persona)
Vediamo degli esempi:
Il professore ricorda agli studenti la data dell’esame.Fri, 12 Jul 2024 - 16min - 510 - ESPRESSIONI per DESCRIVERE le RELAZIONI INTERPERSONALI
Abbiamo tante relazioni con le persone: il nostro partner, la nostra famiglia, i nostri colleghi, i nostri amici. Spesso, nelle conversazioni, abbiamo bisogno di descrivere il rapporto che abbiamo con queste persone.
Perciò, in questa lezione vedremo proprio tutte le espressioni italiane utili a descrivere le relazioni interpersonali, siano esse positive o negative.
Parlare delle RELAZIONI con gli ALTRI in italiano
COMINCIARE CON IL PIEDE SBAGLIATO
Iniziare qualcosa (un’attività o una relazione) con una mossa sbagliata o un errore, che può compromettere tutto il percorso, la relazione o il raggiungimento dell’obiettivo finale.
Esempio:
Abbiamo cominciato con il piede sbagliato: ti prego di accettare questi fiori e di metterci una pietra sopra, affinché possiamo ricominciare da zero senza rancori!
INCONTRARSI A METÀ STRADA / VENIRSI INCONTRO
Raggiungere un compromesso in una relazione, trovare un accordo che vada bene per entrambe le parti.
Esempio:
Abbiamo discusso per ore perché le nostre idee erano in contrasto, però alla fine ci siamo incontrati a metà strada e abbiamo trovato una soluzione più o meno soddisfacente.
DARE (QUALCUNO) IN PASTO AI LUPI
Abbandonare qualcuno in una situazione pericolosa, senza alcuna protezione o difesa, con la possibilità di essere attaccato e fare una brutta fine.
Esempio:
Avevate combinato quel casino insieme, ma hai preferito dare in pasto ai lupi soltanto lui, dichiarandoti innocente. Sei un pessimo amico!
FARE COPPIA FISSA
1 - Avere una relazione amorosa stabile con qualcuno.
2 - Stare sempre insieme a qualcuno (pur non essendo legati sentimentalmente): farsi vedere sempre insieme o passare tanto tempo insieme (due colleghi a lavoro o due persone o in un gruppo di amici).
Esempio:
Marco e Giulia ormai fanno coppia fissa: li vedo sempre insieme! Ma è vero che qualche mese fa non si sopportavano?
METTERSI CON (QUALCUNO)
Iniziare una relazione stabile con qualcuno.
Esempio:
Loredana si è messa con lui perché le piaceva la sua personalità.
ESSERE COME CANE E GATTO
Siccome cane e gatto sono da sempre visti come acerrimi nemici, questa espressione significa essere due persone che sono troppo diverse tra loro, che perciò non vanno per niente d’accordo e litigano continuamente.
Esempio:
Da piccoli, Luigi e suo fratello erano come cane e gatto e ne hanno combinate di tutti i colori, ma oggi sono inseparabili!
AVERE UNA SPALLA SU CUI PIANGERE
Poter contare su quella persona ogni volta che si ha il bisogno di sfogarsi o di trovare conforto e consolazione in qualcuno.
Esempio:
Ti senti bene? Puoi raccontarmi cosa ti turba! Lo sai che con me avrai sempre una spalla su cui piangere!
ESSERE IL BASTONE DELLA VECCHIAIA
Questa frase è molto usata dagli anziani che si rivolgono ai più giovani, soprattutto se legati dal vincolo familiare (es. nonni e nipoti).Tue, 02 Jul 2024 - 17min - 509 - 5 POESIE ITALIANE che non puoi perderti
In questo articolo vedremo 5 POESIE ITALIANE che tutti devono conoscere e leggere almeno una volta nella vita!
5 GEMME della POESIA ITALIANA: Versi da Non Perdere
Prima poesia
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale di Eugenio Montale (1967)
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scalee ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.Il mio dura tuttora, né più mi occorronole coincidenze, le prenotazioni,le trappole, gli scorni di chi credeche la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccionon già perché con quattr'occhi forse si vede di più.Con te le ho scese perché sapevo che di noi duele sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,erano le tue.
È una delle 28 che Montale ha dedicato alla moglie Drusilla dopo la sua morte.
Nella poesia ricorda la compagna attraverso immagini di intimità quotidiana, come l’atto di porgerle il braccio per scendere le scale. Era un gesto semplice che ora gli manca.
Lui guidava per le scale, lei lo guidava nella vita.
Grazie a lei, ha imparato a non temere più gli affanni, le preoccupazioni e i mille impegni di tutti i giorni, che ha capito essere soltanto “trappole”, e a vedere oltre le apparenze. La donna era perciò la vera musa ispiratrice dell’autore, che ora si sente vuoto, smarrito e disorientato.
Seconda poesia
Amami di Alda Merini
Amamifinchè sentirai il caloredi una fiamma tremulache sempre arde,difendendosi dai venti di scogliera.Sono un pensieroche non vuole mailegare le tue manilibere nel mondo,anche se vorreiche fossero solo mie.Amamiora che non ho paroleper farti innamoraredei miei silenzipieni di gioia,che non potrai vedere.Amami ancora,saranno solo gli occhia dirti la mia passionee le mie labbra,a raccontarticose difficili da dire.Saremo noi,un giorno forsead abbracciare solo i profumidei nostri corpisenza paurache l’assenza diventi una cosa vera.
In questa poesia, l'autrice riesce a cogliere e trasmettere l'essenza dell'amore in tutta la sua complessità, come una forza che brucia (fuoco) e nutre (acqua) allo stesso tempo.
Nei versi chiede di essere accettata e compresa nella sua interezza.
L’amore, secondo la Merini, è totalizzante: un'esperienza tormentata e inebriante, che lei ci invita a vivere con passione, nonostante le ferite che può provocarci.
"Amami" è una poesia toccante e lascia un'impronta forte nel cuore del lettore. È un invito a rischiare di amare, a immergersi nelle acque incerte di questo sentimento e a lasciarsi avvolgere dal suo fuoco bruciante.
In definitiva, "Amami" è una poesia che ci ricorda che l'amore, con tutta la sua intensità e le sue contraddizioni, è uno dei sentimenti più potenti che possiamo sperimentare come esseri umani, perciò dobbiamo viverlo appieno, con tutte le sue sfumature, e non dobbiamo temere di aprirci completamente a ciò che esso ci può offrire.
Terza poesia
L’infinito di Giacomo Leopardi (1819)
Sempre caro mi fu quest'ermo colle,e questa siepe, che da tanta partedell'ultimo orizzonte il guardo esclude.Ma sedendo e mirando, interminatispazi di là da quella, e sovrumanisilenzi, e profondissima quieteio nel pensier mi fingo, ove per pocoil cor non si spaura. E come il ventoodo stormir tra queste piante,Fri, 28 Jun 2024 - 13min - 508 - DUBBI con la FORMA di CORTESIA
Quante volte vi è capitato di essere in Italia e voler parlare con qualcuno ma di fermarvi perché avevate paura di utilizzare la tanto temuta… FORMA DI CORTESIA? Lei, la, voi… Facciamo chiarezza una volta per tutte sui 5 dubbi che tutti gli stranieri hanno a proposito di questo argomento!
La FORMA DI CORTESIA in italiano e i suoi usi
Il pronome di cortesia italiano è solo ed esclusivamente Lei (e non Voi).
Il Voi era usato durante il Fascismo, ma ora non più. Potrebbe capitarvi ancora di sentirlo un po’ nel Sud dell’Italia, ma solo tra persone di una certa età, come retaggio del passato.
1. Quando devo usare la forma di cortesia in Italia e quando posso evitarla?
In Italia, le persone usano il modo informale (TU) con la famiglia, gli amici, i colleghi, i più giovani e quando in generale vogliono creare un’atmosfera amichevole.
La forma di cortesia (LEI), invece, è utilizzata in contesti più formali, soprattutto in determinate circostanze:
con persone di riguardo (un medico, un avvocato, un presidente, un capo, un professore…)
in luoghi pubblici, con il personale (come negozi, alberghi, ristoranti, banche e simili)
con persone più grandi che non si conosce bene
con sconosciuti, soprattutto se più grandi (per esempio su un treno, o qualcuno in un ristorante a un tavolo a fianco…)
Se si vuole passare dal Lei al tu, basta chiedere! Dicendo cose come:
Può darmi del TU! Non c’è problema!
Posso darle del TU?
Possiamo darci del TU se vuole/se non le dispiace!
Gli italiani saranno pazienti con voi anche se sbagliate a utilizzare la forma di cortesia o se ve la dimenticate completamente? Ovviamente sì! Ma se la usate, farete certamente più bella figura e aumenterà la vostra autostima! Quindi, perché non provarci?
2. Devo usare sempre il pronome di LEI espresso oppure non serve?
Per esempio, se voglio far passare prima qualcuno, devo dire “Vada!” oppure “Vada Lei”?
Molto spesso, come accade per tutti gli altri pronomi personali soggetto (io, tu, noi…), lo si può non mettere e lasciare sottinteso.
Non si rischia così di confonderlo con “lei” pronome femminile di 3 persona singolare? No. Perché dal contesto è chiaro se stiamo parlando di una terza persona non presente o se invece stiamo parlando direttamente alla persona in questione in un contesto formale.
Perciò, diremo direttamente al nostro interlocutore cose come:
Salve signora Facchetti, come sta?
Prego, vada pure!
Dottor Rossi, cosa mi suggerisce di fare per le mie continue emicranie?
Possiamo esplicitare il pronome Lei solo quando abbiamo bisogno di far risaltare il soggetto, di dare più enfasi o di fare un confronto con qualcun altro.
La ringrazio per avermi chiamato. Io sto bene, e Lei come sta?
Io credo che potremmo firmare questo accordo entro la fine del mese. Che ne pensa Lei?
3. LA o LEI? (La scrivo o Le scrivo? La vedo o Le vedo? La do o Le do?)
Se LEI è il pronome soggetto di cortesia, i pronomi oggetto da utilizzare nella forma di cortesia sono due: LA o LE.
Questi creano molta confusione tra gli stranieri.Tue, 04 Jun 2024 - 13min - 507 - ALTERNATIVE a “CHE NOIA!” per non essere “noiosi”!
Cosa dire su una situazione, una persona o un evento particolarmente noiosi e monotoni? Certamente potete dire *sbadigliando* “Che noia!” o “È noioso!”. Ma ci sono molte altre alternative da scoprire insieme!
15 modi diversi per dire "CHE NOIA! / È NOIOSO!"
Questa lista di alternative è molto utile, così che anche voi eviterete di essere monotoni quando parlate in italiano e nessuno vi sbadiglierà in faccia!
1 - CHE BARBA!
È equivalente a “Che noia!”, perciò lo si può usare sia in riferimento a un evento che a una persona o una situazione.
Questa espressione è informale ed è diventata famosa in tutta Italia grazie alla comica Sandra Mondaini, che la usava in uno dei suoi siparietti comici assieme a suo marito Raimondo Vianello.
2 - CHE SECCATURA! / CHE SCOCCIATURA!
Sono equivalenti a “Che noia!”. Ci sono anche altre due espressioni simili, più informali e volgari:
Che palle!
Che rottura (di palle/di scatole!)
3 - CHE LAGNA!
Si usa in riferimento a:
una persona fastidiosa e appiccicosa
un discorso noioso e lunghissimo
musica monotona e fiacca, banale
4 - È MONOTONO
Questo aggettivo si può usare in riferimento a:
cose o situazioni banali o che si ripetono a intervalli regolari sempre nello stesso modo e che non cambiano mai
persone noiose nel senso che fanno o dicono sempre le stesse cose
5 - È POCO INTERESSANTE / È POCO STIMOLANTE
Qualcosa è “interessante/stimolante” se suscita in noi sentimenti come curiosità, attenzione. Se lo è “poco”, allora è noioso.
6 - È FIACCO
Usato in riferimento a cose, eventi, situazioni, significa che sono piatti, banali.
Non si può usare invece, con questo significato, per le persone. In riferimento a una persona, “fiacco” assume il significato di “senza energia”, “debole", "spossato”.
7 - È TEDIOSO
Sinonimo, molto formale, di “noioso”.
8 - È SOPORIFERO
Significa “che provoca o facilita il sonno”. Viene dalla parola “sopore”, che indica uno stato fisiologico simile al sonno ma con perdita solo parziale della coscienza.
9 - È STUCCHEVOLE
In riferimento al cibo, significa “che riempie tanto facilmente da risultare nauseante”.
In riferimento a situazioni, cose o persone significa che sono troppo sentimentali e sdolcinate, tanto da risultare fastidiose e, appunto, noiose.
10 - FA VENIRE IL LATTE ALLE GINOCCHIA
L’intera espressione significa “è noioso”. Ma perché? Cosa c’entra il latte e cosa c’entrano le ginocchia? Deriva dall'antica tecnica di mungitura delle mucche, quella svolta a mano. In pratica, chi deve mungere a mano la mucca, si siede solitamente accanto e mette un secchio sotto alle mammelle. Si tratta, però, di una pratica faticosa, sicuramente noiosa, molto lunga, considerando che il latte deve arrivare fino al livello delle ginocchia.
Mon, 13 May 2024 - 15min - 506 - COME TIRARE SU IL MORALE di qualcuno in italiano
Vi è mai capitato di non saper cosa dire, soprattutto in una lingua straniera, quando c'è qualcuno che piange o che è scoraggiato, per incoraggiarlo e per tirargli su il morale?
In questo nuovo articolo scopriremo quali espressioni utilizzare, affinché possiate non solo essere l'aiuto perfetto per il vostro amico, ma anche avere un italiano perfetto in quelle situazioni.
Espressioni Italiane per Incoraggiare Qualcuno
1. QUANDO SI CHIUDE UNA PORTA SI APRE UN PORTONE
Anche se qualcosa di negativo o spiacevole succede, non bisogna perdere la speranza e abbattersi perché presto la vita riserverà una nuova occasione, magari più grande.
2. AL MOMENTO DEL BISOGNO / NELLE SVENTURE SI CONOSCE L'AMICO
Solo in un momento di necessità e bisogno si comprende realmente la vera amicizia: chi ti vuole veramente bene rimarrà al tuo fianco e ti sosterrà, facendo di tutto per aiutarti. Chi non era realmente interessato a te, si allontanerà. Può essere usata come incoraggiamento e sottolineare che noi, per quella persona lì, ci saremo sempre perché siamo veri amici.
3. ANNO NUOVO, VITA NUOVA
Questo proverbio andrebbe usato solo nelle ultime settimane dell’anno vecchio e/o nelle prime dell’anno nuovo… per ovvie ragioni. Se a qualcuno succede qualcosa di brutto alla fine dell’anno o proprio all’inizio dell’anno nuovo, gli si può ricordare che un anno è lungo, perciò c’è tutto il tempo per cambiare radicalmente la sua vita per il meglio.
4. FINCHÈ C'È VITA C'È SPERANZA
Nessun problema o sfida è insuperabile se si è vivi. Se si ha la vita (e la salute) allora c’è anche la speranza che tutto si possa affrontare e risolvere.
5. IL TEMPO GUARISCE TUTTI I MALI
Proverbio utilizzato per rincuorare qualcuno che è in preda a una situazione spiacevole. Ci siamo passati tutti no? Quando viviamo una situazione o un periodo spiacevole, tendiamo a vedere tutto negativo e a pensare che non ne usciremo mai. Però poi il tempo passa, per tutti e per tutto, e prima o poi cominciamo a sentirci meglio e a lasciarci le cose negative alle spalle. Ecco, questo è quello che vogliamo comunicare quando usiamo questo proverbio. Cerchiamo di rassicurare l’altra persona. Con il passare del tempo tutto il negativo sarà spazzato via e si ritorneranno a vivere situazioni positive.
6. L'UNIONE FA LA FORZA
Questa è veramente una bella espressione: da soli non si può davvero arrivare molto lontano, ma per raggiungere grandi risultati bisogna circondarsi di persone fidate e insieme lavorare verso quegli obiettivi, che saranno così raggiunti prima e meglio. La si può usare sia per offrire il proprio aiuto a qualcuno che è in difficoltà con quello che deve fare, sia per incoraggiare qualcuno e ricordargli che non deve affrontare le cose spiacevoli da solo, ma che ha noi e magari anche altre persone care, amici e famiglia su cui poter contare in qualsiasi caso per poter superare qualsiasi cosa.
7. VEDRAI, ANDRÀ TUTTO BENE!
Per rassicurare qualcuno in un momento di paura o incertezza: tutto si risolverà, forse ci vorrà un po’ di tempo, ma prima o poi tutto andrà al proprio posto.
8. NON TUTTE LE CIAMBELLE RIESCONO COL BUCO
Espressione informale utilizzata per rassicurare qualcuno che si sente un po’ giù di morale ...Thu, 09 May 2024 - 14min - 505 - ALTERNATIVE a “È FACILE” in Italiano
"È FACILE!" Quante volte l’avrete detto in riferimento all’italiano? Forse non troppe… Ma sicuramente vi sarà capitato di dirlo in altri contesti!
Siccome potrebbe risultare un po' ripetitivo, in questa lezione vi offriremo una serie di alternative per dire “è facile”, così potete variare!
8 MODI DIVERSI per dire "È Facile!"
Cominciamo!
1. È (o simili) + SINONIMO DI "FACILE"
Sicuramente, il modo più rapido per non ripetere “è facile” è quello di mantenere la stessa struttura, con il verbo “essere” (o un verbo simile) e usare un sinonimo di “facile”, come semplice, elementare.
Quest’ultima in particolare potrete incontrarla molto se leggete i famosi romanzi di Sherlock Holmes in italiano: la sua celebre frase, infatti, è “Elementare, Watson!” quando spiega all’amico la risoluzione di un caso con così tanta facilità, senza sforzarsi troppo.
"La ricetta che ti ho dato è molto semplice, non dovresti avere problemi a seguirla."
"Questi concetti sono veramente elementari: non ci metterete molto a impararli."
Altri sinonimi di “facile” sono eseguibile, realizzabile, fattibile. Questi si possono usare però solo in riferimento ad azioni, progetti o idee che “possono essere fatte, portate a termine” (e non a concetti astratti: per esempio la grammatica non può essere fattibile o realizzabile).
"Il progetto sembra fattibile, ma dobbiamo comunque prima consultare i nostri architetti."
2. NON È + CONTRARIO DI "FACILE"
Un altro modo rapido per non ripetere “è facile” è quello di usare “non è” + aggettivi che sono contrari di “facile”, come complesso, difficile, complicato, arduo.
"Questo problema di matematica non è affatto complesso: dovresti riuscire a risolverlo in poco tempo."
3. È UN GIOCO DA RAGAZZI
Una cosa o un’azione che non richiede particolare sforzo può essere definita, in italiano, come un “gioco da ragazzi”, dal momento che i giochi per bambini o ragazzi hanno generalmente regole molto facili e intuitive.
"Se segui correttamente le istruzioni, montare quel mobile sarà un gioco da ragazzi."
4. È UNA PASSEGGIATA
Sapete cos’altro non richiede un grande impegno e sforzo e perciò è associato a un’idea di facilità e semplicità? Una passeggiata. Perciò un altro modo per dire “è facile” è “è una passeggiata”.
Non è complesso camminare tranquillamente, anche se non si ha una meta… No?
"Stai tranquillo, ti sei allenato abbastanza… Vedrai che questa partita sarà una passeggiata per te."
5. È COME BERE UN BICCHIER D'ACQUA
Stessa idea: niente è più facile di bere un bicchiere d’acqua. Questa espressione idiomatica fa proprio riferimento ad un’attività molto semplice e naturale da fare.
"Se guardi tutti i video di LearnAmo e segui LearnAmo su tutti i social, imparare l’italiano sarà come bere un bicchier d’acqua."
6. È ALLA PORTATA DI TUTTI
L’espressione indica qualcosa che è facilmente accessibile o raggiungibile da chiunque.
È proprio “a portata di” che indica l’accessibilità. Per esempio, “a portata di mano” significa che lo si può raggiungere semplicemente allungando un braccio.
Invece,Sun, 28 Apr 2024 - 10min - 504 - Spettegolare in ITALIANO: VERBI ed ESPRESSIONI per parlare come un Italiano!
Chi non ha spettegolato almeno una volta nella propria vita? Non è bello, ma talvolta non ci si riesce a trattenere dal dare la propria opinione su qualcosa, senza che i diretti interessanti lo abbiano chiesto.
In questa lezione, vedremo il lessico legato al GOSSIP e ai PETTEGOLEZZI, oltre a espressioni idiomatiche sullo stesso tema!
Lessico Italiano del GOSSIP
1. Spettegolare in Italiano: VERBI
Spettegolare: la tendenza o l’abitudine a parlare alle spalle di altri, o col fine di esprimere semplicemente dei pareri in merito a questioni che non ci riguardano, o col fine di criticare.
Verbi simili sono: ciarlare e cianciare. Entrambi indicano il trattenersi a lungo in chiacchiere senza utilità, spesso riguardanti altre persone. Ma anche sparlare, che ha solo il significato negativo di “parlare male di altre persone alle loro spalle”.
Dal verbo “cianciare” deriva l’esclamazione “Bando alle ciance!”.
Le ciance sono (in toscano) le chiacchiere futili e vane. Ecco perché “Bando alle ciance!” significa “Basta con le chiacchiere e i pettegolezzi inutili”. Si usa quando vogliamo invitare il nostro interlocutore a smettere di perdere tempo con chiacchiere e pettegolezzi per invece cominciare a fare qualcosa di concreto.
Esempio:
- Detesto andare in ufficio perché i miei colleghi spettegolano tutto il tempo e io devo lavorare per tutti!
Pettegolezzo: commento inopportuno o indiscreto o malevolo su qualcuno che non è presente. Insomma, può avere una sfumatura neutra (si parla tanto per parlare) oppure più negativa (si vuole davvero parlar male dell’altra persona).
Questo termine ha molti sinonimi, come: diceria, gossip, ciarla, chiacchiera, rumor, voce (di corridoio), maldicenza (questo è l’unico sinonimo che si può usare solo in senso negativo e non neutro).
Esempio:
- Devi credere a ciò che ti dico, non devi dare ascolto alle voci di corridoio e ai pettegolezzi che circolano sul mio conto.
Pettegolo: persona che spettegola, ossia colui o colei che ha l’abitudine di parlare sul conto degli altri, riportando indiscretamente o con malevolenza fatti altrui.
Curiosità: la parola “pettegolo” deriva da “peto”, potete immaginare perché: cioè si fa riferimento all’incontinenza verbale di un pettegolo, alla sua incapacità di trattenere i commenti.
Esempio:
- Riesco a confidarmi con Luisa perché so che non è una pettegola e non direbbe mai i fatti miei in giro.
Ficcanaso: non è necessariamente un pettegolo, ma sicuramente è una persona che si intromette in faccende che non la riguardano minimamente.
Esempio:
- Il nostro vicino è un ficcanaso, controlla sempre a che ora entriamo o usciamo di casa.
Chiacchierone: una persona che parla molto a sproposito e che non sa tenere un segreto. Chiaramente un chiacchierone non è necessariamente un pettegolo, può anche essere solo una persona che ama parlare del più e del meno. Però è anche possibile usare l’aggettivo come sinonimo di “pettegolo”.
Esempio:
- Quel chiacchierone di Luca ha raccontato tutto al mio capo. Che figura!
Linguacciuto: anche questo termine è sinonimo di “pettegolo", ma ha solo una sfumatura negativa.Mon, 22 Apr 2024 - 12min - 503 - ESPRESSIONI italiane sul Dolce Far Niente
In un mondo che corre veloce, dove il ticchettio dell’orologio scandisce i ritmi frenetici della vita quotidiana, la cultura italiana ci offre un ricco repertorio di espressioni che invitano al relax, per ricordarci l’importanza di trovare momenti di pausa e di piacere tra gli impegni di tutti i giorni.
Come Esprimere il Relax in italiano
1. STACCARE LA SPINA
Cosa succede quando si stacca la spina a un elettrodomestico? Smette di funzionare, e “si riposa”, no? Bene, la stessa cosa vale anche per noi esseri umani, in senso figurato.
Questa espressione indica la sensazione di relax in cui è possibile estraniarsi e allontanarsi dal mondo esterno e ricaricare le proprie batterie e la propria energia.
Esempio:
Ogni volta che ho bisogno di staccare la spina, vado in montagna.
2. RICARICARE LE PILE
Questa espressione significa fare una pausa per recuperare le energie perse. Come si fa con le pile scariche, che si attaccano alla corrente per dar loro nuova energia.
Esempio:
Questi ultimi mesi sono stati davvero stressanti. Adesso ho bisogno di ricaricare le pile prima di cominciare di nuovo!
3. FARE UNA PENNICHELLA
La pennichella è il riposo che si fa nelle prime ore del pomeriggio (chiamato anche “pisolino”), dopo pranzo, generalmente di breve durata.
Si può usare l’espressione “fare una pennichella” anche per altri momenti della giornata, ogni volta che si ha bisogno di qualche minuto con gli occhi chiusi per recuperare le forze.
Esempio:
Quando mi sento sopraffatta dal lavoro, faccio una pennichella e mi riprendo subito!
4. PRENDERSELA COMODA
Questa espressione indica il fare tutto con molta calma, senza fretta, procrastinando il più possibile e riducendo al minimo lo stress.
Esempio:
Abbiamo chiuso l’affare con i nuovi clienti e abbiamo guadagnato un bel po’… Adesso possiamo prendercela comoda per qualche settimana.
5. RELAX TOTALE!
Questa espressione enfatizza una sensazione di profondo relax, durante la quale non si vuole fare proprio nulla.
Esempio:
Finalmente sono arrivate le ferie! Da domani relax totale! Si dorme tutto il giorno e non si pensa al lavoro!
6. PERDERE LA COGNIZIONE DEL TEMPO
Questa espressione indica l'essere in uno stato di tale rilassamento che provoca un disorientamento momentaneo: non ci si rende conto di che ore siano e di quanto tempo sia passato dall’ultima volta che un’attività è stata svolta.
Esempio:
L’altro giorno, nel pomeriggio, ho dormito così tanto che quando mi sono svegliata avevo perso proprio la cognizione del tempo. Pensavo che fosse già la mattina dopo!
7. ESSERE SULLE/TRA LE NUVOLE
Guardare le nuvole da vicino provoca sicuramente una sensazione di relax, ad esempio quando siamo su un aereo.
Questa espressione indica la sensazione di profondo relax in cui si è completamente lontani dal mondo e non ci si rende conto della realtà circostante. Come se non si vivesse più sulla Terra ma, appunto, tra le nuvole.
Mon, 08 Apr 2024 - 11min - 502 - FRASI DA FILM ITALIANI CHE GLI ITALIANI AMANO USARE
In questa lezione imparerete delle espressioni provenienti direttamente da film italiani che potete usare nelle conversazioni della vostra vita di tutti i giorni (e che stupiranno gli italiani!).
Pronti?
CITAZIONI di film che usiamo QUOTIDIANAMENTE
Ricordati che devi morire (“Non ci resta che piangere”, 1984)
La citazione "Ricordati che devi morire" viene dal film italiano "Non ci resta che piangere" del 1984, diretto da Massimo Troisi e Roberto Benigni.
I protagonisti viaggiano indietro nel tempo e si ritrovano nel 1492 in un borgo toscano. La frase viene pronunciata da un frate diverse volte consecutivamente.
Riflette il tema della morte presente nel film in un modo leggero e umoristico, tipico dello stile comico dei registi Troisi e Benigni.
La citazione è la traduzione della famosa frase latina “Memento mori” (promemoria della morte e della brevità della vita), che invita le persone a vivere una vita piena, con questa consapevolezza.
Dopo l’uscita del film, la citazione in italiano è diventata molto popolare ed è stata utilizzata anche da diversi comici italiani nel corso degli anni, sempre con un’accezione umoristica. Di conseguenza, anche gli italiani la usano frequentemente, sia per invitare l’interlocutore a godersi il momento e la vita, tenendo presente che dura poco, sia in senso ironico.
E io pago! (“47 morto che parla”, 1950)
La citazione appartiene a Totò (nel personaggio di un barone avaro) ed è una delle sue battute più famose.
Nel film Totò, ogni volta che qualcuno sta sprecando delle risorse da lui offerte, ci tiene a specificare che lui è sempre quello che ci rimette e che tira fuori i soldi.
Questa espressione viene ancora usata quotidianamente, soprattutto da chi deve pagare per gli altri.
Per esempio, la dicono i genitori ai propri figli, la dice il collega o l’amico che finisce per offrire sempre a tutti e così via.
Buongiorno, principessa! ("La vita è bella”, 1997)
La citazione "Buongiorno principessa!" è tratta dal film italiano "La vita è bella", diretto da Roberto Benigni e uscito nel 1997.
Nel film, il personaggio interpretato da Roberto Benigni, Guido, usa questa frase come saluto per esprimere il suo amore nei confronti di Dora e il desiderio di farle vedere la bellezza e la gioia anche in mezzo all'oscurità e alla tragedia dell’Olocausto.
"La vita è bella" è ambientato durante l'Olocausto e Guido cerca di proteggere suo figlio e sua moglie dalla realtà brutale del campo di concentramento in cui si trovano, trasformando la loro situazione in un gioco di immaginazione, per regalargli momenti di felicità in un contesto così drammatico.
Oggigiorno, usiamo questa citazione sia con la stessa sfumatura affettuosa originale, sia in senso più ironico, ad esempio se qualcuno si sveglia tardi o con una faccia completamente sconvolta.
Non posso né scendere né salire ("Tre uomini e una gamba”, 1997)
Questa citazione viene dal film "Tre uomini e una gamba”, una famosa commedia italiana del 1997 diretta da Aldo, Giovanni e Giacomo, che sono anche i protagonisti del film.
Tre amici si trovano coinvolti in una serie di ostacoli e situazioni comiche mentre cercano di consegnare una gamba di legno (costosa scultura di un famoso artista).
Aldo pronuncia questa frase perché,Thu, 28 Mar 2024 - 14min - 501 - Espressioni ALTERNATIVE a “SEI PAZZO”: impara a parlare italiano in modo naturale!
Quante volte vi sarà capitato di sentire o dire a qualcuno “Sei pazzo!”? Bene, sicuramente avevate tutte le ragioni. Però, questa frase è un po’… come dire… banale! In questo articolo scoprirete tutte le alternative a questa espressione!
Smettila di dire "SEI PAZZO": di' questo invece!
Vediamo come potete sostituire "SEI PAZZO!" la prossima volta!
1. SEI FOLLE!
Si tratta di un’alternativa abbastanza neutra. Infatti, “folle” è un sinonimo di “pazzo”.Potremmo tranquillamente anche usare “matto” (“Sei matto!”), dal momento che anche “matto” è un sinonimo di “pazzo”.
Esempio:- Sei folle nel buttarti in questa avventura senza la minima esperienza!- Hai speso tutto il tuo stipendio per comprare questa borsa, sei folle!
2. SEI MATTO DA LEGARE!
Questa espressione fa riferimento a un indumento usato in passato per “contenere” la gente considerata pazza: la camicia di forza. Con questa si legavano le persone che venivano considerate incontrollabili, impedendo loro di muoversi.
Esempio:Voi siete matti da legare: volete fare bungee-jumping con questo ventaccio?!
3. TI SEI BEVUTO IL CERVELLO!
Immaginate se potessimo berci il cervello! Rimarremmo senza il minimo segno di razionalità a guidarci… Ecco appunto il senso di questa espressione!
Esempio:Ti sei bevuto il cervello? Hai speso tutti quei soldi per una maglia!
4. SEI SVITATO!
Il significato originale di “svitato” è “non più o non del tutto avvitato”, usato in riferimento a cose come bulloni o tappi.Però nel linguaggio familiare questo aggettivo ha assunto il significato di “pazzo”, volendo significare che la testa non è ben serrata (“avvitata”) sul collo, e non è quindi salda e fa fare o dire cose bizzarre, irrazionali.
Esempio:La mia amica è completamente svitata: va ogni sera in discoteca fino alle 4 del mattino e alle 9 è ufficio! In pratica non dorme mai… Finirà per rovinarsi la salute…
5. ESSERE/USCIRE FUORI DI SENNO
Per “senno” si intende “la capacità di intendere, giudicare e operare nel modo più giusto e conveniente”.Perciò, se si esce (o si è) fuori da questa capacità, ovviamente non si è lucidi e si agisce in modo bizzarro.
Esempio:L’uomo che ha investito quella signora era fuori di senno! Sono intervenuti ben quattro poliziotti per fermarlo.
6. ESSERE DA MANICOMIO/RICOVERO
Il manicomio, originariamente, era il luogo in cui venivano ricoverati i malati di mente, una sorta di ospedale psichiatrico.È un termine molto delicato, di cui oggi si abusa, soprattutto in espressioni come questa. È ok se usata in contesti estremamente informali, ma altrimenti vi consiglierei di evitare di usarla perché potrebbe essere un po’ offensiva.
Esempio:Ti rendi conto di ciò che fai? Sei da manicomio! Hai sbagliato tutto dopo che te l’avevo spiegato per ben 5 volte!
7. ESSERE CON LE ROTELLE FUORI POSTO
Si tende a immaginare la testa come una serie di ingranaggi (a rotelle) che si muovono perfettamente in sincronia tra loro e che fanno funzionare tutto.Se però qualcuna di queste rotelle comincia ad andare fuori dal suo posto abituale, c’è un problema… Tutto si sballa… e si agisce in modo bizzarro.
Sun, 10 Mar 2024 - 9min - 500 - Modi di Dire Divertenti in Italiano
Quali sono le espressioni idiomatiche italiane più bizzarre, assurde e divertenti, ma anche più utilizzate?
Scopriamole insieme!
12 Espressioni Idiomatiche Italiane Simpatiche
Cominciamo subito!
1. Lasciare/Rimanere di stucco
Lo stucco è un impasto a base di gesso, calce o cemento con cui si realizzano generalmente le statue.
RIMANERE DI STUCCO
Significa rimanere scioccati, immobili e imbambolati per lo stupore o la sorpresa o lo sbalordimento, proprio come statue di gesso.
Se qualcuno causa ciò a un’altra persona, allora dal suo punto di vista sarà LASCIARE (QUALCUNO) DI STUCCO.
Esempio:
Il discorso che ha fatto ha lasciato tutti noi di stucco: non sapevamo sapesse parlare così bene.
2. Il cavallo di battaglia
Il cavallo di battaglia era il cavallo parzialmente protetto da armatura che i cavalieri usavano in passato durante la guerra. Proprio perché questa era la sua funzione, era di solito particolarmente robusto e ben addestrato, e godeva di trattamento e alimentazione privilegiati.
Oggigiorno, l'espressione indica il meglio del meglio, il proprio pezzo forte, ciò in cui si è più bravi, l’opera migliore o un’attività, un argomento in cui si è più bravi e più preparati.
Esempio:
Se verranno ospiti a cena, preparerò le lasagne. Sono il mio cavallo di battaglia! Così possiamo fare bella figura.
3. Avere la coda di paglia
Si dice di chi, non avendo la coscienza tranquilla, si discolpa senza essere accusato perché si sente chiamato in causa, coinvolto in un’affermazione, anche se non lo è realmente.
L’immagine viene da una favola in cui una volpe perde la propria coda e decide di usarne una di paglia, vivendo nella costante paura che essa possa prendere fuoco.
Esempio:
- Che strano, pensavo ci fosse ancora della torta in frigo…
-Io non l’ho mangiata eh…
-Nessuno ti stava accusando! Non avrai mica la coda di paglia?
4. Cercare il pelo nell’uovo
Significa essere eccessivamente meticolosi, perfezionisti all’estremo; cercare difetti in tutto e tutti, anche se impercettibili o addirittura assenti.
Esempio:
-Mi piacciono le tue scarpe, ma non le avrei usate con questo vestito perché sono di tonalità di verde un po’ diverse tra loro.
-Vabbè adesso non cercare il pelo nell’uovo… è stato già abbastanza difficile trovare queste di questo colore.
5. Sputare il rospo
Significa dire finalmente qualcosa che non si poteva o non si voleva dire in precedenza (una preoccupazione, un segreto…).
Esempio:
Forza! Sputa il rospo! Raccontaci chi era la persona che ti piaceva al liceo!
6. Darsi/Tirarsi la zappa sui piedi
Significano entrambe auto-danneggiarsi involontariamente o in momenti di non lucidità (rabbia, paura…).
Un sinonimo potrebbe essere: "Scavarsi la fossa con le proprie mani".
Esempio:
Dicendole che sei bravo a scrivere ti sei dato la zappa sui piedi: adesso Sabrin...Mon, 26 Feb 2024 - 14min - 499 - ITALIANO per BAMBINI Stranieri
È possibile insegnare l'italiano a un bambino straniero... a casa?
Come Insegnare l'Italiano ai Più Piccoli (fuori dall'Italia)
Volete insegnare l'italiano come lingua straniera ai vostri figli o nipoti all'estero. Come fare?
Sicuramente un tipo di insegnamento più “serio” può dare al vostro piccolo delle buone basi.Perciò, se potete, scegliere un insegnante privato competente o un corso con altri bambini è sicuramente una buona opzione. Il bambino saprà che “deve” essere attento per quei 30 o 60 minuti e sicuramente finirà per imparare qualcosa.
Però quel tempo “ufficiale” non è sufficiente! Sta a voi, poi, integrare quelle lezioni con delle attività a casa, da svolgere nella quotidianità.Avvertimento: munitevi di tanta pazienza. Servirà!
1. Gli oggetti della quotidianità
Sfruttate l’ambiente che vi circonda, usate gli oggetti della vita di tutti i giorni per far abituare il bambino alla nuova lingua e farlo immergere in essa. Per esempio, se siete in casa, prendete un oggetto e ditegli il nome. Se prendete una mela dal frigorifero, dite “MELA” e aspettate che il bambino la ripeta.
Potete farlo con qualsiasi cosa: gli alimenti in frigo, i vestiti nell’armadio, i suoi giochi... Ma potete anche farlo fuori casa, per esempio al parco o al supermercato. Aiutato dal contesto, il bambino imparerà e ricorderà più facilmente il vocabolario.
2. Non temere la ripetizione
Nessuno impara una parola appena gliela dicono. Sarebbe bello no? Ma così come noi adulti abbiamo bisogno della ripetizione, altrettanto ne hanno bisogno i nostri piccoli.
Non pretendete che possano imparare una parola solo dopo averla sentita e ripetuta una volta, ma continuate a ripetergliela giorno dopo giorno. Solo così, a furia di sentirla, la imparerà.
3. 10 minuti al giorno
Probabilmente all’inizio il vostro bambino (che già sta imparando i nomi delle cose nella sua prima lingua) non capirà perché ne debba imparare altri, in una lingua diversa, per gli stessi oggetti. Il rischio è che continuerebbe a chiamare gli oggetti con i loro nomi nella prima lingua.
Perciò, una buona soluzione sarebbe quella di concentrare l’italiano in 10, 15, 20 minuti ogni giorno. Così il bambino saprebbe che in quel tempo deve solo usare l’italiano.Per esempio, nel viaggio in macchina per andare a scuola. Oppure prima di cena. O ancora durante la merenda. “Ok, adesso si parla in italiano. Pronti? Via! Chi sa come si chiama questo oggetto?” E via così.
Ovviamente, dovete assicurarvi che in quell’arco di tempo si parli davvero solo italiano! Voi dovete interagire con il bambino solo in italiano e, se lui inizia a rispondere nella sua prima lingua, voi dovete fingere di non aver capito quello che ha detto e di non poterlo aiutare.
Per esempio, se vuole del latte ma vi chiede del “milk” (o comunque usa la sua prima lingua), voi non glielo dovrete dare, fino a quando non dirà “latte”. Eh eh… una piccola sofferenza, ma necessaria!
4. Una parola al giorno
Un altro buon metodo per aiutare l’apprendimento potrebbe essere decidere di imparare una parola al giorno, ogni giorno alla stessa ora. Così il bambino aspetterà quel momento tutta la giornata.
E ovviamente, quella sarebbe anche una buona occasione per ripassare le parole imparate fino a quelmomento. Repetita iuvant!
Thu, 15 Feb 2024 - 15min - 498 - Parole ed Espressioni per DESCRIVERE gli OGGETTI in Italiano
Può sembrare una cosa banale perché la facciamo da quando siamo bambini, però descrivere oggetti non è così facile come sembra, soprattutto se dobbiamo farlo in una lingua straniera. Continua a leggere per scoprire come farlo... in italiano!
Come DESCRIVERE qualcosa attraverso i 5 sensi
Le espressioni sono divise in base ai 5 sensi, perché la descrizione di qualsiasi cosa può avvenire in base a come si entra in contatto con quella cosa, se con gli occhi, con le mani, con il naso...
1. Attraverso il tatto
In questo tipo di descrizione si usano parole per identificare l’oggetto dal punto di vista di come appare al contatto, quando lo si tocca.
Si potrà parlare quindi di:
materiale:
di legno, di metallo, d’acciaio, di vetro, di carta, di cotone, di plastica, di pelle, di gomma…
temperatura:
caldo, freddo, ghiacciato, bollente, tiepido, a temperatura ambiente, asciutto, bagnato, fradicio, umido…
consistenza:
appuntito, soffice, duro, malleabile, morbido, gommoso, spugnoso, peloso, appiccicoso, liscio, ruvido, unto…
utilità:
comodo, scomodo, pieghevole, fragile, apri e chiudi, delicato…
Per esempio, ora proviamo a descrivere un materassino da yoga attraverso il tatto:
È di gomma, a temperatura ambiente, asciutto (anche se diventa umido quando mi ci alleno sopra), spugnoso, comodo e pieghevole.
2. Attraverso la vista
In questo tipo di descrizione si usano parole per identificare l’oggetto in base a come appare ai propri occhi.
Si potrà parlare quindi di:
forma:
rotondo, quadrato, a punta, rettangolare, ovale, arrotondato, tondeggiante, squadrato, spigoloso…
colore/fantasia:
giallo, rosso, verde, a fantasia, a fiori, a pois, a righe…
dimensione:
grande, piccolo, medio, alto, basso, spesso, sottile …
composizione:
è compatto
HA + nome dell’oggetto (ha un manico, ha una cerniera, ha un gancio, ha delle paillettes…)
È FORMATO DA + nome dell’oggetto (è formato da due elementi, è formato da tre bastoncini e un piano…)
Per esempio, ora proviamo a descrivere una pentola attraverso la vista:
È rotonda e grigia, è piccola, ha due manici ed è compatta.
3. Attraverso l'olfatto
In questo tipo di descrizione si usano parole per identificare l’oggetto in base a ciò che percepisce il proprio naso.
Si potrà parlare quindi di:
odore:
è profumato, è puzzolente, inodore…
ha un odore molto forte, ha un odore delicato, ha un cattivo odore, ha un tanfo insopportabile…
cosa quell’odore ricorda:
ricorda un campo di lavanda, ricorda un aranceto in Sicilia…
Per esempio, ora proviamo a descrivere una candela profumata attraverso l’olfatto:
È profumata, ha un odore delicato che ricorda un aranceto in Sicilia.Tue, 30 Jan 2024 - 15min - 497 - Test sull’Italia – 15 Cose che Dovresti Sapere!
In questa lezione avrete l’opportunità di mettervi alla prova e scoprire quanto conoscete la cultura italiana.
Ricordate: le domande hanno un livello di difficoltà crescente.
Scopri quanto conosci il Bel Paese
Come dicevamo, si comincia con 5 domande di livello principiante, per poi passare a 5 di livello intermedio e concludere con 5 domande di livello avanzato.
Pronti?
1) Qual è il nome della famosa opera scritta da Dante Alighieri?
I Promessi Sposi
La Divina Commedia
Il Decamerone
2) Chi ha dipinto la Cappella Sistina?
Leonardo da Vinci
Raffaello Sanzio
Michelangelo Buonarroti
3) Quante sono le regioni italiane?
25
18
20
4) In che giorno si celebra la Festa della Repubblica?
25 aprile
1° maggio
2 giugno
5) Qual è stata la prima capitale d’Italia?
Torino
Firenze
Milano
6) Qual è il fiume più lungo d’Italia?
Il Po
Il Tevere
L’Arno
7) Da quanti mari è bagnata l’Italia?
2
6
3
8) Qual è la regione italiana più grande?
Sicilia
Lombardia
Emilia-Romagna
9) In quale anno avvenne l’Unità d’Italia?
1961
1861
1781
10) Cosa si celebra il 25 aprile?
Festa della Costituzione
Festa della Liberazione
Festa dei Lavoratori
11) Chi è stato il primo Presidente della Repubblica italiana?
Luigi Einaudi
Enrico De Nicola
Giovanni Leone
12) Quanti articoli ci sono nella Costituzione italiana?
139
90
152
13) Quanti Stati indipendenti ci sono in Italia?
2
Nessuno
4
14) Come si chiama la sede del Presidente della Repubblica?
Palazzo Madama
Palazzo del Quirinale
Palazzo Montecitorio
15) In Italia c’è solo una lingua ufficiale (l’italiano), ma il governo riconosce ufficialmente come lingue anche altre…
5
20
3
Le soluzioni corrette sono alla fine del video!
Se volete continuare a imparare e affinare le vostre competenze linguistiche, vi consigliamo di esplorare tutti gli altri nostri test. In particolare,Sun, 21 Jan 2024 - 8min - 496 - Dalle Favole alla Vita di Tutti i Giorni
Benvenuti nell'incantevole mondo delle favole! In questo articolo scopriremo alcune espressioni italiane che derivano dalle fiabe e dai loro personaggi.
Pronti a lasciarvi incantare?
Espressioni Fiabesche: Metafore del Quotidiano
1. LA BELLA ADDORMENTATA
Chi è la “Bella addormentata”?
Aurora, una delle principesse delle fiabe molto amata, che cade in un sonno profondo in attesa del suo principe.
Con queste parole, nell'italiano odierno della vita di tutti i giorni, ci si riferisce a una persona molto calma, molto ingenua e troppo spesso con la testa tra le nuvole, che spesso non si rende conto di ciò che succede intorno a lei e quindi anche di eventuali pericoli.
ESEMPIO:
Che stai facendo lì come la bella addormentata? Svegliati! C’è ancora tanto lavoro da fare!
2. C'ERA UNA VOLTA
“C’era una volta” è la classica espressione con cui cominciano le fiabe.
Utilizzata nel quotidiano, serve per introdurre un racconto e sottolineare che si tratta di qualcosa che è successo in un tempo passato indefinito, molto generico.
ESEMPIO:
C’era una volta un mondo senza cellulari, in cui non era possibile contattare una persona se questa non si trovava a casa. Sembra preistoria, eppure sono solo alcuni anni fa.
3. E VISSERO PER SEMPRE FELICI E CONTENTI
“E vissero per sempre felici e contenti”, al contrario della precedente, è la classica espressione con cui terminano le fiabe... quelle con un lieto fine.
Nella vita di tutti i giorni, è utilizzata per indicare la conclusione di un evento o una relazione in modo ottimista, positivo.
ESEMPIO:
Matteo e Sara si erano conosciuti al liceo ma poi si sono persi di vista. Un paio di anni fa si sono ritrovati per caso in Giappone e hanno passato una settimana insieme. Nel giro di due mesi hanno deciso di andare a vivere insieme e sposarsi, e vissero felici e contenti.
4. LA GALLINA DALLE UOVA D'ORO
Questa espressione fa riferimento a una favola di Esopo: un uomo aveva una gallina che ogni giorno produceva un uovo d’oro. Non accontentandosi, decise di ucciderla sperando di trovare tanto oro al suo interno, ma invece era una gallina come le altre... e lui perse una buona fonte di ricchezza.
Nella vita quotidiana odierna, è utilizzata in riferimento a una persona, un'attività oppure una condizione che si rivela essere estremamente redditizia, che porta molto denaro.
ESEMPIO:
Marco ha trovato la gallina dalle uova d’oro: sua moglie è la figlia di un imprenditore milionario della città.
5. MORALE DELLA FAVOLA
La “morale” è un messaggio contenuto in una favola, con lo scopo di dare un insegnamento e consigliare un comportamento corretto.
L’espressione è utilizzata nella vita di tutti i giorni in modo scherzoso per trarre le conclusioni di qualcosa.
ESEMPIO:
Eravamo andati a letto tardi la sera prima, avevamo bevuto un po’, la mattina la sveglia non ha suonato e il cellulare nel frattempo si era scaricato. Morale della favola: abbiamo perso il treno e abbiamo dovuto aspettare quello del giorno dopo!
6. RAPERONZOLO
Tue, 16 Jan 2024 - 12min - 495 - Perché non tutti i NOMI delle CITTÀ ESTERE vengono tradotti in ITALIANO?
In italiano alcune città estere vengono chiamate con il proprio nome originale (New York, San Francisco, Madrid...), mentre altre vengono tradotte (London --> Londra, Paris --> Parigi, New Delhi --> Nuova Delhi) e così via.
Esiste una regola per sapere quali nomi tradurre e quali nomi lasciare invariati? Non proprio... In ogni caso... Facciamo chiarezza!
I NOMI delle CITTÀ ESTERE in ITALIANO
In questo articolo parleremo delle ragioni per cui i nomi di alcune città estere sono rimasti invariati e per quali motivi altri invece sono stati tradotti!
Come dicevamo, non c’è una vera e propria regola che determina quali tradurre (e quali no), ma ci si basa su consuetudini legate a motivi storici o pratici.
Ragioni principali per cui i nomi di alcune città sono stati tradotti:
1. Il Latino
Prima di tutto, bisogna dire che l’italiano, insieme ad altre lingue romanze, ha chiaramente subito l’influenza del latino. Di conseguenza, ha ereditato in gran parte l’etimologia latina anche per i nomi delle città, che sono rimasti pressoché invariati nella forma finale.Ad esempio, la forma Lutetia Parisiorum (antico nome di Parigi nell’opera di Cesare Il De Bello Gallico) si è successivamente trasformata in Parigi: l’influenza è notevole, nonostante alcune modifiche a livello fonetico.Stessa cosa vale anche per Barcellona, che deriva dal latino Barcinone(m).Anche Londra era già nota ai latini come Londinium, anche se in questo caso l’adattamento italiano si è un po’ allontanato dalla versione latina originale, probabilmente per come è stato con il tempo trasmesso oralmente dalle persone.
2. La storia più recente e il fascismo
Cosa è successo invece nella storia più recente?
In linea di massima, tutti i nomi di città e Paesi con cui l’Italia aveva avuto contatti nel corso della storia venivano adattati alle norme fono-morfologiche italiane.
Questo perché nel passato non era comune l’idea di “apertura” alle lingue straniere, pochi le parlavano e quindi, quando bisognava menzionare delle città straniere (perché avevano relazioni con l’Italia), venivano tradotte o adattate, per renderle più comprensibili e pronunciabili dai parlanti madrelingua.
Questa pratica è rimasta in vigore fino al Novecento, e in particolare si è rafforzata durante il periodo fascista con la sua forte impronta nazionalista.
Nello specifico, a partire dal luglio del 1923, Mussolini aveva eliminato l’insegnamento bilingue nelle scuole slovene e aveva modificato la denominazione dei luoghi di gran parte del nord Italia, proprio per eliminare completamente le parole non italiane nei nomi di città, tra le altre cose. Per esempio, vocaboli come “film” (che divenne “pellicola”) o “sandwich” (che si trasformò in “tramezzino”) hanno subito la stessa sorte in quel periodo.
Proprio per tutto questo, abbiamo situazioni come: Colonia ma Dortmund in Germania, Nizza ma Cannes in Francia, Edimburgo ma Glasgow in Scozia.
Potete facilmente intuire, tra queste coppie, quale delle due avesse più rapporti con l’Italia.
3. Mancanza di caratteri
In altri casi, si ricorre alla traduzione (o all'adattamento) a causa della mancanza di certi caratteri originali del nome straniero all'interno dell'alfabeto italiano.
Questo è il caso del nome Copenaghen, ad esempio, che è un'adattamento di København.
È evidente che, in questo caso,Sun, 07 Jan 2024 - 12min - 494 - 10 BATTUTE “Squallide” in Italiano
Che cos’è una battuta “squallida” in italiano? Una battuta “squallida” (o una freddura) in italiano è un gioco di parole divertente e spiritoso.
Freddure italiane che ti faranno piangere dalle risate (forse)
In questo articolo vi offriamo un elenco di 10 freddure, con le relative spiegazioni.
1. "Che cosa fanno otto cani in mare?"
"Il can-otto!"
La domanda è abbastanza semplice e fa riferimento a cosa potrebbero fare otto cani in mare. La risposta gioca con le parole “cane” e “otto”, unendole e facendo sì che si crei la parola “canotto”, che in italiano indica una piccola imbarcazione utilizzata per il trasporto di persone.
2. "Cosa fa un ginocchio in discesa?
"Rotula!"
Nella domanda ci si chiede che cosa ci faccia un ginocchio su una discesa.
La risposta scherzosa gioca con la parola “rotula” (che è un osso che si trova nel ginocchio), che ricorda molto la parola “rotolare” (verbo che indica un movimento rotatorio continuo, soprattutto su una discesa).
3. "Ma se io mi metto la camicia di lino, poi Lino che si mette?"
Lo scherzo fa riferimento alla ripetizione della parola “lino”.
In italiano il sostantivo “lino” indica il tessuto di cui è composta la camicia. Mentre Lino (con la lettera maiuscola) è un nome proprio di persona italiano.
La freddura sta proprio nel giocare con il nome proprio di persona, chiedendosi dunque Lino cosa potrebbe indossare se la camicia di lino è già indossata da qualcun altro!
4. "Cosa fa un gallo in chiesa?"
"Il chicchirichetto!"
La risposta è un gioco di parole tra “chicchirichì”, versione onomatopeica del verso del gallo, e “chierichetto”, un giovane che svolge funzioni liturgiche in una Chiesa.
5. "Vorrei acquistare una camicia."
"La taglia...?"
"No, la porto via intera."
Immaginiamo di trovarci in un negozio e chiediamo al commesso una camicia da acquistare. Il commesso ci chiede la taglia, cioè la misura che indossiamo solitamente.
In italiano però chiedere soltanto “La taglia?” può anche essere una struttura formata dal pronome diretto (la) e il verbo "tagliare". Dunque, la risposta scherzosa a questa freddura è “la porto via intera” alludendo al fatto che non vogliamo tagliare la camicia (cioè ridurla in pezzi), perché abbiamo bisogno del capo d’abbigliamento "tutto intero".
6. "Ho finito le battute in serbo... e adesso inizio quelle in croato"
Lo scherzo gioca con “in serbo”, che in italiano ha un duplice significato: può voler dire “che si tiene da parte” (battute in serbo = battute tenute da parte, solo per noi, magari nella nostra mente); però può anche indicare "in lingua serba".
È così che nasce la battuta: le battute “in serbo” sono terminate, posso iniziare a raccontare quelle "in croato" (lingua croata), giocando sulla contrapposizione delle lingue di Serbia e Croazia.
7. "Che vitaccia!" - disse il cacciavite.
Il cacciavite è un oggetto inanimato, che non può parlare, però il bello delle freddure è proprio quello di essere anche assurde.
Il cacciavite, che è uno strumento che si usa per avvitare le ...Sat, 23 Dec 2023 - 14min - 493 - Prendere un Taxi in Italia: Espressioni Utili
Utilizzare i taxi in Italia è un'esperienza conveniente e affidabile per spostarsi comodamente in città. In questa guida scoprirete come chiamare un taxi, cosa dire all'autista e come comportarsi durante il viaggio.
Cosa dire e cosa fare quando si prende un taxi in Italia
Se durante il vostro soggiorno in Italia vi serve un taxi, potete cercarlo in vari modi.
1 - Chiamare i numeri dedicati (basta cercare su Google)
2 - Usare una delle app dedicate
3 - Recarvi alle fermate dedicate, riconoscibili attraverso un cartello arancione
Se siete in un albergo o un ristorante, potete chiedere a chi è in struttura di chiamare un taxi per voi, dicendo:
Può chiamare un taxi (per me/noi) per favore?
Se invece dovete chiamare voi, niente panico! L’importante è prepararsi prima: magari potreste memorizzare frasi fatte, come quelle che vedremo tra poco, o addirittura potreste scriverle, così da non dimenticarle!
Per esempio, se vi serve un taxi subito, potete dire:
Avrei bisogno di un taxi il prima possibile.
Quando sarebbe possibile avere un taxi?
Potrebbe mandare un taxi il prima possibile?
Ovviamente, la persona dall’altro lato vorrà sapere più informazioni su dove siete:
Mi trovo in via… (Roma, 9) / presso piazza… (San Carlo) / al ristorante… (Sfizio) a… (Napoli). Spesso non è necessario specificare la città.
Generalmente non serve dire al telefono qual è la vostra destinazione. Però, se si tratta di una destinazione “facile” (come la stazione o l’aeroporto), potete aggiungerla.
Per esempio:
Salve, avrei bisogno di un taxi per l’aeroporto il prima possibile. Mi trovo in via Dante n 8.
Se avete molta fretta, potete chiedere:
Quanto tempo ci mette ad arrivare più o meno?
Saprebbe dirmi all’incirca tra quanto tempo arriva?
C’è molto da aspettare?
Se invece volete prenotare un taxi per un giorno e un orario fissati, potete dire:
Posso prenotare un taxi per il giorno … alle ore …?
Vorrei prenotare un taxi per il giorno … alle ore …
Ho bisogno di un taxi per il giorno … alle ore …
Una volta che siete nel vostro taxi, dovrete dire all’autista dove volete andare:
Mi può portare a… (alla stazione) / in via… (Roma), per favore?
Mi porti a… (all’aeroporto) / in via… (dei Faggi numero 165), per favore.
Vado / Devo andare / Ho bisogno di andare a… (al Colosseo) / in… (Piazza Navona), grazie.
Se la vostra destinazione è un po’ generica (come una piazza), avrete bisogno, una volta arrivati, di dare indicazioni al tassista su dove volete esattamente scendere:
Scendo qui, grazie.
Mi lasci qui, per favore.
È proprio qui che devo andare, grazie.
E infine, è il momento di pagare:
Quanto le devo?
Qual è il costo della corsa? (corsa = percorso di un mezzo pubblico)
Posso pagare con carta / in contanti?
La pago in contanti / con carta. Va bene?
In Italia, poi,Fri, 15 Dec 2023 - 11min - 492 - 10 Parole Inventate da Scrittori Italiani
Vi siete mai chiesti chi abbia inventato le parole che utilizziamo quasi ogni giorno?
Non ho la risposta per tutte tutte le parole italiane, ma ce ne sono un sacco che sono state inventate da scrittori italiani, e che noi usiamo quotidianamente senza saperlo! Scopriamole insieme!
Non solo Dante! A chi si devono le parole italiane?
1. Sappiamo tutti cos’è una PIADINA, non è vero?
Si tratta di una sfoglia come una focaccia piatta, sottile, non lievitata e circolare, che si consuma a fette oppure piegata in due e farcita a piacere.
Ma chi ha inventato la parola?
Ebbene, il termine è stato inventato dallo scrittore italiano Giovanni Pascoli, nato e cresciuto in Emilia-Romagna, patria della piadina.
Infatti, più precisamente, è stato lui a italianizzare il termine dialettale romagnolo “piè” in “piada”, in seguito “piadina”.
Addirittura Pascoli ha scritto una poesia dedicata alla piadina! Nel poemetto, la elogia, considerandola un alimento antico quasi quanto l’uomo, e definendola “il pane nazionale dei Romagnoli”.
E voi? L’avete mai mangiata?
2. Adesso parliamo di un aggettivo: MOLESTO.
“Molesto” indica qualcuno o qualcosa che, con la propria azione o la propria presenza, provoca una sensazione di irritazione o disagio. Come una mosca per esempio, oppure una persona che si lamenta in continuazione!
Ebbene, in pochi lo sanno, ma questo aggettivo deriva dal latino molestus ed è associato a Dante.
In realtà, si pensa che non lo abbia inventato proprio da zero: sembrerebbe infatti che il termine esistesse già ai suoi tempi, ma è sicuramente grazie a lui che si è affermato e si è diffuso ampiamente. Infatti, Dante lo ha usato molto nella sua Divina Commedia:
“Or vedi la pena molesta,
tu che, spirando, vai veggendo i morti:
vedi s’alcuna è grande come questa.”
“La tua loquela ti fa manifesto
di quella nobil patria natio
a la qual forse fui troppo molesto.”
3. Un altro detto che si deve a Dante è SENZA INFAMIA E SENZA LODE...
In realtà questa è la versione italianizzata dell’originale dantesco “sanza ’nfamia e sanza lodo”.
Nella Divina Commedia, è utilizzato da Virgilio per descrivere a Dante gli ignavi, i dannati che, durante la propria esistenza terrena, non hanno mai agito né nel bene né nel male, non hanno mai seguito un proprio ideale.
Infatti, oggigiorno il detto indica qualcosa di mediocre, che non ha proprio niente di speciale.
Per saperne di più su quanto Dante abbia influenzato la lingua italiana, potete leggere il nostro articolo dedicato alle espressioni che ancora oggi utilizziamo frequentemente e che sono state inventate proprio da lui!
4. Anche Giacomo Leopardi è il padre di nuove parole, come INCOMBERE
Il poeta di Recanati, però, ha dato vita a termini che sono estremamente raffinati e di tono elevato, e perciò non molto diffusi nella vita di tutti i giorni.
Un esempio? Il verbo INCOMBERE.
Questo verbo si riferisce generalmente a fatti gravi o situazioni minacciose, e significa “essere imminente”.
Per esempio:
Mon, 11 Dec 2023 - 18min - 491 - Curiosità e Tradizioni Natalizie Italiane Bizzarre
Dicembre è il mese di Natale e, in Italia, ogni regione lo festeggia con delle tradizioni e delle abitudini molto particolari. In questa lezione scopriremo quali sono!
Natale nelle diverse Regioni italiane: un mosaico culturale festivo
1. VALLE D'AOSTA
Tra le tradizioni più interessanti del Natale in Valle d’Aosta c’è la sagra del pane micooula (in dialetto, “un po’ piccolo e un po’ speciale”), preparato proprio nel periodo natalizio e fatto con castagne, noci, uva passa e fichi secchi.
La tradizione ha origine da una leggenda: come consuetudine, la sera della Vigilia di Natale, una donna di nome Rosa si stava dirigendo in chiesa per la Messa. Poiché era in ritardo, prese una scorciatoia attraverso il bosco e si trovò di fronte a un vecchio mulino abbandonato, noto per essere la dimora di spiriti, streghe e altre creature maligne. Tuttavia, la donna non era spaventata perché sapeva che Dio vegliava su di lei. Così, quando le comparve davanti un enorme serpente minacciandola, Rosa gli chiese cosa volesse per ritrovare la retta via smarrita. Il serpente le chiese un pezzo di pane dalla chiesa in cambio della sua vita salva. Rosa accettò e, tornando dalla Chiesa, diede al serpente il pane benedetto. Dopo averlo mangiato, il serpente si trasformò in una colomba bianca, che spiccò il volo verso il cielo.
2. PIEMONTE
In Piemonte la tradizione del Ceppo di Natale è molto conosciuta. Si tratta di un tronco d'albero decorato con candele, che viene acceso la sera della Vigilia di Natale.
Ma era così popolare che… è diventato anche dolce! Infatti, è molto comune preparare un tronchetto dolce per il pranzo natalizio, fatto con cioccolato, panna, brandy… Probabilmente, questa tradizione è stata influenzata dalla Francia (vicina al Piemonte), dove è molto comune la Bûche de Noël per Natale.
3. LOMBARDIA
Il famosissimo panettone natalizio, un dolce lievitato ricco di canditi e uvetta, è nato proprio in Lombardia e qui, ancor più che nel resto d’Italia, è un must per il cenone (e il pranzo) natalizio.
Ma come è nato il panettone? Ci sono varie leggende al riguardo. La più accreditata narra che il panettone sia nato per errore durante il pranzo di Natale preparato per Ludovico il Moro (XV secolo). Il cuoco di corte avrebbe infatti scordato nel forno il dolce che stava preparando, facendolo bruciare. Lo sguattero Toni, però, trovò la soluzione per servirlo lo stesso: unì all’impasto salvabile burro, uvetta e canditi! Diede così origine al “Pan di Toni”, poi divenuto “panettone”.
4. TRENTINO-ALTO ADIGE
In Trentino si festeggia il Krampuslauf, una parata di Krampus (figure demoniache dai denti aguzzi e dalle lunghe corna). Queste figure sfilano per le vie delle città, spaventando grandi e piccini ma soprattutto scoraggiando i cattivi comportamenti dei bambini durante il periodo natalizio.
5. VENETO
A Venezia, soprattutto nel passato, la figura della Befana era più popolare di quella di Babbo Natale. I bambini, infatti, non aspettavano i regali da Babbo Natale, ma proprio dalla vecchina, la “Marantega”, che, nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, riempiva le loro calze con piccoli doni, dolci, caramelle, frutta secca, mandarini e, per i più monelli, anche qualche pezzo di carbone.
Perciò ancora oggi, ogni anno, a Venezia, viene organizzata la Regata della Befana, una cerimonia decisamente unica nel suo genere rispetto alle celebrazioni per la Befana nel resto d’Italia.
6. FRIULI-VENEZIA GIULIA
Sun, 03 Dec 2023 - 23min - 490 - 10 CURIOSITÀ sulla MODA ITALIANA
Italia: Paese conosciuto in tutto il mondo per cibo, arte, cultura, storia, paesaggi, ma anche per la moda e il cosiddetto “Made in Italy”, che affonda le sue radici negli anni Cinquanta. Ovviamente, una storia così lunga non poteva non avere intriganti curiosità... che scoprirai continuando a leggere!
Il Made in Italy: segreti, sorprese e tragedie
1. Com'è nato il mito della Moda Italiana?
Il mito della moda italiana risale a una sfilata organizzata il 12 febbraio 1951 dal marchese Giovanni Battista Giorgini nella sua residenza fiorentina, che prende il nome di “First Italian High Fashion Show” . Dieci stilisti italiani presentarono i loro modelli e l’evento fu un tale successo da essere descritto come una bomba che avrebbe scosso i saloni dell’alta moda parigina e minacciato il loro monopolio. Parigi fino a quel momento era infatti considerata l’unica capitale della moda, senza alcun rivale che potesse tenerle testa.
2. Il segreto del successo
In che modo però l’Italia è riuscita ad arrivare ai livelli della competizione con la moda francese? Semplice: adottando una filosofia opposta alla sua! L’obiettivo di Giorgini era creare un mercato di vestiti più moderni e allo stesso tempo meno sofisticati, che avessero prezzi più accessibili a tutti.
3. Italia e celebrità
Un grande aiuto per promuovere e rendere più popolare la moda del Bel Paese è stato fornito da grandi icone del cinema, tanto italiane quanto straniere. In primis, le italiane Sophia Loren e Gina Lollobrigida, ammirate anche all’estero, poi anche le famosissime Audrey Hepburn, Elizabeth Taylor e Marylin Monroe. Quando loro hanno cominciato a indossare il Made in Italy, in tanti hanno deciso di copiare i loro look e il loro stile, che subito sono stati associati a classe, eleganza, raffinatezza, qualità.
4. Tessuto elasticizzato
Uno dei motivi per cui la moda italiana ha riscosso così tanto successo sono state senza dubbio le innovazioni introdotte dai grandi stilisti italiani. Riuscireste ad immaginare la vostra vita senza vestiti elasticizzati? Fino agli anni ‘60 non esistevano tessuti elasticizzati, i primi campioni furono creati da Elio Fiorucci, che mise insieme l’appena inventata Lycra al denim, dando vita ai jeans elasticizzati. Non solo una comodità, ma anche un aiuto ad esaltare il proprio fisico e le proprie curve.
5. Creazione della top model
C'è differenza tra una semplice modella e una vera e propria top model. La modella si limita a sfilare, è un quadro bianco dove l'effettivo protagonista del ritratto è il capo di abbigliamento indossato. La top model invece è molto di più di una semplice indossatrice, è la musa che ispira lo stilista a creare l’abito perfetto per lei. Tra le più famose ricordiamo Naomi Campbell, Claudia Schiffer, Cindy Crawford e Carla Bruni. Vi sorprenderà scoprire che la figura della top model è stata inventata proprio da un italiano negli anni ‘90, il grandissimo Gianni Versace.
6. Caso Versace
Proprio Gianni Versace, grande icona della moda italiana, ha fatto una fine tragica. Gianni Versace è stato assassinato davanti alla sua villa di Miami da un giovane di 23 anni, Andrew Cunanan, serial killer all’apice di un delirio omicida durato 90 giorni. La polizia ha inizialmente archiviato il caso come un suicidio e l’eredità del brand è passata alla sorella minore Donatella Versace. Se la vicenda vi incuriosisce,Sun, 26 Nov 2023 - 13min - 489 - Gli ERRORI più comuni con il verbo ANDARE
Il verbo ANDARE indica non solo uno spostamento fisico, ma ha anche tante altre sfumature che possono causare confusione. Vediamo insieme i 5 errori e dubbi più comuni per gli stranieri con questo verbo!
Tutte le Sfumature e gli Usi del verbo ANDARE
ANDARE significa "recarsi, dirigersi verso un luogo".
Ma quali sono i suoi usi particolari o gli errori che gli stranieri commettono più spesso con questo verbo?
ANDARE al posto di VENIRE
Un errore comune è quello di confondere il verbo ANDARE con il verbo VENIRE, in quanto entrambi indicano uno spostamento verso un luogo, ma non sono sinonimi e quindi non sono intercambiabili!
La differenza sta nel punto di vista.
ANDARE significa spostarsi verso un luogo o una persona lontana da chi parla o da chi ascolta.
VENIRE, invece, indica lo spostamento verso il luogo in cui si trova la persona che sta parlando o la persona con cui si sta parlando, oppure anche verso il luogo in cui una delle due persone sta andando.
Vediamo meglio cosa si intende con degli esempi.
Cominciamo con il verbo ANDARE:
1. Vado al ristorante stasera perché non ho voglia di cucinare.
2. Andremo da Ludovica per festeggiare il suo compleanno.
Come potete vedere negli esempi precedenti, tutti i luoghi espressi sono lontani da dove si trova ora il parlante (e l'interlocutore).
Vediamo ora un paio di esempi col verbo VENIRE:
1. Vieni a casa mia stasera: possiamo guardare la partita e mangiare una pizza. (= spostamento verso il luogo dove si trova la persona che sta parlando)
2. Posso venire un attimo da te? Ho bisogno di parlarti. (= spostamento verso il luogo dove si trova la persona con cui si sta parlando)
3. Vieni anche tu alla festa di stasera? Sarà sulla spiaggia, quindi immagino che ci divertiremo un sacco! (= spostamento verso il luogo dove uno dei parlanti sta andando)
ANDARE + PARTICIPIO PASSATO: cosa significa?
Il verbo ANDARE può essere usato in alcuni casi seguito dal participio passato di un altro verbo.
Questa costruzione assume una forma passiva e un senso del “dovere”, indicando qualcosa che deve essere fatto.
Per esempio:
1. Se il computer non funziona più, va cambiato. (= deve essere cambiato)
2. Le cose che si cominciano vanno finite. (= devono essere finite)
3. Gli ospiti nella stanza 17 vanno svegliati alle 6 di mattina domani. (= devono essere svegliati)
ANDARE + gerundio: cosa significa?
Questa struttura del verbo è progressiva: c’è quindi un significato sottinteso di “ripetutamente, via via, continuamente”.
Indica, perciò, un’azione che non si svolge in un momento specifico, ma è già iniziata nel passato, si sta protraendo nel presente e continuerà anche nel futuro.
Vediamo alcuni esempi!
1. A volte mi chiedo proprio cosa tu vada cercando nella vita.
2. Ci sono due persone che vanno domandando informazioni sul tuo conto… Le conosci?
3. Sono anni che vado ripetendo la stessa cosa: non devi mai prestare soldi ai conoscenti.
Mon, 20 Nov 2023 - 13min - 488 - PAROLE aggiunte nel vocabolario italiano dopo l’anno 2000
La lingua italiana, come tutte le altre, si arricchisce costantemente di nuove parole e termini. Questo è dovuto al fatto che la nostra vita influenza moltissimo ciò che diciamo e come parliamo. Tra i neologismi, infatti, rientrano tutte quelle parole che fanno parte della nostra quotidianità.
NEOLOGISMI della lingua italiana
Dopo l'anno 2000 il vocabolario italiano si è arricchito di molte nuove parole.
Esse derivano da mondi diversi, perché la lingua si evolve e si adatta in base ai cambiamenti della società.
Vediamo insieme i termini più diffusi provenienti da vari settori!
Dal mondo dei giovani:
1) Friendzonare = rifiutare uno spasimante e respingerlo all'interno di un semplice rapporto di amicizia, in quanto non si condividono gli stessi sentimenti.
2) Blastare = nel mondo dei social network, rispondere duramente a qualcuno, attaccarlo, deriderlo o zittirlo pubblicamente per aver detto una sciocchezza, solitamente da una posizione di presunta superiorità intellettuale.
3) Instagrammabile = foto, immagine o video adatto per essere condiviso sui social, in particolare Instagram, perché sicuramente attirerebbe molti seguaci e Mi piace.
Dal mondo di trap o rap:
1) Dissare = nel rap, l’insieme degli insulti e delle offese nel testo di una canzone, dirette a un altro soggetto specifico. Deriva dalla parola inglese “disrespecting” (mancare di rispetto).
2) Sbatti = il darsi da fare, anche improduttivamente, nel tentativo di ottenere un determinato risultato. Non avere lo sbatti di + INFINITO: non avere voglia di fare qualcosa di noioso o pesante. È stato reso famoso dal cantate italiano Il Pagante.
Per scoprire tutte le altre, guarda il video sulle parole derivate dal mondo del rap.
Dal COVID-19:
1) Tamponarsi = sottoporsi ad un tampone, cioè un test per scoprire se il virus è nell’organismo.
2) Distanziamento sociale = l’insieme delle misure necessarie a contenere la diffusione di un’epidemia o pandemia, come, per esempio, quarantena dei soggetti a rischio o positivi, isolamento domestico, divieto o limitazione degli assembramenti, chiusura delle scuole.
3) Didattica a distanza (DAD) = la modalità di apprendimento online e, quindi, non in presenza. Si è diffuso in Italia dopo la chiusura delle scuola a marzo 2020 a causa della pandemia da COVID-19.
Dal mondo della tecnologia:
1) Virale = un contenuto video o foto che si diffonde molto facilmente sul web, diventando spesso tanto popolare da dare vita a una nuova tendenza.
2) Memare = creare e/o postare meme (contenuti digitali, spesso umoristici) e utilizzarli per prendere in giro.
3) Whatsappare = inviare, scambiarsi dei messaggi, tramite l’applicazione di messaggistica WhatsApp.
4) Disiscriversi = cancellare, revocare un'iscrizione.
5) Spoilerare = rivelare in anticipo, in parte o del tutto, la trama o il finale di un film o una serie TV.
6) Triggerare = nel suo significato più diffuso sul web, provocare una reazione di rabbia in qualcuno.
7) Twittare = pubblicare brevi messaggi di testo sulla piattaforma Twitter (ora X).
Altri neologismi nel vocabolario italiano:
1) Badante = la persona,Tue, 14 Nov 2023 - 16min - 487 - FARE o FARCI? STARE o STARCI? Un CI cambia tutto!
La particella CI dà tanti problemi a chi studia italiano, lo sappiamo. In questa lezione scopriremo come la particella CI, aggiunta ad alcuni verbi, ne crea di nuovi, dal significato completamente diverso!
Come la particella CI cambia completamente il significato di un verbo
Prima di proseguire, assicurati di conoscere bene le particelle italiane CI e NE!
Se invece le padroneggi, puoi continuare la lettura!
In italiano ci sono alcuni verbi che cambiano completamente significato quando gli si aggiunge la particella CI.
Ecco alcuni esempi:
1. CASCARE - CASCARCI
CASCARE: Cadere (familiare).
CASCARCI: Cadere in un tranello o in uno scherzo, farsi abbindolare, farsi ingannare.
Mi ha detto che era cascata dalle scale e che stava male, così sono corsa da lei. Invece voleva solo chiedermi un parere su cosa indossare alla festa… E io che ci sono anche cascata!
2. METTERE - METTERCI
METTERE: Posizionare, collocare qualcosa in un posto.
METTERCI: Impiegare una certa quantità di tempo per fare qualcosa.
Ma quanto tempo ci metti a mettere la frutta nel frigo? Sbrigati: ci sono ancora tante altre cose da fare!
3. PROVARE - PROVARCI
PROVARE:
1 - Sottoporre a prova una cosa per conoscerne qualità e proprietà o per verificarne il funzionamento.
2 - Tentare di fare qualcosa, non sapendo se avrà esito positivo o negativo.
3 - Indossare un capo per vedere come sta.
PROVARCI (con qualcuno): Tentare un approccio amoroso con qualcuno.
Ha provato (2) a imparare il portoghese ma ci ha rinunciato dopo due mesi, ha cominciato a seguire un corso di cucina ma dopo aver provato (1) il suo primo piatto ha capito che non era la strada giusta, allora ha capito che è bravo solo a fare due cose: fare shopping senza provare (3) i capi in camerino e provarci con tutte le ragazze che incontra!
4. VOLERE - VOLERCI
VOLERE: Desiderare qualcosa con decisione.
VOLERCI: Essere necessario.
Voglio una lasagna, ma ci vuole troppo tempo per prepararla, perciò la ordinerò a domicilio da un ristorante.
5. FARE - FARCI
FARE: Compiere, eseguire.
FARCI: Far finta di non capire. Principalmente usato nell’espressione “Ma ci sei o ci fai?” (che significa "Ma sei proprio stupido o stai solo facendo finta?")
Ma ci sei o ci fai? Ti ho detto di fare la valigia ieri e ancora non l’hai fatta… Mi prendi in giro?
6. STARE - STARCI
STARE: Restare, trovarsi in un certo ambiente, luogo o situazione.
STARCI:
1 - Poter essere contenuto, entrare, trovare posto.
2 - Essere d’accordo, partecipare, aderire.
3 - Essere, mostrarsi disponibile a rapporti amorosi (colloquiale).
Andremo in montagna e staremo in uno chalet per tutto il fine settimana. Siamo in sette e forse sette persone non ci stanno (1) nello chalet, ma proveremo a farlo funzionare. Ci stai? (2) Ti piace il piano?Fri, 10 Nov 2023 - 10min - 486 - I Mestieri Italiani dalla A alla Z
Conoscete già i nomi di alcuni dei lavori più comuni in italiano? Se la risposta è "no", proseguite con la lettura per scoprirli insieme.
Lista dei lavori in italiano in ordine alfabetico
In questo articolo troverete una lista di mestieri comuni (in italiano) in ordine alfabetico. Mettiamoci subito al lavoro!
A
- Addestratore (cinofilo / di cani)
Chi aiuta i cani a imparare i giusti comportamenti, azioni e reazioni in modo che possa svolgere determinate attività utili per un lavoro (ricerca, salvataggio…) o inserirsi al meglio nel contesto sociale e famigliare.
- Agricoltore
Chi svolge un’attività nell’agricoltura, sia come responsabile della conduzione del fondo, sia come lavoratore. Spesso è usato come sinonimo di “contadino”, anche se questo è un po’ più specifico: è una persona che vive e lavora nei campi in aperta campagna.
- Allevatore
Chi si occupa di far crescere e riprodurre animali per ricavarne cibo, prodotti, servizi o ricavo economico.
- Animatore
Chi, in villaggi vacanze, hotel o navi da crociera, intrattiene, diverte e coinvolge gli ospiti con attività di gruppo (balli, sport, fitness…) oppure, durante eventi, intrattiene e fa divertire i bambini, che altrimenti si annoierebbero.
- Arbitro
Chi, durante una competizione sportiva, applica e fa rispettare il regolamento, assegna punti e/o penalità, scandisce inizio e fine della gara.
- Archeologo
Chi studia i reperti con valore storico, dando importanza anche alla loro conservazione e valorizzazione.
- Architetto
Chi progetta, dirige e segue la realizzazione e la restaurazione di edifici.
- Attore
Chi interpreta un ruolo durante un’esibizione teatrale, televisiva o cinematografica.
- Avvocato
Chi difende la causa del proprio cliente di fronte a un tribunale, applicando i principi di legge.
B
- Bagnino
Chi si occupa di vigilare sulla sicurezza dei bagnanti in un tratto di spiaggia o in una piscina pubblica.
- Barbiere
Chi taglia capelli e barba a clienti uomini.
- Barista
Chi lavora al banco di un bar, servendo caffè, bevande e cibo ai clienti.
- Benzinaio
Chi si occupa della distribuzione di carburante (benzina, GPL, diesel) ai veicoli presso le stazioni di servizio.
- Bidello
Chi lavora in una scuola e si occupa di mantenere gli ambienti puliti, fornire il materiale necessario agli insegnanti e vigilare gli studenti in assenza degli insegnanti.
C
- Calzolaio
Chi ripara le scarpe (calzature) cucendo, incollando, riparando tacchi e suole…
- Cameriere
Chi serve cibo e bevande ai clienti in un bar, un ristorante o un albergo.
- Capotreno
Capo del personale addetto a un treno.
- Cassiere
Chi si occupa della cassa in banche, aziende, negozi, esercizi pubblici.
- Commesso
In un negozio,Sun, 05 Nov 2023 - 7min - 485 - ESPRESSIONI alternative al verbo “LITIGARE” in ITALIANO
Prima o poi capita a tutti nella vita di litigare… e poi sfogarsi con qualcuno per raccontargli tutto. Però, se ci pensate, è un po’ noioso dire sempre “ho avuto un litigio con lui”, “sto litigando con lei”. No? In questa lezione, quindi, approfondiremo le alternative al verbo “litigare”, ognuna con le sue proprie sfumature e particolarità.
10 Modi per Sostituire il Verbo "LITIGARE" in italiano
In italiano esistono diversi modi per dire di aver litigato con qualcuno, e questi si differenziano in base al grado di intensità e alle modalità che caratterizzano la lite. Queste espressioni sono delle valide alternative da utilizzare in varie situazioni, consentendo di essere più precisi ed evitando di risultare ripetitivi.
Pronti a scoprirle insieme?
1. Discutere / Avere una discussione
Significa conversare più o meno animatamente su un argomento, ma anche dibattere o avere uno scambio di vedute.
Può essere usato sia con il significato di "litigare" (a parole), sia con il significato di "avere una conversazione pacata su un determinato argomento, scambiandosi idee e opinioni", senza cadere in un litigio.
Esempio:
Durante la riunione di condominio , i condomini hanno avuto un'accesa discussione, così non è stata presa nemmeno una decisione.
Io e il mio studente abbiamo discusso delle tradizioni in Italia e nel suo Paese.
2. Rimbeccarsi
Litigare scambiandosi battute critiche e ostili; discutere a botta e risposta. Sottolinea la prontezza, la perspicacia e la vivacità delle interazioni tra i litiganti.
Esempio:
Hanno un brutto carattere: si rimbeccano tutto il giorno in ufficio!
3. Bisticciare
Litigare con qualcuno con vivacità, ma in modo scherzoso o comunque poco grave.
Di solito bisticciano due persone che vanno generalmente d’accordo, ma che non si tirano indietro quando si tratta di esprimere un parere o un punto di vista diverso da quello dell’altra persona.
Esempio:
Paolo e sua moglie bisticciano sempre quando devono scegliere dove passare le vacanze.
4. Battibeccare
Sinonimo di “bisticciare”.Un battibecco, infatti, è un litigio poco grave, una discussione fatta di botta e risposta (meno intenso di rimbeccarsi).Esempio:
Quando hanno cominciato a parlare di politica, la cena si è trasformata in un battibecco continuo.
5. Attaccare briga
provocare, causare, incominciare una lite.Da questo verbo deriva un sostantivo molto utilizzato: attaccabrighe, cioè una persona sempre pronta a fare lite con tutti.
Esempio:
È una persona odiosa: orgogliosa, maleducata e attaccabrighe! Meglio non averci niente a che fare…
6. Avere un alterco / Altercarsi
Avere uno scontro verbale piuttosto violento, ma comunque senza ricorrere alle mani, alla violenza fisica.
Un’altra espressione simile è “avere un diverbio”.
Sono tutte piuttosto formali.
Tue, 31 Oct 2023 - 11min - 484 - Parole Chiave sull’ARTE in Italiano
L’Italia è il Paese dell’arte, lo sappiamo tutti. Ma quali sono le parole e le espressioni più opportune per parlare di arte e di quadri in italiano? Proseguite con la lettura per scoprirle!
Lessico per parlare nei Musei in Italia
1. DIPINTO
Opera d’arte che consiste in un’immagine su una tela o una tavola, creata usando dei colori e un pennello. Un dipinto può raffigurare paesaggi, ritratti, scene di vita, nature morte, ecc…
I colori usati possono essere tempere, acquerelli, colori a olio, colori acrilici.
Il dipinto di un paesaggio di montagna era appeso sulla parete della sala da pranzo.
2. QUADRO
Qual è la differenza rispetto a un dipinto? Un quadro è pur sempre un dipinto, ma con delle caratteristiche molto specifiche: un dipinto si può anche chiamare quadro se realizzato su un supporto mobile e se è racchiuso in una cornice.
Il quadro di Monet appeso in questo museo è un capolavoro.
3. NATURA MORTA
La natura morta è una raffigurazione pittorica che rappresenta degli oggetti inanimati: fiori, frutta, piatti, bottiglie, arredamento ecc…
Queste rappresentazioni sono molto realistiche e dettagliate per creare un ordine visivo. La natura morta viene utilizzata come celebrazione della bellezza della vita quotidiana, attraverso oggetti di uso comune.
Questo dipinto raffigurante un vaso di fiori freschi e una mela rossa sul tavolo rappresenta la natura morta.
4. TELA
Riquadro di tessuto resistente e liscio, soprattutto lino o canapa, che viene teso su un telaio e che costituisce il supporto su cui realizzare un dipinto a olio o a tempera.
Spesso, si può utilizzare la parola “tela” con significato esteso, anche per indicare un “quadro” vero e proprio.
Il pittore ha scelto una grande tela bianca per la sua opera.
5. SCULTURA
La scultura è un’opera che rappresenta figure o immagini a tutto tondo o in rilievo, ottenuta modellando o incidendo materiali come marmo, pietra, legno, bronzo.
Il David di Michelangelo è una delle sculture più famose al mondo.
6. ARTISTA
Colui che crea le opere d’arte.
L’artista è stato molto bravo nel creare questo dipinto.
7. PITTORE - SCULTORE
Un artista che crea opere d’arte utilizzando dei colori su una tela. Può utilizzare diverse tecniche di pittura e creare ritratti, scene di vita o opere astratte.
Un artista che realizza sculture si chiama invece “scultore”.
Frida Kahlo è stata una pittrice messicana famosa per i suoi autoritratti.
8. MUSEO
Luogo in cui sono raccolte opere d’arte o oggetti di particolare interesse artistico o storico-scientifico, che sono esposti per il pubblico che vuole vederli.
I musei possono essere gratuiti o a pagamento e offrono servizi come visite guidate e mostre temporanee.
Il British Museum di Londra è uno dei musei più antichi e famosi al mondo.
9. MOSTRA D'ARTE
Evento in cui vengono esposte le opere di uno o più artisti.Sat, 28 Oct 2023 - 11min - 483 - ERRORI con gli AGGETTIVI e PRONOMI INDEFINITI (qualche, alcuno, nessuno…)
In questa lezione scopriremo quali sono gli errori più comuni commessi dagli stranieri con gli aggettivi e pronomi indefiniti, come QUALCHE, ALCUNO o NESSUNO.
Errori frequenti e uso dei pronomi e degli aggettivi indefiniti
«Ci sono ancora qualche argomenti di cui non hai parlato nei video? Alcuno te li suggerisce? Come funziona? Me lo sono sempre chiesta. Chiunque vuole farti delle domande, può scriverle nei commenti e tu poi rispondi nei video? So niente di tutte le dinamiche dietro i video! Dimmi di più, altrimenti non ti aiuto più! Non ho alcuna voglia di aiutarti rimanendo all’oscuro!»
Non avete notato niente di strano nella frase?
Ebbene, la frase contiene diversi errori, tutti con i pronomi e gli aggettivi indefiniti: in questo articolo, li identificheremo, ve li spiegherò e vi mostrerò come fare per evitarli!
1. QUALCHE + PLURALE (Qualche argomenti)
Qualche è un aggettivo indefinito che indica una piccola e non specificata quantità di qualcosa. Chiaramente però la quantità è “più di uno”.
Perciò un errore molto frequente tra gli studenti di italiano è quello di utilizzare, dopo QUALCHE, un sostantivo plurale, proprio perché si pensa che si riferisca a più di una cosa.
Però forme come qualche persone, qualche mele, qualche libri sono sbagliate!
Esempi:
C’era qualche persona in fila prima di noi.
Ho mangiato qualche mela prima di venire qui.
Gli ho prestato qualche libro.
Se voleste invece usare il sostantivo plurale, dovreste sostituire qualche con il suo sinonimo, alcuni/alcune, infatti questa parola (che ha lo stesso significato di qualche) va sempre seguita da un nome plurale e varia dal maschile al femminile, quindi si potrebbe dire anche alcune persone, alcune mele, alcuni libri.
2. ALCUNO in frasi affermative e interrogative (Alcuno te li suggerisce?)
Attenzione!
ALCUNI, che abbiamo appena visto come sinonimo di “qualche”, è molto diverso dal singolare ALCUNO.
Si usano in maniera diversa e significano anche due cose diverse!
Infatti, alcuno, alcuna e alcun si usano solamente nelle frasi negative e al singolare, con il significato di “nessuno”.
Esempi:
Non mi ha fatto alcuno sconto!
Non c’è alcuna ragione per arrabbiarsi così tanto.
Non c’è alcun dubbio riguardo alla sua identità.
Mai alcuno, alcuna e alcun possono essere usati in frasi affermative o interrogative.
Dunque, frasi come…
Alcuno ha visto i miei occhiali?
oppure
C’è alcuna persona ad aspettarti.
…sono sbagliate!
In questi casi, bisognerebbe proprio sostituire “alcuno”.
Qualcuno ha visto i miei occhiali?
C’è qualche persona ad aspettarti.
3. CHIUNQUE/QUALUNQUE: indicativo o congiuntivo? (Chiunque vuole)
Qui la questione si fa un po’ più complicata.
Infatti, il pronome indefinito chiunque (= qualsiasi persona), così come l’aggettivo qualunque (= qualsiasi), può essere seguito sia dall’indicativo che dal congiuntivo, in base a quello che esprime:
Sun, 15 Oct 2023 - 11min - 482 - Errori Comuni con le PREPOSIZIONI italiane
Una delle difficoltà principali che gli stranieri incontrano nell'apprendere l'italiano riguarda l'uso corretto delle preposizioni, come ben sappiamo. Spesso si commettono errori in questo ambito, perciò in questa lezione affronteremo cinque errori comuni che molti stranieri, anche quelli più avanzati, tendono a fare. Spero che questa guida vi aiuti a evitarli in futuro!
Come usare le PREPOSIZIONI in italiano
Prima di leggere quest'articolo, vi consigliamo di dare un'occhiata alla nostra lezione sulle preposizioni semplici italiane. Sapete già quali sono tutte le preposizioni semplici italiane e come si usano? Bene, allora ecco la lista degli errori comuni da evitare con le preposizioni:
1. È IMPORTANTE DI fare
Siate sinceri: vi è capitato almeno una volta nella vita di dire una frase simile. No?
Bene… è sbagliata!
La struttura corretta è:
È + aggettivo + verbo all’infinito
Questa struttura esprime la natura di un'azione, ne specifica la qualità. È come affermare "fare è importante". Pertanto, non è necessario aggiungere nulla, nemmeno la preposizione DI.
Quindi, per quanto riguarda la nostra frase iniziale, la forma corretta è: è importante fare.
Ecco altri esempi con questa struttura:
È scorretto copiare agli esami.
È fondamentale conoscere la cultura del Paese in cui si vive.
È necessario comunicare i propri dati personali al servizio di assistenza.
2. LA RAGAZZA ... CAPELLI BIONDI
Se vi chiedessi di completare questa frase con una preposizione, quale usereste?
Forse CON? La ragazza con i capelli biondi. Sì, è giusto.
Ma se io vi dicessi che si può usare anche un’altra preposizione per dire la stessa cosa? Eh già…
Molti stranieri pensano che sia un errore, e invece non lo è.
Per fornire più dettagli riguardo all’aspetto esterno o al carattere di persone o cose, è possibile anche usare la preposizione DA. Quindi si può dire anche: La ragazza dai capelli biondi.
Entrambe le forme sono corrette, ma l'uso di DA è considerato più elegante, soprattutto in contesti formali.
Per esempio, c’è un cartone animato chiamato Anna dai capelli rossi.
Oppure, la novella di Honoré de Balzac (La Fille aux yeux d’or) è stata tradotta in italiano come La ragazza dagli occhi d’oro.
La preposizione DA in questo caso viene quasi sempre utilizzata come preposizione articolata (dal, dai, dalla) e l’articolo concorda per genere e numero con la caratteristica descritta.
Ecco alcuni esempi:
Sono seduta sotto la pianta dalle foglie rosse.Il ragazzo dagli occhi azzurri si chiama Luca.Quel cane dal pelo lungo è di Carol.
Una nota importante: è possibile usare DA per fornire dettagli su caratteristiche che appartengono a quella cosa o persona, nel senso che è nata proprio con quelle caratteristiche, come potete vedere dagli esempi. Invece, si può usare CON anche per fornire dettagli su altre caratteristiche, per esempio cose che sono state comprate dalla persona in questione.
Perciò:
Il ragazzo con i capelli castani = Il ragazzo dai capelli castani
MA
Il ragazzo con la Ferrari e non Il ragazzo dalla Ferrari
Thu, 05 Oct 2023 - 13min - 481 - Gli ERRORI che gli italiani commettono con i verbi!
In questa lezione vi presenterò gli errori più comuni che gli stranieri (e anche molti italiani) commettono con i verbi italiani. Si tratta di dubbi che anche alcuni italiani possono avere, dunque non è una lezione da principianti, bensì una per tutti!
Gli errori verbali più comuni tra gli italiani
In questo articolo potete trovare una lista di 12 errori da evitare quando scrivete o parlate in italiano. Parleremo delle regole che hanno a che fare con i verbi, spesso ignorate persino dagli italiani stessi! Per ciascuna regola troverete sia un esempio di errore che un esempio corretto al fine di comprendere la regola nella maniera più chiara possibile.
1. Acconsentire una richiesta
Acconsentire significa “cedere”, “dare il proprio consenso”. Spesso vedo gente usare il verbo acconsentire con un oggetto diretto. Questo, però, è un errore.
La frase corretta è: "Acconsentire a una richiesta", poiché il verbo acconsentire è sempre seguito da un oggetto indiretto, quindi introdotto dalla preposizione A.
2. Accudire a qualcuno
Accudire significa “prendersi cura di”.
Il verbo accudire è transitivo, e ciò vuol dire che è seguito direttamente da un complemento oggetto, e non da una preposizione (come A, per esempio).
Perciò la frase corretta è: "Accudire qualcuno".
3. Adempiere ai propri doveri
Adempiere significa “eseguire, portare a compimento”. Anche questo verbo è transitivo, perciò è sempre seguito da un oggetto diretto e MAI da una preposizione (come A, per esempio).
Dunque, la frase corretta è: "Adempiere i propri doveri".
4. Mi aspetta un premio
È sicuramente un po’ bizzarro che un premio possa aspettare me, una persona. Eppure questo tipo di frase si sente spesso, anche da parte di qualche italiano. In realtà, ad essere sbagliato è proprio il verbo usato.
Il verbo corretto è spettare, e non aspettare. Aspettare, come tutti sicuramente sapete, significa “attendere l’arrivo o il verificarsi di qualcosa o qualcuno”.
Ma quello che si voleva dire nella frase originale è che “un premio mi è dovuto per diritto”. E il verbo che esprime l’ “essere dovuto a qualcuno per diritto” è proprio il verbo “spettare”, che si comporta come il verbo “piacere”.
Quindi la frase giusta è: "Mi spetta un premio".
5. Esaudire ai desideri
Esaudire significa “realizzare”.
Anche qui, come spesso abbiamo visto, il verbo è transitivo. Perciò usare la preposizione A dopo è un errore, in quanto regge un oggetto diretto.
Quindi la forma giusta sarà: "Esaudire i desideri".
6. Il mio lavoro consiste di traduzioni
Il verbo consistere ha due significati:
“essere composto, essere formato (da qualcosa)”. In questo caso è di solito seguito dalla preposizione DI. Per esempio: "La mia colazione consiste di latte e biscotti".
“essere basato (su qualcosa)”. In questo caso è di solito seguito dalla preposizione IN. Quindi la frase giusta è: "Il mio lavoro consiste in traduzioni". Cioè: Il mio lavoro è basato sulle traduzioni.
7. Mi gratta la schiena
Grattare significa “sfregare una parte del corpo con le unghie o con un oggetto”.
Se invece si vuole indicare la sensazione di fastidio sulla pelle che ci obbliga a grattarci...Fri, 22 Sep 2023 - 14min - 480 - Impara le Espressioni Regionali italiane Usate (quasi) in TUTTA Italia!
Ma come si parla nelle varie regioni italiane? Ecco, di questo parleremo in questa lezione! A seconda di dove vi troviate in Italia, potrebbe capitarvi di sentire espressioni particolari, mai viste prima. È normale, perché ogni regione ha i suoi propri modi di dire peculiari, usati più spesso lì ma conosciuti in tutta Italia. Questi sono affascinanti perché sono influenzati dal dialetto locale o comunque dalla storia e dalla cultura delle varie regioni. Vedremo i più comuni e famosi!
Espressioni Italiane Popolari per Regione
1. LAZIO
“Daje"
Non è altro che la versione romana dell’esclamazione italiana “Dai”, ma ha anche più usi e significati di questa!
Ormai sta conquistando l’Italia… e il mondo! All’inizio gli stranieri non la comprendono, ma poi ce la invidiano!
Perché? Perché, come dicevo, sta bene ovunque, come il prezzemolo:
può mettere fretta (Daje! S’è fatta ‘na certa!)
può esprimere consenso e dare conferma (Mangiamo pollo stasera? Daje.)
può incoraggiare (Daje! Vai e spacca tutto!)
può esprimere chiusura (Daje. Ce l’abbiamo fatta a finire il progetto. Adesso possiamo riposarci)
può esprimere gioia, felicità (Daje! La Roma ha vinto ancora!)
può esprimere sorpresa o fastidio (Daje! Che figo il tuo nuovo appartamento! / Daje! Non impari mai tu! Hai sbagliato ancora!)
soprattutto tra i giovani, è usata anche come saluto (Daje, zio! Se beccamo!)
"Cercà Maria pe' Roma"
Notate le abbreviazioni nell’espressione, queste sono tipiche del dialetto.
Questo modo di dire è utilizzato quando la ricerca di qualcosa o qualcuno è davvero complicata, per non dire impossibile.
È un sinonimo dell’espressione italiana "Cercare un ago in un pagliaio".
2. TOSCANA
“Mi garba parecchio” / “Non mi garba per nulla”
Il verbo “garbare” è tipico della regione toscana, usato semplicemente come equivalente del verbo italiano “piacere”, sia in riferimento a cose che a persone.
Piccola curiosità: sapete perché si dice così?
Viene dal nome di una vecchia via fiorentina: via del Garbo (oggi via Condotta). Qui si concentravano le botteghe degli artigiani che producevano i più eleganti e costosi panni di lana, apprezzati e venduti in tutta Europa.
Questi artigiani utilizzavano, per le loro produzioni, una lana pregiata proveniente dal Sultanato arabo di Garbo (nell’Africa Settentrionale), da cui il nome della via.
3. EMILIA ROMAGNA
Valà! / Ma va là!
Si tratta di un’espressione tipica romagnola, ma diffusa in tutta l’Italia del nord. Difficile trovare un equivalente in altre lingue, perché ha tantissimi significati:
usata come "figurati!" a chi ringrazia, come per dire “non ti preoccupare assolutamente” (Valà! Non è niente, non preoccuparti!)
per esprimere scetticismo e incredulità (Ma va là! Non ci credo!)
prima di fare una cosa che non si vuole fare ma che tocca (Valà, facciamo anche questa…)
per sottintendere qualcosa (Valà, valà… Hai capito cosa intendo!)
Sorbole! (letto “Sciorbole”)
Esclamazione tipica di Bologna che esprime stupore per qualcosa che si è visto/sentito.Wed, 06 Sep 2023 - 19min - 479 - 5 Errori da Evitare con il Verbo SUCCEDERE in italiano
In questo articolo ci occuperemo dei 5 errori più comuni da evitare quando si usa un verbo molto comune nella lingua italiana: il verbo SUCCEDERE.
Errori Comuni con il Verbo SUCCEDERE
Conoscete già il verbo SUCCEDERE? Significa “accadere, avvenire, verificarsi”.
Anche se è sicuramente uno dei primi verbi che si imparano, non smette mai di causare confusione, mal di testa e qualche errore!
Perciò, in questo articolo vedremo quali sono i 5 errori più comuni commessi dagli stranieri con il verbo SUCCEDERE e cercheremo di capire perché, così che non li commettiate più!
Pronti?
1 - SUCCESSO o SUCCEDUTO?
Moltissimi stranieri sbagliano il participio passato del verbo “succedere”.
Partendo dall’infinito, infatti, si tende a pensare che il participio passato sia “succeduto”, ma in realtà non è così.
Il verbo succedere ha un participio passato irregolare: “successo”.
Ecco alcuni esempi:
Non mi avevi detto di aver cambiato casa… Quando è successo?
Perché mi hai chiamato la notte scorsa? Cos’era successo di tanto grave?
Attenzione però… Non è finita qui! SUCCEDUTO non è interamente sbagliato!!!
E questo ci porta al prossimo errore…
2 - L’altro significato di “SUCCEDERE”
Sicuramente SUCCEDUTO non si può mai utilizzare quando succedere ha significato di “avvenire”, ma…
“Succedere” ha anche un altro significato… e cioè quello di “subentrare”, “prendere il posto lasciato vuoto da altri in una carica, un titolo…”. Si trova molto spesso con questo significato nei libri di storia, quando vengono descritte le linee di successione al trono dei vari regni.
Molti stranieri non lo sanno e per questo fraintendono alcune frasi.
Ebbene, “succeduto” si usa come participio passato di succedere quando ha proprio questo significato.
Per esempio:
Dopo la morte del re, gli è succeduto sul trono il figlio maggiore.
Ad Augusto, primo imperatore romano, successe Tiberio.
Il padre è andato in pensione, e nella direzione dell’azienda sono succeduti i due figli.
3 - HA SUCCESSO vs È SUCCESSO
Sebbene entrambe queste forme siano grammaticalmente corrette, vogliono dire due cose molto diverse fra loro.
Molti stranieri dicono “ha successo” come passato prossimo del verbo “succedere”, ma questo è un errore!
Vediamo perché…
“È successo” è la forma corretta del passato prossimo di succedere: infatti con questo verbo richiede il verbo essere come ausiliare. “È successo”, quindi, indica semplicemente che qualcosa è avvenuto nel passato.
Per esempio:
È successo un casino! Abbiamo scambiato i documenti di due clienti e ora sono arrabbiatissimi!
2. In “Ha successo”, invece, “successo” non è il participio passato del verbo succedere, bensì un sostantivo. Come nome, successo indica la buona riuscita di qualcosa, un esito favorevole, un risultato felice.
Luigi è estremamente capace, perciò ha molto successo nel suo lavoro.
Quella band ha avuto successo in tutto il mondo sin da subito.
Sun, 03 Sep 2023 - 12min - 478 - Come Imparare una Lingua con i Film e le Serie TV
Imparare una lingua esclusivamente da un libro di testo o studiando solo la grammatica può risultare stancante, noioso e poco stimolante. Ora, non sto dicendo che questo tipo di studio non vada fatto, perché comunque è fondamentale. Quello che voglio dire è che è utile alternare lo studio a momenti di relax e attività divertenti ma ugualmente “didattici”, come guardare un film o una serie TV.
Imparare l’Italiano guardando Film e Serie TV
Ricevo tante domande su questa questione…
Come posso davvero imparare attraverso la visione di film o serie?
Per quanto tempo al giorno devo guardare?
Posso attivare i sottotitoli? In quale lingua?
Devo mettere pausa ogni volta che non capisco una parola?
Devo riguardare una scena se non ho capito il senso di ciò che è stato detto?
Devo prendere appunti durante o dopo la visione?
Domande completamente legittime! A cui ho deciso di rispondere una volta per tutte in questo video!
Per cominciare, però, bisogna ricordare che per sfruttare al meglio il potenziale di queste risorse, occorre conoscere il proprio livello di lingua. Solo così si può lavorare al meglio, perché in ogni livello ci sono punti di forza e punti su cui lavorare che sono diversi.
1. Lingopie
Prima di entrare nel dettaglio di come ogni persona dovrebbe lavorare, in base al proprio livello, attraverso film e serie TV, voglio parlarti di un mezzo che ho trovato essere molto utile per questo tipo di apprendimento, e cioè Lingopie, lo sponsor di questo video.
Si tratta di una piattaforma che offre moltissimi contenuti in diverse lingue straniere (francese, italiano, tedesco, spagnolo, portoghese, russo, giapponese e coreano!), destinati proprio a chiunque ne stia imparando una (o più).
Come ti dicevo, film e serie sono un ottimo mezzo di supporto allo studio, per renderlo più dinamico e divertente. Lingopie ti dà la possibilità di immergerti completamente nei contenuti e sfruttarli al meglio per apprendere cose nuove.
Una volta che hai selezionato la lingua che stai imparando, avrai accesso a tantissimi contenuti in quella determinata lingua, che vengono aggiornati e incrementati ogni settimana: serie tv, film, documentari e molto altro!
A differenza delle normali piattaforme di streaming, questa è perfetta per lo studio! Ad esempio, offre sottotitoli interattivi! Cioè ti basta cliccare sulla parola che non conosci per impararne la traduzione.
Oppure, puoi selezionarli in due lingue, quindi puoi usarli nella tua lingua madre e nella lingua originale del video che stai guardando.
Chiaramente, puoi regolare tu la velocità del video (e quindi farlo andare più lentamente se hai bisogno di più tempo per leggere) oppure puoi riascoltare automaticamente una frase cliccando sull’apposito tasto.
Inoltre, a lato trovi la trascrizione di quello che viene detto, e lì ci sono già sottolineate alcune parole utili per il tuo livello che potresti non conoscere.
Oppure, puoi cliccare tu stesso sulla parola che ti interessa e che non conosci e aggiungerla alle tue proprie flashcards.
Poi, quando vuoi, puoi ripassare tutte le parole che hai salvato attraverso le flashcards e metterti alla prova con i quiz interattivi, che (e questa è una novità a mio parere) includono anche il ripasso della pronuncia! Quindi la piattaforma ti darà un punteggio in base a come hai pronunciato.
Fri, 25 Aug 2023 - 15min - 477 - 10 Espressioni Italiane con i MEZZI di TRASPORTO
Spesso la lingua italiana nasconde sfumature e significati diversi da quello che in apparenza ci sembra sia stato detto. Per aiutarvi ad affrontare qualsiasi conversazione in questo articolo vi proponiamo dieci espressioni idiomatiche utilizzate nell’italiano colloquiale e relazionate con i mezzi di trasporto... che spesso non hanno niente a che fare con i mezzi di trasporto veri e propri!
10 Modi di Dire con i Mezzi di Trasporto
1. Perdere l’ultimo treno
Significa lasciarsi sfuggire un’ultima (buona) occasione.
"Sara ti aveva detto esplicitamente che quell’offerta non sarebbe durata molto... Hai perso l’ultimo treno: adesso non puoi più lavorare per la sua azienda."
2. Essere sulla stessa barca
Significa trovarsi nella stessa situazione (in genere negativa). Di solito lo si dice con tono rassegnato.
"Non essere preoccupato se non hai studiato per l’esame: siamo tutti sulla stessa barca! Qui nessuno ha mai aperto un libro..."
3. Andare come un treno
Significa muoversi, procedere molto velocemente, sia fisicamente che in senso più astratto.
"Giulia, per favore, rallenta un po’! Se vai come un treno quando fai il tuo discorso, nessuno ti seguirà e cominceranno tutti a fare altro!"
4. Hai voluto la bicicletta? E adesso pedala!
Questa espressione sottolinea che bisogna prendersi delle responsabilità dopo aver ottenuto ciò che si è desiderato a lungo, anche se ora sembra meno piacevole.
"In che senso non vuoi fare le pulizie? Eh cara... Hai scelto tu di vivere da sola. Hai voluto la bicicletta? E adesso pedala!"
5. Il treno passa una volta sola
Questo modo di dire ci ricorda che certe occasioni sono ottime ma molto rare: perciò dovremmo approfittarne non appena ci si presentano e non farcele sfuggire.
"Non perdere l’occasione di questo lavoro importante solo perché è all’estero! Il treno passa una volta sola nella vita..."
6. Attaccarsi al tram
Significa arrangiarsi, dover affrontare un problema da soli e contando solo sulle proprie forze. Spesso viene detto con ironia. Si usa anche solo come “Attaccati!”.
"Luca è in ritardo... Come sempre! Basta! Cominciamo a pranzare: quando arriva, si attacca al tram!"
7. La barca fa acqua!
Con questa espressione si vuole segnalare che qualcosa va male o non va come dovrebbe andare.
"Ragazzi... Qui la barca fa acqua da tutte le parti! O ci inventiamo qualcosa per risollevare l’azienda, o dovremo dichiarare bancarotta!"
8. Navigare in cattive acque
Significa trovarsi in una situazione di difficoltà, spesso in riferimento a una situazione economica complicata.
"Non posso permettermi un’auto nuova in questo periodo: stiamo navigando in cattive acque. Ne prenderò una usata."
9. Fare marcia indietro
Significa ritirarsi, indietreggiare, venire meno da qualcosa che si è detto, promesso o fatto. Questa espressione fa riferimento alla retromarcia di un veicolo.
"In realtà ha ragione Luca... Perciò tu dovresti fare marcia indietro su quello che hai detto e chiedergli scusa."
10. Una barca di...
Questa espressione indica una grandissima quantità di qualcosa (come “un botto di”, “una marea di”, “un sacco di").
Fri, 18 Aug 2023 - 9min - 476 - 10 Espressioni Centenarie Ancora Vive e Usate in Italia: Scopri il Loro Percorso nel Tempo!
Una domanda che ricevo spesso dai miei studenti è “Perché si dice…?”, riguardo a una determinata espressione. In italiano esistono molte espressioni con un significato diverso da quello letterale, che possono risultare strane e incomprensibili per chi non conosce il loro uso. In questo video, ho selezionato 10 espressioni apparentemente bizzarre e vi spiegherò perché ognuna di loro “si dice così”, qual è la loro storia. Pronti a scoprirle insieme?
ORIGINE DI 10 ESPRESSIONI IDIOMATICHE ITALIANE
In questo articolo troverete la storia e la spiegazione di 10 espressioni idiomatiche, molto usate dagli italiani.
1. Rendere pan per focaccia
Ricambiare un'offesa o un torto subito; vendicarsi con qualcuno, spesso con una cattiveria maggiore.
Dunque, è un po’ come “occhio per occhio, dente per dente”, ma peggio: perché la vendetta non è della stessa intensità del torto, ma più forte.
Risale al Medioevo; però, l’espressione ha assunto questo significato negativo solo con il passare del tempo.
In origine era molto positiva: infatti, deriva dalla vecchia usanza di buon vicinato di scambiarsi pane e focacce.
Quando le massaie non avevano abbastanza farina, ne chiedevano un po' in prestito alle loro vicine e poi ricambiavano il favore offrendo loro delle focacce. A loro volta, queste vicine preparavano il pane e lo offrivano alle altre, e così via in un circolo infinito di generosità e buone maniere: insomma, del pane per restituire il favore delle focacce.
2. Che pizza!
Sì, ok, la pizza è buona e nessuno ne dubita, ma questo modo di dire ha un significato tutt'altro che positivo. È un’esclamazione usata in riferimento a qualcosa di noioso o fastidioso.
Ad esempio, se qualcuno esclama: “Che pizza che sei!” ti sta comunicando che il tuo atteggiamento non gli è molto gradito. Oppure quando qualcuno ci chiede di fare qualcosa che non abbiamo proprio voglia di fare possiamo dire “Che pizza!”.
Ma perché proprio la pizza che tutti amano è associata a qualcosa di noioso e fastidioso?
Il significato di questa espressione deriva dalla noia, dal fastidio e dall'impazienza che si provano quando si aspetta con grande attesa il processo di lievitazione della pizza, che in genere richiede parecchie ore.
3. Prendere due piccioni con una fava
È uno tra i detti italiani più famosi, ancora oggi largamente utilizzato in italiano e conosciuto da moltissimi stranieri.
Indica che sono stati raggiunti due obiettivi con un’unica mossa; in altre parole, con una singola azione si ottengono due risultati positivi.
Trae la sua origine da una tecnica utilizzata in passato dai cacciatori, che consisteva nell'utilizzare una fava come esca per catturare i colombi selvatici, più di uno in un solo colpo.
4. Per filo e per segno
Letteralmente significa “in modo molto accurato”, “minuziosamente”, “curando i particolari”. È utilizzata quando un'azione è svolta con grandissima precisione o quando un concetto è spiegato con particolare accuratezza.
L'origine dell'espressione si riconduce al lavoro dei taglialegna e degli imbianchini del passato. Per lavorare, dovevano “battere la corda”, ovvero trattenere sulle superfici un filo bagnato nella vernice per poi lasciarlo andare di colpo. Così facendo, si creava un'impronta che funzionasse come tracciato per imbiancare e segare in modo perfetto, senza errori.
5. L'abito non fa il monaco
Thu, 10 Aug 2023 - 15min - 475 - 20 Curiosità sulle REGIONI Italiane: Viaggio tra Storia, Arte e Tradizioni
Piccola o grande che sia, ogni regione italiana ha delle curiosità che la rendono unica e speciale! Allacciate le cinture e preparatevi al decollo, stiamo per fare un viaggio virtuale da nord a sud per scoprirle tutte!
Cosa rende Uniche le REGIONI Italiane?
In questo articolo faremo un viaggio virtuale da nord a sud per scoprire le curiosità sulle regioni italiane. Siete pronti? Si parte!
Valle d'Aosta
La Valle d’Aosta è la regione italiana più piccola e si trova tra le Alpi. Proprio tra queste montagne si trova il “Colle del Gran San Bernardo”, da cui una razza di cane prende il nome: San Bernardo. Ma perché?
Sul Colle del San Bernardo, fin dal 1100, c’era un ospizio gestito da monaci, cioè una casa dove i passanti venivano accolti per riposarsi e ripararsi dal freddo prima di riprendere il loro cammino.
I monaci usavano dei grossi cani per soccorrere i viaggiatori nella neve o nella nebbia, per trasportare cibi e bevande, per difendersi dai ladri e per azionare alcuni macchinari. Nei secoli allevarono i cani incrociando le razze fino ad ottenere l’attuale razza San Bernardo, perfetta per vivere nelle montagne.
Umbria
L’Umbria è definita il cuore d’Italia, proprio perché è la regione più centrale del nostro Paese.
Ma non è tutto! Il cuore è anche il simbolo dell’amore ed è proprio in questa terra che è nato il Santo associato all’amore: San Valentino.
Originario di Terni, San Valentino è un santo e martire cristiano. Fu anche vescovo della stessa città in cui tutt’oggi è celebrato come patrono.
Qui infatti è possibile visitare il Duomo in cui egli non solo celebrava la Messa, ma sposava i giovani innamorati in fuga dalle loro famiglie per sfuggire a destini ostili e matrimoni di convenienza.
Liguria
La Liguria è conosciuta per i tipici paesini sulle scogliere affacciate sul mare.
Nei film ambientati in Italia sono spesso presenti delle scene ambientate in questi luoghi. Sapevate che la Disney vi ha anche ambientato un intero film?
Si tratta ovviamente di un film d’animazione, “Luca”. Lo avete guardato?
Narra la vicenda di Luca, un giovane mostro marino italiano che può assumere sembianze umane e che stringe amicizia con Alberto, un coraggioso suo simile e suo coetaneo. I due, insieme, vanno alla scoperta del mondo degli umani.
La storia si svolge nel paese di Portorosso, in Liguria. In realtà questo paese non esiste ma è ispirato ai paesi delle Cinque Terre.
Non ci sei mai stato? Guarda il video che abbiamo girato durante il nostro viaggio nelle Cinque Terre!
Molise
Gli italiani spesso definiscono in modo scherzoso il Molise come “la regione che non esiste” perché si tratta di una regione piccola e di cui non si sente spesso parlare. Lo sapevate?
Eppure, anche il Molise ha delle curiosità interessanti, come per esempio il fatto che ospiti ‘il paese delle campane’. Si tratta di Agnone, dove vengono prodotte da secoli campane d’eccellenza.
In una fonderia lì vengono ancora oggi create le campane per le chiese d’Italia e del mondo. I Papi stessi, durante il 1900, hanno richiesto la fabbricazione di campane per celebrare le occasioni speciali. Si tratta di una vera arte che è stata perfezionata nei secoli e che viene tramandata da generazioni.
Lombardia
Sapevate che proprio in Lombardia è nato il gelato al gusto stracciate...Wed, 02 Aug 2023 - 23min - 474 - Impara il Lessico Italiano della MUSICA
A chi non piace la musica? Penso che più o meno tutti la ascoltiamo almeno una volta al giorno, mentre lavoriamo, cuciniamo, guidiamo o facciamo qualsiasi altra cosa. Proseguite con la lettura per scoprire le parole più importanti per parlare di musica in italiano!
Parole Utili per parlare di MUSICA in Italiano
In questo articolo, vedremo le parole più importanti del lessico della musica: prendete appunti e potrete finalmente parlare di musica con i vostri amici italiani! A proposito, se hai bisogno di modificare la tua musica e i tuoi video, puoi usare flexclip.com.
1 - CANZONE, BRANO o PEZZO?
La canzone è un componimento musicale di breve durata (alcuni minuti), formato da testo (generalmente in versi) accompagnato da musica.
Insomma, una canzone è quella che cantiamo a squarciagola nella doccia.
Spesso si usano brano e pezzo come sinonimi di canzone.
Ma hanno anche un significato più ampio.
Un brano (o pezzo) è anche un componimento solo strumentale (di sola musica), spesso di maggiore lunghezza e complessità rispetto alla canzone. Per esempio, per la musica classica.
Brano può anche essere una parte di un’opera musicale più ampia (un brano della Primavera di Vivaldi).
2 - STROFA + RITORNELLO
La maggior parte delle canzoni è composta da strofe e un ritornello.
La strofa è un insieme di versi con cui inizia (e prosegue) una canzone. In una canzone, ce ne sono di solito due, tre o quattro, con la stessa musica ma con parole diverse.
Le strofe nella canzone sono di solito divise da un ritornello, cioè un insieme di versi che si ripete tra una strofa e l’altra in una canzone, sempre con le stesse parole.
Questa è la parte di una canzone che solitamente resta più impressa nella mente delle persone, perché è la più orecchiabile e musicabile.
3 - TESTO
L’insieme delle parole di una canzone si chiama testo. Molti stranieri usano la parola lirica / lirica musicale (magari per l’influenza dell’inglese), ma sarebbe preferibile non farlo, sia perché è un termine più antico e poco utilizzato oggi, sia perché potrebbe creare confusione.
In italiano, per lirica si intende (in musica) il melodramma, cioè una rappresentazione teatrale cantata, con accompagnamento di musica e orchestra.
4 - RITMO + MELODIA
Il ritmo è l’insieme di battute che si ripetono per formare la musica. Ogni musica ha un ritmo differente composto da armonia e melodia.
La melodia è il “suono” che rende ogni canzone riconoscibile alle nostre orecchie. Si può anche parlare di motivo con lo stesso significato.
5 - SPARTITO
La composizione grafica di una musica, composta da diverse note musicali ed è destinata a chi suona uno strumento musicale, ad esempio un violino o un pianoforte.
6 - ORCHESTRA
Insieme di strumenti musicali che lavorano insieme per un’esecuzione musicale. Solitamente sono disposti a semicerchio e organizzati in un preciso ordine in base agli strumenti presenti (necessari alla composizione). Sono diretti e organizzati dal DIRETTORE d’orchestra.
7 - CANTANTE - CANTAUTORE - PAROLIERE
Viene definito cantante chi canta per professione.
Può essere l’autore dei propri testi (in questo caso si parlerà di cantautore) o può semplicemente cantare un testo scritto da altri.Wed, 26 Jul 2023 - 12min - 473 - 5 ERRORI più comuni con i PRONOMI in Italiano
Quali sono i 5 errori più comuni che gli stranieri commettono con i pronomi in italiano? Secondo la Treccani, il pronome è quella parte variabile del discorso che si usa al posto di un altro elemento della frase (solitamente il nome, ma può sostituire anche un verbo, un aggettivo o perfino un’intera frase). Esistono diverse categorie di pronomi, in base al significato che si vuole trasmettere e perciò è facile sbagliarsi e confondersi. Facciamo un po’ di chiarezza!
Pronomi in italiano: evita questi 5 errori!
1 - Lo fai te o Lo fai tu?
Sicuramente vi sarà capitato di sentire entrambe le versioni, nonostante la lingua italiana ne consideri corretta soltanto una. Chiariamo innanzitutto la differenza tra tu e te in maniera semplice: il primo si usa sempre con la funzione di soggetto, mentre il secondo con la funzione di complemento.
Per esempio:
Tu vai a Londra. [tu compie l’azione, è il soggetto]
Luca guarda te. [te è il complemento oggetto diretto]
Vengo in vacanza con te. [te è un complemento introdotto da preposizione]
Ma cosa succede nella nostra frase?
Il verbo è “fai”, quindi coniugato alla 2 persona singolare. Questo significa che il pronome di cui abbiamo bisogno qui è il soggetto, perciò “tu”. Quindi la frase corretta è “Lo fai tu”.
ATTENZIONE!
Ci sono casi in cui si usa te invece di tu con funzione di soggetto, ma si tratta generalmente di espressioni fisse, come:
Povero te!
Te compreso / Compreso te
In Italia, nella lingua parlata e soprattutto al nord, si usa molto te al posto di tu con funzione di soggetto, in frasi come:
Dillo te
Vieni anche te?
Hai ragione te
Te vai
Per il momento, la grammatica considera queste forme scorrette. Ma vedremo cosa accadrà nel futuro. Secondo voi, “te” sostituirà completamente “tu”, proprio come è accaduto a “lui, lei” e le forme originali “egli, ella”?
2 - Ci hanno trovato o Ci hanno trovati?
Riceviamo continuamente questa domanda dagli studenti… e in effetti hanno ragione!
Mi dicono “So che devo dire l’ho vista se parlo di una donna, ma, sempre parlando di donne, devo dire ti ho vista o ti ho visto, mi hai visto o mi hai vista?”
La Treccani è molto chiara al riguardo: nei tempi composti con l’ausiliare avere, con un pronome complemento oggetto anteposto, la regola impone l’obbligo di fare l’accordo per genere e numero alla terza persona singolare e plurale, ma lascia libertà di scelta sia per quanto riguarda il genere sia per quanto riguarda il numero, con i pronomi di prima e seconda persona singolare e plurale.
Dunque, chiariamo con degli esempi:
Ho trovato la rivista e l’ho comprata.
[Terza persona singolare, la regola impone l’accordo, perciò non si potrà mai dire “Ho trovato la rivista e l’ho comprato”.]
Ho comprato i libri ma non li ho letti.
[Terza persona plurale, la regola impone l’accordo, perciò non si potrà mai dire “Ho comprato i libri ma non li ho letto”.]
MA
Sara, scusami ma non ti avevo visto.
Sara, scusami ma non ti avevo vista.
[Seconda persona singolare, la regola lascia libertà di scelta riguardo l’accordo: perciò ent...Wed, 19 Jul 2023 - 15min - 472 - Le ESCLAMAZIONI nella Lingua Italiana: Mamma Mia!
La padronanza di una lingua si nota anche dalle risposte che si danno in alcune determinate circostanze, soprattutto se si tratta di esclamazioni. Se utilizzerete nelle conversazioni le esclamazioni che sto per darvi, vi garantisco che tutti si stupiranno e vi diranno “Wow! Parli italiano così bene”. Scommettiamo?
Impariamo le ESCLAMAZIONI italiane
In questo articolo il tema saranno le ESCLAMAZIONI: vedremo quali sono quelle più gettonate in italiano, cosa significano e in quali situazioni usarle!
1. BEN TI STA!
Significa che la persona a cui la si dice si merita quello che le è successo, generalmente in riferimento a cose negative. Spesso è usata quando avevamo avvertito quella persona di non fare una determinata cosa e lei l’ha fatta comunque, ma ha subito conseguenze negative. Si può anche dire “Ti sta bene!” con lo stesso identico significato.
Esempio:
A: Sono caduto dalla sedia…B: Ben ti sta, ti avevo detto di non dondolarti.
2.CI SEI O CI FAI?
Si usa quando qualcuno sta facendo qualcosa di stupido o inopportuno, e appunto gli si chiede se si stia rendendo conto di quello che sta facendo: significa quindi “stai facendo lo stupido apposta o lo sei davvero?”.
Può essere usato con tono scherzoso, ma la maggior parte delle volte si usa quando si è infastiditi dal comportamento di quella persona; perciò può talvolta risultare offensivo se usato a sproposito, quasi come un insulto.
Esempio:
Ma davvero pensavi fosse una buona idea lanciargli addosso un libro? Ci sei o ci fai?
3. NON TI ALLARGARE!
Questa espressione, molto tipica nel centro e sud Italia, ha diverse sfumature.
Il primo significato è quello di “non prenderti troppe confidenze”, quando si vuole fare capire a qualcuno che dovrebbe mantenere una certa distanza perché il rapporto non è ancora così intimo e confidenziale.
Il secondo significato è quello di “non esagerare”, usato quando qualcuno sta esagerando in quello che dice. Esiste anche la variante “Non ci allarghiamo”, con lo stesso significato. Può essere usata sia in tono scherzoso, neutro o brusco, in base alle situazioni.
Esempi:
1. Non ti allargare, ci conosciamo solo da pochi minuti, non mi sembra il caso di uscire insieme.
2. A: Ho fatto un ottimo lavoro oggi, sicuramente il capo mi darà una promozione a breve! B: Adesso non ti allargare, non riceverai una promozione per così poco.
4. BEATO TE! (BEATA LEI! / BEATI VOI! …)
Questa esclamazione significa “Quanto sei fortunato!”. Insomma, è un modo comune per dire “Vorrei essere nei tuoi panni”.
Esempi:
A: Il mese prossimo vado in vacanza alle Maldive.B: Beato te! Io quest’anno non riesco a fare nessun viaggio.
5. DA CHE PULPITO!
Detta a qualcuno che ci sta criticando o rimproverando per i nostri difetti, senza rendersi conto, o senza voler ammettere, di avere gli stessi identici difetti. Quindi viene usata con una persona che si comporta in un determinato modo, ma predica il contrario.
Esempio:
A: Ma come sei disordinata, dovresti stare più attenta a dove lasci le tue cose.B: Da che pulpito! I tuoi vestiti sono sparsi per tutta casa.
Mon, 03 Jul 2023 - 15min - 471 - 10 Parole Utili per parlare dell’ALTRO in Italiano
Con questo articolo imparerete meglio il significato e l’uso di alcune parole che vengono utilizzate dagli italiani per parlare dell’ “altro” in senso generale, a seconda del contesto in cui si è, ma che spesso sono completamente sconosciute agli stranieri oppure non sanno come usarle nel modo giusto.
Come Parlare dell'ALTRO in Italiano
In questo articolo troverete 10 parole utili per parlare di altre persone in base al contesto in cui vi trovate. Alla fine dell'articolo troverete anche un breve esercizio per mettere alla prova le vostre nuove conoscenze.
Preparate carta e penna per prendere appunti!
1. Pedone
Un pedone, come suggerisce il nome, è una persona che cammina a piedi.
Questo termine è utilizzato soprattutto nel contesto di una città, quando si descrive il traffico cittadino per le strade: infatti, secondo il codice della strada, un pedone è chiunque circola su una strada senza alcun mezzo di trasporto.
Non a caso si parla, per esempio, di strisce pedonali, che permettono ai pedoni di attraversare, oppure di aree pedonali, cioè strade o piazze riservate ai soli pedoni.
2. Passante
Anche in questo caso il nome ci dà un indizio sul significato: passante è colui che passa.
Infatti, questo termine si riferisce a chiunque passi per una strada o per un qualsiasi luogo.
Per esempio, se ci siamo persi per la città e vogliamo chiedere indicazioni a qualcuno per strada, la persona che fermiamo per chiedere informazioni è un passante, quindi qualcuno che per caso passava di lì in quel momento.
Oppure, se si verifica un incidente tra due auto per strada, qualcuno tra i passanti potrebbe essere un testimone dell’accaduto.
O ancora, su YouTube sono molto popolari i video in cui lo YouTuber fa delle domande ai passanti, quindi persone che, appunto, passavano di lì per qualsiasi motivo.
3. Inquilino - Coinquilino
Anche queste due parole possono rivelarsi molto utili, ma sono spesso confuse oppure non si conoscono.
L’inquilino è una persona che vive in una casa che ha preso in affitto.
Il coinquilino, invece, è la persona con cui si divide una casa. Generalmente, con la parola “coinquilini” non ci si riferisce a persone che fanno parte della propria famiglia, ma a estranei o comunque conoscenti. Per esempio, molti ragazzi che cambiano città per studio o lavoro decidono di affittare una casa insieme ad altre persone per dividere le spese: sono coinquilini tra loro.
Ma se una famiglia di 4 persone vive nella stessa casa, i membri non usano la parola “coinquilino” per riferirsi l’uno all’altro.
4. Commensale
Questo termine si usa nel contesto di pasti e ristoranti.
Significa letteralmente “chi siede alla stessa mensa”, “colui con cui si condivide la mensa”. Quindi, in senso generale, fa riferimento a chi mangia alla stessa tavola, la persona con cui si condivide il pasto.
Non è un termine molto utilizzato nella vita di tutti i giorni, cioè se io vado al ristorante con i miei amici, non dico al cameriere “i miei commensali gradirebbero dell’acqua frizzante”. Lo si usa piuttosto in contesti più formali, per esempio negli articoli di giornale (L’uomo ha avuto l’infarto al ristorante: i suoi commensali hanno chiamato l’ambulanza).
Oppure, come spesso accade con le parole che hanno un tono solenne, viene usata in modo ironico.
5.Thu, 29 Jun 2023 - 15min - 470 - Stereotipi (e insulti) tra REGIONI italiane
Sicuramente conoscete molti stereotipi sugli italiani, per esempio che sono sempre in ritardo, gesticolano mentre parlano o che sono molto rumorosi. E queste cose, in parte, sono vere. Ma questo è un po’ come all’estero vedono gli italiani. Però…sapete cosa pensano gli italiani stessi degli altri italiani? No? Bene, state per scoprirlo qui!
Gli STEREOTIPI più frequenti tra gli ITALIANI
La maggior parte degli stereotipi “tra gli italiani” riguardano gli abitanti di una città o addirittura di un’intera regione e a volte possono essere un po’ offensivi.
Innanzitutto, molti italiani vedono ancora molto accentuata la differenza tra il Nord e Sud del Paese. Tanto che gli abitanti del Nord a volte chiamano (con connotazione negativa) quelli del Sud terroni, che deriva dalla visione del Sud come terra arretrata in cui si viveva soprattutto di agricoltura e coltivazione della terra. Gli abitanti del Sud, a loro volta, chiamano quelli del Nord polentoni, siccome la polenta in passato era l’alimento base della dieta delle persone che vivevano al Nord.
Fatta questa divisione introduttiva, vediamo appunto come gli italiani vedono gli altri italiani, città per città.
1 - MILANO
Partiamo da una delle città italiane più conosciute, Milano. Diciamo che questa non ha una buona fama nel resto dell’Italia: i milanesi sono spesso visti come persone fredde, sempre di corsa e arroganti. Però ci sono anche alcuni stereotipi positivi su di loro, per esempio il fatto che sono persone di parola: se promettono o dicono una cosa, la faranno.
2 - ROMA
Passiamo poi alla bellissima capitale italiana, Roma. In generale gli italiani non hanno stereotipi forti sui romani, ma i romani hanno stereotipi tra loro, in particolare è sentita, soprattutto tra i giovani, la differenza tra i “pariolini” di Roma Nord e i “bori” di Roma Sud. In poche parole, si dice che i pariolini siano più ricchi e sfoggino la loro ricchezza con vestiti, auto e accessori costosi, oltre ad essere un po’ arroganti. I bori, invece, vestono marche meno costose, sono costretti ad usare il trasporto pubblico e parlano spesso in dialetto romanesco.
3 - BOLOGNA
Per quanto riguarda Bologna, spesso le vengono assegnati tre nomignoli: la Dotta, la Grassa, la Rossa. Da questi nomignoli potete dedurre gli stereotipi legati ai bolognesi: sono persone di cultura (Bologna ospita la più antica università del mondo occidentale, che risale al 1088); mangiano molto bene (tortellini, tigelle, mortadella, ragù, piadina, per citarne alcuni); sono comunisti (il rosso è il colore generalmente associato al Partito Comunista).
4 - VENETO
Passiamo poi al Veneto, inteso appunto come regione. Normalmente la prima cosa che viene in mente pensando al Veneto è l’alcol (Prosecco e Spritz, per citarne alcuni). Nel resto d’Italia, di conseguenza, si dice che i veneti sono ubriaconi e alcolizzati. Eppure attenzione: secondo i dati del Ministero della Salute, i veneti non sono al primo posto come “bevitori” in Italia, questo primato spetta agli abitanti del Friuli Venezia Giulia e del Trentino Alto-Adige.
Si dice anche che i veneti bestemmino tanto, cioè usano imprecazioni e parolacce che riguardano divinità e altri aspetti religiosi. Molti veneti, infatti, hanno la tendenza di usare le bestemmie in mezzo alla frase, a modo di intercalare, senza l’intenzione di offendere. È anche comune sentire dire che i veneti sono razzisti, dovuto al fatto che in Veneto è nata la Lega, un partito politico di estrema destra.
5 - NAPOLI
Passiamo poi a Napoli,Thu, 15 Jun 2023 - 20min - 469 - SUPERPROF: il Sito Web che ti Aiuta a Imparare TUTTO!
Lo sanno tutti: imparare è bellissimo, e ottenere ottimi risultati a scuola è molto soddisfacente. A volte però non è così semplice, specialmente quando si devono affrontare alcune materie in particolare. In questo articolo vi parleremo di un sito utilissimo per raggiungere questi obiettivi in TUTTE le materie: continuate a leggere per scoprire Superprof!
SUPERPROF: Che Cos’è?
Quanto fa 4x4?
16… Ripassa un po’ le tabelline!
Qual è la capitale del Perù?
Lima… Ripassa un po’ di geografia!
Come si chiama quella cosa strana accanto alle note musicali?
Chiave di violino… Impara un po’ di musica!
Ma dove trovo qualcuno disposto a insegnarmi tutte queste cose??? Facile! Su Superprof! E cos’è?
Il sito denominato ‘Superprof’ è nato dieci anni fa, con l’obiettivo di mettere in relazione insegnanti esperti e alunni motivati, promuovere la condivisione delle conoscenze e dei saperi, e permettere al maggior numero di persone possibili di crescere imparando.
Si tratta di un sito ben strutturato, con persone competenti che si sono messe sulla piattaforma per insegnare e aiutare concretamente le persone a studiare e superare gli esami, oltre che esplorare centinaia di materie relative all’istruzione scolastica, discipline sportive, musicali, artistiche e non solo!
COSA Offre La Piattaforma?
La piattaforma dispone di lezioni private sia online che a domicilio.
Superprof offre una soluzione che unisce la libertà di scegliere il proprio insegnante per le proprie esigenze tra diversi profili e la garanzia di poter verificare il curriculum e le recensioni dell’insegnante.
Offre la possibilità di trovare insegnanti specializzati in oltre mille materie, scolastiche (matematica, italiano, lingue, ecc....), ed extra scolastiche (tennis, musica, yoga, ecc….).
Che tu sia alla ricerca di corsi di francese, di corsi di storia e geografia, dei corsi di inglese, dei corsi di spagnolo o di corsi di sport, ti basterà inserire nella loro homepage i dati relativi alla tua residenza e alla materia (o le materie) ricercata, per avere subito accesso a tutti gli insegnanti disponibili nelle vicinanze e su tutto il territorio nazionale.
QUALI Sono Gli OBIETTIVI Delle Lezioni Private?
Le lezioni private hanno l'obiettivo di aiutare a colmare le lacune accumulate durante l'anno, specie per gli studenti di medie e superiori. Gli obiettivi da raggiungere possono essere diversi:
Recuperare le lacune nelle materie scolastiche,
Prepararsi per un'interrogazione o un esame specifico,
Avere un aiuto compiti personalizzato,
Alzare la media ed evitare la bocciatura,
Approfondire argomenti specifici,
Sviluppare un buon metodo di studio che consenta di lavorare in maniera autonoma.
QUALI Sono Le Differenze Tra Una Lezione SCOLASTICA E Una PRIVATA?
Per prima cosa, a scuola, indipendentemente dalla materia, l'insegnante è tenuto a rispettare i programmi ministeriali e a svolgere tutto il programma previsto per l'anno scolastico in corso. Trovandosi di fronte a classi che talvolta superano la trentina di allievi, i professori sono obbligati a creare una sequenza di lezioni standard,Wed, 07 Jun 2023 - 9min - 468 - TRAPASSATO ITALIANO: il Tempo Verbale Più Difficile
Non è semplice utilizzare in modo efficace il trapassato in italiano. Per questo motivo, abbiamo deciso di rispondere alle 5 domande più frequenti sul suo uso. Leggete l'articolo fino in fondo, e il trapassato non sarà più un problema!
5 Domande Frequenti sul TRAPASSATO Italiano
Il tema di questo articolo è IL TRAPASSATO: vedremo come si forma e come si usa e chiariremo alcuni dubbi comuni che lo riguardano.
1 - Quanti tipi di trapassato ci sono?
Esistono tre tipi di trapassato, due del modo indicativo e uno del modo congiuntivo. Nel modo indicativo troviamo il trapassato prossimo e il trapassato remoto. Nel modo congiuntivo questo tempo verbale si chiama semplicemente trapassato.
Alcuni esempi di questi tempi verbali, nell’ordine in cui sono sopra citati, sono:
Quando sei tornata a casa, io mi ero già addormentata. [trapassato prossimo]
Quando ebbe scoperto di aver perso, se ne andò. [trapassato remoto]
Non eravamo sicuri che la lettera vi fosse arrivata. [trapassato congiuntivo]
2 - Come si forma il trapassato?
Andiamo a vedere nel dettaglio come si forma ognuno dei possibili trapassati.
Il trapassato prossimo dell’indicativo si forma con l’imperfetto indicativo dell’ausiliare (essere o avere) + il participio passato del verbo.
Era stanco perché aveva studiato troppo.
Il trapassato remoto dell’indicativo si forma con il passato remoto dell’ausiliare + il participio passato del verbo.
Non si fermò finché non fu arrivato alla meta.
Il trapassato del congiuntivo si forma con l’imperfetto congiuntivo dell’ausiliare + il participio passato del verbo.
Nessuno ci avrebbe disturbato se tu avessi chiuso a chiave la porta.
3 - Quando e come si usa il trapassato?
Il trapassato si usa per esprimere un’azione passata avvenuta precedentemente a un’altra azione, anch’essa passata. Perciò, si chiama comunemente “passato nel passato”.
Vediamo in particolare gli utilizzi specifici dei diversi tipi di trapassato.
Il trapassato prossimo è il più frequente: si usa per indicare un’azione successa nel passato ancora prima di un’altra passata. Quest’ultima può essere espressa all’imperfetto, passato prossimo o passato remoto dell’indicativo.
Non volevamo fare i compiti che la professoressa ci aveva assegnato.Ero appena uscita di casa quando hai chiamato.Persi il volo perché avevo fatto tardi.
Insomma, di per sé non si usa mai il trapassato “da solo” nella frase, ma è sempre accompagnato da un altro verbo.
C’è però un’eccezione… e cioè quando l’altra azione passata è sottintesa (cioè esiste nel pensiero di chi parla).
Bello quel murales! Non l’avevo notato (prima che lo notassi in quel momento).
Non avevo mai mangiato un piatto così buono (prima che lo mangiassi in quell’occasione).
Il trapassato remoto, secondo la regola ufficiale, indica un’azione definitivamente conclusa e senza effetti sul presente, avvenuta prima di un’altra nel passato, quest’ultima è sempre espressa col passato remoto dell’indicativo.
Questo tempo verbale si usa soltanto in frasi subordinate introdotte da congiunzioni come dopo che, finché, non appena, quando.
Ormai, però, il trapassato remoto ha un uso molto molto raro,Thu, 01 Jun 2023 - 12min - 467 - Le TRADUZIONI italiane più BIZZARRE dei TITOLI dei FILM stranieri
“Non giudicare mai un libro dalla copertina” si dice per invitare ad andare oltre le apparenze. Ma quando invece si parla di cinema, è giusto giudicare un film dal titolo? Sicuramente la prima impressione conta ed è lei ad invogliarci a proseguire, che sia per conoscere una persona, leggere un libro o, in questo caso, guardare un film. Cosa succede però quando un film ha origini straniere? Come funziona con la traduzione del titolo? È possibile mantenere una versione vicina all’originale? In questo articolo vedremo alcune delle traduzioni più particolari (e qualche volta bizzarre) di titoli di film stranieri nella lingua italiana.
Come sono tradotti in italiano i titoli dei film stranieri
Dead Poets Society - L’attimo fuggente
Il titolo originale riprende direttamente il gruppo di alunni/poeti che si riuniscono clandestinamente, protagonisti del film. In italiano, però la “società” viene però messa in secondo piano, per dare importanza all’espressione latina “Carpe diem” (letteralmente “cogli il giorno” ma nota come “cogli l’attimo”, che significa che bisogna approfittare di ciascuna occasione e stare attenti a non lasciarsele scappare). Questo concetto è ricorrente nel film, il professore sprona i suoi studenti a correre dietro a questo attimo fuggente per non perderlo. Ecco perché questo titolo: in esso hanno voluto raccogliere l’essenza del film, piuttosto che tradurre il titolo originale.
Home alone - Mamma, ho perso l’aereo
Un classico natalizio che tutti noi abbiamo guardato almeno due volte nella vita. Il bambino protagonista, Kevin, perde l’aereo per la vacanza natalizia ma nessun membro della famiglia se ne accorge e lui si trova a dover affrontare dei ladri poiché è rimasto “a casa da solo”. Questo è ciò su cui voleva porre enfasi la versione originale americana, ma i traduttori italiani hanno avuto altri piani. Nel titolo sembra quasi che ci siano le parole del bambino che chiama la mamma, avvertendola su quello che è successo. Che ne pensate? Vi piace la scelta?
Eternal Sunshine of the Spotless Mind - Se mi lasci ti cancello
Indubbiamente una delle traduzioni più bizzarre che vedremo nel video. Il titolo originale sarebbe, in italiano, “Infinita letizia della mente candida”, verso di Alexander Pope, ma viene completamente annullato dalla traduzione italiana. Infatti, il titolo italiano del film non c’entra niente col verso, ma si preferisce fare riferimento, ancora una volta, alla trama del film. Infatti, dopo la rottura, una coppia decide di farsi cancellare l’altro dalla memoria. Sicuramente un efficace riassunto della trama, ma è altrettanto accattivante per catturare l’attenzione degli spettatori?
The Shawshank Redemption - Le ali della libertà
“La redenzione di Shawshank” risulta come un vero e proprio scioglilingua per gli italiani, non tutti particolarmente abili con le parole straniere. Quindi si è deciso di optare per qualcosa di più semplice da pronunciare. Se l’inglese mette sotto i riflettori la prigione di Shawshank; l’italiano, al contrario, si concentra sul concetto di libertà, tema fondamentale del film. È abbastanza evidente che gli italiani preferiscono basare il titolo sulla trama del film piuttosto che mantenere la versione originale.
Gone Girl - L’amore bugiardo
“La ragazza scomparsa” diventa l’amore bugiardo in questo thriller psicologico dove una coppia apparentemente perfetta cade a pezzi. Amy scompare e Nick viene indagato per il suo omicidio, ma il titolo in italiano ci spoilera che qualco...Thu, 25 May 2023 - 17min - 466 - Il Verbo VENIRE e i suoi USI più STRANI: Impara a Parlare ITALIANO!
Parleremo del verbo VENIRE in tutti i suoi usi e significati più particolari, certamente non spiegati sui libri di grammatica (almeno non tutti insieme) ma molto molto usati nelle conversazioni quotidiane tra madrelingua!
“VENIRE” e le sue PARTICOLARITÀ
Prima di entrare nel vivo del video, per completezza dobbiamo ripassare i due significati più comuni del verbo VENIRE:
1 - VENIRE esprime provenienza
Carlos viene da Madrid.
L’aereo è venuto da Rio.
Questo vino viene direttamente dal Portogallo.
2 - VENIRE indica “muoversi nella direzione della persona che parla o della persona con cui si parla
Vieni, è pronto il caffè!
La prossima settimana veniamo a trovarti nella tua nuova casa!
Allora, amici! Sabato venite a casa mia per cena!
Vediamo allora quali sono gli altri casi più particolari in cui gli italiani usano il verbo VENIRE! L’ultimo vi lascerà senza parole secondo me!
1 - VENIRE nella forma passiva
Se siete a un livello intermedio o avanzato di italiano, sicuramente questa non vi sembrerà una novità. In ogni caso, facciamo chiarezza.
In italiano, la forma passiva è costituita dal verbo ESSERE (coniugato al modo e al tempo opportuni) + il participio passato del verbo che indica l’azione:
Le esibizioni saranno valutate dai giudici.
Il libro è stato scritto da Mattia.
Però in italiano esiste anche un altro modo di formare il passivo, e cioè usando il verbo VENIRE al posto del verbo ESSERE. Attenzione però: questo è possibile SOLO se lo si coniuga in un tempo semplice (cioè formato da una sola parola) e non composto.
Riprendiamo gli esempi precedenti.
Le esibizioni saranno valutate dai giudici.
In questo caso, il verbo “essere” è coniugato al futuro semplice: questo è un tempo semplice perché è formato da una sola parola, quindi è possibile sostituire “essere” con “venire” nel formare il passivo:
Le esibizioni verranno valutate dai giudici.
Il libro è stato scritto da Mattia.
In questo caso, il verbo “essere” è coniugato al passato prossimo: questo è un tempo composto perché è formato da due parole, quindi non è possibile sostituire “essere” con “venire” nel formare il passivo.
Il libro è venuto scritto da Mattia.
Usare ESSERE oppure VENIRE è completamente una scelta del parlante e generalmente non ci sono differenze: è la stessa cosa.
C’è però un caso in cui si usa VENIRE invece di ESSERE, per evitare equivoci: e cioè quando si deve indicare e sottolineare il processo di un’azione, che potrebbe essere confuso con “essere + aggettivo”, che invece indica lo stato di un’azione.
Vediamo degli esempi:
Le porte del negozio vengono chiuse alle 8 ogni sera.
Le porte del negozio sono chiuse alle 8 ogni sera.
Se uso VENIRE, non ci sono dubbi ed è chiaro che l’azione avviene proprio alle 8. Il mio interlocutore, nel sentire quella frase, immagina le porte che si chiudono proprio alle 8.
Se uso ESSERE, invece, è molto meno chiaro: “sono chiuse” può anche essere interpretato come la descrizione di una situazione, ma magari l’azione è successa molto prima. Magari io passo dal negozio ogni sera e vedo le porte già...Sun, 21 May 2023 - 17min - 465 - 15 Espressioni in Italiano con la Preposizione IN
Dopo il successo dei precedenti video sulle espressioni con le preposizioni SU, A e DI, in questo video di occuperemo delle espressioni italiane più comuni con la preposizione IN.
15 Espressioni in Italiano con la Preposizione IN
1. In gamba
Essere una persona in gamba significa avere ottime qualità e capacità, essere molto bravi in quello che si fa e riuscire ad affrontare le situazioni con successo e intelligenza. Oppure, indica anche che si gode di buona salute (con questo significato, si usa anche come augurio).
Paolo è proprio un tipo in gamba: è diventato milionario a soli 25 anni!
Ciao! In gamba eh! Ci vediamo presto!
Francesca è in gamba per la sua età: ho sentito che correrà una maratona questo fine settimana.
2. In tempo
Significa “non in ritardo”, “non troppo tardi”, ma perfettamente nei limiti di tempo previsti.
Per esempio, arrivare in tempo significa arrivare prima dell’inizio di una determinata attività o evento; oppure finire in tempo significa finire prima che il tempo sia scaduto.
Nonostante siamo partiti tardi, siamo riusciti ad arrivare al cinema in tempo per l’inizio del film.
Sono ancora in tempo per iscrivermi a Italiano in Contesto?
3. In fretta
Significa velocemente, rapidamente.
Devi prepararti in fretta altrimenti rischi di perdere il treno.
Quando sono in ufficio, mangio sempre in fretta perché ci sono tante cose da fare.
4. In ricordo (di)
Vuol dire che si fa o si dice qualcosa per fare onore alla memoria di qualcuno, quindi per ricordarsi di quella persona e mostrare che è ancora nei nostri pensieri. Si può anche dire “in memoria di”.
Hanno costruito un monumento in ricordo delle vittime.
Canteremo questa canzone in ricordo del cantante che ci ha lasciato l’anno scorso.
5. In soccorso (di)
È esattamente un altro modo per dire “in aiuto”. Insomma: “andare in soccorso di qualcuno” è come dire “andare in aiuto di qualcuno”.
I paramedici sono arrivati in soccorso dei feriti dell’incidente.
6. In considerazione
Si usa generalmente con i verbi “prendere” e “tenere”. E significa semplicemente considerare, tenere presente, scegliere per analizzare.
Prima di fare una scelta, dobbiamo prendere in considerazione tutte le opzioni.
7. In piedi
Significa “fermi, in posizione eretta”: insomma, è il contrario di seduti. È usato soprattutto con i verbi “essere”, “stare”, “rimanere”.
Da non confondere con “a piedi”, che si usa per indicare il movimento, cioè quando si va da qualche parte camminando, senza nessun mezzo di trasporto (Vado in ufficio a piedi).
Siamo rimasti in piedi per tutta la durata del concerto.
8. In calce
Vuol dire “a piè di pagina”, quindi in fondo alla pagina, nella parte inferiore di un foglio. È un’espressione usata principalmente in contesti formali e burocratici.
Bisognerebbe aggiungere una firma in calce al documento.
Mon, 08 May 2023 - 12min - 464 - ChatGPT: È utile per IMPARARE le Lingue Straniere? Cosa ne penso? PRO e CONTRO
Ultimamente tutti stanno parlando di ChatGPT, uno strumento di intelligenza artificiale progettato per rispondere alle domande, che si esprime attraverso testi e genera conversazioni sotto forma di chat, appunto. C’è chi lo ama, chi lo odia e chi lo teme. Può veramente essere uno strumento utile per imparare le lingue straniere e in particolare l’italiano? In questo articolo, proverò a utilizzarlo e vi darò la mia opinione!
VANTAGGI e SVANTAGGI di ChatGPT
Come tutto nella vita, anche ChatGPT ha i suoi pro e i suoi contro. Vediamoli insieme.
1 - Migliorare la grammatica
Un vantaggio dell’uso di ChatGPT è sicuramente la possibilità di praticare e migliorare la grammatica.
Ad esempio, quello che potete fare con ChatGPT è fargli correggere dei testi. ChatGPT è in grado di correggere molto bene, sia la coniugazione dei verbi, sia la punteggiatura, sia la scelta delle parole.
Ora, lo dico ai miei studenti e a chiunque stia studiando con un’insegnante: non fate correggere i compiti che vi vengono assegnati a ChatGPT prima che all’insegnante… Questo non ha senso. Ma se non avete nessuno da cui ricevere un feedback, allora è fantastico!
Oppure, ChatGPT può essere una risorsa in più oltre alle vostre lezioni con l’insegnante. Il mio consiglio? Cominciate a scrivere un diario personale, con i vostri pensieri, i vostri commenti, il riassunto delle vostre giornate… E questo potete farlo correggere a ChatGPT.
2 - Ampliare il vocabolario
Una cosa fantastica di ChatGPT che ho scoperto è la sua capacità di generare dialoghi di qualsiasi registro, formale e informale. Sfruttate questa risorsa per ampliare il vostro vocabolario. Quando volete imparare parole nuove, le liste non sono mai una buona soluzione, perché diventano noiose e ripetitive e difficilmente restano impresse nella memoria. Invece, imparare parole in contesto è più semplice e stimolante!
Quindi il mio consiglio è proprio quello di chiedere a ChatGPT di creare per voi dialoghi. Tutto quello che dovete fare è dargli indicazioni sul tema e sul registro: la sua creatività vi stupirà! L’ho messo alla prova sia sul registro informale che su quello formale e devo dire che è veramente incredibile.
3 - Un amico virtuale
Sicuramente ChatGPT può essere un ottimo amico virtuale nella lingua che desiderate. Molti miei studenti, oltre alle nostre lezioni, usano app che consentono di trovare persone per scambi linguistici, che in genere avvengono tramite chat, ma non sempre sono affidabili. Magari non si ricevono le risposte immediatamente oppure l’altra persona non ha lo stesso livello di impegno che voi avete.
Ecco, ChatGPT può essere una buona soluzione a questo. Funziona molto bene per fare una chiacchierata informale quando siete annoiati o avete pochi minuti liberi, come se foste tra amici, per parlare del più e del meno. Sicuramente avreste la certezza che vi risponde immediatamente e che le frasi che produce sono grammaticalmente corrette, quindi non dovete temere che finirete per imparare frasi contenenti degli errori!
E allo stesso tempo, potete migliorare la tua comprensione scritta, leggendo le sue risposte. Ovviamente, la stessa cosa vale per la forma di cortesia. Quindi, se volete praticare il formale in italiano, potete semplicemente chiedere a ChatGPT e potrete parlare usando il Lei invece del tu. Cosa chiedere di più?
4 - Esercizi
Un altro buon modo di utilizzare ChatGPT è quello di farle produrre esercizi su qualsiasi argomento e di qualsiasi tipo (domande a risposta aperta,Sun, 23 Apr 2023 - 13min - 463 - Espressioni in italiano con LUNA e SOLE (alcune esistono anche in altre lingue)
Il sole e la luna sono parti importanti delle nostre giornate, che determinano quando stiamo svegli e quando dormiamo, ma secondo varie leggende influenzano anche il nostro umore. Perciò sono molto spesso presenti nelle conversazioni quotidiane, in espressioni usate frequentemente dagli italiani. Oggi ve ne mostreremo alcune in contesto e vi spiegheremo il significato delle più comuni.
13 modi di dire con sole e luna
Avere la luna storta/Svegliarsi con la luna storta
*sbuffa*
Ehi, ehi, stai calma! Che succede? Ti sei svegliata con la luna storta?
Uno si sveglia anche di buonumore la mattina eh… Ma poi la gente ti fa irritare! Vuoi sapere l’ultima? Io ho sudato sette camicie per finire il progetto che il capo ci aveva assegnato! E il mio collega cosa fa? Si fa bello del sole di luglio! Va dal capo e gli mostra il progetto, e dice cose come “io le ho dato le idee di base”, “io l’ho aiutata a scegliere i campioni”… Ma scherziamo? Ho fatto tutto da sola! Ma ora il capo vuole entrambi a gestire il progetto!
Mi dispiace!
Significa “essere di cattivo umore/svegliarsi di cattivo umore”; si utilizza per indicare che qualcuno ha un atteggiamento nervoso, irascibile, indisposto.
Questa espressione ha probabilmente origini antiche: secondo antiche credenze, infatti, le fasi lunari potevano influenzare il comportamento e l’umore delle persone; si pensava addirittura che la luna calante potesse far impazzire la gente.
Farsi belli del sole di luglio
Significa “vantarsi di successi o di opere altrui”. Insomma, quasi come se ci si volesse attribuire il merito del calore del sole in una bella giornata estiva di luglio.
Niente di nuovo sotto il sole
Sai che Luisa si sposerà sabato prossimo?
Mah… Niente di nuovo sotto il sole… Sarà il suo quinto matrimonio forse?
Sesto, penso. Questa volta andrà in luna di miele a Cuba.
*alza gli occhi al cielo*
Significa “nessuna novità”. Con questa espressione si vuole ricordare che al mondo (quindi “sotto il sole”), in realtà, non c'è mai niente di nuovo. Si usa per parlare di avvenimenti scontati o già previsti, situazioni che si ripetono ancora e ancora.
Luna di miele
È un altro modo per indicare il viaggio di nozze, cioè il viaggio che la coppia di neosposi fa dopo il matrimonio.
Ma perché viene chiamata così? Nell’antichità, il miele era considerato come un alimento di buon auspicio. Ad esempio, i Babilonesi regalavano agli sposi una bevanda a base di miele; mentre durante il Medioevo allo sposo veniva regalato un barattolo di miele in simbolo di fertilità e prosperità.
Sbarcare il lunario
Paolo ha perso la sua azienda! Ha dovuto dichiarare bancarotta, non riusciva più a ripagare il prestito… Adesso ho sentito che riesce a stento a sbarcare il lunario. Chissà come se la sta cavando…
Eh sì, anche a me dispiace un po’. Ma avrebbe dovuto prevederlo… Voglio dire, in fondo possiamo ammetterlo: la sua azienda vendeva il sole di luglio… Nessuno combina più i matrimoni oggigiorno…
Significa “riuscire a sopravvivere con le proprie possibilità economiche, nonostante le difficoltà, fare di tutto per guadagnare abbastanza per vivere in modo decoroso”.
Qual è l’origine? Il lunario era un calendario popolare in cui erano riportati i giorni e i mesi dell’anno,Thu, 20 Apr 2023 - 17min - 462 - 10 Espressioni IDIOMATICHE italiane sulla SALUTE
Gli italiani sono piuttosto ipocondriaci, perciò nella lingua italiana esistono tantissimi modi di dire ed espressioni idiomatiche per parlare di qualcuno malato e soprattutto ne esistono tantissimi per descrivere qualcuno in ottima salute. In questo video vedremo i 10 più usati ogni giorno qui nel Bel Paese!
Modi di dire italiani sulla salute
1. Crepare di salute
Anche se a primo impatto potrebbe non sembrare, questa espressione significa essere in un eccellente stato di salute, stare benissimo.
Nell’italiano colloquiale e informale, crepare viene usato come sinonimo di “morire”, ecco perché il significato dell’espressione potrebbe essere frainteso. Ma in realtà il senso qui è piuttosto “scoppiare, quasi morire dalla tanta salute”.
La settimana scorsa sembrava spacciato, ma per fortuna si è ripreso completamente e adesso sembra che stia crepando di salute!
2. Avere una brutta cera
Questo modo di dire si usa per descrivere una persona che ha un aspetto malato, soprattutto nell’aspetto del viso: cioè, se ha un colorito pallido o grigiastro, gli occhi gonfi, eccetera.
Hai una brutta cera… Ti senti bene? Vuoi dell’acqua?
3. Essere sano come un pesce
Anche questa espressione indica qualcuno che è in perfetta salute.
Ma perché un pesce? Cosa c’entrano i pesci?
L’origine del significato di questa espressione va ritrovato nell’antichità, quando infatti si pensava che i pesci fossero completamente immuni da ogni tipo di malattia.
La sua malattia era in realtà inesistente: il medico gli ha detto che era sano come un pesce!
4. Avere una febbre da cavallo
Un’altra espressione con un animale. Questa però significa che la persona a cui ci si riferisce ha una febbre molto molto alta, in certi casi addirittura pericolosa.
Perché proprio il cavallo?
Perché questo animale ha la temperatura corporea simile a quella dell’uomo, ma in caso di febbre la sua temperatura aumenta molto di più di quella umana, quindi con effetti molto più dannosi di quelli dell’uomo.
Oddio! Hai una febbre da cavallo! Dobbiamo andare immediatamente al Pronto Soccorso!
5. Avere la testa pesante
Questo modo di dire significa avere un forte mal di testa. Viene usato quando si ha un’emicrania così forte da far sembrare la testa molto pesante.
Oppure può anche essere usato quando si è talmente stanchi da non riuscire a tenere la testa dritta.
Devo aver lavorato troppo oggi… Ho la testa pesante. Penso che andrò direttamente a dormire adesso.
6. Essere il ritratto della salute
Questa espressione è un altro modo ancora per indicare qualcuno in perfette condizioni di salute.
Significa che la persona a cui ci si riferisce sta talmente bene fisicamente che se un pittore volesse dipingere un ritratto alla “salute”, dipingerebbe proprio un quadro di quella persona.
Perché mi hai chiesto come mi sentissi? Non si vede? Sono il ritratto della salute!
7. Sentirsi uno straccio
Se ci si sente uno straccio, significa che si avverte una sensazione di malessere fisico generale,Sun, 16 Apr 2023 - 11min - 461 - Le CONGIUNZIONI in ITALIANO – Grammatica italiana
In questo articolo vedremo tutte le CONGIUNZIONI ITALIANE più comuni in pochi minuti: quali sono, cosa esprimono e come si usano! Il riassunto più breve ma completo che possiate trovare!
Le CONGIUNZIONI italiane più COMUNI
Che cosa sono le congiunzioni?
Sono parti invariabili del discorso che uniscono due frasi o due parole all’interno di una frase, creando legami logici tra gli elementi uniti.
Le congiunzioni possono essere parole singole oppure locuzioni formate da due o più parole insieme.
Qual è la funzione delle congiunzioni?
Le congiunzioni italiane possono avere funzione COORDINANTE e SUBORDINANTE.
Una congiunzione è COORDINANTE quando unisce due elementi o due frasi che sono equivalenti (nel senso che hanno lo stesso valore, sono “uguali”) e che, dal punto di vista logico, sono collocabili sullo stesso piano.
Le congiunzioni coordinanti si suddividono in:
CONGIUNZIONI COPULATIVE
Collegano due parole o due frasi semplicemente mettendole una di fianco all’altra.
Quelle positive sono usate in frasi affermative (e, anche, inoltre, pure, per di più …); quelle negative sono usate in frasi negative (né, neanche, nemmeno, neppure …).
Mi piacciono le rose e i tulipani.
È brava in tutto, anche in matematica.
Non voglio cantare né ballare.
Non ho mangiato nulla, nemmeno una mela.
Ricorda:
1 - Quando si usano queste congiunzioni per unire elementi introdotti da preposizione, spesso ci si chiede “Devo ripetere la preposizione? O non serve?”.
Non c’è una regola esatta. Ma tendenzialmente non la si ripete se si tratta di una preposizione semplice (anche se ripeterla non è sbagliato). Invece, la si ripete se si tratta di una preposizione articolata.
Mi spiego meglio con degli esempi:
Siamo già stati in Portogallo, (in) Polonia e (in) Finlandia.
MA
Abbiamo mandato gli inviti agli amici, ai parenti e alle persone che conosciamo bene.
La ragione per cui bisogna ripetere la preposizione articolata è perché l’articolo potrebbe essere diverso da parola a parola, come in questo caso: “agli” va bene con “amici” ma non con “parenti” o “persone”.
CONGIUNZIONI DISGIUNTIVE
Collegano due parole o frasi mettendole in alternativa. Tra queste le più usate sono o, oppure, altrimenti …
Vieni in macchina o in treno?
Non so se andare al cinema oppure al parco.
Forse partirà stasera sul tardi; altrimenti domani.
Ricorda:
1 - Da qualche anno si sente spesso, da parte degli italiani, la locuzione piuttosto che usata col significato disgiuntivo di “oppure”.
Bene, questo uso è completamente SBAGLIATO!
Siete liberi di scegliere se mangiare all’esterno piuttosto che all’interno.
No! In questo caso, si dovrebbe dire:
Siete liberi di scegliere se mangiare all’esterno o / oppure all’interno.
Piuttosto che significa “invece di”, “anziché”.
Preferiamo mangiare all’interno piuttosto che (=anziché) all’esterno.
CONGIUNZIONI AVVERSATIVE
Thu, 13 Apr 2023 - 18min - 460 - 12 VERBI per le ESPRESSIONI FACCIALI: Impara a Parlare Italiano!
Le espressioni facciali sono importanti nella comunicazione, in quanto ci permettono di aggiungere delle sfumature a ciò che stiamo dicendo con le parole. Anzi, spesso ci tradiscono! E rivelano la verità che è nei nostri pensieri e che non osavamo dire a parole. Ho notato, parlando con i miei studenti, che spesso mancano proprio le parole o le frasi per descrivere tutte queste espressioni facciali. Perciò, in questo articolo ve le darò tutte! O almeno… quelle per le espressioni più comuni! E non pensate che non vi serviranno mai! Pensate solo a tutte le volte che compaiono nei libri!
I VERBI più COMUNI per le ESPRESSIONI FACCIALI
1 - Accigliarsi/Corrucciarsi/Aggrottare le sopracciglia
Consiste nel muovere i muscoli del viso avvicinando tra loro le sopracciglia, contraendo così anche la fronte. Può essere un segno di concentrazione, preoccupazione, rabbia, e talvolta anche dispiacere. Insomma, è molto spesso sul nostro volto.
2 - Fare l’occhiolino/Strizzare l’occhio
Consiste nel chiudere per un breve periodo uno dei due occhi, lasciando l’altro aperto. Questo lo facciamo tutti tanto spesso. È generalmente usato come un segno d’intesa, un momento di contatto visivo tra due persone che invia o fa intuire un messaggio che altri non possono sapere. Si usa anche solo per far capire a qualcuno che si sta scherzando.
Altrimenti, può essere un segno di ammiccamento, quando si vuole provare a sedurre o conquistare qualcuno.
Qualche volta si usa l’espressione “fare l’occhiolino” in senso figurato, ma sempre per indicare una certa intesa tra le parti.
3 - Sgranare gli occhi
Spalancare gli occhi, aprirli tanto, per sorpresa o terrore, facendoli quasi uscire dalle orbite. Vi starete forse chiedendo perché le persone spaventate o sorprese aprano così tanto gli occhi. Sembrerebbe che sia perché in quel modo riescono a vedere meglio, che può essere utile in situazioni d’allarme per capire bene il pericolo.
4 - Fulminare con lo sguardo
A chi non è mai successo di trovarsi in una situazione in cui un amico sta parlando un po’ troppo, magari raccontando cose imbarazzanti che avete fatto insieme, e che voi non vorreste venissero fuori. Bene, in quei casi, ci sono tante cose che vorremmo fargli o dirgli, ma forse la cosa più discreta (ma efficace!) da fare è “fulminarlo con lo sguardo”.
Lanciare un’occhiata parecchio cattiva e aggressiva a una persona per comunicarle che farebbe bene a tacere o a smettere di fare quello che sta facendo se vuole evitare la nostra ira.
5 - Mettere/Tenere il broncio
Quando si aggrottano le sopracciglia e si acciglia l’intero viso per mostrare a una persona che si è arrabbiati con lei. Con il broncio si può comunicare anche che ci si è offesi in qualche modo e che non si ha intenzione di parlarne. Spesso si tende anche a incrociare le braccia quando si tiene il broncio.
È usato molto dai bambini o dagli adulti in modo un po’ scherzoso… Forse!
6 - Fare la linguaccia
Anche questa è generalmente una cosa che fanno i bambini, quando si offendono e quindi, per dispetto, tirano fuori la lingua. Quasi a dire “Ah sì? Mi rimproveri? E io ti rispondo così!”
Tirare fuori la lingua, come gesto infantile o come una forma di scherno, fatta in modo scherzoso. Non è mai da prendere troppo sul serio. È un po’ come se si dicesse “ha ha ha io ce l’ho fatta e tu no”, ma chiaramente con ironia. Per esempio, se mangio l’ultimo pezzo di torta al cioccolato e a mio fratello non rimane nien...Fri, 07 Apr 2023 - 16min - 459 - TEST DI ITALIANO – Scopri il Tuo LIVELLO!
Se ti sei mai chiesto qual è il tuo livello di italiano, ecco un breve test di 15 domande per scoprire a che punto sei con il tuo percorso di apprendimento. Si tratta di 15 domande a scelta multipla suddivise in base al grado di difficoltà: le prime 5 domande sono più adatte ad un livello principiante, le successive sono domande di livello intermedio e le ultime 5 sono invece di livello avanzato.
15 DOMANDE per Mettere alla Prova il tuo ITALIANO!
Qui di seguito vi proponiamo una serie di domande per testare le vostre conoscenze. Scegliete la risposta corretta tra le tre opzioni proposte e calcolate il vostro punteggio con le soluzioni che trovate alla fine dell'articolo. Pronti?
Il quaderno ……. sul tavoloa) C’èb) Èc) Trova
Mauro …… mai la seraa) Esciab) Escec) Non esce
……. chi è questa borsa?a) Inb) Dac) Di
Il marito di Rosa…… Franco.a) È chiamab) Si chiamic) Si chiama
…….. soli 10 minuti inizia il film!a) Frab) Conc) in
…… ha visto i miei occhiali?a) Nessunob) Qualcunoc) Alcuno
Ti……..venire con noi al ristorante stasera?a) Andrebbe dib) Piacerebbe dic) Piaceresti di
Ho ascoltato le ……….. del meteo in TV.a) Prospettiveb) Varietàc) Previsioni
Dopo aver saputo la verità, ho telefonato a Chiara e …………. ho detta.a) Le lab) Gliel’c) Lei l’
Il libro …………. mi avevi parlato era molto interessante!a) Di cuib) Di chec) Che
In quale delle seguenti frasi l’espressione “MI RACCOMANDO” è usata nel modo giusto?a) Mi raccomando guardare questo film perché ne vale davvero la pena!b) Mi raccomando facciate i compiti!c) Mi raccomando, tornate prima che faccia buio!
Io credevo che lei non …….. di mea) Si fidavab) Si fidassec) Fosse fidata
Se mi prendi ………… mi arrabbio moltissimo!a) In giocob) A spassoc) In giro
Quale delle seguenti è l’unica espressione che si riferisce ad un mestiere?a) Non capire un tubob) Piantare in assoc) Montare i mobili
Qual è il significato dell’espressione “MANGIARSI LE MANI”?a) Avere tantissima fameb) Pentirsi per non aver saputo cogliere un’opportunitàc) Provare una forte paura
SOLUZIONI:1 - B (altre soluzioni: Il quaderno si trova sul tavolo // C’è un quaderno sul tavolo)2 - C3 - C (essere DI qualcuno = indica appartenenza)4 - C5 - A6 - B7 - A (“Ti andrebbe DI…” + infinito = per invitare qualcuno a fare qualcosa // oppure: “Ti piacerebbe…” + infinito, senza la preposizione DI)8 - C9 - B10 - A11 - C (Quando introduce un consiglio forte che è quasi un obbligo, “Mi raccomando” è sempre seguito dall'imperativo)12 - B13 - C14 - C (Le prime due sono espressioni idiomatiche. “Non capire un tubo” = Non capire niente // “Piantare in asso” = Abbandonare qualcuno da un momento all’altro)15 - B
Com'è andata? Quante risposte corrette sei riuscito a dare? Scrivi il tuo livello nei commenti! Se hai ancora voglia di metterti alla prova, puoi anche provare a fare il test sulla consecutio temporum in italiano (la concordanza dei tempi verbali).
E non dimenticare che puoi migliorare il tuo italiano con lezioni individuali con me (Graziana Filomeno) su italki.Mon, 03 Apr 2023 - 9min - 458 - MITI sulla CUCINA italiana: le ABITUDINI ALIMENTARI degli italiani
La cucina italiana è una delle più famose e apprezzate al mondo. Vista la sua lunga e affermata tradizione, c’è anche un forte orgoglio da parte degli italiani a volerla tutelare, difendere e mantenere integra. Ecco la ragione di tutti i litigi e della disperazione degli italiani quando sentono o vedono cose come: l’ananas sulla pizza, la panna nella carbonara, il pollo nel sugo all’arrabbiata o nella parmigiana. E queste cose, effettivamente, in Italia sono sacre. Però ci sono molti miti che gli stranieri spesso hanno sugli italiani e la loro cucina che non sono completamente veri. Quindi, sfatiamoli insieme!
MITI da Smentire sulla CUCINA ITALIANA
Gli italiani mettono il formaggio sul pesce?
È risaputo tra gli stranieri che gli italiani non mettono mai il formaggio sui piatti a base di pesce. Ma qual è l’origine di questo divieto così ferreo e categorico? Si tratta soltanto di voler evitare l’accostamento tra il sapore tendenzialmente delicato del pesce e quello più forte del formaggio?
È bene precisare che si tratta di una tradizione tutta italiana e che non riguarda altri Paesi: basti pensare ai francesi, i quali abbinano senza problemi le cozze al formaggio fuso.
Julia della Croce, una delle esperte americane più autorevoli sulla cucina italiana, ha ipotizzato che una prima ragione per cui pesce e formaggi non sono felicemente abbinati in Italia sia di origine geografica ed è da attribuire al secondo dopoguerra, quando
“Le persone sono diventate molto protettive riguardo le tradizioni locali, che si stavano sgretolando” (Julia della Croce)
Si è assistito dunque ad una riscoperta dei sapori regionali e, di conseguenza, ad una “scissione” tra questi elementi: il pesce era mangiato nelle zone costiere, mentre il formaggio nelle regioni dell’entroterra. Questa abitudine si sarebbe consolidata nel tempo e sarebbe all’origine di quello che oggi sembra un vero e proprio tabù.
Tuttavia, è bene sapere che si tratta di un pregiudizio al quale molti chef italiani vogliono opporsi. È il caso di Luca Marchini, chef del ristorante stellato L'Erba del Re di Modena e presidente di JRE Italia (Jeunes Restaurateurs), che sostiene:
“Se ci pensiamo bene, alcuni piatti tra i più classici della cucina italiana sposano pesce e formaggio. Per dire, i calamari ripieni possono avere una farcitura realizzata con prezzemolo, aglio, ricotta, Parmigiano Reggiano e, appunto, calamaro tritato” (Luca Marchini).
Quindi, vorrei dire agli stranieri che no, non è vero che gli italiani non uniscono MAI il formaggio e il pesce. E vorrei dire ai miei connazionali di non essere troppo rigidi con gli stranieri su questa regola perché anche noi non la rispettiamo al 100%!
Gli italiani mangiano fast food? Oppure mangiano sempre sano?
Un altro interessante interrogativo riguarda le abitudini alimentari degli italiani. Vista la tradizione di piatti italiani realizzati con ingredienti di alta qualità, spesso gli stranieri si chiedono: gli italiani mangiano fast food oppure mangiano sempre sano?
Dall’Indagine Nielsen su Alimentazione e salute (Global Health and Ingredient Sentiment) è emerso che agli italiani piace mangiare in modo sano, evitando conservanti, coloranti e organismi geneticamente modificati. Il 67% della popolazione – due italiani su tre – si preoccupa degli additivi contenuti nei cibi, il 55% vorrebbe trovare in commercio prodotti totalmente naturali, il 37% è disposto a sacrificare il gusto per tutelare la salute.
Insomma, il cibo è visto come uno strumento per stare bene.Thu, 30 Mar 2023 - 15min - 457 - Espressioni con i VERBI PRONOMINALI – Impara a Parlare Italiano!
Verbi come volerci, farcela, andarsene o cavarsela sono detti verbi pronominali, ovvero verbi formati da un verbo e uno più pronomi. I pronomi servono a modificare il significato di questi verbi e molto spesso finiscono per renderli vere e proprie espressioni idiomatiche. Oggi vi presentiamo le espressioni più comuni con i verbi pronominali.
Le Espressioni più COMUNI con i Verbi Pronominali
Non ce la faccio più!
Il verbo pronominale presente in questa espressione è farcela, formato dal verbo fare e i pronomi ci (che diventa ce se seguito da un altro pronome) e la.
Farcela significa “riuscire in qualcosa”. L’espressione non ce la faccio più significa, invece, “essere completamente esausti, troppo stanchi per continuare a fare o per sopportare qualcosa” (come, ad esempio, una situazione o dei problemi).
Esempio:
Abbassa il volume della musica: non ce la faccio più! Sto cercando di lavorare!
Te la sei cavata!
Il verbo pronominale presente in questa espressione è cavarsela, formato dal verbo cavare e i pronomi si (che diventa se) e la.
Cavarsela significa “riuscire a venir fuori da situazioni particolarmente difficili o problematiche con un pizzico di fortuna oppure con le proprie abilità”.
L’espressione Te la sei cavata vuol dire “sei riuscito nel tuo intento grazie alla tua furbizia; hai raggiunto l’obiettivo, anche se senza eccellere”.
Esempio:
Pur avendo preparato l’esame in pochi giorni, te la sei cavata piuttosto bene (cioè, hai studiato meno di quanto avresti dovuto, ma comunque hai saputo rispondere alle domande / hai preso un buon voto ecc.).
La stai prendendo troppo alla larga / alla lontana
Il verbo pronominale presente in questa espressione è prenderla, formato dal verbo prendere e il pronome la.
In questo caso, per ottenerne un’espressione idiomatica è necessario aggiungere al verbo “alla lontana” o “alla larga”, che danno all’espressione il significato di “dire molte cose inutili prima di arrivare ai contenuti principali”.
Esempio:
La stai prendendo troppo alla larga. Non mi importano i dettagli: voglio solo sapere perché hai litigato con lui!
Ce l’ho messa tutta!
Il verbo pronominale presente in questa espressione è mettercela, formato dal verbo mettere e dai pronomi ci (ce) e la.
L’espressione “mettercela tutta” significa “impegnarsi al massimo del proprio potenziale” e di solito si utilizza quando i risultati ottenuti non sono quelli sperati.
Esempio:
Ce l’ho messa tutta, ma sono arrivata al terzo posto nella gara di atletica.
Me la lego al dito!
Il verbo pronominale presente in questa espressione è legarsela, formato dal verbo legare e dai pronomi si (se) e la.
L’espressione “legarsela al dito” è molto particolare e significa “non dimenticare facilmente un torto / non perdonarlo”.
L’origine è antica. Si riferisce, infatti, a una tradizione, secondo la quale venivano legate alla mano piccole strisce di pergamena, contenenti i precetti religiosi, per assicurarsi di non dimenticarli.
Esempio:
Questa volta hai esagerato: me la lego al dito! Non recupereremo mai il rapporto che avevamo prima.
Te la stai spassando!
Sun, 26 Mar 2023 - 13min - 456 - 10 Curiosità su Galileo Galilei: il più grande scienziato italiano!
In questo articolo parleremo di uno degli scienziati italiani più famosi nella storia, conosciuto nel mondo come padre della scienza moderna: Galileo Galilei. Attenzione però, non vi parlerò della sua vita perché immagino la sappiate più o meno (oppure potete sempre cercarla su Google). Voglio invece parlarvi di qualche curiosità su di lui, qualcosa che forse ancora non sapete e che forse vi sorprenderà!
Curiosità Storiche su Galileo Galilei
1 - SCIENZIATO GENIALE... INSEGNANTE NON COSÌ TANTO GENIALE
Nessuno ha dubbi: Galilei era uno scienziato geniale, soprattutto nel campo dell’astronomia. Ma, a quanto pare, non era altrettanto bravo a insegnare le scienze in cui eccelleva.L’Università di Pisa, infatti, gli assegnò una cattedra per insegnare matematica, ma dopo il primo anno non gliela riconfermò. Il motivo? A quanto pare non solo le sue lezioni erano troppo complicate da seguire per i suoi studenti, ma anche i colleghi trovavano estremamente difficile lavorare con lui!
2 - NON MI FREGATE!
Galilei era perfettamente consapevole del costante rischio di plagio dei suoi studi. Aveva perciò trovato un modo ingegnoso per proteggere le sue scoperte: le scriveva sotto forma di anagrammi, spesso in codice!
Ad esempio, quando scoprì le fasi del pianeta Venere, nel documento inviato a Giuliano de’ Medici per certificare la paternità della scoperta scrisse: “HAEC IMMATURA A ME IAM FRUSTRA LEGUNTUR O.Y.”, la frase anagrammata si trasformava in “CINTHIAE FIGURAS AEMULATUR MATER AMORUM” ovvero “L’aspetto di Cinzia (Venere) imita la madre degli innamorati (la Luna)”.
Un bel lavoraccio per Giuliano de’ Medici… che doveva decodificare tutto!
3 - NON SOLO SCIENZA
La scienza non era l’unico campo in cui Galileo aveva un particolare talento.
Lo scienziato, infatti, era anche un ottimo liutista. Suo padre, Vincenzo, era un compositore e teorico della musica e fu proprio lui a insegnare a Galileo a suonare il liuto.
4 - IO O LUI?
Una delle scoperte astronomiche più famose di Galileo Galilei è quella dei quattro satelliti maggiori di Giove.
Eppure, per molto tempo si pensò che il merito della scoperta fosse di qualcun altro: l’astronomo tedesco Simon Marius.
I due scienziati avevano documentato la stessa scoperta a pochi giorni di distanza: Marius il 29 dicembre 1609, mentre Galileo il 7 gennaio del 1610. Perciò per gran parte del ‘900 si credette che fosse stato Marius a scoprire per primo i satelliti.
Ma poi venne fuori che Galileo usava il calendario gregoriano, mentre Marius quello giuliano: secondo il calendario gregoriano, la scoperta di Marius era databile all’8 gennaio del 1610, esattamente un giorno dopo la scoperta di Galileo!
5 - CHE INVENTORE!
Oltre a strumenti scientifici, Galileo progettò anche diverse invenzioni particolari, come un raccoglitore di pomodori e una combinazione di candele e specchi che serviva a deviare la luce attraverso i corridoi.
La sua invenzione più curiosa è forse, però, un pettine tascabile che all’occorrenza si trasformava in un utensile per mangiare! Che fosse una specie di primo coltellino svizzero?
6 - LA PROLE
Nonostante non sia mai stato sposato, Galilei ebbe tre figli: due figlie femmine, Virginia e Livia, e il figlio più piccolo,Tue, 21 Mar 2023 - 12min - 455 - CI vs NE: le Particelle della Lingua Italiana!
CI o NE? Questo è proprio un bel dilemma per gli stranieri che studiano italiano! A cosa servono queste due particelle? Cosa esprimono? Come si usano? Come faccio a sapere quando devo usare una o l’altra? State per scoprirlo in questo articolo! E cercherò di rendere la spiegazione chiara e breve. Andiamo!
Quando usare CI o NE in 10 minuti
Non sapete come usare le particelle pronominali CI e NE in italiano? Niente paura! Di seguito, attraverso degli esempi, vi spiego a cosa servono, come si usano e cosa esprimono in modo che impariate ad utilizzarle nel modo corretto.
A cosa servono?
La loro funzione principale è quella di sostituire parole o intere parti di una frase, evitando così ripetizioni inutili.
Come si usano?
Vengono solitamente collocate prima del verbo, tranne se questo è all’infinito, al gerundio o al participio (in questo caso, vanno messe dopo, formando una sola parola).
Cosa esprimono?
Queste due particelle pronominali possono esprimere diverse cose e possono assumere varie funzioni e significati!
Vediamo prima NE e dopo passiamo a CI!
NE con funzione partitiva: indica una parte di una quantità, oppure nessuna quantità. Sostituisce “di qualcosa”. In questo caso, è sempre seguito da un numero o una qualsiasi espressione che indichi quantità.
Esempi:
Prendo cinque cioccolatini. = Ne prendo cinque.
Assaggia un po’ di torta! = Assaggiane un po’!
Mancano molti documenti. = Ne mancano molti.
Non voglio del miele. = Non ne voglio.
Luca ha 5 fratelli ma io non ne ho nessuno.
ATTENZIONE!
In questo caso, se si usa NE con un participio passato (quindi con i tempi composti), bisogna concordare il participio passato in genere e numero con il sostantivo sostituito da NE.
Esempi:
Quante valigie hai portato? Ne ho portata una sola. (valigia = femminile singolare)
Quanti gelati hai mangiato? Ne ho mangiati tre. (gelati = femminile plurale)
Ho molti amici ma oggi non ne ho invitato nessuno. [con “quantità zero” concorda solo in genere ma non in numero]
NE sostituisce DI qualcuno / DI qualcosa
Se hai mangiato i biscotti, dimmi che pensi dei biscotti. = Se hai mangiato i biscotti, dimmi che ne pensi.
Ho guardato il film horror ma non ho avuto paura del film horror. = Ho guardato il film horror ma non ne ho avuto paura.
Dopo aver licenziato Lucrezia, il suo capo si è reso conto di aver bisogno di Lucrezia. = Dopo aver licenziato Lucrezia, il suo capo si è reso conto di averne bisogno.
NE sostituisce DA qualcuno / DA qualcosa
So che è una situazione difficile, ma sono certa che riuscirai a uscire da questa situazione difficile. = So che è una situazione difficile, ma sono certa che riuscirai a uscirne.
Appena ha conosciuto Stefania, è rimasto affascinato da Stefania. = Appena ha conosciuto Stefania, ne è rimasto affascinato.
Invece…
Fri, 17 Mar 2023 - 11min - 454 - Test sui PARTICIPI PASSATI IRREGOLARI in Italiano!
Ci sono molti participi passati in italiano che sono completamente strani e irregolari, creando confusione tanto agli stranieri quanto agli italiani. Aaah! Oggi il sole splende come non ha mai… Spleso? Splenduto? Splento? Che vi avevo detto? Restate là perché alla fine dell'articolo vi darò la risposta a questo dubbio che attanaglia anche gli italiani. Perché purtroppo si tratta di verbi molto comuni, che si ha bisogno di usare frequentemente. Ma ogni volta che bisogna coniugarli al participio passato, si tende sempre a fermarsi perché non si è mai sicuri. Ma prima… faremo insieme un bel test, proprio sui participi passati più strani e irregolari della lingua italiana! Iniziamo!
Qui di seguito ci sono 10 participi passati più strani e irregolari della lingua italiana che ho scelto per voi. Come sempre, vi darò 3 alternative e voi dovrete scegliere quella che ritenete più corretta. Le soluzioni saranno alla fine dell'articolo!
1. Concedere:
Non pensare che tutto ti sia …… !
A. Concesso
B. Conceduto
C. Concesito
2. Scuotere:
Quello che mi hai raccontato mi ha molto ……
A. Scuotuto
B. Scuossuto
C. Scosso
3. Convenire:
Dovete rispettare ciò che è stato …… durante la riunione.
A. Convesso
B. Convenito
C. Convenuto
4. Nuocere:
Tutto quell'alcol ha …… alla sua salute.
A. Nuociuto
B. Nociuto
C. Nuocciuto
5. Esigere:
La somma che è stata …… ammonta a 2 milioni di dollari.
A. Esigiuta
B. Esigita
C. Esatta
6. Coinvolgere:
Non è mai stato …… negli affari di famiglia perché era il figlio minore.
A. Coinvoluto
B. Coinvolto
C. Coinvolso
7. Espellere:
Dopo vari rimproveri, la preside della scuola ha …… Luigi.
A. Espulso
B. Espellato
C. Espelluto
8. Premere:
Spero di non aver …… il tasto sbagliato.
A. Premesso
B. Presso
C. Premuto
9. Rimuovere:
Avevo completamente …… questa informazione dalla mia mente: grazie per avermene ricordato!
A. Rimosso
B. Rimuovuto
C. Rimovuto
10. Rodere:
Quel vecchio tavolo di legno è stato …… dalle tarme.
A. Roduto
B. Roso
C. Rosuto
SOLUZIONI
1 - A
2 - C
3 - C
4 - B [Nuociuto non è completamente sbagliato, ma è ormai molto raro.]
Sun, 12 Mar 2023 - 8min - 453 - Alternative a “ESSERE PIGRO”: Impara a Parlare Italiano!
Nella lingua italiana l'espressione "essere pigro" è la prima che viene in mente per indicare la pigrizia. Tuttavia, esistono molteplici alternative che vi mostrerò in questo articolo. Pronti a scoprirle insieme?
10 modi DIVERSI per dire "Essere Pigro"
Vediamo insieme in che modo sostituire al meglio l'espressione "ESSERE PIGRO":
1 - ESSERE POCO ATTIVO
È semplicemente un’alternativa (neutra) a “pigro”: indica, appunto, una persona che non ha molta voglia di fare qualcosa.
Esempio:
Questa sera non ho molta voglia di uscire perché mi sento poco attivo.
2 - ESSERE UN PANTOFOLAIO
Questa espressione è un’espressione idiomatica molto simpatica che indica una persona che ama vivere comodamente, in totale pigrizia.
La parola “pantofolaio” deriva proprio dalle “pantofole”, cioè le tipiche calzature che si indossano in casa, proprio per sottolineare che quella persona è qualcuno che è abituato ad indossare le pantofole tutto il tempo.
Esempio:
Dopo aver lavorato tutta la settimana, durante il fine settimana divento un pantofolaio.
3 - ESSERE UNO SCANSAFATICHE
Anche questa espressione è molto simpatica e indica chi evita di fare qualsiasi cosa che richieda un minimo sforzo.
La parola “scansafatiche” è infatti una parola composta, formata dal verbo “scansare” + fatiche. Scansare significa “evitare, schivare”. Dunque, se si scansano le fatiche significa che si evita di fare lavori e cose stancanti.
Esempio:
Mario è uno scansafatiche e non perde l’occasione per fuggire via quando bisogna lavorare!
4 - NON ESSERE VOLENTEROSO / ESSERE POCO VOLENTEROSO
Una persona pigra può anche essere definita come poco volenterosa. Questo aggettivo deriva dal verbo “volere”, che indica quindi una volontà di fare, di portare a termine, ad esempio, un lavoro o un compito.
Al contrario, chi non è volenteroso non ha proprio questa voglia.
Un altro modo per dire lo stesso potrebbe essere “essere svogliato”.
Esempio:
I lavoratori non volenterosi non verranno premiati.
5 - ESSERE UN FANNULLONE
Ancora un’espressione simpatica.
“Fannullone” è infatti composta da “fare” e “nulla” significa che quella persona non fa nulla e non vuole far nulla.
Esempio:
Marco non aiuta mai nei lavori domestici, è proprio un grande fannullone!
6 - NON ESSERE MOTIVATO/ESSERE DEMOTIVATO
Si sa: quando si ha la giusta motivazione, si è in grado di fare qualsiasi cosa, anche i compiti più difficili.
Ma che succede, invece, quando non si ha la motivazione? Eh… si diventa pigri, non si vuole più agire.
È proprio da qui che deriva il significato di queste due forme: indicano una mancanza di motivazione, che spinge una persona a non avere obiettivi ben precisi e non svolgere le proprie attività al meglio.
Esempio:
Non mi sento abbastanza motivato per portare a termine questo progetto.
7 - ESSERE OZIOSO
Ozio è un sinonimo di inerzia, inattività, pigrizia. È da qui che deriva l’aggettivo “ozioso”, che appunto indica una persona che si astiene da ogni attività e vive in un continuo stato di riposo.Wed, 08 Mar 2023 - 12min - 452 - L’Italiano e i suoi limiti: 8 Cose che la Lingua Italiana NON può Fare
Non puoi masticare la gomma! Non puoi scattare delle foto qui. Non puoi mangiare ora! Non puoi ballare. Ahhh! È veramente frustrante e irritante sapere di NON poter fare qualcosa, non è vero? Eppure, ci sono sempre limiti a quello che possiamo fare: sono le regole della società. Ma sapete che questo non vale solo per le persone ma anche per le lingue? Eh già… Anche l’italiano ha i suoi limiti… Perciò in questo articolo vedremo tutte quelle cose che LA LINGUA ITALIANA NON PUÒ FARE!
Cose che la Lingua Italiana NON può Fare
Lo so, è dura da accettare...ognuno ha i propri limiti, anche la lingua italiana! Di seguito vi lascio una lista di tutte quelle cose che la lingua italiana NON può fare.
Fare una distinzione tra “ora” e un periodo di tempo più lungo attraverso i verbi
Sto studiando l’italiano…
Sì, ok, ma quando? In questo preciso momento o in questo periodo?
Alcune lingue utilizzano forme verbali diverse per distinguere tra “ora, questo momento” e un periodo di tempo più lungo (una settimana, un mese, un anno..).
L’Italiano, invece, non ha questa distinzione: diremo “sto studiando l’italiano” sia se vogliamo dire che è ciò che stiamo facendo proprio nel momento in cui parliamo, sia se vogliamo dire che è una cosa che facciamo “in questo periodo” (da qualche mese o settimana), ma che non lo facciamo proprio nel momento in cui parliamo.
Perciò, per capire se si tratta di “ora” o di un periodo un po’ più lungo bisogna aiutarsi con degli avverbi o delle espressioni di tempo, quali ad esempio oggi, adesso, questo pomeriggio, questa mattina, da una settimana, nell’ultimo mese, in questo periodo, è da qualche giorno che…
Esempi:
È da qualche mese che sto studiando l’italiano: mi piace molto!
In questo momento sto studiando l’italiano, perciò non posso uscire con voi.
Fare una distinzione tra “processo” e “risultato”
Alcune lingue utilizzano forme verbali diverse per esprimere al meglio ciò su cui ci si vuole focalizzare nella conversazione: cioè, è più importante il processo o l’aver completato un’azione?
Se vi dicessi “Ieri ho letto un libro”, dalle mie parole non riuscireste affatto a capire quale sia la cosa più importante: il processo di leggere il libro o il fatto di completare la lettura?
In altre parole, da quella semplice frase non si può capire se ieri abbia semplicemente passato del tempo a leggere qualche pagina o capitolo del libro, oppure se abbia ormai letto l’intero libro e abbia terminato la mia lettura.
Anche in questo caso, per essere chiari bisogna aggiungere ulteriori dettagli.
Salutarsi in modo diverso se ci si è appena incontrati o se si sta per andar via
Se vi chiedessi quale sia il saluto più comune in lingua italiana, sicuramente rispondereste “Ciao!”.
Per alcuni parlanti stranieri, tuttavia, è strano che in italiano non esistano modi diversi per salutarsi quando si arriva e quando si va via, come accade per esempio in lingua inglese con la distinzione tra Hi e Bye.
Fare una distinzione tra chi ospita e chi viene ospitato
Se vi dico “Marta è la mia ospite”, sto dicendo che io ospito lei a casa mia oppure che lei ospita me a casa sua?
Bella domanda, fuori contesto,Fri, 03 Mar 2023 - 17min - 451 - TEST di ITALIANO: Conosci le PAROLE POLISEMICHE (con più significati)?
Con questo articolo vorrei semplificare le vostre vite e aiutarvi a ridurre al minimo errori e incomprensioni. Infatti, l’argomento di questo articolo è spesso causa di dubbi e fraintendimenti, e mi riferisco alle PAROLE POLISEMICHE.
Le Parole Polisemiche della Lingua Italiana!
Prima di tutto, che cosa sono le parole polisemiche?
Sono parole che hanno più significati, spesso anche molto diversi tra loro, in base ai contesti in cui sono utilizzati.
Ecco a voi una lista con le parole polisemiche in italiano, seguite dal numero di significati che ognuna di loro ha.
Caffè
[2 significati]
La parola caffè indica:
la famosa e amata bevanda eccitante.
Esempio: La prima cosa che faccio al mattino, appena sveglia, è bere una bella tazza di caffè.
un certo tipo di luogo pubblico dove si servono caffè e altre bevande, fornito spesso anche di pasticceria, gelateria e simili.
Esempio: Una delle cose più belle della città di Torino sono i deliziosi caffè eleganti in centro.
Piano
[6 significati]
La parola piano indica:
uno strumento musicale (il pianoforte).
Esempio: Non ho mai imparato a suonare il piano ma mi sarebbe piaciuto.
uno stratagemma per risolvere un problema o per raggiungere un obiettivo.
Esempio: Ci serve un piano per battere la concorrenza!
superficie piatta e uniforme in senso orizzontale.
Esempio: La villa si trova su un terreno piano.
lentamente.
Esempio: Se loro non ti capiscono, prova a parlare più piano.
ognuno dei livelli di una casa/un palazzo.
Esempio: Abito al terzo piano.
punto di vista.
Esempio: Sul piano teorico, l’idea si può realizzare. Sul piano pratico, forse no.
Pianta
[4 significati]
La pianta è:
un organismo vivente vegetale.
Esempio: Maria ha il pollice verde: il suo balcone è pieno di fiori e piante.
in architettura, la rappresentazione grafica in scala ridotta del piano orizzontale di un edificio o di una parte di esso.
Esempio: L’architetto ci ha fatto vedere la pianta della nostra futura casa e ci ha illustrato la disposizione delle stanze.
il disegno che riproduce la disposizione di persone o di cose in un determinato luogo (di conseguenza, è un sinonimo di “mappa” per una città).
Esempio: I genitori volevano vedere la pianta degli alunni della classe 4B per capire come mai i ragazzi avessero litigato.
parte inferiore del piede.
Esempio: Dopo una serata sui tacchi alti, provavo dolore alle piante dei piedi.
Coda
[5 significati]
la coda è quella che hanno molti animali all’estremità del corpo.
Esempio: I cani, quando sono contenti, scodinzolano,Fri, 24 Feb 2023 - 13min - 450 - Verbi Italiani che Contengono il Verbo “CORRERE”!
In italiano esistono alcuni verbi che hanno origine dal verbo “correre”, con l’aggiunta di qualche prefisso o suffisso, che ne cambia completamente il significato. In questo video, vi spiegherò cosa significano e le principali occasioni in cui possiamo usarli. Scopriamoli insieme!
Verbi Italiani che hanno origine dal verbo "CORRERE"
Ecco a voi una lista con 11 verbi italiani che contengono il verbo "correre", ognuno accompagnato dal proprio significato!
Incorrere (in)
Andare incontro, scontrarsi con, finire in qualcosa di nocivo, noioso, fastidioso, negativo, dannoso. Usato soprattutto per danni, pene, sanzioni o multe, spesso di tipo legale.
Per esempio:
Chi non rispetterà il divieto potrà incorrere in severe sanzioni.
Rincorrere
Correre dietro a una persona o una cosa che fugge, che si allontana.
Per esempio:
Fermati un attimo perché ho bisogno di parlarti e non mi va di rincorrerti per tutta casa.
Ricorrere (a)
Questo verbo ha più di un significato:
Rivolgersi, in un momento di bisogno o in una circostanza difficile, a una persona che può fornire aiuto, spesso una figura autorevole (il medico, il giudice, il ministero, etc...).Esempio: Se continuerai a ignorare i miei avvertimenti, dovrò ricorrere a un avvocato.
Servirsi di un mezzo (spesso negativo o violento) per raggiungere lo scopo desiderato. Esempio: Non costringermi a ricorrere alle maniere forti!
Detto di festività o eventi, essere celebrato in un certo momento, in una certa data.Esempio: Il 25 aprile ricorre la Festa della Liberazione.
Percorrere
Compiere un tragitto, attraversare un luogo.
Per esempio:
Per arrivare al castello bisognava percorrere un sentiero tortuoso.
La ferrovia percorreva tutto il Paese.
Trascorrere
Passare un periodo di tempo.
Per esempio:
Dove trascorrerai le vacanze di Natale?
Da bambina, trascorrevo sempre l’estate a casa dei nonni.
Decorrere (da)
Entrare in vigore, diventare valido a partire da una certa data. Infatti, “a decorrere da” significa “a partire da”. Si utilizza in contesti formali.
Per esempio:
Gli interessi dell’investimento decorrono dal primo del mese.
Scorrere
Fluire (detto di liquidi), procedere agevolmente.
Per esempio:
Il fiume scorreva lungo la valle.
Il sangue scorre nelle vene.
Il traffico scorre senza problemi oggi.
Il tempo scorreva velocemente.
Occorrere
Essere necessario. Spesso la frase si costruisce con il soggetto posposto.
Per esempio:
Ci occorre più tempo per portare a termine il progetto.
Intercorrere
Wed, 08 Feb 2023 - 10min - 449 - Curiosità sui FERRERO: la Famiglia più ricca d’ITALIA!
La persona più ricca d’Italia, un successo che resiste da tre generazioni, una marca nota in tutto il mondo. Chi non ha mai provato, almeno una volta nella vita, la loro crema spalmabile al cacao e nocciole? Eh già, sto parlando dell’azienda Ferrero e del suo amministratore delegato, Giovanni Ferrero! In questo articolo, vi racconterò alcune curiosità su di lui, sulla sua famiglia e sulla sua compagnia!
Storia della Famiglia Ferrero
Volete sapere di più sulla famiglia più ricca d'Italia? Ecco a voi alcune curiosità interessanti che riguardano una delle marche italiane più note al mondo!
Michele Ferrero: il papà della Ferrero
Giovanni Ferrero è oggi l’uomo più ricco d’Italia e amministratore delegato dell’azienda che porta il suo nome. Ma a portare la compagnia al successo è stato Michele Ferrero, papà di Giovanni, che partendo dal piccolo laboratorio di dolci di famiglia è riuscito a espandersi sempre di più, fino a superare i confini nazionali.
La Valeria
“La Valeria”, come Michele la chiamava, era la “consumatrice tipo”, a cui lui sempre pensava ogni volta che doveva creare un prodotto nuovo. Perché? Perché “La Valeria” era la mamma, la zia, la moglie che andava a fare la spesa al supermercato e quindi la persona che bisognava conquistare con i prodotti e le loro confezioni, affinché li comprasse per tutta la famiglia.
La Nutella non è sempre stata così
Tutti quanti conosciamo la Nutella e l’abbiamo mangiata almeno una volta nella vita. Ma sapete che non è sempre stata così come noi oggi la conosciamo?
È nata nel periodo tra le due guerre mondiali, un periodo un po’ complicato, in cui il cacao era molto difficile da trovare. Ma Pietro, il papà di Michele, ha avuto la geniale idea di realizzare una pasta dolce al sapore di cacao (che quindi era necessario in una quantità minore), ma anche con zucchero e nocciole.
In origine, aveva la forma di un panetto, era più “dura” e poteva essere tagliata a fette da spalmare sul pane. Si chiamava prima Giandujot, poi SuperCrema, e infine (negli anni Sessanta) Nutella, con il caratteristico vasetto che noi tutti oggi conosciamo.
Ah, esiste anche un World Nutella Day: è il 5 febbraio!
Pocket Coffee: tra arabo e camionisti
Il Pocket Coffee è un cioccolatino che ha all’interno del caffè… liquido, vero!
È stato pensato da Michele Ferrero per i camionisti, perché negli anni Sessanta ancora non c’erano i bar negli autogrill italiani. Di conseguenza, il suo obiettivo era aiutare i camionisti ad affrontare il loro lavoro con la giusta energia: per questo ha unito “l’energia del cioccolato e la carica del caffè”, proprio come lo slogan del prodotto dice.
Era stato lo stesso Michele a trovare un procedimento che consentisse di mantenere un liquido (caffè o liquore) all’interno del cioccolato senza che questo lo assorbisse.
Non era facile e lui andava fiero della sua idea, ma temeva che, se avesse brevettato il procedimento in Europa, qualche impiegato sleale avrebbe potuto passare la formula alla concorrenza.
Che fare dunque? Si accorsero che l’Italia aveva un accordo commerciale particolare con l’Egitto, perciò la ricetta fu tradotta… in arabo!
La paternità dei Tic Tac
Per chi ancora non lo sapesse, anche i Tic Tac sono nati nel mondo Ferrero! Più precisamente,Sun, 22 Jan 2023 - 12min - 448 - DIALOGO italiano in FARMACIA: Parole ed Espressioni
Venite nella farmacia LEARNAMO per scoprire tutte le parole e le espressioni più comuni necessarie per parlare in FARMACIA in Italia! Assisterò varie clienti, voi ascolterete i dialoghi e troverete le spiegazioni e definizioni delle parole o espressioni più rilevanti sullo schermo. Se sono troppo veloci per voi, potete sempre mettere pausa al video, leggere attentamente e farlo ripartire subito dopo.
PAROLE ed ESPRESSIONI utili in FARMACIA
DIALOGO #1
Farmacista: Salve, come posso aiutarla?
Cliente: Buongiorno, vorrei un rimedio per il mal di testa. Oggi non è proprio giornata.
Farmacista: Capisco. Da quanto tempo presenta questo sintomo?
Cliente: Da circa due o tre ore.
Farmacista: Ha provato a misurare la pressione?
Cliente: A dire il vero no. È possibile misurarla qui?
Farmacista: Sì, certamente. Mi porga il braccio sinistro e tiri su la camicia.
Cliente: Ecco qui.
Farmacista: Vedo che soffre di pressione alta. Ne era a conoscenza?
Cliente: No, non lo sapevo.
Farmacista: Dovrebbe farsi prescrivere qualcosa dal suo medico curante. Esistono diversi farmaci utili a tenere questa patologia sotto controllo. Di solito vanno assuntial mattino, meglio se al risveglio. Però, per acquistarli, è necessaria una ricetta. Può inviarmela tramite e-mail e passare a ritirare il farmaco nel primo pomeriggio.
Cliente: Grazie mille, a più tardi.
Rimedio: preparato utilizzato per curare una malattia o alleviarne i sintomi, cioè renderli più leggeri.
Mal di testa: dolore provato in qualsiasi parte della testa (anche detto “cefalea”). Esistono anche: mal di pancia, mal di stomaco, mal di denti, mal di gola.
Sintomo: manifestazione di uno stato patologico, avvertita soggettivamente dal malato e rilevabile dal medico.
Pressione (sanguigna): pressione esercitata dal sangue nel sistema cardiovascolare (cuore e vasi sanguigni). La pressione si può misurare con un’apposita macchina e può essere alta o bassa.
Medico curante (anche “medico di base” o “medico di famiglia”): dottore scelto da ogni cittadino per l’assistenza sanitaria base, generale, di primo livello, non specialistica.
Farmaco: prodotto (naturale o chimico) che produce effetti sulle funzioni dell’organismo, con il compito di curare una malattia o comunque tenerla sotto controllo, in modo che non diventi grave.
Patologia: sinonimo di “malattia”.
Ricetta: documento scritto dal medico di base, necessario per comprare determinate medicine in farmacia. Spesso contiene anche istruzioni al paziente per l’assunzione del farmaco. Le medicine che si possono acquistare senza una ricetta si chiamano invece “farmaci da banco”.
DIALOGO #2
Farmacista: Buongiorno, come posso esserle utile?
Cliente: Mi servirebbero delle pastiglie per il mal di gola.
Farmacista: Lei è già la seconda persona che mi chiede un rimedio per il mal di gola oggi.
Cliente: Già, con l’arrivo dell’autunno i malanni di stagione sono all’ordine del giorno.
Farmacista: Le consiglio queste caramelle menta-eucalipto ad azione antisettica.
Cliente: Grazie, vanno benissimo. Per caso può aggiungere al mio ordine anche uno spray per combattere il naso chiuso?Mon, 16 Jan 2023 - 13min - 447 - Le Parole più Comuni del RAP Italiano: tra slang e anglicismi
Questo video tratterà di RAP! In particolare, vedremo tutte le parole più comuni che fanno parte del “vocabolario specializzato” del rap italiano. Spero che rimaniate a guardare il video anche se non siete grandi appassionati del rap! Perché si impara sempre qualcosa! Potreste sempre vantarvi un po’ con i più giovani che conoscete: nipoti, fratellini, sorelline, cuginetti e così via!
Il "Vocabolario Specializzato" del RAP Italiano!
Ecco, quindi, una breve lista degli slang più utilizzati dai più noti rapper italiani: Marracash, Massimo Pericolo, Sfera Ebbasta, Salmo, Ghali, Anna... (per citarne solo alcuni)
- 4L
Derivazione dell’inglese “for life” è un termine atto a designare qualcosa che, per l’appunto, durerà per sempre, per la vita.
4L, per tutta la vita 4L
Okay
Ehi, ehi (Sick Luke, Sick Luke)
Cucino pezzi, chiudo le tapparelle (Pezzi)
(4L, Dark Polo Gang)
- Bando
Celebre brano di Anna, sta ad indicare normalmente un quartiere periferico o una casa abbandonata in cui si è soliti riunirsi ma anche un luogo in cui ci si droga o si spaccia.
Ci beccavamo nel bando, sopra il Booster
Anna fattura e no, non parlo di buste
Mando tutto io, svuota il freezer
C'ho il passaggio assicurato sopra questo diesel
(Bando, Anna)
- Bufu
Acronimo dell’espressione angloamericana “by us fuck u”, è un termine introdotto e coniato dalla DPG (Dark Polo Gang). Di solito viene rivolto agli hater come contro-attacco col significato spicciolo “per quanto ci riguarda, vaffanculo”. Il termine però viene anche utilizzato come insulto generico il cui significato è ‘nullafacente’, ‘stupido’, ‘idiota’, ‘ridicolo’.
Curiosità: il termine "Bufu" è entrato ufficialmente nella Treccani, enciclopedia italiana.
Questo è un gioco, non mi serve
Questi rappers sono bufu mostragli l'inferno
Sono il re del rione, pensano che scherzo
A palle potrebbe farglielo vedere
(Piccoli brividi, Dark Polo Gang)
- Eskere
Nulla in più se non l’italianizzazione dell’americano “esketit”, un’abbreviazione usata al posto di “let’s get it”. In italiano, quindi, significa qualcosa come “facciamolo/prendiamocelo” in riferimento a quella che potrebbe essere una scalata verso il potere, i soldi, il successo, la fama.
Contando soldi su una spiaggia in camicia
Side e Tony veniamo dalla cucina (trap, trap)
Bling, bling, il mio orologio non fa tic-tac (Eskere)
(Tic Tac, Dark Polo Gang)
- Ollare
Italianizzazione dell’inglese “whole lotta gang shit”. È un verbo che indica un’azione criminosa compiuta dalla propria gang.
Ollare, ollare, ollare, ollare
Sto studiando medicina (gang)
La mia tipa conta i soldi (ollare gang)
Dice che sono 4L (4L)
(4L, FSK Satellite)Thu, 12 Jan 2023 - 12min - 446 - Le Espressioni più usate in ITALIA nell’ambito del BUSINESS
In questa lezione ci occuperemo delle espressioni italiane più comuni nel mondo del lavoro. Sia che stiate pensando di venire a lavorare in Italia, sia che abbiate dei colleghi italiani che volete stupire, sia che stiate guardando una serie tv in italiano ambientata in un ufficio… restate là perché vedremo ben 16 espressioni che possono veramente sempre tornarvi utili!
Le Espressioni Italiane più Comuni nel Mondo del Lavoro
Di seguito vi proponiamo una lista con ben 16 espressioni più usate nel mondo del lavoro in Italia.
1) Pensare fuori dagli schemi
Significa creare, inventare qualcosa di nuovo o di diverso dal solito, abbandonando i soliti schemi e cambiando il nostro abituale modo di pensare.
Esempio:
Per poter scrivere il suo nuovo libro, lo scrittore ha dovuto pensare fuori dagli schemi, perciò ha vissuto in Alaska per un intero anno.
2) Centrare il segno / Colpire nel segno
In generale indicano l’avere successo: nel senso di capire perfettamente un concetto o un’idea, oppure indovinare qualcosa, o ancora avere un’idea / realizzare un progetto perfettamente coerente con gli obiettivi dell’azienda.
Esempio:
Con questo nuovo prodotto abbiamo proprio colpito nel segno: le vendite sono triplicate nell’ultimo mese!
3) Essere (sempre) sul pezzo
Ha due significati:
-essere sempre informati sulle nuove tendenze o sulle ultime novità. Questo significato deriva dall’ambito giornalistico: un articolo su una rivista o un giornale si chiama “pezzo”. Quindi, “essere sul pezzo” significa che il giornalista segue con molta attenzione ciò di cui si sta occupando, quindi si tiene aggiornato con tutti i dettagli e tutte le nuove informazioni.
-essere particolarmente concentrati su ciò che si sta facendo, senza lasciarsi distrarre. Questo significato deriva dalla catena di montaggio, dove ogni operaio deve rimanere concentrato su un singolo passaggio della produzione, lavorando, quindi, su un pezzo alla volta.
Esempio:
Come hai saputo di ciò che sta succedendo alla concorrenza? Certo che sei sempre sul pezzo tu! Non ti sfugge niente!
4) Fare il passo più lungo della gamba
Tentare un’impresa molto più difficile di quello che si può affrontare.
Esempio:
Hai comprato un’azienda da 3 milioni di euro? Temo che questa volta tu abbia fatto il passo più lungo della gamba…
5) Prendere una scorciatoia
Se siamo per strada e prendiamo una scorciatoia, significa che scegliamo il percorso più rapido (spesso secondario) per raggiungere la destinazione.
Invece, nel mondo del lavoro, significa che scegliamo il modo più rapido per raggiungere uno scopo, che spesso non è proprio “pulito”, ma un po’ losco, e richiede maggiore spregiudicatezza.
Esempio:
Il primo che completerà il progetto riceverà una promozione. Se ho il sospetto che il vincitore abbia preso una scorciatoia, sarà licenziato.
6) Andare in porto (detto di un progetto)
Avere successo, raggiungere il compimento, andare a buon fine.
Esempio:
Se questo progetto andrà in porto,Sun, 08 Jan 2023 - 17min - 445 - HiNative: l’APP per Parlare come un Madrelingua
Imparare le lingue è davvero difficile, ma parlare come un madrelingua lo è ancora di più! Volete conoscere anche voi uno strumento utilissimo per gli studenti di lingue straniere? Allora leggete questo articolo e scoprite questa APP strepitosa: HiNative!
HiNative: parla anche tu come un madrelingua
Certo, parlare usando parole e frasi semplici è molto facile, ma parlare senza fare alcun errore è davvero un successo? Non vorreste anche voi essere fluenti come i madrelingua? Beh, conosco l’APP che fa per voi!
HiNative! Questa è un’app davvero strepitosa. HiNative permette di interagire costantemente con i madrelingua della community della lingua straniera che stai studiando. Grazie a quest’app puoi fare domande sulle parole ed espressioni che non conosci, sul significato e uso di alcuni modi di dire e parole! Grazie a HiNative puoi chiedere e chiarire qualsiasi dubbio tu abbia.
HiNative è davvero una risorsa fondamentale per tutti coloro che studiano una lingua straniera. Ma esattamente, come funziona? Scopriamolo assieme!
Registrarsi ad HiNative è facilissimo, una volta aver effettuato l’accesso, l’app farà alcune domande riguardo le lingue che vi interessano (sia la lingua madre che quella che studiate), il motivo per cui vi state registrando e il contesto in cui volete ampliare le vostre conoscenze linguistiche: contesto colloquiale, lavorativo, scolastico, e molto altro! Una volta effettuata la registrazione, avrete l’esperienza che meglio si adatta alle vostre esigenze e livello!
La community di HiNative è molto grande e vivace, infatti conta di ben 113 lingue e di iscritti che provengono da 170 Paesi diversi. Basta selezionare la lingua che state imparando e sarete messi in contatto automaticamente con i madrelingua di quella determinata lingua.
Ecco tutto quello che potete fare con HiNative!
Domande e Risposte
HiNative è essenzialmente una Q&A APP (un’app per fare domande e rispondere a domande), quindi potete chiedere qualsiasi cosa vogliate. Potrete infatti domandare, ad esempio, cosa significa una determinata parola, o come la si pronuncia! È possibile anche domandare cose non strettamente legate alla lingua, come cose legate alla cultura del Paese della lingua che studiate.
Per porre domande, l’app permette di usufruire di template (la maggior parte di questi sono disponibili per gli utenti che usufruiscono del pacchetto Premium), oppure di scrivere liberamente ciò che si vuole.
Una volta fatta la vostra domanda, riceverete risposte efficaci da persone che parlano quella lingua come lingua madre. È possibile cambiare la lingua in cui porre le domande a vostro piacimento.
I madrelingua possono anche rispondere alle vostre domande con una registrazione vocale, così che voi possiate ascoltare la vera pronuncia della parola o frase che vi interessa!
Oltre che registrazioni audio, è anche permesso allegare alle proprie domande delle immagini o foto, a seconda di ciò di cui avete bisogno.
Correzioni
Una volta che la vostra domanda è ufficialmente online, i madrelingua possono rispondere al vostro post, dando correzioni e consigli.
È possibile anche registrare se stessi leggendo o pronunciando qualcosa e chiedere ai madrelingua un feedback sulla vostra pronuncia. Non preoccupatevi di commettere errori: sbagliando si impara! Quindi non siate troppo timidi ed esponetevi al mondo!
Le risposte possono anche essere valutate dagli utenti se questa è stata utile o meno.
Wed, 04 Jan 2023 - 12min - 444 - 19 Verbi per DESCRIVERE i Suoni della BOCCA in italiano
La bocca è una delle parti più importanti del nostro corpo, infatti, non solo ci permette di mangiare, bere, parlare e quindi comunicare con gli altri, ma anche di emettere alcuni suoni un po’ più particolari, che aiutano a trasmettere lo stato in cui ci sentiamo: se, per esempio, ci siamo fatti male, se siamo felici, ecc. In questo video ci occuperemo proprio di questo: come definire in italiano i suoni e i rumori che si fanno con la bocca.
I Verbi che definiscono i Suoni che emettiamo con la Bocca
Ecco a voi un elenco con alcuni verbi italiani che identificano e definiscono in italiano i suoni e i rumori che si emettono con la bocca:
Canticchiare
Ripetere una canzone sottovoce, senza metterci impegno. Ogni momento è buono per "canticchiare": facendo le pulizie, cucinando, sotto la doccia… e di solito vuol dire che si è di buon umore!
Fischiare
Emettere un suono acuto e stridulo, soffiando tra i denti o tra le labbra. Spesso viene utilizzato, per esempio, nello sport: l’arbitro "fischia" per fermare il gioco e segnalare un fallo, oppure per indicare l’inizio o la fine di una partita. Anche se in questi casi di solito viene utilizzato un fischietto, il suono è comunque lo stesso che si può riprodurre anche con la bocca.
Questo verbo, inoltre, ha anche un altro significato: quello di esprimere la propria disapprovazione per qualcuno o per qualcosa. Il pubblico, infatti, potrebbe "fischiare" uno spettacolo, un attore, un cantante… se non è d’accordo con le sue azioni.
Sbuffare
Espirare o soffiare forte con la bocca, solitamente perché ci si sta annoiando, si è impazienti oppure non se ne può più di qualcosa, si è giunti al limite della sopportazione.
Russare
Emettere dei suoni rochi e fastidiosi durante il sonno, solitamente senza rendersene conto. Questo succede quando l’aria, durante la respirazione, non riesce a passare facilmente tramite la bocca o il naso perché trova un ostacolo e quindi produce delle vibrazioni sonore.
Gemere
Emettere suoni soffocati tenendo le labbra chiuse, spesso uniti al pianto. Si "geme" di solito a causa di un dolore forte (sia fisico, che emotivo), per esprimere il proprio lamento. Per esempio, dopo aver sbattuto il mignolo contro la porta, potrebbe capitarvi di "gemere" di dolore.
Sgranocchiare
Suono prodotto quando si mangiano cibi croccanti, come per esempio, biscotti, toast o noccioline: masticando questo tipo di cibo, si sbriciolerà e produrrà rumore.
Digrignare / Sfregare (i denti)
Muovere la mascella da una parte all’altra ripetutamente, spesso in maniera involontaria. Questo non solo produce un rumore fastidioso per chi lo sente, ma può anche causare dei danni ai denti.
Gridare / Urlare
Emettere suoni o parole a voce molto alta, per farsi sentire meglio, per attirare l’attenzione di qualcuno o anche per sfogarsi.
Sussurrare
Il contrario di "gridare": dire qualcosa a voce molto bassa o sottovoce per non farsi sentire. Per esempio, si può "sussurrare" un segreto all’orecchio di qualcuno.
Starnutire
Tue, 27 Dec 2022 - 22min - 443 - CONCORDANZA a SENSO: Come NON sbagliare le FRASI in italiano
In questo articolo affronteremo il tema della concordanza a senso. Non lasciatevi spaventare dal nome! In realtà si tratta di un semplice concetto che spiegheremo passo passo. Se ne avete già sentito parlare, probabilmente avrete avuto dubbi sull'argomento, a cui nessuno ha mai saputo dare risposte efficaci. Non è così? E allora, se vi interessa scoprire di cosa si tratta e cercate una spiegazione chiara ed esaustiva del concetto di concordanza a senso...continuate a leggere questo articolo!
I 3 tipi di concordanza a senso
Prima di tutto, cosa si intende per concordanza?
La concordanza è l’operazione che facciamo quando creiamo un accordo tra gli elementi di una frase (articoli, aggettivi, nomi, verbi) in genere, numero e persona.
Ovvero, quando cambiamo l’ultima lettera delle parole, al maschile o al femminile, al singolare o al plurale.
Ad esempio:
Caterina è una ragazza simpatica —> è = 3ª persona singolare, perché concorda con il soggetto (Caterina, lei) + una ragazza simpatica, perché concordano con Caterina, a cui si riferiscono, che è singolare e femminile.
Questa è la concordanza “tradizionale”, che tutti avrete studiato e che starete praticando e provando a padroneggiare. Questo tipo di concordanza è chiamato “concordanza grammaticale”, perché segue le regole grammaticali.
Ma l’argomento di questo articolo è, più specificamente, la “concordanza a senso”, che è un altro tipo di concordanza. Questa dà più importanza agli elementi che determinano il senso, il significato della frase, piuttosto che dare importanza alla sua grammatica. Semplificando il concetto, la concordanza a senso risulta essere un po’ più “flessibile” di quella grammaticale.
Ma cosa intendiamo? Vediamolo insieme!
Innanzitutto, è bene sapere che esistono 2 tipi principali di concordanza a senso.
Tipo 1
Il primo tipo avviene quando abbiamo a che fare con un complemento partitivo (ovvero, introdotto da DI, che specifica l’insieme di cui fa parte il nome a cui si riferisce) che regge una proposizione relativa.
E cioè, in breve, stiamo parlando di strutture come “uno di … (un gruppo) che”).
Ecco un esempio:
Laura è una di quelle persone che sa / sanno sempre come comportarsi
Il dubbio è: dopo il pronome relativo CHE, si usa il verbo al singolare (che concorda con “Laura, una”) o al plurale (che concorda con “persone”)?
Cosa ne pensate?
Ebbene, secondo le regole di grammatica e quella che si definisce concordanza grammaticale, il verbo deve concordare con il partitivo, cioè con ciò che si trova dopo il “di” (persone, in questo caso):
Laura è una di quelle persone che sanno sempre come comportarsi (concordanza grammaticale)
Ma, secondo la concordanza a senso, il verbo deve concordare con il nome principale, il soggetto logico che davvero esprime il significato della frase (Laura, in questo caso):
Laura è una di quelle persone che sa sempre come comportarsi (concordanza a senso)
E quindi? Quale delle due è corretta?
La concordanza grammaticale è sempre corretta: seguendo le norme grammaticali, la frase relativa è retta dal complemento partitivo (di quelle persone = nome plurale à verbo al plurale).
Però la concordanza a senso è molto molto comune nella lingua parlata e nelle conversazioni,Fri, 23 Dec 2022 - 16min - 442 - 10 COSE che forse non sapevi sul CAFFÈ: Curiosità, Pro e Contro!
“Un caffè per favore!”. Quante volte al giorno pronunciamo o ascoltiamo questa frase? Decine! Ma sapete cosa vi si nasconde dietro? Non vi preoccupate… State per scoprirlo! In questo video vi presenterò le 10 COSE CHE (FORSE) NON SAPEVATE SUL CAFFÈ!
Ecco le 10 COSE che forse non sapete sul CAFFÈ
1) La Finlandia va pazza per il caffè!
Si potrebbe pensare che l’Italia sia il Paese che consuma più caffè all’anno, ma infatti non è così!
In realtà è la Finlandia che guadagna il primo posto per consumo annuo di caffè, con 12 kg pro-capite all’anno.
L’Italia non è nemmeno al secondo posto, ma - udite udite - al tredicesimo!!!! Con 5,9 kg di caffè pro-capite.
2) Il caffè come ispirazione
Il compositore Bach amava al tal punto il caffè da dedicargli una cantata – Kaffeekantate – eseguita a Lipsia nel 1732. Nel testo parla, in modo ironico, della moda di andare ai caffè, molto diffusa nella società settecentesca di Lipsia.
3) La moka non si lava!
In Italia non si lava assolutamente la moka, ossia la caffettiera, con il detersivo, in quanto la sostanza ha un odore troppo aggressivo che andrebbe a coprire l’aroma del caffè. Si usa solo l’acqua!
4) Il caffè è salutare
Uno studio dell’università di Lund, in Svezia, ha dimostrato che bere caffè riduce la probabilità di cancro al seno, la Harvard School of Public Health dichiara che riduce il rischio di cancro alla prostata e ha un potere antidepressivo.
La caffeina, poi, migliora i livelli di energia e stimola alcune funzioni cerebrali (memoria e attenzione tra le altre); ha anche un effetto stimolante sul sistema cardiovascolare.
E non è finita qua! Sembrerebbe che il caffè aiuti anche a ridurre il rischio di ammalarsi di Alzheimer!
In cosmesi, la caffeina viene utilizzata per preparare prodotti anticellulite, snellenti e tonificanti per il corpo e cosmetici antiage per il viso e per il contorno occhi.
5) La bevanda del Diavolo
Inizialmente la Chiesa era contro il consumo di caffè, definito “la bevanda del Diavolo” per le sue proprietà eccitanti che portavano “alla perdizione dei sensi”.
Papa Clemente VIII, nel ‘500, è stato il primo uomo di Chiesa a dare la sua approvazione al caffè dicendo “Questa bevanda di Satana è talmente buona che sarebbe un peccato farla bere solo agli infedeli. Imbroglieremo Satana battezzandola”.
6) Dove costa di più?
Sembrerebbe che le città in cui il caffè costa di più siano nell’Europa del Nord. Oslo, capitale della Norvegia, è dove una tazza di caffè espresso costa di più: in media 4,50€. Seguita poi da Copenaghen (4€) e Ginevra (3,60€), Sidney (3,10€), Tokyo (3€) e a seguire.
In Italia, un caffè espresso costa in media 1€ (tranne se siete turisti a Venezia). No sto scherzando, per fortuna questi episodi sono molto molto rari.
7) Tutti lo amano...
È la bevanda più diffusa al mondo: si consuma in ogni angolo del pianeta e ogni giorno se ne consumano quasi 1.6 miliardi di tazze. Certo, ogni Paese ha la sua propria forma di consumarlo… Un giorno le intendo provare tutte! Ma quella che mi incuriosisce di più è quella finlandese, il cosiddetto Kaffeost, in cui il caffè caldo viene versato sulla cagliata di formaggio!
8) Persino gli animali!
La mangiano anche gli elefanti e ne vanno matti!
Mangiano le bacche di caffè come snack.Tue, 20 Dec 2022 - 14min - 441 - Vivere in Italia: PRO e CONTRO
Come si vive in Italia? Vale la pena per uno straniero trasferirsi a vivere nel Bel Paese? In questo video, ho raccolto tutti i PRO e i CONTRO di vivere in Italia, così che possiate fare la vostra scelta sapendo a cosa state andando incontro!
Quali sono i PRO di vivere in Italia?
Cominciamo con i PRO e partiamo da quelli un po’ più scontati e palesi.
1 - Bellezza
L’Italia è anche chiamata “Il Bel Paese”, e non è un caso. L’Italia offre davvero molta bellezza, naturale e artistica.
Innanzitutto, è un Paese che ha i più disparati paesaggi. Insomma, c’è tutto: mare, montagne, colline, laghi, spiagge, fiumi, grandi città, campagne.
Ma allo stesso tempo, c’è anche tanta bellezza in senso storico e artistico: basti menzionare due città, Roma e Firenze, per averne un’idea. Ma in realtà ogni regione e quasi ogni città italiana ha qualche bellezza da offrire.
2 - Cibo
Pochissimi sono gli stranieri che hanno dichiarato che a loro non piace il cibo italiano (e tra l’altro alcuni di loro si sono ricreduti dopo aver passato del tempo in Italia).
La cucina italiana è gustosa ma anche molto diversificata: da Nord a Sud, ci sono decine e decine di piatti tipici con gli ingredienti più disparati (verdure, carne, pesce, pasta…).
A chi non piace la pizza, la pasta, il gelato?
Ma ovviamente la cucina italiana è anche molto altro ed è un piacere scoprirla tutta!
Per esempio, se volete sapere come e cosa si mangia in un ristorante con tre stelle Michelin in Italia, potete dare un’occhiata al video in cui vi portiamo con noi da Osteria Francescana, il ristorante dello chef Massimo Bottura!
3 - Persone
Spesso all’estero si dice che gli italiani siano solari, gentili, disponibili e amichevoli. Per la maggior parte, si può dire che questo è vero.
Ovviamente ci sono eccezioni e alcune città vengono considerate particolarmente “fredde”, anche dagli stessi italiani.
Però in generale l’esperienza che avrete con gli italiani dovrebbe essere piacevole!
4 - Clima
In generale, il clima in Italia è gradevole: non è troppo rigido né troppo caldo. È chiaro che nelle Dolomiti in inverno fa molto freddo e che all’estremità più bassa della Sicilia in estate fa molto caldo, ma in media il clima è incantevole.
Inoltre, è possibile spostarsi di poco per trovare un clima più caldo o più freddo nello stesso Paese.
5 - Costo della vita
Chiaramente, dipende dal Paese da cui venite, dalla vostra moneta eccetera. Però si può affermare in senso generale che il costo della vita in Italia non è troppo alto.
Certo, Milano è costosissima. Firenze e Venezia anche. Ma a parte poche eccezioni, in Italia si può vivere dignitosamente anche con poco. E qualora aveste bisogno di essere in queste città per lavoro, potreste sempre optare per una casa in una città più piccola nei dintorni delle grandi città, dove certamente affitti e vita sono più bassi.
In particolare, i prezzi in Italia risultano più bassi (rispetto al Nord Europa o altri Stati) per affitti e cibo. Invece le bollette o la benzina sono abbastanza simili al Nord Europa, per esempio.
6 - Sanità pubblica
Molti italiani si lamentano della sanità nel Bel Paese, e in generale hanno ragione. Le file sono interminabili e la prenotazione per una visita specialistica richiede almeno 3 mesi di attes...Sat, 17 Dec 2022 - 18min - 440 - Il verbo CHIEDERE e le sue mille espressioni in italiano
In italiano il verbo CHIEDERE è molto usato sia per esprimere il desiderio di ottenere, l’esigenza di avere qualcosa sia per domandare e interrogare per sapere. Ascoltando gli italiani però, forse avrai notato che questo verbo è presente in tantissimi modi di dire, frasi fatte e semplici espressioni verbali. In questo video vedremo le più comuni!
13 ESPRESSIONI con il verbo CHIEDERE
Vediamo insieme le principali espressioni italiane che contengono il verbo CHIEDERE
1. Chiedere scusa
Esprimere tristezza, rimpianto o rimorso per quello che si è detto o fatto nei confronti dell’interlocutore, riconoscendo i propri errori, con lo scopo di riconciliarsi e ripristinare un rapporto.
Esempio:
Ops… Vi chiedo scusa! Stavo rispondendo a qualche messaggio…
2. Chiedere perdono
Un altro modo per dire “chiedere scusa”. Questa espressione, però, è utilizzata anche in ambito religioso: si chiede all’interlocutore (una persona o Dio) di assolvere l’errore (o il peccato) commesso.
Esempio:
Vi chiedo perdono se sono stata un po’ assente… Avete sentito la mia mancanza?
3. Chiedere venia
La parola “venia” significa favore, grazia, perdono, generalmente lieve. Dunque, “chiedere venia” vuol dire domandare perdono in situazioni di piccole colpe.
Questa espressione è utilizzata spesso in registri molto elevati e aulici per scusarsi o anche in maniera scherzosa nella quotidianità.
Esempio:
Come hai detto che ti chiami? Lisa Petragallo? Pietragalla? Petrigallia? Chiedo venia se l’ho pronunciato male! Non l’ho mai sentito però…
4. Chiedere clemenza
Utilizzata soprattutto in contesti giuridici, per richiedere benevolenza nella punizione e disponibilità al perdono.
Esempio:
Signor giudice, sento di dover chiedere clemenza per il mio cliente. È innocente!
5. Chiedere giustizia
Questa è ancora un’espressione legata all’ambito giuridico, ma è usata spesso anche nella quotidianità: la richiesta è che si agisca in modo giusto e corretto nei confronti di qualcuno o che si ristabilisca un diritto calpestato o un torto subito.
Esempio:
Graziana mi ha rotto questo bracciale e io adesso chiedo giustizia! Me ne deve ricomprare almeno tre!
6. Chiedere (il) permesso
Domandare ad altre persone l’autorizzazione (verbale o scritta) per dire o fare qualcosa. È molto usata soprattutto dai bambini, a scuola o a casa, per chiedere all’insegnante o ai genitori di poter fare qualcosa.
Esempio:
Più tardi c’è l’aperitivo in centro? Più tardi quando? Tra 15 minuti? Non so se riesco a farcela… Dovrei chiedere il permesso a Graziana perché la sto aiutando con un video… Lo so, anche io penso che dirà di no! Lei è così stakanovista…
7. Chiedere uno sforzo
Esigere dall’interlocutore il massimo delle energie e dell’impegno nell’attività che sta svolgendo o che dovrà svolgere.
Esempio:
Mi dispiace, non posso venire. Graziana mi ha chiesto uno sforzo per completare questo video e non posso deluderla. È lei che mi paga! Però ti prometto che ci sarò al prossimo aperitivo!
8. Chiedere conto
Richiedere, in modo pressante,Sun, 11 Dec 2022 - 14min - 439 - 16 Espressioni italiane con il Verbo DARE
Il verbo dare è molto particolare, dato che possiede molti significati, tra cui porgere, passare, offrire, donare ecc... Ma sapevate che è anche molto utilizzato in espressioni e modi di dire italiani? In questo articolo scopriremo insieme alcuni dei più comuni, con tanto di esempi! Quindi, se siete curiosi di conoscerli... proseguite la lettura!
16 espressioni idiomatiche in italiano con "DARE"
1. Dare fastidio
Provocare noia, irritazione, disturbare una persona.
Luca mi dà sempre fastidio ascoltando musica ad alto volume quando cerco di studiare
2. Dare ai/sui nervi
Questa espressione si può considerare un sinonimo di quella precedente: infastidire, irritare qualcuno a tal punto da farlo esasperare.
È così arrogante! Il suo comportamento mi dà proprio sui nervi!
3. Dare retta
O (meno frequente) “dare ascolto”: ascoltare e seguire i consigli o gli ordini di qualcuno.
Dammi retta, comincia a frequentare quel corso di yoga e vedrai che sarai meno stressato!
4. Dare una mano
Aiutare qualcuno a svolgere una determinata attività.
Luigi ci ha dato una mano con il trasloco.
È importante non confondere questa espressione con “darsi la mano” che invece indica stringersi la mano con qualcuno, per esempio quando ci si presenta a qualcuno che si vede per la prima volta.
5. Dare voce
Far sentire le proprie parole o idee, anche quando le altre persone o le circostanze lo rendono complicato.
Ho finalmente dato voce ai miei pensieri nei suoi confronti: adesso non siamo più amici ma mi sono tolta un bel peso!
6. Darsi da fare
Impegnarsi molto in modo produttivo nello svolgimento di un’azione o nella realizzazione di un compito.
Gli architetti si sono dati molto da fare per completare in tempo il progetto della nostra casa.
7. Dare i numeri
Perdere momentaneamente la ragione.
Ma anche: essere nervosi o arrabbiati per un fatto accaduto o qualcosa che ci è stato detto. Con questo significato: “dare di matto”.
Quando il capo ha visto l’errore che avevamo commesso, ha dato i numeri e stava per licenziarci.
8. Non dare tregua
Continuare a far soffrire o a disturbare, infastidire qualcuno.
Quest’anno la pioggia proprio non ci dà tregua: non vediamo il sole da settimane!
Viceversa, “dare tregua” significa smettere di infastidire qualcuno.
Mi ha dato tregua quando finalmente gli ho detto che non ne potevo più delle sue lamentele.
9. Dare spazio
Aiutare, incentivare, supportare nella realizzazione di un’idea o un progetto, dare la possibilità di crescita.
Nel mondo del lavoro, è importante dare spazio ai giovani e alle loro idee.
10. Darci dentro
Impegnarsi molto a fare qualcosa.
Simone ci sta dando dentro con il nuoto in questi giorni per vincere la gara la prossima settimana.
11. Dare corda
Dimostrarsi disponibili ad ascoltare qualcuno o incoraggiare qualcuno a fare qualcosa.
Spesso esprime una sfumatura negativa,Tue, 06 Dec 2022 - 14min - 438 - IL LESSICO della CASA: benvenuti a casa… IN ITALIA!
Prima o poi, a tutti voi capiterà di dover parlare di case in italiano, sia che vogliate comprarne una in Italia, sia che un vostro amico italiano venga a farvi visita a casa vostra, sia che siate in affitto in Italia e abbiate un problema da spiegare a qualcuno… E così via. Non sempre, però, si conoscono tutte le parole e le espressioni necessarie per descrivere le componenti di una casa in italiano, dalle stanze ai mobili alle rifiniture. Perciò, è quello che faremo in questo video! Preparate carta e penna! Ne avrete bisogno…
Il lessico italiano della casa
Occorre una piccola premessa prima di iniziare, ovvero chiarire una volta per tutte un dubbio che tanti stranieri hanno. Quando in italiano si parla di casa, non si indica una tipologia specifica, ma si indica abitazione in senso generale, ossia il luogo in cui un nucleo famigliare vive.
Quante tipologie di case ci sono in Italia?
Prima di scoprire le caratteristiche interne di una casa, ti propongo questo elenco delle principali tipologie di case italiane: vi sarà utile per conoscere i loro nomi in italiano e le loro particolarità.
Appartamento: Abitazione che si trova all’interno di un edificio che ne ospita più di uno. Questo edificio più grande che comprende tutti gli appartamenti si chiama “condominio”.
Baita: Abitazione tipica di montagna.
Casa a schiera: Parte di un complesso in cui le abitazioni sono uguali e sono disposte una accanto all’altra.
Casa singola: Abitazione individuale, che non fa parte di un complesso.
Casale: Grande abitazione di campagna rustica e isolata.
Cascina: Abitazione di campagna tipica per i contadini, con ambienti per attrezzi ed animali. Nel Sud Italia, generalmente questo tipo di abitazione si chiama “masseria”.
Palazzo: Grande edificio, usato come abitazione signorile ed elegante oppure come sede di uffici.
Villa: Abitazione ampia ed elegante, circondata da un giardino piuttosto grande.
Villino: Abitazione singola con un piccolo giardino.
Entriamo insieme in una casa!
Chiarito questo, procediamo alla casa vera e propria. Come dicevamo, alcune possono avere un giardino davanti, con del verde e magari un vialetto.
Però quello che tutte le case hanno è una porta d’ingresso. Ormai è sempre più comune optare per una porta blindata, pensata per resistere a tentativi di intrusione. In generale è molto molto sicura e resistente, anche la maniglia e la serratura. Se si vuole vedere chi ha suonato il campanello, si può guardare dallo spioncino.
Una volta aperta la porta, c’è di solito un ingresso, cioè un piccolo spazio con un appendiabiti per lasciare il proprio cappotto, oppure dei ganci per le chiavi o ancora uno specchio per guardarsi prima di uscire, un mobile per lasciarvi gli oggetti che abbiamo nelle tasche e che non ci servono in casa. Io di solito ci lascio la borsa oppure gli occhiali da sole. Non è molto ordinato, ma è molto pratico. L’ingresso può anche essere in forma di corridoio, lungo e stretto, che conduce alle varie stanze. E ora vediamo le varie stanze!
Le stanze di una casa
Dopo aver varcato l'ingresso e aver percorso il corridoio, sarete pronti per esplorare tutte le stanze e sentirvi veramente a casa!
IL SOGGIORNO
È la stanza della casa più ampia e accogliente delle altre, dove si trascorre la maggior parte della giornata, ci si rilassa, si ricevono le visite degli ospiti.
Fri, 18 Nov 2022 - 21min - 437 - Cosa Fare e Cosa Vedere a PADOVA (in Veneto)
Padova è un comune italiano di 208.533 abitanti, capoluogo dell’omonima provincia in Veneto. Ricca di luoghi suggestivi, rappresenta oggi una meta turistica interessante, a causa delle numerose attrazioni da visitare. E voi, ci siete mai stati? Vediamo insieme cosa fare e cosa visitare mentre si è in vacanza a Padova!
Cose da fare e da vedere a Padova
Di seguito vi proponiamo un elenco con le maggiori attrazioni, accompagnate da una breve descrizione, che la città di Padova offre ai turisti che desiderano visitarla: dalla piazza più bella alle basilica più visitata, dai palazzi più prestigiosi alle bevande più gettonate.
Fare una passeggiata per “Prato della Valle”
Conosciuta come una delle piazze più belle e più grandi d’Europa (è la quinta piazza più grande del continente), è caratterizzata da un’isola verde centrale e circondata da un canale, sul quale si affacciano 78 statue di personaggi illustri, tra cui Francesco Petrarca e Galileo Galilei.
Visitare la Cappella degli Scrovegni
La Cappella degli Scrovegni è senza dubbio uno dei più grandi capolavori dell’arte italiana, nominata di recente patrimonio dell’Unesco. Si tratta di un museo civico, presso il quale è possibile ammirare un noto ciclo di affreschi di Giotto risalente ai primi anni del XIV secolo, a cui appartiene il celeberrimo Giudizio Universale.
Fare un salto alla Basilica di Sant’Antonio o più semplicemente alla “Basilica del Santo”
Una delle basiliche più visitate al mondo, costituisce quasi una sorta di “tappa obbligatoria” per chi visita la città. Custodisce le reliquie del Santo e dispone persino di un sito web dove è possibile inviare preghiere “virtuali”.
Visitare Palazzo Bo, sede dell’Università di Padova
L’Università di Padova, una delle più antiche e prestigiose università italiane, ha visto tra i propri docenti persino Galileo Galilei per 18 lunghi anni. Nel 1678, presso l’Università di Padova, si è inoltre laureata la prima donna al mondo, Elena Cornaro Piscopia. L’edificio è, poi, famoso per la presenza del primo “teatro anatomico”, creato appositamente per dissezionare i cadaveri e studiare il corpo umano.
Partecipare ad una visita guidata nella Sala dei Giganti
La Sala dei Giganti è una sala trecentesca tutta affrescata, ubicata presso Palazzo Liviano, il cui programma iconografico fu curato da Francesco Petrarca.
Visitare la Torre dell’Orologio
La Torre, alta 30 metri, fu elevata tra il 1426 e il 1430 sulle rovine della porta orientale della Reggia Carrarese, residenza e sede del governo dei signori della città. L’orologio astrario che vediamo oggi venne inaugurato nel 1437. È la ricostruzione fedele del precedente realizzato nel 1344. Il quadrante ha una forma circolare, con al centro il pianeta Terra e ad esso sono legate tutt’oggi diverse leggende.
Visitare il “museo del pre-cinema”
Si tratta di un museo molto particolare, ricco di illusioni ottiche e macchine da vedere. Ubicato all’ultimo piano del Palazzo Angeli, raccoglie tutti gli strumenti di proiezione precedenti a quelli del cinema come lo conosciamo oggi.
Visitare il Palazzo della Regione, passando per “Padova sotterranea”
Sotto al Palazzo della Regione, una delle maggiori attrazioni della città,Tue, 08 Nov 2022 - 19min - 436 - 5 Errori che gli Stranieri commettono con il SI IMPERSONALE
Innanzitutto: grazie mille! Perché dai commenti e dalle visualizzazioni mi sembra di capire che vi piaccia la serie dei video sui 5 errori più comuni commessi dagli stranieri riguardo a un argomento in particolare: il congiuntivo, la parola QUALCOSA, il verbo TRATTARSI DI… Questo video segue la stessa serie, quindi preparatevi per i 5 errori più comuni commessi dagli stranieri riguardo un argomento piuttosto temuto: il SI IMPERSONALE!
Il "SI" impersonale in italiano: i 5 Errori più comuni
“Ma il SI impersonale è facilissimo! Bisogna solo usare SI + il verbo alla terza persona singolare! Che sarà mai?”
Non fatevi ingannare! Saper parlare bene richiede una conoscenza più approfondita!
Ecco a voi i 5 errori più comuni che gli stranieri commettono con il "SI" impersonale in italiano.
1. SI COMPRA LE COSE
Molti stranieri seguono la “regola generale” del si impersonale (si + verbo alla 3 persona singolare) ciecamente. Purtroppo non è così facile, come vi anticipavo.
Per esempio, la frase “Si compra le cose” è sbagliata! La forma corretta sarebbe “Si comprano le cose”.
Perché?
Facciamo chiarezza.
In questo caso il SI ha funzione PASSIVANTE; inoltre, il verbo ha un oggetto diretto (le cose). In questo caso, l’oggetto diretto del verbo è il soggetto di una frase passiva, perciò il verbo concorda con questo.
Ve lo mostro con un esempio. Se io dico
Si comprano le bevande
In questa frase, “le bevande” è l’oggetto diretto, ma sarebbe anche il soggetto della frase se la trasformassi in forma passiva (Le bevande sono comprate).
Dunque, in parole povere, quando si usa il SI PASSIVANTE con un verbo transitivo che regge un oggetto diretto plurale, il verbo dovrà essere coniugato alla 3 persona plurale (si mangiano i panini, si vedranno le stelle, si troveranno i soldi…).
Ricordate: se l’oggetto diretto è singolare, il verbo sarà coniugato alla 3 persona singolare.
Esempio:
Le scelte si fanno in pochi secondi e si scontano per il tempo restante. Paolo Giordano
2. SI LO FA
Molti stranieri si confondono quando, con il SI impersonale, hanno bisogno di usare anche un altro pronome. Dove mettere l’uno e l’altro? Quale va prima? Quale va dopo?
“Si lo fa?”
“Se lo fa?”
“Lo si fa?”
“Lo se fa?”
Sembra un elenco di note musicali…
Ebbene, la forma corretta è “Lo si fa”.
Infatti, di una cosa potete stare certi: il SI impersonale va sempre immediatamente prima del verbo. Ogni altro pronome, di conseguenza, va aggiunto prima del SI.
E la forma “se lo fa”? Vi suona corretta, no? È vero! Esiste, ma significa un’altra cosa! In questa frase, infatti, abbiamo ancora due pronomi insieme, ma il SI non è impersonale, bensì è un SI riflessivo, riferito a una terza persona singolare (lui o lei).
Per esempio:
Mario si fa il bagno. —> Mario se lo fa.
Notate la differenza? Questa frase ha come soggetto Mario, quindi non può essere impersonale.
Esempio:
Si dice che l’amore rende ciechi. Fa ben di più, rende sordi, paralizza. Quando viene il mal d’amore,Tue, 01 Nov 2022 - 15min - 435 - 10 Espressioni con la Preposizione SU in italiano
In italiano la preposizione semplice SU è utilizzata in parecchie espressioni verbali e in molti modi di dire utilizzati nella quotidianità dai madrelingua. In questa lezione potrai conoscerli tutti e imparare a parlare in modo più naturale e spontaneo in italiano.
10 Espressioni italiane con la preposizione SU da ricordare
Ti presento ora 10 espressioni con la preposizione semplice SU, molto gettonate dai madrelingua italiani nell'uso scritto e soprattutto orale. Gli esempi riportati vi faranno scoprire quanti utilizzi diversi può avere una piccola preposizione semplice. Pronti a scoprirli?
Su misura
È un’espressione che può essere utilizzata in contesti differenti:
-per riferirsi ad un capo di abbigliamento cucito e tagliato in base alle misure di una determinata persona, che dovrà indossarlo
Non posso prestarti questo vestito perché è fatto su misura e le nostre taglie sono diverse!);
-per riferirsi a qualcosa che si adatta perfettamente alle caratteristiche di qualcuno
Sono sicura che non avrai problemi! Si tratta di un lavoro fatto su misura per te).
Sul serio
Possiamo utilizzare questa espressione al posto di “veramente/per davvero/senza scherzi”
Sto pensando sul serio di comprare una villa in campagna e lasciare lo stress della città.
o in domande retoriche per esprimere dubbio o meraviglia.
Sul serio?! Hai organizzato tutto questo solo per lei?
Spesso la troviamo accompagnata dal verbo “fare”, per dire “impegnarsi veramente/non scherzare”
Smettila di mettermi dubbi, io faccio sul serio con questo nuovo lavoro!
e dal verbo “prendere”, per intendere “affrontare con grande impegno e serietà qualcosa o qualcuno”.
Prendevamo sul serio le nostre promesse, perciò non abbiamo mai deluso nessuno.
Su due piedi
Per riferirsi ad un’azione fatta o una decisione presa senza esitazione, all’improvviso, senza pensarci su.
Quello che ci chiedi è complesso: non possiamo risponderti così su due piedi. Abbiamo bisogno di consultare i nostri avvocati.
Su per giù (suppergiù)
È un’espressione utilizzata al posto di “all’incirca/pressappoco/più o meno”.
Viviamo in questa casa su per giù da 5 anni.
Sul colpo
Possiamo utilizzare “sul colpo” per riferirci ad un’azione che si svolge “immediatamente/subito”. Molto spesso la ritroviamo nella famosa espressione “morire sul colpo”.
Sembra che la vittima sia morta sul colpo: non ha sofferto molto.
Nero su bianco
È un’espressione utilizzata per stabilire in modo definitivo una situazione o mettere per iscritto qualcosa. Quindi, il “nero” rappresenta l’inchiostro della penna che scrive sulla carta, che è di colore “bianco”. Spesso ritroviamo questa espressione accompagnata dal verbo “mettere”.
Potremo collaborare insieme solo quando deciderai di mettere le cose nero su bianco. Altrimenti, non mi fido.
Sulla ventina/trentina/quarantina…
È un’espressione che possiamo usare quando faccia...Sat, 22 Oct 2022 - 11min - 434 - STUDIARE in Modo EFFICIENTE? 3 CONSIGLI per risparmiare TEMPO e imparare MEGLIO!
Se siete alla disperata ricerca di una guida su come studiare in modo più efficace e produttivo, questo articolo fa al caso vostro! In questo articolo parleremo di come risparmiare tempo, quindi… non perdiamo altro tempo e andiamo subito al sodo! Vi aspettano 3 validi consigli e suggerimenti per studiare in modo più efficiente in un tempo ridotto! Il segreto sta nel rivedere e correggere delle abitudini che già sono nostre!
3 utili trucchetti per studiare meglio
1 - Impara la pronuncia fin da subito
Quando si comincia a studiare una lingua straniera, si tende ad imparare il maggior numero di informazioni possibili: tantissime parole nuove, espressioni, regole grammaticali!
Finiamo sempre per riempire quaderni o pagine Word di tutte queste informazioni. Che va benissimo, ovviamente: è fondamentale! Ma molto spesso, annotiamo queste informazioni nel silenzio della nostra camera o della nostra classe a scuola. E poi basta! Finisce lì! Le rivediamo di tanto in tanto quando abbiamo del tempo libero o quando dobbiamo fare i compiti, ci sembra di ricordarle e passiamo oltre.
Per quanto questa modalità possa essere utile, così facendo ci dimentichiamo di una cosa importante: la pronuncia! È fondamentale imparare da subito come pronunciare correttamente ogni parola in una lingua straniera. È un errore che feci anche io quando cominciai a imparare la prima lingua straniera, l’inglese, a scuola. Prendevo buoni voti nella parte scritta o nella comprensione, ma avevo difficoltà con la pronuncia. E ancora oggi, a volte, ho dei dubbi sulla pronuncia di alcune parole, di cui conosco perfino perfettamente lo spelling.
Quindi, non pensate “Ok adesso imparo a scrivere e a formare le frasi e poi con calma imparo la pronuncia: c’è tempo”. No! Dovete farlo da subito, altrimenti vi sarà più difficile sistemarla una volta che l'avrete appresa in maniera errata.
Ebbene, adesso vi svelerò la strategia che uso per rimediare al mio precedente errore...qualcosa che potreste fare anche voi.
Prendo alcune scene di film o serie tv, in particolare quelle in cui c’è una conversazione tranquilla (senza emozioni troppo forti) tra due personaggi. Ne scelgo uno e ne imito il più possibile pronuncia, intonazione e velocità. Ripeto la stessa scena fino a quando non riesco a parlare alla stessa velocità del personaggio che ho scelto. In questo modo creo una sorta di conversazione (con l’altro personaggio) e miglioro la pronuncia.
Provateci, ne vale la pena! Probabilmente le persone che vivono in casa con voi potrebbero pensare che siate impazziti, ma funziona.
Se poi volete evitare tutto questo… allora…imparate la pronuncia da subito!
2 - Ridurre al minimo tutti i passaggi che ci fanno perdere tempo durante lo studio
Per introdurre questo secondo utilissimo suggerimento, vi presento un esempio tratto dalla mia esperienza di insegnante di italiano.
Durante le mie lezioni di italiano, invio sempre dei file PDF ai miei studenti con degli esercizi di grammatica o di vocabolario o letture come compiti. La maggior parte di loro li stampa e li completa con una penna. Ma poi c’è il problema: come inviarmeli per la correzione? C’è chi li scannerizza, chi mi scatta delle foto, chi me li legge durante la lezione. Però qualche volta non funziona lo scanner oppure qualche volta qualcuno non riesce a capire quello che ha scritto. Ovviamente per me non ci sono problemi, ma capisco che tutto questo, con il passare del tempo, potrebbe portare a un po’ di frustrazione e quindi perdita di motivazione e di voglia ...Sun, 16 Oct 2022 - 15min - 433 - 10 Espressioni per Parlare Italiano come un Madrelingua
Qual è il vostro desiderio più grande? Forse comprare una casa, diventare famosi, incontrare l’anima gemella, avere più amici… Ci sta… ovviamente! Ma se la risposta è “suonare come un madrelingua quando parlo italiano”, allora questo è il video che fa per voi! Infatti, vi presenterò delle espressioni molto comuni nel gergo quotidiano, soprattutto tra i più giovani! Si tratta perlopiù di intercalari e di esclamazioni che vengono utilizzate in contesti informali per dare voce alla propria sorpresa, indignazione, sconcerto, ecc.
Espressioni comuni nel gergo quotidiano
Ecco le espressioni colloquiali italiane più usate dai madrelingua:
Ceh boh...Si utilizza per esprimere: incertezza, quando non siamo sicuri di qualcosa; incredulità, quando siamo senza parole e non riusciamo a credere a qualcosa; disprezzo, per qualcosa che non ci piace.
Esempi:
Vorrei trasferirmi all’estero, ma ho paura di non riuscire a trovare un lavoro… Ceh boh… Con il tipo di laurea che ho, chi mi assumerebbe fuori dall’Italia?
Ho aiutato Stefania a superare l’esame e non mi ha neanche detto un “grazie”… Ceh boh… Non le farò più un favore! Almeno un po’ di riconoscenza…
Sei rimasto seduto al tuo posto sull’autobus nonostante quella vecchietta ti avesse chiesto di cederle il posto. Ceh boh… So che anche tu sei stanco, ma te lo ha persino chiesto…
Ma che veramente? Esprime sorpresa, sia in senso positivo sia in senso negativo. Nel primo caso può esprimere meraviglia per qualcosa che non ci aspettiamo e a cui non riusciamo a credere; nel secondo caso, esprime sbigottimento e incredulità quando ci troviamo davanti ad una situazione che ci prende alla sprovvista ma che non ci piace o che non accettiamo.
Esempi:
Ma che veramente? Hai comprato i biglietti per il concerto? Ma che figata!
Hai raccontato il mio segreto a Marco? Ma che veramente? Cioè non ci si può fidare proprio di te!
No vabbè adoro! Esprime entusiasmo, sorpresa, contentezza, felicità per qualcosa. È accompagnato da toni entusiastici e allegri.
Esempi:
Vi sposate tra un anno? No vabbè adoro! E avete già scelto il posto in cui volete celebrare il matrimonio?
Ad Amsterdam? No vabbè adoro! Ho sempre voluto visitare quella città!
Che vuoi, una foto? Esprime fastidio quando qualcuno ci guarda con insistenza, ci fissa, facendoci sentire a disagio. Non è un modo educato e gentile di esprimersi, ovviamente, perché sottolinea tutto il fastidio e l’insofferenza che questa situazione provoca in noi.
Esempi:
Scusa, che vuoi, una foto? No perché mi fissi da un’ora e non mi sembra di conoscerti…
Dai, poi vediamo… / Poi vediamo, dai… Espressione usata per mantenersi vaghi quando si vuole evitare di dare una risposta certa e precisa. La si usa come risposta a una domanda scomoda, alla quale preferiamo non rispondere per non offendere o rattristare l’interlocutore, e quindi preferiamo rimandare a un secondo momento la questione.
Esempi:
Ah state organizzando una vacanza? Ah grazie per avermi invitata! Eh… Poi vediamo dai… Devo valutare un po’ di cose e vi faccio sapere!
Se puoi lavorare per noi? Non so ora… È possibile, devo parlare con qualcuno… Dai,Thu, 13 Oct 2022 - 14min - 432 - Dialogo tra 2 Ragazze ITALIANE in un NEGOZIO di SCARPE: Parole ed Espressioni
Avete bisogno di comprare un paio di scarpe in Italia ma non volete varcare la soglia del negozio impreparati? O magari siete semplicemente curiosi e felici di ampliare il vostro vocabolario italiano. In ogni caso, questo articolo fa per voi! Continuate a leggere per scoprire l'ampio lessico italiano delle scarpe. Ovvero tutte le parole ed espressioni da usare in un negozio di scarpe in Italia, ma anche in qualsiasi altro contesto. E allora...affrettatevi!
LESSICO ITALIANO DELLE SCARPE
Di seguito vi proponiamo un utilissimo dialogo ambientato in un negozio italiano durante una sessione di shopping di scarpe. Tra una battuta e l'altra troverete tutte le spiegazioni e definizioni necessarie per capire pienamente questa realistica conversazione informale in italiano. Inoltre, in fondo all'articolo vi aspettano le espressioni idiomatiche più comuni relazionate con le SCARPE e che gli italiani usano quotidianamente! Mi raccomando: leggete fino alla fine!
G: Buongiorno.
A: Salve! Mi dica pure: di cosa ha bisogno?
G: Avrei bisogno di comprare delle scarpe da ginnastica.
A: Ha delle preferenze? Marche, colore, prezzo…
G: La marca non è importante per me, ma vorrei un paio bianco, se fosse possibile. Ho bisogno di abbinarle alla mia tuta nuova di zecca!
A: Certamente! Ne abbiamo una vasta scelta.
G: Ancora una cosa: non vorrei spendere una fortuna! Magari sugli 80 euro, se fosse possibile.
A: D’accordo, ha fatto bene a dirmi il suo budget. Vado in magazzino e le porto delle opzioni!
G: Perfetto!
E ora, prima di proseguire con il dialogo, facciamo un po’ di chiarezza. Leggendo il dialogo, avrai notato che io, come cliente, avevo bisogno di comprare delle scarpe da ginnastica. Ma queste sono solo una delle tante tipologie di calzatura.
Le tipologie sono tantissime: ecco le più comuni!
Le scarpe da ginnastica
Le scarpe col tacco
Le ballerine
I sandali
Le infradito
I mocassini
Gli anfibi
I sabot
Le stringate/francesine
Gli stivaletti (alla caviglia)
Gli stivali
Chiedendo alla commessa una di queste tipologie, lei potrebbe porci la seguente domanda: “Ha delle preferenze?”. In effetti, per ogni tipologia ci sono modelli diversi, con caratteristiche variabili.
Le scarpe sono due, perciò si parla di “un paio” di scarpe. Due paia di scarpe, tre paia e così via...
La tuta non è esattamente una calzatura, ma spesso gli stranieri non sanno cosa sia, quindi ho pensato che fosse opportuno parlarne brevemente: si tratta di un completo formato da un pezzo di sopra (generalmente una felpa) e un pezzo di sotto (pantaloni della tuta) abbinati tra loro. Esistono anche modelli di tuta uniti, usati sia per lavoro sia per piacere.
Torniamo al dialogo...
A: Dunque… Sugli 80 euro purtroppo non c’è molto… Sa, le scarpe da ginnastica buone sono costose. Ma c’è questo modello che verrebbe 78 euro grazie a uno sconto del 25%, perché è periodo di saldi.
G: Mi piace molto!
A: Che numero porta? Vediamo se c’è!
G: Io porto il 39, ma spesso prendo il 40,Sun, 09 Oct 2022 - 15min - 431 - I Verbi Modali in Italiano: 5 ERRORI comuni
In questa lezione parleremo di un argomento molto importante della grammatica italiana: i verbi modali. I verbi modali italiani (volere, dovere, potere e sapere), come in molte altre lingue, sono dei verbi un po’ speciali: possono essere usati autonomamente o seguiti dall’infinito di un altro verbo e ognuno di loro ha delle specifiche sfumature di significato. Inutile dire che sono molto comuni e sono utilizzati centinaia di volte al giorno. Però, proprio perché sono così comuni, è importante usarli correttamente. E non sempre è facile. In particolare, in questo video vedremo insieme 5 degli errori più comuni commessi con i verbi modali.
I 5 errori più comuni con i verbi modali
1. POSSO CANTARE o SO CANTARE?
Uno degli errori più frequenti commessi con i verbi modali riguarda la confusione che gli stranieri fanno tra POTERE e SAPERE.
In particolare, molti utilizzano il verbo “potere” al posto di “sapere” quando si parla di un’abilità.
Esempi:
Io posso cantare molto bene
Mia madre può cucinare divinamente
Voi potete ballare il tango argentino
Ma perché questo è sbagliato? Vediamo nel dettaglio il significato dei due verbi:
Potere è utilizzato quando la capacità di svolgere o meno un’attività dipende dalla volontà di altre persone o da circostanze, restrizioni, obblighi esterni (ES: Giovanni non può nuotare perché la piscina è chiusa —> la chiusura della piscina diventa una circostanza esterna che non gli consente di svolgere un’attività)
Sapere è usato per descrivere una capacità o un’abilità che qualcuno possiede perché l’ha acquisita nel tempo. In altre parole, quando parliamo di qualcuno che ha imparato a fare qualcosa (ES: Giovanni sa nuotare molto bene perché frequenta la scuola di nuoto da quando aveva 5 anni)
Facciamo un esempio finale per capire bene la differenza:
Giovanni sa nuotare, (abilità acquisita nel tempo)
ma dato che la piscina è chiusa, (circostanze esterne)
oggi non può nuotare.
2. SAI LUCA?
Un altro errore ricorrente è usare il verbo sapere al posto del verbo conoscere, in particolare quando si parla di persone.
Però, in realtà i due verbi si usano in casi molto specifici, quindi non vanno mai scambiati.
In particolare, quando si tratta di persone, non bisogna avere dubbi su quale verbo è più corretto utilizzare in italiano: si usa solo e sempre “CONOSCERE”.
Esempi:
Conosco Lucia da molti anni.
Finalmente i genitori di Stefania hanno conosciuto il suo fidanzato.
Inoltre, si usa CONOSCERE per indicare che si ha una buona conoscenza di luoghi, cose, concetti perché sono stati visti, studiati, esplorati.
Esempi:
Conosce tutte le poesie di Pascoli a memoria.
Conosco bene la città di Firenze perché ci ho vissuto per molti mesi.
Conosci un buon ristorante da queste parti?
Come si può vedere, CONOSCERE è sempre e solo seguito da un SOSTANTIVO, un nome. Mai da un verbo.
SAPERE, invece, indica che si è a conoscenza di qualcosa (fatti, informazioni, notizie), per caso o per determinate circostanze.
Wed, 05 Oct 2022 - 16min - 430 - Alternative alla parola “TANTO”: impara a parlare Italiano!
La parola “tanto” è molto frequente in italiano... fin troppo! È giunto il momento di variare un po' e in questo articolo scoprirai tutti i modi per sostituirla, in base al significato che esprime.
Alternative a TANTO in italiano
Prima di cominciare, facciamo chiarezza: quando si usa la parola "tanto"? E cosa esprime?
TANTO si utilizza per:
riferirsi a qualcosa (sostantivo) che si presenta in grande quantità (in questo caso, concorda con il sostantivo in genere e in numero); per enfatizzare, rendendolo più intenso, un avverbio o un aggettivo (in questo caso, resta invariato); per riferirsi ad un’azione (verbo), sottolineandone la grande frequenza o intensità (anche in questo caso resta invariato).
Esempi:In biblioteca ci sono tanti libri. [sostantivo]Oggi sono tanto nervoso, non me ne va bene una! [aggettivo]Lucia e Marco si amano tanto e presto si sposeranno. [verbo]
Per creare ancora più enfasi, “tanto” può essere accompagnato da veramente, davvero, oppure si usa la forma al superlativo tantissimo.Esempi:Ieri mi sono divertita veramente tanto!Sono davvero tanto contenta di averti conosciuto.La lezione di storia non mi è piaciuta: mi sono annoiata tantissimo.
Vediamo ora come si potrebbe sostituire TANTO!
MOLTO - ASSAI - PARECCHIO
Queste alternative hanno la stessa funzione di “tanto” e possono essere utilizzate negli stessi contesti e negli stessi modi.
Esempi:Le lezioni di musica mi appassionano assai! [verbo]Il negozio è fornitissimo: ci sono molti capi di abbigliamento tra cui scegliere. [sostantivo]Penso che le tue parole siano parecchio offensive. [aggettivo]Dovete rispondere molto attentamente! [avverbio]È assai difficile riuscire ad avere un appuntamento col direttore! [aggettivo]Luca ha comprato parecchi libri, ma non ne ha letto nessuno. [sostantivo]
“Molto” e “parecchio” concordano con il sostantivo se si riferiscono a un sostantivo, proprio come “tanto”. “Assai” invece resta sempre invariato, a prescindere dalla parola che accompagna.
UN SACCO - UN BOTTO - UNA MAREA - UN CASINO
Queste alternative a “tanto” sono estremamente informali, perciò si usano soprattutto in contesti colloquiali, quando si parla con amici, parenti e persone che si conoscono molto bene.
Esempi:Ci siamo divertiti un casino alla festa di Stefano. [verbo]Ho una marea di compiti da finire per domani! [sostantivo]Abbiamo camminato un botto ma ne è valsa la pena! [verbo]Alla protesta sono venute un sacco di persone. [sostantivo]
Dagli esempi si possono dedurre alcune cose molto importanti:
1 - Queste alternative (un sacco, un casino, un botto e una marea) si usano sempre in riferimento a un sostantivo o un verbo. Il loro uso in riferimento a un aggettivo o un avverbio è molto, molto raro.
2 - Quando queste alternative si riferiscono a un sostantivo, devono essere seguite dalla preposizione DI (un sacco di persone, una marea di compiti)
3 - Un dubbio molto frequente tra gli studenti di italiano in merito a queste espressioni è: dopo “un sacco di + sostantivo plurale” (es. un sacco di persone) ci vuole il verbo singolare (perché “un sacco” è singolare) o il verbo plurale (perché il sostantivo è plurale)?
Qui si fa di solito una CONCORDANZA A SENSO.
Cosa significa?Sun, 02 Oct 2022 - 11min - 429 - Sorbillo vs Briatore: Sfida tra le 2 Pizze più Famose d’Italia (la nostra Esperienza e Recensione)
Indovinate su cosa è nato un acceso dibattito in Italia? Sulla pizza ovviamente! Il piatto italiano più conosciuto e amato in tutto il mondo, che ebbe però origine della città di Napoli, dove era diffuso tra i più poveri. Secondo una famosa leggenda in questa città nacque la pizza Margherita, che fu chiamata così in onore della regina Margherita di Savoia e condita con i colori della bandiera italiana (la mozzarella bianca, il basilico verde e il pomodoro rosso). Da quel giorno molti pizzaioli si sono sbizzarriti anche con creazioni più fantasiose rispetto alla pizza tradizionale o con versioni “gourmet” per cene di lusso. È il caso, per esempio, della pizza che si può mangiare nei ristoranti di Flavio Briatore, venduta a prezzi talmente alti da aver ricevuto molte critiche e scatenato qualche litigio tra gli amanti italiani della pizza.
Gino Sorbillo vs Crazy Pizza
Chi è Flavio Briatore?
Si tratta di un imprenditore italiano, per l’esattezza piemontese, conosciuto principalmente per essere stato a capo della Formula1, ma che possiede anche una catena di ristoranti e locali di lusso. Tra questi anche tre pizzerie chiamate Crazy Pizza: una a Porto Cervo, una a Roma e una a Milano, inaugurata poco fa in una delle zone più alla moda della città.
La caratteristica di questa pizza un po’ particolare è quella di avere un impasto sottile e croccante senza lievito, condito con, in parole di Briatore “i migliori ingredienti disponibili sul mercato”. Sia a Roma che a Milano i prezzi sono in effetti molto alti: vanno dai 13 euro per una Margherita ai 60 euro per una pizza con qualche fetta di Pata Negra, un famoso prosciutto spagnolo. Molte persone lo hanno criticato per questo motivo, dicendo che prezzi simili sono ridicoli per una pizza.
Gino Sorbillo e la pizza "dei vicoli poveri della città"
Nel dibattito è intervenuto anche Gino Sorbillo, un famoso pizzaiolo napoletano che negli anni si è trasformato anche in un ambasciatore della pizza italiana nel mondo. Nato a Napoli nel 1974, Sorbillo viene proprio da una famiglia di maestri pizzaioli. Pensate che suo nonno, Luigi Sorbillo, ha avuto 21 figli e sono diventati tutti pizzaioli!
Oltre alle storiche pizzerie di Napoli, sono sue molte pizzerie in Italia e nel mondo, di cui ben 4 proprio a Milano: “Lievito Madre” vicino al Duomo, “Gino Sorbillo Olio a Crudo”, il piccolo locale “Antica pizza fritta da zia Esterina Sorbillo” e l’ultima, “Sorbillo Isola”, inaugurata a dicembre 2021. Insomma, ai cittadini milanesi piace molto la pizza napoletana di Sorbillo. Nei suoi ristoranti è vietato prenotare e per questo motivo si trova sempre molta fila, soprattutto a Napoli ma anche a Milano.
Il pizzaiolo difende l’idea di una pizza “dei vicoli poveri delle città”, ovvero una pizza molto grande, che sazia e che tutti possono permettersi. La base della sua pizza è quella tradizionale napoletana che viene chiamata anche “a ruota di carro”, ma oltre alle pizze tradizionali propone anche esperimenti con nomi più fantasiosi, sempre con ingredienti di qualità. A Napoli una Margherita o una Marinara costano € 3,50. Nei suoi ristoranti milanesi anche i prezzi della sua pizza si adattano in realtà al costo della vita, che nella città del Nord Italia è più alto, ma restano comunque molto più bassi rispetto a quelli della pizza venduta da Briatore: una pizza Antica Margherita costa € 8,30, mentre le pizze con più ingredienti massimo € 12.
Il dibattito tra Flavio Briatore e Gino Sorbillo
Tra i due personaggi è nato così un dibattito tra “pizza gourmet” e “pizza del popolo”.Sat, 24 Sep 2022 - 15min - 428 - ITALIANO: Quando è nato, Come Impararlo, Dialetti, Congiuntivo (Risposte alle Domande di GOOGLE)
Quando si studia una lingua straniera, si hanno molte domande. Ovviamente, anche gli studenti stranieri di italiano le hanno. Lo so bene io perché ricevo moltissime domande da voi, a cui provo a rispondere nei miei vari video. Ma lo sa bene anche Google… Quante volte chiedete a Google qualcosa sull’italiano? Praticamente ogni giorno, no? Ebbene, in questo video ho deciso di prendere il posto di Google, umilmente, e rispondere alle domande più cercate su Google riguardo all’italiano! Vediamo se anche voi vi siete mai chiesti queste cose… E vediamo se conoscete le risposte!
Le 10 domande più cercate su Google riguardo all’italiano
1. Perché l’italiano è una lingua difficile?
Sento già le voci “Per il congiuntivo”. Ma la verità è che l’italiano è difficile non solo per il famigerato congiuntivo!
La lingua italiana possiede molti punti complessi, che spesso hanno fin troppe regole grammaticali o al contrario non ne hanno nessuna e vanno imparati così come sono!
Qualche esempio? I verbi irregolari, i plurali irregolari, le preposizioni dopo i verbi, addirittura uno stesso verbo può reggere diverse preposizioni in base al nome che lo segue. Per non parlare poi delle parole polisemiche, ossia quelle che hanno differenti significati.
Solo per menzionarne alcuni!
Ma non bisogna scoraggiarsi, attraverso tanta pratica è possibile riuscire ad ottenere un ottimo livello di italiano.
Per esempio, potreste cominciare con i nostri video! Ci sono video in cui vi spiego tutti gli argomenti complessi che ho menzionato prima! Vi lascio i link in descrizione!
Ma ora proseguiamo!
2. Perché l’italiano è importante?
Bella domanda! Certamente l’italiano non è proprio la lingua più importante da conoscere per sopravvivere nel mondo, lo riconosco. Ma penso che sia importante per l’arricchimento culturale.
Non ci dimentichiamo che è la lingua dell’arte e della cultura, la lingua di Dante e di una vasta e bella letteratura, la lingua dell’opera, della lirica, la lingua di grandi pensatori e filosofi.
E non è tutto! È anche la lingua dell’architettura e della cucina. Conoscere l’italiano probabilmente non aiuta se si deve viaggiare nel mondo, ma certamente aiuta la mente, aiuta a pensare, a sognare, ad arricchire il proprio bagaglio culturale. Siete d’accordo?
3. Perché l’italiano assomiglia allo spagnolo?
Innanzitutto le due lingue hanno una radice comune: il latino.
Poi si sono sviluppate in modo molto simile: per esempio, possiedono lo stesso numero di lettere dell’alfabeto e le strutture grammaticali sono estremamente simili.
Lo spagnolo e l’italiano condividono anche le stesse coniugazioni e gli stessi tempi verbali.
Certo, ci sono delle differenze, ci sono dei falsi amici, ma per gli italiani non è troppo complicato comprendere a grandi linee lo spagnolo e viceversa.
Eppure… udite udite… non è lo spagnolo la lingua più simile all’italiano! *SHOCK* Infatti, secondo uno studio di “Ethnologue”, il francese ha l’89% di parole simili all’italiano ed è la lingua più simile alla nostra.
La storia ce lo conferma: tra Francia e Italia ci sono sempre stati importanti scambi economici, culturali, intellettuali. Quindi i due Paesi si sono un po’ influenzati a vicenda. Certo, la pronuncia francese può rendere questa lingua difficile da comprendere per gli italiani che non la con...Tue, 20 Sep 2022 - 18min - 427 - Storia della Dinastia di Casa Savoia: la Famiglia Reale italiana
In questo articolo parleremo di un momento molto importante per la storia d'Italia. Tutti sanno che oggi l'Italia è una repubblica, ma non è sempre stato così! Infatti, la Repubblica italiana è nata nel 1946, dopo un referendum popolare. Prima di questa data, l'Italia era una monarchia, cioè governata da un re, a quell'epoca Vittorio Emanuele II di Savoia. Quando l’Italia è diventata ufficialmente un Paese unito (il 17 marzo 1861), infatti, si chiamava Regno d’Italia. In questa lezione, parleremo proprio della famiglia reale italiana dei Savoia!
I SAVOIA - La storia della famiglia reale italiana
Origini della famiglia
Innanzitutto, da dove deriva il nome Savoia? Il nome viene dalla regione geografica della “Savoia”, che si trova nel sud della Francia. Tuttavia, sull'origine della famiglia non si hanno notizie certe né documenti, persi a causa di guerre e incendi, ma sembrerebbe che la dinastia sabauda (questo è l'aggettivo che si riferisce ai Savoia) affondi le sue radici proprio in quella zona francese.
Il capostipite della famiglia fu molto probabilmente Umberto I, che proprio nella regione francese della Savoia divenne conte, intorno all’anno 1000 d.C., pensate un po’! Dopo questa figura non si sa molto. E quello che si sa è stato probabilmente inventato dalla famiglia stessa, per ricollegare la propria immagine a quella di personaggi molto importanti.
Circolavano, ad esempio, voci che Umberto I fosse nipote di Ottone II, imperatore del Sacro Romano Impero, perché i Savoia volevano far valere il proprio potere all’interno dell’impero di cui facevano parte, dimostrando di discendere da una dinastia imperiale. In ogni caso, Umberto ebbe due figli. Uno di questi, Oddone, sposò Adelaide di Susa, margravia di Torino. Fu proprio grazie a questo importante matrimonio che i Savoia ottennero i primi territori in Italia.
I Savoia in Italia
La famiglia reale italiana dei Savoia si trasferì solo nel XVI secolo, quando la sede centrale fu spostata da Chambery (in Savoia) a Torino: è stato il Duca Emanuele Filiberto a deciderlo. E così si apre la stagione moderna della casata, con Torino che diventa una metropoli europea e si abbellisce grazie alle opere di architetti urbanisti (Guarini, Juvarra).
Il potere della famiglia reale era, però, ancora abbastanza ristretto. Il salto di qualità avvenne durante la guerra di successione al trono di Spagna (1701), quando Vittorio Amedeo II cambiò segretamente alleanza, passando dal fronte franco-spagnolo a quello austriaco.
Questa mossa è stata un successo per lui, visto che poi lo stesso Re di Spagna, per riavvicinarlo, gli concesse il Regno di Sicilia. Questi non furono anni facili. I sovrani erano ovviamente lontani dalla Sicilia e in più non apprezzavano molto la cultura e le tradizioni dell’isola. E così i siciliani iniziarono a odiarli, fino a quando non scambiarono la Sicilia con un'altra isola italiana: la Sardegna.
Andando avanti con la storia, arriviamo al XIX secolo, quello dell'unità d'Italia. In effetti è stato anche grazie ai Savoia se il processo di unificazione dell’Italia è diventato realtà. Prima del 1861 l’Italia era suddivisa in piccoli Stati. Successivamente Giuseppe Garibaldi, con il sostegno di Vittorio Emanuele II, riuscì a creare la magia, ufficializzata il 17 marzo 1861.
La dinastia dei Savoia durò dal 1861 al 1946.Fri, 16 Sep 2022 - 15min - 426 - Cosa VISITARE e FARE tra le LANGHE e a BAROLO (Piemonte)
Vuoi concederti una fantastica vacanza tra i suggestivi paesaggi delle Langhe piemontesi? Sei nel posto giusto! Qui potrai trovare tanti spunti e suggerimenti sulle migliori destinazioni da visitare tra i borghi delle Langhe.
Le LANGHE e BAROLO: le 7 Mete da non perdere
Barolo è un comune italiano in provincia di Cuneo, nella regione Piemonte. Questo paesino speciale conta pochi abitanti e nonostante sia uno dei più piccoli borghi delle Langhe, possiede tantissime cose da visitare. Vediamole insieme!
1. Il Castello dei Marchesi Falletti
La prima tappa da non perdere una volta arrivati a Barolo è sicuramente il castello dei Marchesi Falletti, il simbolo del borgo.
È la prima cosa che si nota se si percorre la strada per arrivare in città. Inizialmente costruito con scopo difensivo, è stato poi trasformato in residenza di campagna della famiglia Marchesi Falletti. Oggi al suo interno ospita il WiMu, il famoso museo del vino.
2. WiMu: Il Museo del Vino
Barolo, come molti sanno, è la patria del famoso vino, che prende il suo stesso nome. Ecco perché questo museo rappresenta l'attrazione numero 1 del borgo.
Si tratta di una tappa fondamentale nelle Langhe sia per gli adulti che per i loro figli, infatti il WiMu è un museo molto interattivo che piacerà sicuramente anche ai più piccoli. Inoltre la sua posizione, all'interno del castello, è molto suggestiva.
3. Il Museo del Cavatappi
Ecco un altro museo molto interessante, allestito all'interno di una vecchia cantina. È interamente dedicato a questo oggetto, che solo all'apparenza potrebbe sembrare banale. Venne aperto nel 2006 e ad oggi presenta circa 500 esemplari dal XVIII secolo ad oggi, provenienti da tutto il mondo.
4. Il Centro Storico
Oltre alle visite ai musei, vale la pena fare una passeggiata in centro storico. Vi si respira un'atmosfera molto speciale, tra cantine, ristorantini tipici e palazzi antichi.
In Piazza Falletti si trova la Chiesa di Barolo. È un edificio piccolo ma molto caratteristico, all'interno del quale è possibile osservare bellissimi affreschi.
A fianco troviamo la Chiesa di Sant'Agostino, oggi utilizzata per ospitare mostre e piccoli eventi.
5. La Strada del Barolo
Quest'area è stata dichiarata patrimonio dell'UNESCO, ecco perché rappresenta uno dei luoghi turistici da non perdere assolutamente.
Si tratta di una strada panoramica che unisce tutti i borghi delle Langhe, tra cui appunto, anche Barolo. Lungo la strada è possibile visitare cantine e aziende agricole.
Esistono diverse tipologie di itinerari, adatti a tutti i gusti. Ci sono i percorsi medievali con le visite ai castelli e ai borghi, oppure percorsi dedicati interamente all'arte, ai belvedere e ai musei.
Per gli appassionati, sono previste naturalmente interessanti degustazioni, con la possibilità di assaggiare i vini più pregiati della zona.
6. Il Belvedere La Morra
Barolo non è l'unica località caratteristica delle Langhe. Se ci si allontana un po' infatti, a soli 7 km, ecco il paesino de La Morra, sicuramente tra i luoghi imperdibili da visitare. Il punto più amato e conosciuto è senza dubbio il belvedere, che regala una splendida vista dall'alto da cui sarà possibile...Sun, 11 Sep 2022 - 14min - 425 - Espressioni alternative a “WOW”: impara a parlare Italiano!
L’esclamazione WOW è molto usata nell’italiano colloquiale per esprimere entusiasmo, meraviglia, grande sorpresa. In particolare, WOW si è diffusa in Italia grazie ai fumetti e ai telefilm per ragazzi.Però è chiaro: non è proprio una parola italiana. Anzi, nella lingua di Dante esistono tanti altri modi alternativi per esprimere queste emozioni. In questo video li vedremo insieme! P.S. Ricordate che tutte queste esclamazioni che stiamo per vedere devono essere accompagnate, nel dirle, dalla giusta intonazione enfatica!
Espressioni alternative a WOW
1 – PAZZESCO!
Questo simpatico aggettivo deriva dalla parola “pazzo”. Infatti esclamiamo “Pazzesco!” proprio per indicare cose o situazioni che ci sembrano surreali, assurde, incredibili, folli, sia che ci sorprendano in senso positivo sia che ci sorprendano in senso negativo.
Per il primo compleanno del figlio hanno preparato dei fuochi d’artificio tutti colorati. Pazzesco!
Pazzesco! Hai mangiato la pizza margherita pur essendo intollerante al lattosio?! È normale che ora tu non ti senta bene!
2 – NON CI CREDO! / INCREDIBILE!
Esclamazioni usate quando non si riesce a credere ai propri occhi, o alle proprie orecchie. Lo scenario che ci si presenta davanti è talmente impensabile da non sembrare vero.
In questi casi possiamo trasmettere quello che proviamo grazie a queste due espressioni equivalenti.
Ho un colloquio di lavoro con una delle migliori compagnie di tecnologia del Paese! Non mi aspettavo di farcela, è incredibile!
Non ci credo! Tommaso ha davvero affrontato la sua paura delle vertigini facendo un volo guidato in paracadute?
3 – CHE BELLO!
Potrebbe sembrare un’espressione banale, ma in realtà è una delle esclamazioni più naturali e utilizzate nel linguaggio colloquiale per esprimere meraviglia e stupore. Quindi non poteva mancare nella lista.
La usiamo quando la sensazione di meraviglia è accompagnata da contentezza ed esultanza, quindi per cose positive.
Graziana, hai organizzato un pomeriggio di shopping solo per noi due? Che bello!!! Pensavo che non ti prendessi mai una pausa…
4 – NON MI DIRE!
Si usa questa espressione per comunicare stupore nei confronti di una notizia o un racconto inaspettato, che ci coglie di sorpresa.
Può essere usata in riferimento sia a cose positive, sia a cose negative.
Attenzione: va detta direttamente alla persona che ci ha informato riguardo l’accaduto. Quindi, la si usa per cose che ascoltiamo e non la possiamo usare per esprimere generale stupore se vediamo una cosa bella, come un bel paesaggio per esempio.
Ha deciso di licenziarsi e girare il mondo? Non mi dire! Pensavo che non l’avrebbe mai fatto!
5 – SONO SENZA PAROLE!
A volte assistiamo a scene talmente stupide o insensate o surreali (in senso negativo) da lasciarci senza parole.
Altre volte, invece, possiamo raggiungere lo stesso effetto a causa di un gesto commovente o di un regalo inaspettato.
In questi casi, quando l’emozione è talmente forte da non riuscire a formulare una frase sensata, possiamo esprimere la nostra gratitudine e immensa gioia usando questa bellissima espressione.
Sono senza parole!Tue, 06 Sep 2022 - 14min - 424 - ESPRESSIONI associate agli ANIMALI usate per DESCRIVERE le Persone!
Gli animali sono parte integrante della vita sulla terra e, che siano selvatici o domestici, sono amati da moltissime persone. Non è quindi strano sapere che sono presenti in moltissime espressioni idiomatiche, proverbi e modi di dire italiani; per essere più specifici, la lingua italiana "sfrutta" le caratteristiche animali più conosciute per descrivere certi comportamenti degli esseri umani e le loro personalità... e non sempre in maniera positiva! Restate con noi per scoprire 16 espressioni legate al mondo animale!
ESPRESSIONI ITALIANE LEGATE AGLI ANIMALI
Come vi ho anticipato, nella lista qui sotto potete trovare un totale di 16 espressioni legate agli animali che in italiano vengono usate per descrivere le persone. Per ogni espressione troverete una spiegazione a partire dall'animale al quale si fa riferimento e un paio di esempi dell'espressione in contesto. Siete pronti a saperne di più? Iniziamo!
1 - ESSERE UN LUPO SOLITARIO
Questa espressione si spiega da sé: i lupi solitari sono una tipologia di lupi che tendono a vivere non in branco ma ad agire in maniera indipendente o che generalmente trascorrono la maggior parte del loro tempo in solitudine. Per questo motivo "essere un lupo solitario" è un'espressione indica una persona che preferisce stare da sola, una persona introversa o che fa le cose per conto suo.
Esempi:
Mi definisco un lupo solitario, infatti preferisco stare da solo alla compagnia.
Marco è un lupo solitario: la sera non esce mai.
2 - STARE DA CANI
Ai giorni d'oggi i cani sono tra gli animali più amati e tra gli animali domestici più diffusi. Però migliaia di anni fa, prima che venissero addomesticati, erano animali selvatici le cui vite erano lontane da quello che sono ora, piene di agi e amore; inoltre, anche con la diffusione dell'adozione di cani, non è scomparso di certo il problema del randagismo. Insomma, sono moltissimi i cani che, ora come un tempo, conducono vite tristi e piene di sofferenze ed è forse proprio per questo motivo che i cani vengono spesso usati in espressioni con connotazione negativa. In generale "da cani" è una locuzione che ha il significato di molto brutto o molto male es. fare qualcosa da cani - nel caso di "stare da cani", l'espressione vuol dire stare male fisicamente e mentalmente, essere tristi, stanchi o abbattuti.
Esempi:
La ragazza di Marco lo ha lasciato… Lui sta da cani.
Sto da cani: ieri ho lavorato tutto il giorno e ora ho un terribile mal di schiena.
3 - ESSERE UNA VIPERA, oppure ESSERE UNA SERPE
Le espressioni "essere una vipera" e "essere una serpe" hanno significati molto simili, ed entrambe hanno un'accezione negativa. Infatti, i significati differiscono per poco: "essere una vipera" indica una persona -e in particolar modo una donna- pungente, perfida e maligna; "essere una serpe", invece, viene usata per parlare di una persona malvagia, infida e subdola. In generale, entrambe vengono usate per descrivere una persona che quando critica molto gli altri di nascosto, dice cattiverie, è perfida o tradisce la fiducia altrui.
Esempi:
Marta è una serpe, sta sempre a giudicare gli altri.
Marco è una vipera, parla male anche dei suoi amici.
4 - ESSERE UN ALLOCCO
Nel caso non lo sapeste, l'allocco è un volatile - ad essere più precisi,Sun, 28 Aug 2022 - 11min - 423 - Cosa VISITARE e FARE alle CINQUE TERRE in Liguria (Italia)
Vorremmo portarvi con noi alla scoperta delle Cinque Terre, una delle mete più gettonate tra chi visita l'Italia. Se non ci siete mai stati, o vorreste saperne di più su questi luoghi splendidi, restate con noi!
Cosa FARE e VEDERE alle Cinque Terre
Che cosa sono le Cinque Terre e dove si trovano?
Le cosiddette "Cinque Terre" sono costituite da un ammaliante frastagliato tratto di costa che si estende per 18 chilometri della Riviera ligure di Levante.
Grazie alla particolare varietà del paesaggio sono diventate una delle mete turistiche più popolari degli ultimi anni: sopra le acque cristalline del Mediterraneo si erge una catena di monti paralleli al litorale, con splendide spiagge pronte a soddisfare anche i gusti dei più pignoli. Ce ne sono infatti di tutti i tipi, sabbiose per chi vuole rilassarsi costruendo un bel castello o ciottolose, per chi vuole evitare i fastidiosi granelli tra le dita dei piedi o nel costume. Al blu del mare si oppone il verde delle rigogliose coltivazioni vinicole e specie aromatiche come rosmarino, timo, elicriso e lavanda.
Un po' di storia...
La storia di questo luogo è alquanto interessante e le prime testimonianze fossili animali rinvenute sono riconducibili addirittura al Paleolitico. Nella Grotta dei colombi sull’isola Palmaria sono stati trovati resti di sepolture che certificano la zona fosse già abitata in epoca preistorica, mentre grazie ad altri oggetti come asce si può presupporre che questi popoli fossero abili nella caccia indubbiamente favorita dall’abbondante selvaggina. Altre tracce di particolare rilevanza sono state trovate verso Campiglia Tramonti, dei megaliti possibilmente precursori delle statue-stele/menhir o, secondo alcuni studiosi, associati al calendario.
I nomi di alcuni borghi hanno un’origine latina che potrebbe essere dovuta alla conquista romana del territorio, nonostante non siano ancora state scoperte prove che permettano di affermarlo con certezza. Le Cinque Terre nascono però effettivamente nel Medioevo, una volta superato l’ostacolo del mare dalle popolazioni della Val di Vara in pieno fenomeno migratorio. A differenza di quanto si possa immaginare non erano grandi pescatori ma bensì contadini; questo portò a un terrazzamento dei fianchi dei monti, principalmente per la coltivazione di viti e ulivi. In età moderna l’area diventò ufficialmente territorio genovese ed è proprio in questi anni che nacque l’appellativo “Le Cinque Terre”, utilizzato per la prima volta da un funzionario nel suo rapporto a Genova.
Perché il nome Cinque Terre?
Cinque perché si tratta di cinque borghi (Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso) con caratteristiche affini e terre perché era questo il termine utilizzato per parlarne nel dialetto ligure di quei tempi. Alle persone lontane davano l’idea di essere distaccate dal resto del mondo per via della natura fiabesca. Come biasimarli?
Tutt’oggi restano un angolo di paradiso incontaminato e dal 1997 sono diventate Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO in quanto “sito culturale di valore eccezionale, rappresentante l'armoniosa interazione tra le persone e la natura che realizza un paesaggio di qualità scenica eccezionale…”.
Le bellezze da non perdere assolutamente
Ogni borgo ha qualcosa di particolare e meriterebbe di essere visitato da cima a fondo, ma se il tempo non è dalla vostra parte ci sono alcune tappe immancabili.
Se partite da La Spezia il primo borgo in cui vi imbatterete sarà quello...Mon, 22 Aug 2022 - 13min
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